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Il libro

E ffetto cumulativo ha già cambiato la vita di oltre un milione di persone nel


mondo: queste pagine contengono infatti tutte le indicazioni che hanno
permesso di ottenere risultati fenomenali nel business, nelle relazioni, nella
realizzazione personale.
Con linguaggio semplice e consigli pratici, e anche grazie ai numerosi esempi
concreti, Darren Hardy mostra l’importanza del fattore cumulativo: la strategia per
ottenere grandissimi benefici da piccole azioni apparentemente insignificanti.
Seguendo i suoi suggerimenti e il suo programma in sei passi, potrai apportare
cambiamenti duraturi alla tua esistenza: il segreto è prestare attenzione con piena
consapevolezza alle più piccole decisioni e al loro effetto, e assumertene appieno la
responsabilità. Sarà così facile moltiplicare i risultati, tenere traccia dei progressi,
raggiungere gli obiettivi: Effetto cumulativo ti insegnerà a creare davvero la vita
straordinaria che hai sempre desiderato.
L’autore

Darren Hardy, leader nel settore della realizzazione personale, ha iniziato la carriera
di imprenditore a soli diciotto anni. Direttore di emittenti televisive, mentore,
consulente di aziende e organizzazioni no-profit, celebre oratore, dal 2007 al 2015 ha
diretto la rivista «Success». È autore di tre libri: Effetto cumulativo (2010), Living
Your Best Year Ever (2011) e The Entrepreneur Roller Coaster (2015).
Darren Hardy

EFFETTO CUMULATIVO
Come moltiplicare il proprio successo nella vita e nel lavoro

Traduzione di Sara Barbera


ATTENZIONE! I titoli dei capitoli di questo libro sembrano semplici. Le strategie per
il successo ormai non sono più un segreto per nessuno, eppure la maggior parte
delle persone le ignora. Pensi di sapere già qual è la chiave del successo? Lo
pensano tutti. Ma le sei strategie presentate qui, se messe in pratica in sequenza,
faranno decollare i tuoi guadagni, la tua vita e il tuo successo come non mai.

Poiché ricopro da oltre venticinque anni il ruolo di leader nell’industria dei media nel
settore del successo, ne ho viste di tutti i colori. Non c’è nulla di più potente
dell’effetto cumulativo di semplici azioni ripetute nel corso del tempo.

Ci siamo, questo è tutto ciò che serve per ottenere un immenso successo nella vita.
Qualunque sia il tuo sogno, desiderio o obiettivo, il programma per realizzarlo si
trova nel libro che hai tra le mani. Continua a leggere, e lascia che rivoluzioni il tuo
mondo.
Effetto cumulativo

Questo libro è dedicato a:

Jerry Hardy, mio testimone di nozze e padre,


colui che mi ha insegnato le regole dell’effetto
cumulativo attraverso l’esempio

e Jim Rohn, mio mentore,


colui che mi ha insegnato, tra l’altro, a parlare
di temi importanti a persone davvero interessate.
Qualunque cosa impari,
qualsiasi tattica o strategia impieghi,
il successo arriva sempre come risultato
dell’effetto cumulativo.
MESSAGGIO SPECIALE DI TONY ROBBINS

Sei soddisfatto della tua vita così com’è adesso? Oppure stai sfogliando
questo libro alla ricerca di una qualche trasformazione? Scommetto che hai
preso in mano Effetto cumulativo perché in questo momento ti senti
insoddisfatto in almeno una sfera della tua vita. E, che tu ci creda o meno,
quell’insoddisfazione è una buona cosa. Significa che sei alla ricerca di
risposte... che sei pronto per crescere.
La maggior parte delle persone crede che il cambiamento e la crescita
personale siano ardui da ottenere. Io invece sono convinto che raggiungere i
propri obiettivi e realizzare i propri sogni non debba necessariamente essere
un’impresa complessa o estenuante. Il successo è semplice. Questo libro si
basa su una regola che anche io ho osservato nella mia vita e formazione, e
cioè che le decisioni plasmano il nostro destino. Le piccole scelte
quotidiane ti condurranno alla vita che desideri oppure, per forza di cose, al
fallimento. Di fatto, sono le più piccole decisioni a dare forma alla tua
esistenza. A partire da cosa mangi e dove lavori, fino alle persone che
frequenti, passando per come trascorri la tua giornata, ogni scelta plasma il
modo in cui vivrai oggi, ma soprattutto il modo in cui vivrai il resto della
tua vita.
Sì, insomma, il successo non ha niente a che vedere con il fare bene
cinquemila cose diverse. Si tratta piuttosto di fare bene le cose giuste per
cinquemila volte di seguito. Ecco la missione di Darren Hardy in questo
libro: offrirti un distillato dei principi fondamentali del successo e di come
renderli parte integrante della tua vita quotidiana. Ecco ciò che serve per
ottenere un successo duraturo.
Quando devi scegliere una persona che ti guidi lungo un percorso di
trasformazione – che ti aiuti a ottenere la vita che desideri – non limitarti ad
ascoltare quel che dice, ma osserva anche ciò che fa. Perché non sono le
parole, bensì le azioni a dirci tutto sul suo conto. Ecco una cosa che rispetto
molto in Darren: alle parole fa seguire i fatti. Ciò che condivide nel suo
libro è basato su quanto ha funzionato nella sua vita, e anche nella mia.
Darren e io abbiamo preso entrambi la decisione di assumere il controllo
delle nostre vite sin da giovanissimi. Siamo andati alla ricerca di risposte
osservando persone che conducevano il tipo di vita a cui noi ambivamo. Poi
abbiamo messo in pratica quel che abbiamo imparato. Non c’è da
meravigliarsi se entrambi citiamo Jim Rohn come mentore. Jim è stato un
maestro nell’aiutare le persone a comprendere le verità e le leggi che
conducono al successo. Secondo lui, si tratta di una vera e propria scienza.
Certo, ognuno di noi è diverso, ma le regole per ottenere il successo sono
sempre le stesse. Nella vita, ciò che semini raccogli; non puoi chiedere più
di quanto tu non sia disposto a dare. Se vuoi più amore, dai più amore. Se
vuoi maggiore successo, aiuta gli altri a puntare più in alto. E quando avrai
studiato e padroneggerai la scienza della realizzazione, allora troverai il
successo che desideri.
Darren Hardy è la prova vivente di questa filosofia. Egli ha adottato
alcune semplici ma profonde regole di base su quel che serve per avere
successo, e le ha applicate per arrivare a guadagnare oltre un milione di
dollari l’anno all’età di ventiquattro anni e a costruire una società stimata
più di cinquanta milioni a soli ventisette.
La sua vita è stata un laboratorio personale di studio e ricerca sul tema
del successo. Ha usato se stesso come cavia e ha testato migliaia di idee,
risorse e strumenti diversi, e attraverso i suoi fallimenti e trionfi è riuscito a
capire quali idee e strategie sono valide, e quali sono soltanto idiozie.
Per oltre venticinque anni la mia strada si è incrociata con quella di
Darren che, come figura di riferimento nel settore della realizzazione
personale, ha lavorato a stretto contatto con centinaia fra i migliori scrittori,
oratori e leader di pensiero. Egli ha formato decine di migliaia di
imprenditori, ha fornito consulenze a molte grandi aziende, ed è stato il
mentore di dozzine di direttori generali e uomini di successo, estrapolando
da queste esperienze ciò che ha davvero importanza e funziona sul serio, e
ciò che non lo fa.
Grazie al suo ruolo di produttore televisivo e editore della rivista
«SUCCESS», Darren è al centro dell’industria della realizzazione
personale. Ha intervistato figure di spicco, da Richard Branson al generale
Colin Powell a Serena Williams, su una miriade di temi legati al successo, e
ha analizzato a fondo le loro idee migliori – e persino alcune delle mie – per
poi raccoglierle tutte. È un’enciclopedia universale di informazioni sulla
realizzazione personale, frutto di un continuo lavoro di selezione, filtraggio,
analisi, sintesi, categorizzazione e catalogazione. Si è concentrato sui
principi fondamentali che contano, principi che puoi attuare
immediatamente nella tua vita per ottenere risultati tangibili e duraturi.
Effetto cumulativo è il manuale di istruzioni che ti insegna come tenere
in pugno il sistema, controllarlo, padroneggiarlo e plasmarlo secondo i tuoi
bisogni e desideri. Una volta fatto questo, non c’è niente che tu non possa
ottenere o raggiungere.
Come ho affermato in precedenza, nella mia vita e formazione ho
adottato un principio fondamentale che è alla base di Effetto cumulativo: le
decisioni che prendi plasmano il tuo destino. Il futuro è quello che ti crei.
Le scelte che compi – persino le più piccole e quotidiane – ti condurranno
alla vita che desideri oppure a spiacevoli conseguenze. Sono quelle piccole
decisioni a indirizzare la tua vita. Devia di soli due millimetri e la tua
traiettoria cambierà: quella che prima poteva sembrare una scelta
insignificante adesso può diventare un mastodontico errore di valutazione.
Ma la buona notizia è che il cambiamento risiede dentro di te. Esattamente
come un errore di calcolo di due millimetri può farti deviare dalla rotta della
tua vita, allo stesso modo un riassestamento di due millimetri può riportarti
sulla strada giusta. Il trucco è trovare il programma, la guida, la mappa che
ti mostri dov’è quella strada. Come arrivarci. Come mantenere la rotta.
Ecco la mia sfida per te: cessa di vivere in modalità reattiva, scegli di
assumere il controllo della tua vita, oggi, e prendi decisioni che modellino il
destino che desideri. Se vuoi crescere (e spero che sia così!), sfrutta
strumenti come questo libro. Usalo come guida per crearti la vita che vuoi.
Ricorda, il successo è semplice. Fai le cose giuste – e continua a farle
giorno dopo giorno – e sono certo che otterrai tutto il meglio che la vita ha
da offrirti.
Questo libro è proprio quel piano d’azione dettagliato e tangibile. Lascia
che sconvolga le tue aspettative, elimini i tuoi preconcetti, accenda la tua
curiosità e valorizzi la tua vita, a partire da adesso.
Vivi con passione!
Tony Robbins
Imprenditore, autore e stratega delle massime prestazioni
NOTA IN OCCASIONE DEL 10° ANNIVERSARIO

Nel 2010 ho scritto un libro intitolato The Compound Effect (L’effetto


cumulativo). All’epoca ero a capo della rivista «SUCCESS», e quel libro
doveva essere la dichiarazione della mia linea editoriale. Era necessario che
la verità sul successo venisse svelata e che si spiegasse senza tanti giri di
parole qual è il processo per conquistarlo.
Mai avrei creduto che quel libro sarebbe diventato molto più che uno dei
tanti titoli sugli scaffali di autoaiuto di librerie e biblioteche. The Compound
Effect si è convertito nel manifesto di un movimento mondiale che unisce
tutte le persone di successo nel loro forte impegno a migliorare giorno dopo
giorno, a diventare #BetterEveryDay.
Ancor più significativo dell’avere conquistato un posto nella lista dei
bestseller del «New York Times» e dell’aver venduto oltre un milione di
copie in tutto il mondo è stato apprendere che migliaia di persone ne hanno
acquistato una o più copie per regalarle a chiunque potesse trarre beneficio
dai suoi contenuti. Ciò ha creato un effetto virale che mai avrei potuto
immaginare o pianificare.
Mi sono spesso chiesto quale aspetto del libro abbia spinto le persone a
diffonderne il messaggio e trasmetterlo ad altre. Credo sia perché i suoi
principi sono sempre attuali e parlano in maniera diretta, semplice e chiara a
chiunque – indipendentemente da status, settore professionale, etnia o idee
politiche – desideri diventare la miglior versione possibile di sé.
Dieci anni fa come tra cinquant’anni, le idee contenute nel libro hanno
trovato e troveranno sempre il favore di coloro che, come si suol dire,
«scelgono di essere l’eccezione». A prescindere da quanto cambi il mondo
ogni anno, la natura umana e il nostro viaggio di crescita interiore
rimangono pressoché identici.
Sono certo che oggi ci sia ancora più bisogno di un libro come questo di
quanto non ve ne fosse dieci anni fa. Siamo sempre più bombardati dalle
manipolazioni della stampa sensazionalistica, sommersi dalle distrazioni dei
social media, e raggirati da sedicenti profeti con i loro trucchetti rapidi e
indolori. I principi fondamentali per ottenere il successo non cambiano mai.
Come direbbe il mio mentore, Jim Rohn: «Sospetta di chi sostiene di creare
oggetti d’antiquariato».
Se ti stai accostando per la prima volta all’«effetto cumulativo», il mio
auspicio è che esso rappresenti la svolta decisiva nella tua vita, come è
accaduto a molti, un evento al quale ripenserai in futuro dicendo: «Dopo
aver letto il libro, non sono più stato lo stesso. Basti guardare i miei
guadagni, il mio successo e la mia vita di adesso!».
Ti sarai guadagnato il sorriso soddisfatto che sfoggerai nel dirlo, perché
avrai lavorato sodo per innescare l’effetto cumulativo nella tua vita: la
miccia è nelle pagine che seguono.
Voglio che tu sappia che non sei più solo in questo viaggio verso
maggiori successi. Adesso ci sono io con te, assieme a una comunità
globale di persone ambiziose e con interessi affini che si supportano a
vicenda nel loro inesauribile impegno a diventare #BetterEveryDay.

