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Prima Lezione 30 Settembre 2023
Prima Lezione 30 Settembre 2023
dell’animazione educativa
Corso di laurea Educatore per l’infanzia. Istituto G. Toniolo
Prof.ssa Federica Granelli
Cosa faremo, come lo faremo
Inoltre il corso intende promuovere spazi innovativi, qualità dei servizi potenziando le capacità di
osservazione degli educatori nelle condotte ludiche e sociali dei bambini e delle bambine.
Obiettivi
Al termine dell’insegnamento lo studente dovrà dimostrare che
✓ Conosce e comprende le principali questioni teoriche e metodologiche relative al gioco e all’animazione con
particolare riferimento ai servizi per l’infanzia
✓ È in grado di sviluppare competenze volte alla valutazione critica e all’utilizzo strategico di metodologie, tecniche e
strumenti per la realizzazione di interventi educativi di didattica ludica e di animazione
✓ Possiede e riconosce le abilità per interagire ludicamente con i bambini e le bambine, i contesti di apprendimento
al fine di promuovere socializzazione, creatività e autonomia
✓ È in grado di elaborare riflessioni auto-valutative orientate a selezionare e declinare, in modo critico, all’interno del
contesto esperienziale o lavorativo, le conoscenze e le competenze sviluppate.
Argomenti
▪ Introduzione al gioco: senso e significati; infanzia e gioco
▪ L’approccio multidisciplinare e le principali teorie sul gioco nella prospettiva psicologica,
psicoanalitica, pedagogica, antropologica culturale
▪ La funzione del gioco nello sviluppo del bambino in tutte le sue dimensioni: cognitiva, affettiva,
corporea, sociale (0-6 anni)
▪ Gioco e educazione
▪ Tipologie di gioco
▪ Ruolo e competenze dell’educatore
▪ Metodi e prassi dell’animazione educativa
▪ Metodi e tecniche per la realizzazione di attività di gioco; l’osservazione, l’ambiente e lo spazio, il
tempo, i materiali
▪ Didattica ludica e applicazioni operative nei servizi per l’infanzia 0 – 6 anni
▪ Questioni in divenire: maschi e femmine nel gioco; gioco e tecnologia
Bibliografia
Obbligatoria:
- P. Braga, T. Morgandi, Giocare al nido e nella scuola dell’infanzia, Roma, Carrocci editore, 2021
- Di Pietro, Giocare con niente, Parma, Edizioni Junior – Bambini Srl, 2020
Verranno inoltre inseriti in piattaforma alcuni materiali, tratti dai seguenti testi:
- F. Cartacci, Movimento e gioco al nido. Proposte di interazioni sensibili con bambini da 0 a 3 anni, Trento,
edizioni Erickson, 2013
- M. De Rossi, Didattica dell’animazione. Contesti, metodi, tecniche, Roma, Carrocci editore, 2018
- P. Manuzzi, Pedagogia del gioco e dell’animazione. Riflessioni teoriche e tracce operative, Milano, edizioni
Guerini studio, 2007
Bibliografia
Mettersi in gioco
Gioco Farsi giocare
Educazione al gioco
Giocare Il corpo in gioco
Gioco educativo
Giocattoli La mente in gioco
Paradigma della complessità
Ambivalenze e paradossi. Impossibilità di trovare una
definizione univoca e omnicomprensiva
• Attività residuale, dedicata allo svago, • Attività impegnativa, faticosa
al tempo libero
• Regole, vincoli
• Libertà
• Altro da gioco
• Gioco
• Razionalità
• Emozioni
• Serietà
• Divertimento, piacere
• Per finta
• Vero
• Necessità
• Caso
• Abilità, strategia
Tutte le ricerche e i tentativi di definizione del
GIOCO da parte degli autori nella storia e nei vari
ambiti concordano sul fatto che si tratti di un
comportamento:
Spontaneo
Volontario, Liberamente scelto dal soggetto
Agito per il piacere di svolgerlo
Collocato «al di fuori» dai confini della vita
ordinaria
Huizinga, Homo ludens 1939
Connessione del gioco al concetto di cultura
Il gioco è un’azione/occupazione volontaria che:
• Si svolge entro certi limiti di spazio e tempo
• Segue delle regole volontariamente assunte, obbligatorie (cerchio magico)
• Impegna in maniera assoluta
• Ha un fine in se stessa
• E’ accompagnata da un senso di tensione e gioia, dalla coscienza di «essere diversi»
dalla «vita ordinaria», «porta via», da uno stato psichico labile per natura
Caillois: la natura del gioco
(I giochi e gli uomini. La maschera e le vertigini, 1958)
• Il gioco è libero: nessuno può essere obbligato a giocare se non vuole, si gioca in modo spontaneo, volontario e si esce dal
gioco quando si desidera
• Il gioco è separato: circoscritto entro limiti precisi di spazio e di tempo prefissati. Lo spazio fisico o virtuale/psicologico
segna i confini tra il gioco e il «non gioco». Uscire dai confini significa smettere di giocare
• Il gioco è incerto: lo svolgimento e il risultato del gioco non possono essere determinati in anticipo. Ogni giocatore ha un
margine di iniziativa, invenzione, decisione
• Il gioco è improduttivo: non crea ricchezza, né prodotti materiali. Si gioca per giocare, per il piacere di farlo. Non è
presente un obiettivo esterno
• Il gioco è autoregolato: sottoposto a convenzioni che sospendono le leggi e le regole ordinarie; nel gioco si instaura, per il
tempo della sua durata, un nuovo regolamento arbitrario e irrevocabile, comprendente anche nuovi diritti e doveri
• Il gioco è fittizio: chi gioca è consapevole di trovarsi in una diversa realtà rispetto alla vita normale
Gli studi si sono interessati al «come» si gioca piuttosto che al «cosa» si gioca;
E’ condivisa la difficoltà di ricondurre il gioco a categorie di comportamento