Professional Documents
Culture Documents
Diritto Intermediari Finanziari
Diritto Intermediari Finanziari
FONTI NORMATIVE
1)Le fonti di normazione primaria: in generale
La gerarchia delle fonti in materia bancaria si articola nel seguente modo:
— la Costituzione (artt. 41 e 47) e le fonti sovranazionali, comprese quelle di diritto
comunitario. Di pari livello vanno considerati gli statuti delle Regioni ad autonomia
speciale;
— le leggi ordinarie, tra le quali assumono particolare rilevanza il T.U.B., il Codice
Civile ed alcune leggi speciali (T.U.F., in particolare);
— i regolamenti e gli atti amministrativi, tra cui spiccano i decreti del Ministero
dell’Economia e delle Finanze e i provvedimenti del Comitato Interministeriale per il
Credito ed il Risparmio (CICR) e della Banca d’Italia;
— gli usi normativi e gli usi negoziali, che nell’ambito del diritto bancario assumono
una rilevanza particolare.
2)Fonti costituzionali
La disciplina della materia finanziaria e bancaria è riconducibile ad alcune disposizioni
della carta Costituzionale quali l'art 41 sulla “iniziativa economica privata” o l'art47 sulla
tutela del risparmio”.
Art 41: “L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità
sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica
e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali “ → tale articolo ha posto
l'accento sul principio di libertà che caratterizza la posizione dei soggetti appartenenti al
settore del credito, e sulla una riserva di legge per la determinazione dei programmi e
controlli per far si che l'attività sociale consegua finalità sociali.
Art 47: “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina,
coordina e controlla l'esercizio del credito. Favorisce l'accesso del risparmio popolare alla
proprietà dell'abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto
investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese.” → sono indicati i compiti
della Repubblica e la previsione di un favor di essa. Vi è un legame tra tale articolo e la
disciplina bancaria che trova rispondenza nella formula “tutela del risparmio” che esprime
un sintetico riferimento al fenomeno risparmio-credito.
1
— le banche devono essere iscritte dalla Banca d’Italia in un apposito albo delle banche
(art. 13);
— possono svolgere attività bancaria in Italia non soltanto le banche nazionali (aventi sede
legale in Italia), ma anche le banche comunitarie (aventi sede legale ed amministrazione
centrale in uno Stato membro della Comunità Europea) e le banche extracomunitarie
(aventi sede legale al di fuori della Comunità Europea);
— le banche nazionali, a loro volta, possono esercitare la propria attività negli Stati
comunitari ed extracomunitari nel rispetto delle procedure fissate dal T.U.B. (art. 16);
— alle attività bancarie si applicano in ogni caso le norme sulla trasparenza contrattuale e
sul contrasto al riciclaggio di denaro ed a tal fine la Banca d’Italia collabora, anche
mediante scambio d’informazioni, con le autorità straniere competenti al controllo degli enti
creditizi, finanziari, assicurativi e dei mercati finanziari (art. 7).
B)Il T.U.F.
Il D.Lgs. 24-2-1998, n. 58 recante il Testo Unico delle disposizioni in materia di
intermediazione finanziaria - T.U.F., disciplinando il funzionamento dei mercati finanziari e
la prestazione dei servizi di investimento, costituisce, unitamente al T.U.B., «la base del
nuovo ordinamento finanziario italiano». Con tale provvedimento viene a realizzarsi il
disegno di liberalizzazione del settore finanziario nell’ambito degli Stati aderenti alla
Comunità Europea, speculare e complementare alla liberalizzazione introdotta nel settore
bancario con il T.U.B. . La continuità ideale tra i due provvedimenti è del resto attestata
dalla medesima previsione, nel T.U.F. come nel T.U.B., dei principi dell’home country
control e della licenza unica, da cui deriva la libertà di stabilimento in un qualsiasi Stato
membro dell’U.E., nonché la facoltà di libera prestazione di servizi d’investimento
2
diritto comunitario derivato sono frutto dell’attività legislativa della Comunità Europea e
possono essere distinte in due gruppi principali:
— fonti vincolanti quali: il regolamento, che è un provvedimento normativo di portata
generale, ad efficacia vincolante per gli Stati membri e generatore di diritti soggettivi
immediatamente operativi nella sfera giuridica dei singoli destinatari; la direttiva, che
rappresenta un indirizzo comunitario vincolante per gli Stati membri, i quali, però, sono
liberi di scegliere in ordine alla finalità da realizzare il concreto modo di attuazione
conformemente ai sistemi giuridici esistenti nei singoli Paesi; la decisione che è un atto
obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile per i destinatari da essa
designati (persone fisiche o Stati membri);
— fonti non vincolanti quali: la raccomandazione, emanata dal Consiglio o dalla
Commissione e che rappresenta una indicazione per gli Stati membri di adeguare i loro
sistemi normativi ad un modello predisposto; il parere, analogo alla raccomandazione
dalla quale si differenzia solo per il minor dettaglio dell’argomento trattato.
3
vigilati ad un comportamento moralmente e socialmente corretto, non ricorrendo
direttamente ai poteri che la legge le mette a disposizione per l'esercizio delle sue
funzioni, ovvero basandosi sull'autorevolezza del proprio status di autorità super partes,
nonché sull'importanza del proprio ruolo.
Dopo l'emanazione del TUB si puntualizza che qualificandosi la moral suasion per
l'informalità dell'azione, il relativo utilizzo individua una carenza di mezzi coercitivi e sono
quindi riconducibili a tale figura ipotesi alla cui base si ha una tecnica sollecitatoria.
9)CICR
Il Comitato interministeriale per il credito e il risparmio (CICR) è un organismo presieduto
dal Ministro dell'economia e delle finanze al quale il Testo unico bancario attribuisce
compiti di alta vigilanza in materia di credito e di tutela del risparmio.
Il comitato interviene sulla regolamentazione dell'attività delle banche e degli intermediari
finanziari, deliberando i criteri che regolano l'attività di vigilanza della Banca d'Italia, su
4
proposta della Banca d'Italia stessa, e sulla trasparenza delle condizioni contenute nei
contratti per servizi bancari e finanziari, ancora su proposta della Banca d'Italia d'intesa
con la Consob. Il comitato interviene inoltre sulle emissioni obbligazionarie delle Regioni a
statuto ordinario e della Valle d'Aosta, per i quali rilascia un cosiddetto "parere conforme".
Storia: Il CICR odierno trova la sua origine in un organismo similare nato nel 1936 con
l'approvazione della cd legge bancaria, impegnata al riordino del sistema imprenditoriale
bancario italiano. Già dall'art. 1 della legge bancaria è possibile evincere il penetrante
controllo divisato dalla legge in questione, strutturato attraverso la costituzione di due
specifici organi, tra cui il Comitato dei ministri con funzione generale di indirizzo, integrato
dal cd Ispettorato, deputato invece alla vigilanza. All'indomani della seconda guerra
mondiale, l'apparato di controllo subisce però alcune modifiche, in particolare si istituisce il
Comitato Interministeriale per il Credito ed il Risparmio (CICR), sulla falsariga del
precedente Comitato dei Ministri.
Composizione: Sulla base dell'attuale composizione del Governo il CICR è ora composto
da 4 ministri:Ministro dell'Economia e delle Finanze, che lo presiede
•Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali
•Ministro dello sviluppo economico e delle Infrastrutture e dei Trasporti
•Ministero per gli Affari europei
Alle riunioni del comitato partecipa il governatore della Banca d'Italia, il quale però non ha
diritto di voto, mentre è facoltà del presidente convocare altri ministri o presidenti di altre
autorità di vigilanza che possono essere competenti sugli argomenti di cui è prevista la
trattazione.
Il CICR è validamente costituito con la presenza della maggioranza dei suoi membri e
delibera con voto favorevole della maggioranza dei presenti.
Il direttore generale del Tesoro svolge funzioni di segretario. Il CICR determina le norme
concernenti la propria organizzazione e il proprio funzionamento.
Per l'esercizio delle proprie funzioni il CICR si avvale della Banca d'Italia, che in particolare
fornisce l'Ufficio di Segreteria del CICR.
5
finanziario con il perseguimento dei tradizionali obiettivi di sana e prudente gestione
appartenenti al settore.
Anche la tecnica è intervenuta impegnandosi ad escludere atteggiamenti di innesto nel
settore creditizio di riforme che non tengano conto della specificità della impresa bancaria.
Di conseguenza ci è l'esigenza di un equilibrio di fondo tra l'autonomia politica e tecnica
tale da consentire una conciliabilità tra autonomia privata delle banche delle forme di
supervisione mirate all'obiettivo di stabilità del sistema finanziario.
6
supervisione bancaria attuata col Meccanismo unico di vigilanza che ha disancorato gli atti
di direzione che fanno capo al CICR.
4)La riforma della legge n 262 (legge tutela del risparmio) del 2005 e la normativa
sulle Authorities
La riforma della legge n 262 ha comportato modifiche disciplinari preordinate ad impedire
al vertice tecnico del settore di realizzare finalità socio politiche. Tale intervento normativo
ha voluto impedire che nella vigilanza l'organo di controllo, divenendo autoreferenziale,
finisca in concreto col perdere coerenza nell'esercizio delle sue funzioni. Nel modello di
supervisione viene data rilevanza alla vigilanza per funzione: vi sono differenti organi di
controllo con competenze correlate alle finalità proprie di ognuno di essi (in Italia finalità
sono: stabilità, trasparenza e concorrenza, demandate rispettivamente a Banca d'Italia,
Consob e Antitrust). Da qui la configurabilità di una vigilanza trasversale con superamento
della vigilanza per soggetti , ciò ha comportato la fissazione di principi di organizzazione
idonei a garantire adeguate forme di coordinamento tra le autorità poste a capo del
sistema finanziario, con lo scopo di eliminare possibili anomalie e contrasti mediante forme
di interazione informativa tra le amministrazioni del settore ( cioè attuando uno scambio di
notifiche ritenute funzionali all'esercizio della supervisione).
Costituisce una novità una novità che istituisce una commissione per la tutela del
risparmio alle dirette dipendenze funzionali del presidente del consiglio dei ministri.
Le novità più rilevanti della legge n 262 sono:
1)BANKITALIA - Il mandato del governatore e' a termine, di 6 anni rinnovabili una sola
volta. La nomina e la revoca sono decise con un decreto del capo dello Stato, su proposta
7
del governo, sentito il parere del Consiglio superiore della Banca d'Italia. A termine anche
il direttorio, nominato dal Consiglio superiore ma con una norma transitoria che eviti il
rischio di 'vacatio'. Sono introdotti principi di trasparenza e collegialita' che prevedono
motivazione e forma scritta degli atti, deliberazioni del direttorio a maggioranza (in caso di
parita' prevale il voto del governatore), la comunicazione semestrale al Parlamento.
Moratoria di tre anni per il passaggio in mano pubblica della proprieta' delle banche.
2)CONCORRENZA BANCARIA - La vigilanza sulla concorrenza bancaria per gli abusi di
posizione dominante e per le intese restrittive della concorrenza passa dalla Banca d'Italia
all'Antitrust, perche' l'emendamento cancella i commi della legge istitutiva dell'Antitrust che
lasciavano la competenza a Via Nazionale, mentre resta l'esame congiunto di Bankitalia e
Antitrust sul divieto di operazioni di concentrazione restrittive della liberta' di concorrenza.
3)TETTO FONDAZIONI - E' fissato al 30% del possesso azionario il limite del diritti di voto
delle Fondazioni bancarie nelle assemblee delle banche. Dal primo gennaio 2006 le
Fondazioni non potranno esercitare il diritto di voto nelle assemblee ordinarie e
straordinarie delle banche per le azioni eccedenti il 30% del capitale votante nelle stesse
assemblee.
4) AUTHORITY - Rimangono 5 le autorita' di vigilanza, dopo il ripristino della funzione di
controllo della Covip sui fondi pensione. Resta inalterato anche il ruolo dell'Isvap che
conservera' le proprie prerogative sulle assicurazioni. Le authority restano, dunque:
Bankitalia, Antitrust, Consob, Isvap e Covip. La Consob e' autorizzata ad assumere nuovo
personale per fronteggiare i nuovi compiti.
5)COMMISSIONE TUTELA RISPARMIO - Viene istituita a Palazzo Chigi una commissione
per la tutela del risparmio sotto le dirette dipendenze del premier. E' stata stralciata la
norma che destinava al rimborso dei risparmiatori vittime di crac finanziari, i depositi
giacenti presso le banche e non rivendicati per un certo lasso di tempo. La stessa norma
e' prevista dall finanziaria 2006.
6)FALSO IN BILANCIO - Completamente stravolta la normativa sulle false comunicazioni
sociali che il Senato aveva reso piu' severa. Si torna cosi' all'arresto fino a due anni contro
la reclusione da uno a cinque anni introdotta nel passaggio al Senato. Sono comunque
abbassati i paletti oltre i quali scatta l'inasprimento delle sanzioni previste a carico di chi
provoca nocumento grave. Il fenomeno e' definito tale ''quando abbia riguardato un
numero di risparmiatori superiori allo 0,1 per mille della popolazione'' ovvero si sia distrutto
valore per un'entita' superiore allo 0,1 per mille del Pil''.
7)COLLABORAZIONE GDF - La Guardia di Finanza potra' collaborare con la Banca
d'Italia, la Consob, l'Antitrust, l'Isvap e la Covip nella vigilanza informativa e ispettiva, ''in
relazione alle specifiche finalita' degli accertamenti''. Tutte le informazioni e i dati trasmessi
alla Guardia di Finanza - che agisce utilizzando strutture e personale esistente e quindi
senza maggiori oneri per lo Stato - sono coperti dal segreto d'ufficio per essere comunicati
soltanto alle competenti autorita' .
8
dei criteri di misurazione dei rischi ed il calcolo dei requisiti patrimoniali idonei ad
assicurare stabilità ai mercati. Da Basilea I, in cui il requisito patrimoniale minimo era
determinato tenendo conto del rischio di credito e di mercato, si passa a Basilea II in cui si
tiene conto di un ulteriore tipologia di rischio quale rischio operativo, ovvero il rischio
interno all'attività di intermediazione. Il rischio di credito incorpora sia i rischi di insolvenza
sia il mutare del merito creditizio, il rischio di mercato riguarda l'esposizione degli
strumenti finanziari alle oscillazioni dei prezzi nel mercato, mentre infine i rischi operativi
riguardano le perdite da inadeguatezza o da disfunzione di procedure, risorse umane ecc.
La autorità di vigilanza in questo contesto interviene valutando se sono stati rispettati i
requisiti patrimoniali minimi, cioè quel livello di patrimonio minimo idoneo ad affrontare i
rischi dell'attività di intermediazione, così da assicurare la sana e prudente gestione degli
intermediari bancari → i mezzi patrimoniali svolgono una funzione di garanzia infatti si
ritengono strumentali alla stabilità aziendale. Vi sono due criteri per determinare la
dotazione patrimoniale commisurata all'effettivo grado di esposizione ai rischi da parte di
ciascun intermediario: la proporzionalità ( tiene conto della diversità degli intermediari in
termini di dimensione e altre caratteristiche quantitative); la gradualità (indica la possibilità
di scegliere nel tempo l'accesso a metodologie e processi progressivamente più avanzati).
Con Basilea II si sono stimolati gli intermediari a migliorare le tecniche di misurazione dei
rischi, da qui l'accresciuta responsabilità degli organi societari che ha portato alla riforma
del diritto societario del 2004.
Il recepimento della MiFID riconosce posizioni di maggiore responsabilità ai soggetti
abilitati i quali hanno una più ampia autodeterminazione, ravvisabile nella definizione del
loro ambito operativo e nella predisposizione di misure tecniche ed organizzative idonee
all'indicata finalità di tutela. L'art 5 del tuf individua i seguenti obiettivi della vigilanza sulle
attività finanziarie: fiducia nel sistema; tutela degli investitori; stabilità; buon funzionamento
del settore competitività del settore; osservanza delle disposizione di diritto speciale. →
queste finalità giustificano il potere di intervento delle competenti autorità. La fiducia è
stata considerata dalla scienza economica come fondamentale per lo sviluppo del
mercato.
9
Leva finanziaria: Molte banche operanti a livello internazionale esponevano livelli di
leva finanziaria molto elevata; pertanto, al fine di rispettare i requisiti patrimoniali
minimi durante la crisi, esse hanno reagito riducendo l’esposizione verso il sistema
(deleveraging).
Liquidità: Durante la crisi finanziaria che ha interessato il mercato interbancario,
molte banche si sono caratterizzate per elevata illiquidità, dovendo ricorrere all’aiuto
delle banche centrali.
Banche sistemiche: A causa dell’elevato rischio sistemico determinato dall’intenso
grado di interconnessione all’interno del sistema finanziario, alcune banche sono
state considerate cruciali nella propagazione della crisi tanto da giustificare
interventi di salvataggio.
Possibilità di arbitraggi regolamentari fra il portafoglio bancario e quello per la
negoziazione. I requisiti patrimoniali di Basilea 2 si sono rilevati insufficienti a
coprire le perdite che molte banche hanno subito sugli strumenti di mercato a
contenuto creditizio
Dalla crisi finanziaria nascono le nuove regole di Basilea III le quali tengono conto della
stabilità di mercato con maggiore impegno rispetto al passato: la composizione del
patrimonio di vigilanza viene integrata dalla introduzione di un limite alla leva finanziaria e
della revisione dei criteri di quantificazione dei rischi di mercato; viene introdotta la
determinazione di un capitale di primaria qualità.
10
obbligo, ora abrogato, posto a carico degli investitori e degli intermediari di negoziare ogni
strumento, per il quale fosse presente un mercato ufficiale di negoziazione, all’interno del
mercato stesso. La MIFID ha rimosso tale obbligo in virtù di un principio di concorrenza tra
diverse soluzioni di negoziazione.
Le principali novità introdotte dalla MIFID in merito alla clientela dei prodotti e dei servizi di
investimento sono di seguito sintetizzate: tutela legata alla classificazione iniziale;
maggiore trasparenza e disponibilità di informazioni; • maggiore tutela decisionale;
presenza di consulenti indipendenti.
NB MIFID 2: La MIFID 2 è una direttiva europea sui servizi finanziari, del 15 maggio 2014,
che sarebbe dovuta entrare in vigore il 3 gennaio 2017 ma che diventa operativa dal 3
gennaio 2018. La normativa rappresenta l’evoluzione della precedente disciplina, la
MIFID, del 2007 ampliandone il campo d’azione. Lo scopo della MIFID 2 è quello di
aumentare la tutela per chi investe, grazie a un maggior numero di informazioni e a nuove
imposizioni per le imprese e gli intermediari finanziari. Gli ambiti di applicazione della
MIFID 2 sono i mercati, la protezione degli investitori, governance e poteri delle autorità e
passaporto unico.
Con riferimento all'attività degli intermediari sono state introdotte le seguenti novità:
1. classificazione della clientela: gli intermediari sono tenuti ad aggiornare almeno con
cadenza annuale le informazioni utilizzate per la profilatura considerando una logica
di portafoglio;
2. regole di condotta: le norme in materia di prestazione dei servizi di investimento si
applicano anche alle banche e alle assicurazioni che collocano direttamente presso
la clientela strumenti finanziari di propria emissione;
3. product governance: specifici requisiti organizzativi si applicano ai rapporti tra i
produttori e distributori di strumenti finanziari, infatti i produttori devono definire un
processo di approvazione per ciascuno di essi prima della commercializzazione o
distribuzione alla clientela, mentre i distributori sono tenuti a contribuire
all'implementazione di strategie appropriate rispetto alle caratteristiche del mercato
target;
4. politica degli incentivi: la MIFID 2 prevede l'obbligo di retrocessione degli incentivi
che i produttori possono riconoscere ai distributori;
5. consulenza indipendente: la consulenza per essere indipendente deve essere
basata su un numero sufficientemente ampio di alternative, diversificate sia per
tipologia di strumento sia per soggetto emittente e l'intermediario deve rifiutare
qualsiasi pagamento o incentivo da soggetti diversi dai clienti.
11
organi aziendali, alle cui determinazioni è rimessa la solidità della struttura dell'ente
creditizio. Quest'ultima dipende dal coinvolgimento attivo degli organi di gestione, infatti
solo adeguati flussi informativi preveniscono e controllano le tipologie di rischi legati alle
forme operative prescelte.
Il regolatore europeo ha dedicato la sua attenzione al legame tra stabilità degli
appartenenti al settore finanziario e l'osservanza delle disposizioni sulla prevenzione dei
rischi. La composizione degli organi sociali e la distinzione di ruoli all'interno dell'azienda
stessa rispondono all'esigenza di realizzare strutture efficienti correlate alle diverse
tipologie di controllo, da praticare in modalità coerenti con i diversi soggetti bancari.
A seguito della recente crisi si è accentuata l'esigenza di una governance attenta alla
predisposizione di adeguati canali informativi, tali cioè da rendere possibile una adeguata
conoscenza delle situazioni di rischio. E' questo il fondamento strategico sul quale devono
essere fondate le valutazioni alla base della procedura di Asset Quality Review: è un
esame della qualità degli attivi delle banche europee. A questa consegue un esercizio di
stress test finalizzato alla valutazione della capacità degli intermediari di assorbire
eventuali shock provenienti da tensioni di mercato.
12
La predisposizione di atti aventi natura regolamentare o di contenuto generale deve
avvenire secondo il principio di proporzionalità: criterio di esercizio del potere adeguato al
raggiungimento del fine, con il minore sacrificio degli interessi dei destinatari e da
realizzare anche mediante la consultazione degli organismi rappresentativi dei soggetti
vigilati, dei prestatori dei servizi finanziari e consumatori.