Con rispettoso affetto,


Darren

PS: Puoi unirti al movimento di miglioramento quotidiano


#BetterEveryDay su www.darrendaily.com. Ogni giorno feriale riceverai un
video appositamente creato contenente una GRANDE idea, spiegata in
meno di cinque minuti, che rappresenterà un vantaggio concreto. Poi,
giorno dopo giorno, duecentosessanta giorni l’anno, questi piccoli
miglioramenti si accumuleranno portando con sé enormi trasformazioni e
significativi successi.
Iscriviti gratuitamente su www.darrendaily.com.
INTRODUZIONE

Questo libro parla di successo e di cosa occorra davvero per ottenerlo. È


arrivato il momento che qualcuno te lo dica onestamente. Ti hanno
ingannato troppo a lungo. Non esiste nessuna bacchetta magica, formula
segreta o soluzione rapida. Non guadagni duecentomila dollari l’anno
passando due ore al giorno su Internet, non perdi trenta chili in una
settimana con una dieta miracolosa, non ti cancelli vent’anni dal viso con
una crema, non sistemi la tua vita sentimentale con una pillola, e non trovi
nemmeno il successo duraturo con il metodo del «tutto e subito». Sarebbe
fantastico se potessimo comprare successo, fama, autostima, buone
relazioni, salute e benessere belli impacchettati nel supermercato sotto casa.
Ma non funziona così.
Siamo costantemente bombardati da promesse sempre più eclatanti di
diventare ricchi, magri, più giovani, persino più sexy... tutto da un giorno
all’altro con il minimo sforzo in sole tre comode rate. Questi insistenti
messaggi promozionali hanno distorto la nostra percezione di cosa serva
veramente per avere successo. Abbiamo perso di vista i semplici ma
profondi principi fondamentali che ci conducono a esso.
Ne ho abbastanza; non starò fermo a guardare mentre tali messaggi
pericolosi continuano a sviare le persone. Ho scritto questo libro per farti
ricominciare dalle basi. Ti aiuterò a mettere ordine nel caos e a porre
l’attenzione sui principi fondamentali che contano. Per ottenere risultati
tangibili e duraturi nella vita, esegui immediatamente gli esercizi e applica
le regole per il successo collaudati nel tempo contenuti in questo libro.
Ti insegnerò a sfruttare il potere dell’effetto cumulativo, il sistema
operativo che fa funzionare la tua vita nel bene e nel male. Usa questo
sistema a tuo vantaggio e potrai davvero rivoluzionarla. Hai sentito dire che
puoi ottenere tutto ciò che ti metti in testa di fare, giusto? Be’, è vero
soltanto se sai come farlo. Effetto cumulativo è il manuale di istruzioni che
ti insegna come tenere in pugno il sistema. Una volta che ci sarai riuscito,
non c’è niente che tu non possa ottenere o raggiungere.
Come faccio a sapere che l’effetto cumulativo è l’unico processo utile
per raggiungere il successo definitivo? Per prima cosa, ho applicato le sue
regole alla mia stessa vita. Non voglio fare come quegli autori che
decantano la loro fama e fortuna, ma è importante tu sappia che parlo per
esperienza personale: ti sto offrendo una prova vivente, non una teoria
ripetuta a pappagallo. Come ha accennato Tony Robbins, nelle mie
iniziative imprenditoriali ho goduto di un notevole successo perché mi sono
ripromesso di vivere secondo le regole che leggerai in questo libro.
Negli ultimi quarant’anni ho studiato intensamente il successo e le
conquiste delle altre persone. Ho speso centinaia di migliaia di dollari per
testare idee, risorse e filosofie diverse. La mia esperienza personale è la
prova che, a prescindere da cosa impari o quale tattica o strategia impieghi,
il successo arriva come risultato del sistema operativo dell’effetto
cumulativo.
In secondo luogo, ricopro da oltre venticinque anni il ruolo di leader
nell’industria dei media nel settore del successo. Ho lavorato con pressoché
tutti i più stimati leader di pensiero, gli oratori più acclamati e gli autori di
bestseller. Come consulente per dirigenti e persone di grandi ambizioni, ho
formato e fatto da mentore a decine di migliaia di capi d’azienda. A partire
da tutti questi casi-studio ho estrapolato ciò che funziona e ciò che non
funziona.
In terzo luogo, come produttore esecutivo di tre reti televisive dedicate al
successo nonché editore della rivista «SUCCESS», il mio compito è stato
vagliare, curare e riassumere le idee, le risorse e i profili delle persone più
affermate al mondo in maniera tale da stabilire chi presentare durante i
nostri programmi televisivi o sulle pagine della nostra rivista. Ogni mese
intervistavo una dozzina di massimi esperti su una miriade di temi legati al
successo e analizzavo a fondo le loro migliori idee. Tutto il giorno, ogni
giorno, passavo al setaccio una marea di informazioni e strategie sulla
realizzazione personale e imprenditoriale.
Ecco cosa voglio puntualizzare. Quando possiedi un quadro talmente
esaustivo del settore e una saggezza maturata attraverso lo studio degli
insegnamenti e dei comportamenti migliori di alcune tra le persone più
affermate al mondo, raggiungi una chiarezza di visione sorprendente: le
verità fondamentali celate diventano chiare come il sole. Avendone viste,
lette e sentite di tutti i colori, non mi lascio più ingannare da nuovi
stratagemmi o sedicenti profeti con la più recente «scoperta scientifica».
Non mi lascio convincere da trucchetti. Possiedo troppi valori di
riferimento. Ci sono già cascato tante volte e ho scoperto la verità a mie
spese.
Questo libro, tolto tutto ciò che di inutile, stupido e nocivo si trova sul
tema, parla di ciò che conta veramente. Che cosa funziona davvero? Quali
principi fondamentali, una volta analizzati e conosciuti a fondo,
costituiscono il sistema operativo che ti può aiutare a raggiungere ogni
obiettivo desiderato e a vivere la vita che meriti? Questo libro contiene i
principi fondamentali che compongono il sistema operativo chiamato
«effetto cumulativo».
Prima di entrare nel vivo, ho un avvertimento: guadagnarsi il successo è
difficile. Il processo è laborioso, tedioso, talvolta persino esasperante.
Diventare ricco, influente e uno dei migliori al mondo è un lavoro duro, che
richiede tempo. Non mi fraintendere: seguendo questi passi vedrai dei
risultati quasi immediati. Ma se nutri un’avversione per il lavoro, la
disciplina e l’impegno, sei libero di riaccendere la TV e riporre le tue
speranze nella prossima televendita o webinar che vende promesse di
successo istantaneo, sempre che tu abbia a disposizione una carta di credito
bella piena.
La morale della favola è che sai già ciò che ti serve per avere successo.
Non devi imparare nient’altro. Se ciò di cui abbiamo bisogno fossero
soltanto nuove informazioni, chiunque sia in possesso di una connessione a
Internet vivrebbe in una villa, avrebbe addominali d’acciaio e sarebbe
beatamente felice. Non ti servono nuove informazioni, ma un nuovo piano
d’azione. È arrivato il momento di creare nuovi comportamenti e abitudini
che siano distanti dal sabotaggio e orientati al successo. È semplicissimo.
Questo libro ti offre il meglio di quello che ho sentito, visto, studiato e
testato, tutto in un unico volume che ti cambierà la vita. Ed è davvero più
semplice di quanto tu possa immaginare.
Cominciamo!
CAPITOLO 1
L’EFFETTO CUMULATIVO IN AZIONE

Conosci l’espressione «Chi va piano va sano e va lontano»? Hai mai sentito


la favola della lepre e della tartaruga? Signore e signori, io sono la
tartaruga. Datemi abbastanza tempo e sconfiggerò chiunque, sempre, in
qualsiasi competizione. Perché? Non tanto perché sono il migliore o il più
intelligente o il più veloce. Vincerò grazie alle abitudini positive che ho
sviluppato e alla costanza che applico nel metterle in pratica. Sono il più
grande sostenitore al mondo della costanza. Sono la prova vivente che
questa è la chiave fondamentale per il successo e, allo stesso tempo, uno
degli scogli più insormontabili per coloro che faticano a realizzarsi. La
maggior parte delle persone non sa come essere costante. Io sì. E per questo
devo ringraziare mio padre: in pratica, lui è stato il primo a insegnarmi
come innescare il potere dell’effetto cumulativo.
I miei genitori hanno divorziato quando avevo soltanto diciotto mesi, e
mio padre mi ha cresciuto da solo. Non era esattamente un tipo tutto
abbracci e coccole. Era un ex allenatore di football universitario e mi ha
inculcato sin dall’inizio una mentalità orientata ai risultati.
Grazie a papà, mi svegliavo tutti i giorni alle sei del mattino. Non con un
dolce colpetto sulla spalla e nemmeno con la radiosveglia. No, ogni mattina
venivo svegliato dal rumore martellante e ripetitivo del ferro che sbatteva
sul pavimento di cemento del nostro garage, attiguo alla mia camera. Era
come svegliarsi a pochi metri da un cantiere edile. Sul muro del garage
aveva dipinto l’enorme scritta «Senza fatica non si ottiene nulla», che lui
guardava mentre faceva una serie infinita di stacchi, affondi, girate al petto
e squat da culturista vecchia scuola. Con la pioggia, la neve o il sole
cocente, papà era sempre lì con i suoi pantaloncini e la felpa stracciata. Non
saltava un giorno: avresti potuto regolare l’orologio in base alla sua routine.
Avevo più faccende da sbrigare di un domestico e di un giardiniere messi
assieme. Dopo la scuola c’era sempre una lista di compiti a darmi il
bentornato: strappa le erbacce, rastrella le foglie, spazza il garage, spolvera,
passa l’aspirapolvere, lava i piatti e così via. E rimanere indietro a scuola
non era contemplato. Ecco come stavano le cose.
Papà era il classico tipo «niente scuse». Non avevamo mai il permesso di
stare a casa da scuola, a meno che non stessimo veramente vomitando o
sanguinando, o non ci si «vedessero le ossa»: l’espressione veniva dal suo
passato di allenatore, perché i giocatori sapevano che non potevano lasciare
il campo a meno che non fossero seriamente infortunati. Un giorno, quando
il quarterback gli chiese di abbandonare la partita, papà rispose: «No, a
meno che non ti si vedano le ossa». Il quarterback si tirò giù il paraspalle e,
in effetti, gli si vedeva la clavicola. Soltanto allora gli fu concesso di
allontanarsi dal campo.
Una delle filosofie essenziali di papà era: «Non importa quanto
intelligente tu sia o non sia, devi compensare con il duro lavoro quello che
ti manca in esperienza, abilità, intelligenza o talento innato. Se il tuo
avversario è più intelligente, più talentuoso, o con più esperienza, allora
devi semplicemente lavorare tre o quattro volte tanto. Puoi ancora
batterlo!». Qualunque fosse la sfida, mi ha insegnato a compensare con il
duro lavoro tutti quegli ambiti in cui ero svantaggiato. Sbagliavo i tiri liberi
durante la partita? Dovevo fare mille tiri liberi ogni giorno per un mese.
Non ero bravo a palleggiare con la mano sinistra? Dovevo legarmi la mano
destra dietro la schiena e palleggiare tre ore al giorno. Ero indietro in
matematica? Dovevo mettermi sotto, prendere ripetizioni e lavorare come
un dannato per tutta l’estate fino a che non l’avessi capita. Niente scuse. Se
non sei bravo in qualcosa, lavoraci più duramente e in modo più
intelligente. Anche per lui, i fatti contavano più delle parole. Papà è passato
dall’attività di allenatore di football a quella di rappresentante commerciale,
dimostrandosi uno tra i migliori. Da lì è diventato capo, e infine è arrivato a
possedere una sua impresa.
A me non sono state date tante direttive. Sin dal principio, papà ha fatto
in modo che capissimo le cose da soli. Per lui era tutta una questione di
responsabilità. Non ci martellava ogni sera con i compiti; dovevamo
semplicemente mostrargli i risultati e, quando lo facevamo, venivamo
premiati. Se prendevamo buoni voti, papà ci portava da Prings, una
gelateria dove servivano porzioni enormi di banana split: sei palline di
gelato con tutte le guarnizioni! Spesso i miei fratelli non se la cavavano
altrettanto bene a scuola, e così non potevano andarci. Era un evento
importante, quindi lavoravi duro per essere premiato con quell’uscita.
La disciplina di papà mi è servita d’esempio. Era il mio idolo e volevo
che fosse orgoglioso di me. Vivevo anche nella paura di deluderlo. Una
delle sue massime è: «Sii quel ragazzo che dice: “No”. Non è un gran
risultato seguire la massa. Sii diverso dagli altri, “Sii l’eccezione” [idea che
ha ispirato la tagline della mia azienda oggi]». Ecco perché non ho mai
fatto uso di droghe: lui non ha mai insistito, ma io non volevo essere il
genere di ragazzo che fa una cosa solo perché tutti gli altri la fanno. E non
volevo deludere papà.
Grazie a lui, a dodici anni avevo imparato a gestire un’agenda di
impegni degna del più efficiente direttore d’azienda. Qualche volta
brontolavo e mi lamentavo (ero un ragazzino!), ma anche in quelle
occasioni, segretamente, mi piaceva sapere di avere una marcia in più
rispetto ai miei compagni di classe. Papà mi ha permesso di partire
avvantaggiato, con la mentalità e la disciplina necessarie per essere
scrupoloso e responsabile, e per raggiungere qualsiasi obiettivo io mi
prefigga.
Papà e io scherzavamo su che razza di uomo ossessivamente brillante
avesse tirato su. A diciotto anni la mia impresa aveva introiti a sei cifre, a
venti possedevo una casa in un quartiere elegante, a ventiquattro i miei
guadagni superavano il milione di dollari, e a ventisette ero ufficialmente un
milionario fatto da sé con un’attività che mi garantiva un fatturato di oltre
cinquanta milioni l’anno. Oggi ho soldi e beni sufficienti per mantenere la
mia famiglia per il resto della vita.
«Ci sono un sacco di modi per rovinare un bambino» diceva papà.
«Perlomeno il mio modo era valido! Mi sembra che tu te la sia cavata
bene.»
Quindi, nonostante debba ammettere che ho dovuto esercitarmi a
starmene con le mani in mano, vivere il momento presente e di tanto in
tanto rilassarmi su una sedia a sdraio (senza portarmi dietro una pila di libri
di economia o audio di automiglioramento), sono grato delle competenze
che mi hanno trasmesso mio padre e gli altri mentori lungo la strada.
Effetto cumulativo rivela il «segreto» che si cela dietro al mio successo.
Credo profondamente nell’effetto cumulativo perché papà si è assicurato
che lo vivessi in prima linea, ogni giorno, fino a non poterne più fare a
meno.
Ma, se sei come la maggior parte delle persone, tu non ci credi fino in
fondo. E per molte ragioni perfettamente comprensibili. Non hai avuto la
stessa formazione e lo stesso esempio che ti mostrasse come fare. Non hai
sperimentato i vantaggi dell’effetto cumulativo. A livello sociale, siamo
stati tutti ingannati: siamo stati ipnotizzati dal marketing commerciale, che
ci convince di avere problemi che non abbiamo e ci vende l’idea di rimedi
immediati che possano «curarli». Siamo stati addestrati a credere al lieto
fine che leggiamo nei romanzi e vediamo nei film. Abbiamo perso di vista
il buon vecchio valore del lavoro duro e costante.
Esaminiamo questi ostacoli uno a uno.

