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PIERO DELLA FRANCESCA

1 Piero della Francesca in terra d’Arezzo


Piero della Francesca, nato a Sansepolcro intorno al 1415-1492, è considerato uno dei più celebri pittori
italiani di tutti i tempi. La sua pittura, caratterizzata da coerenza spaziale, colori chiari e luminosi, e influenze
architettoniche antiche, è descritta come il "profeta della pittura di luce". Piero ha dedicato la sua lunga vita
agli studi rigorosi di matematica e prospettiva, culminando in un trattato intitolato "De prospectiva pingendi".

PIERO E SANSEPOLCRO
Nato a Sansepolcro, Piero della Francesca ha mantenuto una forte connessione con la sua città natale,
nonostante abbia viaggiato spesso per soddisfare richieste da corti italiane importanti come Ferrara, Rimini, e
Urbino. Sansepolcro, situata strategicamente al centro delle vie che connettono la Toscana con l'Umbria, le
Marche e l'Emilia, ha svolto un ruolo fondamentale nella sua vita e carriera artistica.

IL BATTESIMO DI CRISTO
La formazione di Piero con Domenico Veneziano è evidente nel suo capolavoro "Battesimo di Cristo",
realizzato intorno al 1443-1445. L'opera, esposta alla National Gallery di Londra, mostra un uso abbagliante di
luce e prospettiva, evidenziato dalla presenza di Cristo e dello Spirito Santo. La composizione serena e
distaccata riflette l'influenza di Luca della Robbia e include dettagli ispirati alla delegazione bizantina al
Concilio di Firenze del 1439.

IL POLITTICO DELLA MISERICORDIA


Nel 1445, la Confraternita della Misericordia di Sansepolcro commissionò a Piero un grande polittico, il quale
avrebbe dovuto rispettare la tradizione di figurare su fondo dorato. Tuttavia, Piero, seguendo l'esempio di
Masaccio, superò queste limitazioni. Il polittico, completato nel 1462, mostra la reinterpretazione moderna
della Madonna della Misericordia, con la Vergine sovradimensionata che allarga il manto per proteggere devoti
inginocchiati, creando un senso di cerchio e spazio autentico. Il lavoro fu completato dopo che Piero era stato
impegnato in diverse altre città, come Ferrara, Rimini e Arezzo.

2 Il capolavoro di Piero ad Arezzo: le Storie della Vera Croce


Piero della Francesca è celebre per il ciclo di affreschi nella Cappella Maggiore della chiesa di San Francesco
ad Arezzo, noto come "Storie della Vera Croce". Commissionato dalla famiglia Bacci, il ciclo illustra la storia
del legno della croce di Cristo, seguendo la Legenda aurea di Jacopo da Varazze. Piero mise in scena una
"distesa epopea di vita laica profana", unendo leggende e storia intorno al tema della Redenzione.

SALOMONE E LA REGINA DI SABA


La narrazione inizia con la scena della morte di Adamo, in cui il figlio Seth mette in bocca il germoglio dal
quale cresce l'albero della croce. Successivamente, nel riquadro successivo, la regina di Saba si inginocchia
di fronte a un ponte, prevedendo che il legno di quel ponte sarebbe diventato lo strumento di morte del
Salvatore. L'incontro tra la regina e Salomone avviene in un porticato che richiama lo stile di Leon Battista
Alberti.

LA FLAGELLAZIONE DI URBINO
La Flagellazione di Urbino, conservata nella Galleria Nazionale di Urbino, mostra la maestria prospettica di
Piero della Francesca. Il dipinto, realizzato prima del ciclo aretino, raffigura il supplizio di Cristo in un porticato
simile a quello della scena di Salomone e della regina. Nonostante l'incertezza sull'identità dei personaggi, la
composizione mostra la singolarità dell'opera, probabilmente non concepita per una chiesa.

COSTANTINO: LA BATTAGLIA E IL SOGNO


La Battaglia di Ponte Milvio nel ciclo aretino raffigura Costantino, con il volto di Giovanni VIII Paleologo, che
guida le truppe contro Massenzio. Questa scena allude a eventi contemporanei, come la caduta di
Costantinopoli nel 1453. Piero esprime abilmente emozioni e forza dei combattenti, creando una
rappresentazione che mescola la battaglia a una parata.

LA CROCE RITROVATA
La sezione finale del ciclo raffigura Elena, madre di Costantino, che ritrova la reliquia della croce in Terrasanta.
Piero utilizza virtuosismi prospettici e architettonici, mostrando Elena osservare il recupero delle croci del
Golgota e inginocchiarsi di fronte a quella di Cristo, capace di resuscitare i morti. La scena alterna elementi
agresti e urbani, unificati in uno spazio singolo.

3 Piero della Francesca a Urbino


IL DITTICO DI MONTEFELTRO
Piero della Francesca è uno dei celebri artisti cui Federico da Montefeltro ha commissionato la propria
immagine. Dopo varie esperienze in diverse città, tra cui Sansepolcro, Arezzo, l'Emilia Romagna e Roma,
Piero si stabilisce per un periodo a Urbino. Negli anni '60 del XV secolo, dipinge il Dittico Montefeltro, oggi agli
Uffizi, ritraendo il duca Federico e la moglie Battista Sforza. Le figure a mezzobusto sono collocate su uno
sfondo paesaggistico, forse rappresentando il Palazzo Ducale di Urbino. Piero utilizza una pittura minuziosa e
luminosa, influenzata dalle novità fiamminghe, evidenziando dettagli attraverso l'uso dell'olio. Il profilo di
Federico, con il naso smussato, e Battista, dal volto pallido e con gioielli, sono resi con concretezza. Sul retro
dei pannelli, Piero dipinge un trionfo allegorico dei due personaggi, seguendo la tradizione dei Trionfi di
Petrarca. Il Montefeltro è nuovamente sfondo, e iscrizioni latine celebrano il condottiero e la moglie. Questo
dipinto riflette l'interesse per la cultura antiquaria, la visione innovativa del paesaggio e l'influenza della pittura
nordica presenti a Urbino.

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