Analogamente al principio di sussidiarietà, il principio di proporzionalità regola l'esercizio
delle competenze esercitate dall'Unione europea. Esso mira a inquadrare le azioni delle
istituzioni dell'UE entro certi limiti. In virtù di tale regola, l'azione dell'UE deve limitarsi a
quanto è necessario per raggiungere gli obiettivi fissati dai trattati. In altre parole, il
contenuto e la forma dell'azione devono essere in rapporto con la finalità perseguita.
13
unico si è dato vita ad un sistema centralizzato di supervisione delle banche, conferendo
alla BCE anche i poteri di vigilanza microprudenziale su tutte le banche aventi sede negli
stati membri dell'area dell'euro, in quanto si ritine che la stabilità finanziaria può essere
messa a repentaglio non solo da turbolenze che interessano banca too big to fail, ma
anche da difficoltà di istituti piccoli. Il sistema si compone della BCE e delle autorità
nazionali di vigilanza, e la BCE può instaurare una stretta cooperazione con gli stati
membri che non hanno adottato la moneta unica così da evitare si creare asimmetrie sul
funzionamento del mercato. La BCE agisce in piena indipendenza ma è pienamente
responsabile delle sue azione di fronte al Parlamento Europeo, e le funzioni non ad essa
attribuite rimangono di competenza delle autorità nazionali. La vigilanza a livello
sovranazionale ha richiesto ai soggetti coinvolti una attività preparatoria propedeutica al
concreto svolgimento di verifica sia a distanza, quindi vigilanza off-site, sia mediante
ispezioni, dunque vigilanza on-site. L'unitarietà della vigilanza consente di ridurre la
dissonanza tra i comportamenti di chi regola e di chi controlla e consente un miglior
coordinamento tra le autorità, ma questo presupposto non è condiviso unanimamente.
L'esercizio della vigilanza unica presuppone e richiede armonizzazione della
regolamentazione primaria e secondaria, quindi del framework legale a l'adozione di
metodologie comuni, per evitare di insorgere di problemi operativi. Per quanto riguarda i
singoli paesi, e anche l'Italia, le autorità di vigilanza nazionale, da noi Banca D'Italia,
coopera con la BCE ma mantiene l'esercizio dei propri poteri secondo quanto previsto dal
diritto nazionale.
14
(esempio distinzione tra banche che operano a breve termine e banche che operano a
lungo termine); restrinzioni alla libera composizione del portafoglio; principio di
separatezza fra banca e industria.
In questo contesto avevano grande rilievo interventi di tipo strutturale, come il limite alla
costruzione di nuove banche e all'apertura di sportelli e an che come il blocco, stabilito nel
1966, delle autorizzazioni.
Dagli anni 80 gli strumenti di vigilanza sugli intermediari bancari hanno subito cambiamenti
rilevanti: alcuni controlli strutturali sono stati attenuati; l'evoluzione disciplina
sull'autorizzazione all'esercizio dell'attività bancaria e all'apertura degli sportelli comporta
la limitazione della discrezionalità dell'autorità di vigilanza in queste materie (ciò favorisce
la possibilità i accesso al mercato e di espansione territoriale delle banche).
Con il recepimento della prima direttiva banche del 1985 le autorità creditizia di ciascun
paese, nel valutare le domande di costruzione di enti creditizi, non potevano tener conto
del bisogno economico del mercato. Le autorità italiane hanno applicato tale principio
anche all'insediamento degli sportelli a partire dal 1990, hanno introdotto anche il principio
di silenzio-.assenso e hanno conferito il potere alla Banca di Italia di negate
l'autorizzazione ai casi in cui i programmi di espansione territoriale delle banche
risultassero incompatibili con le condizioni tecniche organizzative aziendali ( recepito con
art 15 tub). Altri limiti, come la specializzazione temporale abrogata in Italia nel 1992, sono
stati cancellati. L'unico vincolo strutturale rimasto nel TUB era la separatezza tra banca e
industria a monte e a valle: a monte si prevedeva il divieto di acquisire partecipazioni nel
capitale delle banche da soggetti con oggetto sociale diverso da quello di attività bancaria;
a valle vi è il divieto che le banche non potevano acquisire partecipazioni al capitale di
altre imprese.
Nella seconda metà degli anni 80 sono state introdotte misure di vigilanza che mirano a
controllare il rischio delle banche allo scopo di assicurare la solvibilità delle stesse: è stato
introdotto Basilea 1 che impone un requisito patrimoniale minimo che le banche devono
rispettare, parti all'8% del rapporto fra patrimonio e complesso delle attività ponderate in
relazione al rischio.
I coefficienti patrimoniali hanno due obiettivi principali: introdurre parità di condizioni fra
intermediari (tutti hanno lo stesso grado di patrimonializzazione); limitare il moral hazard di
azionisti e amministratori delle banche ( in quanto aumentano il capitale che gli azionisti
devono impiegare nelle banche dunque si impongono coefficienti minimi di
autofinanziamento).
Nel 1993 è stato introdotto ilTUB che comporta un riordino sul piano normativo ed indica
espressamente le finalità della vigilanza: stabilità, efficienza e competitività del sistema
finanziario, la sana e prudente gestione e l'osservanza delle disposizioni in materia
creditizia.
Nel nuovo sistema di vigilanza le autorità di vigilanza devono avere di mira la sana e
prudente gestione ossia verificare, nel rispetto dell'autonomia imprenditoriale, la coerenza
delle scelte degli intermediari bancari con i principali assetti patrimoniali, finanziari e
organizzativi degli stessi. In quest'ultimo piano normativo la vigilanza viene distinta in
vigilanza regolamentare, informativa ed ispettiva.
La Vigilanza prudenziale o regolamentare è un insieme di regole oggettive imposte agli
intermediari finanziari per garantirne l’efficienza e la sana e prudente gestione, e I controlli
di tale natura sono rivolti a verificare il rispetto di corretti principi di gestione il cui obbiettivo
è quello di limitare i rischi assunti dagli intermediari. Le Autorità di vigilanza non esercitano
alcun potere discrezionale né intervento diretto sulla struttura del mercato, ma si limitano a
stabilire delle “regole del gioco” oggettive. Un ruolo di assoluta centralità è assunto dalle
norme sui requisiti di capitale che impongono la detenzione di un livello minimo di mezzi
15
patrimoniali commisurato all’entità e alla rischiosità degli impieghi in portafoglio. Esempi di
controlli prudenziali sono rappresentati dai limiti alla concentrazione dei rischi, alla
trasformazione delle scadenze e alle partecipazioni detenibili. Un’ulteriore finalità
prudenziale è riconoscibile anche nell’imposizione di requisiti di onorabilità e
professionalità per coloro che svolgono funzioni di direzione, controllo e amministrazione.
16
2. le Autorità di vigilanza dovrebbero riesaminare e valutare il procedimento interno di
determinazione dell’adeguatezza patrimoniale delle banche e le connesse strategie,
nonché la loro capacità di monitorare e assicurarne la conformità con i requisiti
patrimoniali obbligatori. Le Autorità di vigilanza dovrebbero adottare appropriate misure
prudenziali qualora non siano soddisfatte dei risultati di tale processo;
3. le Autorità di vigilanza auspicano che gli intermediari finanziari operino con una
dotazione patrimoniale superiore ai coefficienti minimi obbligatori, e dovrebbero avere la
facoltà di richiedere agli intermediari finanziari di detenere un patrimonio superiore a quello
minimo garantito;
4. le Autorità di vigilanza dovrebbero cercare di intervenire in una fase precoce per evitare
che il patrimonio di un determinato intermediario finanziario scenda al di sotto dei livelli
minimo compatibili con il suo profilo di rischio, ed esigere l’adozione di pronte misure
correttive se la dotazione di patrimonio non viene mantenuta o ripristinata.
17
Possibilità di arbitraggi regolamentari fra il portafoglio bancario e quello per la
negoziazione. I requisiti patrimoniali di Basilea 2 si sono rilevati insufficienti a
coprire le perdite che molte banche hanno subito sugli strumenti di mercato a
contenuto creditizio
Dalla crisi finanziaria nascono le nuove regole di Basilea III le quali tengono conto della
stabilità di mercato con maggiore impegno rispetto al passato: la composizione del
patrimonio di vigilanza viene integrata dalla introduzione di un limite alla leva finanziaria e
della revisione dei criteri di quantificazione dei rischi di mercato; viene introdotta la
determinazione di un capitale di primaria qualità.
18
di risoluzione nazionali dare attuazione al programma, e il programma dovrà inoltre essere
sottoposto alla Commissione Europea e, in alcuni casi, anche al Consiglio. Questa
ripartizione di compiti varrà anche per le banche minori, qualora per la gestione della loro
crisi sia necessario l’intervento del Fondo di risoluzione unico. Negli altri casi, le autorità di
risoluzione nazionali conserveranno la responsabilità di pianificare e gestire le crisi. La loro
azione si svolgerà comunque secondo linee guida e orientamenti definiti dal Comitato.
Adeguatezza patrimoniale(basilea 2 e 3)
La principale regola stabilita per perseguire l'adeguatezza patrimoniale è il rispetto dei
coefficienti patrimoniali. Il patrimonio definito in maniera puntuale nelle istituzioni di
vigilanza ingloba il capitale sociale, le riserve, altri fondi e passività irredimibili e altri
strumenti finanziari simili che devono essere utilizzati per la copertura dei rischi e delle
perdite aziendali. Sul patrimonio vi sono alcune regole che gli intermediari devono
rispettare, e che pongono livelli di patrimonializzazione minimi in relazione all'attività
svolta.
Una regola che pone un livello minimo di patrimonio è il coefficiente di solvibilità: fissa un
ammontare minimo di patrimonio ( attualmente 8% del complesso dell'attività bancaria)
ponderato in funzione dei rischi di perdita per inadempimento dei debitori. Con Basilea 2
alle banche è consentita una pluralità di metodi di calcolo dei requisiti patrimoniali
(requisito patrimoniale minimo per il rischi di credito, requisito patrimoniale minimo per il
rischio di mercato e requisito patrimoniale minimo per il rischio operativo).
Ogni tipologia di requisito patrimoniale minimo è finalizzato a coprire il rischio
relativamente al quale è calcolato, e una volta individuate tutti e 3 i requisiti minimi si
individua il requisito patrimoniale complessivo dato dal rapporto tra i mezzi propri e tra la
somma di tutti e 3 i requisiti patrimoniali minimi moltiplicati per l' 8%.
Con Basilea III sono state imposte riserve addizionali in funzione della conservazione del
capitale, è stato introdotto un limite di leva finanziaria per contenere la crescita della leva a
livello di sistema e sono stati introdotti nuovi requisiti di supervisione del rischio di liquidità,
incentrati su una regola di equilibrio strutturale a lungo termine.
19
prenditore o di diversi prenditori collegati tra loro possa determinare perdite tali da
compromettere la stabilità della banca. La normativa di vigilanza prevede limiti per i
soggetti collegati, tra i quali rientra l'azionista rilevante: vengono limitate sia le pressioni
che possono essere esercitata da tale soggetto sul management della banca; si mira ad
evitare il coinvolgimento della banca nelle sorti del titolare di partecipazioni di rilievo.
20
possano compromettere la corretta valutazione del merito creditizio. La delibera CICR del
2008 ha stabilito che lo sviluppo di tecniche e strumenti per la gestione dei rischi maturata
fino a quel momento consente una maggiore autonomia nell'assunzione di partecipazioni
in imprese non finanziarie. Oggi il principio di separatezza non trova più riscontro
nell'ordinamento italiano.
PILASTRI BASILEA 3
21
6.2 Vigilanza informativa ed ispettiva
L'attività di supervisione degli intermediari si compone di due parti: analisi delle
informazioni e dei dati comunicati dalle banche all'organo di vigilanza; l'indagine ispettiva
condotta direttamente alla sede dell'impresa.
La vigilanza informativa risponde all'obbligo sancito dal Tub di fornire alla Banca di Italia le
segnalazioni periodiche ed ogni altro dato e documento richiesto. Sulla base di questa
norma la banca di Italia infatti ha stabilito un sistema di richieste informative che investono
l'attività bancaria: segnalazioni periodiche; documenti inviati all'autorità di vigilanza in
determinati eventi aziendali (es in caso di acquisizione di partecipazioni).
Sulla base di queste informazioni gli uffici della vigilanza effettuano un monitoraggio
costante della gestione dell'impresa. L'insieme delle informazioni ricevute dalla Banca di
Italia consente a quest'ultima di valutare le performance aziendali e assegnare un
punteggio ai principali profili della gestione aziendale. L'analisi cartolare costituisce la base
per eventuali interventi sulla gestione previsti, quali dalla semplice convocazione del
22
consiglio di amministrazione, dirigenti e sindaci dell'intermediario per esaminare la
situazione aziendale fino ai provvedimenti più gravi (liquidazione coatta amministrativa e
amministrazione straordinaria). Il dialogo con gli organi gestionali della banca ( per mezzo
di incontri periodici i occasionali in in virtù di alcuni eventi societari) consente di rendere
più efficace ed efficiente e di completare l'analisi cartolare.
L'obiettivo di maggiore trasparenza nei confronti degli organi di vigilanza negli ultimi anni è
stato perseguito insieme a quella di una maggiore trasparenza anche nei confronti del
mercato, per mezzo di una legislazione speciale sui bilanci che ne definisce i principi, i
criteri e la valutazione degli schemi mentre la Banca di Italia definisce le forme tecniche
degli stessi.
La vigilanza ispettiva integra la vigilanza informativa, consentendo di osservare in maniera
diretta alcuni aspetti della gestione che non sono apprezzabili con la vigilanza di tipo
informativo. Le ispezioni possono essere generali, ed hanno carattere periodico, e
possono avere carattere particolare, in questo caso sono effettuate quando la banca
presenta degli squilibri patrimoniali on in altri momenti dell'attività aziendale. Le verifiche
ispettive servono a controllare l'esattezza delle informazioni inviate dagli intermediari
all'Organo di vigilanza. Le ispezioni sono libere e devono avvenire nel rispetto dei principi
che sovraintendono all'azione amministrativa di vigilanza, che impongono la
predeterminazione del responsabile e dei tempi di procedimento.
L'ispezione viene effettuata da un gruppo costituito appositamente, nominato dal
governatore della Banca di Italia, e al termine dell'ispezione stessa viene redatto un
rapporto che si compone di due parti: la parte aperta, destinata agli organi aziendali e mira
a metterli a conoscenza delle carenze rilevate e a comunicare eventuali fatti sanzionabili; i
riferimenti riservati, che contengono informazioni destinate agli Uffici di Vigilanza,
contenenti la valutazione degli ispettori sulla situazione aziendale.
23
L'ordinamento bancario attuale prevede l'applicazione a livello consolidato di tutte le forme
di vigilanza, adottate su base individuale, per gli intermediari: informativa, regolamentare,
ispettiva. Nel caso in cui sussistano fra più società legami di controllo, il gruppo viene
considerato come una singola impresa. L'applicazione a livello consolidato degli strumenti
di vigilanza prudenziale non esonera dal rispetto delle regole previste individualmente per
ciascun intermediario.
La Banca d'Italia può esercitare la vigilanza su base consolidata, oltre che nei confronti dei
soggetti inclusi nel gruppo finanziario, nei confronti di:
a) intermediari finanziari e società bancarie, finanziarie e strumentali partecipate per
almeno il venti per cento dalle società appartenenti a un gruppo finanziario o da un
intermediario finanziario;
b) intermediari finanziari e società bancarie, finanziarie e strumentali non comprese in un
gruppo finanziario, ma controllate dalla persona fisica o giuridica che controlla un gruppo
finanziario o un intermediario finanziario;
c) società diverse dagli intermediari finanziari e da quelle bancarie, finanziarie e
strumentali quando siano controllate da un intermediario finanziario ovvero quando società
appartenenti a un gruppo finanziario detengano, anche congiuntamente, una
partecipazione di controllo.
24
la “finanziarietà” del gruppo: se la capogruppo non è un’impresa regolamentata,
l’attività complessiva deve essere svolta principalmente nel settore finanziario.
Il ruolo svolto dal coordinatore è sostanzialmente quello di raccogliere e curare lo scambio
di informazioni tra le autorità di vigilanza di ciascuna società appartenente al gruppo, i cui
compiti specifici restano comunque impregiudicati (ragion per cui la vigilanza
supplementare del coordinatore non costituisce una forma di vigilanza consolidata, ma è
destinata alle singole imprese).
25
prudenziale informativa e ispettiva potendo assumere anche provvedimenti straordinari in
caso di crisi
Disciplina degli emittenti
La disciplina degli emittenti è volta a realizzare condizioni affinchè i mercato posano
operare in condizioni di efficienza ed evitare fenomeni destinati a trarre benefici privati di
alcuni. Dunque non solo il mercato ma anche i soggetti che vi operano devono operare in
modo adeguato a soddisfare gli interessi di operatori e investitori. Le regole in materia di
informativa obbligatoria e di abusi del mercato sono volte a rendere disponibili più
informazioni possibili e sanzionando l'abuso delle informazioni privilegiate.
9)I poteri della Consob: regolamentari, di controllo del rispetto delle regole,
amministrativi
I poteri della Consob sono il larga parte regolamentari e di verifica del rispetto delle regole,
e per quest'ultimo fine essa ha potere di richiedere informazioni, di effettuare ispezioni e di
irrogare sanzioni amministrative.
I poteri normativi sono molto ampi: i regolamenti della Consob sono atti normativi e non
provvedimenti amministrativi aventi carattere generale.
La Consob ha molti poteri amministrativi nelle diverse aree in cui esercita la vigilanza: le
operazioni di sollecitazione del pubblico risparmio; i comportamenti degli intermediari che
offrono servizi di investimento; l'esercizio dei mercati regolamentati;le informazioni che le
società quotate devono fornire al pubblico.
Con riferimento all'area di sollecitazione del pubblico risparmio il potere rilevante è quello
che riguarda il controllo del prospetto informativo: controllo sull'adeguatezza
dell'informazione che viene fornita agli investitori, e si realizza con la predisposizione di
schemi di prospetto e la verifica di conformità degli stessi, nonché della completezza
dell'informazione. In caso di lacune la Consob ha il potere di richiedere 'integrazione delle
informazioni da pubblicare.
La Consob effettua un controllo sulla veridicità circoscritto alla verifica della completezza
del prospetto, della coerenza e comprensibilità delle informazioni fornite.
Con riguardo ai comportamenti degli intermediari che offrono servizi di investimento, i
poteri della Consob sono essenzialmente concentrati sulla verifica del rispetto delle regole
di diligenza, correttezza e trasparenza dettate dalla stessa con regolamento prevedendo
anche sanzioni per comportamenti irregolari.
Le sanzioni della Consob per violazione delle regole di correttezza, diligenza e
trasparenza colpiscono anche i vertici gestionali degli intermediari (come il consiglio di
amministrazione). Nei mercato mobiliari la Consob ha poteri generali di supervisione sui
mercati finanziari e sulle società di gestione del mercati.
Nei confronti degli emittenti di titoli la Consob ha poteri di vigilanza informativa e ispettiva.
26
non possono effettuare la raccolta presso il pubblico ma solo presso privati.
Sempre l'Art 10 del TUB afferma che l'attività bancaria ha “carattere di impresa”, e ciò
trova le sue radici nella prima direttiva bancaria del 1977 che definiva <<l'ente creditizio
come una impresa >> , recepita in Italia nel 1985 dal decreto presidenziale che disponeva
che l'attività dell'ente creditizio ha carattere di impresa indipendentemente dalla natura
pubblica o privata dell'ente: definendo l'articolo 2082 c.c le caratteristiche di una attività di
impresa, l'attività bancaria ha carattere di impresa indipendentemente dai requisiti indicati
da tale articolo.
Ultimo rilievo generale: l'attività è differente dall'atto e non si risolve neppure in una serie,
o somma, di atti sebbene uniti da un nesso logico, infatti per l'attività rileva non solo ciò
che si fa (compimento degli atti in sequenza), ma anche che cosa ci si predispone di fare,
con quali modalità e con quale efficienza rispetto al risultato. → va assegnato alla attività
un valore distinto da quello degli atti inclusi.
Infine l'attività bancaria è complessa in quanto esercizio di due attività componenti:
esercizio credito; raccolta del risparmio.
27
obbligazione)
La raccolta di risorse finanziarie a titolo di debito da parte delle banche avviene con diversi
strumenti, riconducibili a due grandi macrocategorie, ossia i depositi e le obbligazioni,
collocati presso diversi tipi di operatori. Si distingue tuttora tra raccolta diretta e raccolta
indiretta. La raccolta indiretta consiste nella raccolta di risorse finanziarie a titolo non
oneroso che, vengono destinate a investimenti intestati alla clientela stessa, e si tratta del
cosiddetto “risparmio amministrato” e di quello “gestito”. Questo tipo di raccolta, non
costituendo impegni per la banca, non ha manifestazione patrimoniale, cioè non rientra tra
le passività onerose. Con la raccolta diretta la banca, attraverso proprie passività, si pone
l’obbligo di rimborsare a scadenza il capitale ricevuto e di corrispondere al cliente la
remunerazione di interessi pattuita.
Nella raccolta risulta compresa ogni operazione che sia caratterizzata dal rimborso del
denaro da parte di chi lo ha ricevuto in modo da poterne disporne, non rilevando se si
utilizzi un singolo contratto o una combinazioni di più contratti (pronti contro termine).
