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Scienza Delle Finanze
Scienza Delle Finanze
LEZIONE I
La scienza delle finanze è quella disciplina economica che studia il ruolo dello stato nelle economie
di mercato, ossia:
• Quando lo stato dovrebbe intervenire
• Come lo stato dovrebbe intervenire
• Quali sono gli effetti del suo intervento.
La Scienza delle Finanze, attraverso l’economia pubblica, si occupa sia dell’aspetto positivo sia di
quello normativo.
• la condizione di efficienza nella produzione: date le risorse di cui dispone una collettività, la
produzione di un bene non deve poter essere aumentata se non diminuendo quella di un altro
bene; c’è efficienza nella produzione quando i saggi marginali di sostituzione tecnica (SMST)
sono uguali nella produzione di ogni coppia di beni.
! #
𝑆𝑀𝑆𝑇&,' = 𝑆𝑀𝑆𝑇&,'
• la condizione di efficienza generale ossia quando per ogni coppia di beni il saggio marginale
di sostituzione (SMS) è uguale al saggio marginale di trasformazione (SMT).
𝑆𝑀𝑆!,# = 𝑆𝑀𝑇!,#
LEZIONE II
àParadosso di Condorcet:
La regola del voto a maggioranza, espresso su coppie di alternative, può portare a scelte sociali
contraddittorie (Paradosso del voto a maggioranza o Paradosso di Condorcet), infatti, se le preferenze
dei singoli votanti rispetto alle varie alternative sono complete e transitive, la votazione a
maggioranza può produrre un ordinamento sociale circolare, in cui ciascuna delle tre alternative è in
grado di vincere su tutte le altre.
àTeorema di Black-Arrow:
Tutte le regole di voto considerate, pur presentando pregi di rilievo, si caratterizzano per limiti e
difetti. È possibile trovare una regola decisionale soddisfacente che permette di trasformare in modo
eticamente corretto le preferenze individuali in decisioni collettive?
“Non esiste una regola che consenta di aggregare le preferenze individuali in una funzione di
benessere sociale rispettando tutti i 4 assiomi (= requisiti minimi sulle preferenze individuali).”
LEZIONE III
La funzione del benessere soggettivo individuale Wj considera le preferenze del singolo individuo J
membro di una collettività S.
benessere economico
soggettivo individuale nel
modello individualistico
Per costruire una funzione del benessere collettivo di S non si può fare la somma algebrica delle
funzioni di benessere individuali. Il benessere di S sarà funzione dell’utilità dei vari soggetti A, B,
…, N, membri di S.
Il benessere individuale globale può essere quindi rappresentato con la seguente formula:
Dove:
• Uju à Utilità derivante da variabili con dimensione economico monetaria
• Ujv à Utilità derivante da variabili con dimensione economico monetaria parziale
• Vj à Utilità derivante da variabili non misurabili monetariamente
Un esempio di funzioni di benessere individuale con valori morali inclusi in essa è lo Human
Development Index.
àCriterio di Nash
UB
UB
N
uB
SQ
UA uA UA
L’equilibrio di Nash (ossia il punto N) è il punto di tangenza tra la frontiera e l’iperbole equilatera
asintotica che ha per origine il punto SQ.
Il punto N sarà il punto di massima utilità per i due individui, di conseguenza il rettangolo OuBNuA
sarà quello con la massima area inscrivibile tra SQ e la frontiera.
Ciascun individuo offre quindi all’altro delle concessioni proporzionali al proprio max (SA ed SB)
secondo la condizione:
𝑆𝑀𝑏 𝑆𝑀𝑎
=
𝑆𝐵 𝑆𝐴
Il criterio normativo è il criterio in base al quale è possibile ordinare tutti i possibili stati sociali. Esso
rappresenta i giudizi di valore di una società (ovvero di chi la governa) sulla distribuzione delle utilità
tra cittadini.
La funzione del benessere sociale può essere in generale rappresentata da un sistema di curva di
indifferenza decrescenti e concave verso l’alto.
