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INTRODUZIONE
Cosa intendiamo per comunicazione? -> dimensione di condivisione extracorporea
Metafora comune come “Trasmissione lineare”, sogno umano di superare il corpo fisico
Teoria dell’informazione: Emittente -> Ricevente, metafora tecnologica (al massimo feedback)
Questa metafora è la più comune nelle culture industriali
Contrattualismo di Hobbes: battaglia costante tra tutti, che però poi scendono a patti per non
distruggersi
Emile Durkheim e Max Weber = padri della sociologia, metto in discussione la dimensione troppo
rigida e “metallica” dei contrattualisti
Geertz = Ragnatela di significati, che dipende dagli stessi uomini
TEORIA DELL’INFORMAZIONE
La prima teoria per trovare soluzioni tecniche per trasmettere al meglio il messaggio.
ALTRI MODELLI:
Nascono quindi modelli per cercare di “categorizzare” la comunicazione, ove ognuno si basa su un
dettaglio specifico
-MODELLI SOCIO-COSTRUTTIVISTI
Interpretazione e comprensione di ciò che gli attori fanno, si gestisce l’incertezza e si dà
importanza anche ad una replica, che magari fa imparare.
Sono attento a come viene letto il messaggio, si parla di interazione
Alfred Schütz
Lui applica un’indagine fenomenologica, che consiste nell’osservazione PRIVA di giudizi.
Io non dubito di quello che vedo, dubito di ciò che è quel che vedo (Edmund Husserl).
La vita dell’uomo si basa sulla convinzione che il suo mondo non è pienamente comprensibile nè
da lui né da nessun altro essere umano.
Esiste un complesso di conoscenze teoricamente aperto a tutti che è ritenuto valido, consistente in
un accostamento di sistemi di conoscenze più o meno coerenti.
Ogni gruppo sociale ha la sua concezione del mondo, che i suoi membri danno per scontata.
La conoscenza è socialmente distribuita e il meccanismo di tale distribuzione è un argomento
studiato dalla sociologia della conoscenza.
Lo scopo di questa ricerca consiste nell'individuare quali motivi spingono gli uomini ad accettare
senza discussione alcune parti della concezione del mondo giunta a loro per eredità e a mettere
altre parti in discussione.
E’ allievo (e legato) ai 3 grandi padri della sociologia:
Questo gruppo deve creare una rappresentazione, uno spazio di senso condiviso per permettere a
individui esterni di riconoscersi come appartenenti.
Questa forza è detta “Coscienza collettiva”, sempre più della somma delle coscienze individuali,
poiché si impone sopra (sono le individuali che si vedono nella collettiva, si pensi ad una band).
Quando questa perde di forza, a rischio è l’individuo, poiché non si ritrova (può finire in suicidio)
Weber: Senso sociale dell’agire, l’oggetto della sociologia è capire come fanno gli esseri umani a
orientare il loro agire in un modo che sia significativo e comprensibile agli altri.
Senso soggettivamente inteso, dato dal soggetto ma capito da tutti.
Nonostante la nostra soggettività sia individuale, nel relazionarsi deve essere comprensibile.
Tra un buffetto e uno schiaffo, cambia non solo la forza della mano ma anche la posizione e le
nostre aspettative e previsioni sulle reazioni entrano in gioco.
Noi possiamo, nonostante la presenza di tanti fattori, isolare elementi che caratterizzano certe
azioni (Ideal tipo), che ci permette di comprendere gli aspetti di un’azione sociale
L’ideal tipo è generalizzato a causa di un carattere ripetuto, non è assoluto.
Simmel: Il soggetto moderno ha più cerchie sociali (relazioni e interazioni differenti, che formano
la società) in cui riconoscersi e a cui appartenere.
Le cerchie sociali hanno dimensioni e opportunità simboliche differenti, che però dipendono anche
dagli altri.
Oggi il singolo individuo può appartenere a più cerchie, che però, sovrapponendosi, deve riuscire a
gestire (trovando coerenza).
Sottolinea cambiamento nella società moderna, ove gli individui hanno possibilità di
relazioni/interazioni differenti, molteplici e combinabili (intersezioni).
Il mondo sociale è formato da attività umane a cui attribuiamo significati, perché attingiamo da un
FONDO DI CONOSCENZA DISPONIBILE condiviso/comune (con cui il mondo sociale appare
ordinato).
Tale interpretazione avviene in cooperazione con altri, non è un significato arbitrario.
E’ proprio perché prendiamo conoscenza nel quotidiano senza prestare attenzione, questo è un
flusso costante di dato per scontato.
La vita è un costituito di dato-per-scontato di routines, comportamenti, aspettative…
Se dovessimo sempre verificare la credibilità di ogni cosa ne andrebbe della nostra tranquillità.
Non sono però “scontati” universali, ma intersoggettivi
Per assumere significato gli atti richiedono relazioni condivise, i motivi, le aspettative e le
previsioni.
Distinzioni in:
Tipificazioni di primo livello: Categorie del dato per scontato (rientrano i pregiudizi o aspettative
ovvie, tipo il caffè al bar).
Hanno origine sociale
Conoscenza socialmente derivata (L’insieme delle conoscenze acquisite tramite esperienze, che
arrivano a noi anche da generazioni passate (esperienze empiriche e mnemoniche) divisa in:
-Fondo di conoscenza disponibile
-Conoscenza automatica (dato per scontato delle routine)
-Conoscenza socialmente approvata, ovvero le tipificazioni di secondo livello.
I tre tipi delineati sono costrutti escogitati al fine della ricerca, in realtà ognuno di noi nella sua vita
è simultaneamente esperto, cittadino ben informato e uomo della strada in diversi ambiti della
conoscenza.
L’uomo della strada: Conoscenza pratica in molti campi, spesso non coerenti, però di “ricette”
vaghe a livello teorico, ma sufficienti per lo scopo pratico.
Oltre ai suoi campi di interesse, influenzato dal sentimento più che dalle informazioni.
Gli basta sapere che esistono esperti da consultare se serve al fine pratico.
L’uomo della strada ha un metodo imposto dallo scopo pratico, che li impone azioni, non ricerche
teoriche
Il cittadino (che auspica di essere) ben informato: Sta tra i primi due.
Vuole raggiungere conoscenze fondate in modo ragionevole, non spinto dalla praticità, ma su
campi di medio interesse (non a livello di esperto).
E’ sede dell’opinione pubblica informata, che non da per scontato.
Fa affidamento su fonti da lui considerate esperte.
Il cittadino ben in formato ha rilevanza tematica, restringe al massimo ciò che non è rilevante per
inglobare il più possibile, se è un ambito che interessa, altrimenti applicherò ricette e rituali.
Ciò che viene dato per scontato sembra non richiedere ulteriori indagini, sebbene non si abbiano
idee chiare e distinte della sua struttura.
