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Modulo Diritto D'autore
Modulo Diritto D'autore
INTERPRETI ED ESECUTORI)
LEZIONE 1
Cos'è e come nasce il diritto d'autore.
Quando si parla di diritto d'autore cosa si intende? Quando si parla di diritto si deve intendere
il complesso delle norme vigenti, in questo caso hanno la finalità di definire la disciplina di
realizzazione delle opere e cosi facendo di proteggere il soggetto che le ha create, ovvero il
titolare dei diritti di realizzazione (non sempre coincidono con la stessa persona).
Quando nasce il diritto d'autore? Non direttamente ricollegabile con l'invenzione della stampa
(1450 ca.), seppur rappresenta un passaggio importante, in quanto l'innovazione tecnologica
consente rispetto al periodo antecedente, una più facile riproducibilità dell'opera scritta; fino a
quel momento per riprodurre un'opera bisognava scrivere a mano. Evidentemente per
riprodurre a mano ci vuole molto tempo, riproduzione soggetta ad errori, e soprattutto implica
dei costi diretti e indiretti notevoli. Con la stampa c'è una sorta di rivoluzione, in quanto
consente la realizzazione in breve tempo di molte copie, velocemente, costi ridotti e senza errori
(posso esserci errori settando male il macchinario, ma tutte le copie sono uguali). Ma non viene
determinato immediatamente il diritto d'autore, con le proprie regole ecc. Ma pone un
problema: rispetto al passato dove, pur essendo presenti esempi di plagi e "furti di opere", si
incomincia a prendere atto che la tecnologia facilita la riproduzione, e tramite essa e la
utilizzazione dell'opera. Attraverso le tecnologie si arriva alla fruizione dell'opera.
Iniziano a svilupparsi esigenze e richieste di tutela, che non sono quelle che oggi noi facciamo
rientrare nel concetto di diritto d'autore, ma riguardano gli interessi imprenditoriali di una
nuova figura imprenditoriale, che nasce tramite invenzione della stampa (l'attuale editore),
colui che stampa, distribuisce, commercializza ecc. i libri.
L'editore quindi domanda tutela, chiedendo ai sovrani dell'epoca un modo per fare i propri
interessi, e questa loro finalità ha portato allo sviluppo di un sistema di concessioni per
l'esercizio di questa nuova attività editoriale. Attraverso questo meccanismo di parlava di
"patenti" all'epoca, venendo fuori una riserva di questa attività per i soggetti titolari della
patente, con la esclusione di esercizio di questa attività per gli altri soggetti.
E' chiaro che attualmente si parla di autore, e non di editore, per cui il concetto di patente
indicato come antesignano di diritto d'autore in realtà non ha niente a che vedere con
quest'ultimo. Unico aspetto che può accomunare i due concetti è che vengono comunicati diritti
esclusivi, che utilizza la stessa tecnica sia per gli editori che per gli autori.
Quando nasce effettivamente il diritto d'autore? Il primo atto normativo in cui viene previsto
un diritto a capo d'autore di un opera è lo statuto di Anna d'Inghilterra, promulgato nel 1709,
entrato in vigore nel 1710.
Cosa prevedeva questo statuto, e perchè lo riteniamo primo esempio di diritto d'autore?
Perchè per la prima volta nella storia quello statuto conteneva una disposizione che attribuiva
all'autore il diritto esclusivo per 12 o 14 anni di riprodurre copie la propria opera. E' chiaro che
era un diritto pensato per l'opera scritta e non quella orale.
RIGHT TO COPY, da qui prende il nome utilizzato nei sistemi giuridici anglosassoni di
COPYRIGHT.
Talmente importante questo diritto che tutta la materia in lato anglosassone ha preso il nome
da questo termine.
Da lato nostro si è seguito un altro cammino, noi puntiamo sul profilo personale e quindi
andiamo ad evidenziare, anche con la definizione, il fatto che l'opera sia frutto di elaborazione
intellettuale di una persona, appunto l'autore, e che tale elaborazione rappresenti la personalità
dell'autore, e che sia uno dei modi in cui l'autore esterna la propria personalità. Perche questo
approccio differente? Deriva essenzialmente dal periodo della rivoluzione francese, periodo in
cui si comincia a dibattere di tanti aspetti, tra le altre cose si inizia a parlare di proprietà
intellettuale, del fatto che l'autore nel creare l'opera rappresenta lo sviluppo della propria
personalità con legame imprescindibile tra autore ed opera.
Anche nel caso delo statuto di Anna d'inghilterra la tecnica era quello di detenere un diritto
esclusivo, come precedentemente detto delle patenti. Il concetto di diritto esclusivo è un
concetto che contiene in se due profili: il diritto esclusivo comporta che il titolare è soggetto
abilitato all'utilizzazione (ius utendi) in questo caso dell'opera scritte, letterario, scentifico ecc. e
ha diritto di ecludere gli altri dall'utilizzazione del testo (ius excludendi omnes alios). IUS
UTENDI diritto di utilizzare la propria opera nella modalità di utilizzazione intesa, in questo caso
riproduzione. IUS EXCLUDENDI OMNES ALIOS, diritto di escludere gli altri dalla, in questo caso
riproduzione, dell'opera.
