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Lez.2 Teologia Fondamentale I - 27-09-23
Lez.2 Teologia Fondamentale I - 27-09-23
VALENTINA SONCINI
LEZIONE 2 – 27/09/23
PARTE A
PARTE B
Dedichiamo ancora un po’ di tempo per andare avanti sul percorso fatto. Poi la prof. dice qualcosa
di Halik e teniamo questo percorso parallelo, di modo che pian piano ci portiamo avanti
Stiamo facendo dei brevi cenni storici di questa disciplina. Capire come una disciplina nasce e quali
percorsi ha attraversato aiutano un po’ a inquadrarla
Cos’è la TF? Dare un po’ di tratto storico ci aiuta a spiegare di cosa si tratta, di cosa parla, dove è
nata, perché dice quelle cose
La TF nel I millennio era nell’apologetica. Nel II millennio trova riferimento a partire dal pensiero di
Tommaso. Poi ci sono stati dei passaggi storici successivi al XIII sec; nel XVI sec il teologo Michele
Cano ha individuato i luoghi teologici importanti per la riflessione della fede, che riguardano il tema
della fede
Ricordiamo che nel 1600 c’era tutto il dibattito aperto coi luterani, quindi la TF nel passaggio storico
ha anche dovuto far fronte alla crisi che ha portato alla separazione tra la chiesa luterana e la
chiesa cattolica (prima cesura forte nel mondo europeo occidentale; precedentemente nell’XI sec
c’era stato lo scisma, la scissione, degli ortodossi nei confronti dei cattolici)
Nel 1556 si elabora il Catechismo romano; in quel momento la TF è ancora intesa come una forma
apologetica e ritiene di dover ragionare sulle 3 demonstratio
Le 3 demonstratio sono 3 forme di dimostrazione: dimostrazione religiosa, cristiana, cattolica
Ecco le 3 demonstratio: nei confronti di chi non crede in Dio dimostrare che Dio esiste; nei confronti
di chi crede in Dio dimostrare che Dio è il Dio cristiano; nei confronti di chi crede nel Dio cristiano
dimostrare la cattolicità, il primato della chiesa cattolica sono 3 passaggi progressivi, 3 forme di
esercizio di quella famosa dimostratività di cui si fa carico anche il dibattito apologetico
Questo ha dato l’impostazione all’apologetica, per cui troveremo ancora dei testi che attraversano
questi 3 livelli (si occupano del tema di Dio, poi del tema del cristianesimo, poi del tema del
riferimento cattolico)
Siamo tra il 1500 e il 1600
DOMANDA Può rispiegare la demonstratio cattolica?
Vuol dire che io devo dimostrare, a partire da una posizione di cristiano cattolico, che il Dio nel
quale credere, e che dimostro essere quello giusto, è nella confessione cattolica (né protestante, né
ortodossa ecc.)
Nel 1700 in Europa si sviluppa il pensiero illuminista (Diderot, Voltaire…)
Kant è un illuminista e dice “sapère àude”, cioè tu devi far leva sulla tua ragione per emanciparti,
evolverti, andare oltre una dimensione dogmatica non bisogna credere ciecamente, bisogna
sapere
L’illuminismo vuole criticare una fede che non pare avere ragioni sufficienti
Lessing, un grande illuminista tedesco, ritiene che la fede sia una forma educativa-pedagogica
adatta fino a quando uno non ha una sufficiente ragione (cioè per un bambino va bene credere che
c’è Gesù bambino e il Natale, ma quando sei adulto non più). Per cui la fede va bene per i bambini,
va bene se c’è un’intelligenza debole, va bene per un popolo ignorante, ma se c’è cultura,
intelligenza, filosofia, scienza, ragionamento, ci si evolve dalla fede (è come quando uno passa dal
credere che c’è Gesù bambino al capire che a Natale i doni li fa la mamma)
Allora la fede è per bambini, è per uomini che sono rimasti bambini? L’idea è che il credente sia un
po’ un mezzo uomo (siccome non sa entrare nelle questioni della vita crede)
Questa è una critica forte, su cui uno deve pensare: io sono credente perché rinuncio a qualcosa
della mia umanità, o sono credente perché voglio sviluppare al meglio la mia umanità?