Ogni possibile ricerca ha inizio da una situazione indeterminata, con lo scopo di trasformarla in
determinata.
Ciò che è dato per scontato oggi può esser messo in discussione domani.
2)Vi sono i campi non aperti al nostro dominio ma connessi mediamente con la zona di primaria
importanza, perché per esempio stabiliscono esse stesse le condizioni da cui dipende la nostra
pianificazione. E’ sufficiente avere solo una certa familiarità con queste (rischi o possibilità).
3)Vi sono le zone che per il momento non sono attinenti all’interesse in questione, perciò
possiamo darle per scontate finché non si rivelano un nostro campo di interesse.
4)Vi sono le zone assolutamente irrilevanti, perché in esse non possono verificarsi mutamenti che
influenzano il nostro obiettivo in questione.
Possiamo definire due diversi sistemi di attribuzione di importanza (peso dato all’informazione e
alla sua utilità):
Le attribuzioni di importanza intrinseche sono il risultato dei nostri interessi scelti e stabiliti da una
nostra decisione spontanea.
In qualsiasi momento possiamo spostare il nostro interesse modificando anche il sistema di
importanze intrinseco ad esso, raggiungendo sempre maggior chiarezza attraverso la ricerca
continua.
Le attribuzioni di importanza imposte: l’uomo si ritrova ad essere un mero recipiente passivo degli
eventi che non può controllare in alcun modo, eventi che si verificano senza il nostro intervento.
Possono essere malattie, lutti, cause di forza maggiore ecc.
Il mondo a mia portata è quello che si trova a mia portata attuale, o che lo è stato
precedentemente e ora è potenziale.
Entro questo contesto comune io posso stabilire rapporti sociali con l’altro, ognuno può agire
sull’altro e reagire alla reazione dell’altro, perciò l’altro è parzialmente sotto il mio controllo così
come io sono parzialmente al di sotto del suo.
L’uomo della strada vive ingenuamente nelle proprie attribuzioni di importanza intrinseche e in
quelle del suo gruppo di appartenenza, senza cercare di capire la loro origine e la loro struttura.
Egli, ad esempio, preferisce le pagine comiche dei giornali rispetto alle notizie dall’estero, perché è
più condizionato dai suoi sentimenti.
L’esperto invece è a suo agio solo in un sistema di attribuzioni di importanza imposte, dai problemi
prestabiliti all’interno del suo campo, perciò il suo campo è limitato.
Per il restante dei problemi l’esperto è incline ad affidarsi ad un altro esperto, e si attende ad esso
solo per raggiungere fini prestabiliti, senza la necessità di comprenderli a pieno.
Il cittadino ben informato deve scegliere lo schema di riferimento scegliendo il suo interesse,
ispezionare le zone di importanza che si adattano ad esso e deve raccogliere quante più
informazioni possibili riguardo le origini e le fonti di attribuzione di importanza a lui imposte. Deve
formare opinioni ragionevoli e tenersi informato.
La nostra conoscenza non deriva solamente dalla nostra esperienza, ma dall’esperienza che i nostri
simili, contemporanei o predecessori hanno avuto. La conoscenza socialmente derivata può aver
origine in quattro modi differenti:
Testimone oculare: Conoscenza basata su esperienza diretta, ci aspettiamo da lui il nostro stesso
schema di rilevanza: “è come se lo avessi visto io” (è avvenuto nel mondo a sua portata)
Insider (iniziato): C. basata su esperienza diretta, ma sistema di rilevanza diverso “parla di qualcosa
che conosce, ma si riferisce a schemi che condivido”
Commentatore: Raccoglie come Analista, ma integra in sistema di rilevanza diverso, gli do fiducia
se capisco il suo sistema appieno “Nuova interpretazione disponibile”
Osservazioni finali:
Ogni conoscenza ha un peso maggiore se non è accettata solo da noi, ma anche da altri membri
del nostro gruppo di appartenenza; io stesso considero le mie idee valide se esse sono approvate
da altri che considero competenti. Le opinioni delle figure che consideriamo autorevoli avranno
per noi un peso maggiore, e ciò ha carattere di un’attribuzione di importanza imposta.
PASSAGGIO A MOSCOVICI
In uno scenario di evoluzione dei mezzi di comunicazione, Moscovici parla di approccio delle
rappresentazioni sociali.
Moscovici
INTRODUZIONE
Pensiero primitivo -> la mente ha potere illimitato di dare forma alla realtà, il pensiero agisce sulla
realtà (i desideri diventano realtà)
Pensiero scientifico -> potere illimitato degli oggetti di dare forma al nostro pensiero, il pensiero è
una reazione alla realtà (la realtà viene trasformata nei nostri desideri)
Moscovici dice: Categoria meno ampia e relativa alla vita quotidiana, elaborate in interazioni
situate e hanno carattere fluido e dinamico.
Sono entità ESPLICATIVE, perché rendono familiare l’ignoto.
Creano il senso comune (per questo “sociali”), perché hanno per oggetto e origine la realtà sociale.
“I gruppi sociali sono sotto l’ideologia delle istituzioni, non producono ma ri-producono” – Invece le
ideologie forniscono fonte da cui prendere spunto
Universo reificato -> la società è trasformata in un sistema di entità solide, invarianti, che sono
indifferenti alle individualità e prive di identità.
La società è caratterizzata da ruoli differenti e ineguaglianza di classe.
Le regole sono come una sequenza di prescrizioni e non di accordi.
La scienza e le rappresentazioni sociali sono molto differenti tra di loro ma allo stesso tempo sono
complementari.
I mondi reificati aumentano all’aumentare delle scienze. Dato che le scienze stanno proliferando,
essi si stanno duplicando, riproducendo e diventando più immediati, in altre parole si stanno
trasferendo all’universo consensuale. La scienza oggigiorno è resa comune.
Non familiare: Ciò che non rientra negli standard, affascina ma ALLARMA, e quindi cerchiamo di
farlo rientrare in categorie conosciute (la scienza, reificabile, invece demolisce opinioni sociali per
far spazio al non familiare)
“L’uomo quando deve tendere verso il familiare o il non familiare sceglie sempre il primo.
Ad esempio quando conosciamo una persona nuova noi la giudichiamo subito e mettiamo in una
certa categoria.
Tutte le indagini che facciamo successivamente servono solo per confermare la nostra
classificazione.
La scienza fa l’esatto opposto.
Essa si è occupata spesso di demolire le nostre percezioni e opinioni per dimostrare il contrario.
L’oggetto della scienza è proprio quello di rendere non-familiare il familiare“
Per dare una forma familiare a ciò che non lo è noi utilizziamo due meccanismi:
-ANCORAGGIO -> Fermare l’informazione nuova attorno ad una boa conosciuta e cercare di dargli
un nome e aggregarlo a qualcosa di noto (contestualizzare nel familiare).