Qual è la finalità di questo statuto? Consentire agli autori delle opere di poter trarre mezzi e
strumenti per il suo sostentamento, al contempo la previsione della possibilità di sfruttare in via
esclusiva economicamente l'opera, si ritiene possa incentivare i potenziali autori alla produzione
di nuove opere, cosi facendo alimentare la produzione culturale. Ti do la possivilità di
guadagnare dalle tue opere, cosi facendo da un lato tu campi circa decentemente e dall'altro sei
incentivato a produrre, sviluppando la cultura.
L'attenzione del profilo personale viene sviluppato dalla dottrina giuridica tedesca.
Da un lato abbiamo l'economic theory e dall'altro la personality theory.
Diritto d'autore fortemente influenzato dallo sviluppo tecnologico, quindi man mano che le
tecnologie prendono il sopravvento, l'aspetto giuridico è fortemente dipendente da esso. Ad un
certo punto, qualche secolo fa, circa seconda metà dell'ottocento, lo sviluppo tecnlogico cosa
comporta? Aggiunge possibilità e modalità di riproduzione e chiarisce il fatto che l'opera si
presta per sua stessa natura ad essere utilizzata nello stesso momento in vari contesti, che
possono riguardare anche stati diversi (ubiquità dell'utilizzazione). Dal punto di vista giuridico
cosa comporta? Ovviamente ogni stato ha le proprie norme giuridiche, il che porta un problema
assai importante. Esistono essenzialmente due binari, da un lato le norme che hanno valenza
territoriale, dall'altro la utilizzazione dell'opera che è ubiqua, che va oltre il singolo territorio,
creando un problema nella disciplina giuridica. Qual è il problema? Per fuggire dai sistemi di
protezione da sistemi giuridiche più avanzate si poteva diciamo evadere dal paese per andare
dove le norme non erano presenti o erano più permissive. Quindi la linea era quello di
uniformare quanto più possibile questi sistemi giuridici, creando un minimo comun
nominatore per il numero più ampio possibile di stati. Questo problema già posto nel 1800,
cercando di risolverlo con trattati internazionali. Si fa un trattato internazionale e i singoli stati
vi aderiscono. Quelle che sono le regole contenute in quel trattato internazionale vengono ad
essere applicate nei singoli territori che aderiscono tale trattato. Per muoversi in una logica di
questo tipo diviene indispensabile acquisire quanti più consensi possibili, quindi non si può
dettagliare molto la disciplina, andando a creare dei requisiti minimi della disciplina, più
generali. (Convenzione internazionale di Berna 1886 che costituisce un adesione importante
di stati, attualmente più di 100).
Con l'Unità d'Italia il sistema sabaudo viene diciamo esteso con quello del neonato Italiano, e
per quanto riguarda il diritto d'autore è evidente che il nuovo stato si determina nel solco del
vecchio regno di Sardegna che era un soggetto statuale avanzato nella cura di queste
problematiche, quindi questo fattore non si perde con l'Unità, e va avanti la produzione
normativa, viene approvata una legge, la cosidetta legge Scialoja alla fine dell'800, quando il
fascismo sale al potere interviene nel 1925 con una legge organica in materia di diritto
d'autore, intervenendo poi con una nuova legge successivamente 1941 con la legge 633.
1. Oggetto: l'oggetto è l'opera, ovvero la modalità con cui una trama viene svolta. Il valore
artistico di un opera a livello giuridico non viene preso in considerazione.
Quando si può parlare di esistenza dell'opera? Dal momento della sua creazione, e si configura
dal momento in cui l'idea è esteriorizzata rispetto all'autore, rappresentata nel mondo esterno,
esiste al di fuori dell'autore. Si potrebbe correre il rischio di confondere l'opera con l'idea dalla
quale l'opera viene generata. Quindi distinzione tra idea ed espressione. Dal momento che
un'idea viene esteriorizzata allora c'è la creazione e di conseguenza l'opera stessa. Dal
momento in cui l'opera viene creata scatta l'applicabilità.
Quando un'opera può essere definita protetta? Quando questa contiene un carattere creativo.
Se una qualsivoglia opera non ha carattere creativo, le norme sul diritto d'autore non sono
applicabili.
In cosa consiste il carattere creativo dell'opera? Non esiste un sistema oggettivo per definire se
un'opera abbia un carattere creativo. Un'opera, finché esiste, fino a prova contraria gode della
protezione del diritto d'autore, ovvero fino a quando non sorga una controversia: per esempio,
nel momento in cui un artista avvia una causa contro un altro artista per un brano utilizzato in
maniera illegittima in quanto ritenuta di propria proprietà, la prima cosa che il giudice deve
verificare, oltre l'esistenza dell'opera, è il carattere creativo, se il giudice dichiara la mancanza di
carattere creativo è chiaro che da illegittimo l'utilizzo diviene legittimo, e quindi non vi è
necessità di alcun intervento a livello giudiziario e non protetta da diritto d'autore.
Quando un'opera si definisce creativa o meno? In base alle scelte che l'autore compie
nell'organizzare il contenuto in un certo modo. Anche se il contenuto è già noto, la scelta
dell'autore di enfatizzare alcuni concetti piuttosto che altri, gli conferisce il carattere creativo.
Maggiore è il numero di scelte da effettuare, maggiore sarà la creatività e quindi la protezione
che l'opera ha diritto di avere.
