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ee CAPITOLO II Raccogliere ed ottenere delle informazioni sui sistemi di scarico destinati ad un incremento delle prestazioni si @ rivelata la parte pit difficile nello scrivere questo libro. Sebbene infatti esista una esauriente bibliografia teorico scientifica, in questo campo il difficile sta nel passare dalla teoria alla pratica. Nella maggior parte dei casi, vuoi per la non disponibilita dei mate- riali necessari, vuoi per la mancanza di strumenti atti alla piegatura e saldatura 0 costruzione delle flange di attacco, non rimane altro che rivolgersi al mercato degli accessori sportivi che purtroppo ci da quello che vuole. La sperimentazione stessa basandosi su numerose varianti quali: il diametro dei tubi, la lunghezza del collettore primario, quella del colletto- re secondario, il diametro di quest’ultimo, le curve e le inclinazioni degli stessi, costerebbe sicuramente delle cifre da capogiro non escludendo peraltro I'indispensabile necessita di un banco prova motori onde opera- re volta per volta le eventuali variazioni oltretutto per rendere agevole il montaggio e lo smontaggio dell'apparato. Le combinazioni sono innumerevoli e per chiunque volesse cimen- tarsi pur non avendo alle spalile un bagaglio di sperimentazioni, nonché per chiunque dovesse scegliere tra quanto offre il mercato, nei paragrafi che seguiranno verra data un po’ di teoria oltre agli immancabili trucchi del mestiere. Prenderemo in esame solo i collettori realizzati in tubo, ignorando tutti quelli in fusione di ghisa, inadeguati per usi ad alte prestazioni. Come semplice teoria partiremo dal momento in cui si apre la valvo- la di scarico, in questo momento si genera nel collettore un’onda di Pressione positiva che viaggia alla velocita del suono. Quando questa onda raggiunge la fine dello scarico primario essa si espande e mentre lo fa, si crea all'interno del collettore un’onda inversa di pressione negativa (vuoto) che viaggia indietro fino alla valvola. Tutti gli studi stanno nel fare coincidere l’arrivo di questa onda negativa con il momento in cui si riapre la valvola aiutando cosi un accelerato deflusso dei gas di scarico a vantaggio di un migliore riempi- mento da parte dell’aspirazione che non trova piu all'interno del cilindro i caldi gas della combustione. 29 | OluvWidd Q 3° Pi & : ° z mm vu 2 = > 2 ° RACCORDO TRA PRIMARIO E SECONDARIO COLLETTORE SECONDARIO. See tora“ Se | Fig. 12 Collettore di scarico. 30 Esiste una formula empirica che pud aiutare il dimensionamento della prima parte del collettore di scarico: Lunghezza’ = 13.000 x Gradi durata fase di scarico (1) ° = Numero dei giri al minuto x 6 13.000 e 6 sono due numeri costanti e la lunghezza ottenuta é in centime- tri. La durata della fase di scarico @ data dalla somma dei gradi prima del PMI, pit. 180°, pil: i gradi dopo il PMS. Nel caso di un albero a Camme avente la caratteristica di fasatura 30-70-70-30 i primi due dati riguardano gli anticipi ed i ritardi della fase di aspirazione, mentre gli ultimi due riguardano quelli di scarico. Avremo pertanto una apertura totale di gradi: 70° + 180° + 30° = 280° Il numero dei giri da considerare é@ quello al quale vorremo ottenere la massima potenza. Se volessimo trovare un collettore per un regime di 7.000 giri/m con la camme di cui sopra avremo: 13,000 x 280 7.000 x6 = 86,6 cm. La lunghezza ottenuta andra calcolata partendo dalla sede della valvola e cosi non dobbiamo dimenticare di sottrarre la lunghezza del collettore nella testata. Per trovare il diametro interno che dobbiamo destinare al nostro collettore ci avvarremo di quest'altra formula: del 2x = Diametro in cm. (2) Lunghezza x 3,14 Se nel caso sopra descritto avessimo un motore con cilindrata 1600 cc. il volume di un cilindro sara 400 cc. ed utilizzando i dati del collettore che abbiamo ricavato sopra avremo: | / 400 x2 _ diametro interno 2x WV a56 x 314 ~ 243°™ gel collettore di scarico Questa misura vale per dei collettori rettilinei e considerando che in quasi tutti i casi abbiamo delle curve, sara utile aumentare il diametro ottenuto nella misura del 10%. 31 SN a ok RE 80 a 110 LUNGHEZZA DEU COLLETT! 18 7 16 COPPIA Kgm b> Fig. 13 Dimensionamento collettori di ‘scarico. 