Il rimborso non coincide sempre con la restituzione propria del deposito, cioè alla pari e
incondizionata. Le direttive sugli IMEL hanno introdotto la nozione di rimborsabilità alla
apri per fondi ricevuti a fronte di emissione di moneta elettronica. Di conseguenza se ne
deduce che la rimborsabilità incondizionata alla apri è caratteristica propria di tutti i fondi
rimborsabili acquisiti che siano idonei a dar luogo a fenomeni monetari.
Sul piano applicativo vi sono obblighi di rimborso legati ad indici oggettivi, obblighi
condizionati al verificarsi di circostanze esterni, obblighi alternativi dove invece la
restituzione è facoltà alternativa rispetto ad una altra operazione (es. consegna titoli).
Sono ricompresi tra i fondi rimborsabili, oltre che i depositi, i contratti di scambio utilizzati
come strumenti di raccolta e i titoli bancari di deposito. I prestiti subordinati possono
essere ricondotti alla raccolta del risparmio.
28
in positivo il raccolta tra il pubblico è intesa come raccolta tra soggetti bisognevoli di tutela
da parte dell'ordinamento.
Sulla base della ratio di tutela sottesa alla disciplina della riserva di attività, si assegna alla
raccolta tra il pubblico un significato in funzione di una efficace copertura delle esigenze di
tutela del risparmio.
6) La banca di fatto
La banca di fatto è il soggetto esercente attività bancaria senza autorizzazione (dunque è
una impresa illecita). Vi erano due contrapposti orientamenti sul regime del dissesto della
banca di fatto: da un lato si era ritenuto che la banca di fatto fosse soggetta in caso di
dissesto alla liquidazione coatta e amministrativa bancaria; dall'altro si riteneva che la
disciplina bancaria era destinata solo alle banche autorizzate, dunque solo esse potevano
usufruire della liquidazione coatta e amministrativa.
Il primo orientamento si giustificava con il fatto che anche se non autorizzata l'attività
bancaria comunque doveva essere applicata la liquidazione coatta e amministrativa per
tutelare i depositanti. Il secondo orientamento che è confermato anche nel TUB.
Il Tub ha determinato le condizioni per riconsiderare il problema della banca di fatto:
innanzitutto sostiene che l'autorizzazione è parte integrante della definizione di banca
29
(infatti sostiene che essa è una “impresa autorizzata all'esercizio dell'attività bancaria”),
sicchè potrebbe risultare inappropriata la locuzione banca di fatto; l'art 80 del Tub
disciplina la liquidazione coatta amministrativa delle banche, quindi solo dei soggetti
autorizzati, si può ritenere che i soggetti privi di autorizzazione sono soggetti a fallimento;
questa opzione è confermata nello stesso Tub che sostiene che le banche di fatto sono
sottratte all'altra procedura tipica dell'attività bancaria, quale l'amministrazione
straordinaria che condivide gli stessi presupposti della liquidazione coatta e
amministrativa.
Di conseguenza dal Tub emerge che lo statuto speciale delle crisi della banche va
applicato solo alle banche autorizzate. Differente dalla definizione del Tub vi è la
definizione comunitaria di banca come impresa che raccoglie risparmio tra il pubblico ed
eroga credito, non facendo riferimento ad alcuna autorizzazione. Da ciò si evince che
l'autorizzazione attiene alla disciplina e non alla fattispecie (dunque si ha un diverso
trattamento ma non comporta il presupposto per l'applicazione del diritto), e il diritto
interno non può non tenere conto della matrice comunitaria la quale è direttamente
vincolante. Ne consegue che perde forza l'argomento secondo il quale il fallimento si
applica alla banca di fatto, e il Tub bancario sottopone a liquidazione coatta e
amministrativa solo le imprese autorizzate.
30
economico-funzionale, oppure sulla base della complementarietà ( intesa come le sinergie
che si possono realizzare utilizzando la strutturare di rete della banca però nei limiti della
compatibilità con la natura e la capacità di prestazioni dell'azienda bancaria).
31
2) I servizi e le attività di investimento: cenno introduttivo sui profili soggettivi
Il sistema finanziario italiano, tradizionalmente bancocentrico, negli ultimi decenni ha visto
l'ingresso di nuove categorie di intermediari a cui si accompagna la diffusione di una
ampia gamma di prodotti. Tra i servizi offerti dalle banche e dagli altri intermediari
finanziari vi sono i servizi e attività di investimento. L'esercizio professionale dei servizi e
delle attività di investimento è protetto da riserva che riguarda le imprese di investimento e
le banche, ed entrambi per tale esercizio dovranno ottenere una specifica autorizzazione
(diversa da quella necessaria per esercitare l'attività bancaria) rilasciata dalla Banca di
Italia. Si può dire che l'esercizio dei servizi e delle attività di investimento è una
applicazione di quanto disposto dal TUB sull'esercizio <<di ogni altra attività finanziaria>>
che le banche possono esercitare.
3) segue...definizione e contenuti
Il testo unico della finanza non fornisce una definizione unitaria di “servizi e attività di
investimento”, ma riporta un elenco di fattispecie che assumono rilevanza quando hanno
per oggetto strumenti finanziari. I servizi si differenziano dalle attività di investimento in
quanto i primi sono svolti nell'interesse altrui e i secondi nell'interesse proprio.
Dopo il recepimento della direttiva MiFID sono considerati servizi e attività di investimento:
a) la negoziazione per conto proprio, ossia la compravendita di strumenti finanziari svolta
in contropartita diretta, in cui rientrano l'attività di dealing e di market making. Il dealing è
una negoziazione finalizzata a lucrare tra prezzo di acquisto e quelli di vendita, mentre il
market making è l'attività dell'operatore che si impegna ad immettere ordini di
compravendita a determinati volumi e ad un prezzo stabilito. Il dealing si differenzia dal
puro trading in quanto quest'ultimo è la movimentazione del proprio portafoglio titoli.
b) la l'esecuzione di ordini per conto dei clienti, corrispondente alla negoziazione per conto
di terzi, in cui le decisioni di investimento sono rilasciate ai singoli clienti;
c) la sottoscrizione e/o il collocamento con o senza assunzione a fermo (cioè di garanzia
nei confronti del cliente), e in questa attività l'intermediario, sulla base di un preventivo
accordo con l'emittente, offre in sottoscrizione o in acquisto strumenti finanziari ai
potenziali investitori;
d) la gestione dei portafogli definita come la gestione dei portafogli di investimento che
includono uno o più strumenti finanziari e nell'ambito di un mandato conferito dai clienti;
e) la ricezione e trasmissione degli ordini, ovvero l'attività di brokeraggio che consiste nel
mettere in contatto due o più investitori rendendo possibile la conclusione di una
operazione fra loro.
f)consulenza in materia di investimenti → consulente finanziario, la cui attività è coperta da
riserve richiedendo, per il sui esercizio, l'iscrizione all'apposito
Ulteriore fattispecie è la gestione di sistemi multilaterali di negoziazione, che consentono
l'incontro al loro interno ed in base a regole non discrezionali, di interessi multipli di
acquisto e di vendita di terzi relativi a strumenti finanziari, in modo da dare luogo a
contratti.
Per quanto tassativo l'elenco, al fine di tener conto dell'evoluzione dei mercati finanziari e
delle norme di adattamento stabilite dalle autorità, abilita il MEF ad individuare con proprio
regolamento, adottato sentita la CONSOB e la Banca di Italia, nuovi servizi di attività di
investimento.
Le imprese di investimento e le banche sono autorizzate a fornire alla clientela anche
servizi accessori di investimento → la riserva di attività compre solo i servizi di
investimento e non quelli accessori, che sono liberamente esercitabili da chiunque.
32
finanziari>> e dei << prodotti finanziari>>
I servizi di investimento,per essere qualificati come tali, devono avere per oggetto
strumenti finanziari. La definizione è presente nell’articolo 1, comma 2, del TUF, il quale
riporta un elenco suddiviso in: Titoli di massa; Contratti derivati.
Titoli di massa → alla categoria dei titoli di massa appartengono le seguenti tipologie di
strumenti finanziari:
Le azioni e i titoli che rappresentano capitale di rischio, i titoli di Stato, le obbligazioni, i
titoli di debito negoziabili sul mercato dei capitali (cambiale finanziaria, obbligazioni di enti
locali e certificati di investimento)
I titoli negoziati sul mercato monetario
Quote di fondi comuni di investimento
Titoli negoziati che permettono di acquisire i precedenti strumenti e i relativi indici
Contratti derivati → Gli strumenti finanziari derivati vengono così definiti per il fatto che la
loro quotazione si basa su asset sottostanti (valute, titoli e materie prime) dai quali
derivano; l’acquisto non conferisce pertanto il possesso del titolo che il prodotto
rappresenta. Si tratta di strumenti più rischiosi in quanto il valore viene calcolato
sulla simulazione di eventi futuri. Rientrano nella categoria dei contratti derivati:
Contratti futures su strumenti finanziari, tassi di interesse, valute, merci e relativi indici
Contratti di scambio a pronti e a termine (swaps) sui tassi di interesse, valute, merci e
indici azionari (equity swaps)
Contratti a termine collegati a strumenti finanziari, tassi di interesse, valute, merci e
relativi indici
Contratti di opzione di acquisto o vendita che hanno come oggetto strumenti finanziari,
valute, tassi di interesse, merci e relativi indici
Combinazioni dei contratti o dei titoli precedentemente citati
33
vendita porta a porta). Il tuf in proposito al riguardo ha apposite disposizioni concernenti
tale << offerta fuori sede >>. L'offerta fuori sede deve essere tenuta distinta dalle mere
iniziative pubblicitarie (le quali sono destinate ad un pubblico indeterminato e non
finalizzate alla conclusione del contratto), dalle raccomandazioni generali riguardanti
operazioni relative a strumenti finanziari (che costituisce un servizio accessorio), dalla
promozione e dal collocamento a distanza di servizi e attività di investimento e di prodotti
finanziari.
L'art 30 del Tuf contiene due ipotesi di offerta fuori sede: la prima ha oggetto strumenti
finanziari e vede in posizione offerente l'emittente, il proponente l'investimento o il
soggetto incaricato della promozione o del collocamento; la seconda concerne i servizi e
attività di investimento da parte di chi presta, promuove o colloca il servizio e l'attività.
Entrambe le fattispecie sono accomunate dal fatto che l'attività è condotta in un luogo
diverso dalla sede legale o dalle dipendenze. La locuzione fuori sede è riferita sia alla
sede legale, sia alle sedi secondarie, sia anche da qualsiasi articolazione territoriale dl
soggetto offerente. Con riferimento ai contenuti dell'attività ci si riferisce alla promozione e
al collocamento dei prodotti finanziari: promozione non deve essere confusa con la
pubblicità, ma è la semplice informazione delle opportunità recate da determinati prodotti
(dunque l'offerta dei servizi di investimento) e si caratterizza per la personalizzazione del
messaggio ed è orientato alla conclusione del contratto; il collocamento consiste
nell'attività dell'intermediario di vendere nel mercato gli strumenti.
34
investitori fanno affluire i loro risparmi nel fondo, la società di gestione istituisce e gestisce
l'OICR e conferisce l'incarico di depositario ad un unico soggetto per ogni OICR.
Sono dati in deposito al depositario solo strumenti finanziari ed eventualmente somme di
denaro, mai (per la loro impossibilità) beni diversi come ad esempio beni immobili.
La gestione collettiva del risparmio è preclusa alle Sim, alle banche e ad altri soggetti che
operano nei mercati finanziari. L'accesso all'attività per le SGR è subordinato al rilascio di
una autorizzazione amministrativa rilasciata dalla Banca di Italia, sentita la CONSOB,
quando ricorrono le seguenti condizioni: sia adottata la forma societaria di spa; la sede
legale e la direzione generale della società siano nel territorio della repubblica; capitale
sociale non inferiore di quello determinato dalla Banca di Italia; la struttura del gruppo non
pregiudica l'esercizio della vigilanza; vengano presentati insieme all'atto costitutivo e allo
statuto un programma contenente l'attività iniziale e la relazione sulla struttura
organizzativa; la denominazione sociale contenga “società di gestione del risparmio”.
Le SGR devono essere iscritte in un apposito albo tenuto dalla Banca di Italia, il quale è
diviso in due sezioni: la prima destinata ad accogliere le SICAV autorizzate alla gestione
dii OICVM (organismo di investimento collettivo in valori mobiliari); la seconda destinata ad
accogliere le SGR autorizzate a gestire organismi alternativi.
Una SGR può essere iscritta in entrambe le sezioni. Vi è affinità tra le condizioni richieste
per il rilascio dell'autorizzazione alla SGR e alla SIM, e tale affinità si manifesta anche nel
tipo di verifiche e controlli svolti dalla autorità di vigilanza. Il TUF stabilisce che
l'autorizzazione è negata quando dalla verifica delle condizioni non risulta la sana e
prudente gestione, quindi il principio della sana e prudente gestione assume rilevanza
come criterio-guida per l'accesso alle attività autorizzate.
Il TUF inoltre stabilisce che il fondo comune di investimento, o ciascun comparto del
fondo, costituisce patrimonio autonomo distinto dal patrimonio sociale, e la SGR risponde
soltanto per con il patrimonio del fondo per le obbligazioni contratte per conto del fondo
stesso. Il fondo dunque ha autonomia patrimoniale, infatti ciò è ribadito dal TUF che
afferma che su tale patrimonio non sono ammesse azioni dei creditori della SGR, né
quelle dei creditori del depositario o del sub depositario, ma sono ammesse solo le azioni
dei creditori dei singoli investitori relativamente alla loro quota di partecipazione. La SGR
non può utilizzare i beni di pertinenza del fondo.
La SGR ha l'obbligo di gestire il patrimonio nell'interesse dei partecipanti.
35
investimento (es. fondi mobiliari, fondi immobiliari, ecc)e dell'idoneità del fondo ad essere
collocato presso investitoti professionali.
36
gestori in questo caso hanno la possibilità di pianificare impieghi più a lunga
scadenza e non devono parcheggiare risorse in liquidità. In teoria, quindi, i fondi
chiusi possono essere più redditizi. Essendo il patrimonio fisso per tali fondi fino alla
scadenza, vengono definiti OICR a capitale fisso.
4)SICAV E SICAF
Le Società di Investimento a Capitale Variabile, SICAV, e le società a capitale fisso,
SICAF, sono società per azioni il cui oggetto sociale esclusivo è la gestione collettiva del
risparmio raccolto tra il pubblico mediante l’emissione di azione proprie.
Le SICAV e le SICAF sono iscritte in appositi albi tenuti dalla Banca D'Italia e pubblicati sul
sito delle autorità di Vigilanza. Il funzionamento delle SICAV presenta forti analogie con
quello dei fondi comuni di investimento aperti, e da qui l’espressione OICR a capitale
variabile è usata anche per le SICAV. Il funzionamento delle SICAF presenta forti analogia
con quello dei fondi comuni di investimento chiusi, e da qui l’espressione OICR a capitale
fisso è usata anche per le SICAF. A differenza dei fondi, la raccolta avviene mediante
emissione di azione proprie e, tali azioni, attribuiscono diritti amministrativi ai soci, i quali
possono incidere sulle scelte gestionali dell’azienda esercitando il diritto di voto in
assemblea.
La SICAV e la SICAF possono costituirsi solo previa autorizzazione della Banca di Italia,
sentita la Consob: l'autorizzazione amministrativa è condizione per la costruzione del
soggetto e non per l'avvio della attività. Nelle SICAV vi è una coincidenza tra capitale e
patrimonio netto, ciò comporta che ad essa non si può applicare la normale disciplina delle
spa. Anche per le SICAF la disciplina del codice civile è in parte disapplicata: non si
applica la disciplina sul patrimonio destinato ad uno specifico affare e sul finanziamento
destinato ad uno specifico affare. E' rimasta la distinzione tra capitale e riserve .
Le SICAV e le SICAF possono provvedere direttamente alla gestione del proprio
patrimonio oppure avvalersi di un gestore esterno (sempre soggetto autorizzato alla
prestazione del servizio di gestione collettiva), conseguendo così una scissione tra il
soggetto che istituisce l'organismo di investimento e che lo gestisce.
I SOGGETTI
LE BANCHE
37
l'autorizzazione a svolgere in maniera adeguata l'attività bancaria. L'attenzione era posta
sul mercato di riferimento: si valutava se esso fosse o meno servito di istituzioni creditizie.
Tale situazione entra in crisi agli inizi degli anni ottanta, in quanto nel mercato emergono
intermediari finanziari non bancari (e come tali non soggetti ad autorizzazione) e vi era dal
lato normativo la necessità di recepire la prima direttiva banche del 1977.
L'obiettivo della direttiva banche era armonizzare la disciplina nei paesi della comunità in
materia di accesso all'attività bancaria, prevedendo che non si tenesse conto delle
esigenze economiche del mercato ma di tenere conto di alcune condizioni obiettive nella
valutazione delle domande di autorizzazione (condizioni indicate nella direttiva e ulteriori
richieste dalle autorità nazionali). La prima direttiva banche fu recepita nel 1985, e ciò
comportò una riduzione della discrezionalità del provvedimento autorizzatorio (dovendo
verificare condizioni obiettive). La partecipazioni dell'Italia al SSM (Single Supervisory
Mechanism) comporta l'applicazione del regolamento comunitario del 2013 e del 2014. Il
regolamento del 2013 indica che l'autorizzazione preliminare per l'esercizio dell'attività
bancaria è fondamentale per assicurare che l'attività sia svolta da operatori con una
adeguata base economica, di una organizzazione atta a gestire rischi specifici e di idonei
amministratori. L'art 14 del TUB elenca 7 condizioni per il rilascio del provvedimento:
1)forma giuridica idonea;
2)capitale versato sufficiente;
3)la sede e la direzione generale in Italia;
4)un adeguato programma, statuto e atto costitutivo;
5)Possesso di requisiti di onorabilità da parte dei titolari delle partecipazioni per le quali è
previsto il rilascio di una preventiva autorizzazione (se sussistono le condizioni previste →
art 19 TUB);
6)possesso dei requisiti di onorabilità, professionalità e indipendenza da parte degli
esponenti aziendali;
7)insussistenza di legami stretti che possano ostacolare l'esercizio della vigilanza.
L'autorizzazione è negata se alla verifica di tali condizioni non è garantita la sana e
prudente gestione. L'attenzione dell'autorità si concentra sull'organizzazione del soggetto
richiedente l'autorizzazione (in termini patrimoniali, di struttura, di governo e proprietari)
per valutare se le iniziative bancarie consentano di operare in maniera efficiente nel
rispetto della sana e prudente gestione.
L'autorizzazione è finalizzata alla costituzione dell'impresa bancaria, e di conseguenza
senza di essa non può avvenire l'iscrizione al registro delle imprese. → il tub definisce la
banca come impresa autorizzata all'esercizio dell'attività bancaria.
La Banca di Italia ha dettato disposizioni relative al procedimento di autorizzazione,
indicando la documentazione da allegare all'istanza di autorizzazione. La Banca di Italia
riceve le istanze di autorizzazione dandone comunicazione alla BCE, e in caso di
incompletezza della domanda la Banca di Italia (anche su richiesta della BCE) può
richiedere informazioni supplementari. La Banca di Italia verifica se sono soddisfatte le
condizioni previste, comportando un accoglimento o rigetto della domanda. Qualora
ritenga soddisfatte le condizioni predispone un progetto di decisione nel quale propone
che la BCE conceda al soggetto richiedente l'autorizzazione all'accesso all'attività d ente
creditizio, eventualmente allegando al progetto di decisione raccomandazioni, condizioni
e/o restrizioni. La BCE valuta la domanda (sulla base delle condizioni previste dalla UE) e
concede l'autorizzazione se sussistono le condizioni previste dalla legislazione italiana e
comunitaria. Il rilascio del provvedimento di autorizzazione è fissato 180 gg dal
ricevimento della domanda. Il termine può essere sospeso o interrotto nel caso di una
documentazione carente.
38
Regole differenti disciplinano l'acceso al mercato nazionale di banche estere, ponendo
l'attenzione sul rilascio dell'autorizzazione all'attività bancaria di filiali di banche
exracomunitarie: lo stabilimento della prima succursale in Italia è soggetto ad
autorizzazione dalla Banca di Italia sentito il Ministro degli affari esteri (autorizzazione
rilasciata tenendo conto della condizione di reciprocità, cioè del grado di apertura verso le
banceh italiane del paese di origine della banca extracomunitaria) ; l'attività di mera
prestazione di servizi è consentita con provvedimento abilitativo della Banca di Italia,
sentita la Consob, per le attività di intermediazione mobiliare.
L'attenzione è posta su filiali extracomunitarie perchè, essendoci il mutuo riconoscimento
nell'unione europea, lo svolgimento in Italia di attività bancaria da banche comunitarie non
necessita di autorizzazione.
39
Ai fini dell'applicazione dei numeri 1) e 2) del primo comma si computano anche i voti
spettanti a società controllate, a società fiduciarie e a persona interposta; non si
computano i voti spettanti per conto di terzi.
Sono considerate collegate le società sulle quali un'altra società esercita un'influenza
notevole. L'influenza si presume quando nell'assemblea ordinaria può essere esercitato
almeno un quinto dei voti ovvero un decimo se la società ha azioni quotate in borsa.”
Nell'ipotesi di acquisizione del controllo la valutazione dell'autorità di vigilanza è estesa
all'analisi del piano industriale presentato dal richiedente l'autorizzazione. Il piano deve
specificare le ipotesi alla base dei programma di espansione ed i rendimenti attesi,
indicando anche gli assetti proprietari derivanti dall'operazione e individuare i soggetti
controllanti chiamati ad assicurare gli indirizzi gestionali della banca o del gruppo.
