Nel tardo Duecento in Toscana, la poesia assume lo stile complesso di
Guittone d'Arezzo, ricco di oscurita. Poeti come Guido Cavalcanti e
Dante Alighieri, riconoscendo come loro predecessore Guido Guinizzelli,
uniti da un movimento chiamato "Dolce stil novo", ribellandosi a questa
poetica artificiosa, cercano un nuovo approccio ispirato alla tradizione
provenzale e siciliana. Dante, nella De vulgari eloquentia, esclude
Guittone dalla successione letteraria, sottolineando la rottura di questo
gruppo con il suo stile. Il concetto storiografico di Dolce stil novo é
oggetto di controversie, con dubbi sulla validita dell'espressione
dantesca e sulla chiara identificazione dei membri del gruppo.
Nonostante la presenza di forti personalita tra gli stilnovisti, come Dante
e Cavalcanti, che mostrano un desiderio di indipendenza, antichi
manoscritti come il Chigiano confermano l'esistenza di un nuovo
orientamento poetico alla fine del Duecento. Anche se i contemporanei
riconoscevano la novita stilistica senza attribuire una specifica
denominazione, la tendenza attuale tra i critici é di vedere Dolce stil
novo come un insieme di poeti coinvolti in una stessa atmosfera
letteraria, uniti da affinita di formazione e gusto poetico. La nozione
poetica di Dolce stil novo, adottata dai critici moderni, ha come
principale fonte l'opera di Dante. Nella Vita nova, conclusa tra il 1294 e il
1295, Dante contribuisce a definire i tratti del nuovo stile,
accompagnando la scrittura di versi con osservazioni di critica letteraria.
Nonostante nelle sue opere successive Dante esplori nuovi temi e forme,
non rinnega la prima stagione della sua lirica, rivendicandone la
raffinatezza ed eccellenza. Nel De vulgari eloquentia, Dante stabilisce un
rapporto di continuita ideale tra gli stilnovisti e i loro predecessori
provenzali e siciliani. Nella sua affermazione dell'eleganza della nuova
poesia, cita se stesso, Guido Cavalcanti e Cino da Pistoia come poeti
sommi in lingua volgare, attribuendo a Guido Guinizzelli il primato tra i
poeti italiani come iniziatore del nuovo modo di poetare. Tuttavia, é solo
nel Purgatorio che appare per la prima volta la formula "dolce stil novo".
Gli stilnovisti concentrano il loro tema esclusivamente sull'amore, a
differenza di Guittone e dei suoi seguaci che trattavano vari aspetti della
realta. Mentre Guittone affrontava temi civili, scientifici e soprattutto
teologici e morali, gli stiInovisti, convinti che l'amore fosse un segno didistinzione riservato a persone di animo nobile, si dedicano all'amore per
marcare un distacco aristocratico dalla gente "vile". La scelta di scrivere
sull'amore non deriva da disinteresse politico, ma piuttosto dalla
trasfigurazione letteraria e filosofica di esperienze amorose. Per gli
stilnovisti, l'interesse principale é la fase dell'innamoramento,
rappresentata attraverso metafore guerresche (armi, battaglie, ferite,
morte ) ed effetti fisici descritti con il linguaggio della fisiologia (pallore,
perdita dell'appetito, svuotamento interiore, incapacita di dire parole).
Lideologia stilnovista si focalizza sull'identita tra amore e animo nobile.
Gli stilnovisti considerano Guido Guinizzelli, predecessore di Dante,
come colui che per primo ha associato il sentimento amoroso alla
gentilezza, indicando qualita raffinate e sensibili. Guido Cavalcanti,
influenzato dalla poesia di Guinizzelli sulla natura dell'amore, riconosce
in questi versi le qualita di distinzione e privilegio spirituale che
caratterizzano gli stilnovisti. Per loro, l'amore é l'unica esperienza in cui
si pud misurare l'eccellenza di un individuo. La lirica stilnovista si rivolge
aun pubblico che condivide la sensibilita, ha sperimentato l'amore e &
aperto all'elevazione spirituale derivante dalla pienezza del sentimento. |
destinatari ideali sono i compagni rimatori 0 le donne "gentili",
selezionati per la gentilezza d'animo. Nel discorso amoroso degli
stilnovisti, l'analisi si concentra sugli effetti dell'amore sull'io. Lambiente
esterno perde rilevanza, riducendosi a annotazioni generiche. Il rapporto
diretto con la donna é escluso, con lei che appare spesso lungo una via,
perfetta e inaccessibile. Lio colpito dalla sua bellezza si rivolge a se
stesso, esplorando gli effetti della passione sia emotivi che fisici.
Caratteristica della poesia stilnovista, specialmente di Cavalcanti, é la
personificazione degli spiriti che reagiscono all'attacco di Amore come
esseri viventi autonomi. Linteriorita dell'io diventa una scena teatrale in
cui gli spiriti si confrontano e dialogano, sostituendo il dialogo amoroso
impossibile con la donna amata. Nella poesia stilnovista, la donna é la
causa centrale dell'amore, ma rimane in secondo piano nella
rappresentazione, differenziandosi dalla poesia provenzale e siciliana in
cui la donna era al centro di un rapporto feudale. Scompaiono le figure
che potevano ostacolare la relazione, e l'attenzione si sposta sulle
conseguenze interiori dell'amore. Spesso, all'immagine femminile &
associata la luce in un contesto di sacro stupore, ma i dettagli fisici sonolimitati: gli occhi per penetrare la mente dell'innamorato, i capelli biondi
e lucenti, il portamento armonioso. Gli stilnovisti adottano la
similitudine della donna-angelo dalla poesia trobadorica, siciliana e
toscana, rappresentandola come eccezionale e perfetta. Nel caso di
Dante, I'immagine si trasforma in una sostanza reale: Beatrice non é solo
bella come un angelo, ma é un angelo inviato da Dio per salvare gli
uomini. Gli stilnovisti scelgono di scrivere in volgare come linguaggio
poetico. Dante, gia nella Vita nova, afferma che il volgare é la lingua che
i poeti d'amore hanno scelto per rivolgersi alle donne che non
conoscono il latino. Nel De vulgari eloquentia, definisce la lingua degli
stilnovisti come "illustre", elevata e nobile, simile a quella che si potrebbe
usare nelle corti. Lo stile delle nuove poesie é descritto come "dolce",
cioé scorrevole e trasparente. | due principali protagonisti del Dolce stil
novo, Cavalcanti e Dante, sviluppano visioni dell'amore radicalmente
diverse, portandoli a posizioni inconciliabili e alla rottura della loro
amicizia. Cavalcanti presenta una visione laica e tragica dell'amore,
mettendo in luce gli effetti distruttivi sull'innamorato non corrisposto.
Dante, invece, concepisce l'amore in modo religioso e salvifico,
distaccando la beatitudine dell'innamorato dalla soddisfazione del
desiderio. Per Cavalcanti, l'amore é una passione irrazionale che provoca
sofferenza se non ricambiata, mentre per Dante é un sentimento
disinteressato rivolto a una donna miracolosa, incarnazione dell'amore
divino sulla Terra.