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IMPARARE LA STORIA TRAMITE LA CITTà DI ROMA

LA CHIESA FRA COSTANTINO E GREGORIO MAGNO


prof. padre Rocco Ronzani, OSA

Periodo che va dal IV sec. fino alla fine del VI sec.


Sotto l’obelisco di piazza San Giovanni c’è un ricordo non proprio preciso, perché Costantino
fu battezzato a Nicomedia, città che si trova nell’attuale Turchia, fu battezzato qualche anno
dopo rispetto a quello che ci dice l’obelisco.

Sono i tre secoli successivi della vita della comunità cristiana nel mediterraneo. Cioè i tre
secoli, che dopo i tre secoli di esistenza, vedono la Chiesa evangelizzare.

Costantino nel 325 fa il primo concilio ecumenico il I Concilio di Nicea. A quel concilio
parteciparono molti vescovi, soprattutto dell’oriente, a quel concilio i vescovi portavano le
cicatrici delle persecuzioni che erano andati avanti fino a pochi anni prima dall’impero
romano. Ora invece vanno al Concilio proprio condotti dall’impero romano, scortati quasi.
Solo questo fatto ci dice come cambiano radicalmente le cose.

Storia del modo in cui la fede della chiesa si incultura e come contemporaneamente produce
anche cultura.

Gaudium et spes 44

Essa, infatti, fin dagli inizi della sua storia, imparò ad esprimere il messaggio di
Cristo ricorrendo ai concetti e alle lingue dei diversi popoli; inoltre si sforzò di
illustrarlo con la sapienza dei filosofi: e ciò allo scopo di adattare il Vangelo, nei
limiti convenienti, sia alla comprensione di tutti, sia alle esigenze dei sapienti. E
tale adattamento della predicazione della parola rivelata deve rimanere la legge
di ogni evangelizzazione. Così, infatti, viene sollecitata in ogni popolo la capacità
di esprimere secondo il modo proprio il messaggio di Cristo, e al tempo stesso
viene promosso uno scambio vitale tra la Chiesa e le diverse culture dei popoli
(102). Allo scopo di accrescere tale scambio, oggi soprattutto, che i cambiamenti
sono così rapidi e tanto vari i modi di pensare, la Chiesa ha bisogno particolare
dell'apporto di coloro che, vivendo nel mondo, ne conoscono le diverse istituzioni
e discipline e ne capiscono la mentalità, si tratti di credenti o di non credenti.

Il modo con cui la Chiesa si è inculturata nella sua storia antica, rimane sempre
un modello.
Nell’occidente latino la cristianità ha tre radici.
In questo periodo il cristianesimo occidentale è un cristianesimo mediterraneo.
Quando Colombano parlava di Gregorio Magno lo chiamava flos augustissimo
Europae, questo ci fa capire che con Colombano il mondo cristiano è cambiato.
Sono subentrati i popoli germanici, trasformando il cristianesimo da
mediterraneo a euro-mediterraneo.
A cerchi concentrici questo ampliamento diventerà sempre più ampio. Si
incultura e produce cultura.

Queste radici del mondo nuovo sono tre:


1. Romano-cristiana: lo spazio culturale nel quale per la prima volta il
cristianesimo ha iniziato a svilupparsi;
2. la radici germanica
3. la radice celtica: nord della Francia e Inghilterra.

Quali sono le cause che producono questo cambiamento? Ce ne sono almeno


tre:
1. fattore economico: ogni periodo di cambiamento ha a che fare con
l’economia, la storia dell’economia è spesso fatta dagli storici marzisti che
hanno forse però enfatizzato troppo la discontinuità tra il mondo antico e il
mondo nuovo. Loro enfatizzano questa diversità perché tra le varie cose
che danno discontinuità c’è il cristianesimo. Così riescono a dire che “il
cristianesimo ha contribuito a distruggere l’impero romano”.
Eppure ci sono elementi importnati di continuità, sono proprio i popoli
germanici che guardano al mondo romano come ideale e a cui si
vorrrebbero rifare;
2. la migrazione dei popoli: molti popoli si muovono nell’orizzonte di questo
mondo che cambia. Abbiamo parlato dei barbari. Dove si insidiano i
barbari formano dei regni romano-barbarici. Perché i barbari non vogliono
sopprimere tutto quello che è stato l’impero, vogliono lasciare tutto quello
che è possibil vogliono salvarlo.
3. il cristianesimo

Tutti questi cambiamenti producono due percorsi:


1. Mescolanza etnica e rivolgimenti politici creano un nuovo popolo.
L’elemento che lo tiene insieme è proprio la cristianizzazione che avviene
nel mondo romano e anche nel mondo extraromano.
2. cristianizzazione dei popoli

1. Livello popolare di inculturazione:


● Priorità del contenuto sulla forma è uno dei più significativi aspetti
della rivoluzione culturale cristiana, quindi usano tutte le forme;
● valorizzazione delle sacche linguistiche locali, resistenti alla
ellenizzazione e romanizzazione latina. Cioè tutti quei popoli che
non avevano subito la romanizzazione e la latinizzazione. In Egitto
si parlava a corte il greco, ma tra il popolo si parla un derivazione
dell’egiziano, cioè il copto. I misteri della fede vanno comunicato
anche ai poveri e ai contadini ignoranti. Wulfila, un vescovo,
tradurrà la Bibbia nella lingua dei Goti. In occidenti molti autori
cristiani scrivono inni, così una grossa evangelizzazione avviene con
quelli perché si ricordavano facilmente. Questo genere letterario lo
chiamiamo innografia cristiana. Gli autori avevano studiato a scuola
la grammatica e la retorica latina, cioè virgilio e Omero. Ci si rende
conto che non tutta la gente può imparare i versi di Virgilio e
Omero, è necessario rivolgergsi a tutti. Perciò vanno a recuperare
una forma più semplice possibile. Trovano il verso quadrato il
settenario drogato. Questo modo era popolarissimo. Era il verso che
usavano i soldati che fare inni e sbeffeggiare i comandanti.
● il sermo humilis di predicatori cristiani recupera una concezione
precristiasna dell’eloquentia - smarrita nel tempo - pr per cui
quest’ultima è a servizio della sapientia.
Le opere greche più importanti non ce le hanno lasciate i greci
antichi ma i padri della chiesa greci.
Agostino vediamo porrà molta attenzioni alle parole:
“Se l’amore è stato diffuso nei nostri cuori Dio è amore. Ecco che
già Dio passeggia nel nostro cuore perché abbiamo ricevuto una
caparra (arra, ae ; in altri codici si trova pegno). I traduttori - dice
Agostino - vollero intendere la stessa cosa ma per la lingua corrente
non è la stessa cosa”
2.

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