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PETRONIO
PETRONIO
Lo spazio viene percepito come labirintico, entro cui si incrociano sempre gli stessi personaggi e
oggetti. Il culmine di questa percezione dello spazio è rappresentato proprio dalla domus di
Trimalchione, che si chiude si convitati come una vera e propria trappola. La struttura labirintica
può essere considerata una metafora. In un mondo in cui è di cile distinguere tra realtà e
parvenza il cammino che conduce l’uomo al possesso della verità è irto di ostacoli.
TRIMALCHIONE
Trimalchione rappresenta la nuova classe sociale in ascesa dei liberti. Trimalchione è uno schiavo
asiatico, portato a Roma da bambino e acquistato da un grande signore, che in qualità di schiavo
è costretto a soddisfare le richieste anche sessuali dei suoi padroni. Alla morte del proprietario
egli viene liberato ed entra in possesso di gran parte della sua eredità. Spinto dalla fame di
ricchezza e dal desiderio di crescita sociale si getta nei commerci e, con la sua totale mancanza
di scrupoli, moltiplica a dismisura le sue ricchezze. In questo modo egli vorrebbe avere acquistato
tutto, compresi il prestigio, il gusto e la cultura che lo possano mettere alla pari dell’elitè
aristocratica, ma rimane un parvenu, un arricchito che tenta di imitare il bel mondo, mentre si
rivela rozzo, ignorante e caricaturale.
Si contraddistingue per assenza di cultura, e la sua dimensione etica appare povera, compensata
da un’estrema ostentazione del lusso e della ricchezza per nascondere delle origini misere.
Rimane, però, una forte con ittualità interiore, poiché consapevole che il denaro non può come
comprare l’immortalità, tanto che l’unico tormento della sua esistenza è la paura della morte, dove
tutte le nostre maschere cadono inesorabilmente, e la sola realtà che sfugge al potere della
ricchezza.
Il suo carattere e la sua storia emergono durante la minuziosa narrazione di un banchetto
pantagruelico pieno di trovate sorprendenti e di cattivo gusto. I dialoghi che si intrecciano,
insieme alla descrizione di persone e ambienti, sono gli strumenti usati da Petronio per
rappresentare il mondo volgare dei liberti arricchiti.
Le argomentazioni che oscillano tra l’esaltazione della ricchezza, i racconti superstiziosi, il timore
della morte e il piacere sico, rivelano il livello stesso del loro eloquio, spesso segnato da
volgarità, rivelando il vero volto di quel mondo. Petronio non giudica, ritrae.
La domus del ricco liberto si presenta quasi come la gabbia dorata di un uccellino.
Vengono descritte le pareti degli ambienti interni della casa istoriate, con la storia del padrone di
casa e con le scene dell’Iliade e dell’Odissea, paragonando la sua ascesa alle imprese dei grandi
eroi omerici. Il ritratto di Trimalchione tra la fortuna, ritratta con una cornucopia e le parche, le tre
divinità legate alla dimensione della vita segnando la vita umana stessa. Dunque il trionfo del
possesso e l’angoscia del tempo che passa e della morte che si avvicina.
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La casa esaspera le caratteristiche di lusso e di sfarzo che toccano il cattivo gusto, ma servono
all’autoesaltazione del padrone di casa e della sua immensa ricchezza. Nella scacchiera invece
delle pedine bianche e nere c’erano monete d’oro e d’argento.
Quando nalmente Trimalchione appare il suo atteggiamento e le sue parole sono la quintessenza
dell’esibizione, del cattivo gusto e della maleducazione. Identità con ittuale, ma anche come
progresso. Realtà e apparenza sono interscambiabili. Oggetto di scherno da parte degli invitati,
che ne criticano la contraddizione e la volgarità.vivere smodatamente.
È la forza della narrativa di Petronio che costruisce il Satyricon come ritratto straordinario di un
mondo rappresentato attraverso una ra natissima parodia e una forte capacità icastica. La sua
abilità si esprime anche nei racconti delle storielle, delle favole e delle novelle raccontate dai
personaggi. Egli riesce ad inserire ‘racconti nel racconto’, ponendo in risalto la mentalità di questo
mondo sociale caratterizzato da ignoranza e superstizione: quello dei liberti arricchiti e dei
parassiti opportunisti i quali si terrorizzano a Vicenza attraverso storie di lupi mannari e streghe.
Eumolpo intrattiene i presenti con un racconto sulla leggerezza delle donne, la matrona di Efeso,
una tra le più famose di quelle contenute nel Satyricon. La cena è un momento che fa da cornice
ad un’altra serie di racconti degli ospiti.
LA MATRONA DI EFESO
La gura centrale è la matrona che appare in scena come fulgido esempio di virtù coniugale.
Come al solito vi sono citazioni esplicite e riferimenti più nascosti alla letteratura, in particolare
all’Eneide, in funzione antifrastica e parodica. La serva, nel tentativo di convincere la matrona a
cedere alle o erte del soldato, riprenderà più volte le parole di Anna che tenta di convincere la
sorella Didone ad abbandonarsi all’amore che sente per Enea.
Nel secondo tempo giunge il soldato di guardia ai croce ssi, scorge il lume, vede la bella donna e
se ne invaghisce. Si attua cosi la rottura dell’equilibrio iniziale. L’uomo tenta di convincere la
giovane vedova a prendere del cibo. In ne la matrona cede e si sfama.
La terza fase della novella racconta l’esplodere dell’amore-passione. Il soldato svegliò nella donna
il desiderio di vivere, la quale ci getta tra le sue braccia. Il soldato, travolto dai giorni di passione
trascorsi con la donna, ha dimenticato il suo incarico; nel frattempo qualcuno ha sottratto uno dei
corpi croci ssi, mettendo a rischio la vita del militare. Di fronte allo sconforto dell’uomo, la
matrona escogita un piano per salvare l’amore appena ritrovato. Il corpo del marito diventa
strumento di salvezza in quanto viene posizionato al posto del corpo rapito.
