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PETRONIO

A Petronio viene attribuita la stesura di un’opera di straordinaria originalità di forma e


d’argomento, che la tradizione tramanda con il nome di Satyricon. Un romanzo in prosimetro.
Viene de nito da Tacito come un ‘ra nato gaudente’. Egli fu accolto nella ristretta cerchia degli
intimi di Nerone come arbitro del buon gusto, elegantiae arbiter, tanto che il principe
considerava bello solo ciò che avesse incontrato l’approvazione di Petronio. Il suo pro lo richiama
la gura dell’esteta, colui che coltiva il bello sopra ogni cosa, anteponendo questa condizione
estetica ad ogni impegno di carattere morale. Vi è una vera e propria sperimentazione ossessiva
di qualsiasi forma di piacere, lontana dall’equilibrio dei classici latini. Spesso i personaggi sono
estremamente eccentrici da perdere ogni dimensione morale. Non vi è alcuna ricerca del modus,
ma esclusivamente un’arte nalizzata alla ricerca del bello e del piacere.
Petronio si caratterizza come un uomo dalla cultura e dal gusto ra nato, anticoncezionale nei
suoi atteggiamenti.
Del Satyricon non si conosce l’intera trama con precisione, ma riusciamo solo a ricostruirne le
linee guida. A noi ci sono pervenuti in gran parte il XIV e il XVI e per intero il XV, contenente la
celebre cena di Trimalchione.
Le caratteristiche del Satyricon sono sicuramente il realismo con cui viene riprodotto un mondo
degradato, il linguaggio crudo di molti personaggi e l’esplicita descrizione di esperienze erotiche.
Ma si caratterizza anche per lo straordinario ritratto di un mondo composto da parassiti, matrone
mondane, liberti arricchiti e trionfanti. Petronio o re un ritratto realistico nel linguaggio.
Nelle vicende narrate colpisce l’assenza di qualsiasi traccia di giudizi moralistici: il narratore
presenta gli eventi con estrema naturalezza. Non vi è alcuna visione etica attraverso la quale
possa essere interpretata la realtà, ma il piacere diventa il principio e la ne della vita, non esiste
una morale positiva, a di erenza di Orazio che intendeva criticare la realtà storica attraverso
questa osservazione della realtà.
Per queste ragioni più che di un’intenzione satirica si parla di parodia, ossia di un ‘travestimento’
della realtà o dei modelli letterari, compiuto con consapevolezza e ironia. Ad esempio è parodica
la relazione con la trama dei romanzi greci, che Petronio ripropone in modo spostato, in modo che
le peripezie in cui incorrono gli amanti protagonisti per giungere a ritrovarsi al termine del racconto
nel lieto ne, vengano riproposte in modo distorto, con personaggi dalle dubbie qualità morali e
con disavventure che portano sempre più lontano dalla lieta conclusione.
Parodica è anche la ripresa dell’odissea omerica in cui la persecuzione di Odisseo da parte di
Poseidone viene sostituita da quella di Priapo, dio agreste della fertilità, volgare anche nella sua
stessa rappresentazione e grottesco nelle sue azioni. È un romanzo anti epico i cui protagonisti
sono degli sventure che non incarnano più il prototipo dell’eroe portatore di valori.
Petronio rappresenta anche il volgare esibizionismo e l’abissale ignoranza di quei potenti liberti,
percepibile dalla banalità dei loro discorsi e al vuoto del pensiero, ex schiavi arricchiti a dismisura,
che tenevano nelle loro mani il controllo dell’economia imperiale, e dei quali Trimalchione è
l’incarnazione letteraria. Un realismo con cui vengono rovesciati i personaggi, le situazioni e gli