Classificare qualcosa vuol dire limitarla a un set di comportamenti e di caratteristiche.
Le classificazioni sono fatte confrontando un individuo ad un prototipo.
L’individuo viene confrontato a certe caratteristiche e poi incluso nella categoria che è più simile a
lui.
Alchimia sociale: Le rappresentazioni sociali ci permettono di “Tradurre il metallo delle nostre idee
nell’oro della realtà”
Le rappresentazioni sociali sono un fenomeno SOCIALE, con aspetti mentali, cognitivi, linguistici e
sociali.
CAUSALITA’
La teoria delle rappresentazioni sociali assume come punto di partenza che gli individui sono tutti
diversi, strani e imprevedibili.
Il suo scopo è capire come gli individui possano costruire un mondo stabile e prevedibile a partire
da questa diversità.
Le rappresentazioni sociali sono basate sul detto “non c’è fumo senza fuoco”.
Quando vediamo una cosa assumiamo che essa non sia fortuita ma che abbia una causa e un
effetto.
Gli individui si trovano in un incrocio di molteplici flussi di comunicazione, a cui attribuiamo RS.
Lo stimolo che riceviamo è già RS, perché ancor prima di percepirlo gli associamo significato e
risposta (RS <-> Stimolo <-> Risposta <-> RS).
Primo “medium” di comunicazione è l’interazione faccia a faccia, richiede compresenza fisica dei
soggetti comunicanti (lo studioso più noto di questa interazione è Goffman)
Goffman
Fondamentale nel suo studio in quanto, durante il faccia a faccia, il nostro corpo svolge una
funzione comunicativa non indifferente (distinzione tra informazione emessa volontariamente e
fornita involontariamente attraverso segnali corporei)
Approcci di studio alle interazioni faccia a faccia che Goffman non condivide:
● Teorie “macrosociologiche” che concepiscono le IFF come semplice effetto del mondo esterno→
cioè, che l’interazione faccia a faccia è “espressione” di strutture sociali e contesti istituzionali più
ampi
Goffman non nega che le caratteristiche dei partecipanti “esterne” all’interazione abbiano una
certa influenza sull’interazione stessa, ma non crede che essa sia determinante.
Infatti, l’impatto e l’influenza del mondo esterno sulle interazioni non sono diretti, ma mediati da
un insieme di “regole” che stabiliscono quali aspetti del mondo siano irrilevanti allo svolgimento
dell’interazione e quali, invece, vadano considerati. “Tutti i tipi di interazione sono circondati da
una membrana che filtra la realtà sociale circostante stabilendo se e quale parte di essa è
rilevante”.
Tale concezione socio-strutturale ignora la differenza tra situazionale (aspetti dell’interazione
faccia a faccia propri dell’ordine dell’interazione) e meramente situato (quei fattori situati
casualmente all’interno dell’interazione, ma che sono “replicabili all’esterno”), dunque è
inadeguata.
● Teorie che considerano le interazioni semplicemente come “intersezioni tra le varie volontà dei
partecipanti”.
Se, da un lato, sottolineano l’intenzionalità e la libertà di scelta di tutti i partecipanti (dunque sono
teorie sociologiche antitetiche rispetto alle prime, che invece puntano la loro attenzione
sull’influenza delle strutture macro-sociologiche sulle volontà e le azioni degli individui), sono
comunque inadeguate.
Anche queste teorie attribuiscono alle caratteristiche e all’andamento delle interazioni fattori
esogeni, cioè fattori provenienti dall’esterno dell’interazione.
Se nella prima classe di teorie tali fattori sono provenienti “dall’alto”, cioè dalle strutture sociali, in
questa seconda classe, essi provengono sempre dall’esterno, ma “dal basso”, cioè dalle volontà
degli individui, che quindi sono esterne in quanto “precedenti” e “indipendenti” rispetto
all’interazione.
CONCETTO DI SELF
La vita sociale è un teatro, ove i soggetti entrano in una cornice da loro riconosciuta, dove ognuno
recita un ruolo.
Il retroscena non è ciò che noi pubblicamente esponiamo agli altri (ribalta), e può rappresentare
essa stessa una cornice.
Gli attori possono passare da una cornice all’altra, anche in livelli dentro la stessa.
Secondo Goffman le cornici sono in numero infinito, eppure quasi sempre siamo capaci di
indentificare contesto e regole.
Al momento giusto però sappiamo sfogliare i vari strati e tornare al punto essenziale (strati intesi
come livelli, posizioni reciproche)
Self: identità sociale, ruolo con cui cerco di dimostrare la mia soggettività, in un certo contesto;
questa è un’identità multistratificata.
Dobbiamo capire quale senso presentiamo della persona dietro al ruolo, da cui ci possiamo
allontanare perché ne abbiamo molteplici.
Grazie al serbatoio di conoscenze sociali possiamo esprimere più self
I corpi non sono individuo, ma Unità deambulatorie.
Regole morali di tatto (contegno nel presentare la faccia pubblica) -> rituali di riparazioni (far
capire che non era un tentativo di distruggere l’interazione), altrimenti si rischia l’esclusione (come
per i malati mentali) o stigma (a meno che non si cambi cornice).
Esistono unità (non persone) per cui è accettata la mancanza di regole, come i bambini (l’età varia
in base al contesto).
Malattia mentale = pericolo del “Coinvolgimento occulto”, non so se e come l’altro è implicato
nella cornice di interazione, non riesco ad empatizzare e non so cosa si aspetta da me, mi è celato
il suo ruolo nella cornice
Dobbiamo tenere d’occhio la “faccia negativa” (retroscena) in modo che non trapeli nella faccia
pubblica, perché non appartiene a quel contesto.
Le gaffe che derivano da un superamento della frontiera fra ribalta e retroscena possono essere
negative come “comprensibili”
Compresenza fisica: nelle interazioni faccia a faccia numerosi sono gli indizi fisici attraverso i quali
si presenta o viene riconosciuta la faccia sociale
Gli indizi di presentazione son verificati reciprocamente nella cornice.
Un uomo non può impedire il linguaggio del corpo, al massimo lo si cammuffa.
Questa non è un’armonia, ma una guerra fredda con mosse strategiche (individuazione
amici/nemici).
FRAMEWORK PRIMARIO: Corporeità (attori sociali), coloro che danno vita alla scena
Oltre ad avere un ruolo determinante nella costituzione del self, l'ordine dell'interazione è alla
base della percezione di normalità del mondo sociale.
Due accezioni di “normalità”.
1) In senso “hobbesiano” →
Uomo allo stato di natura, allo stato brado, “homo homini lupus” → il fatto che
l’interazione ha come caratteristica peculiare la fisicità dei partecipanti significa che
durante un’interazione essi sono esposti al rischio di venire attaccati
fisicamente/psicologicamente.