Non hai sperimentato i vantaggi dell’effetto cumulativo


L’effetto cumulativo è il principio secondo cui traiamo enorme vantaggio da
una serie di scelte piccole e intelligenti. Secondo me la cosa più interessante
è che, sebbene i risultati siano giganteschi, sul momento i vari passi
compiuti non vengono percepiti come significativi. Che tu voglia usare
questa strategia per migliorare la salute, le relazioni, le finanze o qualsiasi
altro aspetto, i cambiamenti sono talmente minimi da essere quasi
impercettibili. Essi non offrono quasi nessun risultato immediato, nessuna
grande vittoria improvvisa, nessuna banale e ovvia ricompensa. Quindi,
perché perdere tempo?
La maggior parte delle persone inciampa nella semplicità dell’effetto
cumulativo. Per esempio, dopo l’ottavo giorno rinuncia alla corsa perché è
ancora sovrappeso. Oppure smette di esercitarsi al pianoforte dopo sei mesi
perché non ha ancora imparato a suonare qualcosa di diverso da Le
tagliatelle. O interrompe i versamenti sul fondo pensione dopo un paio
d’anni perché i contanti potrebbero servire... e in ogni caso non ha
accumulato una cifra tanto alta.
Ciò che le persone non comprendono è che questi piccoli e
apparentemente insignificanti passi, se compiuti regolarmente, col tempo
faranno una differenza radicale. Lascia che ti dia un paio di esempi
dettagliati.
Scelte piccole e intelligenti + costanza + tempo =
DIFFERENZA RADICALE

La monetina magica
Se ti chiedessero di scegliere fra tre milioni di dollari in contanti in questo
istante o una monetina da un centesimo che raddoppia il suo valore ogni
giorno per trentun giorni, che cosa sceglieresti? Se questa domanda ti è già
nota, saprai che la scelta giusta è la monetina, perché ti porterà maggiore
ricchezza. Eppure, perché è così difficile credere che scegliere la monetina
alla fine ci garantirà più soldi? Perché ci vuole molto più tempo per vedere
il risultato. Esaminiamo la questione da vicino.
Supponiamo che tu scelga il vile denaro e una tua amica si incammini
lungo la strada della monetina. Al quinto giorno, la tua amica avrà sedici
centesimi. Tu, invece, avrai tre milioni. Al decimo giorno, lei avrà $5,12 e
tu i tuoi bei bigliettoni. Come pensi che si senta la tua amica rispetto alla
sua decisione? Tu stai spendendo i tuoi milioni spassandotela alla grande,
strafelice della tua scelta.
Dopo venti giorni, e con soli undici giorni rimanenti, la tua cara amica
ha soltanto $5243. Come si sentirà adesso? Dopo tutti i suoi sacrifici e
l’atteggiamento positivo, ha poco più di cinquemila dollari. Tu, invece, hai
tre milioni. Poi, la magia invisibile dell’effetto cumulativo comincia a
manifestarsi: al trentunesimo giorno, la stessa piccola crescita matematica
quotidiana avrà portato la monetina capitalizzata a valere $10.737.418,24,
più del triplo dei tuoi tre milioni.
In questo esempio vediamo perché la costanza nel tempo è così
importante. Al ventinovesimo giorno, tu hai i tuoi tre milioni, la tua cara
amica circa due milioni e settecentomila dollari. Lei passa in testa soltanto
al trentesimo giorno di questa gara, con cinque milioni e trecentomila
dollari. E ti straccia soltanto l’ultimissimo giorno di questa ipermaratona
lunga un mese: alla fine, lei si ritrova con $10.737.418,24, tu con tre
milioni.
Ci sono poche cose impressionanti come la «magia» del capitalizzare le
monetine. È incredibile, ma questa «forza» è potente in ciascun campo della
tua vita.
Ecco un altro esempio...
Tre amici
Prendiamo tre amici che sono cresciuti assieme. Vivono nello stesso
quartiere e hanno sensibilità molto simili. Ciascuno di essi guadagna circa
cinquantamila dollari l’anno. Sono tutti sposati, godono di buona salute e
hanno un peso corporeo nella media, con l’aggiunta delle temutissime
«maniglie dell’amore».
L’amico numero uno, che chiameremo Larry, va avanti facendo quello
che ha sempre fatto. È felice, o così crede, ma talvolta si lamenta perché
non cambia mai nulla.
L’amico numero due, Scott, comincia ad apportare qualche piccolo
cambiamento positivo, apparentemente insignificante. Inizia a leggere dieci
pagine di un buon libro e ad ascoltare trenta minuti di un programma
educativo o stimolante durante il suo tragitto verso l’ufficio ogni giorno.
Scott vuole vedere dei cambiamenti nella sua vita, ma non vuole creare
troppo scompiglio. Ha cominciato da poco ad ascoltare i miei podcast on
demand e ha scelto di mettere in pratica un’idea tratta da uno degli episodi:
eliminerà centoventicinque calorie al giorno dalla sua dieta. Nulla di
eccezionale. Stiamo parlando di una tazza di cereali in meno, di scambiare
la lattina di una bevanda gassata con una bottiglia di acqua frizzante, di
sostituire la maionese del panino con la senape. Fattibile. Ha anche
cominciato a fare circa duemila passi in più al giorno (poco più di un
chilometro). Nessun grande sforzo o atto di coraggio. Roba che potrebbe
fare chiunque. Ma Scott è determinato ad attenersi a queste scelte e sa che,
sebbene siano semplici, potrebbe altrettanto semplicemente avere la
tentazione di abbandonarle.
L’amico numero tre, Brad, prende un paio di decisioni sbagliate. Di
recente ha comprato un televisore maxischermo per poter vedere tutti i suoi
programmi preferiti. Ha provato le ricette che ha visto su un canale di
cucina: le lasagne al formaggio e i dolci sono i suoi cibi preferiti. Ah, e ha
anche installato un angolo bar in salotto e aggiunto una bevanda alcolica a
settimana alla sua dieta. Niente di folle: Brad vuole soltanto svagarsi e
rilassarsi un po’ di più durante la settimana.
Dopo cinque mesi, tra Larry, Scott e Brad non si percepisce nessuna
differenza. Scott continua a leggere un pochino ogni sera e ad ascoltare
audio prima e dopo il lavoro; Brad si «gode» la vita e si impegna meno;
Larry continua a fare quello che ha sempre fatto. Benché ognuno di loro
continui a seguire il proprio schema di comportamento, cinque mesi non
sono sufficienti per vedere un declino o un miglioramento. Anzi, se
rappresentassimo con un grafico il peso dei tre uomini, vedremmo un errore
di arrotondamento pari a zero: sarebbero esattamente uguali. Dopo dieci
mesi, non notiamo ancora nessun cambiamento evidente in nessuna delle
loro vite. Solo al termine del diciottesimo mese siamo in grado di misurare
delle leggere differenze nell’aspetto dei tre amici. Ma, verso il
venticinquesimo mese, cominciamo a vedere differenze evidenti e
misurabili. Il ventisettesimo mese vediamo un’enorme differenza. E dopo
trentun mesi il cambiamento è sorprendente: ora Brad è grasso, mentre
Scott è snello. Eliminando soltanto centoventicinque calorie al giorno, Scott
ha perso quasi quindici chili!

31 mesi = 940 giorni


940 giorni x 125 calorie al giorno = 117.500 calorie
117.500 calorie divise per 8000 calorie al chilo = 14,6 chili!

Brad ha assunto solo centoventicinque calorie in più al giorno nello


stesso arco di tempo, e ha preso quindici chili. Adesso pesa trenta chili più
di Scott! Ma le differenze sono più significative del peso. Scott ha investito
quasi mille ore nella lettura di libri e nell’ascolto di audio di
automiglioramento; mettendo in pratica le nuove conoscenze acquisite si è
guadagnato una promozione e un aumento di stipendio. E, soprattutto, il suo
matrimonio è felice. Brad invece è infelice al lavoro, e il suo matrimonio è
in crisi. E Larry? Larry è più o meno esattamente dov’era due anni e mezzo
fa, con la differenza che adesso è più amareggiato.
Il fenomenale potere dell’effetto cumulativo è davvero così semplice. La
differenza fra le persone che sfruttano l’effetto cumulativo a proprio
vantaggio e coloro che fanno in modo di venirne danneggiati è quasi
incredibile. Sembra straordinario, come la magia o i viaggi nel tempo. Dopo
trentun mesi (o trentun anni), sembra che la persona che sfrutta la natura
positiva dell’effetto cumulativo abbia ottenuto uno di quei cosiddetti
«successi da un giorno all’altro». In realtà, il suo successo profondo è stato
il risultato di piccole decisioni intelligenti prese con costanza nel tempo.

L’effetto a cascata
I risultati dell’esempio appena esposto sembrano sensazionali, lo so. Ma
possiamo andare ancora più a fondo di così. La verità è che persino un
piccolo cambiamento può avere un impatto significativo che causa un
inaspettato e imprevisto effetto a cascata. Osserviamo meglio una delle
cattive abitudini di Brad, quella di mangiare spesso cibi grassi, per
comprendere meglio come l’effetto cumulativo possa agire in maniera
negativa e creare un effetto a cascata che si ripercuote su tutta la sua vita.
Brad prepara dei muffin con una ricetta che ha imparato da un
programma di cucina. Ne va molto orgoglioso e la sua famiglia lo apprezza,
perciò sembra un fatto positivo sotto ogni aspetto. Brad comincia a
preparare i muffin (e altri dolci) sempre più spesso. Adora i suoi manicaretti
e ne mangia più di quanti dovrebbe, ma non così tanti da allarmare
qualcuno. Tuttavia, la sera quel cibo extra fa sentire Brad fiacco e apatico.
Si sveglia un po’ intontito, e ciò lo rende irascibile. L’irritabilità e la
mancanza di sonno cominciano a influire sul suo lavoro. Brad è meno
produttivo, e di conseguenza riceve valutazioni scoraggianti dal suo capo.
Al termine della giornata si sente scontento del suo lavoro e le sue energie
sono veramente a terra. Il tragitto verso casa sembra più lungo e stressante
che mai. Tutto ciò fa sì che Brad cerchi ulteriore consolazione nel cibo:
questo è il potere dello stress.
La complessiva mancanza di energie rende Brad meno propenso a fare
passeggiate con sua moglie, come erano abituati a fare prima. Non ne ha
voglia. A lei manca il tempo trascorso insieme, e prende sul personale
questa sua chiusura. Con sempre meno attività da condividere con la moglie
e la mancanza di aria fresca ed esercizio fisico, l’organismo di Brad non
rilascia le endorfine che lo aiutavano a sentirsi ottimista e allegro. Siccome
non è più così felice, comincia a trovare difetti in se stesso e negli altri, e
smette di fare complimenti a sua moglie. A mano a mano che il suo corpo
comincia ad arrotondarsi, Brad si sente meno sicuro di sé e meno attraente,
e diventa meno romantico.
Brad non capisce quanto la sua mancanza di vitalità e affetto nei
confronti della moglie la turbino. Sa solo che si sente un po’ strano.
Comincia a passare ore davanti alla TV, fino a tarda notte, perché è facile e
distensivo. Sentendolo distante, la moglie di Brad comincia a lamentarsi e a
cercare più attenzioni. Quando nemmeno questo funziona, si chiude dietro
una corazza emotiva. Si sente sola. Riversa tutte le sue energie nel lavoro e
passa più tempo con le sue amiche per appagare il desiderio di compagnia.
Gli uomini cominciano a flirtare con lei, facendola sentire di nuovo
desiderata. Non tradirebbe mai Brad, ma lui percepisce che c’è qualcosa che
non va. Anziché rendersi conto che sono le sue scelte e abitudini sbagliate
ad aver causato tutti quei problemi, Brad accusa la moglie.
Credere che sia l’altra persona a sbagliare anziché guardarsi dentro e
lavorare per mettere ordine nel proprio caos interiore è roba da prima
lezione di psicologia. In questo caso, Brad non sa come guardarsi dentro:
nei programmi di cucina e nelle serie poliziesche non danno consigli sul
miglioramento di sé e delle proprie relazioni. Tuttavia, di tanto in tanto lo
sfiora il pensiero che, se avesse letto i libri di crescita personale che leggeva
il suo amico Scott, forse avrebbe imparato diversi modi per migliorare le
cattive abitudini. Purtroppo per Brad, le piccole scelte che ha fatto giorno
dopo giorno hanno creato una cascata che ha gettato scompiglio in ogni
aspetto della sua vita.
Di certo, tutta quella conta delle calorie e quello stimolo intellettuale
hanno avuto l’effetto contrario su Scott, che adesso sta raccogliendo i suoi
risultati positivi. Non è altro che la ripetizione di semplici discipline
quotidiane contro dei semplici errori di valutazione. È così facile.
Dedicando tempo e costanza sufficienti, i risultati diventano visibili. Anzi,
del tutto prevedibili.
Ottime notizie: l’effetto cumulativo è prevedibile e misurabile! Non è
rassicurante sapere che devi soltanto compiere una serie di piccolissimi
passi, con costanza, nel tempo, per migliorare radicalmente la tua vita? Non
ti sembra più semplice che allestire una grande esibizione di audacia ed
eroica resistenza, finendo soltanto per sfinirti e costringerti a raccogliere
nuovamente tutte quelle energie in seguito per un altro tentativo (che
probabilmente non avrà successo)? Mi sento esausto soltanto al pensiero.
Ma questo è ciò che la gente fa normalmente. La società ci ha indotti a
credere nell’efficacia di uno sforzo imponente e ostentato (vedi la Figura 1).
Fig. 1. La bellezza dell’effetto cumulativo sta nella sua semplicità. Notiamo come, nella parte sinistra
del grafico, i risultati siano intangibili, e come cambino visibilmente dopo un certo tempo. I
comportamenti lungo tutto il percorso sono sempre gli stessi, ma alla fine la magia dell’effetto
cumulativo entra in gioco e porta a risultati diversi.

Successo, vecchia scuola


L’aspetto più complesso dell’effetto cumulativo è che si deve lavorare
ripetutamente per un bel po’ di tempo, in maniera sistematica ed efficace,
prima di cominciare a vedere i risultati. I nostri nonni lo sapevano bene,
eppure non passavano le loro serate incollati davanti alla TV a guardare
telepromozioni su come ottenere cosce snelle in trenta giorni o un impero
immobiliare in sei mesi. Scommetto che i tuoi nonni lavoravano sei giorni a
settimana, dall’alba al tramonto, usando costantemente nel corso della loro
vita le competenze acquisite da giovani. Sapevano che il segreto era duro
lavoro, disciplina e buone abitudini.
È interessante osservare che il benessere tende a saltare una generazione.
L’enorme ricchezza spesso porta ad avere una mentalità indolente, che a sua
volta conduce a uno stile di vita sedentario. I figli dei ricchi ne sono
particolarmente inclini. Non sono loro ad aver sviluppato la disciplina e il
carattere necessari per creare quel patrimonio fin dall’inizio, dunque è
logico che essi non diano il giusto valore alla loro ricchezza o non
comprendano cosa si debba fare per mantenerla. Spesso questa mentalità è
evidente nei figli delle famiglie reali, delle grandi star del cinema e dei
dirigenti d’azienda... e, in minor misura, nei bambini e negli adulti un po’
ovunque.
Come nazione, l’intera popolazione americana sembra aver smesso di
apprezzare l’importanza di una forte etica del lavoro. Ci sono state tre, se
non quattro, generazioni che hanno goduto di grande prosperità, benessere e
agiatezza. Le nostre aspettative su cosa serva per crearsi un successo
duraturo (per esempio, determinazione, duro lavoro e forza d’animo) non
sono particolarmente attraenti, e per questo sono state pressoché
dimenticate. Abbiamo perso il rispetto per le lotte e le battaglie dei nostri
progenitori. Quell’enorme sforzo ha trasmesso loro la disciplina,
forgiandone il carattere e alimentandone lo spirito per conquistare nuove
frontiere.
La verità è che la noncuranza ha colpito tutti i grandi imperi, compresi,
tra gli altri, quello egizio, greco, romano, spagnolo, portoghese, francese e
britannico. Perché? Perché niente crolla facilmente quanto il successo. Gli
imperi un tempo dominanti sono decaduti per questo semplice motivo. Si
raggiunge un certo livello di successo e poi ci si siede sugli allori.
Avendo vissuto lunghi periodi di prosperità, salute e ricchezza,
diventiamo compiaciuti. Smettiamo di fare quello che abbiamo fatto per
arrivare fino a quel punto. Diventiamo come la rana nel pentolone di acqua
calda, che non salta fuori verso la libertà perché il calore è talmente
incrementale e ingannevole che non si rende conto di finire bollita!
Se vogliamo avere successo, dobbiamo recuperare l’etica del lavoro dei
nostri nonni.
È arrivato il momento di risanare il nostro carattere per ottenere
maggiore successo e realizzazione personale. Non credere all’idea del genio
della lampada. Puoi startene seduto sul divano aspettando che gli assegni si
infilino da soli nella cassetta della posta, sfregare pietre magiche,
camminare sul fuoco, impersonare quel guru di duemila anni fa e, se lo
vuoi, persino cantilenarti frasi motivazionali, ma tutto questo è un puro
imbroglio commerciale che ti manipola appellandosi alle tue debolezze. Il
successo vero e duraturo richiede lavoro... e parecchio!
Ecco una breve storia per dimostrare il concetto che niente crolla
facilmente quanto il successo. Vicino casa mia, a San Diego, aveva aperto
un bellissimo ristorante. All’inizio il locale era sempre immacolato, la
direttrice di sala riservava un gran bel sorriso a tutti, il servizio era
impeccabile (il gestore se ne assicurava personalmente) e il cibo
sensazionale. Dopo pochissimo tempo, i clienti dovevano fare la fila per
mangiare lì e aspettare oltre un’ora per avere un tavolo. Poi, purtroppo, il
personale del ristorante ha iniziato a dare per scontato quel successo. La
direttrice di sala era diventata altezzosa, i camerieri disordinati e sgarbati, e
la qualità del cibo non era più una garanzia. Il locale ha chiuso nel giro di
un anno e mezzo. È fallito a causa del suo successo. O meglio, è fallito
perché il personale ha smesso di fare ciò che gli aveva permesso di
affermarsi all’inizio: il successo gli aveva dato alla testa e aveva cominciato
a battere la fiacca.