𝑆𝑊𝐹, = 𝑊 = 𝑢( + 𝑢) + ⋯ + 𝑢* = 2 𝑢$
$-(
àFBS Rawlsiana
Questa FBS ha massima avversione alla disuguaglianza, infatti, gli incrementi sostanziali nelle utilità
dei singoli individui non hanno alcun effetto sul benessere sociale se non aumenta l’utilità del più
povero. Il benessere sociale è individuato dall’utilità dell’individuo più svantaggiato.
𝑆𝑊𝐹. = min(𝑢( , 𝑢) … 𝑢* )
àFBS egualitaria
Questa FBS in presenza di disuguaglianza è uguale a zero e le curve di indifferenza sociali sono dei
punti.
𝑆𝑊𝐹/ = 𝑊 = 𝑢$ = 𝑢% ∀𝑖, 𝑗 ∈ {1, … , 𝑛}
La teoria dello stato minimo (di Robert Nozick) ci dice che l’intervento dello stato è giustificato
solo per alcuni beni/servizi (sicurezza e difesa).
Il compito dello stato è quindi quello di rimuovere gli ostacoli non occupandosi della giustizia
distributiva ma di quella commutativa e remunerativa.
LEZIONE IV
Il bene privato puro è (pienamente) escludibile. Il bene pubblico puro invece è (pienamente) non
rivale e non escludibile.
à Beni di Dupuit:
Questo genere di beni sono beni transazionalmente divisibili in unità di vendita (escludibili) ma
tecnologicamente indivisibili (non rivalità). Essi possono soddisfare simultaneamente più soggetti
ma si ha la possibilità di far pagare per il consumo; ESEMPIO: strada con pedaggio.
p
CMe
A
Pm
𝜋
Pbp
B
Pc C
Qm Qbp q
àBeni di Hotelling:
I beni di Hotelling sono una sottocategoria dei beni di Dupuit in cui oltre ai costi fissi ci sono i costi
variabili.
p
A CMa
Pm
𝜋
Pbp B CMe
Pc C
Qm Qbp Qc q
I beni di Dupuit e i beni di Hotelling dal punto di vista della tecnologia di produzione rappresentano
forme di monopolio naturale, la produzione affidata ad un singolo produttore minimizza i costi.
In questo caso il permanere del monopolio è una soluzione più efficiente della concorrenza e ciò
accade normalmente nei servizi di pubblica utilità (telefono, acqua, elettricità, trasporti ferroviari,
ecc…). Infatti, quando si hanno economie di scala, i costi medi decrescono all’aumentare della
produzione rendendo così conveniente espandere la produzione.
àTeorema di Marshall
Secondo Marshall lo stato ha buoni motivi per sussidiare le industrie a costi decrescenti, infatti,
introducendo un sussidio ad valorem, si abbassano i costi di produzione.
Qual è il vantaggio? Si aumentano le quantità e diminuisce il prezzo.
A
P0
D
B C
E S = CMe
P1
S’
O q
Q0 Q1
Ma perché conviene?
Conviene perché il guadagno in termini di surplus del consumatore è maggiore del costo per lo stato
di sussidiare l’industria.
àDiscriminazione di prezzo
Esistono 3 gradi di discriminazione di prezzo:
• Primo Grado: Il monopolista vende unità differenti di output a prezzi differenti e i prezzi
possono differire da persona a persona (anche detta discriminazione perfetta);
• Secondo Grado: Il monopolista vende differenti unità di output a prezzi differenti, ma ciascun
individuo che compra uno stesso ammontare paga prezzi uguali: esempio tipico sconti sulla
quantità o menu pricing;
• Terzo Grado: Il monopolista vende a gruppi di consumatori diversi a prezzi diversi, ciascun
consumatore paga lo stesso prezzo per tutte le unità acquistate o group pricing.
àEsternalità
Un’esternalità si genera se alcune delle variabili che influenzano il costo di un produttore o l’utilità
di un consumatore sono direttamente influenzate dalla decisione di produzione o di consumo di un
altro soggetto e tale effetto non è valutato o compensato.