Se, però, durante ogni interazione, ogni partecipante si dovesse preoccupare in ogni
istante del pericolo di venire attaccato, nessuna interazione potrebbe avere luogo. Per
questo gli individui hanno un comportamento espressivo mediante il quale i co-presenti
manifestano continuamente l'un l'altro di essere persone affidabili che non sfrutteranno
le opportunità di aggressione a loro disposizione.
2) Le nostre aspettative nei confronti della vita sono regolate e plasmate da norme tecniche e
rituali che regolano la co-presenza.
In caso di violazione di tali norme, il risultato è sconcerto e impossibilità di attribuire più un
senso all’interazione.
Esempio→ essere goffi, parlare o muoversi in maniere “sbagliata”, diversamente da come
ci si aspetta, diversamente da ciò che è considerato normale può causare imbarazzo e
disordine/distruzione nell’ordine di quella interazione.
Morale: l’esperienza del mondo può facilmente essere resa vulnerabile dalla “cornice”
d’azione in cui ha luogo e tale vulnerabilità è propria e inevitabile nell’ordine
dell’interazione.
E’ come se l’ordine dell’interazione “fondasse” tutti gli altri ordini.
Capitolo 2
Interazione sociale = ciò che traspira unicamente nelle situazioni sociali, cioè in ambienti ove più
individui sono fisicamente l’uno alla presenza della risposta dell’altra., Goffman ritiene che le IFF
vadano studiate nelle situazioni comuni, irrilevanti, per questo afferma che il metodo preferito
dall'ordine dell'interazione è la microanalisi.
Le azioni sono socialmente situate perché la vita quotidiana si svolge nell’immediata presenza di
altri.
Ribadiamo la distinzione tra situazionale e meramente situato:
SITUAZIONALE: Ciò che si può verificare solo in ambiti faccia a faccia, caratteristiche proprie delle
interazioni che non possono essere replicate all’esterno di esse.
SITUATO: Ciò che è collocato casualmente all’interno di un’interazione faccia a faccia e potrebbe
essere collocato fuori senza subire troppi mutamenti.
Quando gli individui sono alla presenza l’uno dell’altro condividono un comune centro di
attenzione e collaborane per raggiungere un fine comune.
Ciò costituisce la precondizione di un fenomeno basilare: la continua, intima coordinazione
dell'agire.
Il linguaggio verbale aumenta l’efficienza di tale coordinazione, in modo particolarmente cruciale
quando qualcosa va in modo diverso da come era stato indicato o ci si aspettava.
Attacchi fisici/psicologici: Visione hobbesiana delle relazioni umane -> per quanto solitamente
passa in secondo piano, siamo sempre vulnerabili a possibili "attacchi".
Ma non solo fisicamente: quando si interagisce faccia a faccia tutti sono vulnerabili all'intrusione di
parole nella propria psiche che possono turbare in quanto non ci si aspetta che vengano dette→
infrazione dell'ordine espressivo che ci si aspetta venga mantenuto in propria presenza.
Queste vulnerabilità rituali, proprie di tutti, possono essere utilizzate a proprio vantaggio.
Microanalisi e specificazioni: La nostra esperienza del mondo è modellata sul confronto faccia a
faccia ed è per questo che Goffman non discrimina nessun tipo di situazione in cui ha luogo
un’interazione, ma per quanto egli applichi il metodo della microanalisi (per tutte le situazioni,
anche le più banali e quotidiane) non crede nel situazionismo.
Cioè, non crede che per ogni singola situazione ci sia un modo di comportarsi specifico e diverso
ogni volta.
Capitolo 3
Definizione di “ordine” → indica un’area di attività precisa (quella dell’interazione). Inoltre, in
quanto è relativa alle interazioni tra i vari individui, necessita di essere ordinata anche in senso
letterale.
Come funziona l’ordine dell’interazione? E’ come se fosse un insieme di convenzioni abilitanti,
come le regole di un gioco, che permettono a tutti i partecipanti di capire il gioco e, appunto,
parteciparvi.
Queste due motivazioni sono valide e spiegano efficacemente la metafora del funzionamento
dell’ordine dell’interazione come fosse un insieme di regole di un gioco, talvolta la cooperazione
degli individui a mantenere un ordine nell'interazione non è necessariamente dettata dal
consenso nei confronti di una convenzione (cioè, non è detto che chi si attiene a una convenzione
creda che essa sia giusta, qualsiasi essa sia, e neppure che si creda nel valore delle convenzioni in
questione).
Gli individui si adeguano ai correnti accordi interazionali per una quantità di motivi diversi, e non si
può dedurre dal loro apparente e tacito sostegno che non gradirebbero o si opporrebbero ad un
cambiamento.
Ciò che è considerato un ordine desiderabile secondo la prospettiva di alcuni può essere sentito
come esclusione e repressione dal punto di vista di altri→ dietro la disponibilità ad accettare
l’ordine delle cose si nasconde il brutale dato di fatto della propria posizione nella struttura sociale
e dei costi del farsi individuare come scontento.
Inoltre, va ricordato che anche gli individui che violano sistematicamente le norme dell'ordine
dell'interazione dipendono da esse la maggior parte del tempo, compresi quei momenti durante i
quali sono attivamente impegnati a violarle.
Fatte queste obiezioni rispetto alla formulazione dell’ordine dell’interazione come insieme di
convenzioni abilitanti, è fondamentale rendersi conto che accettare tali convenzioni e le norme
come dati è equivalente a fidarsi di coloro che ci stanno attorno.
E per quanto si possa pensare che sia una scelta ingenua e sbagliata, se non facessimo così,
difficilmente potremmo avere delle interazioni con gli altri.
Capitolo 4
A partire da questo momento Goffman passa in rassegna le ENTITÀ INTERAZIONALI DI BASE,
ovvero le unità principali che compongono l'ordine dell'interazione→ tre di queste sono vere e
proprie unità, nel senso che sono il "contenuto" dei vari tipi di situazioni
1) SINGOLI→ individui, “gruppi di una persona”;
2) INSIEMI→ gruppi con + di 1 persona;
3) CONTATTO→ qualsiasi occasione in cui un individuo entra in presenza della
risposta di un altro (lettera, scambio epistolare, scambio di sguardi, ecc...)
Da qui in poi, invece, Goffman descrive tre principali tipi di SITUAZIONI (che in ogni caso sono
entità interazionali di base) in cui sono presenti le unità "agenti" descritte prima e in cui esse
interagiscono tra loro.
CAPITOLO 5
L'intenzione finale di Goffman è di descrivere gli aspetti dell'interazione faccia a faccia che hanno
effetti nei "MONDI MACRO", cioè, l’impatto che il situazionale delle interazioni ha sulle strutture
sociali.