La mentalità del microonde


Comprendere l’effetto cumulativo ti libererà dall’aspettativa di risultati
immediati, dalla convinzione che il successo debba arrivare tanto in fretta
quanto il cibo dei fast food, gli occhiali pronti in un’ora, la stampa
fotografica in trenta minuti, la posta espressa, le uova al microonde, l’acqua
calda e i messaggi di testo. Questo è già un punto importante.
Prometti a te stesso che abbandonerai una volta per tutte le tue
aspettative di vincere la lotteria perché, diciamocelo, sentiamo soltanto la
storia di quell’unico vincitore e non quelle dei milioni di perdenti. La
persona che salta di gioia davanti alle slot machine o sfoggia il suo
gigantesco assegno in TV non rivela le centinaia di volte in cui ha perso.
Se torniamo alla nostra possibilità matematica di un risultato positivo
otterremo, di nuovo, un errore di arrotondamento pari a zero: vale a dire che
hai circa zero possibilità di vincere. Secondo lo psicologo di Harvard Daniel
Gilbert, autore di Stumbling on Happiness (Imbattersi nella felicità), se
dessimo a ciascuna persona che ha perso alla lotteria trenta secondi per
annunciare in TV non «Ho vinto!» ma «Ho perso!», ci vorrebbero quasi
nove anni per dare spazio a tutti i perdenti di ogni estrazione!
Quando avrai compreso come funziona l’effetto cumulativo, non ti
struggerai per rimedi rapidi o soluzioni ottimali. Non tentare di ingannare te
stesso credendo che un atleta superaffermato non abbia sopportato regolari
allenamenti faticosi e migliaia di ore di esercizio. Si alzava presto per
allenarsi e continuava a farlo molto dopo che gli altri avevano finito. Ha
superato l’angoscia e la frustrazione dovute a fallimento, solitudine, duro
lavoro e delusione, che lo hanno portato a essere il numero uno.
Voglio che, entro la fine di questo libro, tu abbia imparato che il percorso
verso il successo passa attraverso la ripetizione continua di banali, noiosi,
poco affascinanti e a volte difficili esercizi quotidiani. Sappi anche che i
risultati, la vita e le abitudini che sogni possono essere tuoi se farai
funzionare l’effetto cumulativo a tuo vantaggio. Se userai i principi
delineati in questo libro, ti creerai il tuo finale da favola (vedi la Figura 2).
Ho reso l’idea?
Bene. Unisciti a me nel prossimo capitolo, dove ci dedicheremo a
individuare il punto di partenza, la cosa che controlla la tua vita. Ogni
vittoria o sconfitta, ogni trionfo o fallimento sono cominciati da lì. Tutto ciò
che adesso hai o non hai è causato da quella cosa. Impara a cambiarla, e
cambierai la tua vita.
Scopriamo di che si tratta...

Fig. 2. L’effetto cumulativo funziona sempre. Puoi scegliere se volgerlo a tuo vantaggio o ignorarlo e
sperimentare gli effetti negativi di questo potente principio. Non importa in quale punto ti collochi in
questo grafico. A cominciare da oggi, puoi decidere di apportare alcuni semplici cambiamenti
positivi e lasciare che l’effetto cumulativo ti conduca dove vuoi arrivare.
Sfrutta l’effetto cumulativo a tuo vantaggio

RIEPILOGO DELLE AZIONI DA COMPIERE


Visita www.darrendaily.com per iscriverti gratuitamente al mio programma di
consulenze mattutino. Una grande idea per cominciare bene la giornata, ogni giorno
feriale, duecentosessanta giorni l’anno, durante il tuo percorso per diventare
#BetterEveryDay.
Annota una serie di scuse a cui ti appigli (per esempio: non abbastanza intelligente;
nessuna esperienza; studi di scarsa qualità; formazione sbagliata, ecc.). Decidi di
compensare con il duro lavoro e la crescita personale per superare tutti, compreso il
tuo vecchio te stesso.
Sii Scott: annota una dozzina di piccoli passi apparentemente insignificanti che puoi
compiere ogni giorno e che possono orientare la tua vita in una direzione nuova e
positiva.
Non essere Brad: annota le piccole azioni apparentemente insignificanti che puoi
smettere di compiere e che potrebbero trascinare i tuoi risultati sempre più in basso.
Elenca una serie di settori, capacità o attività in cui hai avuto più successo in passato.
Valuta se per caso li stai dando per scontati e non stai continuando a migliorare, cosa
che potrebbe condurti a un futuro fallimento.
CAPITOLO 2
SCELTE

Quando veniamo al mondo siamo tutti uguali: nudi, spaventati e ignoranti.


Dopo quell’entrata trionfale, la vita che ci ritroviamo a vivere è un semplice
accumulo di tutte le nostre scelte. Le scelte possono essere il nostro
migliore amico o il nostro peggior nemico. Possono portarci verso i nostri
obiettivi o spedirci a orbitare in una galassia molto lontana.
Pensaci. Tutto nella tua vita esiste perché prima hai fatto una scelta
riguardo a qualcosa. Le scelte sono alla base di ciascuno dei tuoi risultati.
Ogni scelta innesca un comportamento che con il tempo si trasforma in
un’abitudine. Scegli male e potresti trovarti a dover ripartire da capo,
obbligato a fare scelte nuove e spesso più complicate. Non scegliere affatto,
e avrai preso la decisione di ricevere passivamente qualunque cosa incontri
sul tuo cammino.
In buona sostanza, prima tu fai le tue scelte, e poi le tue scelte fanno te.
Ogni decisione, anche la più piccola, altera la traiettoria della tua vita:
andare o meno all’università, chi sposare, bere l’ultimo bicchiere prima di
mettersi alla guida, dare voce ai pettegolezzi o rimanere zitto, fare l’ultima
chiamata al potenziale cliente o finirla lì per quel giorno, dire o meno «Ti
voglio bene». Ogni scelta ha un impatto sull’effetto cumulativo della tua
vita.
In questo capitolo vedremo come compiere scelte consapevoli che
contribuiscano allo sviluppo della tua vita. Sembra complesso, ma la sua
semplicità ti lascerà a bocca aperta. Il 99 per cento delle tue scelte non sarà
più inconsapevole. La maggior parte delle tue abitudini e rituali quotidiani
non sarà più la conseguenza di una programmazione precedente. Ti
chiederai (e sarai in grado di risponderti): «Quanti miei comportamenti non
“ho votato”? Che cosa sto facendo che non ho consciamente scelto di fare,
eppure ripeto giorno dopo giorno?».
Adottando le stesse strategie «a prova di idiota» che ho utilizzato per
ottimizzare la mia vita e la mia carriera, rafforzate dall’effetto cumulativo,
sarai in grado di allentare la misteriosa morsa di tutte quelle decisioni che
caratterizzano lo svolgimento della tua vita e ti spingono nella direzione
sbagliata. E ag e k dd . Sarai in grado
di premere il pulsante «pausa» prima di inciampare nel territorio degli
idioti. Sperimenterai quanto sia facile prendere decisioni che conducono a
comportamenti e abitudini vantaggiose, sempre.
La sfida più grande non deriva dal fatto che hai compiuto
intenzionalmente le scelte sbagliate. Caspita, a questo sarebbe facile
rimediare. La sfida più grande nasce dall’averle compiute come un
sonnambulo. Metà delle volte, non sai nemmeno che le stai facendo! Le
nostre scelte sono spesso plasmate dalla cultura e dall’educazione che
riceviamo. Possono essere talmente intrecciate ai nostri comportamenti e
abitudini da sembrare fuori dal nostro controllo. Per esempio, ti sei mai dato
da fare con la tua attività, ti sei mai goduto la vita, quando tutto a un tratto
hai fatto una scelta stupida o una serie di piccole scelte che alla fine hanno
sabotato il tuo duro lavoro e slancio senza alcuna ragione apparente? Anche
se non avevi l’intenzione di autosabotarti, non pensando alle tue decisioni –
cioè non soppesando i rischi e i possibili risultati – ti sei trovato a dover
affrontare conseguenze inaspettate. Nessuno intende diventare obeso,
andare in bancarotta o divorziare, ma spesso (se non sempre) queste
conseguenze sono il risultato di una serie di piccole scelte sbagliate.

Gli elefanti non mordono


Sei mai stato morso da un elefante? E da una zanzara? Spesso a morderci
sono le piccole cose della vita. Occasionalmente ci troviamo di fronte a
grandi errori che minacciano di distruggere una carriera o una reputazione
in un secondo: il giornalista del notiziario della sera che abbellisce una
storia di guerra, lo chef che fa commenti razzisti al suo staff, il nuotatore
famoso che mente riguardo a un furto subìto in Brasile durante le
Olimpiadi... Queste scelte sbagliate hanno gravi ripercussioni. Se anche
avessi commesso un errore micidiale in passato, ora non ci interessano né i
grandi passi indietro, né i momenti tragici.
Sono le scelte frequenti, piccole e apparentemente irrilevanti a destare
grande preoccupazione. Sto parlando delle decisioni che pensi non facciano
alcuna differenza. Sono le piccole cose a far deragliare in modo inevitabile
e prevedibile il tuo successo. Che siano testarde, minime o camuffate da
scelte positive (particolarmente insidiose), queste decisioni all’apparenza
insignificanti possono mandarti fuori rotta perché non ne sei consapevole.
Ti senti sopraffatto e ignaro delle piccole azioni che ti portano fuori strada.
L’effetto cumulativo funziona, d’accordo. Funziona sempre, ricordi? In
questo caso lavora contro di te perché... sei sonnambulo.
Per esempio, divori un pacchetto di patatine e ti scoli una bibita gassata e
improvvisamente ti rendi conto, solo dopo esserti spazzolato l’ultima
patatina, che hai sprecato un’intera giornata di alimentazione sana, senza
neppure avere fame. Ti fai coinvolgere e perdi due ore guardando TV
spazzatura – come non detto, diamoti un po’ più di credito e ipotizziamo
che fosse un documentario educativo – prima di renderti conto che ti sei
dimenticato di prepararti per un’importante presentazione per aggiudicarti
un ottimo cliente. D’impulso hai raccontato una bugia a un tuo caro senza
alcuna ragione, quando la verità sarebbe andata benissimo. Che succede?
Hai permesso a te stesso di fare una scelta senza pensare. E fintanto che
fai delle scelte inconsciamente, non potrai scegliere di cambiare quel
comportamento inefficace e trasformarlo in abitudini proficue. È giunto il
momento di SVEGLIARSI e fare scelte responsabili.