32 Variando la lunghezza del collettore primario non variamo la coppia massima ma estendiamo il suo utilizzo in un arco maggiore (vedi figu- ra 13). Alla fine dei collettori primari dobbiamo riunire gli stessi in un unico collettore, i singoli collettori debbono terminare in maniera netta prima di confluire nel secondario (vedi figura 14). La lunghezza del collettore secondario deve essere un multiplo del- la lunghezza ottenuta nella formula 1, mentre il diametro va calcolato secondo la formula seguente: \drata totale del motore . ; Diametro in cm. 2x lunghezza (1) x 3,14 che applicata nel nostro esempio: | / 1600 BR 866x314 °™ oes in questo caso date le scarse curve nel collettore secondario possiamo tenere per buono questo dato. In questi calcoli non viene tenuto conto di una eventuale marmitta e nel caso venisse installata essa andra posta ad una distanza pari ad un multiplo di quanto ottenuto nella formula 1 mentre il tratto successivo ad essa non ha alcun rilievo agli effetti dell'intero sistema. Sono questi dei dati empirici e solo I'esame con un banco prova ci dara la conferma e ci permettera di aggiustare soprattutto le lunghezze, visto che per quanto riguarda i diametri essi si rivelano quasi sempre adeguati. E bene tenere presente che il risultato dei nostri calcoli é il frutto di una relazione fra un ben determinato regime di rotazione e di una deter- minata fasatura di scarico, ad altri regimi e con altre fasature tutto il sistema cambia. Nel caso delle preparazioni sportive, viste le attuali regolamentazio- ni e considerando che la gran parte delle case costruttrici utilizza come prima parte del collettore una fusione di ghisa, che deve rimanere, non essendo possibile sostituirla per regolamento, onde accordare il siste- ma, conviene creare all’uscita della testata ed all'uscita della prima parte del collettore, una espansione passando da un foro piu piccolo ad uno piu grande, tenendo un bordo ben netto sul passaggio, senza alcun raccordo (figura 15). 33 £ questo un espediente che talvolta ha un vantaggio leggero (2-3%) e che conviene provare prima di raccordare i condotti. Tenete presente che i collettori del tipo 4 in uno, ovvero con tutti i quattro primari che si uniscono nello stesso punto nel secondario, offro- no un aumento di potenza agli alti regimi, penalizzando naturalmente i bassi (figura 16). Il contrario si ottiene con un collettore del tipo 4 in 2, 2 in 1 in cui i collettori primari si riuniscono prima a due a due e successivamente vanno ad unirsi nel collettore secondario (figura 17). Quando avete montato il vostro sistema di scarico, montate anche delle candele nuove della stessa gradazione di quelle che avevate, osser- vatele attentamente e dopo alcuni giorni d’uso, un impianto che veramen- te funziona rendera magra la vecchia carburazione, siate quindi prepa- rati a montare dei getti leggermente piu grossi. Come nel caso della carburazione si rendera necessaria anche una variazione dell’anticipo. Se Le marmitte | Il compito di una marmitta, é quello di ridurre al massimo il rumore prodotto nell'espansione dei gas, mantenendo nello stesso tempo la mi- nore resistenza all'uscita degli stessi. Ovviamente @ difficile conciliare le due cose, sebbene siano stati sperimentati sistemi di ogni tipo. Essenzialmente possiamo suddividere i sistemi di assorbimento in due tipi, che spesse volte sono poi uniti essendo utilizzati entrambi. Il primo tipo non é altro che un tubo tutto forellato o alettato intorno al quale viene avvolto un materiale isolante tipo lana di vetro o paglietta di acciaio, destinata ad assorbire il rumore smorzandone I'intensita. Ovviamente, pil lungo é questo tubo e maggiore sara lo smorzamen- to, pertanto spesse volte esso viene ripiegato su se stesso, dando luogo a quella caratteristica forma piatta e rettangolare. altro sistema @ invece basato su delle camere di espansione suc- cessive in cui i gas si espandono, perdendo ogni volta un po' di energia ed arrivano all’uscita senza forza. Se oltre a queste continue espansioni, variamo anche i flussi spo- standoli da una parte all’altra ed integrando i! sistema con il primo, avremo il massimo della riduzione di rumore. Nel disegno 18 sono presentati i due tipi con la variante che utilizza entrambi i sistemi. 35 Camera di espansione conica Camera di espansione anulare 36 Fig. 15 Raccordo testata-coliettore con camera di espansione. e Avete veramente bisogno di un sistema. cy searico speciale? Quasi sempre, gli impianti di scarico sono abbastanza adeguati e solo qualora si voglia portare il motore ai suoi massimi livelli, si rende obbligatoria la sostituzione dell’impianto. Nella maggior parte dei casi, il sostanziale incremento di prestazioni sbandierato da certi fabbricanti, si riduce solamente a molto rumore in pill, con 'owio risultato di contravvenzioni per eccesso di rumore e mal di testa nel caso di viaggi anche brevi. Ricordate che non esiste alcuna relazione fra potenza e rumore. 37 Fig. 16 Coliettore di scarico tipo 4 in 1. 7c RR See ia sn a A

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