UN LUPO MANNARO
Durante la cena Nicerote, uno dei commensali, e il padrone di casa raccontano due terrorizzanti
fabulae, i cui protagonisti sono un lupo mannaro e due streghe. Chi racconta dice di essere stato
presente ai fatti, facendo riferimento al folklore. La storia punta sulla dimensione orrori ca.
Al racconto di Nicerote, Trimalchione prende la parola e narra un’altra storia spaventosa che
riguarda bambini e streghe. Il racconto riportato da Petronio è uno dei più estesi in fatto di streghe
e ne riporta molti comportamenti peculiari: il presentarsi di notte per minacciare i bambini, la
rapidità di azione, inquietante, per da, che giunge nella notte.
ODISSEA A ROVESCIO
Il poema omerico racconta del lungo viaggio di ritorno di Odisseo dopo la conclusione della
guerra di Troia, e in ogni situazione che l’eroe è costretto ad a rontare la sua intelligenza lo salva.
Nel Satyricon si osserverebbe un processo di rovesciamento dei contenuti narrativi del testo
omerico, perchè si tratta di un viaggio senza alcuna meta precisa, compiuto da un eroe che non è
un eroe, a rontando avventure e pericoli che non hanno un carattere eroico, spesso dai tratti
volgari, ma ne sono la parodia.
Encolpio insieme ai suoi compagni Gitone e Eumolpo salpano dalla Graeca urbs sulla nave che li
dovrebbe portare a Taranto. La conclusione è provocata da una tempesta che fa naufragare la
nave e toccare terra ai protagonisti sulla spiaggia di Crotone, abitata da ‘ingannati e ingannatori’,
lontani dalla loro meta. Un approdo che è un nuovo punto di partenza per ulteriori avventure. Non
si raggiunge alcuna meta, non vi è alcuno scopo.
LABIRINTO
Nell’opera petroniana sono diversi i luoghi che si con gurano come labirinti. La graeca urbs in cui
si trovano i personaggi è paragonabile ad un labirinto, in cui il protagonista Encolpio non riesce ad
orientarsi e di conseguenza vaga senza seguire un percorso preciso, ritorno quindi sempre al
punto di partenza.
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La casa di Trimalchione, presso la quale si svolge una cena a cui partecipano i tre personaggi
principali, Encolpio, Ascito e Gitone ha la conformazione di un labirinto, e anche lo stesso cuoco
prende il nome di Dedalo. Il lusso sfoggiato dal padrone di casa ha la funzione di ingannare i
commensali e disorientarli. Il lusso non è soltanto esibizione di ricchezza da parte di un potente
liberto arricchito: le pietanze si rivelano ambigue e gli ospiti devono interpretarne il signi cato.
Ogni piatto si rivela di erente da come appariva ad una prima impressione.
La nave su cui s’imbarcano è sorvegliata da un timoniere di nome Minotauro.
La trappola va letta come allegoria della realtà, in cui gli uomini si perdono, percorrono delle
strade e sono costretti a tornare sui propri passi. I personaggi sono trattenuti e non riescono a
raggiungere la strada per uscire: allo stesso modo la vita si con gura come un continuo cadere in
inganno, che porta gli uomini a perdersi. I loro dubbi, la loro angoscia assumono un carattere
universale. La vita è costellata di trappole, illusioni e ambiguità.
nel romanzo è centrale il labirinto, l’interpretazione labirintica, al centro del romanzo ci sia
quest’idea stessa del labirinto, girare intorno senza mai arrivare a nulla, poiché non vi è alcuna
nalità senza la dimensione etica, religiosa. Gli elementi che supportano questa interpretazione, i
protagonisti si perdono, le portate che vengono servite hanno la forma di una torta sono dei
salumi, Dedalo è il cuoco, Minosse ritorna come marinaio sulla nave in cui i personaggi compiono
il viaggio e succede un naufragio.
Tutto ciò che è comune è mediocre, ciò che è raro è bello e prezioso.
Il potere deve rimaner nelle mani di pochi nobili, il diluvio da l’idea di qualcosa che travolge, grigio
poiché è antiestetico, assenza del colore, privo di ogni componente estetica, di bellezza.
Tutto ciò che c’è di bello viene sommerso, a causa di queste istanze democratiche
Dimensione elitaria, aristocratica e narcisista.
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Celebra il culto di sé, uno come d’annunzio poteva divenire anche politicamente
scomodo ,rapporto di convivenza con il fascismo, tenta di neutralizzarne il potenziale potere
destabilizzante.
La visione dell’arte è fortemente elitaria e aristocratica. La bellezza è per pochi.
Avidità del piacere che trascinerà anche l’amore. I protagonisti dei suoi romanzi non
raggiungeranno alcun obiettivo, non è un’amore coniugale, incarna ideali di bellezza dunque ha
a anco una donna che personalizza gli stessi principi. Cercare altri piaceri, sperimentare anche
forme estreme di piacere poiché incontentabile, inappagabile, ripudio di ogni dimensione etica e
morale non può mai raggiugnere un equilibrio interiore. Anche le relazioni sono consumate. Non è
un autocompiacimento, deve avere vicino una donna assolutamente bella e appariscente, ma due
personalità cosi simili non riescono a costruire una relazione stabile. Arte nalizzata al piacere, alla
dimensione edonistica. Trasformare la propria vita come inimitabile ed unica. Schiavo di questa
sua esasperata ricerca del piacere. Cultura ra nata.
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