A proposito dell'influenza delle interazioni faccia a faccia sul mondo esterno, Goffman cita 3
esempi:
1) Le organizzazioni dipendono da un personale che, che sia nello svolgere attività
personali o lavorative quotidiane, è potenzialmente esposto a interazioni faccia a faccia in
cui può essere ferito/sequestrato ecc. → a seguito di questo tipo di IFF le organizzazioni (il
mondo esterno) possono essere danneggiate
2) Gran parte del lavoro di una qualsiasi organizzazione sociale consiste in interazioni
faccia a faccia che, in base a come saranno andati, avranno effetti sullo stesso andamento
di quella organizzazione.
3) Incontri valutativi→ IFF in cui, in base all'impressione che si dà durante l'interazione,
viene deciso "il nostro futuro"--> es. colloquio di lavoro, formazione di amicizie, nascita di
una relazione amorosa ecc.
Si possono quindi individuare modi evidenti in cui le strutture sociali dipendono e sono vulnerabili
da ciò che accade nei contatti faccia a faccia.
Goffman però si oppone alla tesi che il mondo esterno della società abbia un'esistenza
"intermittente" e che sia determinato in tutto e per tutto dalle IFF (dall'ordine dell'interazione) per
3 ragioni:
1) Chi sostiene questa tesi crede che la forma dell'interazione corrisponda al suo significato, al suo
contenuto→ confondono il situazionale, ciò che può avvenire solo in un'interazione faccia a faccia
(la forma in cui avviene l'interazione) con il meramente situato, (cioè il contenuto e il messaggio
che viene trasmesso attraverso IFF, ma che rimane anche all'esterno di quella interaz.)
2) Goffman ritiene che non si possono comprendere e interpretare i processi macro della società
attraverso le singole interazioni faccia a faccia: certo, si possono studiare tali fenomeni macro da
un punto di vista micro, andando oltre le generalizzazioni, ma questo è per capire le differenze tra
le varie caratteristiche macrosociologiche, non di certo perchè esse sono create e causate dalle
interazioni faccia a faccia.
3) In ultima battuta, egli conclude che le interazioni faccia a faccia non sono più concrete e reali di
eventi, relazioni tra organizzazioni ecc. (le varie strutture e caratteristiche macrosociologiche) di
cui spesso veniamo a conoscenza attraverso la "narrazione" di altri→ il fatto che siamo noi stessi a
partecipare a interazioni che, tra l'altro, hanno un lasso spaziale e temporale relativamente
breve, ci permette di "rivivere" con la memoria tali situazioni e dà l'impressione che le interazioni
tra noi siano più concrete di ciò che accade all'infuori di esse.
Quindi, parlare dell’ordine dell’interazione come relativamente autonomo rispetto al mondo
macro non significa affermare che esso sia precedente e costitutivo della forma dei fenomeni
macro e neppure affermare che tale ordine sia immutabile, in quanto esso è dinamico e soggetto
ai cambiamenti del tempo.
CAPITOLO 6
Goffman riconosce tra le caratteristiche degli incontri faccia a faccia la LITANIA→ rito religioso. Egli
paragona i raduni faccia a faccia a un rito religioso→ mediante abiti, gesti e espressioni,
esprimiamo una serie di entità immateriali (credenze, eventi del nostro passato, ideologie,
relazioni e strutture sociali) che hanno un significato nelle nostre vite.
La maniera in cui viene data forma e realtà a queste entità, per così dire, è fondata su cerimonie
che vengono inserite in occasioni sociali celebrative.
Esempio: incoronazione, manifestazione contro/per qualcosa, una cena fra due coppie.
E’ tipico delle società di massa moderne fare uso di questi riti per svariate ragioni e
presumibilmente queste occasioni hanno delle conseguenze per le strutture macro.
Esempi:
1) La cerimonia dello steel-band carnival a Notting Hill nacque semplicemente come festa multi-
etnica rionale e finì per diventare la causa dell'organizzazione politica degli immigrati delle indie
orientali in Inghilterra.--> un semplice rito celebrativo di diverse etnie ha causato la nascita di un
movimento sociale e gli effetti dell'ultimo.
CAPITOLO 7
Alle cerimonie (la classe di interazione descritta nel capitolo precedente), si contrappongono i
rituali di contatto = interazioni meccaniche e brevi (en passant, di sfuggita) in connessione con
l'azione quotidiana e che nella maggior parte dei casi non coinvolgono più di due persone.
2) Questo "slegare" le interazioni dalle strutture sociali permette di rendersi conto di situazioni in
cui, ad esempio, "capricci" noti a tutti e mode che prendono il sopravvento siano capaci di
cambiare l'andamento, le regole e altre caratteristiche dell'ordine dell'interazione senza che ci
siano cambiamenti nelle strutture sociali inerenti alle interazioni che invece sono cambiate.
3) Proprio per il fatto che l'influenza delle strutture sociali è "minore" di quanto si creda
sull'ordine dell'interazione, vale anche il contrario.
Questo infatti è confermato da situazioni in cui interventi politici (diretti dal basso o dall'alto che
fossero) hanno cambiato alcuni tipi di interazioni faccia a faccia (rituali di contatto), ma abbiano
scavalcato le strutture socio/economiche.
Due esempi: quando neri e donne hanno deciso di opporsi alla loro "segregazione" e di avviare
interazioni in luoghi pubblici segregati, cambiando quindi vari tipi di interazioni, non hanno, in
sostanza, prodotto cambiamenti nella loro posizione economica e sociale.
Allo stesso modo, quando il regime nazi in Germania ha ordinato agli ebrei di portare fasce
identificative sul loro braccio nel loro abbigliamento, questo ha cambiato un tratto dell'ordine
dell'interazione (la maniera in cui "si presentavano" è un tratto), ma la loro posizione sociale era
già quella che era, cioè discriminata e degradata.
CAPITOLO 8
Tra tutte le strutture sociali che interagiscono con l’ordine dell’interazione, quelle che sembrano
farlo di più sono le relazioni sociali→ in effetti, la relazione che abbiamo con la persona con cui
interagiamo ha una grossa influenza su cosa accadrà durante l’interazione stessa.
Si prenda come esempio la relazione di conoscenza: Ciò che essa implica è il diritto e l’obbligo di
accettare reciprocamente e riconoscere apertamente l'identificazione durante ogni occasione di
vicinanza prodotta casualmente.
Questo rapporto, una volta stabilito, si intende prolungato a vita.
La relazione che chiamiamo "semplice conoscenza" implica solo riconoscimento della persona.
Se si passa a relazioni più profonde, come ad esempio le amicizie, si nota come il riconoscimento e
i suoi obblighi rimangano fattori della relazione, ma non quelli caratterizzanti di essa.
Infatti, coloro che si incontrano casualmente per strada in questo caso potrebbero essere obbligati
a interrompere ciò che stanno facendo per intrattenere manifestazioni di piacere per l’opportunità
del contatto→ si cominceranno a fare domande sulla vita privata dell’altro per dimostrare di aver
tenuto a mente (non solo il nome dell’altro, ma) alcuni tratti della sua biografia.