Non è una domanda banale, è un bivio importante nella vita
L’illuminismo mette in grande discussione la tradizione cristiana e nasce con Kant la ragione critica,
la ragione che critica i limiti stessi della ragione; l’esito di Kant è l’agnosticismo, cioè non c’è una
scienza della metafisica, quindi non c’è possibilità che ci sia un ragionamento efficace sul tema
metafisico
Infatti Kant, nella sua “Critica della Ragion Pura”, nella dialettica, critica radicalmente le prove
dell’esistenza di Dio e mostra perché sono tutte sbagliate questo vuol dire che i tentativi dei
preambula fide in realtà sono contraddittori
Quello di Kant è un attacco radicale all’impostazione dello specchietto visto
Quindi, abbiamo questa critica, che tra l’altro viene da un filosofo – Kant – che era un credente
luterano, non era un ateo
Nella “Critica della Ragion Pura” nella seconda edizione Kant dice: “ho dovuto mettere da parte il
sapere, dire che il sapere è un limite, per fare posto alla fede”
Criticare la ragione per Kant è come liberare il discorso su Dio, che non deve essere ricondotto alla
ragione; non è che non esiste, ma non può essere oggetto di pensiero si prospetta un fideismo
(se io non posso far interagire la ragione è un fideismo)
Kant è molto diverso da Nietzsche
Queste posizioni chiedono reazioni. Non a caso nel 1700 c’è uno sviluppo nuovo che darà l’origine
vera della nostra TF nel mondo tedesco (che gravita intorno a Tubinga) e nel mondo romano (in
quella che è la Gregoriana romana) ci sono le posizioni di Drey [leggi Drài] e Perrone, i due che
danno le basi del ragionamento sulla TF che tiene conto di queste obiezioni
Tubinga è una cittadina tedesca dove c’è raccolto tutto quello che i tedeschi hanno ritenuto di
dover raccogliere sulla teologia se uno vuole fare ricerca teologica in Germania deve andare a
Tubinga. Là ci sono stati Ratzinger, Kung e Kasper
I tedeschi sono molto organizzati, le città universitarie tedesche vengono attrezzate con delle
biblioteche specializzate (Tubinga lo è per la teologia)
DOMANDA Stiamo parlando di fideismo e di teologia dogmatica. C’è una differenza?
Certamente c’è una differenza
Fideismo è una posizione, che può darsi in tutte le culture, dove tu dici che ciò che tu credi non può
essere dimostrato dalla ragione; un atto di fede non è compatibile con la ragione, quindi o applichi
il pensiero oppure credi fede cieca
Il Vaticano I dice: “la fede non è mai un atto cieco”, quindi è contro il fideismo
Invece la teologia dogmatica è una riflessione teologica sui dogmi
Il fideismo è una posizione generale. Il fideista ritiene che o credo o capisco (alternativa secca). Per
es. Kierkegaard ha una posizione fideista
DOMANDA Ma la finalità del dogma è un credere secco…
Il dogma è un’affermazione di fede che custodisce un elemento che è stato compreso come proprio
della rivelazione. Il dogma si ritiene che sia acquisito in un tempo (perché i dogmi vengono
formulati nel tempo) e sia irreversibile, cioè se tu sei credente di quella religione non puoi
trascurare quell’affermazione, non puoi farne a meno
Quell’affermazione come la dimostri, come la argomenti, come la sostieni? Il fideista dirà: “non
puoi sostenerla, devi soltanto crederla”. Invece chi non è fideista ma ritiene che ci sia un dialogo
fede-ragione porterà gli argomenti. Chi è razionalista riterrà di poter ricondurre tutti gli argomenti a
delle evidenze razionali (es. Hegel)
Hegel dà un’impostazione razionalista al discorso teologico perché l’assoluto è la ragione questo
è problematico
La TF è molto bella perché fa andare a fondo, e ci sono moltissimi pensatori che hanno fatto la
strada prima di noi, quindi ci aiutano
DOMANDA Che posizione ha Hegel a livello filosofico paragonato al pensiero di Tommaso?