Il giorno del Ringraziamento tutto l’anno


È facile puntare il dito contro gli altri, no? «Non riesco a fare carriera per
colpa di quell’idiota del mio capo.» «Avrei ricevuto quella promozione se
non fosse stato per quel mio collega doppiogiochista.» «Sono sempre di
cattivo umore perché i miei figli mi stanno facendo diventare matto.» E
siamo particolarmente bravi a puntare il dito quando si tratta di relazioni
amorose... sai, quando è l’altra persona che deve cambiare.
Un paio di anni fa, un mio caro amico si lamentava della moglie. Dal
mio punto di vista, lei era una donna fantastica e lui era fortunato ad averla.
Gli ho detto quello che pensavo, ma lui continuava a sottolineare tutte le
ragioni che la rendevano responsabile della sua infelicità. Così ho deciso di
condividere un’esperienza che aveva cambiato il mio matrimonio.
Un anno, nel giorno del Ringraziamento, avevo deciso di tenere un
«diario di ringraziamento» per mia moglie. Ogni giorno per un anno intero
annotai almeno una cosa che apprezzavo di lei: il modo in cui interagiva
con i suoi amici, quanto affetto riservava ai nostri cani, il letto che aveva
appena fatto con lenzuola fresche di bucato, una cenetta da leccarsi i baffi
che aveva preparato, la meravigliosa pettinatura che si era fatta quel giorno:
qualsiasi cosa. Osservai le azioni che mi toccavano o che rivelavano sue
qualità e caratteristiche che apprezzavo. Le scrissi tutte in segreto e, alla
fine, riempii l’intero diario. Quando glielo diedi, il giorno del
Ringraziamento dell’anno successivo, pianse e disse che era il più bel
regalo che avesse mai ricevuto (persino meglio della BMW che le avevo
fatto trovare per il compleanno!). La cosa divertente è che la persona che
più era stata toccata da questo regalo ero io. Tutto quello scrivere mi aveva
obbligato a concentrarmi sugli aspetti positivi di mia moglie. Cercavo
consciamente tutte le cose che faceva «bene». Quell’attenzione profonda
schiacciava ogni aspetto che altrimenti avrei potuto trovare per lamentarmi.
Mi sono rinnamorato profondamente di lei (forse più che mai, perché ora
vedevo le sfumature della sua natura e del suo comportamento, anziché le
sue qualità più ovvie). Il mio apprezzamento, la mia gratitudine e
l’intenzione di trovare il meglio in lei erano qualcosa che mi portavo nel
cuore e negli occhi ogni giorno. Questo ha fatto sì che fossi presente
diversamente nel rapporto di coppia, cosa che, a sua volta, ha provocato un
suo atteggiamento differente nei miei confronti. In poco tempo avevo
ancora più cose da scrivere nel mio diario! Scegliendo di ritagliarmi
soltanto cinque minuti al giorno per documentare tutti i motivi per cui le ero
riconoscente, abbiamo vissuto uno dei migliori anni del nostro matrimonio
e da quel momento è andata sempre meglio.
Dopo aver condiviso la mia esperienza, il mio amico ha deciso di tenere
un «diario di ringraziamento» per sua moglie: nel giro di pochi mesi, anche
lui ha dato una svolta completa al suo matrimonio. Scegliere di cercare e di
porre l’attenzione sulle qualità positive della moglie gli ha fatto cambiare
opinione e approccio. Di conseguenza, anche la moglie ha iniziato a
compiere scelte diverse rispetto al modo in cui reagiva ai comportamenti
del marito. Il ciclo si è perpetuato. O forse, dovremmo dire, si è
accumulato.
Assumere il controllo al cento per cento
Siamo uomini e donne fatti da sé, ma solo quelli di successo se ne prendono
il merito. Avevo diciotto anni quando, a una conferenza, sentii per la prima
volta parlare del concetto di responsabilità personale, che ha trasformato
completamente la mia vita. Se anche gettassi via il resto del libro e ti
concentrassi soltanto su questo concetto, entro due o tre anni i cambiamenti
nella tua vita sarebbero talmente grandi che amici e parenti avrebbero
difficoltà a ricordare il vecchio te stesso.
Durante quella conferenza l’oratore chiese: «Che percentuale di
responsabilità condivisa dovreste avere per far funzionare una relazione?».
Ero un ragazzo davvero preparato sul vero amore! Avevo tutte le risposte.
«Cinquanta e cinquanta!» mi lasciai sfuggire. Era talmente ovvio.
Entrambi i partner devono essere disposti a condividere la responsabilità in
parti uguali o qualcuno rimarrebbe fregato.
«Cinquantuno e quarantanove» gridò uno, argomentando che
bisognerebbe essere disposti a dare più dell’altra persona. Di fatto, le
relazioni non sono basate sull’abnegazione e sulla generosità?
«Ottanta e venti» urlò un altro.
L’oratore si girò verso il cavalletto e scrisse sul foglio, a caratteri
cubitali: «100/0». «Dovete essere disposti a dare il cento per cento senza
aspettarvi di ricevere qualcosa in cambio» disse. «Una relazione funzionerà
soltanto quando sarete disposti a prendervi il cento per cento della
responsabilità per farla funzionare. Altrimenti, una relazione lasciata al caso
sarà sempre soggetta al disastro.»
Wow. Non me l’aspettavo. Ma capii presto come questo concetto potesse
trasformare ogni aspetto della mia vita. Se mi fossi sempre preso il cento
per cento della responsabilità di tutto quello che vivevo – controllando al
cento per cento tutte le mie scelte e tutti i modi in cui reagivo a qualsiasi
cosa mi accadesse – avrei avuto il potere nelle mie mani. Tutto sarebbe
dipeso da me. Ero responsabile di tutto ciò che facevo o non facevo, e di
come reagivo a ciò che facevano a me.
So che credi di assumerti la responsabilità della tua vita. Devo ancora
trovare qualcuno che non mi risponda: «Certo, mi assumo la responsabilità
della mia vita». Ma poi osservi come la maggior parte delle persone agisce
nel mondo: ci sono un sacco di indici puntati, vittimismo, biasimo, e tutti si
aspettano che qualcun altro o il governo risolva i loro problemi. Se hai mai
dato la colpa al traffico per essere arrivato in ritardo o hai deciso che eri di
cattivo umore per qualcosa che ha fatto tuo figlio, il tuo partner o il tuo
collega, non ti stai prendendo il cento per cento di responsabilità. Sei
arrivato tardi perché c’era fila in copisteria? Forse non avresti dovuto
aspettare l’ultimo minuto. Un tuo collega ha rovinato la presentazione?
Forse avresti dovuto controllarla tu stesso prima di esporla. Non vai
d’accordo con il tuo adolescente e irragionevole figlio? Esistono miliardi di
libri e corsi fantastici per aiutarti a imparare come affrontarlo.
Soltanto tu sei responsabile di ciò che fai e non fai, e di come reagisci a
ciò che fanno a te. Questo atteggiamento responsabilizzante ha
rivoluzionato la mia vita. La fortuna, le circostanze o il contesto giusto non
erano ciò che importava. Se doveva essere, doveva dipendere da me. Ero
libero di volare. A prescindere da chi venisse eletto presidente,
dall’andamento dell’economia o da cosa dicesse, facesse o non facesse la
gente, io avevo comunque il controllo di me stesso al cento per cento.
Scegliendo di liberarmi ufficialmente da vittimismi passati, presenti o
futuri, avevo vinto il jackpot. Avevo il potere illimitato di controllare il mio
destino.

Diventare fortunati
Forse pensi di essere semplicemente sfortunato. Ma in realtà questa non è
che un’altra scusa. L’unica differenza fra diventare incredibilmente ricco,
felice e sano, o al verde, depresso e malsano, sta nelle scelte che fai durante
la tua vita. Nient’altro farà la differenza. Ecco il problema della fortuna:
siamo tutti fortunati. Se sei vivo e vegeto, hai salute e un po’ di cibo nella
dispensa, allora sei incredibilmente fortunato. Tutti hanno l’opportunità di
essere «fortunati», perché al di là del possedere i requisiti essenziali, ovvero
salute e sostentamento, la fortuna si riduce semplicemente a una serie di
scelte.
Quando ho chiesto a Richard Branson se credeva che la fortuna avesse
avuto un ruolo nel suo successo, mi ha risposto: «Sì, certo, siamo tutti
fortunati. Se vivi in una società libera, sei fortunato. La fortuna ci circonda
ogni giorno; ci accadono continuamente cose fortunate, che noi lo
riconosciamo o meno. Io non sono stato più fortunato o sfortunato di
nessuno. La differenza è che, quando la fortuna mi è venuta incontro, io
l’ho sfruttata».
Ah, parole sagge. E, visto che siamo in tema, credo che il vecchio detto
che sentiamo spesso – «La fortuna è ciò che accade quando la preparazione
incontra l’occasione» – non sia abbastanza. Ritengo che la «fortuna»
comprenda due ulteriori elementi essenziali.

La formula (completa) per diventare fortunati:


Preparazione (crescita personale) +
Atteggiamento (convinzione/mentalità) +
Occasione (una bella cosa che ti viene incontro) +
Azione (fare qualcosa al riguardo) =
Fortuna

Preparazione: migliorando e preparando continuamente te stesso – i tuoi


talenti, le conoscenze, l’esperienza, le relazioni e le risorse –, hai i mezzi
necessari per sfruttare al meglio le grandi occasioni quando arrivano
(quando la fortuna «bussa alla tua porta»). Allora potrai essere come
Beyoncé, famosa per aver affermato: «Non amo scommettere, ma l’unica
cosa su cui sono disposta a puntare è me stessa».
Atteggiamento: qui è dove la fortuna sfugge a molti, e dove Richard
Branson ci azzecca quando afferma che la fortuna ci circonda. Si tratta di
vedere le situazioni, le conversazioni e le circostanze come fortuite. Non
puoi vedere quello che non cerchi, e non puoi cercare quello in cui non
credi.
Occasione: è possibile crearsi la propria fortuna, ma la fortuna di cui sto
parlando non è semplicemente pianificata, né giunge prima o in maniera
diversa da come ci si aspetta. In questa fase della formula, la fortuna non è
forzata. È un evento naturale, e spesso sembra che si manifesti di sua
spontanea volontà.
Azione: qui è dove entri in gioco tu. Sebbene questa fortuna ti sia stata
data – dall’universo, da Dio, dai folletti portafortuna, o da chiunque o
qualunque cosa tu associ alla fortuna –, adesso è compito tuo agire su di
essa. Questo è ciò che separa i Richard Branson dai Joseph Wallington.
Joseph chi? Esatto. Non ne hai mai sentito parlare. Questo perché lui ha
fallito nel compito di agire su tutte le cose fortunate che gli sono capitate.

Dunque, basta piagnucolare per le carte che ti hanno distribuito, per le


grandi sconfitte che hai subìto o per qualsiasi altra circostanza. Un’infinità
di persone ha più svantaggi e ostacoli di te, eppure è più ricca e soddisfatta.
La fortuna è una distributrice di pari opportunità. La dea fortuna brilla su
tutti noi ma, anziché tenere l’ombrello aperto, tu devi alzare il viso al cielo.
Quando si arriva al dunque, ci sei solo tu, caro mio. Non c’è alternativa.

La costosa retta della UDB (Università delle batoste)


Nei primi anni Duemila mi chiesero di diventare socio di un’iniziativa
imprenditoriale. Io vi investii una considerevole somma di denaro e lavorai
senza sosta per quasi due anni prima di scoprire che il mio socio aveva
gestito male e sperperato tutti i soldi. Persi più di trecentotrentamila dollari.
Non provai a fargli causa; anzi, in seguito gli prestai dei soldi per una
questione personale. La morale della favola è che la perdita era colpa mia.
Avevo accettato di diventare suo socio senza fare le dovute verifiche sul suo
passato e sul suo carattere. Durante la nostra collaborazione non esaminavo
cosa mi sarei dovuto aspettare. Mi giustificavo sostenendo che mi fidavo di
lui, ma la verità è che mi sentivo in colpa per essere stato così pigro da non
controllare le nostre finanze con più attenzione. Non solo avevo scelto di
intraprendere quell’attività, ma avevo anche scelto molte volte di ignorare
evidenti campanelli d’allarme e segni premonitori. Scegliendo di non essere
completamente responsabile dell’attività, alla fine ero responsabile dei
risultati. Quando scoprii le irregolarità, scelsi di non sprecare altro tempo a
combattere. Invece, mi leccai le ferite, imparai la lezione e andai avanti.
Con il senno di poi, oggi rifarei la stessa scelta di rialzarmi e andare avanti.
Adesso ti sfido a fare lo stesso. Qualunque cosa ti sia successa – cose
belle o brutte, vittorie o sconfitte –, assumiti la completa responsabilità.
Assumine il controllo. Il mio mentore Jim Rohn ha detto: «Il giorno in cui
verrai promosso dall’adolescenza all’età adulta sarà il giorno in cui ti
assumerai il cento per cento della responsabilità della tua vita».
Oggi è il giorno del diploma! Da questo momento in poi, scegli di essere
responsabile al cento per cento. Elimina tutte le scuse. Accetta il fatto che
sono le tue scelte a renderti libero, ammesso che tu te ne assuma la
responsabilità.
È ora di fare la scelta di assumere il controllo.

La tua arma segreta: la scheda segnapunti


Sto per illustrarti una delle migliori strategie che io abbia mai utilizzato nel
mio percorso di crescita personale. Questa strategia mi aiuta ad assumere il
controllo delle decisioni che prendo nel corso della giornata facendo in
modo che tutto il resto vada al suo posto e portandomi a comportamenti e
azioni che mettono in riga le mie abitudini come seguaci fedeli e diligenti.
Scegli in questo istante la sfera della tua vita in cui vuoi avere più
successo. Vuoi più soldi in banca? Un girovita più snello? La forza per
partecipare a una gara di Ironman? Una relazione migliore con il tuo partner
o con i tuoi figli? Immagina dove ti collochi ora in quella sfera. Poi
immagina dove vorresti essere: più ricco, più magro, più felice e così via. Il
primo passo verso il cambiamento è la consapevolezza. Se vuoi andare dal
punto in cui ti trovi a quello in cui vuoi essere, devi cominciare diventando
consapevole delle scelte che ti portano lontano dalla tua destinazione
desiderata. Diventa pienamente consapevole di ogni scelta che compi oggi
così da poter cominciare a compiere scelte più intelligenti andando avanti.
Per aiutarti a diventare consapevole, voglio che tu tenga traccia di ogni
azione che ha a che vedere con la sfera della tua vita che vuoi migliorare.
Se hai deciso che vuoi azzerare i tuoi debiti, terrai traccia di ogni centesimo
che tiri fuori dalle tasche. Se hai deciso che vuoi perdere peso, terrai traccia
di tutto ciò che metti in bocca. Se hai deciso di allenarti per una
competizione sportiva, terrai traccia di ogni passo e di ogni allenamento. Ti
basterà portare con te un blocchetto, qualcosa che puoi mettere in tasca o
nella borsa, e una penna. Annoterai tutto. Ogni giorno. Immancabilmente.
Senza scuse. Senza eccezioni. Come se il Grande Fratello ti stesse
osservando. Come se mio padre e io venissimo e ti facessimo fare cento
flessioni ogni volta che sgarri.
Scrivere cose su un pezzetto di carta non sembra chissà cosa, lo so. Ma
tenere traccia del mio progresso e dei miei passi falsi è la principale ragione
che mi ha portato ad accumulare il successo che ho. Scrivere ti obbliga a
essere consapevole delle tue decisioni. Come direbbe Jim Rohn: «Le cose
facili da fare sono anche quelle facili da non fare». La magia non sta nella
complessità del compito, bensì nel ripetere gesti semplici per un tempo
sufficiente da innescare il miracolo dell’effetto cumulativo. Quindi, stai
attento a non trascurare le cose semplici che rendono possibili le grandi
cose. La più grande differenza tra le persone di successo e quelle che non ce
l’hanno è che le prime sono disposte a fare ciò che i falliti non fanno.
Ricordalo: ti tornerà utile molte volte nel corso della vita, quando ti troverai
di fronte a scelte difficili, dure o faticose.

