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ESSERE PASTORE

MISERICORDIOSO COME
GESÙ
Riflessione sulla formazione della dimensione pastorale nella tappa discepolare

- Marcellinus Vitus DWIPUTRA -

- Corso di Prassi Formativa -

DICASTERO PER IL CLERO

Roma

2023
Dwiputra - 1

La tappa discepolare sottolinea lo sforzo di conoscere Gesù più profondamente, proprio come

i dodici apostoli. I seminaristi sono preparati a diventare missionari-discepolo di Gesù. Si spera che i

seminaristi siano in grado di sentire, vivere e presentare Dio come Pastore misericordioso. Questo

articolo vuole offrire una breve riflessione sulla formazione alla dimensione pastorale nella fase del

discepolato per diventare un pastore misericordioso.

La tappa Discepolare

Come Gesù chiamò i discepoli a seguirlo (cfr. Mc 3,14), così anche i seminaristi sono invitati

a seguire, vedere e “gustare” lo stile di vita di Gesù. Questa dinamica dell’essere discepoli di Gesù si

concentra, in particolare, dopo che i seminaristi hanno completato la fase propedeutica e continua per

tutta la vita. Gesù ha formato i suoi discepoli a essere pescatori e pastori di uomini, e così i seminaristi

sono preparati a essere missionari della Buona Novella di Dio1.

Attraverso tutte le dinamiche formative della fase discepolare, ci si aspetta che i seminaristi

diventino liberi dall’autoinganno e dal dominio di sé2. Una persona libera è quella che ha fortezza

d’animo coltivando le virtù umane, come la lealtà, il rispetto della giustizia, la gentilezza del tratto,

la discrezione, la carità, ecc3. Questi caratteri, capacità e virtù crescono attraverso una relazione

personale con Cristo. In altre parole, più si diventa discepoli di Gesù, più si diventa liberi, perché la

vera libertà è Gesù Cristo stesso.

In questa fase di discepolato, lo studio della filosofia diventa uno strumento per conoscere e

diventare discepoli di Gesù. La capacità di pensare criticamente, come frutto tipico dello studio della

filosofia, deve essere orientata a trasformare la coscienza di ogni seminarista nel quadro del diventare

missionario-discepolo di Gesù. Così, tutto ciò che viene incontrato, sperimentato e sentito da ogni

seminarista in questa fase di discepolato è sempre orientato verso questo obbiettivo.

1
CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Il dono della vocazione presbiterale. Ratio fundamentalis institutionesi sacerdotalis (8
dicembre 2016), n. 61.
2
Cf. Ibid., n. 63.
3
Cf. Ibid., n. 62. L’unica libertà che può veramente soddisfare, è la libertà di fare ciò che dobbiamo come esseri umani
creati da un Dio secondo il suo piano. Cf. G. WEIGEL, «The new “New Things”», in WEIGEL George (a cura di), A new
worldly order: John Paul II and Human Freedom, Ethics and Public Policy Center, Washington DC 1992, 2-3.
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Degustazione del ministero pastorale

La dimensione pastorale della formazione in seminario sottolinea la consapevolezza e la

libertà di vivere il processo di discepolato come «servizio, capace di scorgere l’azione di Dio nel

cuore e nella vita degli uomini»4. Essere un pastore non significa essere un capo o un servo. Al

contrario, essere un pastore significa essere un servitore totale fino al punto di essere disposto a dare

la vita per le “pecore” che gli sono state affidate (cf. Gv 10,1-18). Questa consapevolezza e questo

spirito iniziano nella formazione in seminario.

Il servizio pastorale è naturalmente adattato alla capacità e allo stadio di formazione dei

seminaristi5. I seminaristi in fase di discepolato sono seminaristi che non sono ancora stati insediati

come lettori o accoliti. La cura pastorale tipica dei lettori e degli accoliti dovrebbe essere evitata per

i seminaristi in questa fase. Allora quale tipo di pastorale è appropriata e adatta ai seminaristi in questa

fase di discepolato? La risposta a questa domanda è la pastorale sociale per gli esseri umani poveri,

esclusi, malati, abbandonati, ecc..

La pastorale sociale sottolinea le azioni di Gesù che è presente tra il popolo di Israele.

L’incarnazione di Gesù si manifesta in due tipologie di segni6: i signa ecclesiae e i signa regni. I

signa ecclesiae si manifestano nella parola, nelle preghiere e nei sacramenti. I signa regni, invece, si

manifestano nell’attenzione ai poveri, ai sofferenti e negli sforzi per realizzare condizioni di vita più

umane. La pastorale sociale dei seminaristi nella fase di discepolare vuole sottolineare i signa regni

mettendo in grado i seminaristi di diventare più sensibili alle condizioni sociali che li circondano.