La differenza radicale è che per Hegel l’assoluto (ciò che è al culmine) è la ragione, mentre per
Tommaso l’assoluto è Dio (quindi la coscienza è aperta alla trascendenza ma la coscienza non è la
trascendenza) questa è la differenza radicale, infatti Hegel è un idealista (idealismo = al centro
c’è l’idea, e l’idea è l’assoluto che è la ragione)
Hegel è stato commentato da Feuerbach che ha preso da Hegel l’impostazione atea: Dio non esiste,
è una proiezione dell’umano, quindi si tratta di riportarlo all’umano Feuerbach dice questa cosa
commentando Hegel, non contro Hegel
Feuerbach è colui che dà l’impianto del pensiero ateo che ha segnato tutto il percorso di Marx,
Nietzsche, Freud, cioè Dio non esiste, Dio è un pensiero dell’uomo che ha messo in questo pensiero
le sue cose più belle (tu vuoi che il mondo sia bello e la bellezza diventa una caratteristica di Dio, tu
vuoi che il mondo sia vero e la verità diventa una caratteristica di Dio, tu vuoi che il mondo sia
buono e ti fai l’idea che ci sia una bontà assoluta, ma sono pensieri dell’umano, non sono Dio) il
problema è che qui non c’è nessuna rivelazione, non c’è l’alterità, non c’è l’oltre
Infatti il pensiero di Hegel è immanentista perché tutto si esaurisce nella storia, nell’assoluto che è
la ragione
L’idea è il culmine del sistema filosofico hegeliano
Hegel è partito da un sistema teologico (ha degli scritti teologici della giovinezza), ma poi prevale il
pensiero idealistico
DOMANDA sul pensiero di Kant e Nietzsche
Kant è un credente e si dichiara tale (religione luterana pietista)
Nietzsche ha una formazione luterana (è figlio di un pastore protestante che ha sposato la figlia di
un pastore protestante). Sua madre avrebbe voluto che lui facesse il pastore, quindi che studiasse
teologia. Lui si iscrive a teologia ma dopo un anno se ne va e va a fare filologia. Quindi Nietzsche
parte credente ma poi arriva a dichiarare che Dio non esiste questa non è una differenza da poco
tra Kant e Nietzsche
DOMANDA Nietzsche cambia idea dopo che vede come si comportano i cristiani?
Non solo per ciò che vede, ma anche riflettendo a suo modo su tutta la tradizione ontologico-
metafisica dell’occidente (lui parte da Socrate e da Platone)
Secondo Nietzsche la decadenza del mondo occidentale, cioè l’aver sbagliato strada, è iniziata col
pensiero di Socrate, quindi nel V sec a.C.
Poi il grande errore è Platone: il cristianesimo per Nietzsche è la tradizione popolare del
platonismo, è il platonismo del popolo, che ha dentro un errore radicale cioè ha accentuato l’idea e
perso la vita; infatti Nietzsche risponde con un vitalismo (il dionisiaco)
Nietzsche è radicale, non si ferma a contestare i cristiani, torna a prima. Poi fa un attacco radicale al
cristianesimo, ma l’attacco è a Paolo. Gesù è trattato meno male rispetto a Paolo: per Nietzsche
Paolo è il grande falsificatore
Torniamo a Drey. Questi filosofi tedeschi 1) tornano a parlare della filosofia della rivelazione, 2)
riguardano la religione nella sua evoluzione storica fino alla rivelazione in Cristo, 3) ritornano sul
tema della rivelazione cristiana nella chiesa cattolica
Intrecciano due metodi: quello dogmatico positivista (cioè che prende il dato della rivelazione) e
quello apologetico intrinsecista (cioè quello che cerca di trovare una dimostrazione scientifica di
questo)
Cioè, la teologia messa alla prova da un pensiero scientifico cosa dice? Se il pensiero vero è quello
scientifico, la teologia cercherà la strada per darsi una struttura scientifica e far vedere che
anch’essa può essere una scienza
Kant ha uno scritto del 1797 che si intitola “Il conflitto delle facoltà”. In quel testo intende dire che
nelle università, cioè nelle facoltà, la teologia non deve esistere siccome non si può fare scienza
di Dio non c’è motivo che ci sia un’università dedicata a questo
Noi invece riteniamo che ci sia scienza di Dio possibile, altrimenti non ci sarebbe questo Studio
Teologico
La battaglia per mostrare che la teologia ha una sua scientificità e ha un suo metodo scientifico è
una questione che nasce con la critica di Kant e questi diventano dei temi della TF