L'autorizzazione all'acquisto delle partecipazioni è rilasciata quando ricorrono le condizioni
atte a garantire la sana e prudente gestione, perciò dovrà essere preventivamente valutata
la qualità potenziale dell'acquirente e la solidità finanziaria del progetto di acquisizione.
Criteri idonei alla valutazione sono: la reputazione del potenziale acquirente; il possesso di
requisiti di professionalità, onorabilità e indipendenza da parte di coloro che svolgeranno
funzioni di amministrazione, direzione e controllo della banca in seguito all'acquisizione; la
solidità finanziaria dell'acquirente; la capacità della banca di rispettare e continuare a
rispettare le disposizioni di vigilanza; l'idoneità della strutturaa del gruppo che non ostacoli
l'esercizio della vigilanza; l'inesistenza di motivi ragionevoli per sospettare che
l'acquisizione sia connessa ad operazioni di riciclaggio o finanziamento del terrorismo.
La banca di Italia riceverà le domande di acquisizione di una partecipazione qualificata in
una banca, dandone comunicazione alla BCE, e se soddisfa le condizioni presenta alla
BCE un progetto di non opposizione all'acquisizione (progetto di opposizione se non sono
rispettate le condizioni) almeno 15 gg lavorativi prima del termine per la valutazione.
La BCE decide se opporsi o meno all'acquisizione su una propria valutazione. Il termine
per il rilascio del provvedimento di autorizzazione è 60 gg dal ricevimento della domanda.
Vi è un regime di trasparenza verso l'autorità di vigilanza: tutti gli accordi che riguardano
la banca o la società che la controlli che per oggetto possano determinare modifiche del
diritto al voto devono essere comunicati. L'autorità sospenderà il diritto al voto dei
partecipanti all'accordo se da esso derivi un pregiudizio alla sana e prudente gestione.
Non posso essere esercitati diritti che derivano da partecipazioni non autorizzate, o che
siano state sospese o revocate.
4)Le banche in forma di società per azioni ed il modello delle banche cooperative
Per le banche organizzate in forma di società per azioni si applica la disciplina del diritto
societario, ma a causa delle numerosi disposizioni aggiuntive è stato affermato l carattere
speciale della società per azioni bancaria. Oltre che l'autorizzazione all'esercizio
dell'attività, quale condizione per la costituzione e dunque per l'iscrizione al registro delle
imprese, vi sono disposizioni in tema di modifiche statutarie, fusioni e scissioni prevedono
che l'autorità del settore sia chiamata ad accertare: che le modifiche non contrastino la
sana e prudente gestione della banca; autorizza le operazioni di fusione e scissione se
non contrastino la sana e prudente gestione. Altre disposizioni aggiuntive prevedono: il
divieto da parte dell'autorità di vigilanza di una nuova succursale per motivi attinenti
all'adeguatezza delle strutture organizzative o della situazione finanziaria, economica e
patrimoniale della anca; in relazione all'adozione del modello dualistico, monistico e
tradizionale vi sono disposizioni puntuali sulla struttura e funzione degli organi; vi sono
obblighi di comunicazione a carico del collegio sindacale e sei soggetti incaricati alla
revisione dei conti; particolari requisiti di onorabilità, professionalità ed indipendenza per i
soggetti che svolgono funzioni amministrative, direttive e di controllo presso le banche.
40
L'attività bancaria può essere anche esercitata da imprese organizzate iun società
cooperative. La categoria di banche cooperative si suddivide in banche popolari e banche
di credito cooperativo.
Nel 2015 è stata realizzata una riforma del regime delle banche popolari con l'obiettivo di
incentivare la trasformazione delle banche popolari da società cooperative in spa, al fine di
favorire modelli operativi più efficienti. La riforma prevede: un limite dimensionale di 8
miliardi di euro di attivo; si rendono più agevoli i processi di trasformazione e fusione delle
banche dalle quali derivino spa; si interviene su alcuni profili di governance di tali banche.
2)Operatività
Le banche di credito cooperativo presentano delle limitazioni di carattere operativo:
devono esercitare il credito prevalentemente a favore dei soci; solo quando sussistono
ragioni di stabilità la Banca Di Italia può autorizzare singole banche di credito cooperativo
ad una operatività a favore di soggetti diversi dai soci.
3)Fusioni. Trasformazioni.
Con il decreto legge del 2015 si ha avuto una riforma delle banche popolari, che ha
eliminato la previsione secondo la quale l'autorizzazione della Banca di Italia, per
trasformare la banca popolare in una spa e per le fusioni da cui risultano spa, poteva
essere concessa solo nell'interesse dei creditori o per esigenze di rafforzamento
patrimoniale o ai fini di razionalizzazione del sistema → ora è previsto che viene concessa
nell'interesse dei creditori e quando sussistono ragioni di stabilità. La riforma ha anche
ridotto i quorum costitutivi e deliberativi necessari per l'assunzione delle delibere per
approvare tali operazioni.
4)Utili e ristorni.
La quota degli utili netti annuali, pari almeno al 10% per le banche popolari e il 70% per le
banche di credito cooperativo, deve essere destinata a riserva legale. Le banche di credito
41
cooperativo devono destinare una ulteriore quota utili netti annuali ai fondi mutualistici e
per la promozione e lo sviluppo della cooperazione. La quota utili che residua dopo le
destinazioni effettuate e che non sia distribuita ai soci o destinata ad altre finalità
statutaria, dovrà essere destinata ad assistenza e beneficenza. Le banche popolari
possono distribuire gli utili ai propri soci fino al 90%, mentre le banche di credito
cooperativo possono distribuire utili fino al 30%.
42
oggetto il governo societario, l'adeguatezza patrimoniale, il contenimento del rischio,
l'organizzazione amministrativa e contabile, i controlli interni, i sistemi di remunerazione e
incentivazione.
La banca di Italia può revocare l'autorizzazione: quando risultino irregolarità gravi
nell'amministrazione (violazioni delle disposizioni legislative e statutarie); vi siano perdite
del patrimonio rilevanti; la revoca sia richiesta su istanza motivata dagli organi
amministrativi o dall'assemblea straordinaria. La revoca consegue los cioglimento della
società.
2)Gli altri soggetti operanti nella concessione di finanziamenti: gli operatori del
microcredito e i CONFIDI.
Il TUB prevede, in deroga alla riserva di esercizio nei confronti del pubblico dell'attività di
concessione di finanziamenti concessa agli intermediari finanziari, che i soggetti iscritti in
un apposito elenco (tenuto dalla Banca di Italia) possano concedere finanziamenti a
persone fisiche, società di persone, srl semplificate, associazioni o società cooperative,
per l'avvio o l'esercizio dia attività di lavoro autonomo o di microimpresa. Il microcredito
mira a dare finanziamenti a soggetti non bancabili.
La disciplina detta specifici requisiti per l'iscrizione nell'elenco di operatori del microcredito
e definisce le caratteristiche dei finanziamenti che possono essere concessi.
I CONFIDI sono soggetti indicati all'attività di garanzia collettiva dei fidi
Si definiscono confidi i consorzi con attività esterna, quelli di garanzia collettiva dei fidi dei
liberi professionisti, società cooperative, società consortili per azioni/a responsabilità
limitata/cooperative, che svolgono attività di garanzia collettiva dei fidi. Tale attività
consiste nell'utilizzazione di risorse proveniente in tutto o in parte da imprese consorziate
o socie per la prestazione mutualistica e imprenditoriale di garanzie volte a favorirne il
finanziamento da parte delle banche e degli altri soggetti operanti nel settore: si
concedono fidi a banche e intermediari finanziari per la copertura parziale o totale di
perdite derivanti dai finanziamenti connessi alle piccole e medie imprese, utilizzando il
contributo degli associati che alimentano i fondi collettivi (fondi rischi).
I confidi sono costituiti da piccole e medie imprese industriali, commerciali, turistiche e di
servici,imprese artigiane e agricole. I confidi, anche di secondo grado, si devono iscrivere
in un elenco tenuto dall'Organismo, e devono esercitare in via esclusiva l'attività di
garanzia collettiva dei fidi e d i servizi ad essa connessi o strumentali. Il MEF, sentita la
Banca di Italia, ha il compito di determinare criteri oggettivi per la concessione
dell'autorizzazione della confidi per la loro iscrizione all'albo.
43
strettamente connessi all'emissione di moneta elettronica. Gli IMEL sono autorizzati dalla
banca d'Italia all'esercizio dell'attività all'esercizio dell'attività al ricorrere delle condizioni.
Nel caso in cui gli IMEL esercitino anche altre attività imprenditoriali il rilascio
dell'autorizzazione è subordinato al fatto che sia costituito un unico patrimonio destinato e
siano individuati uno o più responsabili di esso.
Gli IMEL sono soggetti a vigilanza informativa, regolamentare, ed ispettiva da parte della
Banca di Italia.Trova applicazione la disciplina degli assetti proprietari in quanto
compatibile ed in materia di condizioni contrattuali.
IMPRESE DI INVESTIMENTO
IN GENERALE
44
autorizzata a prestare il servizio di gestione FIA (fondi di investimento alternativi). Gli
intermediari finanziari autorizzati iscritti in un apposito albo della Banca di Italia possono
esercitare servizi e attività di negoziazione in conto proprio ed esecuzione degli ordini per
conto dei clienti di strumenti finanziari derivati, ma anche servizi di sottoscrizione e/o
collocamento con assunzione a fermo o con garanzia. Le società di gestione dei mercati
regolamentati (SGM) possono essere abilitate a svolgere l'attività di gestione dei sistemi
multilaterali di negoziazione.
Gli agenti di cambio iscritti nell'albo unico nazionale possono svolgere servizi e attività di
negoziazione in conto proprio ed esecuzione degli ordini per conto dei clienti di strumenti
finanziari derivati, collocamento senza con assunzione a fermo, gestione di portafogli.
La prestazione dei servizi di investimento è subordinata al rilascio di una autorizzazione
da parte dell'autorità competente dello stato membro di origine in cui è posta la sede
legale e la direzione generale del soggetti richiedente.
In Italia per l'autorizzazione sono previste procedure diverse procedure diverse per i vari
soggetti: per le SIM è la Consob, sentita la Banca di Italia, l'autorità competente a
rilasciare l'autorizzazione alla prestazione dei servizi di investimenti; per le banche
autorizzate in Italia e gli intermediari finanziari iscritti all'albo è la Banca di Italia, sentita la
Consob, la autorità competente a rilasciare l'autorizzazione; le SGR sono autorizzata dalla
Banca di Italia, sentita la Consob, all'esercizio del servizio di gestione collettiva del
risparmio con riferimento sia agli OICVM sia ai FIA, del servizio di gestione di portafogli,
dell' esercizio del servizio di consulenza in materia di investimenti e del servizio di
ricezione e trasmissione di ordini. Nessuna autorizzazione è prevista per la presentazione
del servizio di consulenza da parte delle persone fisiche e giuridiche iscritte all'albo dei
consulenti finanziari (in quanto non essendo soggetti abilitati non beneficiano del mutuo
riconoscimento). Con la direttiva MiFID la consulenza finanziaria è ricompresa tra servizi
e le attività di investimento.
45
via generale dalla Banca di Italia; allegare all'atto costitutivo e allo statuto il programma
dell'attività e una relazione sulla struttura organizzativa; possesso dei requisiti di
professionalità, indipendenza e onorabilità dei soggetti che svolgono funzioni di
amministrazione, direzione e di controllo; struttura di gruppo, se la SIM fa parte di una
struttura che non pregiudica l'esercizio della vigilanza.
E' il rilascio dell'autorizzazione che determina il momento costitutivo della SIM.
La Consob può negare l'autorizzazione qualora non risulti garantita la sana e prudente
gestione, e assicurata la capacità dell'impresa di esercitare correttamente i servizi o le
attività di investimento. Al verificarsi del momento costitutivo si ha l'iscrizione in un
apposito albo tenuto dalla Consob, al di fuori di tale schema non vi è SIM.
La società di intermediazione mobiliare devono dotarsi di una organizzazione interna che
assicuri l'efficiente esercizio dei servizi di intermediazione mobiliare, e dovranno svolgere
una gestione indipendente, sana e prudente adottando le misure idonee a salvaguardare i
diritti dei clienti sui beni affidati. Il controllo sull'organizzazione spetta sia alla Banca di
Italia (con riferimento al perseguimento della stabilità patrimoniale ed il contenimento dei
rischi) sia alla Consob (con riferimento agli obiettivi di trasparenza e correttezza
comportamentale)
Le SIM possono svolgere la loro attività al di fuori del territorio italiano attraverso
l'insediamento di una propria sede succursale. Le SIM che intendano prestare servizi di
investimento extracomunitario, senza una sede succursale, devono essere previamente
autorizzate dalla Banca di Italia, ma non è necessaria per l'esercizio di servizi oggetto al
principio di mutuo riconoscimento.
Le imprese comunitarie possono svolgere in Italia i servizi ammessi al mutuo
riconoscimento per i quali siano autorizzati nel paese di origine, ed è richiesta la
comunicazione alla Consob da parte delle autorità competente del paese di origine.
Con riferimento alla operatività in regime di libera prestazione di servizi le comunicazione
rese all'autorità italiana sono finalizzata a comunicare all'impresa le condizioni e le norme
di comportamento. Le imprese comunitarie che svolgono servizi non ammessi al mutuo
riconoscimento è necessario l'autorizzazione rilasciata dalla commissione, sentito l'organo
di vigilanza bancaria.
46
banche extracomunitarie sono obbligati a richiedere un autorizzazione che viene rilasciata,
sentita la Consob nel caso di attività di intermediazione mobiliare.
Nell'ipotesi di libera prestazione di servizi in Italia da parte di banche extracomunitarie è
necessaria l'autorizzazione del MEF.
Le società fiduciarie sono soggette alla disciplina del TUF, e non possono svolgere servizi
diversi da quello di gestione.
Gli agenti di cambio non possono essere più banditi concorsi per la nomina ad agente di
cambio e, al compimento del settantesimo anno di età, tali agenti cessano di appartenere
ai ruoli speciale o nazionale. Gli agenti di cambio sono iscritti nel ruolo unico nazionale
tenuto dal Ministero dell’economia e delle finanze: possono svolgere l'attività di
esecuzione di ordini, collocamento, gestione di portafogli, ricezione e trasmissione di ordini
e consulenza.
47
cliente per raccomandare strumenti finanziari adatti alle sue esigenze. Nel caso in cui il
consulente non ottenga le informazioni sulla conoscenza ed esperienza in investimento
del cliente, esso dovrà astenersi dal prestare la propria attività.
Avere consentito alle persone fisiche l'esercizio di un servizio di investimento è una novità
rilevante ed è una eccezione nel sistema dei servizi di investimento (riservata solo a
soggetti organizzati in forma societaria). E' prevista anche la possibilità di costituire società
di consulenza finanziaria alle quali si applica il regolamento Consob di attuazione degli
articoli in materia di consulenti finanziaria.
Il consulente deve rispettare il requisito dell'indipendenza al fine di assicurare l'oggettività
e l'imparzialità dei consigli resi: rappresenta un tratto caratterizzante dei consulenti o
società di consulenza tanto da essere determinante per l'iscrizione all'albo.
La consulenza finanziaria è un’attività basata sulla valutazione delle esigenze del cliente e
sulla capacità di assisterlo professionalmente nella gestione del patrimonio così come
nell'elaborazione di strategie d'investimento coerenti con gli obiettivi predeterminati, nel
rispetto dei vincoli di rischio, costi e appropriatezza e/o adeguatezza. In seguito alla crisi
creatasi sui mercati finanziari la consulenza svolta in modo professionale ha un veloce
sviluppo, in quanto gli investitori hanno un rapporto diretto e ottengono raccomandazioni
personalizzate.
48
L'autorizzazione alla prestazione del servizio di gestione collettiva del risparmio e di
gestione su base individuale di portafogli di investimento per conto terzi è rilasciata dalla
Banca d'Italia, sentita la Consob.
Le SGR autorizzate alla prestazione di tali servizi sono iscritte all'apposito Albo tenuto
dalla Banca d'Italia.
Secondo quanto dispone il Testo Unico alle SGR è riservata, unitamente alle SICAV, la
prestazione di servizi di gestione collettiva, comprendenti la promozione, istituzione ed
organizzazione dei fondi comuni di investimento nonché la gestione del patrimonio degli
organismi di investimento collettivo del risparmio; inoltre le SGR possono prestare il servizio di
gestione su base individuale di portafogli di investimento per conto terzi, istituire e gestire fondi
pensione e svolgere le attività connesse e strumentali stabilite dalla Banca d'Italia, sentita la
Consob.
La normativa impone una netta separazione tra le due attività disponendo altresì che le SGR
non possano svolgere alcun altro tipo di servizio finanziario o d'investimento, come ad
esempio l'attività di negoziazione.
L’azione della vigilanza della Banca di Italia è volta, come per le banche, a stimolare un
efficiente governo dei rischi da parte degli intermediari. La peculiarità che caratterizza gli
intermediari specializzati nella gestione del risparmio è che, accanto alla capacità di
gestire i rischi assunti in proprio, rileva in modo particolare quella di controllare i rischi
assunti per conto della clientela. Gli strumenti utilizzati a tal fine dalla vigilanza sono
essenzialmente due: la promozione di assetti organizzativi aziendali adeguati (con
riferimento alla trasparenza dell’assetto proprietario, alla solidità della governance, alla
completezza dei sistemi informativi, alla efficacia delle procedure di controllo dei rischi e
del più generale sistema dei controlli interni) e/o la fissazione di limiti prudenziali
all’assunzione dei rischi per conto dei fondi. L’importanza cruciale rivestita dalla verifica
dell’adeguatezza degli assetti organizzativi delle SGR è collegata alla forte dinamicità
dell’ambiente in esse cui operano: la competitività, la prosperità e la stessa sopravvivenza
di tutti gli operatori dipendono dall’efficacia e dalla tempestività con le quali essi sono in
grado di percepire i segnali provenienti dall’ambiente stesso, elaborare una valida
strategia di risposta e porre in essere gli strumenti per attuarla, dotandosi delle risorse
tecniche e umane necessarie e assicurandosi che i comportamenti 7 intrapresi a ogni
livello della struttura organizzativa siano congrui ai fini del raggiungimento degli obiettivi
fissati e rispettosi dell’interesse dei clienti. In tale ambito, un elemento di fondamentale
importanza dal punto di vista della vigilanza è ovviamente costituito dall’adozione di
affidabili procedure di gestione dei rischi aziendali e, soprattutto, di quelli assunti per conto
della clientela. Nel disegno e nella gestione del sistema di controllo dei rischi i massimi
organi decisionali della società debbono svolgere un adeguato ruolo di decisione,
supervisione e indirizzo, assicurandosi che tutti i profili di rischio rilevanti per l’operatività
della società e dei fondi siano monitorati, valutati, misurati e gestiti. L’assetto organizzativo
deve essere più in generale caratterizzato da efficaci sistemi di controllo interno, imperniati
su procedure interne codificate in modo adeguato e rispettate a tutti i livelli organizzativi e
sulla creazione di unità appositamente dedicate al loro monitoraggio e verifica, autonome
dai settori operativi e in stretto contatto con l’alta direzione e il collegio sindacale. Al
contenimento dei rischi assunti dalle SGR per conto della clientela contribuisce altresì in
modo rilevante il rigoroso rispetto delle norme che impongono agli intermediari di
mantenere i beni di pertinenza dei singoli clienti di cui essi dispongono in relazione al
servizio di gestione individuale separati da quelli della società medesima e da quelli degli
altri clienti.
I controlli in sede di autorizzazione iniziale sono volti ad assicurare che la prestazione dei
servizi di gestione del risparmio sia svolta da intermediari dotati di adeguata
49
organizzazione, controllati e diretti da soggetti qualificati professionalmente e in grado di
garantire la sana e prudente gestione degli intermediari medesimi. La Banca d’Italia, oltre
ad intervenire in sede di autorizzazione iniziale, è in particolare responsabile per il nulla
osta ai trasferimenti di quote rilevanti del capitale delle SGR e per l’autorizzazione delle
operazioni di fusione tra SGR. La Banca d’Italia esercita il controllo “on going”
sull’evoluzione della situazione tecnica delle SGR e sul rispetto della normativa mediante
gli strumenti della vigilanza informativa e ispettiva. I flussi informativi attivati dall’organo di
vigilanza sono molteplici e vanno dalla segnalazione periodica di dati in via elettronica,
all’invio della documentazione di bilancio e delle riunioni assembleari, alle comunicazioni
relative agli assetti proprietari, alle relazioni sulla struttura organizzativa, ecc
50
4)La prevenzione delle crisi bancarie e finanziarie
Vi sono dei rimedi tesi a prevenire l'insorgere di fenomeni critici.
Il TUF stabilisce che le autorità di vigilanza possono convocare gli amministratori, i sindaci
e i dirigenti dei soggetti abilitati degli organi collegiali fissandone l'ordine del giorno.
51
Sono provvedimenti che mirano ad interferire nello svolgimento dell'attività bancaria e
finanziaria, condizionandola attraverso l'orientamento della medesima verso il
perseguimento di determinati obiettivi (quindi divieto di determinati atti o complessi di atti).
Provvedimento ingiuntivo di maggiore gravità è il divieto di intraprendere nuove operazioni:
è fermato così l'esercizio dell'attività imprenditoriale, limitandola allo svolgimento di quelle
operazioni che non rivestano carattere della novità.