La trappola economica
Dopo aver gestito le mie finanze come un idiota colossale, ho provato sulla
mia pelle l’importanza di tenere traccia delle cose. Quando avevo poco più
di vent’anni e guadagnavo parecchi soldi vendendo immobili, incontrai il
mio commercialista.
«Devi pagare più di centomila dollari di tasse» disse.
«Cosa?!» sbottai. «Non ho tutti quei soldi a portata di mano.»
«Perché no?» chiese. «Hai guadagnato molto di più. Di certo avrai
messo da parte le tasse dovute su quel denaro.»
«È evidente che non l’ho fatto» replicai.
«Dove hai messo tutti quei soldi?» chiese.
«Non lo so» confessai a testa bassa. Il denaro mi era scivolato via dalle
mani come fosse acqua, senza che me ne accorgessi.
Poi il mio commercialista mi fece un grande favore.
«Figliolo» disse guardandomi dritto negli occhi. «Devi darti una
regolata. Questa storia l’ho già vista un miliardo di volte. Stai spendendo
soldi come un idiota, e non sei nemmeno in grado di giustificarlo. Questo è
da stupidi. Devi smetterla. Adesso sei davvero al verde. Devi guadagnare
più soldi, sui quali dovrai pagare le tasse, soltanto per pagare le tasse che
già devi pagare. Continua così e ti scaverai la fossa finanziaria con il tuo
stesso portafoglio.»
Colsi immediatamente il messaggio.
Ecco quello che mi fece fare il mio commercialista: portare con me un
piccolo taccuino e annotare ogni centesimo che spendevo, ogni giorno per
trenta giorni. Che fosse un migliaio di dollari per un nuovo completo o
cinquanta centesimi per gonfiare le gomme dell’auto, doveva essere tutto
scritto nel quadernetto. Wow. Questo mi ha reso subito consapevole delle
varie scelte inconsapevoli che facevano sparire i soldi dalle mie tasche.
Poiché dovevo registrare tutto, mi trattenevo dal comprare alcune cose
soltanto per non dover tirar fuori quel dannato taccuino e annotarlo!
Tenere un registro delle spese per trenta giorni di fila rafforzò in me una
nuova consapevolezza e diede origine a una nuova serie di scelte e regole
riguardo alle mie spese. E dal momento che consapevolezza e
atteggiamento positivo si combinano, sono diventato più proattivo con il
denaro: ho messo qualcosa da parte per la pensione, ho risparmiato su
alcuni sprechi, mi sono goduto ancora di più il quoziente divertente dei
soldi, i «soldi dello svago». Quando prendevo in considerazione di spendere
per divertirmi, lo facevo soltanto dopo una lunga pausa.
Questo esercizio di tracciatura ha cambiato la mia consapevolezza di
come gestivo i soldi. Ha funzionato così bene che, infatti, l’ho messo in
pratica molte volte per cambiare altri comportamenti. Tenere traccia delle
cose è il mio irrinunciabile modello per trasformare tutto ciò che mi
tormenta. Nel corso degli anni ho tenuto traccia di quello che mangio e
bevo, di quante volte faccio attività fisica, di quanto tempo passo a
migliorare una mia capacità, del numero di chiamate di lavoro, persino del
miglioramento delle mie relazioni con i familiari, con gli amici e con mia
moglie. I risultati non sono stati meno interessanti.
Avendo comprato questo libro, in pratica mi hai pagato per la mia
opinione e la mia assistenza. Ecco che allora diventerò un rompipalle e
insisterò affinché tu tenga traccia dei tuoi comportamenti per almeno una
settimana intera. Questo libro non è finalizzato a farti divertire: è stato
realizzato per aiutarti a ottenere risultati. Per ottenere risultati, devi passare
all’azione.
Può darsi che in passato tu abbia già sentito parlare di tracciatura. Anzi,
è probabile che tu abbia già adottato la tua versione di questo esercizio. Ma
scommetto anche che adesso non lo stai facendo, giusto? Come faccio a
saperlo? Perché la tua vita non sta avendo il successo che vorresti. Sei
uscito dai binari. Tenere traccia delle cose ti farà tornare sulla buona strada.
Sai perché i casinò di Las Vegas guadagnano così tanti soldi? Tengono
traccia di ogni tavolo, di ogni vincitore, ogni ora. Perché i preparatori
atletici vengono pagati un mucchio di soldi? Tengono traccia di ogni
allenamento, ogni caloria e ogni micronutriente per i loro sportivi. Tutti i
vincitori sono tracciatori. Adesso voglio che anche tu tenga traccia della tua
vita con la stessa intenzione: cominciare a intravedere i tuoi obiettivi.
La tracciatura è un esercizio semplice. Funziona perché conduce a una
consapevolezza momento-per-momento delle azioni che vuoi compiere
nella sfera della tua vita che vuoi migliorare. Ti sorprenderà quello che
osserverai. Non puoi gestire o migliorare qualcosa finché non la misuri. In
maniera simile, non puoi sfruttare al massimo ciò che sei – i tuoi talenti,
risorse e capacità – finché non diventi consapevole e responsabile delle tue
azioni. Ogni atleta professionista e il suo allenatore tengono traccia di ogni
performance nei minimi dettagli. I lanciatori conoscono le statistiche di
ogni tiro del loro repertorio. I golfisti misurano i tiri al millimetro. Gli atleti
professionisti sanno come regolare le performance in base ai dati che hanno
annotato. Prestano attenzione a quello che registrano e fanno le opportune
modifiche, perché sanno che quando le loro statistiche migliorano vincono
più partite e guadagnano di più con i contratti pubblicitari.
In qualsiasi momento, voglio che tu sappia perfettamente quanto bene
stai andando. Ti sto chiedendo di tenere traccia di te stesso come se fossi un
bene prezioso. Perché lo sei. Vuoi quel sistema a prova di idiota di cui
abbiamo parlato prima? Eccolo qui. Quindi, a prescindere da quanto pensi
di essere consapevole delle tue abitudini (credimi, non lo sei!), ti chiedo di
cominciare a tenerne traccia. Così facendo rivoluzionerai la tua vita e, alla
lunga, il tuo stile di vita.

Chi va piano va sano e va lontano


Non andare nel panico. Procederemo un passetto alla volta. Tieni traccia
soltanto di un’abitudine per una settimana. Scegli l’abitudine che ha
maggior controllo su di te; è da lì che comincerai. Una volta che avrai
iniziato a raccogliere i frutti dell’effetto cumulativo, diventerà naturale
voler introdurre questa pratica in altre sfere della tua vita. In altre parole,
sceglierai di tenere traccia.
Supponiamo che la categoria che selezioni sia tenere sotto controllo
l’alimentazione perché vuoi perdere peso. Il tuo compito sarà annotare tutto
quello che metti in bocca, dalla bistecca con patate e insalata che mangi a
cena a quelle piccole scelte che compi durante il giorno: la manciata di
salatini in pausa, la seconda fetta di formaggio nel panino, la merendina
«microscopica», l’assaggio al supermercato, i sorsi di vino dopo che ti
hanno riempito il bicchiere. Non dimenticare le bevande. Tutte queste cose
si sommano, ma se non se ne tiene traccia è facile che vengano ignorate o
dimenticate, perché sembrano così irrilevanti. Lo ribadisco, dover annotare
queste cose sembra facile – e lo è – MA SOLTANTO QUANDO LO FAI.
Ecco perché ti chiedo di impegnarti a scegliere una categoria e una data di
inizio adesso, prima di girare pagina (segnale su un foglio a parte).

Come sarà questa tracciatura? Sarà meticolosa, cioè ben organizzata. E


instancabile, cioè costante e continua. Ogni giorno scriverai la data
all’inizio di una nuova pagina e comincerai a tenere traccia.
Cosa succederà dopo la prima settimana di tracciatura? Probabilmente
sarai sotto shock. Resterai sbalordito di quanto quelle calorie, quei
centesimi, quei minuti ti stessero sfuggendo. Non avevi mai neppure
realizzato che esistevano, figurarsi se ti accorgevi che sparivano.
Adesso continua così. Continuerai a tenere traccia soltanto in questa
sfera per tre settimane. Può darsi che tu ti stia già lamentando perché non
vuoi proprio farlo. Ma fidati: i risultati dopo una settimana ti lasceranno
talmente a bocca aperta che tu stesso vorrai continuare per altre due
settimane. Te lo posso assolutamente garantire.
Perché tre settimane? Avrai sentito dire dagli psicologi che un’azione
diventa un’abitudine solo dopo che è stata messa in pratica per tre
settimane. Non è una scienza esatta ma un ottimo parametro di riferimento,
e con me ha funzionato. Quindi, l’ideale è che tu rimanga convinto della tua
scelta di tenere traccia di qualcosa per almeno ventun giorni. Se rifiuti, io
non ci perdo niente (caspita, stai giocando con il tuo girovita, la tua salute, i
tuoi soldi, le tue relazioni, non i miei!). Ma, seriamente, stai leggendo
questo libro perché vuoi cambiare la tua vita, giusto? E io ti ho promesso
che ci sarebbe voluto un lavoro lento e costante, non è così? Quest’azione
non è facile, ma è fattibile. Quindi falla.
Prometti a te stesso che comincerai. Oggi. Per le prossime tre settimane,
scegli di portarti dietro un quadernetto (o un quaderno normale, se ti sembra
più allettante) e scrivici ogni singola cosa in quella categoria.
Cosa succederà dopo tre settimane? Passerai dallo shock della prima
settimana alla piacevole sorpresa nel vedere come la consapevolezza delle
proprie azioni basti per cominciare a plasmarle. Ti ritroverai a chiederti:
«Voglio davvero quella merendina? Dovrò tirare fuori il mio quaderno e
scriverlo, e la cosa sarebbe alquanto imbarazzante». Ecco che avrai già
risparmiato duecento calorie. Rinuncia ogni giorno a quella merendina o
barretta, e in poco più di due settimane avrai già perso mezzo chilo!
Comincerai a sommare quei quattro dollari spesi per un caffè prima di
andare al lavoro e penserai: «Porca miseria, in tre settimane ho speso
sessanta bigliettoni in caffè!». Caspita, sono mille dollari in un anno. O, se
accumulati, $51.833,79 in venti. Devi veramente fermarti a prendere un
caffè prima di entrare in ufficio? (Vedi la Figura 3.)
Devo ripeterlo? Sto davvero dicendo che l’abitudine quotidiana di
prendere un caffè da quattro dollari ti sarà costata $51.833,79 nel giro di
vent’anni? Sì, è così. Sapevi che ogni dollaro che spendi oggi, non importa
come, fra vent’anni ti sarà costato quasi cinque dollari (e dieci fra
trent’anni)? Questo perché, se tu prendessi un dollaro e lo investissi all’8
per cento, fra vent’anni ne varrebbe quasi cinque. Quando spendi un dollaro
oggi, è come se togliessi cinque dollari dalle tue tasche future.
Un tempo commettevo l’errore di guardare un cartellino e pensare che,
se un oggetto costava cinquanta dollari, mi sarebbe costato cinquanta
dollari. Be’, sì, con i soldi di oggi. Ma se consideri il valore potenziale di
quei cinquanta dollari dopo che sono stati investiti per vent’anni, il costo
(quello che perdi spendendo quei soldi anziché investirli) è quattro o cinque
volte superiore! In altri termini, ogni volta che stai guardando un oggetto
che costa cinquanta dollari devi domandarti: «Quest’oggetto vale
duecentocinquanta dollari?». Se oggi li vale, allora conviene comprarlo.
Tienilo a mente soprattutto la prossima volta che vai in uno di quegli
ipermercati che vendono un sacco di cose meravigliose che non sapevi di
dover avere. Entri per comprare l’occorrente e invece esci con una marea di
roba. La prossima volta che attraversi il reparto occasioni, fatti due conti
considerando il valore futuro. È molto probabile che metterai giù quella
crepiera elettrica a soli cinquanta dollari, e così il Futuro Te avrà
duecentocinquanta dollari in più in banca. Fai la scelta giusta ogni giorno,
ogni settimana, per molti anni, e presto ti accorgerai di come sarai in grado
di diventare ricco.

Fig. 3. Il costo reale dell’abitudine di prendersi un caffè da quattro dollari, se spalmata in vent’anni, è
pari a $51.833,79. Questo è il potere dell’effetto cumulativo.

Quando terrai traccia di tutto ciò con consapevolezza, ti comporterai


molto diversamente. Sarai in grado di domandarti: «Un caffè al giorno vale
l’eventuale prezzo di una Mercedes?». Perché è di queste cifre che stiamo
parlando. E, cosa ancor più importante, non sarai più un sonnambulo. Sarai
consapevole e attento e farai scelte migliori. Tutto grazie a un blocchetto e a
una penna. Semplicemente fantastico, no?

L’eroe invisibile
Una volta che avrai cominciato a tenere traccia della tua vita, la tua
attenzione si concentrerà tanto sulle piccole cose che fai bene quanto sulle
piccole cose che sbagli. E quando avrai scelto di apportare correzioni di
rotta anche minime in maniera costante, nel corso del tempo, inizierai a
vedere risultati sorprendenti. Ma non aspettarti un coro festante. Quando
dico correzioni di rotta minime, intendo pressoché invisibili. C’è la
possibilità che nessuno le noti nel breve termine. Non ci saranno applausi,
nessuno ti manderà biglietti di congratulazioni o ti darà un trofeo per la tua
disciplina. Eppure, prima o poi, l’effetto cumulativo porterà a un risultato
eccezionale. Sono i piccoli impegni che ripagano, nel tempo, lo sforzo e la
preparazione per il grande trionfo che è avvenuto quando nessuno stava
guardando. Eppure i risultati sono eccezionali. Anche se un cavallo vince
per un pelo, vince dieci volte il montepremi. Ha per caso corso dieci volte
più veloce? No, ha fatto soltanto un pochino meglio. Ma sono stati quei giri
in più attorno alla pista, quell’attenzione in più alla sua alimentazione, quel
lavoro in più del fantino che hanno reso i risultati un pochino migliori e
hanno capitalizzato il premio.
Dopo centinaia di tornei giocati e migliaia di colpi registrati, la
differenza in classifica fra il primo e il decimo giocatore di golf è una media
di 0,32 colpi, ma la differenza nel premio in denaro è più che raddoppiata
($9,6 milioni contro $4,6 milioni)! Il primo golfista non è due volte
superiore all’altro, non è migliore al 50% e nemmeno al 10%. In effetti, il
suo punteggio medio è migliore soltanto dello 0,5%. Eppure i suoi risultati
sono più che raddoppiati (vedi la Figura 4).
Questo è il potere delle piccole cose che si sommano. Alla fine dei conti,
non sono le grandi cose a sommarsi, bensì le centinaia, migliaia di
piccolissime cose che separano l’ordinario dallo straordinario. Essere
superiori di un solo colpo richiede un’infinità di cose minuscole che non
vengono prese in considerazione quando si indossa la famosa Giacca Verde.
Lascia che ti mostri un paio di altre situazioni in cui tenere traccia delle
piccole cose può portare enormi frutti.
Fig. 4. La differenza in classifica fra il primo e il decimo golfista è inferiore a un colpo, di media, ma
la differenza nel premio in denaro è più che raddoppiata. Questo è il potere dell’effetto cumulativo.
Fonte: Classifica PGA Tour Championship 2019

Fai un giro
Sono stato il mentore dell’amministratore delegato di un’azienda che
fatturava più di cento milioni di dollari l’anno.
Phil era un imprenditore e anche il fondatore dell’impresa. I risultati
erano buoni, ma avevo riscontrato una mancanza di coinvolgimento, fiducia
ed entusiasmo nella cultura aziendale. Non ero particolarmente sorpreso; si
dà il caso che Phil non visitasse determinate aree del suo stesso edificio da
oltre cinque anni! Non aveva mai parlato con più dell’80 per cento del suo
personale. In pratica, viveva in una bolla con il suo team manageriale. Ho
chiesto a Phil di tenere traccia soltanto di un cambiamento: tre volte a
settimana, doveva mettere piede fuori dal suo ufficio e andare in giro per
l’edificio. Il suo obiettivo era cercare almeno tre persone che stessero
facendo qualcosa di giusto o di cui avesse sentito parlare bene e dimostrare
loro la sua gratitudine.
Quest’unica piccola modifica richiedeva soltanto un’ora a settimana, ma
nel corso del tempo ebbe un effetto notevole. I dipendenti che Phil trovò il
tempo di apprezzare cominciarono a fare uno sforzo in più e a lavorare più
sodo per guadagnarsi la sua stima. Altri, vedendo che i grandi sforzi
venivano notati e ammirati, cominciarono a rendere meglio.
L’effetto a cascata del loro nuovo atteggiamento si propagò alle relazioni
con i clienti, migliorandone l’opinione verso l’azienda e aumentando il
volume e la continuità degli affari, cosa che a sua volta incrementò
l’orgoglio di tutti. Nel corso di diciotto mesi, quel semplice cambiamento
portò a una svolta. In quell’arco di tempo, con lo stesso personale e senza
investire ulteriori capitali in pubblicità, l’utile netto crebbe di oltre il 30 per
cento.
Tutto perché Phil si impegnò con costanza a fare un piccolo passo,
apparentemente insignificante, e a ripeterlo nel corso del tempo.

