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Riassunto Il Mestiere Delleditore Bompiani
Riassunto Il Mestiere Delleditore Bompiani
sbagliati diventa tutore della lingua italiana, cioè toscana, sino al punto di correggere le bozze
anche di mani insigne.
La gente Zanichella
Nicola Zanichelli vive di libri a Modena sotto il regime austroestense in una piccola libreria che ha
faticosamente acquistato nel 1843 uomo di principi conquistato dall’idea patriottica e figlio
dell’Italia liberale. Problema politico coinvolgeva quello economico. Nel 1849 la sua libreria viene
chiusa perché non si poteva parlare di politica e lui viene condannato ad alcuni mesi di carcere e
alla libertà vigilata perché ricettatore di libri proibiti. Nel ’49 l’attività clandestina si intensifica: la
libreria diventa un centro di smistamento dei volontari per l’esercito piemontese.
È il più moderno degli editori del suo tempo. Accetta di pubblicare i Documenti riguardanti il
governo degli Austro-Estensi in Modena dal 1814 al 1849, una sfida all’Austria. Esce poi L’origine
delle specie di Darwin, poi un libro di anatomia di Roncati specchio dell’anima della casa
editrice, rivolta alla Scienza, al Paese e alla professionalità.
La libreria di Zanichelli è diventata luogo di incontro e di dialogo dell’intelligenza cittadina liberale e
cavouriana, aperta a tutte le correnti ideologiche. Zanichelli inizia anche i suoi rapporti di Giosuè
Carducci è lui a parlare di “gente Zanichella”, sinonimo di conciliazione dei valori, luogo di
incontri di idee e feconda dialettica, molto attento anche alla grafica (carta, caratteri, inchiostro,
corpo) attenzione che piacque molto anche a D’Annunzio.
editrice fu rilevata nel 1938 da Aldo Garzanti. Un editore disprezza il successo ma lo pretende,
disdegna la letteratura di cui fa parte e nella quale si rispecchia.
La tribù Laterza
Vito Laterza fonda la ditta “Gius. Laterza & Figli”, ma il vero editore sarà il fratello Giovanni perché
aveva sposato una redattrice. Tipografia con ordinamento patriarcale in cui ognuno aveva diviso
oneri quotidiani e guadagni a fine anno. Il padre Giuseppe aveva infatti una famiglia con sette figli
la scelta di mettere il nome del padre era forse stata dettata dalla volontà di coinvolgere tutta la
famiglia. I Laterza hanno europeizzato i contributi dell’ingegno italiano in ambito filosofico,
storico e critico. Si è ritenuto che i Laterza fossero una controfigura di Croce, ma non è così: il neo-
editore sa quello che vuole e sceglie i suoi interlocutori tra gli studiosi impegnati nei problemi
meridionali. Scrive infatti a Croce di voler portare consapevolezza dei problemi larghi strati
della società, nel grande proposito di combattere il “granduchismo culturale fiorentino”. Croce
aveva stilato il programma della casa: libri di cultura filosofica e storica, letteratura straniera e
grandi classici italiani non aveva proposto alcun suo libro e questo aveva fatto specie a Laterza.
La grafica dei libri Laterza è solida e pacificante. Mussolini quando doveva stampare i suoi discorsi
fu indirizzato a due editori: Laterza e Hoepli, ma il primo fu scartato perché crociano.
Dopo la morte di Giovanni Laterza, l’indomani della caduta del Fascismo, subentrarono Franco e
Vito Laterza, oggi Giuseppe e Alessandro.
istituti culturali. Hoepli prima di essere editore era un cittadino consapevole e i suoi successi
diventano un contributo per la società.
Nel 1942 le bombe distrussero i magazzini della casa editrice, lo stesso l’anno successivo accadde
libreria e uffici; i successori di Ulrico trovarono ospitalità da Piantanida e recuperarono un’ottantina
di titoli, ricominciando il lavoro di Hoepli.
Sonzogno o il gusto del successo
Ad essere colpito con le bombe del ’43 fu anche l’ufficio di Sonzogno, accanto al Duomo. La storia
della Sonzogno comincia con Giovanni Battista che nel 1818 stampa la Collana degli storici greci
volgarizzati famiglia di imprenditori di rilievo, istruiti e di notevoli mezzi. Nell’Italia pre-
risorgimentale c’è l’idea dell’istruzione del figlio per avviarlo all’adempimento del suo dovere (De
Amicis, De Marchi). Nel 1861 l’erede colto e raffinato che era Edoardo Sonzogno trasforma la
tipografia in una casa editrice resta scapolo, sposa il successo. Pubblica una serie di
almanacchi in versi e in prosa, ricchi di ornamenti, su base tematica: non gli basta la borghesia,
vuole nuovi lettori, e li troverà con i periodici. La sua grande ispiratrice è la Francia, che gli
suggeriva periodici illustrati (vignette satiriche, curiosità). Edoardo lancia quattro collane importanti:
Biblioteca classica, Biblioteca del Popolo, Biblioteca universale, Biblioteca romantica. Alle maggiori
collane facevano corona biblioteche minori. Sonzogno stampa anche La Gazzetta di Milano. Nel
1874 fonda la casa musicale antagonista con la Ricordi, che poi regala a un nipote e al proto
Matarelli; cederà poco dopo la casa editrice a un altro nipote riteneva che il pubblico non fosse
più quello di prima.