C'è una soglia di creatività per poter parlare di carattere creativo dell'opera? No, la legge non
prevede un certo tasso di creatività per accedere alla protezione, l'importante è che ci sia un
quid minimo di creatività. Per valutare il profilo della sussistenza del carattere creativo
dell'opera bisogna andare a verficare le scelte creative operate dall'autore, se ha operato delle
scelte sulla base di un numero più o meno ampio di opzioni disponibili allora viene considerata
creativa (seppur un indice di livello minimo). Ovviamente, prendendo due opere con tasso di
cresatività opposti, uno minimo uno massimo, la protezione accordata all'opera massimamente
creativa è maggiore e più efficace. All'opposto nel caso dell'opera solo minimamente creativa la
protezione è molto meno efficace in quanto per gran parte non è creativa, ma solo appunto
minimamente.
Sia l'art. 1 che l'art. 2 della legge 633/41 fa riferimento dei cosiddetti domini, ovvero aree di
riferimento delle varie opere (letteratura, musica, arti visive...). L'articolazione dei domini è
definita non tassativa, ne deriva che se dovesse presentarsi un opera di carattere creativo non
appartenente a questi domini, ciò non precluderebbe l'accesso della stessa alla protezione.
Art.1: Sono protette ai sensi di questa legge le opere dell'ingegno di carattere creativo che
appartengono alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all'architettura, al teatro ed alla
cinematografia, qualunque ne sia il modo o la forma di espressione.
LEZIONE 2
2. Soggetto: L'autore. Soggetto che di default è titolare dei diritti relativi all'opera da lui creata.
Art. 6 (Il titolo originario dell'acquisto del diritto di autore è costituito dalla creazione dell'opera,
quale particolare espressione del lavoro intellettuale.).
Ci sono casi in cui c'è la dissociazione tra la titolarità del diritto e l'entità del soggetto che ha
realizzato l'opera. Per alcune tipologie di opere, laddove create in esecuzione di rapporto di
lavoro, la titolarità dei diritti di realizzazione delle opere è in capo al datore di lavoro, invece la
titolarità dei diritti morali spetta sempre all'autore. Altra eccezzione è quella delle opere
cinematografiche: si prevede che il tiolare dei diritti di realizzazione sia il produttore, e non il
creatore dell'opera. I diritti morali spettano sempre all'autore o agli autori dell'opera
cinematografica.
Normalmente è considerato autore chi è indicato nelle forme d'uso (libro, locandina ecc.) e si
considera tale fino a prova contraria.
Art. 8 È reputato autore dell'opera, salvo prova contraria, chi è in essa indicato come tale nelle
forme d'uso, ovvero, è annunciato come tale nella recitazione, esecuzione, rappresentazione o
radio-diffusione dell'opera stessa.
Valgono come nome lo pseudonimo, il nome d'arte, la sigla o il segno convenzionale, che siano
notoriamente conosciuti come equivalenti al nome vero.
Ci sono casi in cui l'autore non è riconosciuto o lo pseudonimo non è riconducibile ad alcun
nome reale.
Art. 9 Chi abbia rappresentato, eseguito o comunque pubblicato un'opera anonima, o
pseudonima, è ammesso a far valere i diritti dell'autore, finché non sia rivelato. Questa
disposizione non si applica allorché si tratti degli pseudonimi indicati nel secondo comma
dell'articolo precedente.
Non sempre il processo creativo coinvolge solo una persona, ma anche più soggetti, due o più.
Opere realizzate con l'apporto di più soggetti. Opere in comunione, opere collettive, opere
derivate o elaborate.
- Opera in comunione: Art.10 comma 1: Se l'opera è stata creata con il contributo indistinguibile
ed inscindibile di più persone, il diritto di autore appartiene in comune a tutti i coautori.
La quota di proprieta è in parti uguali oppure no? Di default si, è uguale per tutti, però è
ammessa la deroga concordata: i vari coautori possono mettersi daccordo per equilibrare la
quota di titolarità del diritto d'autore.
Art.10 comma 2: Le parti indivise si presumono di valore eguale, salvo la prova per iscritto di
diverso accordo.
Ciascuno dei coautori, anche se possiede solo un decimo del diritto, può esercitare ogni azione
prevista a tutela del diritto morale, anche individualmente. L'opera originale non può essere
modificata, ripubblicata in modo diverso ecc. senza l'accordo di tutti i coautori. Se uno dei
coautori rifiuta il comune accordo per la modifica dell'opera, un altro coautore può rivolgersi al
giudice il quale ha la facoltà di ordinare la pubblicazione, modificazione o comunque nuova
utilizzazione dell'opera, laddove la motivazione dell'autore in non accordo venga giudicata
ingiustificata.
Art.10 comma 3: Sono applicabili le disposizioni che regolano la comunione. La difesa del diritto
morale può peraltro essere sempre esercitata individualmente da ciascun coautore e l'opera non
può essere pubblicata, se inedita, né può essere modificata o utilizzata in forma diversa da
quella della prima pubblicazione, senza l'accordo di tutti i coautori. Tuttavia in caso di
ingiustificato rifiuto di uno o più coautori, la pubblicazione, la modificazione o la nuova
utilizzazione dell'opera può essere autorizzata dall'autorità giudiziaria, alle condizioni e con le
modalità da essa stabilite.