Il TUB consente alla banca Italiana di imporre tale divieto o la chiusura di succursali in
caso di violazioni di disposizioni legislative, amministrative o statutarie (quindi al
manifestarsi di irregolarità di gestione).
Analogo divieto può essere importo alle banche comunitarie qualora si verifichino
violazioni delle disposizioni relative alle succursali o alla prestazione di servizi nel territorio
della Repubblica, e manchino o risultino inadeguati i provvedimenti dell'autorità
competente (in questo caso i provvedimenti devono essere giustificati dalla necessità di
tutelare gli interessi generali ovvero dei depositanti, dei risparmiatori e degli altri soggetti a
cui prestano servizi).
Il divieto di intraprendere nuove operazioni, riguardante i singoli servizi o attività anche
limitatamente a singole succursali, può essere posto anche alle imprese di investimento
nazionale quando le violazioni connesse possono pregiudicare la tutela degli investitori.
6)Amministrazione straordinaria
Quando la situazione critica dell'organismo bancario o finanziario raggiunga uno stadio, in
cui siano già emerse gravi irregolarità o perdite rilevanti, la soluzione adottata è
l'amministrazione straordinaria: sono sostituiti gli organi amministrativi e di controllo
dell'impresa da una autorità, allo scopo di un raggiungimento di una soddisfacente
soluzione. La disciplina è dettata dal TUB per le banche e dal TUF per le SIM, SGR e
SICAV.
6.1 presupposti
Il MEF può adottare, su proposta della Banca di Italia, il decreto di amministrazione
straordinaria di una banca quando vi siano irregolarità amministrative, violazioni delle
disposizioni legislative, amministrative o statutarie che ne regolano l'attività e quando vi
siano gravi perdite patrimoniali.
52
6.2 Organi della procedura
Il decreto del MEF viene pubblicato per estratto nella gazzetta ufficiale, ma gli effetti del
decreto decorrono dalla data del medesimo. Nei 15 gg successivi l'adozione del decreto la
Banca di Italia provvede a nominare uno o più commissari straordinari ed il comitato di
sorveglianza (composto da 3 o 5 membri) che nomina al suo interno a maggioranza un
presidente.
6.3 Durata
La procedura di amministrazione straordinaria ha durata di un anno dalla data di
emanazione del decreto dal MEF, salvo che il decreto non fissi una durata inferiore o che
la chiusura della procedura sia anticipata (con autorizzazione della Banca di Italia)
In situazioni eccezionali è ammessa una proroga di 6 mesi.
Al termine della procedura sono ammessi breve proroghe tecniche non superiori a due
mesi.
7.1 Presupposti
I presupposti della liquidazione coatta e amministrativa sono quelli dell'amministrazione
straordinaria, solo che a differenza di quest'ultima devono essere di eccezionale gravità:
irregolarità amministrative, violazioni delle disposizioni legislative, amministrative o
statutarie che ne regolano l'attività e quando vi siano gravi perdite patrimoniali. Il MEF, su
53
proposta della Banca Di Italia, emana un decreto con cui si dispone sia la revoca
dell'autorizzazione dell'esercizio dell'attività bancaria o finanziaria sia l'inizio della
procedura di liquidazione coatta e amministrativa.
Ulteriore presupposto è la dichiarazione dello stato di insolvenza, che vincola la Banca di
Italia a proporre al MEF a disporre la liquidazione coatta amministrativa.
54
(preferito meno denaro adesso che più denaro più avanti). La proposta di concordato deve
essere depositata in cancelleria del tribunale. Il tribunale decide in camera di consiglio
sulla proposta di concordato, tenendo conto anche di eventuali opposizioni e il parere su
queste della Banca di Italia. All'esecuzione del concordato sovraintendono i commissari
liquidatori assistiti dal comitato di sorveglianza. Con l'esecuzione del concordato si chiude
la procedura di liquidazione coatta e amministrativa.
8)BRRD e bail-in
La direttiva BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive) introduce in tutti i paesi
europei regole armonizzate per prevenire e gestire le crisi delle banche e delle imprese di
investimento. La BRRD deve ancora essere recepita in Italia: il 2 luglio il Parlamento ha
approvato la legge di delegazione europea contenente la delega al Governo per il suo
recepimento. La BRRD dà alle autorità di risoluzione poteri e strumenti per:
i) pianificare la gestione delle crisi;
ii) ) intervenire per tempo, prima della completa manifestazione della crisi;
iii) gestire al meglio la fase di “risoluzione”.
Per il finanziamento delle misure di risoluzione è prevista la creazione di fondi alimentati
da contributi versati dagli intermediari. Già durante la fase di normale operatività della
banca, le autorità di risoluzione dovranno preparare piani di risoluzione che individuino le
strategie e le azioni da intraprendere in caso di crisi; potranno intervenire, con poteri assai
estesi, già in questa fase, per creare le condizioni che facilitino l’applicazione degli
strumenti di risoluzione, cioè migliorare la resolvability delle singole banche.
Sarà compito delle autorità di supervisione approvare piani di risanamento predisposti
dagli intermediari, dove vengono indicate le misure da attuare ai primi segni di
deterioramento delle condizioni della banca. La BRRD mette, inoltre, a disposizione delle
autorità di supervisione strumenti di intervento tempestivo (early intervention) che
integrano le tradizionali misure prudenziali e sono graduati in funzione della problematicità
dell’intermediario: nei casi più gravi, si potrà disporre la rimozione dell’intero organo di
amministrazione e dell’alta dirigenza e, se ciò non basta, nominare uno o più
amministratori temporanei.
Tale direttiva è stata recepita in Italia.
Le autorità di risoluzione possono sottoporre una banca a risoluzione se ritengono
soddisfatte tutte le seguenti condizioni:
la banca è in dissesto o a rischio di dissesto (ad esempio, quando, a causa di perdite,
l’intermediario abbia azzerato o ridotto in modo significativo il proprio capitale);
non si ritiene che misure alternative di natura privata (quali aumenti di capitale) o di
vigilanza consentano di evitare in tempi ragionevoli il dissesto dell’intermediario;
55
sottoporre la banca alla liquidazione ordinaria non permetterebbe di salvaguardare la
stabilità sistemica, di proteggere depositanti e clienti, di assicurare la continuità dei servizi
finanziari essenziali e, quindi, la risoluzione è necessaria nell’interesse pubblico.
Le autorità di risoluzione potranno:
vendere una parte dell’attività a un acquirente privato;
trasferire temporaneamente le attività e passività a un’entità (bridge bank) costituita e
gestita dalle autorità per proseguire le funzioni più importanti, in vista di una successiva
vendita sul mercato;
trasferire le attività deteriorate a un veicolo (bad bank) che ne gestisca la liquidazione in
tempi ragionevoli;
applicare il bail-in, ossia svalutare azioni e crediti e convertirli in azioni per assorbire le
perdite e ricapitalizzare la banca in difficoltà o una nuova entità che ne continui le funzioni
essenziali.
Il bail-in (letteralmente salvataggio interno) è uno strumento che consente alle autorità di
risoluzione di disporre, al ricorrere delle condizioni di risoluzione, la riduzione del valore
delle azioni e di alcuni crediti o la loro conversione in azioni per assorbire le perdite e 3
ricapitalizzare la banca in misura sufficiente a ripristinare un’adeguata capitalizzazione e a
mantenere la fiducia del mercato.
Gli azionisti e i creditori non potranno in nessun caso subire perdite maggiori di quelle che
sopporterebbero in caso di liquidazione della banca secondo le procedure ordinarie.
Il bail-in si applica seguendo una gerarchia la cui logica prevede che chi investe in
strumenti finanziari più rischiosi sostenga prima degli altri le eventuali perdite o la
conversione in azioni. Solo dopo aver esaurito tutte le risorse della categoria più rischiosa
si passa alla categoria successiva.
In primo luogo, si sacrificano gli interessi dei “proprietari” della banca, ossia degli azionisti
esistenti, riducendo o azzerando il valore delle loro azioni. In secondo luogo, si interviene
su alcune categorie di creditori, le cui attività possono essere trasformate in azioni – al fine
di ricapitalizzare la banca – e/o ridotte nel valore, nel caso in cui l’azzeramento del valore
delle azioni non risulti sufficiente a coprire le perdite.
Ad esempio, in caso di bail-in, chi possiede un’obbligazione bancaria potrebbe veder
convertito in azioni e/o ridotto (in tutto o in parte) il proprio credito, ma solo se le risorse
degli azionisti e di coloro che hanno titoli di debito subordinati (cioè più rischiosi) si sono
rivelate insufficienti a coprire le perdite e ricapitalizzare la banca, e sempre che l’autorità
non decida di escludere tali crediti in via discrezionale, al fine di evitare il rischio di
contagio e preservare la stabilità finanziaria.
L’ordine di priorità per il bail in è il seguente: i) gli azionisti; ii) i detentori di altri titoli di
capitale, iii) gli altri creditori subordinati; iv) i creditori chirografari; v) le persone fisiche e le
piccole e medie imprese titolari di depositi per l’importo eccedente i 100.000 euro; vi) il
fondo di garanzia dei depositi, che contribuisce al bail-in al posto dei depositanti protetti.
56
L'utilizzo di collaboratori esterni incide sulla tipologia di rischi assunti dagli intermediari e
può avere riflessi negativi sulla sana e prudente gestione aziendale.
La disciplina della vigilanza ha riconosciuto l'importanza di una attenta selezione dei
soggetti che distribuiscono prodotti e servizi, ha fornito specifiche indicazioni per verificare
l'operato dei collaboratori esterni. Sono state altresì introdotte disposizioni volte ad
assicurare il rispetto dei requisiti di professionalità e onorabilità soggettiva, di capacità e di
adeguatezza operativa, di trasparenza nelle relazioni del mercato.
Principalmente la distribuzione dei prodotti e servizi avviene con la consulenza,
promozione, collocamento e mediazione.
L'ordinamento nazionale disciplina la distribuzione di prodotti e servizi attraverso una serie
di statuti applicabili ai diversi operatori che svolgono tali attività.
La promozione e il collocamento all'esterno di strumenti finanziari e servizi di investimento
sono riservati ai promotori finanziari.
La consulenza relativa a strumenti finanziari e dei servizi di investimento è riservata ai
consulenti finanziari e alle società di consulenza finanziaria.
Nell'ambito dell'intermediazione assicurativa operano gli agenti assicurativi (con o meno
potere di rappresentanza) e i broker o mediatori (che operano su incarico del cliente e non
hanno potere di rappresentanza).
Al vertice del nuovo sistema di gestione della crisi sarà collocata la BCE, ad essa sarà
affiancata la commissione, il consiglio. In particolare: la BCE che comunica lo stato di
dissesto alla commissione, al comitato e alla autorità vigilanti nazionali; COMITATO a cui
compete la valutazione dell'esistenza di una minaccia sistemica per l'intero settore
finanziario, nonchè della disponibilità di eventuali soluzione basate sul settore privato.
COMMISSIONE a cui spetta decidere di avviare la risoluzione della crisi e indicare al
comitato gli strumenti di risoluzione da utilizzare. Sarà quindi il comitato ad adottare un
programma di risoluzione, in collaborazione con le autorità nazionali, le quali daranno poi
esecuzione alle misure stabilite dal comitato.
57
In caso di violazioni è possibile applicare sanzioni seguendo il criterio di intensità: richiamo
scritto, sanzioni amministrative pecuniarie, sospensione cautelare dall'albo, sospensione
sanzionatorie e radiazione dallo stesso.
Regole di comportamento: obblighi di diligenza, correttezza e trasparenza; doveri di
rispetto delle disposizioni legislative e regolamentari e dei codici di autodisciplina.
Vi è l'obbligo di riservatezza delle informazioni acquisite dalla clientela e di conservazione
della documentazione.
Il TUF prevede la responsabilità solidale dell'intermediario che fornisce l'incarico al
promotore per i danni arrecati a terzi del promotore.
58
responsabilità professionale. Nel caso di persone giuridiche ulteriori requisiti sono con
riferimento all'oggetto sociale (carattere esclusivo di attività di mediatore creditizio), alla
forma giuridica (spa, sapa, srl e società cooperative), di requisiti patrimoniali minimi
(capitale sociale non versato non inferiore a quello previsto per le spa), di sede legale e
amministrativa in Italia, requisiti di onorabilità da parte dei soci di controllo e di onorabilità
e professionalità da parte degli esponenti aziendali.
Rilevante è la stipulazione di una polizza assicurativa contro i danni arrecati nell'esercizio
dell'attività, derivanti da condotte proprie o di terzi: deve coprire i danni arrecati da
negligenze, errori professionali ed infedeltà dei dipendenti, dei collaboratori o delle
persone del cui operato devono rispondere per legge. I controlli sull'accesso dell'attività
vengono affidati ad un organismo avente personalità giuridica, con autonomia giuridica e
statutaria. L'Organismo per la gestione degli elenchi degli agenti e mediatori è incaricato
della gestione degli elenchi degli iscritti e della verifica dei requisiti e opera sotto la
supervisione della Banca di Italia. All'organismo è riconosciuto il potere di vigilanza
ispettiva e informativa (ispezioni in cui si richiedono l'esibizione di atti e documenti e
richiesta di informazioni e notizie). L'organismo è competente per tutti i provvedimenti
sanzionatori connessi alla gestione degli elenchi: richiamo scritto alla sospensione per un
minimo di 6 mesi e massimo di un anno; cancellazione.
59
2)Rating di credito internazionale: in questo caso stiamo facendo riferimento a giudizi che
permettono di comprendere rischi e costi del trasferire titoli esteri (dunque espressi in
valuta estera) nel proprio paese e nella propria valuta.
3)Rating sul debito delle nazioni: così come accade nel caso societario, anche uno Stato
emette delle obbligazioni. Più esso sarà in grado di ripagare i propri debiti, più il rating a lui
assegnato dalle agenzie sarà migliore. Facciamo un esempio europeo: la Germania è
considerata il Paese più affidabile e il suo rating è elevato al contrario invece di Italia e
Grecia che hanno valutazioni molto più basse.
4)Country ceiling rating: in questo caso si valutano i rischi e i costi di un investimento fuori
dai confini nazionali. Il giudizio viene espresso in merito alle possibili misure che uno Stato
può o meno attuare per bloccare l’esodo di capitali.
60
4)segue le modifiche introdotte dal Reg. (UE) n. 513/2011 e la supervisione
dell'ESMA.
Il regolamento del 2011 ha provveduto a rinnovare il regime di registrazione e di vigilanza
permanente sule agenzie di rating operanti sul territorio europeo, il superamento della
ramificazioni di funzioni tra autorità nazionali e il CESR e il conseguente accentramento in
via esclusiva dei poteri di supervisione presso l'ESMA.
L'ESMA ha provveduto ad identificare le caratteristiche principali del mercato del rating ed
a elaborare standard e documenti di supervisione al fine di garantire la qualità e
l'indipendenza nelle fasi di elaborazione e diffusione dei giudizi da parte delle agenzie.
Il regolamento europeo del 2011 ha di conseguenza modificato la disciplina della tenuta
dell'elenco e alla procedura di registrazione delle agenzie: prevede che l'ESMA è
responsabile delle fasi di recepimento, sull'esame e della notifica della registrazione da
parte delle agenzie intenzionate ad operare sul territorio europeo; attribuisce all'ESMA
funzioni di supervisione periodica sull'attività delle agenzie registrate, in particolare ha la
facoltà di chiedere informazioni riguardanti le agenzie di rating rivolgendosi a qualunque
persona fisica coinvolta nell'attività di merito creditizio; attribuisce all' ESMA poteri di
indagine e di ispezioni in loco; attribuisce all 'ESMA il potere di erogare sanzioni per
violazioni di natura comportamentale, strategica ed operativa (sospensione temporanea
della registrazione; revoca registrazione).
61
LA TRASPARENZA NELLO SVOLGIMENTO DELL'ATTIVITA'
2)segue la trasparenza bancaria e gli strumenti di tutela del cliente: gli obblighi di
pubblicità e informazione
La tutela del cliente viene perseguita in tre modi:
1. con obblighi di pubblicità e informazione della clientela, sia in via preventiva che in
costanza del rapporto contrattuale. L'intento perseguito è quello di porre il cliente
nella condizione di potersi adeguatamente informare sulle condizioni alle quali
l'intermediario effettua una determinata operazione o presta un determinato
servizio, sempre nei limiti del fatto che le informazioni pubbliche non costituiscono
offerta al pubblico. A questo scopo in ciascun locale aperto al pubblico devono
essere pubblicizzati i tassi di interesse, i prezzi, le spese per le comunicazioni e
ogni altra condizione economica relativa alle operazioni e servizi offerti. Il
documento denominato “principali diritti del cliente”, da esporsi nei locali aperti al
pubblico, segui un prototipo della Banca di Italia ed indica i principali diritti del
cliente e gli strumenti di tutela a sua disposizione. Gli intermediari devono mettere a
disposizione della clientela altre guide riguardanti i termini dei contratti di conto
corrente offerti ai consumatori e i servizi associati (es. Bancomat),e i mutui ipotecari
offerti. Vi sono “fogli informativi” che contengono informazioni sull'intermediario,
sulle condizioni e sulle caratteristiche dell'operazione e del servizio offerto. Gli
intermediari devono conservare una copia dei fogli informativi per 5 anni. Vi è un
ulteriore documento, quale “documento di sintesi”, in cui sono indicate le condizioni
contrattuale ed economiche maggiormente significative.
Le attuali norme di vigilanza si occupano della trasparenza delle condizioni contrattuali in
caso di “offerta fuori sede” e delle “tecniche di comunicazione a distanza”. Per l'offerta
fuori sede, se realizzata attraverso soggetti terzi, la informativa contrattuale è integrata dai
dati relativi al soggetto che entra in contatto con il cliente e l'intermediario committente è
responsabile del rispetto degli obblighi di trasparenza da parte del soggetto incaricato. Al
cliente deve essere consegnata una copia del documento “principali diritti del cliente” e del
62
“foglio informativo”. Con riferimento alle tecniche di comunicazione a distanza sè stato
stabilito che gli strumenti informativi, attraverso internet, devono essere accessibili al
cliente attraverso il sito dell'intermediario, mentre in caso di telefonia vocale all'inizio della
conversazione l'incaricato deve indicare la propria identità e il fine commerciale per cui
chiama.
In ogni caso quando si ricorre a tecniche di comunicazione a distanza vi è l'obbligo di
fornire al cliente il contratto in forma cartacea o su altro supporto durevole (e il cliente
dopo la conclusione del contratto può sempre ottenerne una copia cartacea).
Il TUB stabilisce che è a carico delle banche e degli intermediari finanziari fornire per
iscritto al cliente, una volta all'anno o ala scadenza del contratto, comunicazione completa
e chiara in merito allo svolgimento del rapporto.
2. con il rispetto di determinate formalità. Il TUB in questo caso pone l'obbligo di
redazione in forma scritta di tutti i contratti della normativa speciale, ad eccezioni di
quelli individuati dal CICR sulla base di motivate ragioni tecniche. Le disposizioni
secondarie hanno completato la previsione di legge prevedendo ad es. l'obbligo di
forma scritta per le operazioni e i servizi prestati in via occasionale per transazioni
inferiori a 5 mila euro. L'inosservanza dell'obbligo di forma scritta comporta la nullità
del contratto, ma è una nullità relativa in quanto può essere rilevata dal giudice solo
se a vantaggio del cliente (quale parte più debole del contratto). Il contratto è nullo
anche nel caso in cui vi siano clausole di rinvio agli usi in materia di tassi di
interesse e condizioni economiche praticate, e che prevedono tassi e condizioni
svantaggiose per la clientela rispetto a quanto pubblicizzato. La normativa
secondaria prescrive il contenuto obbligatorio dei contatti, tra cui l'indicatore
sintetico di costo (che evidenzia i costi effettivamente sostenuti dal cliente). Il TUB
infine prevede che l'organo di vigilanza può prescrivere un contenuto tipico
determinato (a pena di nullità), e una applicazione di ciò è avvenuto con il contratto
del conto corrente semplice modellato secondo le esigenze dei consumatori.
3. disciplinando direttamente alcuni profili di rapporto tra banca o intermediario
finanziario e cliente . Il TUB prevede che nel caso di modifica unilaterale delle
condizioni contrattuali le variazioni siano modificate al cliente evidenziando la
formula “ proposta di modifica unilaterale del contratto”, l'inosservanza comporta
l'inefficacia solo se è sfavorevole al cliente, E' richiesto un preavviso di 30 gg e la
modifica si intende approvata se il cliente non receda dal contratto entro 60 gg. In
caso di recesso il cliente ha diritto alle condizioni precedentemente praticate. Le
norme di vigilanza impongono l'invio di un “documento di sintesi” aggiornato in cui
vi siano tutte le variazioni (non è sottratto l'intermediario dalla comunicazione
individuale neanche se si avvale di strumenti informativi generalizzati come la
Gazzetta Ufficiale).
63
Il TUB per la prestazione dei servizi di investimento e accessori prevede: l'obbligo di forma
scritta e di consegna di una copia del contratto al cliente; l'autorità di vigilanza (Consob
sentita la Banca di Italia) ha il potere di derogare tale obbligo; nullità per inosservanza
dell'obbligo di informazione; nullità per clausole di rinvio degli usi relativamente alle
condizioni economiche praticate; l'onere della prova di aver agito con diligenza, nel caso di
risarcimento danno, è a carico dei soggetti abilitati.