Pino Colombo, che è stato preside della Facoltà Teologica di Milano, ha fatto tutta una serie di
riflessioni sulla metodologia teologica per dimostrare come la teologia ha un oggetto, che è Dio, e
ha un metodo, proprio in risposta a chi diceva che la teologia non ha né un oggetto né un metodo
Quindi come risponde la teologia alle critiche degli illuministi? Andando a fondo in questa ricerca
allo scopo di mostrare come la fede ha delle ragioni
Questo tema ha impegnato la teologia anche fin troppo, perché l’atto di fede non è solo ragione, è
anche volontà, affetto, sentimento, corporeità. Invece è come se a un certo pto questa diventasse
“la” questione
Grazie a questa riflessione si diffonde la nuova disciplina chiamata “teologia fondamentale” (fine
1700, inizio 1800)
Perrone, che fa la TF un po’ dopo Drey e la fa a Roma, pubblica la sua opera tra il 1835 e il 1841
(sono gli anni dopo Hegel, Hegel muore nel 1831) e sviluppa un modello teologico sistematico (la
filosofia è sistema? allora anche la teologia deve essere sistema)
Perrone mirò a mostrare la necessità e l’evidenza della rivelazione cristiana contro le posizioni
illuministe; egli seguì un metodo controversistico (= dialettico) con un orientamento attento alla
storia di carattere prevalentemente positivistico (cioè partendo dal dato)
Qual è il dato? L’evento storico Gesù Cristo
Quando si dice “impostazione positivistica” si intende una posizione che parte da un dato il dato
da cui parte questa impostazione teologica è Gesù esistito
Da dove lo sanno? Dai Vangeli, quindi c’è un dato che racconta di Gesù
Se il dato lo riferisco alla Scrittura, quale diventa il pto d’attacco degli avversari, qual è il dibattito
che nascerà?
ANNA MARIA Che i Vangeli non hanno fondamento storico
Esattamente, cioè che Gesù è un mito Strauss nel 1844 scriverà proprio su questo (i Vangeli non
sono fondati, Gesù è un mito)
Questo inizia una ricerca ricchissima e importantissima fatta dall’archeologia a Gerusalemme e
dintorni al fine di trovare i segni della storicità di Gesù
Se mi obiettano che i Vangeli non sono attendibili, io che credo devo attrezzarmi anche con delle
scienze come l’archeologia, la filologia, l’analisi dei documenti storici ecc. per mostrare che Gesù è
esistito questo è importantissimo per la ricerca biblica, perché vuol dire che io devo andare a
scavare nei testi canonici che hanno un’origine storica e una differenza tra loro (i Sinottici non sono
uguali, non sono la fotografia di quello che è successo allora, sono testi di credenti che hanno
creduto a un evento)
La risurrezione è un dato storico? No, non c’è traccia, nessuno l’ha vista (i discepoli hanno
incontrato il Risorto, hanno visto la tomba vuota, ma nessuno ha assistito alla risurrezione, e al
Risorto qualcuno ha creduto ma moltissimi no)
Quindi ci sono dei dati possibili che raccogliamo e poi c’è un accogliere per fede una testimonianza
Per cui il tema della fede non può mai essere risolto in dimostrazioni scientifiche perché la fede è
libera, altrimenti se fosse esibibile saremmo costretti tutti a credere Dio non si impone, tu puoi
anche non vederlo
DOMANDA sulla teologia come sapere
La teologia deve essere un sapere che tiene conto che Dio è più del sapere
Dio non è un oggetto che io posso racchiudere in un sapere, è di più, ma in qualche modo può
essere saputo; quindi il mio tentativo di conoscerlo è legittimo, può arrivare a conoscere qualcosa,
anche se non tutto
Quando ci sarà la vìsio beatifica, quando saremo nell’aldilà, finalmente vedremo meglio quello che
qui non si vede
Quindi accettiamo che ci siano delle parti che non sono tutte comprese perché c’è un’alterità di Dio
che rimane tale
Gv alla fine del Prologo dice: “Dio nessuno lo ha mai visto se non il Figlio che è nel seno del Padre e
che quindi ce ne ha rivelato qualcosa” noi non possiamo pretendere di esaurire il mistero di Dio;
lo avviciniamo nell’esistenza col pensiero, con gli affetti, coi sentimenti, con la vita, ma Dio è di più,
il metodo scientifico non lo esaurisce
DOMANDA Quanta verità c’è nella risurrezione?