- Opera collettiva: opera costituita dalla riunione di opere o parti di opere preesistenti e ha
carattere individuale. Anche se all'interno dell'opera collettiva vi sono presenti altre opere
protette da diritto d'autore, è anch'essa protetta come opera originale indipendentemente e
senza pregiudizio dei diritti di autore sulle opere o sulle parti di opere di cui sono composte.
Art.3 Le opere collettive, costituite dalla riunione di opere o di parti di opere, che hanno
carattere di creazione autonoma, come risultato della scelta e del coordinamento ad un
determinato fine letterario, scientifico, didattico, religioso, politico od artistico, quali le
enciclopedie, i dizionari, le antologie, le riviste e i giornali, sono protette come opere originali
indipendentemente e senza pregiudizio dei diritti di autore sulle opere o sulle parti di opere di cui
sono composte.
L'autore dell'opera collettiva è colui che mette insieme le varie opere da cui è composta. E'
chiamato Elaboratore.
Art. 7 È considerato autore dell'opera collettiva chi organizza e dirige la creazione dell'opera
stessa. È considerato autore delle elaborazioni l'elaboratore, nei limiti del suo lavoro.
- Opera elaborata o derivata: Opere che derivano da altre, come può essere una traduzione,
una riduzione, trasformazione in altra forma ecc. Inoltre l'opera derivata viene protetta da
diritto d'autore senza pregiudizio dei diritti esistenti sull'opera originaria. Il possessore dei diritti
dell'opera derivata è quindi colui che la attua.
Art. 4 Senza pregiudizio dei diritti esistenti sull'opera originaria, sono altresì protette le
elaborazioni di carattere creativo dell'opera stessa, quali le traduzioni in altra lingua, le
trasformazioni da una in altra forma letteraria od artistica, le modificazioni ed aggiunte che
costituiscono un rifacimento sostanziale dell'opera originaria, gli adattamenti, le riduzioni, i
compendi, le variazioni non costituenti opera originale.
La realizzazione dell'opera elaborata può essere realizzata solo se si è titolari del diritto di
realizzazione o chiedere permesso al detentore del diritto d'autore dell'opera originaria. Ogni
elaborazione non autorizzata o non legittimato dal soggetto viene identificata col il nome di
contraffazione.
3. Contenuto del diritto d'autore: Il nostro diritto d'autore attuale è un diritto strutturato su due
binari: sfera economica e sfera morale. Ad una finalità differente corrisponde una struttura
giuridica differente.
Avere diritto di riprodurre significa poter realizzare in più copie, in qualsiasi forma o modo, la
propria opera.
Art.13 Il diritto esclusivo di riprodurre ha per oggetto la moltiplicazione in copie diretta o
indiretta, temporanea o permanente, in tutto o in parte dell'opera, in qualunque modo o forma,
come la copiatura a mano, la stampa, la litografia, l'incisione, la fotografia, la fonografia, la
cinematografia ed ogni altro procedimento di riproduzione.
Avere diritto di trascrivere significa poter trasformare un'opera orale in opera scritta o altri
mezzi di riproduzione. Il mezzo con cui si attua la trascrizione è indifferente. Il bootleg è una
violazione del diritto di trascrizione.
Art.14 Il diritto esclusivo di trascrivere ha per oggetto l'uso dei mezzi atti a trasformare l'opera
orale in opera scritta o riprodotta con uno dei mezzi indicati nell'articolo precedente.
Per eseguire in pubblico un opera (musicale o di altro genere) o si è titolari di diritto o bisogna
diventare titolari della licenza, quindi acquisire la possibilità di utilizzazione. L'esecuzione non in
pubblico è libera, non viola alcun diritto. Esecuzione, recitazione e rappresentazione in famiglia,
scuola, convitto o istituto di ricovero senza scopo di lucro non sono pubbliche. Recitare opere
letterarie con scopo di valorizzare e promozione culturale senza scopo di lucro non è
considerato pubblico.
Art.15 Il diritto esclusivo di eseguire, rappresentare o recitare in pubblico ha per oggetto la
esecuzione, la rappresentazione o la recitazione, comunque effettuate, sia gratuitamente che a
pagamento, dell'opera musicale, dell'opera drammatica, dell'opera cinematografica, di qualsiasi
altra opera di pubblico spettacolo e dell'opera orale.
Non è considerata pubblica la esecuzione, rappresentazione o recitazione dell'opera entro la
cerchia ordinaria della famiglia, del convitto, della scuola o dell'istituto di ricovero, purché non
effettuata a scopo di lucro.
Non è considerata pubblica la recitazione di opere letterarie effettuata, senza scopo di lucro,
all'interno di musei, archivi e biblioteche pubblici ai fini esclusivi di promozione culturale e di
valorizzazione delle opere stesse individuati in base a protocolli di intesa tra la SIAE e il Ministero
dei beni e delle attività culturali e del turismo.
LEZIONE 3
Diritto di distribuzione.
Art.17 Il diritto esclusivo di distribuzione ha per oggetto la messa in commercio o in
circolazione, o comunque a disposizione, del pubblico, con qualsiasi mezzo ed a qualsiasi
titolo, dell'originale dell'opera o degli esemplari di essa.
Principio di indipendenza dei diritti di utilizzazione, ovvero ogni diritto è indipendente l'uno
dall'altro, non sono legati tra di loro.
Art.19 I diritti esclusivi previsti dagli articoli precedenti sono fra loro indipendenti. L'esercizio di
uno di essi non esclude l'esercizio esclusivo di ciascuno degli altri diritti.