Il TUF, sempre con riferimento ai servizi di investimento e nella prospettiva di tutela
dell'investitore, prevede: regole comportamentali ed operative; norme relative alle attività
di promozione o di collocamento presso il pubblico di strumenti finanziari o servizi di
investimento svolte fuori sede o a distanza.
Il TUB prevede anche regole di trasparenza per i servizi di pagamento:
-onere della prova a carico dell'esercente il servizio sulla sua correttezza di
comportamento;
-con l'art 126 ter, ora abrogato, prevedeva che:il prestatore dei servizi di pagamento non
può richiedere all'utilizzatore spese inerenti all'informativa resa ai sensi di legge; il
prestatore di servizi di pagamento e l'utilizzatore possono concordare le spese relative a
informazioni supplementari o più frequenti, rispetto a quelle rese ai sensi di legge, ovvero
quelle relative alla trasmissione con strumenti di comunicazione diversi rispetto a quelli
previsti dal contratto quadro. Le spese sono adeguate e conformi ai costi effettivi sostenuti
dal prestatore dei servizi di pagamento.
64
Il codice penale fornisce una definizione di riciclaggio: è il comportamento di chi sostituisce
o trasferisce beni o altre utilità proveniente dal delitto non colposo, o compie in relazione
ad essi altre operazioni, in modo da ostacolare l'identificazione della loro provenienze
delittuosa. Il decreto fornisce la seguente definizione di riciclaggio: "qualsiasi attività tesa ,
con ogni mezzo, alla provvista di risorse economiche da destinare al compimento di delitti
con finalità terroristiche"" assume rilevanza perciò non solo la movimentazione di
ricchezza di provenienza illecita, ma anche di quella prodotta in modo assolutamente
lecito, ma orientata a sostenere sul piano finanziario attività di tipo terroristico.
Tale definizione però assume rilievo “ai fini del presente decreto” e si distingue dalle norme
penali per la mancata esclusione del caso di concorso dell'attività illecita, tanto che
sembra rilevate l'autoriciclaggio: l' autoriciclaggio si ha solo nel caso in cui la condotta del
soggetto agente riammette in circolazione il denaro proveniente da attività illecita, mentre
risponde di riciclaggio colui che non ha concorso nel reato presupposto, ma ha ripulito i
soldi di provenienza illecita nell'interesse di chi ha compiuto il delitto.
65
dei trasferimenti e delle movimentazioni sia tra soggetti diversi sia se il soggetto che
origina l'operazione coincida con il beneficiario. Qualora vi sia incertezza sulla veridicità o
sull'adeguatezza dei dati ai fini dell'identificazione del cliente, la soglia dell'importo non
assume alcun rilievo. → obblighi di adeguata verifica della clientela riguardano:
identificazione del cliente, identificazione del titolare effettivo, ottenere informazioni sulla
prestazione, effettuare un controllo costante delle operazioni.
66
7)segue..Le limitazioni all'uso del contante e dei titoli del portatore
Tutte le prescrizioni sono indirizzate a destinatari specificatamente individuati, in particolar
modo agli intermediari finanziari. La disciplina antiriciclaggio contiene una serie di
disposizioni che limitano l'uso del contante e dei titoli al portatore e che vengono riassunti
nella formula della “canalizzazione delle operazioni”. Il decreto pone il divieto del
trasferimento di denaro contante o di libretti di deposito bancari o postali al in euro o in
valuta estera, effettuato a qualsiasi titolo tra soggetti diversi , quando il valore oggetto di
trasferimento è complessivamente superiore o pari a 3.000 euro. Il trasferimento è vietato
anche quando è effettuato con pagamenti inferiori alla soglia che paiono artificiosamente
frazionati. Per gli importi eccedenti la soglia di legge la circolazione del contante è
possibile se ci si avvale per il trasferimenti di banche, istituti di moneta elettronica e poste
italiane S.p.a. (da qui il termine canalizzazione delle operazioni). La stessa soglia vale per
la libera circolabilità degli assegni bancari e postali e degli assegni circolari, vaglia postali
e cambiari: al di sopra di tale importo i titoli devono recare indicazione del beneficiario ed
essere muniti della clausola di non trasferibilità (banche e poste italiane S.p.a rilasciano
moduli di assegni già muniti di tale clausola, il cliente se vuole dovrà richiedere il rilascio di
moduli in forma libera pagando per ciascun modulo una imposta da bollo di 1,50 euro). I
libretti di deposito postali o bancari possono essere al portatore solo se inferiori ai 1000 ( il
decreto 90/2017 ha stabilito che dal 4 luglio 2017 i libretti al portatore non potevano più
essere emessi e quelli in circolazione dovevano essere estinti entro e non oltre il 31
dicembre 2018).
8)Lotta all'usura
Il codice di procedura penale prevede che commette usura chiunque si da da fare per
promettere o dare, sotto qualsiasi forma, per sé o per altri, in corrispettivo di una
prestazione di denaro o di altra unità, interessi o altri vantaggi usurai. E' stato definito un
limite soglia legale di usurarietà, attraverso il calcolo di tassi soglia. Sono usurai anche gli
interessi (nonostante inferiori a tale limite) e gli altri vantaggi o compensi che risultano
sproporzionati rispetto alla prestazione di denaro o altra utilità, quando chi li ha dati o
promessi è in condizioni di difficoltà economica e finanziaria. Criterio per la determinazione
del limite legale p il tasso medio risultante dall'ultima rilevazione pubblicata nella Gazzetta
Ufficiale, relativamente alle operazioni in cui il credito è compreso, aumentato di un quarto
cui si aggiunge un margine ulteriore di 4 punti percentuali. La differenza tra tale limite e il
tasso medio non può superare gli 8 punti percentuali. Si devono intendere usurai gli
interessi che superano il limite stabilito dalla legge nel momento in cui essi sono promessi
o comunque convenuti, a qualunque titolo, indipendentemente dal momento del loro
pagamento → irrilevanza usurarietà sopravvenuta (superino successivamente il limite
soglia dopo il calcolo del tasso soglia sulla base dei tassi rivlevatii in gazzetta
trimestralmente).
67
comuni, capoluoghi di provincia e città metropolitane e da comuni con popolazione
complessivamente non inferiore a 15 mila abitanti, nonché i direttori generali di ASL e di
aziende ospedaliere, di aziende ospedaliere universitarie e degli altri enti del servizio
sanitario nazionale.
Soggetti obbligati
Il Decreto comprende tra i soggetti obbligati anche le Società di Investimento a Capitale
Fisso (SICAF), i soggetti che erogano microcredito, i confidi, i consulenti finanziari
autonomi e le società di consulenza finanziaria.
Sono soggetti alla normativa antiriciclaggio anche gli intermediari bancari e finanziari e le
imprese assicurative con sede legale e amministrazione in un altro Stato membro, stabiliti
senza succursale sul territorio italiano.
68
mezzi di pagamento utilizzati. Tali sistemi di conservazione dei documenti devono altresì
essere idonei a garantire il rispetto delle norme in materia di protezione dei dati personali.
Obblighi di segnalazione
Per tale decreto costituisce ora elemento di sospetto il ricorso frequente o ingiustificato a
operazioni in contante e, in particolare, il prelievo o versamento in contante di importi non
coerenti con il profilo di rischio del cliente (viene, quindi, eliminato il riferimento alla somma
di 15.000 euro). La segnalazione all’UIF deve, inoltre, essere di regola effettuata prima di
compiere l’operazione.
Obblighi di comunicazione
Il Decreto prevede che l’obbligo di comunicare le operazioni potenzialmente sospette e i
fatti potenzialmente idonei a integrare violazioni degli obblighi previsti dal Decreto
residuino solo in capo al collegio sindacale, al consiglio di sorveglianza e al comitato per il
controllo sulla gestione.
Segnalazione di violazioni
Con Decreto è stato introdotto l’obbligo di adottare procedure interne volte ad incentivare
segnalazioni di violazioni, potenziali o effettive delle disposizioni in materia di
antiriciclaggio da parte del personale dipendente (c.d. “whistleblowing”).
Sanzioni
Infine, in relazione all’apparato sanzionatorio, il nuovo art. 55 del Decreto, relativo alle
sanzioni penali, distingue più nettamente le fattispecie delittuose da quelle
contravvenzionali: sono delitti soltanto le condotte di grave violazione degli obblighi di
adeguata verifica, conservazione dei documenti e fornitura di dati falsi per la verifica, che
siano realizzate con frode o falsificazione.
Quando la violazione degli obblighi di comunicazione non integra gli estremi della falsità o
della frode, l’illecito penale ha carattere di contravvenzione.
69
Identificato come cliente la persona fisica o giuridica alla quale un’impresa di investimento
presta servizi di investimento e/o servizi accessori, la MIFID impone a tutti gli intermediari
finanziari l’obbligo, prima di svolgere qualsiasi operazione con gli investitori, di verificare il
grado di conoscenza ed esperienza in materia di investimento di quest’ultimi,
classificandoli in una delle seguenti categorie:
1. controparte qualificata, in cui rientrano tutti gli investitori istituzionali le cui attività
principali sono investire in strumenti finanziari;
2. cliente professionale, cioè che detiene le conoscenze e le competenze necessarie
per prendere le proprie decisioni in materia di investimenti e valutare correttamente
i rischi che assume.. In particolare la Direttiva specifica che dovrebbero essere
considerati clienti professionali i soggetti che sono tenuti a essere autorizzati o
regolamentati per operare nei mercati finanziari, i Governi e gli Enti pubblici
incaricati di gestire il debito pubblico e le imprese di grandi dimensioni che
rispettano alcuni requisiti.
3. cliente al dettaglio, individuati ad esclusione cioè è una categoria residuale
Nell’imporre a carico degli intermediari un obbligo di classificazione della clientela, la
MIFID prevede la possibilità per operatori appartenenti a una categoria di chiedere una
classificazione diversa Per un passaggio alla categoria superiore è richiesta la presenza di
almeno due dei tre requisiti seguenti:
• il cliente ha effettuato operazioni di dimensioni significative sul mercato nel quale intende
operare con frequenza media di 10 operazioni a trimestre nei quattro trimestri precedenti;
• il valore del portafoglio è superiore a 500mila euro;
• il cliente ha lavorato nel settore finanziario per almeno un anno in una posizione;
professionale che presupponga la conoscenza delle operazioni o dei servizi previsti. Se, al
contrario, un cliente richiede di passare a una categoria inferiore, l’intermediario deve
limitarsi a prendere atto della decisione, non avendo né l’obbligo né la possibilità di
verificare il grado di conoscenze del cliente. Una volta effettuata la classificazione della
clientela, l’intermediario dovrà, prima di ogni operazione, verificare l’adeguatezza o
l’appropriatezza degli strumenti e/o dei servizi proposti o richiesti dall’investitore.
70
di investimento è tenuta a precisare che non effettuerà il test di appropriatezza. Lo scopo
della modalità di execution only è quella di ridurre i tempi ed abbattere i costi.
La best execution
L'intermediario deve garantire la best execution degli ordini della clientela. La best
execution è l'obbligo posto a carico di un intermediario di eseguire al meglio l'ordine del
cliente. Il principio della best execution viene attuato attraverso il rispetto della strategia di
esecuzione degli ordini, detta execution policy, nella quale l'intermediario definisce le
modalità attraverso cui darà esecuzione degli ordini della clientela. La strategia di
esecuzione degli ordini è un documento nel quale un intermediario esplicita le priorità
adottate nell'esecuzione degli ordini, dunque prezzi, costi, probabilità di esecuzione, e
identifica le soluzioni di negoziazioni prese in considerazione per verificare le condizioni di
mercato.
71
obbligazioni, ai prodotti strutturati le ai derivati e norme di trasparenza già previste per i
mercati azionari.
72
Questi sono i criteri generali da osservare nella prestazione di tali servizio, ed è finalizzato
a tutelari i singoli investitori sia con riguardo alla conseguenze che la violazione delle
regole di comportamento comporta, sia con riferimento ai riflessi sull'affidabilità degli
intermediari al pubblico.
Questi sono standard di comportamento che tutti gli intermediari devono rispettare. E'
evidente che a carico dell'impresa di investimento vi sono oneri di informazione. Con la
Mifid si ha avuto una implementazione degli obblighi informativi: i clienti devono ricevere
informazioni sull'intermediario, sui suoi servizi, sugli strumenti finanziari, sulle strategie di
investimento e sull'eventualità che strumenti e somme siano detenute da un terzo.
3)Articolo 23 tuf
“1. I contratti relativi alla prestazione dei servizi di investimento, e, se previsto, i contratti
relativi alla prestazione dei servizi accessori, sono redatti per iscritto, i e un esemplare è
consegnato ai clienti. La Consob, sentita la Banca d'Italia, può prevedere con regolamento
che, per motivate ragioni o in relazione alla natura professionale dei contraenti, particolari
tipi di contratto possano o debbano essere stipulati in altra forma, assicurando nei
confronti dei clienti al dettaglio appropriato livello di garanzia. Nei casi di inosservanza
della forma prescritta, il contratto è nullo.
2. È nulla ogni pattuizione di rinvio agli usi per la determinazione del corrispettivo
dovuto dal cliente e di ogni altro onere a suo carico. In tal casi nulla è dovuto.
3. Nei casi previsti dai commi 1 e 2 la nullità può essere fatta valere solo dal cliente.
4. Le disposizioni del titolo VI, del T.U. bancario non si applicano:
1.a) ai servizi e attività di investimento;
2.b) al collocamento di prodotti finanziari;
3.c) alle operazioni e ai servizi che siano componenti di prodotti finanziari , in ogni caso,
alle operazioni di credito nonché ai servizi e conti di pagamento disciplinati T.U. bancario si
applicano le pertinenti disposizioni del titolo VI del T.U. bancario.
4-bis. Nella prestazione dei servizi e delle attività di investimento e dei servizi
accessori non vengono conclusi contratti di garanzia finanziaria con trasferimento del titolo
di proprietà con clienti al dettaglio al fine di assicurare o coprire obbligazioni presenti o
future, effettive o condizionate o potenziali dei clienti. Sono nulli i contratti conclusi in
violazione della presente disposizione. La Consob disciplina le modalità di svolgimento
dell'attività di cui al presente comma in caso di clienti professionali e di controparti
qualificate.
5. Nell'ambito della prestazione dei servizi e attività di investimento, agli strumenti
finanziari derivati
6. Nei giudizi di risarcimento dei danni cagionati al cliente nello svolgimento dei
servizi di investimento e di quelli accessori, spetta ai soggetti abilitati l'onere della prova di
aver agito con la specifica diligenza richiesta.
73
Le ADR sono basate sulla ricerca di una soluzione alla lite meno conflittuale e più
collaborativa.
74
tutela del cittadino, che ha il compito di valutare (ed eventualmente accogliere) i reclami
non accolti in prima istanza dall'ufficio reclami del soggetto che eroga un servizio.
L'attività dell'Ombudsman - Giurì Bancario è cessata nel 2017 quando ha preso avvio
l'Arbitro per le Controversie Finanziarie (ACF) gestito dalla Consob, organismo presso il
quale possono essere presentati gli stessi ricorsi che i clienti degli intermediari finanziari
avrebbero potuto proporre all'Ombudsman - Giurì Bancario.
75
4. se nella provincia dove l'investitore ha domicilio/sede non vi è conciliatore essa può
investire della controversia gli organismi di mediazione iscritti nel registro che
hanno manifestato la propria disponibilità.
Nella procedura di conciliazione:
1. ci si ispira ai principi di immediatezza, concentrazione , oralità (no obbligo verbale),
riservatezza, imparzialità e garanzia del contraddittorio;
2. conclude i suoi lavori entro 60 gg dal deposito dell'istanza;
3. il conciliatore in casi particolari può proporre una proroga di ulteriori 60 gg;
4. le parti devono corrispondere alle camere le spese di avvio della procedura solo in
caso di esito positivo di essa, e devono versare metà del compenso al conciliatore
(in caso contrario il compenso è a carico della Camera che vi provveder con le
risorse proveniente dalla Consob).
76
6)segue..svolgimento della procedura
L'Arbitro Bancario Finanziario è composto dai Collegi giudicanti e da una segreteria; ogni
collegio comprende un presidente, due membri nominati da Banca d'Italia e due membri
scelti rispettivamente dalle associazioni di intermediari e dalle associazioni che
rappresentano la clientela( composto da soggetti con adeguati requisiti di esperienza,
professionalità ed indipendenza). Ogni Collegio ha la sua segreteria tecnica, gestita da
Banca d'Italia.
La decisione sulle controversie è affidata al un collegio.
E' stato introdotto un collegio di coordinamento a cui si indirizzano questioni più
significative per ovviare al rischio di conflitti di giudicati tra le decisioni.
La decisione del collegio di coordinamento non definisce il ricorso rimesso alla sua
cognizione ma stabilisce il principio di diritto che i tre collegi ABF dovranno applicare nei
casi futuri. La banca di Italia organizza a livello locale le segreterie tecniche per lo
svolgimento delle funzioni dell'ABF, che sono poi coordinate a livello centrale dalla banca
di Italia stessa. La disciplina descrive le modalità e lo svolgimento della procedura
risolutiva dell'ABF:
1. il cliente insoddisfatto o il cui reclamo non ha avuto risposta nel termine previsto
presenta ricorso al collegio direttamente o indirettamente tramite una associazione
di categoriale, depositando il ricorso presso qualsiasi filiale della Banca di italia e
dandone informazione alla controparte (il ricorso è gratuito);
2. la decisione di accoglimento del ricorso è vincolante per l'intermediario che deve
darvi esecuzione entro 30 gg dalla comunicazione. In caso di mancata esecuzione
la segreteria dell'organo di vigilanza renderà pubblica l'inosservanza alla decisione
e la mancata cooperazione al funzionamento della procedura da parte
dell'intermediario (sanzione a carattere reputazionale);
3. il collegio si pronuncia entro i 60 gg successivi;
4. le decisioni dell'ABF non sono equiparabili ad una sentenza in quanto non
comporta effetti vincolanti, preclusivi o decisori. Tale decisione trova esecuzione
solo quando l'intermediario decida di aderirvi volontariamente. Le decisioni dell'ABF
vengono considerata regole, e la inosservanza comporta che essa venga acquisita
dall'organo di vigilanza che provvederà ad esercitare i poteri di controllo.
I MERCATI
L'OFFERTA AL PUBBLICO DI SOTTOSCRIZIONE E DI VENDITA DI PRODOTTI
FINANZIARI
1)Nozione
L'offerta al pubblico di prodotti finanziaria (prima della attuazione con il decreto del 2007
della Mifid era chiamata sollecitazione all'investimento) consiste in ogni comunicazione
rivolta a persone, in qualsiasi forma con qualsiasi mezzo, che presenti sufficienti
informazioni sulle condizioni dell'offerta e dei prodotti finanziari offerti, così da mettere un
investitori in grado di decidere di acquistare o di sottoscrivere tali prodotti finanziari,
incluso il collocamento tramite soggetti abilitati. Per sollecitare il pubblico all'investimento
l'emittente può proporre la vendita( offerta pubblica di vendita → OPV) o la sottoscrizione
(offerta pubblica di sottoscrizione → OPS) di prodotti finanziari che posso essere da lui
stesso emessi, ma può anche invitare il destinatario della sollecitazione a formulare una
proposta di acquisto o di sottoscrizione, oppure può svolgere l'emittente attività
promozionali finalizzate alla vendita o alla sottoscrizione,
L'operazione è sempre rivolta al pubblico (una pluralità indifferenziata di soggetti) o a
soggetti definiti determinati a posteriori.
77
2)Ambito applicativo e casi di inapplicabilità della disciplina
Le disposizioni sull'offerta al pubblico di sottoscrizione e di vendita non si applicano alle
offerte: rivolte ai solo investitori qualificati, fra i quali rientrano banche, imprese di
assicurazione, SGR, SIM e SICAV; rivolte ad un numero di soggetti non superiore a quelli
indicanti dalla Consob con regolamento (150 soggetti); di ammontare complessivo non
superiore a quello indicato dalla consob con regolamento (5000 euro); aventi ad oggetto
strumenti finanziari diversi da titoli di capitale o oggetti finanziari emessi dalla BCE i dalle
banche centrali nazionali degli stati membri; aventi ad oggetto strumenti del mercato
monetario.
In questi casi la inapplicabilità della disciplina è totale.
78
Se necessario per la tutela degli investitori la Consob può richiedere informazioni
supplementari. La Consob può richiedere l'omissione dal prospetto di determinate
informazioni se: sono contrarie all'interesse pubblico; rechino un grave pregiudizio
all'emittente ma l'omissione non deve trarre in inganno il pubblico; siano di minore
importanza nell'influenza del pubblico a sottoscrivere.
Ai fini dell'approvazione la Consob verificherà la completezza del prospetto e la coerenza
e comprensibilità delle informazioni fornite. Il procedimento di controllo, se positivamente
concluso, si chiude con provvedimento di approvazione del prospetto che quindi può
essere pubblicato. L'approvazione deve avvenire entro 10 gg dalla comunicazione se
l'offerta ha ad oggetto valori mobiliare emessi da un emittente che ha già valori mobiliari
ammessi alle negoziazioni in un mercato regolamentato.
Il prospetto è reso pubblico mediante deposito presso la Consob dell'originale e di una
copia riprodotta su supporto informativo.
5)Periodo di adesione
Il periodo di adesione, cioè quello in cui sono raccolte le sottoscrizioni di coloro che
intendono aderire alla sollecitazione, ha inizio entro 60 gg dalla data in cui è possibile
pubblicare il prospetto e non può avere durata inferiore ai 2 giorni. L'adesione all'offerta è
effettuata mediante la sottoscrizione di un modulo predisposte dall'offerente o con altre
modalità previste dal prospetto. L'offerta è revocabile nei casi previsti dal prospetto.