Esistono due tipi di esternalità:
• Esternalità tecnologiche (recano benefici di natura reale):
a. Di atmosfera: vantaggi indivisibili derivanti da alcuni soggetti sono goduti
simultaneamente da tanti soggetti;
b. Specifiche: vanno a vantaggio si specifici soggetti singolarmente.
• Esternalità pecuniarie (recano benefici valutabili in termini di prezzo):
a. Di atmosfera: discendono dall’ampliamento del mercato e della sua competitività.
Imprese di un distretto ottengono a prezzi bassi beni e servizi produttivi e commerciali
e possono offrire i loro prodotti alle altre imprese dello stesso ciclo produttivo a
prezzo più basso, attivando costi decrescenti dovuti a economie di scala;
b. Specifiche: l’impresa acquirente di input a costi decrescenti (es. trasporti) beneficia
del fatto che altre imprese nello stesso luogo le utilizzano e ciò ne abbassa i prezzi
àTeorema di Coase
Il teorema di Coase dice che lo stato si limita ad attribuire i diritti ai soggetti interessati e che
indipendentemente dall’attribuzione all’inquinatore o all’inquinato, le due parti, attraverso la libera
contrattazione, raggiungono l’equilibrio efficiente.
I beni indivisibili nell’offerta ma oggetto di consumo individuale diviso (istruzione, cure mediche,
ecc…) sono oggetto di fallimenti dal lato della domanda a causa di:
• Esternalità;
• Beni meritori e demeritori: definiti in maniera diversa a seconda del modello che si considera:
a. Modello Cooperativo: i cittadini esprimono le proprie preferenze a livello
costituzionale e post-costituzionale. Esso si riconduce a preferenze che il cittadino
esprime come elettore.
b. Modello Paternalistico: lo stato decide ciò che è bene perseguire. Sostituzione della
razionalità dello stato alle volontà e ai desideri dei cittadini.
I beni meritori sono quei beni considerati necessari dalle logiche economiche di una nazione, ma che
in realtà nel pubblico mercato non verrebbe prodotto a causa di alcune situazioni di razionalità
imperfetta, come ad esempio:
• Debolezza di volontà: scelte diverse da quelle suggerite dalla ragione;
• Miopia verso il futuro;
• Incertezza sul futuro.
LEZIONE V
I beni pubblici divisibili sono quei beni che possono essere chiesti in quantità diverse pagando prezzi
e imposte commisurati alle domande. La domanda aggregata è quindi ottenuta sommando
orizzontalmente le quantità domandate dai rappresentanti politici dei vari soggetti.
àMetodo OSFOB
Nel caso di beni pubblici puri (samuelsoniani) e di fronte ad una scelta che deve dare un solo esito, i
due gruppi di individui A e B con preferenze diverse, si sacrificheranno in modo proporzionale al
proprio massimo: metodo OSFOB (One Step Forward One Step Back)
Quest’ultimo rientra nel modello cooperativo e segue un criterio di equità per determinare la quantità
di bene pubblico da offrire omogeneamente alla collettività.
10 13,3 20
30% 30%
O A Z B
Il punto di equilibrio della contrattazione si trova nel punto Z dell’intervallo. Ciò comporta per il
gruppo A un proporzionale incremento ad OA e per B un proporzionale decremento ad OB.
Per trovare il punto Z si fa la media armonica o si applica la formula:
JJJJJJJJ
2 ∗ 𝑂𝐴𝑂𝐵
𝑂𝑍 =
JJJJ + JJJJ
𝑂𝐴 𝑂𝐵
Per i beni pubblici indivisibili invece la domanda aggregata è generata dalla somma verticale delle
domande individuali. Questo ci dà la possibilità di trovare la quantità ottima di bene pubblico in
corrispondenza del punto nel quale il costo marginale è uguale alla somma dei benefici.
àBurocraziaß
àModello di Niskanen
Nel modello di Niskanen viene vista la burocrazia come il risultato dei fallimenti di mercato. Infatti,
dopo un grande aumento della spesa pubblica (G) negli USA e di un’incapacità da parte dello stato
di spendere meno o ugualmente a quel che si produce, Niskanen risolve la questione attraverso un
modello manageriale dove il governo stabilisce quante risorse destinare a ciascun ministero (budget).