ambienti sociali. Si traduce anche in scelte dal punto di vista del registro, mimesi linguistico, la
lingua tende a riproporre le caratteristiche del parlato di questa classe sociale a cui appartengono.
La storia si dipana in una dimensione temporale e spaziale, e con Petronio vediamo nella
letteratura latina la comparsa, per la prima volta, del romanzo. Cambia il gusto letterario in vista
dei continui cambiamenti sociali che caratterizzarono questo periodo. Una parte degli strati più
bassi della popolazione si arricchì velocemente attraverso i mezzi che lo sviluppo economico
metteva a disposizione. I liberti si erano conquistati la libertà e amministravano la macchina
burocratica dello stato, ma non era aumentato in modo altrettanto rapido il proprio patrimonio
culturale.
I soggetti dell’opera presentano una personalità istrionica, cercano di porsi al centro
dell’attenzione dandosi un tono da intrattenitore, caratterizzati da un forte egocentrismo e
narcisismo.
Il piacere viene inteso sia come piacere del racconto, dunque il gusto di raccontare, ed anche il
racconto del piacere, a causa di questa dimensione erotica.
La narrativa greca e la grande epica classica vengono rilette in chiave parodica. Il Satyricon
occupa una posizione originale rispetto al codice dei generi letterari della letteratura latina. Lo
straordinario lavoro compiuto sulla materia trattata ma anche sui diversi livelli di linguaggio
impiegati ha fatto si che l’opera di Petronio divenisse un testo di particolare valore, il primo
romanzo moderno della letteratura, punto di riferimento e modello per molti autori dei nostri
secoli.
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Per i temi trattati il romanzo di Petronio può essere accostato alla raccolta di poesie Priapea. La
presenza di Priapo, ritratti satirici e ad indovinelli.
Petronio riesce, infatti, a sfruttare una ra nata fusione di diversi generi letterari. Anzitutto Petronio
conosceva la prosa narrativa greca, soprattutto di età ellenistica, basate su un unico congegno
narrativo: l’amore contrastato di due giovani, che vengono separati e, attraverso varie peripezie, si
ricongiungono. Nella coppia Encolpio-Gitone si troverebbe la parodia degli innamorati greci, con
una storia d’amore travagliata da ostacoli ed equivoci ma con un completo annullamento dei
valori moral, di cui nessun personaggio si fa portatore. È un amore estremamente licenzioso ed
ironico.
Altro lone narrativo che può aver in uenzato Petronio è quello delle cosiddette fabulae Milesiae,
che narravano in modo realistico e più libero avventure amorose segnati da situazioni esilaranti e
amori irregolari, riprendendo questo materiale comico e realistico. Vi sono degli inserimenti di
racconti nel racconto come il racconto della matrona i Efeso, che sembrano vere e proprie fabulae
Milesiae.
Le ampie parti in prosa sono inframmezzate da inserti poetici, come vita nuova di Dante, prende
ispirazione da un altro genere letterario come possibile modello: quella satira menippea. In essa
si alternano parti in prosa e parti in poesia, con cui condivide la forma del prosimetro.
In ne, tra le frequenti citazioni poetiche inserite in chiave parodica, prevalgono quelle tratte dalle
grandi opere epiche, l’Eneide, l’Iliad e l’Odissea. Da quest’ultimo poema riprende il tema del
viaggio, che non è un nostos, un ritorno, come quello di Ulisse. L’intera avventura di Encolpio e
compagni sia in qualche modo concepita come una parodia dell’Odissea, un’odissea di pitocchi.