Essi hanno per oggetto l'opera nel suo insieme ed in ciascuna delle sue parti.
Diritti morali
La finalizzazione dei diritti di utilizzazione economica è quella di proteggere l'autore da
contraffazioni delle opere o comunque opere illegittime. Dall'altro lato spinge gli autori a
realizzare più opere, e quindi crescita culturale.
I diritti morali sono indipendenti dai diritti di utilizzazione economica, essendo tali, posso avere
e infatti hanno caratteristiche giuridiche diversi.
Quali sono le caratteristiche principali dei diritti morali e le differenze da quelli di utilizzazione
economica? I diritti morali hanno come caratteristica principali quelli di essere appunto
indipendenti da quelli di utilizzazione economica.
Sono indisponibili: Il titolare non ne può disporre, non può adottare atti che dispongano dei
diritti, pertanto non sono trasmissibili, irrinunciabili.
Non sono soggetti a prescrizione, imprescrittibili.
Cos'è la prescrizione? Nel diritto civile, la prescrizione è una modalità d'estinzione del diritto
per un'inerzia da parte del titolare che non lo esercita per un certro lasso di tempo. Per
esempio, il lavoratore che ha un diritto di credito nei confronti del datrore di lavoro e non
lamenta il pagamento che gli spetta per un periodo di tempo, ovvero 5 anni, puo incorrere nella
prescrizione del diritto, ovvero si estingue. Per cui i diritti morali non possono estinguersi per
inerzia, per cui non scadono mai.
Diritto di inedito: L'autore si puo opporre al fatto che terzi pubblichino la sua opera contro la
sua volontà. Comporta la titolarità in capo all'autore e di opporsi alla pubblicazione dell'opera
da parte di terzi contro la sua volontà.
Anche laddove un autore ha ceduto i suoi diritti di distribuzione, riproduzione ecc, ha sempre il
diritto di opporsi alla pubblicazione contro la sua volontà.
Dopo la morte dell'autore la pubblicazione spetta agli eredi o ai legatari, l'erede è il soggetto
che subentra in tutti i rapporti giuridi attivi e passivi del soggetto che muore , il legatario
subentra in uno o più rapporti giuridici per volontà testamentaria del decuius (soggetto che
muore). In presenza di termini per la pubblicazione, l'opera non può essere pubblicata prima di
quella data.
Se più erendi o legatari non vanno daccordo, decide il giudice, comunque rispettando la volontà
del decuius.
Art.24 Il diritto di pubblicare le opere inedite spetta agli eredi dell'autore o ai legatari delle opere
stesse, salvo che l'autore abbia espressamente vietata la pubblicazione o l'abbia affidata ad
altri.
Qualora l'autore abbia fissato un termine per la pubblicazione, le opere inedite non possono
essere pubblicate prima della sua scadenza.
Quando le persone indicate nel primo comma siano piu' e vi sia tra loro dissenso, decide
l'autorita' giudiziaria, sentito il pubblico ministero. E' rispettata, in ogni caso, la volonta' del
defunto, quando risulti da scritto.
Sono applicabili a queste opere le disposizioni contenute nella sezione seconda del capo secondo
del titolo terzo.
Art.20 Indipendentemente dai diritti esclusivi di utilizzazione economica dell'opera, previsti nelle
disposizioni della sezione precedente, ed anche dopo la cessione dei diritti stessi, l'autore
conserva il diritto di rivendicare la paternita' dell'opera e di opporsi a qualsiasi deformazione,
mutilazione od altra modificazione, ed a ogni atto a danno dell'opera stessa, che possano essere
di pregiudizio al suo onore o alla sua reputazione.
Vengono enucleati due importanti diritti morali, diritto di parternità e diritto all'integrità
dell'opera.
Il diritto di paternità va a tutelare il fatto che il creatore di una determinata opera venga
riconosciuto come autore della stessa, è previsto per impedire l'inalterazione del rapporto tra il
soggetto che crea e lo status di autore, in quanto quest'ultimo dovrebbe essere attribuito al
soggetto che ha creato l'opera. Inoltre questo diritto può essere rivendicato dagli eredi. E' il
diritto che sta alla base delle controversie in tema di plagio.
Cos'è il plagio? E' ciò a cui si oppone logicamente il diritto di pternità dell'opera, ovvero falsa
attribuzione di paternità ad un soggetto che non è effettivo autore della stessa. Avviene che
un soggetto ritenga che un altro soggetto in epoca successiva alla sua creazione abbia a sua
volta creato un'opera non originale in quanto, con molti tratti, se non tutti i tratti, uguali a quella
che aveva creato lui.
Affinchè ci sia la violazione del diritto di integrità dell'opera ci devono essere due elementi:
dev'essere oggettivamente messo in atto una modificazione, mutilazione od altra
modificazione, e l'altro è che questo atto a danno dell'opera sia potenzialmente idoneo a
ledere l'onore o la reputazione dell'autore.