Il burocrate espande quindi la produzione fino al punto E1 dove la perdita (ZE0E1) equivale il surplus
(Ab0E0). La quantità prodotta è maggiore ma il budget residuo minore.
Le conseguenze sono:
• Inefficienza allocativa: si danno più risorse alla burocrazia quando invece potrebbe spendere
di meno;
• Efficienza produttiva: si produce minimizzando i costi.
A differenza di Niskanen, si ipotizza che la dimensione dell’ufficio e gli altri elementi correlati alla
funzione di utilità dei funzionari pubblici non siano complementari ma sostituti. Ciò significa che
prestigio, potere e remunerazioni accessorie non sono direttamente collegate al livello di produzione
ma sono in concorrenza con il loro aumento.
In questo modello il ministero contratta un budget con il parlamento. Con l’approvazione da parte di
quest’ultimo si ha quindi un budget che è in parte usato per la produzione e in parte per finanziare
spese di varia natura.
La funzione di utilità dei burocrati dipende non solo dalla quantità prodotta ma anche dal cosiddetto
bilancio discrezionale.
Bilancio Discrezionale:
differenza tra lo stanziamento ricevuto e direttamente commisurato alla quantità di
servizi offerti e i costi di produzione per effettuare spese discrezionali (spese di
rappresentanza o anche spese non strettamente necessarie).
L’utilità del burocrate è tanto maggiore quanto più elevati sono sia la quantità prodotta che il
bilancio discrezionale.
Il livello di produzione QMB dipenderà da quanta importanza l’ente attribuirà alla quantità prodotta e
quanta alle altre variabili. Sostanzialmente, il funzionario pubblico delineato da Migué e Bélanger
considera due elementi nella propria funzione di utilità:
• Le dimensioni dell’ufficio;
• Le spese effettuate servendosi del bilancio discrezionale.
Le preferenze dei manager vengono rappresentate dalle curve di indifferenza. Dalla Figura emerge
come il burocrate delineato da Miguè e Bélanger non sia interessato tanto quanto quello di
Niskanen alla crescita dell’ufficio.
Le conseguenze sono:
• Inefficienza allocativa: si produce più del necessario
• Inefficienza produttiva: utilizza il profitto discrezionale spostandosi su una curva di costo
più alta.
àModello di Breton-Wintrobe
In questo modello si pongono le unità di surplus recuperato in relazione con il costo di controllo
della burocrazia.
Date le unità di controllo si può recuperare il surplus del consumatore, ma il controllo ha costi
ingenti.
Se i costi di controllo (CC) superano le unità di
budget recuperato (BR) il modello non è efficiente.
Grafico:
EqEOB à Spesa
Questi sono quindi motivo per lo sviluppo di finanza locale e federale, infatti, se migrare da uno stato
all’latro può essere gravoso, lo è molto meno in caso di migrazioni interne.
àDisuguaglianzaß
La disuguaglianza economica è la differenza tra le posizioni economiche di una data unità statistica
in un dato periodo di tempo. Essa può essere:
• Verticale: differenze tra gli individui (Es. ricchi e poveri)
• Orizzontale: differenze tra gruppi di individui con caratteristiche simili (Es. background
socio-economico, istruzione, ecc…)
àCurva Di Lorentz
La Curva di Lorentz rappresenta la distribuzione della popolazione in base ai redditi quindi indica,
per ogni percentuale cumulata di individui, la percentuale di reddito complessivo da questi posseduta.
Per costruire la curva di Lorentz ordino i redditi in maniera crescente posizionando sulle ordinate le
cumulate successive in rapporto al reddito complessivo, e sulle ascisse le quote di popolazione.
Date due distribuzioni di reddito X e Y, la disuguaglianza in Y è minore della disuguaglianza in X in
base al criterio di Lorenz se e solo se la curva di Lorenz di Y giace sempre al di sopra della curva di
Lorenz di X.
𝐴
𝑖𝑛𝑑𝑖𝑐𝑒 𝑑𝑖 𝐺𝑖𝑛𝑖 → 𝐺 =
𝐴+𝐵
LEZIONE VI