Lo spazio viene percepito come labirintico, entro cui si incrociano sempre gli stessi personaggi e
oggetti. Il culmine di questa percezione dello spazio è rappresentato proprio dalla domus di
Trimalchione, che si chiude si convitati come una vera e propria trappola. La struttura labirintica
può essere considerata una metafora. In un mondo in cui è di cile distinguere tra realtà e
parvenza il cammino che conduce l’uomo al possesso della verità è irto di ostacoli.

TRIMALCHIONE
Trimalchione rappresenta la nuova classe sociale in ascesa dei liberti. Trimalchione è uno schiavo
asiatico, portato a Roma da bambino e acquistato da un grande signore, che in qualità di schiavo
è costretto a soddisfare le richieste anche sessuali dei suoi padroni. Alla morte del proprietario
egli viene liberato ed entra in possesso di gran parte della sua eredità. Spinto dalla fame di
ricchezza e dal desiderio di crescita sociale si getta nei commerci e, con la sua totale mancanza
di scrupoli, moltiplica a dismisura le sue ricchezze. In questo modo egli vorrebbe avere acquistato
tutto, compresi il prestigio, il gusto e la cultura che lo possano mettere alla pari dell’elitè
aristocratica, ma rimane un parvenu, un arricchito che tenta di imitare il bel mondo, mentre si
rivela rozzo, ignorante e caricaturale.
Si contraddistingue per assenza di cultura, e la sua dimensione etica appare povera, compensata
da un’estrema ostentazione del lusso e della ricchezza per nascondere delle origini misere.
Rimane, però, una forte con ittualità interiore, poiché consapevole che il denaro non può come
comprare l’immortalità, tanto che l’unico tormento della sua esistenza è la paura della morte, dove
tutte le nostre maschere cadono inesorabilmente, e la sola realtà che sfugge al potere della
ricchezza.
Il suo carattere e la sua storia emergono durante la minuziosa narrazione di un banchetto
pantagruelico pieno di trovate sorprendenti e di cattivo gusto. I dialoghi che si intrecciano,
insieme alla descrizione di persone e ambienti, sono gli strumenti usati da Petronio per
rappresentare il mondo volgare dei liberti arricchiti.
Le argomentazioni che oscillano tra l’esaltazione della ricchezza, i racconti superstiziosi, il timore
della morte e il piacere sico, rivelano il livello stesso del loro eloquio, spesso segnato da
volgarità, rivelando il vero volto di quel mondo. Petronio non giudica, ritrae.
La domus del ricco liberto si presenta quasi come la gabbia dorata di un uccellino.
Vengono descritte le pareti degli ambienti interni della casa istoriate, con la storia del padrone di
casa e con le scene dell’Iliade e dell’Odissea, paragonando la sua ascesa alle imprese dei grandi
eroi omerici. Il ritratto di Trimalchione tra la fortuna, ritratta con una cornucopia e le parche, le tre
divinità legate alla dimensione della vita segnando la vita umana stessa. Dunque il trionfo del
possesso e l’angoscia del tempo che passa e della morte che si avvicina.
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La casa esaspera le caratteristiche di lusso e di sfarzo che toccano il cattivo gusto, ma servono
all’autoesaltazione del padrone di casa e della sua immensa ricchezza. Nella scacchiera invece
delle pedine bianche e nere c’erano monete d’oro e d’argento.
Quando nalmente Trimalchione appare il suo atteggiamento e le sue parole sono la quintessenza
dell’esibizione, del cattivo gusto e della maleducazione. Identità con ittuale, ma anche come
progresso. Realtà e apparenza sono interscambiabili. Oggetto di scherno da parte degli invitati,
che ne criticano la contraddizione e la volgarità.vivere smodatamente.

È la forza della narrativa di Petronio che costruisce il Satyricon come ritratto straordinario di un
mondo rappresentato attraverso una ra natissima parodia e una forte capacità icastica. La sua
abilità si esprime anche nei racconti delle storielle, delle favole e delle novelle raccontate dai
personaggi. Egli riesce ad inserire ‘racconti nel racconto’, ponendo in risalto la mentalità di questo
mondo sociale caratterizzato da ignoranza e superstizione: quello dei liberti arricchiti e dei
parassiti opportunisti i quali si terrorizzano a Vicenza attraverso storie di lupi mannari e streghe.
Eumolpo intrattiene i presenti con un racconto sulla leggerezza delle donne, la matrona di Efeso,
una tra le più famose di quelle contenute nel Satyricon. La cena è un momento che fa da cornice
ad un’altra serie di racconti degli ospiti.
LA MATRONA DI EFESO
La gura centrale è la matrona che appare in scena come fulgido esempio di virtù coniugale.
Come al solito vi sono citazioni esplicite e riferimenti più nascosti alla letteratura, in particolare
all’Eneide, in funzione antifrastica e parodica. La serva, nel tentativo di convincere la matrona a
cedere alle o erte del soldato, riprenderà più volte le parole di Anna che tenta di convincere la
sorella Didone ad abbandonarsi all’amore che sente per Enea.
Nel secondo tempo giunge il soldato di guardia ai croce ssi, scorge il lume, vede la bella donna e
se ne invaghisce. Si attua cosi la rottura dell’equilibrio iniziale. L’uomo tenta di convincere la
giovane vedova a prendere del cibo. In ne la matrona cede e si sfama.
La terza fase della novella racconta l’esplodere dell’amore-passione. Il soldato svegliò nella donna
il desiderio di vivere, la quale ci getta tra le sue braccia. Il soldato, travolto dai giorni di passione
trascorsi con la donna, ha dimenticato il suo incarico; nel frattempo qualcuno ha sottratto uno dei
corpi croci ssi, mettendo a rischio la vita del militare. Di fronte allo sconforto dell’uomo, la
matrona escogita un piano per salvare l’amore appena ritrovato. Il corpo del marito diventa
strumento di salvezza in quanto viene posizionato al posto del corpo rapito.
UN LUPO MANNARO
Durante la cena Nicerote, uno dei commensali, e il padrone di casa raccontano due terrorizzanti
fabulae, i cui protagonisti sono un lupo mannaro e due streghe. Chi racconta dice di essere stato
presente ai fatti, facendo riferimento al folklore. La storia punta sulla dimensione orrori ca.
Al racconto di Nicerote, Trimalchione prende la parola e narra un’altra storia spaventosa che
riguarda bambini e streghe. Il racconto riportato da Petronio è uno dei più estesi in fatto di streghe
e ne riporta molti comportamenti peculiari: il presentarsi di notte per minacciare i bambini, la
rapidità di azione, inquietante, per da, che giunge nella notte.