Questi obblighi contribuiscono a rivitalizzare rapporti che altrimenti si sarebbero attenuati e allo
stesso tempo forniscono le basi per iniziare un incontro e un facile argomento di discussione.
Il tipo di relazione che abbiamo con l’interlocutore, dunque gli obblighi da seguire nei suoi
confronti, contribuiscono sia a tenere vivi i rapporti con questa persona, sia ad organizzare
eventuali incontri a seguito del contatto casuale.
Più ci sentiamo “obbligati” a sapere della vita dell’altro, più la relazione ne sarà influenzata in
positivo.
CAPITOLO 9
Nella nostra società si possono isolare 4 status sociali diffusi fondamentali: la classe d'età, il
sesso, la classe sociale e la razza.
Essi condividono due caratteristiche fondamentali:
1. Costituiscono una griglia incrociata su cui ogni individuo può essere collocato rispetto a ognuno
dei 4 status.
2. La nostra collocazione rispetto a tutte e 4 le categorie è evidente in virtù delle marche che i
nostri corpi portano con sé in tutte le situazioni sociali, senza che sia necessaria alcuna
informazione precedente sul nostro conto.
Infatti, qualsiasi caratteristica non facilmente percettibile avrebbe difficilmente il ruolo di
caratteristica che determina lo status diffuso, almeno nella società moderna.
Potremo essere identificati individualmente in una particolare situazione sociale, ma la maggior
parte delle volte verremo identificati categoricamente rispetto a uno di questi 4 status.
Fatte queste precisazioni, è fondamentale accennare a un esempio di come questi status vengono
trattati in un contesto preciso studiato dalla micro-analisi.
Il contesto di cui si parla è la classe di eventi in cui qualcuno che serve, in un ambiente
specificatamente predisposto, fornisce meccanicamente e regolarmente dei beni di qualche tipo a
una serie di clienti, tipicamente in cambio di denaro. → TRANSAZIONE DI SERVIZIO.
Nella società contemporanea tale tipo di situazione è estremamente comune, dunque, per
facilitare il lavoro senza incorrere in problemi o proteste di alcun genere, alla base di ogni
transazione di servizio sembrano prevalere due accordi di fondo:
1) UGUAGLIANZA DI TRATTAMENTO: Al giorno d’oggi quasi tutti partecipano a transazioni di
servizio ogni giorno e tutti i candidati a un servizio saranno trattati allo stesso modo o egualmente,
indipendentemente da quali siano i loro status sociali.
Prendiamo come esempio la regola della precedenza al primo arrivato: questa regola produce un
ordine temporale che annulla totalmente gli effetti dei differenti status e delle differenti relazioni
sociali che i candidati portano con sé nelle situazioni di servizio (fattori che hanno un enorme peso
al di fuori di quella situazione).
In questo caso è il “determinismo locale" il dispositivo che esclude tutti gli altri.
2) ASPETTATIVA DI CORTESIA: L’aspettativa che chiunque richieda un servizio sia trattato con
cortesia, che chi serve presti rapidamente attenzione alla richiesta di servizio e la esegua con
parole, gesti e modi di fare che dimostrino piacere per il contatto.
Ad esempio, si pensi a i presupposti taciti che riguardano i requisiti che un candidato al servizio
deve soddisfare prima di venire servito.
In alcuni casi qualifiche situazionalmente percettibili riguardanti l'età, la sobrietà, l'abilità
linguistica e la liquidità dovranno venire soddisfatte prima che gli individui possano ritenersi
autorizzati a usufruire di un servizio.
Inoltre, a prescindere dalle regole che qualificano gli individui abilitati al servizio, è probabile che si
trovino eccezioni alla rigidità delle regole che, ad esempio, disciplinano una coda.
Si aggiunge alle situazioni appena descritte un’altra tipologia di situazioni che va considerata→ le
transazioni di servizio possono essere effettuate in modo tale che chi serve non guardi in faccia chi
è servito, ma tale configurazione non è molto diffusa, dunque accade spesso che gli sguardi si
incontrano e che è accettato il reciproco obbligo a scambiarsi i saluti e, soprattutto da parte di chi
serve, viene usato un appellativo generico “signore/a”.
Nella nostra società questo si traduce soprattutto in un’assunzione di una sfumatura di
comportamento ritenuta adatta alla tipologia di “richiedente servizio” con cui si ha a che fare (es.
se chi è servito non è adulto, questo significa che il registro linguistico di chi serve e il suo
comportamento saranno più consoni all’età del servito, ecc..);
Inoltre, se chi serve e chi è servito si conoscono, probabilmente la transazione sarà iniziata e
terminata con un rituale proprio della relazione tra le due persone (termini di identificazione,
domande, auguri ecc..).
Spesso però accade che gli individui che richiedono un servizio ritengano di aver ricevuto un
trattamento ingiusto o scortese.
Di fatto tutti i vari elementi della struttura normale di servizio possono essere manipolati, sfruttati
e segretamente violati in un numero quasi infinito di modi→ come un cliente può essere
discriminato in una maniera, così un altro può essere favorito ingiustamente.
Tipicamente queste infrazioni prenderanno la forma di atti negabili, atti la cui sgradevolezza può
essere smentita dal soggetto se è chiamato in causa apertamente.
Naturalmente ci si può giustificare portando in considerazione attributi esterni ufficialmente
irrilevanti, sia che questi siano associati a status sociali diffusi, a relazioni personali o a tratti di
personalità.
Non si può quasi mai dire che esiste un qualche tipo di trattamento equo su basi oggettive, si può
solamente dire che ciò che accade non urta la concezione che i partecipanti hanno di uguale
trattamento.
In conclusione: la sensazione normale che gli attributi esterni siano ufficialmente esclusi
dall'avere un ruolo nelle contrattazioni di servizio e che il determinismo locale prevalga è per molti
versi una impresa percettiva.
****ultima pagina del capitolo 9 e capitolo 10 da leggere direttamente dal libro****
PASSAGGIO A THOMPSON
Thompson - L’interazione mediata nell’età digitale
La rivoluzione digitale è avanzata ad un impressionante velocità, e la rapida ascesa ed evoluzione
delle forme di comunicazione mobile e in rete ha raggiunto quasi tutte le dimensioni della nostra
vita sociale e politica.
Perciò Thompson decide di rielaborare la teoria dei media delineata più di vent’anni prima in
‘’Mezzi di comunicazione e modernità’’ e rivederla alla luce della rivoluzione digitale.
● Il secondo tipo di interazione è quella che possiamo definire interazione mediata, di cui un
esempio perfetto è la comunicazione telefonica.
Questo tipo di interazione presuppone l’uso di un mezzo tecnico di comunicazione che
rende possibile la trasmissione di informazioni o di contenuto simbolico a individui che
sono lontani nello spazio, nel tempo, o entrambi.