La sussistenza di gravi ragioni morali dà il diritto all'autore di poter ritirare l'opera dal
commercio. Quando potrebbero ricorrere queste gravi ragioni morali? Per esempio, a seguito
di una conversione religiosa, l'opera creata prima della conversione dell'autore in un altra
religione non rispecchia più la mutata personalità del'autore a seguito della propria
conversione. Un 'autore si converte in musulmano, l'autore ha scritto precedentemente
un'opera contro l'islam prima della suddetta conversione, è presente una grave ragione morale.
l'autore ha il diritto di ritirare l'opera dal commercio. Ovviamente stiamo parlando di nuove
riproduzioni, non il ritiro delle opere già vendute, è praticamente impossibile farlo.
Art.142 L'autore, qualora concorrano gravi ragioni morali, ha diritto di ritirare l'opera dal
commercio, salvo l'obbligo di indennizzare coloro che hanno acquistati i diritti di riprodurre,
diffondere, eseguire, rappresentare o spacciare l'opera medesima.
Questo diritto e' personale e non e' trasmissibile.
Diritto di rivelazione.
Art.21 L'autore di un'opera anonima o pseudonima ha sempre il diritto di rivelarsi e di far
riconoscere in giudizio la sua qualita' di autore.
Le eccezioni
Esistono delle eccezioni alla regola dell'esclusiva, ai diritti esclusivi, quindi legittimi senza
esserne titolari. Previsto perchè si tende a contemperare le esigenze di tutela di interesse del
titolare con esigenze di natura diversa. Si parla quindi di eccezioni e limitazioni al diritto
d'autore, che significa casi in cui la regola del diritto esclusivo non vale, interamente o
parzialmente.
. Eccezioni e limitaioni con finalità d'informazione pubblica e discorsi di interesse politico (Art.65
e Art 66)
- Eccezioni e limitazioni con finalità culturali (Art.69)
- Eccezioni e limitazioni con finalità sociali (Art.71bis e 71quater)
- Eccezioni e limitazioni con finalità a tutela dell' interesse statale (Art. 67 e )
- Eccezioni e limitazioni giustificati da ragioni tecniche (Art. )
- Eccezioni e limitazioni con finalità di rispetto della sfera privata, come riproduzione dell'opera
per uso personale. (Art.68)
Alcune ipotesi di eccezioni e limitazioni sono a pagamento, per esempio la fotoriproduzione dei
testi d'autore.
Diritti connessi
Sono quei diritti che non sono legati all'autore, ma che spetta a soggetti diversi
dall'autore, ma comunque connessi all'opera, alla cui base non c'è la creazione della
stessa, bensi attività imprenditoriali, artistica lavorativa ecc. Nel caso dell'interprete o
esecutori, per esempio, abbiamo un attività non creativa, bensì professionale, e siccome
ritenuta importante ai fini della diffusione dell'opera, la legge ha ritenuto di dover
proteggere, attribuendo al soggetto che svolge quest'attività alcuni particolari diritti, in
quanto soggetto che contribuisce alla diffusione dell'opera. Altre figure sono quelle degli
esercenti di attività radiofonica, televisiva, cinematografiche ecc.
In ambito musicale riguarda due figure importanti, ovvero l'interprete e il produttore
discografico, o produttore di fonogrammi. Il produttore di fonogrammi si occupa della
prima fissazione della esecuzione e riproduzione di suoni sul supporto, ovvero colui che
realizza il master.
Le categorie principali sono due: attività imprenditoriali (Diritti ... e attività
professionale, lavorativa (Diritti artisticamente connessi).
C'è un eccezione, ovvero la situazione in cui i diritti connessi sono comunque attribuiti
all'autore: viene attribuito ad opere non protette di diritto d'autore, in quanto non
riconosciute ad esse alcuna attività di tipo creativo. Diritti tipologicamente connessi.
Ultima categoria è quella dei Diritti Connessi per contrapposizione o estensione. Ipotesi
non classificabili nelle precedenti tre.
LEZIONE 4
Art.73bis Gli artisti interpreti o esecutori e il produttore del fonogramma utilizzato hanno
diritto ad un equo compenso anche quando l'utilizzazione di cui all'art. 73 e' effettuata a
scopo non di lucro.
Perchè nell'articolo 73bis si parla di equo compenso e nell'articolo 73 di normale
compenso? Quando non c'è lo scopo di lucro non si addossano spese eccessive per chi
riproduce questi fonogrammi, quindi equo in relazione al fatto che chi lo utilizza non ha
scopo di lucro, quindi compenso più contenuto.
I diritti connessi hanno una durata nel tempo, come quelli di utilizzazione economica.
Qual è questa durata? Soliramente pari a 50 anni dalla fissazione. Se pubblicato
lecitamente in questo tempo la durata si estende a 70. Se invece nello stesso periodo
non viene pubblicato, ma viene comunicato al pubblico, i diritti scadono dopo 70 anni
dalla comunicazione al pubblico.
Art.75 La durata dei diritti previsti nel presente capo e' di cinquanta anni dalla
fissazione. Tuttavia se durante tale periodo il fonogramma e' lecitamente pubblicato, i
diritti scadono settanta anni dopo la data della prima pubblicazione lecita. Se nel
periodo di tempo indicato nel primo comma non sono effettuate pubblicazioni lecite
e se il fonogramma e' lecitamente comunicato al pubblico durante detto periodo, i
diritti scadono settanta anni dopo la data di tale prima comunicazione al pubblico.
Osservando però l'articolo 82 si va a definire che tra gli artisti interpreti ed esecutori,
sono presenti chi svolge ruoli di notevole importanza nell'opera, i direttori d'orchestra e
i complessi orchestrali e corali, purchè non siano di semplice accompagnamento.