7)Responsabilità da prospetto
Qualunque fatto significativo, errore materiale o imprecisione relativi alle informazioni
contenute nel prospetto che sia atto ad incidere sulla valutazione dei prodotti finanziari e
che sopravvenga o sia rilevato tra il momento in cui è approvato il prospetto e quello in cui
è chiusa l'offerta al pubblico, deve essere menzionato in un supplemento del prospetto.
L'emittente, l'offerente e l'eventuale garante e altre persone responsabili delle informazioni
contenute nel prospetto rispondono, ciascuno in relazione alla parte propria di
competenza, dei danni subiti dall'investitore che abbia fatto affidamento sulla veridicità e
completezza delle informazioni contenute nel prospetto, a meno che non provino di aver
adottato ogni comportamento diligente allo scopo di assicurare che le informazioni fossero
conformi. La responsabilità di informazioni false o per omissioni idonee ad influenzare le
decisioni di un investitore ragionevole grava sull'intermediario responsabile del
collocamento, a meno che che non provi di aver adottato ogni comportamento diligente
allo scopo di assicurare che le informazioni fossero conformi. Le azioni risarcitorie sono
esercitate entro 5 anni dalla pubblicazione del prospetto, salvo che l'investitore provi di
avere scoperto le falsità delle informazioni o delle omissioni nei due anni precedenti
l'esercizio dell'azione.
79
di prodotti finanziari rivolti ad un numeri di soggetti e di ammontare superiore a quello
indicato dalla Consob con proprio regolamento.
Le offerte di acquisto o di scambio si distinguono in 3 tipologie: offerte pubbliche di
acquisto (OPA) quando il corrispettivo offerto è costituito da denaro; offerte pubbliche di
scambio (OPA) se il corrispettivo è dato da altri titoli; offerte pubbliche di acquisto e di
scambio (OPAS) qualora sia costituito sia da denaro che da titoli.
Con l'offerta pubblica di acquisto un soggetto (persona fisica o giuridica) si rivolge
direttamente ai titolari dei prodotti finanziari, perlopiù obbligazioni o titoli, offrendosi di
acquistare tali prodotti in loro possesso ad un determinato prezzo entro un certo periodo di
tempo.
L'attuale disciplina è suddivisa in due parti: la prima con riferimento alle procedure
applicabile a tutti i tipi di OPA e OPS; la seconda applicabile solo alle società italiane con
azioni quotate in mercati regolamentati italiani, in cui sono enunciate le OPA e OPS
obbligatorie.
2)Disposizioni generali
Le modalità di svolgimento delle OPA/OPAS possono essere schematizzate nelle seguenti
fasi:
1. gli offerenti comunicano alla Consob il documento di offerta
2. comunicazione dell'offerta all'emittente e al mercato
3. pubblicazione documento di offerta
4. periodo intercorrente tra la comunicazione dell'offerta e la data prevista per il
pagamento del corrispettivo
5. diffusione del comunicato dell'emittente in cui è espressa la valutazione dell'offerta
6. periodo di adesione
7. modifiche dell'offerta e lancio di offerte concorrenti
8. chiusura offerta
9. raccolta adesioni
80
2.2 Svolgimento dell'offerta
Con riguardo allo svolgimento dell'offerta, obiettivo di tale fase è portare a compimento
l'operazione attraverso la raccolta delle adesioni da parte dei titolari degli strumenti
finanziari oggetto di offerta.
L'adesione all'offerta avviene, presso l'offerente, gli intermediari incaricati e i depositari
abilitati alla prestazione di servizi di investimento, tramite la sottoscrizione della scheda di
adesione. Le adesioni possono essere anche raccolte sul mercato regolamentato secondo
modalità da concordare con la società di gestione del mercato. Il periodo di adesione, cioè
l'arco temporale in cui è possibile effettuare la sottoscrizione della scheda di adesione,
deve essere concordato con la società di gestione del mercato o, nel caso di strumenti
non quotati, con la Consob. Esso può durare minimo 15 giorni e massimo 25 giorni nel
caso di OPA totalitaria, minimo 15 giorni e massimo 40 giorno per tutte le altre offerte. Le
offerte che hanno come oggetto obbligazioni e altri titoli di debito la durata minima è
giorni. Il periodo di adesione non può avere inizio prima che siano trascorsi 5 giorni dalla
pubblicazione del documento di offerta o, nel caso in cui comprenda il comunicato
dell'emittente, prima del giorno di pubblicazione. Al fine di evitare manovre speculative il
TUF sancisce il principio della irrevocabilità dell'offerta.
81
2. La Consob, ai fini di vigilanza, può richiedere ulteriore documentazione, eseguite
ispezioni e assumere notizie dagli esponenti aziendali. Tale potere sussiste dalla
data della comunicazione inoltrata alla Consob dall'offerente fino ad un anno dalla
chiusura dell'offerta.
Il TUF prevede per le società italiane quotate i cui titoli sono oggetto dell'offerta, l'obbligo di
astenersi dal compiere atti od operazioni che si pongono in contrasto con gli obiettivi
dell'offerta, ovvero tutti quegli atti che possano compromettere la stabilità patrimoniale o
reddituale delle società bersaglio, a meno che non vi sia l'autorizzazione dell'assemblea
ordinaria o di quella straordinaria per le delibere di competenza (passivity rule).
Regola passivity rule: vieta agli amministratori di una società sotto Opa di intraprendere
iniziative difensive senza aver prima ottenuto il via libera dall’assemblea degli azionisti. È
un aspetto, questo, sul quale la direttiva europea sull’Opa del 2004 aveva lasciato piena
libertà d’azione agli stati membri. La passivity rule era stata soppressa in Italia a gennaio
2009 su richiesta del presidente della Consob ed è stata reintrodotta dal Governo con
effetto dal luglio 2010.
La regola di neutralizzazione definisce quella che nel mondo anglosassone è chiamata la
breakthrough rule: nel periodo di adesione dell'offerta non hanno effetto nei confronti
dell'offerente le limitazioni al trasferimento di titoli previste nello statuto ne hanno effetto le
assemblee chiamate a decidere sugli atti e le operazioni di difesa, le limitazioni al diritto di
voto previste nello statuto o da patti parasociali → si applica quando è mossa una OPA
OPS avente oggetto titoli emessi da società quotate italiane (escluse società cooperative).
82
Si ha il consolidamento della partecipazione quando l'obbligo di offerta deriva da acquisti
superiori al 5& o alla maggiorazione dei diritti di voto in misura superiore al 5% da parte di
chi già detiene la partecipazione (superiore al 30%) ma non dispone della maggioranza
dei diritti di voto.
5)Esenzioni
Si è esentati dall'obbligo di promuovere una OPA totalitaria quando il limite del 30% è
superato:
in presenza di altro/i soci che dispongono della maggioranza dei diritti di voto tramite
aumento di capitale;
in presenza di un piano di ristrutturazione del debito di una società quotata in crisi;
a seguito trasferimento fra società determinato dall'esercizio di diritti di opzione superato
per non più del 3% e l'acquirente si impegni a cedere le azioni in eccedenza e a non
esercitare i diritti di voto.
conseguente ad operazioni di fusione o scissione;
ottenuta a seguito di un'opa totalitaria.
6)L'acquisto di concerto
La regola che impone l'obbligo di offerta totalitaria (Offerta pubblica di acquisto
obbligatoria che deve essere promossa da chiunque venga a detenere una partecipazione
superiore alla soglia 30% in una società quotata) è esclusa quando si fraziona l'acquisto
tra una pluralità di soggetti, formalmente distinti, ma in realtà appartenenti ad una
coalizione. La clausola generale definisce coloro che agiscono in concerto i soggetti che
cooperano tra di loro sulla base di un accordo, espresso o tacito, verbale scritto, invalido
o inefficace, volto ad acquisire, mantenere o rafforzare il controllo della società emittente o
a contrastare il conseguimento degli obiettivi di una offerta pubblica di acquisto o scambio.
Sono individuare anche le persone che agiscono in concerto in ogni caso: aderenti al patto
sociale ancorchè nullo; un soggetto, il suo controllante e le società da esso controllate; le
società sottoposte a comune controllo; una società e i suoi amministratori o direttori
generali → per questi soggetti non è necessario accertare la cooperazione attuativa
dell'accordo.
7)Diritto di acquisto
Qualora chi abbia lanciato un'OPA avente ad oggetto la totalità delle azioni con diritto di
voto, venga poi a detenere più del 95% tali azioni, se ha dichiarato nel documento di
offerta l'intenzione di avvalersi di tale diritto, può acquistare le restanti azioni. Il diritto ha
valore solo se dichiarato nel documento di offerta. Prezzo determinato come nell'obbligo di
acquisto. Tale facoltà, comunemente denominata squeeze out, è riconosciuta in molti
ordinamenti ai fini di tutela dell'offerente, che può essere agevolato dal possesso della
totalità delle azioni.
83
8)Disposizioni sanzionatorie
In caso di violazione degli obblighi dell'OPA la sanzione è la sospensione dell'intera
partecipazione del soggetto e l'obbligo di vendita entro 12 mesi per rientrare al di sotto
della soglia del 30%. Secondo la regola di neutralizzazione, raggiunto il 75%,
nell'assemblea dopo l'OPA sono sospesi i patti parasociali e limitazioni al diritto di voto
previste dallo statuto limitatamente alla nomina/revoca degli amministratori e dei
componenti il Consiglio di Sorveglianza/Gestione.
Obbligo di indennizzo (fissato dal Giudice) su eventuali danni patrimoniali subiti da coloro
ai quali sono stati resi non esercitabili i diritti di voto. La richiesta di indennizzo deve
essere presentata all'offerente, pena decadenza, entro 90gg dalla chiusura dell'offerta o
entro 90gg dalla data dell'assemblea.
Secondo clausola di reciprocità, le regole di neutralizzazione non si applicano per esempio
in caso di OPA promossa da una società (o ente da essa controllato) non soggetta a tali
disposizioni o a disposizioni equivalenti. Se l'assemblea delibera misure idonee a
contrastare un'eventuale opa può esercitarle solo se sono trascorsi 18 mesi prima del
lancio di un'OPA.
I MERCATI REGOLAMENTATI
1)Introduzione: nozione di “borsa” o “mercato”
I termini “borsa” o “mercato” sono tradizionalmente utilizzati per individuare:
1. l'istituzione che realizza permanentemente la riunione di uomini di affari e dei
mediatori al fine di porre in essere contrattazioni e nella quale le contrattazioni i
attuano secondo determinati principi e senza che gli oggetti siano presenti sul
luogo;
2. la complessa organizzazione preposta in ciascuna sede di scambi;
3. l'insieme di negoziazioni relative ad un dato periodo (es. borsa azionaria)
I termini “borsa” e “mercato” sono equivalenti in quanto individuano un sistema
organizzato di strutture, regole e istituzioni volto a favorire l'incontro tra domanda e offerta
attraverso la prestazione di servizi diretti a ridurre i costi di transazione, tuttavia alcuni
hanno individuato una specificità della “borsa” rispetto al “mercato”: la prima si caratterizza
per la disponibilità dei beni trattati, per la professionalità degli operatori e per la presenza
di speciali regole e modalità di contrattazione.
La borsa o mercato possono avere ad oggetto sia beni primari (merci) sia beni secondari
(strumenti finanziari rappresentativi di attività sottostanti) sia servizi.
Storicamente le borse nascono come borse merci, cioè dedite allo scambio di merci, nella
forma di sistemi ad asta in fiere e piazze. Permangono tutt'ora le borse merci in senso
stretto, nelle quali la transazione ha per oggetto ed avviene con la consegna materiale dei
beni.
Sono nate borse merci in cui lo scambio non avviene con la consegna materiale dei beni
ma con la consegna di uno strumenti finanziario rappresentativo dei beni stessi o il
pagamento di un differenziale di presso relativo al valore dei beni.
La funzione economica delle borse valori è quella di favorire i commerci con la creazione
di una sede nella quale far confluire la domanda e l'offerta dei beni trattati, al fine di avere
un prezzo rappresentativo. Le borse valori hanno ulteriori funzioni:
1. funzione di finanziamento, in quanto consentono alle imprese e ad altri organismi,
anche pubblici, di collocare titoli azionari o di debito con i quali finanziare le proprie
attività;
2. funzione di investimento, in quanto offrono ai risparmiatori la possibilità di scegliere
per l'impiego di capitali tra una vastità di titoli.
84
3. Funzione di liquidità, poiché garantendo regolari contrattazioni dei titoli quotati
(dunque è il caso del mercato secondario) ne assicurano lo smobilizzo ad un
prezzo rappresentativo di un valore di equilibrio;
4. una funzione di controllo sulla gestione delle imprese in quanto il rispetto delle
regole delle imprese quotate consentono agli investitori di valutarne l'efficienza di
gestione e valutare la validità degli investimenti.
85
posto a carico dei mercati e degli intermediari di comunicare al mercato le condizioni alle
quali è possibile negoziare strumenti finanziari; e di trasparenza “post-trade”, cioè obbligo
posto a carico dei mercati e degli intermediari di comunicare al mercato i prezzi ai quali
sono avvenute le negoziazioni sugli strumenti finanziari oggetto di negoziazione.
La nuova disciplina MIFID II intende garantire che tutte le negoziazioni organizzate di
strumenti finanziari avvengano in sedi regolamentate in modo adeguato, e introduce e
disciplina una nuova e terza categoria quale i sistemi organizzati (OTF Organized trading
facilities). Questa terza categoria mira a garantire l'applicazione sia dei requisiti di
trasparenza pre e post negoziazione sia di aspetti organizzativi e di sorveglianza. Negli
OTF il gestore del mercato può avvalersi di un certo margine di discrezionalità anche se,
per garantire la sua neutralità, non può assumere posizioni in conto proprio. La MIFID 2 ha
disciplinato l'istituzione mercati delle PMI in crescita per lo scambio di titoli emessi da
imprese con capitalizzazione inferiore a 100 milioni di euro, così da creare piattaforme
dedicate in modo da rendere più agevole il loro ricorso al mercato di capitali. Per
contrastare le conseguenze negative della frammentazione degli scambi la direttiva
estende alle obbligazioni, ai prodotti strutturati le ai derivati e norme di trasparenza già
previste per i mercati azionari.
86
2. l'esclusività dell'oggetto sociale, cioè la società può svolgere esclusivamente attività
di organizzazione e gestione dei mercati regolamentati e di gestione dei sistemi
multilaterali di negoziazione;
3. gli esponenti aziendali, quindi coloro che svolgono funzioni amministrative, di
direzione e di controllo, siano dotati dei requisiti di onorabilità, professionalità e
indipendenza previsti con regolamento ministeriale;
4. i partecipanti al capitale siano dotati di requisiti di onorabilità previsti dal decreto
ministeriale. E' di competenza ministeriale anche la determinazione della soglia di
rilevanza della partecipazione al capitale, demandandola alla Consob la quale è
chiamata a determinarne i contenuti, i termini e modalità di comunicazione alla
Consob stessa e al pubblico da parte della società di gestione;
5. obbligatoria sottoposizione a revisione legale dei conti.
Oltre questi requisiti per il rilascio dell'autorizzazione, è altresì richiesto:
1. la presentazione di un programma di attività che illustri i tipi di attività e la struttura
organizzativa della società di gestione. I contenuti di tale programma di attività non
sono disciplinati, ma devono ritenersi compresi tra di essi lo statuto, relazioni che
annualmente la società di gestione deve inviare alla Consob in tema di assetti
organizzativi e struttura informatica e gestione dei rischi, il piano industriale-
finanziario.
2. Ai fini operativi deve essere designato un sistema di compensazione e liquidazione
delle operazioni sugli strumenti finanziari trattati sul mercato gestito;
Questi due requisiti devono sussistere non in sede di costituzione o di registrazione nel
registro delle imprese ma in sede di richiesta dell'autorizzazione.
87
Il regolamento deve contenere regole e procedure per il funzionamento dello stesso e nel
rispetto dei principi di trasparenza e non discrezionalità, così da garantire una
negoziazione corretta e ordinaria. Il contenuto minimo del regolamento è costituito da:
1. condizioni e le modalità di ammissione, di esclusione, di sospensione degli
operatori e degli strumenti finanziari dalle negoziazioni (operatori comprende oltre
che intermediari autorizzati anche soggetti diversi da banche e imprese di
investimento autorizzate);
2. le condizioni e le modalità per lo svolgimento delle negoziazioni e gli eventuali
obblighi degli operatori e degli emittenti. Il regolamento , nel rispetto del limite di
garantire l'ordinario svolgimento degli scambi, deve disciplinare le seguenti fasi e
procedure di contrattazione: immissione,esposizione, abbinamento delle proposte e
delle accettazione ai fini della conclusione dei contratti; l'operatività degli
intermediari ammessi alle negoziazioni; l'articolazione della seduta nelle diverse
fasi di negoziazione; i parametri di regolarità delle operazioni (riguardanti i prezzi) al
fine di evitare la volatilità degli strumenti. Obblighi degli operatori, oltre che il
pagamento dei corrispettivi per i servizi ricevuti, sono il rispetto dei requisti richiesti
per l'ammissione al mercato e delle regole operative e di condotta da osservare
negli scambi. Il TUF prevede che le regole di accesso degli operatori devono
essere trasparenti, non discriminatoria e basate su criteri oggettivi e il regolamento
di mercato fissa i criteri di partecipazione diretta e indiretta al mercato e
l'individuazione degli obblighi imposti agli operati e ai derivati (disposizioni su
operazioni da eseguire, istituzione e gestione mercato regolamentato, standard
professionali). Il regolamento del mercato può imporre obblighi anche agli emittenti
(es pagamento delle tariffe, mantenimento condizioni di ammissione degli strumenti
finanziari)
3. le modalità di accertamento, pubblicazione e diffusione de prezzi (rispetto degli
obblighi di trasparenza pre e post trading imposti dalla MIFID);
4. i tipi di contratti ammessi alla negoziazione nonché i criteri per la determinazione
dei quantitativi minimi negoziali (contratti ammessi sono sempre contratti di
compravendita relativi a strumenti finanziari; lotti minimi negoziali son chiamati a
soddisfare esigenze di funzionalità degli scambi con quelle di agevole accesso da
parte degli investitori al mercato ed economicità nell'esecuzione degli ordini);
5. condizioni e modalità per la compensazione, liquidazione e garanzia delle
operazioni concluse sui mercati. Il regolamento deve tuttavia consentire agli
operatori la possibilità di designare sistemi diversi da quello previsto dalla società di
gestione del mercato, in questo caso quest'ultima dovrà comunicare eventuali
proposte o richieste alla Consob.
88
L'autorizzazione investe sia la verifica dei requisiti relativamente al soggetto sia all'oggetto
della attività di impresa, infatti in sede di autorizzazione si ha una distinzione tra vigilanza
sulla società di gestione (basata su caratteri oggettivi) e sulla vigilanza sul mercato
(soggetta a maggiori spazi valutativi). La vigilanza sul mercato si basa sulla valutazione
l'idoneità del regolamento ad assicurare una trasparenza del mercato, l'ordinario
svolgimento delle negoziazioni e la tutela degli investitori → ampia discrezionalità nella
valutazione di tali parametri.
La verifica riguarderà tutta la regolamentazione inerente al funzionamento del mercato
(istituzioni, specifiche tecniche, convenzioni per la fornitura dei servizi, profili di
organizzazione interna, regole statutarie società di gestione e come incidono sul mercato).
L'autorizzazione non può essere negata per questioni di esigenze economiche del
mercato mobiliare. Una volta concessa l'autorizzazione si ha l'iscrizione della società di
gestione nell'elenco dei mercati regolamentati tenuto dalla commissione europea alla
quale la Consob darà comunicazione ai fini del mutuo riconoscimento. L'iscrizione
all'elenco deve essere tenuto distinto dall'iscrizione all'albo tenuto dalla Consob, perchè
quest'ultimo ha solo finalità di vigilanza.
89
di adottare misure idonee a identificare, attenuare e gestire i rischi ai quali sono
esposte o che possono compromettere il regolare funzionamento del mercato;
di porre in atto dispositivi per garantire una gestione sana delle operazioni tecniche
del sistema di negoziazione;
di dotarsi di dispositivi efficaci atti ad agevolare la finalizzazione efficiente e
tempestiva delle operazioni eseguite nell'ambito dei sistemi gestiti.
Gli organi amministrativi e di controllo della società di gestione devono inviare alla Consob
tutte le informazioni da questa richieste ed apposite documentazioni periodiche, i
documenti di pianificazione aziendale, bozze degli accordi di collaborazione da stipularsi
con altri soggetti di gestione del mercato e una dettagliata relazione sulla struttura
informativa e sulla gestione dei rischi, al fine di consentire alla Consob di verificare la
sussistenza dei dispositivi necessari.
La Consob ha il potere di richiedere tutte le modifiche della regolamentazione idonee ad
eliminare le disfunzioni riscontrate. La Consob sarà tenuta a prevedere nei contratti di
affidamento dei servizi clausole che salvaguardino i poteri di intervento pubblico della
Consob stessa.
Il regolamento Consob stabilisce che le società di gestione sono responsabili delle funzioni
esternalizzate, che mantengono il potere di indirizzo e controllo in capo al vertice
aziendale e che adottino misure idonee a garantire: l'integrazione delle attività
esternalizzate nel complessivo sistema di controlli interni; identificare il complesso di rischi
connessi alle attività esternalizzate e un programma di monitoraggio degli stessi; adeguate
procedure di controllo di tali attività e la loro continuità operativa.