Il ciclone Sommaruga
Protagonista è letteratura in un tempo tra analfabetismo e miseria che trova sostegno nella
mondanità. Arriva a Roma con una lettera di presentazione da Carducci per Ferdinando Martini,
arbitro del giornalismo italiano. Sommaruga si propone di fare di Roma il centro più importante
d’Italia. Fonda una rivista, La Cronaca Bizantina, dai versi di Carducci programma editoriale
carducciano: moralismo, anticlericalismo, delusione e diffidenza nella politica ufficiale di sinistra. La
veste grafica era elegante. Sommaruga non leggeva i libri che pubblicava, gli bastava l’odore di
scandalo o polemica D’Annunzio era il suo uomo. Stampando i versi di Carducci, invitava
anche un critico nemico del poeta per commentarli nello stesso fascicolo. Negli uffici della casa
editrice gli era riservata una stanza dove spesso alloggiava.
Autori tra cui D’Annunzio, Carducci e Capuana comunicano a un certo punto di non avere più nulla
a che fare con Sommaruga perché l’editore aveva distribuito il libro con una copertina con tre
donne discinte per Il libro delle vergini. Alla sua dichiarazione, però, tutti tornarono.
La debolezza del programma editoriale di Sommaruga apparve chiara molti anni dopo il
giornale arrivata a tiratura di 150.000 copie e “turbava i sonni di molti uomini politici”.
Dopo il delitto Matteotti, Formiggini dichiara che il Duce è “ignorante come una vacca spagnola”;
Mussolini lo venne a sapere e non lo perdonò mai.
Provvedimenti antisemitici 1938, prefigurazioni future da Roma tornò a Modena, sua città natale
e prima di partire licenziò le bozze del suo “ultimo catalogo”. Poi si è suicidato, notizia taciuta dalla
stampa.
Il grande Arnoldo
Dopo la Prima guerra mondiale, Mondadori era già un tipografo di spicco, quando tornò a Verona
ancora provincia, quindi comincia a viaggiare. In cinque anni mette insieme un catalogo di
trecento rotoli. Viaggiare era diventato un ritmo di vita e un modo per salvare la propria
indipendenza. Lui ci credeva tantissimo, alla storia, alla politica, alla fama, alla finanza, alle
cariche, al successo.
Incontrò Ungaretti e capì cosa significasse fare poesia negli anni del fascismo (“cosa non siamo,
cosa non vogliamo”) accettare la clandestinità delle riviste e dei cenacoli, un mondo non
industrializzabile e lontano dalla natura di Mondadori. Pubblica la Biblioteca romantica e Medusa.
Svolta nell’editoria italiana: passaggio dall’artigianato alla grande industria. Ha pubblicato
Mondadori l’opera omnia di D’Annunzio, forse l’unico modo per portarlo via ai suoi editori.
Altra invenzione, l’Accademia Mondadori, con riunioni formali e solenni. Arnoldo è stato un vero
genio nella vita, intelligenza, idee con sentimenti. Teneva all’azienda anche quando era dolorante e
vecchio, dava ordini anche a distanza con tante chiamate al giorno a figli e dirigenti. Bompiani
cerca di persuaderlo dicendogli di imparare a dare fiducia agli altri.
Editore di pronto intervento: non è ancora spendo l’incendio della cronaca, che pubblica i
suoi libri documentari.
Editore protagonista: eccessi di valutazione a causa dell’entusiasmo, fiducia che precede
il libro, affidarsi all’intuizione invece che al marketing punti di forza e insieme di
debolezza. Facile ripetitività. Riesce a trasferire nella scelta la propria natura, curiosità,
esigenze, insoddisfazioni e orgoglio, dubbi e speranza, condivise con lettori potenziali.
Quella editoria è destinata a scomparire tra i denti della macchina industriale.
Se l’editore è soltanto pieno di calcoli e studi, allora potrebbe essere un moltiplicatore, anonimo e
cieco.
Editore di New York parlava dell’editoria come una struttura tecnologica tecnologia avanza
lasciando indietro chi non la segue, non gli piaceva tecnologia ed estro possono convivere
accettando la diversità dei tempi che occorrono l’una e all’altro.
La vera vita editoriale non sta nei best sellers ma in quei libri di autori sconosciuti o quasi, da pochi
soldi, che costituiscono la quotidianità non si tratta di privilegiare qualcuno, ma la validità
economica di un editore non può prescindere dalla validità culturale: i best sellers passano, i veri
scrittori durano. I libri scelti dieci anni prima del successo sono quelli che formeranno il vero
catalogo e patrimonio.
Scoperta della letteratura americana tra anni ’30 e ’40, Steinbeck, Caldwell libri parlavano
dell’uomo, della sua condizione e miseria. Se della guerra ancora non si parlava, era nell’aria. Ci
volevano due traduttori d’eccezione: rispettivamente Vittorini e Pavese. Volumi del “Pantheon”,
antologici che presentavano un determinato circolo letterario.
Firenze ‘45
19 maggio 1945, parte per Firenze e Roma e vede i ponti distrutti ma i centri urbani salvi. Incontra
gli autori dopo la guerra: Montale fragile ma dentro una roccia; Landolfi corvino, elegante e colto;
Santi, vuole tradurre Stendhal; De Robertis prepara l’introduzione a La morale cattolica; Gadda
consegna il ms. di L’incendio di via Keplero, parla della guerra come un incidente ferroviario, fatica
a parlare e aprirsi, si ritrae e dà ragione a Bompiani; Luzi propone il suo programma; Chiappelli
idem; Bigongiari propone Conrad in traduzioni esemplari, filologicamente curate da lui; Pratolini
propone la ristampa di Via dei Magazzini; Borlenghi: raccolta di ambascerie dei primi secoli, dal
‘200 al ‘500.
Parigi 1946
Primo viaggio oltre confine dopo la guerra. Vede Sartre a un caffè che scrive con una pipa in
bocca, Simone de Beauvoir dall’altra parte. Incontra anche Albert Camus.