Art.82 Agli effetti dell'applicazione delle disposizioni che precedono, si comprendono
nella denominazione di ((artisti interpreti)) e di artisti esecutori:
1) coloro che sostengono nell'opera o composizione drammatica, letteraria o
musicale, una parte di notevole importanza artistica, anche se di artista esecutore
comprimario;
2) i direttori dell'orchestra o del coro;
3) i complessi orchestrali o corali, a condizione che la parte orchestrale o corale abbia
valore artistico di per se' stante e non di semplice accompagnamento.
Diritto al nome: Chi svolge ruoli importanti in un opera, ha diritto di essere indicato
nelle forme d'uso o comunque nel materiale che veicola l'informazione circa la loro
performance.
Art.83 Gli artisti interpreti e gli artisti esecutori che sostengono le prime parti nell'opera
o composizione drammatica, letteraria o musicale, hanno diritto che il loro nome
sia indicato nella comunicazione al pubblico della loro recitazione, esecuzione o
rappresentazione e venga stabilmente apposto sui supporti contenenti la relativa
fissazione, quali fonogrammi, videogrammi o pellicole cinematografiche.
La durata dei diritti degli artisti interpreti ed escutori è di 50 anni a partire
dall'esecuzione, rappresentazione o recitazione, tuttavia può variare in vari casi:
- se la fissazione è lecitamente pubblicata o comunicata al pubblico tramite un mezzo
differente dal fonogramma (ad esempio la televisione), durano 50 anni dalla
pubblicazione o comunicazione.
- se lecitamente pubblicata o comunicata al pubblico tramite fonogramma, durano 70
anni dalla prima pubblicazione o comunicazione.
Art.85 I diritti di cui al presente capo durano cinquanta anni a partire dalla esecuzione,
rappresentazione o recitazione. Tuttavia:
a) se una fissazione dell'esecuzione, rappresentazione o recitazione, con un mezzo
diverso dal fonogramma, e' lecitamente pubblicata o lecitamente comunicata al
pubblico durante tale termine, i diritti durano cinquanta anni a partire dalla prima
pubblicazione, o, se anteriore, dalla prima comunicazione al pubblico;
b) se una fissazione dell'esecuzione in un fonogramma e' lecitamente pubblicata o
lecitamente comunicata al pubblico durante detto periodo, i diritti durano settanta anni
dalla data della prima pubblicazione o, se anteriore, da quella della prima
comunicazione al pubblico.
Art.79tris comma2 La durata dei diritti di cui al comma 1 e' di cinquanta anni dalla
fissazione. Se l'opera cinematografica o audiovisiva o la sequenza di immagini in
movimento e' pubblicata o comunicata al pubblico durante tale termine, la durata e'
di cinquanta anni dalla prima pubblicazione o, se anteriore, dalla prima
comunicazione al pubblico dell'opera cinematografica o audiovisiva o della sequenza di
immagini in movimento.
Un'altra ipotesi è quella delle fotografie, o meglio, scatti che non hanno carattere
creativo, quindi non opera fotografica.
Art.87 Sono considerate fotografie ai fini dell'applicazione delle disposizioni di
questo capo le immagini di persone o di aspetti, elementi o fatti della vita naturale e
sociale, ottenute col processo fotografico o con processo analogo, comprese le
riproduzioni di opere dell'arte figurativa e i fotogrammi delle pellicole cinematografiche.
Non sono comprese le fotografie di scritti, documenti, carte di affari, oggetti materiali,
disegni tecnici e prodotti simili.
Quindi 3 tipi di fotografie: Opere fotografiche, fotografie e fotografie documentali.
Spetta in capo all'autore la difffuzione, riproduzione e spaccio della fotografia, a meno
che non si stata ottenuta tramite un impiego di lavoro o tramite un incarico, il diritto
spetta al datore di lavoro o a favore del committente.
Art.88 Spetta al fotografo il diritto esclusivo di riproduzione, diffusione e spaccio
della fotografia, salve le disposizioni stabilite dalla sezione seconda del capo sesto di
questo titolo, per cio' che riguarda il ritratto e senza pregiudizio, riguardo alle
fotografie riproducenti opere dell'arte figurativa, dei diritti di autore sull'opera
riprodotta.
Tuttavia se l'opera e' stata ottenuta nel corso e nell'adempimento di un contratto di
impiego o di lavoro, entro i limiti dell'oggetto e delle finalita' del contratto, il diritto
esclusivo compete al datore di lavoro.
La stessa norma si applica, salvo patto contrario, a favore del committente quando si
tratti di fotografia di cose in possesso del committente medesimo e salvo pagamento a
favore del fotografo, da parte di chi utilizza commercialmente la riproduzione, di un
equo corrispettivo.
Tra le ipotesi degli atti tra vivi, alla base della cessione c'è un contratto con cui un
soggetto A si spoglia della titolarità del diritto dell'opera X e lo trasferisce ad un altro
soggetto B (cessionario). La cessione può essere totale o parziale. Ma la cessione non è
l'unico mezzo per trasferire l'esercizio del diritto di utilizzazione economica, in quanto
esiste un altro schema che a differenza della cessione che richiama il contratto di
compravendita, va a richiamare un altro schema che è il contratto di locazione, ed è il
contratto di licensa d'uso. Attraverso di esso succede che il titolare di diritto, licenziante,
non traferisce la titolarità del diritto all'altro soggetto b, licenziatario, ma ne trasferisce
la facoltà di esercitare quel diritto per un determinato lasso di tempo. Per cui non si
trasferisce la titolarità del diritto ma la facoltà di esercitarlo.