L'interazione mediata si estende nello spazio e nel tempo e gli individui possono interagire
l’un l’altro senza trovarsi nella stessa cornice spazio-temporale. L’interazione mediata ha
carattere dialogico, ma presuppone l’uso di una varietà di indizi simbolici molto più
limitata.
Possiamo mettere a confronto un'interazione mediata con una faccia a faccia.
Nel secondo caso verrà usata una moltitudine di indizi simbolici, mentre una conversazione
telefonica permette di utilizzare solo la parola e il proprio interlocutore è costretto a
rispondere a sua volta o ad utilizzare una serie di riempitivi per rassicurare l’altra parte
della sua attenzione.
● Il terzo tipo di interazione è quella che chiamo “quasi-interazione mediata”, creata da quei
media che un tempo venivano definiti “comunicazioni di massa”, come libri quotidiani,
radio, TV, e così via.
La quasi-interazione mediata provoca l’estensione delle relazioni sociali nel tempo e nello
spazio e provoca un certo grado di riduzione della varietà degli indizi simbolici utilizzati.
Si differenzia dall’interazione mediata in due aspetti: in primo luogo ha carattere
unidirezionale, ovvero il flusso di comunicazione procede in un solo senso, e in secondo
luogo è indirizzata a un numero indefinito di potenziali destinatari.
E’ quindi aperta, mentre una conversazione telefonica è indirizzata ad una persona
specifica.
L’elemento importante di questo ragionamento è che la nostra relazione con i media quali
tv e radio è comunque una forma di interazione, perché quando si guarda la tv o si legge un
libro non si riceve passivamente un prodotto, ma si entra a far parte di una specifica forma
di interazione sociale con altre persone che si trovano lontane nello spazio e nel tempo.
● Alla luce della rivoluzione digitale e dell’enorme crescita delle comunicazioni in rete è
necessario introdurre un quarto tipo di interazione: l'interazione mediata online.
Con comunicazione mediata dal computer non si intende solamente quella che avviene
tramite computer portatili o fissi, in questo caso non è il dispositivo in se a fare la
differenza, bensì il tipo di interazione che si crea, perciò può avere luogo con un qualsiasi
dispositivo mobile.
Quali sono, dunque, le proprietà di questa nuova forma di interazione?.
Essa comporta l’estensione delle relazioni sociali nello spazio e nel tempo, così come la
riduzione della varietà degli indizi simbolici, ma si distingue dai due tipi di azione mediata
precedentemente delineati perché, diversamente dalla quasi-interazione mediata ha
carattere dialogico, e diversamente dall’interazione mediata è diretta ad una molteplicità
di destinatari, e si tratta di un’interazione da-molti-a-molti invece che da-uno-a-uno.
L’interazione faccia a faccia è situata in un contesto di compresenza e diretta verso gli altri
individui compresenti, i quali condividono il medesimo contesto spazio-temporale; ha carattere
dialogico e può includere l’intero spettro degli indizi simbolici.
Le tre forme di interazione mediata si estendono nello spazio e a volte anche nel tempo e
implicano una significativa riduzione della varietà di indizi simbolici utilizzabili.
Sia l’interazione mediata sia l’interazione mediata online hanno carattere dialogico, mentre
l’interazione quasi-mediata è unidirezionale.
L’orientamento dell'azione tipico di ciascuna interazione è diversa: l’interazione mediata è da-uno-
a-uno, l’interazione quasi-mediata va da-uno-a-molti e l’interazione mediata online va da-molti-a-
molti.
● Un altro chiarimento riguarda i social network, che non sono l’unico modo per interagire
online.
La maggior parte dei social network è costituita da piattaforme multiformi che combinano
funzioni e applicazioni diverse per permettere agli utenti di comunicare e interagire con
altri in vari modi.
Facebook, ad esempio, fornisce anche un sistema di messaggistica, comprende perciò sia
l’interazione mediata che l’interazione mediata online.
Mentre il news feed, insieme all’indicazione dello status online/offline di ciascun utente e
la caratteristica della connettività online fa apparire chiunque “sempre connesso”, può
dare una sorta di consapevolezza sottintesa della presenza di altri a distanza.
Molti social network sono anche organizzazioni commerciali che generano profitto
raccogliendo i dati personali degli utenti e vendendoli ad agenzie pubblicitarie che
promuovono prodotti e servizi creando messaggi mirati a specifici utenti o gruppi di utenti.
● Dobbiamo fare una distinzione tra la comunicazione promozionale e l’interazione mediata
online con altri partecipanti in un determinato SN.
La comunicazione promozionale di questo tipo è “interazione”, perché l’utente riceve
messaggi che sono diretti a lui o lei con l’obiettivo di vendere prodotti o altro.
Essa differisce dalle forme di pubblicità tradizionale perché ha luogo online ed è mirata in
modo molto più preciso, perché i destinatari solo selezionati in base ai propri dati In
termini internazionali è in realtà molto simile ad un normale annuncio pubblicitario.
● Il quarto punto riguarda il fatto che i diversi tipi di interazione mediata, sono essi stessi
incorporati entro organizzazioni sociali diverse e strutturate in determinati modi.
L’interazione mediata è sempre inserita nel contesto di organizzazioni che sviluppano,
controllano e rendono disponibili i mezzi di comunicazione che permettono all'interazione
mediata di aver luogo.
Le organizzazioni che si occupano dei media hanno i propri interessi, preoccupazioni e
priorità.
Tali organizzazioni controllano l’accesso ai canali e alle reti di comunicazione, come nel
caso di giornalisti ed editori che decidono quali storie compariranno tra le notizie, o anche
nella forma dei “Termini e condizioni” che gli utenti devono accettare per poter diventare
membri di un social network o poter postare un messaggio online.
● Nel caso dell’interazione faccia a faccia, la situazione è molto semplice, c’è una ribalta
condivisa in cui gli individui interagiscono e ci sono diversi retroscena in cui gli stessi
individui possono rifugiarsi se lo desiderano.
Con la nascita dell’industria della stampa a partire dal XV secolo, con la crescita
dell’alfabetizzazione a partire dal XIX secolo e con lo sviluppo dei media elettronici nei secoli XIX e
XX, l’interazione faccia a faccia è progressivamente stata affiancata da varie forme di interazione
mediata, quasi-interazione mediata e interazione mediata online.
Nell’interazione faccia a faccia i partecipanti sono immediatamente visibili l’un l'altro perché
condividono lo stesso contesto spazio-temporale.
La visibilità è legata alle proprietà spaziali e temporali della situazione interazionale ed è
caratterizzata da reciprocità: ciascun partecipante è visibile a tutti gli altri e viceversa.
Con i mezzi di comunicazione moderni anche la visibilità viene slegata dalle proprietà spazio
temporali del qui e ora.