ODISSEA A ROVESCIO
Il poema omerico racconta del lungo viaggio di ritorno di Odisseo dopo la conclusione della
guerra di Troia, e in ogni situazione che l’eroe è costretto ad a rontare la sua intelligenza lo salva.
Nel Satyricon si osserverebbe un processo di rovesciamento dei contenuti narrativi del testo
omerico, perchè si tratta di un viaggio senza alcuna meta precisa, compiuto da un eroe che non è
un eroe, a rontando avventure e pericoli che non hanno un carattere eroico, spesso dai tratti
volgari, ma ne sono la parodia.
Encolpio insieme ai suoi compagni Gitone e Eumolpo salpano dalla Graeca urbs sulla nave che li
dovrebbe portare a Taranto. La conclusione è provocata da una tempesta che fa naufragare la
nave e toccare terra ai protagonisti sulla spiaggia di Crotone, abitata da ‘ingannati e ingannatori’,
lontani dalla loro meta. Un approdo che è un nuovo punto di partenza per ulteriori avventure. Non
si raggiunge alcuna meta, non vi è alcuno scopo.

LABIRINTO
Nell’opera petroniana sono diversi i luoghi che si con gurano come labirinti. La graeca urbs in cui
si trovano i personaggi è paragonabile ad un labirinto, in cui il protagonista Encolpio non riesce ad
orientarsi e di conseguenza vaga senza seguire un percorso preciso, ritorno quindi sempre al
punto di partenza.
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La casa di Trimalchione, presso la quale si svolge una cena a cui partecipano i tre personaggi
principali, Encolpio, Ascito e Gitone ha la conformazione di un labirinto, e anche lo stesso cuoco
prende il nome di Dedalo. Il lusso sfoggiato dal padrone di casa ha la funzione di ingannare i
commensali e disorientarli. Il lusso non è soltanto esibizione di ricchezza da parte di un potente
liberto arricchito: le pietanze si rivelano ambigue e gli ospiti devono interpretarne il signi cato.
Ogni piatto si rivela di erente da come appariva ad una prima impressione.
La nave su cui s’imbarcano è sorvegliata da un timoniere di nome Minotauro.
La trappola va letta come allegoria della realtà, in cui gli uomini si perdono, percorrono delle
strade e sono costretti a tornare sui propri passi. I personaggi sono trattenuti e non riescono a
raggiungere la strada per uscire: allo stesso modo la vita si con gura come un continuo cadere in
inganno, che porta gli uomini a perdersi. I loro dubbi, la loro angoscia assumono un carattere
universale. La vita è costellata di trappole, illusioni e ambiguità.
nel romanzo è centrale il labirinto, l’interpretazione labirintica, al centro del romanzo ci sia
quest’idea stessa del labirinto, girare intorno senza mai arrivare a nulla, poiché non vi è alcuna
nalità senza la dimensione etica, religiosa. Gli elementi che supportano questa interpretazione, i
protagonisti si perdono, le portate che vengono servite hanno la forma di una torta sono dei
salumi, Dedalo è il cuoco, Minosse ritorna come marinaio sulla nave in cui i personaggi compiono
il viaggio e succede un naufragio.