Questo è un tema grosso, perché credere nel Risorto è la chiave che ci porta a essere credenti
cristiani o non credenti
Prendiamo i Vangeli dopo la morte di Gesù: non è che i discepoli hanno creduto subito, ci hanno
messo un po’ per capire, tanto che Gesù Risorto in Mc 16 li sgrida
Oppure prendiamo Lc 24 (episodio dei discepoli di Emmaus): questi discepoli stanno camminando
col Risorto e non lo riconoscono, eppure l’avevano conosciuto benissimo cosa vuol dire questo
rapporto col Risorto? questa è una questione decisiva della fede, infatti è un pto cardine del
tema della rivelazione che vedremo a suo tempo
DOMANDA “Dio è di più” a livello della fede o della ragione?
Di sicuro a livello della ragione, ma anche a livello della fede
La Bibbia, il libro della fede, non chiude dentro Dio: Dio è di più
Infatti Gv ai cap.20 e 21 (le due conclusioni) dice: “il mondo non basterebbe per contenere i libri
che possono racchiudere tutto quello che Gesù è, che Dio è; abbiamo scritto quel poco necessario
per iniziare a credere” la Bibbia è il minimo per iniziare a conoscere Dio, ma Dio è di più
DOMANDA Il “di più” potrebbe anche essere la relazione che ognuno va a costruire con Dio
Il “di più” non sarà mai contro, sarà sempre cristologicamente compatibile, cioè è un crescendo di
comprensione che aiuta ad approfondire quello che è rivelato in Gesù Cristo
Questo aiuta a capire qual è la vera fede, la tradizione, che il magistero custodisce il magistero
aiuta a dire: “questo “di più” è una tua fantasia; quest’altro “di più” è un’esperienza che chiamiamo
rivelazione”
Può essere che nel tempo ci siano figure, santi, esperienze mistiche, vicende della vita della chiesa
che aiutino ad approfondire il mistero di Dio, che non è già tutto scritto coi dogmi del 1000 ma va
avanti
Papa Benedetto disse che la vita di un santo è una pagina di Vangelo. Il Vangelo è rivelazione,
quindi un santo del III millennio può aiutare a comprendere qualcosa del mistero di Dio che finora
non abbiamo capito, e il magistero aiuta a dire: “sì, è conforme, aiuta ad andare avanti nella
direzione giusta” (il magistero aiuta a tenere la tradizione, altrimenti ognuno potrebbe inventarsi il
suo dio)
Il confronto col magistero è fondamentale
La chiesa non ha mai reso obbligatorie per la fede la fede nelle apparizioni mariane (le ha
riconosciute, ha coltivato la devozione, le ha promosse, ma non le ha messe come obbligatorie)
se io ho dubbi sulle apparizioni mariane, non sono meno cristiano di uno che ci crede alcune
esperienze non sono essenziali per la vita della fede
Siamo arrivati al 1800 il 1800 e il 1900 sono due momenti molto intensi del passaggio storico-
filosofico
Andiamo avanti ancora un po’ su questo
Per quanto riguarda Halik, la prof. ci lascia uno schema che ci dà l’idea di quello che questo autore
dice, spiega un po’ il titolo “Il pomeriggio del cristianesimo” e ripercorre un po’ la dimensione
storica
Lo schema è diviso in “mattino”, “mezzogiorno”, “pomeriggio”, accenna a cosa si intende con
“giovinezza”, “età adulta” e “maturità” collegate a un’evoluzione storica
La prof. invita ad acquistare questo libro
La volta prossima diciamo qualcosa di Halik a partire da questo schema e poi proseguiamo e
terminiamo l’aspetto storico che si intreccia molto con la filosofia (la filosofia fa da interlocutore
da come si muove la filosofia si muove anche la teologia; la filosofia critica e la teologia risponde
condizionata dalla critica, a volte anche troppo)