La licenza come la cessione può essere totale o parziale. Quando parliamo di licenza può
essere inesclusiva o non inesclusiva. Cosa vuol dire questo? Nel caso della licenza
inesclusiva significa che il licenziatario è l'unico ad esserlo, mentre se la licenza non è
inesclusiva, può essere concessa contemporaneamente a più licenziatari.
La licenza o la cessione può essere a titolo oneroso oppure gratuito. Alla fine del 2021,
viene introdotta una novella e sorge un dubbio, qualcuno dice che per come è
strutturata, sembrerebbe che sia diventato obbligatorio prevedere che la cessione o la
concessione della licenza debbano essere necessariamente a titolo oneroso. Se fosse
effettivamente obbligatorio prevedere una cessione a titolo oneroso, vorrebbe dire che
si eviterebbe il rischio di situazioni in cui i titolari possano essere indirettamente e di
fatto coattato a cedere la titolarità o a concedere la licenza a titolo gratuito. Se le parti
pattuiscono che la cessione debba essere a titolo gratuito, cosi deve essere, se tuttavia
non c'è un accordo specifico, allora si deve presumere che sia a titolo oneroso.
LEZIONE 5 (recupero)
In Italia si ha l'attuale SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori), nata nel 1882, nata
con lo scopo che abbiamo detto sopra. Tuttavia, parallalelamente a questa attività, sin da
subito la SIAE comincia ad attrezzarsi per lo svolgimento di un'altra funzione, ovvero a
svolgere attività ispettiva di controllo per verificare se venivano poste in essere attività
contraffattive, attività di utilizzazioni non autorizzate. Quindi la SIAE sviluppa una sua
divisione interna finalizzata all'attività di controllo, che consiste nell'andare fisicamente
a scovare eventuali utilizzazioni non utilizzate. La più comune tipologia di utilizzazione
non autorizzata, in ambito musicale, è quella dell'esecuzione dal vivo di opere, quindi
violazione dell'attuale articolo 15 (esclusività del diritto di esecuzione in pubblico).
Quindi attività di intermediazione e attività di controllo svolte contemporaneamente.
A partire dall'epoca fascista la SIAE viene ad essere depositaria di poteri impositivi che
sono tipici dello stato medesimo. In buona sostanza cosi facendo si è attribuita per legge
alla SIAE la facoltà di emanare ingiunzioni sanzionatorie in capo ai soggetti che si
fossero macchiati di atti contraffattori. La sanzione amministrativa è lo strumento con
cui viene esercitato il potere impositivo dello stato. L'attività controllo è quell'attività di
indagine prodromica ad un eventuale spiccare, da parte della SIAE, di sanzioni ed
ingiunzioni di pagamento, e quindi esercizio di potere statuale.
C'è una terza attività che la SIAE ha in passato iniziato a svolgere, ora in termini più
ridotti, che è la "Tenuta di registri di opere". La SIAE decide ad un certo punto di
mettere al servizio degli autori questo ulteriore servizio, ovvero quello di archivio delle
opere. Questi registri hanno svolto per anni una funzione molro importante sul piano
probatorio: rappresentavano una prova dell'avvenuta creazione di una determinata
opera da parte di un determinato soggetto, l'autore, all'atto del deposito nel registro, in
un determinato momento. Rendeva anche pubblica, attraverso il deposito, l'opera
stessa.
La SIAE ha agito in un contesto sostanzialmente monopolistico fino a qualche anno fa,
2017, perchè fino a quella data la versione della legge sul diritto d'autore per quanto
riguarda questo profilo, conferiva alla SIAE la facoltà di svolgere tutte queste operazioni,
in particolare quella di intermediazione, come monopolio, che viene stroncato da una
ditrettiva comunitaria, poi attuata nel nostro ordinamento.
Da allora altre organizzazioni come la SIAE possono svolgere codeste attività.
Qual è il meccanismo in virtu del quale un soggetto è legittimato questa attività? I
soggetti diversi alla SIAE devono ottenere l'inserimento in un registro tenuto dallo stato
nel ministero competente. Ci sono requisiti tecnici che i soggetti devono avere, a
domanda del soggetto interessato, l'ente che tiene il registro valuta se inserirlo nell'albo
o meno. Se il soggetto ottiene l'inserimento può svolgere l'attività di intermediazione,
altrimenti no. A seguito alla formazione di questo albo sono stati inseriti una ventina
circa di soggetti abilitati alle varie attività svolte anche dalla SIAE.
Lo stesso schema c'è anche in ambito di diritti connessi. Essendo la strutture identica,
identico è anche il meccanismo che si viene a creare. Quindi ci sono soggetti che,
analogamente alla SIAE, svolgono attività di intermediazione nella cessione delle licenze
sulle utilizzazioni dei fonogrammi ecc.
Il più famoso e con più mandati si chiama NUOVOIMAIE.
Le attività sono le stesse di quelle della SIAE (Intermediazione, controllo, riscossione,
compensazione e tenuta di registri)