L’albero dei soldi


Molti anni fa avevo una meravigliosa assistente, Kathleen. All’epoca
guadagnava quarantamila dollari l’anno. Le avevo assegnato il compito di
gestire il tavolo delle registrazioni situato in fondo alla sala dove tenevo una
delle mie conferenze sull’imprenditoria e la costruzione della ricchezza. La
settimana dopo venne nel mio ufficio.
«Ho sentito che parlavi di mettere da parte il 10 per cento di tutto quello
che si guadagna» mi disse. «Sembra facile, ma non ce la potrei mai fare. È
completamente irrealizzabile!» Continuò raccontandomi di tutte le sue
bollette e oneri economici. Dopo che me li ebbe scritti tutti, era ovvio che a
fine mese non le rimanesse più neanche un centesimo. «Mi serve un
aumento» concluse.
«Farò di meglio» replicai. «Ti insegnerò come diventare ricca.»
Non era la risposta che stava cercando, ma accettò. Insegnai a Kathleen
come tenere traccia delle sue spese, e lei cominciò a portarsi dietro un
quadernetto. Le dissi di aprire un libretto di risparmio con trentatré dollari:
soltanto l’1 per cento delle sue entrate mensili. Poi le mostrai come vivere
con trentatré dollari in meno il mese successivo: bastava che si portasse il
pranzo da casa anche un solo giorno a settimana, evitando di andare giù al
bar e ordinare panino, patatine e bibita. Il mese successivo le feci
risparmiare soltanto il 2 per cento (sessantasette dollari): risparmiò gli
ulteriori trentatré dollari cambiando il suo contratto telefonico. Il mese dopo
arrivammo al 3 per cento. Cancellò il suo abbonamento a una rivista di
gossip (era arrivato il momento di passare in rassegna la sua stessa vita) e
comprò i chicchi di caffè di Starbucks e altre due, tre cosette per farsi il
caffè in ufficio, come le avevo suggerito (alla fine le piaceva anche di più, e
pure a me!).
Alla fine dell’anno, Kathleen stava risparmiando il 10 per cento di ogni
dollaro che guadagnava senza notare alcun impatto significativo sul suo
stile di vita. Era strabiliata! Quel cambiamento ebbe un effetto a cascata su
altre sfere della sua vita. Calcolò quanto spendeva in sterili passatempi e
cominciò a investire quei soldi in crescita personale. Dopo aver nutrito la
mente con centinaia di ore di contenuti stimolanti e educativi, la sua
creatività cominciò a spiccare il volo. Mi portò numerose idee su come
poter risparmiare soldi nell’azienda. Mi presentò un programma che
avrebbe sviluppato nel suo tempo libero, se le avessi promesso che l’avrei
premiata con il 10 per cento delle strategie di risparmio e il 15 per cento di
quelle di guadagno che si fossero dimostrate proficue. Alla fine del secondo
anno, guadagnava più di centomila dollari l’anno, con la stessa paga base di
quarantamila. A un certo punto Kathleen mise in piedi la sua azienda di
servizi commerciali, che ebbe molto successo. L’ho incontrata in aeroporto
qualche anno fa. Adesso guadagna più di duecentocinquantamila dollari
l’anno e ha messo da parte un patrimonio di oltre un milione: è una
milionaria! Tutto perché ha scelto di fare un piccolo passo e cominciare a
risparmiare trentatré dollari al mese!

Il tempo è denaro
Quanto prima comincerai a fare piccoli cambiamenti, tanto maggiore sarà il
potere dell’effetto cumulativo in azione a tuo vantaggio. Supponiamo che
una tua amica abbia ascoltato il consiglio di Dave Ramsey e abbia
cominciato a mettere da parte duecentocinquanta dollari al mese in un
fondo pensione da quando ha ottenuto il suo primo lavoro postlaurea a
ventitré anni. Tu, invece, non cominci a mettere da parte nessun risparmio
fino a quarant’anni. (O forse cominci a mettere qualcosina da parte prima,
ma poi ripulisci il tuo fondo pensione perché non noti nessun profitto.)
Quando la tua amica avrà quarant’anni non dovrà più investire neanche un
centesimo, e quando ne avrà sessantasette avrà già un milione, a un
interesse dell’8 per cento calcolato mensilmente.
Tu continui a investire duecentocinquanta dollari al mese fino a che
raggiungi i sessantasette anni, l’età pensionabile media secondo la
previdenza sociale americana per tutti coloro che sono nati dopo il 1960.
(Ciò significa che risparmierai per ventisette anni contro i suoi diciassette.)
Quando sarai pronto ad andare in pensione avrai meno di trecentomila
dollari e avrai investito ventisettemila dollari in più della tua amica.
Nonostante tu abbia messo da parte soldi per molti più anni e abbia
investito molto più denaro, alla fine sei comunque rimasto con meno di un
terzo dei soldi che avresti potuto avere. Questo è quello che succede quando
procrastini e trascuri comportamenti, abitudini e impegni necessari. Non
aspettare un altro giorno per cominciare i piccoli esercizi che ti condurranno
verso i tuoi obiettivi! (Vedi la Figura 5.)
Stai raccontando a te stesso che hai cominciato talmente tardi da non
poter più recuperare? Questo è soltanto un vecchio ritornello nella tua testa:
è arrivato il momento di dimenticarlo. Non è mai troppo tardi per cogliere i
frutti dell’effetto cumulativo. Supponiamo che tu abbia sempre voluto
suonare il pianoforte, ma credi sia troppo tardi perché stai per compiere
quarant’anni. Se cominci adesso, quando andrai in pensione sarai un
suonatore provetto, perché ti sarai esercitato per più di venticinque anni! Il
segreto è cominciare ADESSO. Ogni grande impresa, ogni avventura
fantastica cominciano a piccoli passi. Il primo passo sembra sempre più
difficile di quanto realmente non sia.
Ma se venticinque anni fossero troppi? Se avessi soltanto dieci anni di
tempo o di pazienza a disposizione? Brian Tracy mi ha insegnato come
migliorare una sfera qualsiasi della vita al 1000 per cento. Non al 10 per
cento o al 100 per cento, ma proprio al 1000 per cento! Lascia che te lo
spieghi.
Tutto quello che devi fare è migliorare te stesso, le tue prestazioni e le
tue entrate e uscite di 1/10 dell’1 per cento durante ogni giorno lavorativo
(puoi persino battere la fiacca nei weekend). Questo è un millesimo. Pensi
di potercela fare? Certo, chiunque può farcela. Semplice. Fallo ogni giorno
e migliorerai di ½ per cento a settimana (traduzione: non molto), che
corrisponde al 2 per cento al mese, che, se accumulato, ammonta al 26 per
cento ogni anno. I tuoi guadagni adesso raddoppieranno ogni 2,9 anni.
Entro il decimo anno, le tue prestazioni e i tuoi guadagni saranno superiori
del 1000 per cento rispetto a quelli attuali. Non è fantastico? Non devi
metterci il 1000 per cento in più di sforzo o lavorare il 1000 per cento in più
di ore. Soltanto un miglioramento di 1/10 dell’1 per cento al giorno. Tutto
qui.
Il successo è una (mezza) maratona
Beverly era addetta alle vendite di un’azienda di software didattici con la
quale stavo collaborando. Un giorno mi raccontò di un suo amico che la
settimana seguente avrebbe corso una mezza maratona.
«Non potrei mai fare una cosa del genere» mi assicurò Beverly, che era
decisamente sovrappeso. «Mi viene il fiatone già dopo una rampa di scale!»
«Se vuoi, puoi scegliere di fare anche tu quello che sta facendo il tuo
amico» le dissi. Lei esitò, rispondendomi che le sarebbe piaciuto molto
esserne in grado, ma che si trattava di un’impresa assolutamente
impossibile.
Il mio primo passo fu aiutare Beverly a trovare la sua motivazione.
«Quindi, Beverly, perché vorresti correre la mezza maratona?»
«Be’, la prossima estate faremo una rimpatriata per i vent’anni dalla fine
delle superiori, e voglio essere uno schianto. Ma ho preso talmente tanto
peso dopo aver avuto il mio secondo figlio, cinque anni fa. Non so come
potrei farcela.»
Tombola! Adesso avevamo un obiettivo. Ma procedetti con cautela. Se
hai mai provato a perdere peso, probabilmente saprai già come funziona:
pagare un abbonamento carissimo in palestra, spendere una fortuna per
personal trainer, nuova attrezzatura, nuovi completi sportivi fighi e scarpe
da ginnastica meravigliose. Ti alleni risolutamente per una settimana o poco
più e poi trasformi la cyclette in uno stendibiancheria, salti la lezione in
palestra e fai marcire le scarpe in un angolo. Con Beverly volevo provare
una strada migliore. Sapevo che, se fossi riuscito a farle scegliere soltanto
un’abitudine nuova, si sarebbe appassionata, e tutti gli altri comportamenti
si sarebbero allineati di conseguenza.
Le chiesi di fare un giro in macchina attorno al palazzo e di tracciare un
percorso di un chilometro e mezzo partendo da casa sua. Poi le dissi di
camminare lungo quel percorso per tre volte nell’arco di due settimane.
Nota bene: non le ho chiesto di cominciare correndo. Al contrario, ho
cominciato con qualcosa – un compito piccolo, facile – che non richiedesse
nessuno sforzo eccessivo. Poi le dissi di camminare lungo quel percorso tre
volte a settimana per altre due settimane. Ogni giorno fece la scelta di
continuare.
Poi le dissi di cominciare con una corsetta lenta, solo se e quando si
fosse sentita a suo agio. Se si fosse sentita senza fiato, si sarebbe fermata e
avrebbe continuato a camminare. Le chiesi di fare così fino a che fu in
grado di correre per un quarto, poi per metà, e poi per tre quarti del
percorso. Ci vollero altre tre settimane – nove uscite – prima che riuscisse a
correre per l’intero chilometro e mezzo. Dopo un totale di sette settimane,
faceva l’intero percorso correndo. Questo potrebbe sembrare un arco di
tempo piuttosto lungo per una vittoria così breve, no? Dopo tutto, una
mezza maratona è lunga ventun chilometri. Un chilometro e mezzo non è
niente. Eppure, era già qualcosa che Beverly cominciasse a percepire che la
sua scelta di rimettersi in forma per la rimpatriata – la sua «forza
motivante» (come spiegherò a breve) – stesse alimentando nuove abitudini
sane. L’effetto cumulativo era stato innescato e stava cominciando il suo
processo miracoloso.
Quindi chiesi a Beverly di aumentare il suo percorso di circa duecento
metri a ogni uscita (una lunghezza quasi impercettibile, forse soltanto
trecento passi in più). In sei mesi, arrivò a correre quattordici chilometri
senza fatica. Dopo nove mesi, correva regolarmente quasi ventidue
chilometri (poco più della distanza di una mezza maratona) come parte del
suo allenamento abituale. La cosa ancor più interessante, tuttavia, accadde
in altre sfere della sua vita: Beverly perse il desiderio costante di cioccolato
(una sua ossessione da sempre) e di cibi grassi e pesanti. Sparito. La
maggiore energia derivata dall’esercizio cardiovascolare e dalle migliori
scelte alimentari la aiutò ad affrontare il lavoro con maggior entusiasmo. In
quello stesso arco di tempo le sue vendite raddoppiarono (una cosa
fantastica anche per me!).
Come abbiamo visto nel capitolo precedente, l’effetto a cascata
innescato da tutto questo slancio aumentò la sua autostima, rendendola più
affettuosa verso il marito. La loro relazione diventò più passionale di quanto
non lo fosse ai tempi dell’università. Grazie alle sue ritrovate energie, anche
il rapporto con i figli diventò più vivace e movimentato. Notò che non
aveva più tempo per frequentare i suoi amici «guastafeste», che dopo il
lavoro si trovavano per bere qualcosa e mangiare stuzzichini unti. Fece
nuove amicizie «sane» all’interno di un’associazione sportiva cui si era
iscritta, cosa che la condusse a tutta una serie di ulteriori scelte,
comportamenti e abitudini positivi.
A seguito di quella prima conversazione nel mio ufficio, e dopo la sua
decisione di trovare la forza motivante e di impegnarsi in una serie di
piccoli passi, Beverly perse più di quindici chili, diventando un manifesto
vivente (e ambulante!) di tutte le donne forti e in forma. Oggi Beverly corre
maratone intere!
La tua vita è il prodotto delle tue scelte momento-per-momento. Tempo
fa Jillian Michaels, del programma televisivo statunitense Sfida all’ultimo
chilo, ha condiviso con me una forte storia della sua infanzia: «Quando ero
piccola, a Pasqua mia mamma organizzava un’elaborata caccia alle uova.
Correvo per tutta la casa, e quando mi avvicinavo a una delle uova nascoste
lei diceva: “Fuochino. Ti stai avvicinando. Oh, fuoco!”. E poi ti allontanavi
dall’uovo e lei diceva: “Acqua, acqua, oceano”. Seguendo la logica del
momento-per-momento, insegno ai concorrenti a pensare alla loro felicità e
al loro obiettivo finale come “fuochino”, perché ogni scelta e ogni decisione
che prenderanno in quel momento li porterà sempre più vicini all’obiettivo
finale».
Dal momento che i tuoi risultati dipendono tutti dalle scelte momento-
per-momento, hai un potere incredibile nel cambiare la tua vita cambiando
quelle scelte. Passo dopo passo, giorno dopo giorno, le tue scelte
plasmeranno le tue azioni fino a che non diventeranno abitudini grazie
all’aiuto dell’esercizio, che le renderà permanenti.
Perdere è un’abitudine. E anche vincere è un’abitudine. Adesso stiamo
lavorando per instillare nella tua vita delle abitudini vincenti. Elimina le
abitudini autosabotanti e instilla le indispensabili abitudini positive, e potrai
portare la tua vita in qualsiasi direzione tu desideri, fino alle vette della tua
più fervida immaginazione. Lascia che ti dimostri come...
Sfrutta l’effetto cumulativo a tuo vantaggio

RIEPILOGO DELLE AZIONI DA COMPIERE


In che sfera, con che persona o in che circostanza della tua vita hai maggiori
difficoltà? Comincia a tenere un diario di tutti gli aspetti di quella situazione per cui sei
grato. Tieni traccia di tutto quello che rafforza e aumenta la tua gratitudine in
quell’ambito.
In che sfera della tua vita non ti stai prendendo il cento per cento della responsabilità
per il successo o il fallimento della tua condizione presente? Annota tre cose che hai
fatto in passato che hanno rovinato tutto. Elenca tre cose che avresti dovuto fare e
non hai fatto. Scrivi tre cose che ti sono successe e alle quali hai reagito
negativamente. Scrivi tre cose che puoi cominciare a fare proprio adesso per
riprenderti la responsabilità dei risultati della tua vita.
Comincia a tenere traccia di almeno un comportamento in una sfera della tua vita che
vorresti cambiare e migliorare (alimentazione, soldi, sport, riconoscenza verso gli altri,
l’essere genitori, qualsiasi cosa).
Una volta che avrai cominciato a tenere traccia di un comportamento, puoi estendere
questo processo utilizzando il «Sistema di gestione del successo» contenuto nel mio
libro Living Your Best Year Ever.
CAPITOLO 3
ABITUDINI

Un vecchio saggio stava passeggiando nel bosco con un suo allievo quando
decise di fermarsi davanti a un albero molto giovane.
«Sradica quell’alberello» ordinò il maestro all’allievo, indicando un
germoglio che spuntava da sotto terra. Il giovane lo estrasse facilmente con
le dita. «Adesso sradica quest’altro» disse il maestro, indicando un alberello
più radicato che arrivava alle ginocchia del ragazzo. Con pochissimo sforzo
il ragazzo strappò albero, radici e tutto il resto. «Adesso questo» continuò il
maestro, facendo un cenno verso un sempreverde ben sviluppato e alto
quanto il ragazzo.
Sforzandosi molto, mettendoci tutta la sua forza e il suo peso, e usando
bastoni e sassi che aveva trovato per fare leva sulle radici, il giovane riuscì
a sradicare l’albero.
«Adesso» disse il vecchio saggio «vorrei che sradicassi questo.»
Il giovane seguì lo sguardo dell’insegnante, che cadde su una quercia
secolare talmente alta da riuscire a malapena a scorgerne la cima. Sapendo
quanto fosse stato difficile sradicare un albero decisamente più piccolo, il
ragazzo rispose al maestro: «Mi dispiace, ma non ce la faccio».
«Figliolo, hai appena dimostrato il potere che hanno sulla tua vita le
abitudini!» esclamò il maestro. «Più sono vecchie, più diventano grandi, e
più profonde saranno le loro radici; quindi più difficile sarà sradicarle.
Alcune diventano talmente grandi, con radici talmente profonde, da farti
persino desistere dal provarci!»