La pastorale sociale può anche aiutare i seminaristi a imparare a collaborare con altri credenti.

I movimenti sociali cristiani sono spesso avviati da un gruppo di fedeli che si preoccupano di un

problema sociale. È in questo contesto che la pastorale sociale dei seminaristi può essere realizzata

partecipando a questi movimenti sociali. A livello internazionale, la comunità di Sant’Egidio7 è un

4
Cf. CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Il dono della vocazione presbiterale. Ratio fundamentalis institutionesi sacerdotalis,
n. 119.
5
Cf. Ibid., n. 124.
6
Cf. G. VILLATA, Teologia Pastorale, EDB, Bologna 2016, 151.
7
La Comunità di Sant'Egidio è stata inniziata da Andrea Riccardi nel 1968 a Roma. Sant’Egidio fa della preghiera,
dell’attenzione ai poveri, della difesa della pace il fondamento della vita di tutti i fedeli nella fraternità e nel servizio agli
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esempio concreto. Sant’Egidio svolge varie forme di lavoro sociale per i poveri, sofferenti, e i meno

fortunati e le varie azioni di dialogo interreligioso per promuovere la pace nel mondo. A livello

regionale diocesano, per esempio nell’arcidiocesi di Giacarta, ci sono diversi movimenti sociali a cui

i seminaristi prestano la loro opera pastorale. Uno di questi è la Komunitas Kasih Tuhan (la Comunità

dell’Amore di Dio) che fornisce attenzione, visite e assistenza a tutti i fedeli che si trovano in carcere.

Questa comunità visita regolarmente le carceri dell’area territoriale dell’arcidiocesi di Giacarta.

Essere Pastore Misericordioso

I discepoli di Gesù sono stati inviati per essere segni e mezzi della misericordia di Dio (Mt

18,18). Come Dio è misericordioso, così i suoi discepoli sono misericordiosi. Allo stesso modo, i

seminaristi coltivano e si sforzano di essere capaci di essere misericordiosi. Anche la pastorale

sociale, attraverso la partecipazione ai movimenti sociali cristiani, è orientata alla virtù della

misericordia di Dio. La misericordia di Dio si è realizzata attraverso le opere di Gesù durante la sua

vita sulla terra. Questa misericordia si realizza poi attraverso le opere e i movimenti sociali dei fedeli

verso gli altri bisognosi.

La misericordia significa avere un cuore e una preoccupazione per coloro che soffrono.

Significa anche consapevolezza della responsabilità verso coloro che soffrono. La consapevolezza

della presenza di chi soffre invita tutti i fedeli ad agire concretamente, come fece il Buon Samaritano

(cf. Lc 10,25-35). Essere un pastore misericordioso significa cercare di presentare concretamente il

volto del Dio misericordioso attraverso azioni e opere reali per il nostro prossimo sofferente.

Attraverso la pastorale sociale i seminaristi sono invitati a vivere e presentare il volto del Dio

misericordioso. Naturalmente, questo non avviene attraverso grandi opere, ma attraverso la loro

partecipazione attiva alla pastorale sociale e all'incontro con le persone che incontrano in queste

opere. Così, lentamente e secondo le loro capacità in questa fase di discepolato, i seminaristi possono

diventare discepoli di Gesù e pastori misericordiosi.

altri in linea con i valori del Vangelo. Oggi è diffusa in più di 70 Paesi del mondo. Cf. «La comunità» in Santegidio.com,
https://www.santegidio.org/pageID/30008/langID/it/LA-COMUNIT%C3%80.html (consultato il 24 aprile 2023).
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Bibliografia

CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Il dono della vocazione presbiterale. Ratio fundamentalis


institutionesi sacerdotalis (8 dicembre 2016), L’Osservatore Romano, Città del Vaticano,
2016.

«La comunità» in Santegidio.com, https://www.santegidio.org/pageID/30008/langID/it/LA-


COMUNIT%C3%80.html (consultato il 24 aprile 2023).

VILLATA Giovanni, Teologia Pastorale, EDB, Bologna 2016.

WEIGEL George, «The new “New Things”», in WEIGEL George (a cura di), A new worldly order:
John Paul II and Human Freedom, Ethics and Public Policy Center, Washington DC 1992, 1-
20.

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