La visibilità di individui, azioni ed eventi è separata dalla condivisione dello stesso spazio, non è
più necessario ritrovarsi in copresenza per interagire.
Il campo visivo e l’interazione sono perciò estesi nello spazio e nel tempo.
Nel caso dell’interazione quasi mediata la visibilità non è a carattere reciproco, nel caso della
televisione gli spettatori vedono chi si trova sullo schermo, ma non possono essere visti da chi si
trova all’interno della trasmissione.
Nel caso dell’interazione mediata online la direzionalità della visione è sviluppata in altri modi, chi
possiede certi mezzi può estendere la propria visione a coloro che si trovano a distanza, il mezzo
più semplice per fare ciò è la videocamera del nostro smartphone.
Questa dinamica differisce dall’interazione faccia a faccia perché non è scontato che i partecipanti
siano necessariamente visibili l’un l'altro.
Differisce dall’interazione quasi mediata perché non è un’interazione unidirezionale ma
multidirezionale.
Per chiunque è possibile mostrare un contenuto a migliaia di persone, ma ciò dipende dal potere e
dalle risorse degli individui o delle organizzazioni.
La relazione tra governante e governato divenne sempre più influenzata dalle caratteristiche della
quasi-interazione mediata e lo stesso campo politico fu parzialmente riconfigurato da queste
nuove forme di azione e interazione.
Da allora i governati potevano interagire con i governanti come mai era successo in passato.
Grazie alla televisione le persone potevano essere viste e ascoltate in un modo che si avvicinava,
da alcuni punti di vista, all’interazione faccia a faccia, ma nuovo tipo di interazione si estendeva
nello spazio, non aveva carattere di reciprocità e dipendeva necessariamente da una serie di
presupposti tecnici e istituzionali.
Prendiamo in esempio la scelta del presidente Donald Trump di comunicare via twitter. In tal
modo esso ha la possibilità di comunicare tramite l’interazione mediata online. Tale scelta gli
permette di bypassare i media mainstream, che accusa di essere faziosi e di diffondere notizie
false, e di dire ciò che desidera evitando il framing e il commento che sono normalmente forniti
dai gatekeepers tradizionali.
Il linguaggio usato da Trump sia spesso rozzo e sopra le righe, che le sue opinioni vengano
espresse con forza e che il suo tono sia diretto e assertivo, per i suoi sostenitori viene visto come
un punto di forza, perché gli permette di esser visto come una persona comune.
Comunicando via Twitter, Trump può parlare non solo a coloro che decidono di seguirlo
attivamente sul social network, ma a un pubblico molto più ampio.
La nascita delle nuove forme di visibilità ha riconfigurato il campo politico, creando nuove
opportunità sia per i leader che per i cittadini, ma ha portato con sé nuovi obblighi e nuovi rischi.
Con obbligo si intende che i politici attuali non possono non adattarsi alle nuove forme di azione e
di interazione che sono ormai parte integrante del campo politico.
Devono prestare grande attenzione al proprio aspetto, al modo che hanno di vestirsi, di parlare e
di relazionarsi agli altri attraverso le forme mediate dell’interazione, devono attenersi alla
‘’gestione della visibilità’’.
Questo spiega perché nel contesto delle nostre democrazie altamente mediate, gli individui come
Regar e Trump che sono riusciti a costruirsi una carriera nei media riescano a muoversi con facilità
in ambito politico: essi sono esperti nell’arte della visibilità mediatica.
Trump ha saputo padroneggiare la lingua dell’autenticità mediata quando era conduttore del
reality The Apprentice e in seguito ha trasferito questa competenza direttamente su Twitter.
La nuova fragilità
I leader di oggi sono molto più visibili di quelli del passato, e per quanto possano tentare di gestire
la propria visibilità non possono controllarla completamente, e ciò porta una sorta di fragilità nel
campo politico.
Ci sono troppe fonti di informazione e troppi possibili modi in cui azioni o dichiarazioni possono
essere messi alla ribalta, e possono avere l’effetto di danneggiare le autorappresentazioni che i
leader proiettano di sé stessi all'esterno.
Ramsey Orta, nel Luglio del 2014, registrò gli abusi subiti da Eric Garner per mano della polizia di
New York, catturando l’evento sul proprio smartphone e rendendo possibile per milioni di altri di
ascoltare e vedere l’uomo che ripeteva ‘’I can’t breathe’’ prima di morire.
Ciò fece molto scalpore e fu una prova della brutalità che la polizia esercita e contribuì ad
alimentare il senso di ingiustizia alla base del movimento Black lives matter.
Le nuove forme di visibilità create dai media possono rappresentare un rischio anche per i leader
politici.
Per quanto un leader politico possa cercare di gestire il modo in cui appare di fronte ad altri
soggetti distanti che lo conoscono solo attraverso forme di interazione mediata, c’è sempre il
rischio che qualcosa che ha detto o fatto in passato, o in spazi di retroscena o privati, sia ricordato
e inserito nelle aree di ribalta dell’interazione mediata in modi e tempi che potrebbero
danneggiare, compromettere o indebolire l’autorappresentazione che intende proiettare.
Un esempio è Trump, nel momento in cui trapelò una registrazione in cui fece commenti squallidi
e sessisti sulle donne, ‘’grab ‘em by the pussy’’, fu pubblicata nel bel mezzo della campagna
elettorale del 2016.
Per quanto un individuo, gruppo di individui o organizzazione possano pensare che le proprie
azioni o conversazioni siano confidenziali e avvolte nel riserbo, può accadere che la
documentazione di tali azioni o la registrazione delle loro conversazioni venga invece divulgata al
pubblico.
Le fughe di notizie possono essere ignorate e continuare comunque a esistere: gli scandali invece
avvengono solo se la rivelazione è accompagnata da un certo grado di disapprovazione o
indignazione pubbliche.
Il fenomeno moderno dello scandalo mediato possedeva una struttura e una dinamica specifiche:
comportava la rivelazione attraverso i media di qualche azione o attività che in precedenza era
stata nascosta alla vista del pubblico, legata alla trasgressione di determinate norme o valori e la
cui rivelazione scatenava espressioni collettive di disapprovazione e sdegno.
Il XX e il XXI secolo sono stati dimora degli scandali mediatici.
Le caratteristiche e la frequenza degli scandali politici sono variate molto a seconda del contesto
nazionale e del periodo storico.
Lo scandalo politico in molti paesi è un elemento preminente della vita pubblica, specialmente in
Inghilterra e negli Stati uniti, con eventi quali il watergate e lo scandalo del profumo nel regno
unito, gli scandali sessuali che hanno scosso Westminster, i numerosi scandali che continuano a
ruotare dietro Donald Trump.
La rivoluzione digitale ha dimostrato a tutti noi come i confini tra vita privata e pubblica siano fluidi
e quanto sia importante che gli scienziati sociali tentino di comprendere il mondo della visibilità
mediatica nell'era digitale.