- Assenza di linearità (confusione); alienazione


- Mito del minotauro; disorientamento trappola
- Assenza di vie d’uscita; oppressione, ansia
- Satyricon di Petronio; follia
- Ostacoli-illusioni-apparenze;
- Alterazione della percezione del tempo e dello spazio; il tempo si dilata, sembra lunghissimo.
- Palazzo di atlante (furioso); tutti i più prodi e valorosi guerrieri rimangono intrappolati dalle
illusioni del mago che costruì il labirinto, che fa credere loro che lì vi è l’oggetto del loro
desiderio. L’illusione è l’alterazione della realtà che viene sostituita con l’apparenza. Non si
distingue ciò che è vero da ciò che è falso.
- Italo calvino: se una notte d’inverno un viaggiatore; città invisibili.
Tras gurano in una dimensione magica elementi della realtà. Il re Minosse intrappola il Minotauro,
che Teseo uccide. Il labirinto è una trappola, per mantenerlo dentro.
Una complicazione delle vie possibili da percorrere, senza alcuna certezza di uscita. Una sola è la
strada un mezzo ad una moltitudine. Non è un percorso prede nito.
Nel Satyricon la casa di trimalchione, è un labirinto. I protagonisti non trovano un’uscita. Ostacoli
a capire la strada giusta, e qual è la realtà. Espressione di apparenza, di illusioni, strade sbagliate.
Provano disorientamento. Quando viaggiano sulla nave non trovano una via d’uscita, il marinaio
che presiede l’unica via di uscita si chiama Minosse. Italo Calvino= Un labirinto che riguarda i
meccanismi della lettura. E un labirinto legato alle città invisibili. Calcolo combinatorio, non vi è
una sola probabilità, ma tante variabili. Castello dei destini incrociati. Compone tante storie in
base alla disposizione casuale delle carte.
Se una notte d’inverno un viaggiatore
Voce narrante che racconta una storia, che avviene in un tempo e in uno spazio. Si rivolge
direttamente al lettore. Rovesciamento realtà e apparenza.
Realismo narrativo, nella rappresentazione delle criticità nelle dicotomie nella società del tempo,
in e etto del cambiamento scale dell’ascesa dei liberti, ma anche un progressivo e fortemente
accentuato distacco rispetto alla tradizione del mos maiorum.
Gli autori del decadentismo guardano al Satyricon e la gura di petronio, come un magister,
arbiter elegantiae, il prototipo dell’esteta. In un capitolo del romanzo di Huysmans, vi è un tributo
al Satyricon. Arte ne a se stessa. Letto in chiave decadente e verista, assenza di funzione civile,
la realtà continua ad essere protagonista ma viene guardata in aspetti diversi e con occhi
di erenti.

Tutto ciò che è comune è mediocre, ciò che è raro è bello e prezioso.
Il potere deve rimaner nelle mani di pochi nobili, il diluvio da l’idea di qualcosa che travolge, grigio
poiché è antiestetico, assenza del colore, privo di ogni componente estetica, di bellezza.
Tutto ciò che c’è di bello viene sommerso, a causa di queste istanze democratiche
Dimensione elitaria, aristocratica e narcisista.
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Celebra il culto di sé, uno come d’annunzio poteva divenire anche politicamente
scomodo ,rapporto di convivenza con il fascismo, tenta di neutralizzarne il potenziale potere
destabilizzante.
La visione dell’arte è fortemente elitaria e aristocratica. La bellezza è per pochi.
Avidità del piacere che trascinerà anche l’amore. I protagonisti dei suoi romanzi non
raggiungeranno alcun obiettivo, non è un’amore coniugale, incarna ideali di bellezza dunque ha
a anco una donna che personalizza gli stessi principi. Cercare altri piaceri, sperimentare anche
forme estreme di piacere poiché incontentabile, inappagabile, ripudio di ogni dimensione etica e
morale non può mai raggiugnere un equilibrio interiore. Anche le relazioni sono consumate. Non è
un autocompiacimento, deve avere vicino una donna assolutamente bella e appariscente, ma due
personalità cosi simili non riescono a costruire una relazione stabile. Arte nalizzata al piacere, alla
dimensione edonistica. Trasformare la propria vita come inimitabile ed unica. Schiavo di questa
sua esasperata ricerca del piacere. Cultura ra nata.
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