90
emittenti, ma deve solo registrare le operazioni compiute sugli strumenti finanziari
ammessi alla negoziazione nei mercati regolamentati da essa gestiti.
g) lo svolgimento di altri compiti eventualmente affidati ad essa dalla Consob.
10) vigilanza
Il TUF prevede che le società di gestione sono soggette a vigilanza della Consob e sono
iscritte in un apposito albo tenuto dalla stessa. La Consob vigila anche sull'assetto
statuario della società e sulle condizioni regolamentari dei mercati da essa gestiti.
L'autorità di vigilanza verifica che: le modificazioni statutarie della società di gestione non
contrastino i requisiti costitutivi e operativi stabiliti dal TUF (art 61); ii regolamento
deliberato delle società sia effettivamente idoneo ad assicurare la trasparenza e l'ordinato
svolgimento delle negoziazioni, potendo in caso contrario richiedere delle modifiche per
eliminare le disfunzioni riscontrate.
La Consob vigila sui mercati regolamentati al fine di assicurare un ordinato svolgimento
delle negoziazioni e la tutela degli investitori e può adottare ogni misura per garantire il
rispetto degli obblighi previsti dal TUF.
La Consob può chiedere alla società di gestione comunicazioni anche periodica di dati,
notizie, atti e documenti (vigilanza informativa) ed effettuare ispezioni in loco (vigilanza
ispettiva) richiedendo l'esibizione di documenti.
In caso di necessità può adottare provvedimenti necessari anche sostituendosi alla società
di gestione (adottati dal presidente della Consob o da chi lo sostituisce e sono
immediatamente esecutivi, ma devono essere approvati dalla commissione europea entro
5 gg, in difetto perdono la loro efficacia).
Anche il MEF ha poteri di intervento, su proposta della Consob: al verificarsi di gravi
irregolarità nella gestione dei mercati, o nell'amministrazione della società di gestione o
comunque per tutela degli investitori emana un provvedimento che consiste nello
scioglimento degli organi amministrativi e di controllo della società di gestione, con
l'attribuzione degli stessi ad un commissario che li esercita sotto le direttive della Consob,
sino alla ricostituzione degli stessi (la ricostituzione è promossa una volta rimosse le
irregolarità dal commissario con convocazione dell'assemblea ordinaria).
La Consob può revocare l'autorizzazione nei casi in cui la società di gestione l'abbia
ottenuta presentando false dichiarazioni o con qualsiasi altro mezzo irregolare. Entro 30
gg dalla comunicazione del provvedimento di revoca dell'autorizzazione deve essere
convocata l'assemblea per modificare l'oggetto sociale, in difetto il MEF, su proposta della
Consob, dispone lo scioglimento della società nominando dei liquidatori (soggetti a
disciplina civilistica).
91
dell'internalizzatore sistematico. La multilateralità va intesa nel senso che il gestore non è
controparte, e dunque non assume posizioni di rischio nei confronti dei partecipanti alla
negoziazione, contrariamente all'internalizzatore sistematico in cui necessariamente il
gestore negozia per conto proprio.
Il mercato e i sistemi multilaterali di negoziazione hanno identica struttura e funzione in
quanto entrambi sono volti a consentire l'incontro di interessi multipli di acquisto e vendita
di terzi. Interessi multipli ribadisce il requisito di multilateralità soggettiva. Interessi di
acquisto o si vendita include ordini, quotazioni di prezzi e manifestazioni di interesse.
Oggetto degli interessi multipli di vendita e di acquisto devono essere strumenti finanziari.
Si deve ricordare che gli strumenti finanziari sono una specie della categoria di prodotti
finanziari e, con la direttiva Mifid, ne è stata estesa la nozione sino a comprendere gli
strumenti derivati per il trasferimento del rischio di credito, strumenti derivati su variabili
climatiche, tariffe di trasporto, tassi di inflazione o altre statistiche economiche.
Assomiglianze tra mercato regolamentato e sistema multilaterali di scambi : il sistema
multilaterale necessita di una autorizzazione che investe sia il soggetto gestore sia il
sistema multilaterale; anche per i sistemi multilaterali devono funzionare regolarmente e in
maniera continua e la Consob individua i requisiti minimi di funzionamento; gli strumenti
finanziari nei mercati devono essere ammessi conformemente alle regole di
funzionamento degli stessi, ciò vale anche per i sistemi multilaterali.
Per molti aspetti sono simili ai Mercati regolamentati in quanto sono sistemi di
negoziazione multilaterale, autorizzati dalla Consob e disciplinati da regole sottoposte alla
stessa Consob. Possono però essere gestiti anche da soggetti diversi da società di
gestione del mercato (ad esempio banche o sim) purchè autorizzati allo specifico servizio
di investimento della gestione di sistemi multilateriali di negoziazione. Anche il set
informativo a disposizione è meno ampio; non sono ad esempio previsti meccanismi di
pubblicità relativamente ai maggiori azionisti, al controllo della società e alle operazioni
compiute da amministrazioni, sindaci e dirigenti su titoli dell'emittente (Top managers).
92
regole trasparenti, basate su criteri oggettivi, che disciplinano l'accesso al sistema;
dispositivi e procedure efficaci per controllare regolarmente l'ottemperanza alle
proprie regole da parte degli utenti;
misure necessarie per favorire il regolamento efficiente delle operazioni concluse
nell'ambito del sistema multilaterale di negoziazione.
Con riferimento agli strumenti finanziari e agli operatori che possono essere ammessi alle
negoziazioni su un sistema di negoziazione multilaterale, spetta esclusivamente al gestore
del sistema individuarne le caratteristiche. Gli strumenti finanziari potranno: non essere già
negoziati presso un mercato regolamentato o un altro MTF; negoziati presso un mercato
regolamentato; negoziati presso un altro MTF.
Con riferimento agli operatori ammessi gli MTF devono stabilire le regole trasparenti,
basate su criteri oggettivi, che ne disciplinano l'accesso al sistema.
I soggetti abilitati e le società di gestione devono svolgere le seguenti attività:
fornire o accertarsi che siano accessibili al pubblico informazioni sufficienti per
permettere agli utenti di emettere un giudizio in materia di investimenti, tenuto conto
sia della natura degli utenti che delle tipologie di strumenti negoziati;
controllare le operazioni effettuate dagli utenti nell'ambito dei propri sistemi per
identificare le infrazioni delle relative regole, le condizioni di negoziazione anormali
o i comportamenti riconducibili ad abusi di mercato;
dare idonea pubblicità, anche tramite il proprio sito internet, delle regole di
funzionamento del sistema gestito.
Per le regole di trasparenza valgono le stesse dei mercato regolamentati.
3)la vigilanza
Il gestore ha il ruolo di vigilante di prima istanza sul corretto funzionamento del sistema.
L'autorità di vigilanza vigila in sede di rilascio dell'autorizzazione (controllo di conformità
delle disposizioni comunitarie e di trasparenza del mercato, ordinato svolgimento delle
negoziazioni e tutela degli investitori) e nei controlli successivi la disciplina prevede solo
poteri informativi dell'autorità (connessi ad obblighi informativi del gestore → vigilanza
informativa) ma non è prevista la vigilanza ispettiva, ma si ritiene sia possibile in quanto
l'autorità può fare ricorso ai poterei esercitabili nei confronti di tale categoria di soggetti al
fine di vigilare ed assicurare il corretto funzionamento del sistema.
Gli obblighi informativi del gestore del sistema sono sia verso la Consob sia verso gli utenti
e il pubblico.
Alla Consob devono essere comunicati l'elenco degli strumenti finanziari ed operatori
ammessi, le regole di funzionamento del sistema e le procedure di vigilanza per assicurare
l'ordinato svolgimento delle negoziazioni, le regole sull'esternalizzazione delle funzioni,
l'architettura della struttura informatica, la disciplina della gestione rischi di default e gli
esiti sulle verifiche compiute su regole e procedure e le infrazioni significative riscontrate.
La consob può richiedere informazioni supplementari per l'esclusione o la sospensione
degli strumenti finanziari dalle negoziazioni.
Laddove il gestore non ottemperi la Consob può solo infliggere sanzioni amministrative e
attivare la procedura di revoca dell'autorizzazione.
93
Oltre criteri di organizzazione, frequenza, sistematicità che devono connotare l'operatività
dell'internalizzatore sistematico vi è anche il criterio della sostanzialità.
Il TUF non disciplina l'attività ma definisce i termini operativi del soggetto, ma dalla
definizione emergono i seguenti tratti caratteristici di essa: svolgimento di una attività di
negoziazione per conto proprio in esecuzione degli ordini dei clienti; l'attività è svolta al di
fuori di un mercato regolamentato o di un sistema multilaterale di negoziazione; è una
attività organizzata, frequente e sistematica.
L'internalizzatore deve essere autorizzato allo svolgimento del servizio di esecuzione degli
ordini per conto dei clienti e di negoziazione per conto proprio.
La negoziazione per conto proprio è l'attività di acquisto e vendita di strumenti finanziari in
contropartita diretta e in relazione a ordini dei clienti, nonché l'attività di market maker.
Tale definizione prevista dal TUF differisce da quella comunitaria, che identifica la
negoziazione per conto proprio come una attività di contrattazione ai fini della conclusione
di operazioni riguardanti uno o più strumenti finanziari nelle quali il negoziatore impegna
posizioni proprie → non vi è indicazione se l'impiego consegue la richiesta del cliente e
dunque se l'attività deve soddisfare terzi. La direttiva MIFID rileva l'elemento fondamentale
di sollecitazioni da parte della clientela per qualificare una negoziazione come per conto
proprio. La direttiva prevede che anche il market-maker negozia per conto proprio (ma non
può essere incluso nell'internalizzazione sistematica perchè opera presso MTF o emrcati
regolamentati) anche se non sollecitato dal cliente, e si impegna ad operare in via
continuativa rispetto al semplice dealer.
Affinchè si parli di internalizzatore sistematico è necessario anche che l'attività sia
esercitata nel proprio interesse (negoziazione per conto proprio) quindi impegnando
posizioni proprie e non di terzi. Si ha differenza : con la negoziazione per conto di terzi
nella quale l'intermediario agisce sulla base del mandato ricevuto dal cliente; MTF , perche
essi svolgono attività simile al mediatore.
94
La Consob con propria comunicazione ha previsto che: l'attività è commerciale quando è
fonte di reddito; devono essere verificati per qualificare una attività come negoziazione per
conto proprio tutti e 3 i parametri positivi; l carattere di significatività dell'attività emerge in
relazione a come l'attività è condotta od organizzata; il verificarsi delle condizioni negative
non comporta automaticamente alla attività di internalizzatore sistematico perchè
necessario che si verifichino i parametri positivi.
La MIFID II definisce i 3 criteri: frequenza e sistematicità si misura per numero di
negoziazioni fuori listino (over the counter) su strumenti finanziari effettuate
dall'intermediario per conto proprio eseguendo ordini della clientela; la sostanzialità si
misura sia per numero di negoziazioni over the counter effettuate dall'intermediario in
relazione al totale delle negoziazioni nell'unione sia in relazione al totale delle negoziazioni
fuori listino.
95
dirottare l'ordine in un altro luogo di esecuzione se impedisce di soddisfare al meglio gli
obblighi di esecuzione.
96
Gli acquisti e le cessioni di partecipazioni devono essere comunicati entro 24 ore alla
Consob, alla Banca di Italia e alla società di gestione accentrata on documento che attesta
il possesso. In assenza dei requisiti di onorabilità, richiesti per l'acquisizione delle
partecipazioni, o in mancanza di comunicazione non può essere esercitato il diritto al voto.
La vigilanza sulle società di gestione accentrata è esercitata dalla Consob, che mira ad
assicurare la trasparenza e la tutela dell'investitore, e dalla Banca di Italia, che verifica la
stabilità e il contenimento del rischio sistemico. Consob e Banca di Italia possono
richiedere alla società una comunicazione periodica (vigilanza informativa) ed effettuare
ispezioni in loco (vigilanza ispettiva).
Il MEF, sentita la Consob e la Banca di italia, può disporre lo scioglimento degli organi
amministrativi e nominare uno o più commissari straordinari in caso di gravi irregolarità.
Nel caso in cui sia stato dichiarato lo stato di insolvenza il MEF dispone la liquidazione
coatta e amministrativa.
97
11)segue...i sistemi di compensazione, liquidazione e garanzia delle operazioni su
strumenti finanziari
Per il corretto funzionamento del mercato regolamentato sono essenziali i servizi di
compensazione, di liquidazione ( detta anche settlement) e garanzia.
Alla conclusione dei contratti seguono la compensazione e la liquidazione (che consiste
nell'esecuzione dei contratti dunque la consegna dei titoli venduti da parte del venditore e
nel pagamento del prezzo da parte del compratore). In base alle modalità con cui vengono
eseguiti i contratti si distinguono per il mercato degli strumenti finanziari non derivati:
liquidazione su base netta, dove le operazioni di strumenti derivato sono soggetti a
compensazione e liquidazione dunque il regolamento avviene su saldi netti
derivanti dalla compensazione delle operazioni effettuate sul mercato;
liquidazione su base lorda, dunque senza compensazione, in cui le operazioni
effettuate sul mercato vengono eseguite (liquidate) singolarmente.
Sia nel caso di liquidazione su base lorda sia nel caso di liquidazione su base netta il
regolamento finale dei saldi attivi o passivi liquidati avviene; per quanto riguarda gli
strumenti finanziari su conti detenuto dai partecipanti presso le società di gestione
accentrata; nel caso di contante però nei conti detenuto presso la banca di Italia.
Sempre con riferimento agli strumenti finanziari non derivati il TUF prevede due diverse
tipologie di sistemi di garanzia:
sistema di garanzia dei contratti, finalizzati a tutelare le controparti dell'intermediario
insolvente sostituendosi ad esso → assumono la veste di fondi di garanzia dei
contratti (istituiti dalle società di gestione dei mercati)
sistemi di garanzia delle operazioni di compensazione e liquidazione finalizzati a
garantire, nel caso di inadempimento di un intermediario, la liquidazione su base
netta → assumono la veste di fondi di garanzia della liquidazione (istituiti dalla
Banca di Italia e dalla Consob).
Il funzionamento di questi sistemi è basato su fondi che intervengono per coprire le
perdite in caso di insolvenza e sono alimentati dai partecipanti con un meccanismo
contributivo collegato alla loro operatività nel mercato. Entrambe le tipologie di fondi sono
affidati ad apposite società di gestione dei sistemi di garanzia e il loro concreo
funzionamento è rimesso alle società che li gestiscono. Questi fondi costituiscono
patrimonio separato rispetto al soggetto che li amministra e dagli altri fondi gestiti.
La vigilanza sui sistemi di liquidazione e garanzia è rimessa alla Banca di Italia, per i profili
di stabilità e contenimento del rischio sistemico, e alla Consob, con riguardo alla
trasparenza e alla tutela degli investitori. Entrambe le autorità hanno poteri di vigilanza
informativa e ispettiva.
In casi di irregolarità, a seconda della gravità, la società di gestione dei servizi di
autorizzazione sono soggette alla revoca dell'autorizzazione.
Con riferimento agli strumenti derivati il meccanismo è quello di liquidazione su base netta
in quanto il soggetto che si interpone e garantisce la controparte necessaria ( tale soggetto
è la clearing house) assume in proprio le posizioni contrattuali da regolare. La funzione di
compensazione e liquidazione in questo caso è distinta da quella di garanzia.
12)insolvenze di mercato
L'insolvenza di mercato può riguardare il negoziatore, il liquidatore e l'aderente.
L'insolvenza può in manifestarsi nell'ambito del servizio di liquazione o con altri gravi
inadempimento o fatti esteriori. L'insolvenza di mercato è dichiarata dalla Consob sentita
la Banca di Italia sulla base delle comunicazione ricevute dai sistemi, e determina
l'immediata liquidazione dei contratti ancora in essere dell'insolvente, e può essere
effettuata dalle società di gestione dei mercati per i contratti stipulati nei mercati da loro
98
gestiti, dalle controparti centrali e fai gestori dei sistemi di garanzia e liquidazione
rispettivamente per le operazioni garantite e per i contratti stipulati nei sistemi da essi
gestiti. La chiusura della procedura liquidatoria si ha con il rilascio agli aventi diritto di un
certificato di credito che costituisce titolo esecutivo nei confronti dell'insolvente.
ABUSI DI MERCATO
1)salvaguardia corretto funzionamento del mercato: l'integrità dei mercati
L'integrità e la trasparenza costituiscono i fattori di efficienza del mercato che si fonda sulla
corretta formazioni delle prassi operative, sulla veritiera circolazione delle informazioni
relative sul mercato e agli strumenti finanziati in quest'ultimo negoziati.
Il regolamento dei mercati Consob in tema di integrità prevede criteri e procedure per le
prassi da ammettere nel mercato e obblighi di segnalazione di operazioni sospette. La
Consob prevede che nel valutare l'ammissibilità di una prassi al mercato i seguenti criteri:
grado di trasparenza della prassi rispetto all'intero mercato; la necessità di salvaguardare
il regolare funzionamento del mercato e la interazione domanda e offerta; il livello di
impatto della passi sulla liquidità e sull'efficienza del mercato; il grado in cui la prassi tiene
conto dei meccanismi di negoziazione nei mercati interessati; il rischio inerente alla prassi
per l'integrità dei mercati connessi; l'esito di eventuali indagini sulla prassi di mercato; le
caratteristiche strutturali del mercato interessato.
Non si considerano inammissibili le prassi di mercato ed in particolare le prassi nuove ed
emergenti per il solo fatto che esse non sono state ancora ammesse.
La Consob riesamina regolarmente le prassi che ha ammesso, tenendo conto dei
mutamenti del mercato, e pubblica le decisioni adottate corredando una descrizione della
prassi oggetto di valutazione.
Per quanto riguarda le operazioni sospette esse sono disciplinante dal regolamento dei
mercati Consob che ne definisce contenuti, modalità e obblighi:
contenuti: la segnalazione delle operazioni sospette deve contenere la descrizione
delle operazioni, i motivi per cui si ritiene sospetta, gli estremi per identificare le
persone coinvolte, la veste in cui opera il soggetto tenuto alla segnalazione (Es per
conto proprio o di terzi) e qualsiasi informazione utile all'esame delle operazioni
sospette;
modalità: la segnalazione può essere effettuata via telefax, telefono o posta
elettronica
obblighi di riservatezza: i soggetti che effettuano la segnalazione sospetta non
devono informare altri soggetti dell'avvenuta segnalazione e la Consob non
comunica ad altri l'identità del soggetto che ha effettuato la segnalazione.
La Consob trasmette immediatamente alle autorità competenti la segnalazioni ricevute.
99
La manipolazione si realizza con l'alterazione delle variabili di mercato attraverso la
diffusioni di informazioni non veritiere o compiendo operazioni che siano volte ad
influenzare i mercati finanziari → minore efficienza allocativa in quanto più persone
seguono il manipolatore cioè sono indotte a seguirne il comportamento, e maggiore sarà
l'alterazione del mercato.
100
a carattere relativo: per le operazioni di negoziazione delle azioni, delle
obbligazioni e altri strumenti effettuate nell'ambito di programmi di acquisto degli
stessi, per le operazioni di stabilizzazione di uno strumento finanziario.
101
6) novità regolamento MAR (market abuse) 2018
Con il Decreto Legislativo 10 agosto 2018, n. 107 il Governo, in attuazione alla Legge
delega n. 163 del 2017, ha adeguato la disciplina nazionale in tema di abuso del mercato
alle disposizioni contenute nel regolamento (UE) .
L’intervento normativo del Governo dunque ha modificato in più parti – anche se non in
maniera radicale, salvo quanto si dirà in tema di concorso di sanzioni penali e sanzioni
amministrativi per i fatti di abuso del mercato – il testo unico delle disposizioni in materia di
intermediazione finanziaria (TUF). Il provvedimento entrerà in vigore il 29 settembre 2018.
Una prima modifica è stata introdotta con riferimento alla procedura di segnalazione di
eventuali comportamenti illeciti o censurabili da parte degli operatori finanziari alle
competenti autorità di vigilanza ed in particolare alla Banca d'Italia ed alla CONSOB. In
proposito, l’innovazione è rappresentata dalla circostanza che la disciplina che detta le
modalità di comunicazione a tali autorità delle segnalazioni che si riferiscono a violazioni
delle norme del decreto n. 58 del 2018, nonché di atti dell’Unione europea nonché la
normativa in tema di istruttoria per l’accertamento di tali violazioni si applicano anche alle
segnalazioni alla Consob, da chiunque effettuate, di violazioni del regolamento (UE).
Invece la modifica in tema di identificazione degli azionisti della società, con riferimento
alle società pubbliche. Tali persone giuridiche, infatti, devono comunicare al pubblico,
mediante diffusione di un apposito comunicato i soggetti che rivestono al loro interno la
qualifica di soci; come già in precedenza, si continua a non indicare un termine tassativo
entro cui provvedere a tale adempimento, ma mentre la previgente versione richiedeva
che vi si provvedesse senza indugio, oggi è necessario procedere con tempestività: si
tratta, dunque, di una modifica intesa a richiamare l’attenzione di operatori sulla necessità
di provvedere con la giusta celerità all’adempimento, ma la rilevanza pratica
dell’innovazione è difficile da cogliere visto che, come detto, continua a non essere
previsto un termine entro il quale provvedere. La Consob rimane l’ente deputato ad
individuare le modalità va effettuata tale comunicazione al mercato.
102