Creature dell’abitudine
Aristotele scrisse: «Siamo quello che facciamo ripetutamente». Il dizionario
Merriam-Webster definisce l’abitudine come «un comportamento acquisito
che è diventato quasi o del tutto involontario».
Ecco la storia di un uomo in sella al suo cavallo, che galoppa veloce.
Sembrava che stesse andando da qualche parte con urgenza. Un uomo che
se ne stava sul ciglio della strada gli chiese: «Dove stai andando?». Il
cavallerizzo rispose: «Non lo so, chiedilo al cavallo». Questa è la storia
della vita di molte persone: stanno in sella al cavallo delle loro abitudini,
senza la minima idea di dove stiano andando. È arrivato il momento di
prendere le redini della tua vita e indirizzarla nella direzione in cui vuoi
veramente andare.
Se finora hai vissuto con il pilota automatico, lasciando che le abitudini
ti governassero, voglio che tu comprenda perché. E voglio che ti lasci
liberare da questa presa. Dopo tutto, sei in buona compagnia. Studi
psicologici rivelano che il 95 per cento di tutto ciò che percepiamo,
pensiamo, facciamo e realizziamo è la conseguenza di un’abitudine
acquisita! Nasciamo con degli istinti, certo, ma con nessuna abitudine.
Quelle le sviluppiamo nel tempo. Già durante l’infanzia impariamo una
serie di risposte condizionate che ci portano a reagire automaticamente
(cioè, senza pensare) alla maggior parte delle situazioni.
Nella vita quotidiana, innestare il pilota automatico ha i suoi aspetti
positivi. Se dovessi pensare consciamente a ogni passo di ogni azione
ordinaria – fare colazione, portare i bambini a scuola, andare al lavoro e
così via – la tua vita si fermerebbe. Ti lavi i denti due volte al giorno senza
pensarci: non serve un dibattito filosofico, lo fai e basta. Allacci la cintura
non appena il tuo sedere tocca il sedile dell’auto: nessuna esitazione. Nelle
azioni ordinarie, le nostre abitudini e routine ci permettono di utilizzare il
minimo dell’energia conscia. Ci aiutano a restare sani di mente e ci
permettono di gestire la maggior parte delle situazioni piuttosto bene. E, dal
momento che non dobbiamo pensare alle cose ordinarie, possiamo
focalizzare le nostre energie mentali su pensieri più creativi e stimolanti. Le
abitudini possono essere utili, certo, ma solo fintanto che sono buone
abitudini.
Se mangi in maniera sana, è probabile che tu ti sia costruito buone
abitudini riguardo al cibo che compri e che ordini al ristorante. Se sei in
forma, probabilmente è perché ti alleni con regolarità. Se hai successo come
venditore, probabilmente è perché le tue abitudini di preparazione mentale e
dialogo interiore positivo ti permettono di rimanere ottimista anche di
fronte a un rifiuto.
Ho incontrato e lavorato con molte persone di successo, grandi direttori
generali e «superstar», e ti posso dire che tutti hanno un tratto in comune: le
buone abitudini. Questo non vuol dire che non abbiano cattive abitudini: le
hanno, ma sono poche. Una routine quotidiana costruita su buone abitudini
è la differenza che separa coloro che hanno successo da tutti gli altri. E,
infatti, ha senso. Come abbiamo già detto, le persone di successo non sono
per forza le più talentuose o intelligenti. Ma le loro abitudini le portano
nella direzione giusta, rendendole ben informate, più consapevoli,
competenti, qualificate e preparate.
Quando ero piccolo, per insegnarmi il valore delle abitudini mio padre
prendeva come esempio Larry Bird. «Larry Legend» è considerato uno dei
migliori giocatori di basket professionisti, eppure non era noto per essere il
più preparato e talentuoso dal punto di vista atletico. Nessuno avrebbe mai
descritto Larry come «aggraziato» in campo. Eppure, nonostante le sue
scarse doti fisiche, ha fatto vincere tre campionati ai Boston Celtics ed è
uno dei migliori giocatori di sempre. Come ci è riuscito?
Sono state le abitudini di Larry, la sua instancabile determinazione
nell’allenamento e nel miglioramento delle prestazioni. Bird è stato uno dei
tiratori di liberi più costanti nella storia dell’NBA. Crescendo, la sua
abitudine era esercitarsi con cinquecento tiri liberi ogni mattina prima di
andare a scuola. Con quel tipo di disciplina, Larry ha sfruttato al massimo il
suo talento innato e ha dato del filo da torcere ad alcuni dei giocatori più
«dotati».
Come Larry Bird, anche tu puoi condizionare le tue risposte automatiche
e inconsce per farle diventare quelle di un campione affermato. Questo
capitolo ti insegnerà come scegliere di compensare quel che non possiedi in
termini di abilità innata con la disciplina, il lavoro sodo e le buone
abitudini; come diventare il tipo di persona con abitudini da campione.
Attraverso l’esercizio e le ripetizioni, nel corso del tempo ogni
comportamento – buono o cattivo – diventa automatico. Ciò significa che,
anche se abbiamo acquisito in modo inconsapevole la maggior parte delle
nostre abitudini (imitando i nostri genitori, rispondendo alle condizioni
culturali o ambientali, o creandoci dei meccanismi di difesa), possiamo
comunque decidere consciamente di cambiare. È ovvio che, così come hai
imparato ciascuna delle tue abitudini, puoi anche disimparare quelle che
non ti fanno bene. Pronto? Ecco qua...
Comincia pensando alla tua via d’uscita dalla trappola della
gratificazione immediata
Sappiamo bene che ingozzarsi di merendine non rende snello il girovita. Ci
rendiamo conto che se ogni sera passiamo tre ore a guardare Netflix o a
navigare sui social media, saremo rimasti con tre ore in meno per leggere
un buon libro o ascoltare un ottimo podcast. «Capiamo» che comprare delle
scarpe da footing fantastiche non ci renderà pronti per una maratona. Siamo
una specie «razionale», o almeno è ciò che diciamo a noi stessi. Quindi,
perché siamo degli schiavi irrazionali di così tante cattive abitudini? Perché
il nostro bisogno di gratificazione immediata ci può trasformare nelle
creature non pensanti più reattive in assoluto.
Se dessi un morso a un Big Mac e stramazzassi subito al suolo
portandoti le mani al petto per un infarto, probabilmente non gli daresti mai
più un altro morso. Se il tuo prossimo tiro di sigaretta mutasse all’istante la
tua faccia in quella avvizzita di un ottantacinquenne, probabilmente
lasceresti perdere anche quello. Se tu oggi non riuscissi a fare quella decima
telefonata di lavoro, venissi licenziato e finissi sul lastrico, all’improvviso
prendere in mano il telefono sarebbe una bazzecola. E se quella prima
forchettata di torta ti facesse prendere subito ventidue chili, dire no al dolce
sarebbe la vera ciliegina sulla torta.
Il problema è che spesso il vantaggio o la gratificazione immediata
derivanti dalle cattive abitudini superano di gran lunga quel che la mente
razionale elabora in termini di conseguenze a lungo termine. Sul momento,
abbandonarsi alle cattive abitudini non sembra avere alcun effetto negativo:
non ti viene un infarto, la tua faccia non si affloscia, non resti disoccupato e
i tuoi fianchi non sono strabordanti. Ma questo non significa che tu non
abbia innescato l’effetto cumulativo.
È arrivato il momento di SVEGLIARTI e renderti conto che le abitudini
a cui ti abbandoni potrebbero accumularsi fino a rendere la tua vita un totale
disastro. Anche le più piccole correzioni alla tua routine quotidiana possono
cambiare drasticamente i tuoi risultati. Ancora una volta, non sto parlando
di enormi cambiamenti o di un sovvertimento completo della personalità,
del carattere e della vita. Piccolissime correzioni all’apparenza
insignificanti possono rivoluzionare, e certamente rivoluzioneranno, tutto.
Il miglior esempio che posso fornirti per sottolineare il potere delle
piccole correzioni è quello di un aereo che viaggia da Los Angeles a New
York City. Se il muso è indirizzato fuori rotta dell’1 per cento (una
deviazione quasi impercettibile fintanto che l’aereo se ne sta fermo in pista
a Los Angeles), alla fine quell’aereo devierà di circa duecentoquaranta
chilometri, atterrando o a Albany (più a nord) o a Dover, nel Delaware (più
a sud). Lo stesso vale per le tue abitudini. Una sola cattiva abitudine, che
sul momento non sembra avere poi tanta importanza, alla fine può condurti
chilometri e chilometri fuori rotta rispetto alla direzione dei tuoi obiettivi e
della vita che desideri (vedi la Figura 6).
La maggior parte delle persone si trascina senza dedicare troppe energie
consapevoli a decidere cosa vuole e cosa deve fare per arrivare in quel
punto.
Voglio mostrarti come accendere le tue passioni e indirizzare la tua
incessante forza creativa verso i tuoi sogni e desideri più cari. Sradicare le
cattive abitudini che sono diventate querce secolari sarà arduo e difficile.
Portare a termine questo percorso ti richiederà qualcosa di ancora più forte
della determinazione implacabile: la sola forza di volontà non basterà a
darci un taglio!
Fig. 6. Il potere delle piccole correzioni: un cambio di rotta dell’1 per cento fa deviare l’aereo di circa
duecentoquaranta chilometri.

Trova il tuo superpotere: la tua forza motivante


Supporre che la forza di volontà sia ciò di cui hai bisogno per cambiare le
tue abitudini è come cercare di tenere lontano un orso grizzly dal tuo
cestino da picnic coprendolo con un tovagliolo. Per combattere la belva
delle tue cattive abitudini, ti serve qualcosa di più efficace.
Quando incontri delle difficoltà nel duro lavoro per il conseguimento dei
tuoi obiettivi, è facile pensare che il problema sia semplicemente la
mancanza di volontà. Io non sono d’accordo. Non basta scegliere di avere
successo. Cosa ti farà essere costante nell’implementare le tue scelte
positive? Cosa ti impedirà di ricadere nelle tue insensate cattive abitudini?
Cosa renderà diversa questa volta da tutte le altre volte in cui hai provato e
fallito? Non appena comincerai a sentirti anche solo un po’ scomodo, ti
verrà la tentazione di scivolare di nuovo nella tua vecchia, comoda routine.
Hai già provato con la forza di volontà e sei rimasto deluso. Hai stabilito
dei buoni propositi e li hai lasciati perdere. L’ultima volta pensavi che
avresti buttato giù tutti quei chili. L’anno scorso pensavi che avresti fatto
tutte quelle chiamate di lavoro. Smettiamola con questa «follia» e facciamo
qualcosa di diverso, così che tu possa ottenere risultati diversi e migliori.
Dimenticati della forza di volontà. È il momento della forza motivante.
Le tue scelte acquistano significato soltanto quando le metti in contatto con
i tuoi sogni e desideri. Le scelte più sagge e stimolanti sono quelle in linea
con ciò che tu identifichi come il tuo scopo, il tuo centro di gravità e i tuoi
valori più alti. Devi volere qualcosa, e conoscerne la motivazione, o finirai
per lasciar perdere troppo facilmente.
Dunque, qual è la tua motivazione? Se vuoi apportare dei miglioramenti
significativi nella tua vita, devi avere una ragione per farlo. E per indurti a
voler apportare i cambiamenti necessari, la tua motivazione dev’essere
incredibilmente trainante, per te. Devi avere voglia di alzarti ogni giorno e
andare, andare, andare avanti: così, per anni! Quindi, cos’è che ti motiva
più di tutto? Identificare questo aspetto è fondamentale. Quello che ti
motiva è la miccia che innesca la tua passione, la fonte del tuo entusiasmo e
il carburante per la tua persistenza. Questo concetto è talmente importante
da essere il fulcro anche di un altro mio libro, Living Your Best Year Ever
(Vivere l’anno migliore della tua vita). DEVI conoscere la tua motivazione.

Perché tutto è possibile


La forza della tua motivazione è ciò che ti permette di resistere alle cose più
ardue, noiose e faticose. Tutti i come saranno insignificanti fino a che i tuoi
perché non diventeranno abbastanza potenti. Fino a che non avrai messo a
punto le tue motivazioni e i tuoi desideri, abbandonerai ogni nuovo
percorso che intraprenderai per migliorare la tua vita. Se la tua forza
motivante – il tuo desiderio – non è abbastanza grande, finirai come tutte
quelle persone che hanno buoni propositi per l’anno nuovo e li
abbandonano troppo in fretta, ritornando a vivere da sonnambuli in balia
delle scelte sbagliate. Per comprenderlo appieno, eccoti questa analogia.
Se io mettessi a terra un’asse lunga dieci metri e larga venticinque
centimetri, e ti dicessi: «Se la attraversi, ti do venti dollari», tu lo faresti?
Certo che sì, sono venti dollari facili facili. Ma se prendessi quell’asse e
creassi un «ponte» sospeso tra due edifici di cento piani? Gli stessi venti
dollari per attraversare quella stessa asse adesso non sembrano altrettanto
desiderabili, vero? Mi guarderesti e diresti: «Neanche per sogno!».
Tuttavia, se tuo figlio fosse nell’edificio di fronte, e quell’edificio stesse
andando a fuoco, attraverseresti l’asse per salvarlo? Lo faresti senza alcun
dubbio e immediatamente, a prescindere dai venti dollari (vedi la Figura 7).
Perché la prima volta che ti ho chiesto di attraversare quell’asse a
un’altezza vertiginosa mi hai detto di no, eppure la seconda volta non hai
esitato? I rischi e i pericoli sono gli stessi. Che cos’è cambiato? Il tuo
perché, la motivazione che ti spinge a farlo. Vedi? Quando la motivazione è
sufficientemente grande, sei disposto a mettere in atto qualsiasi come.
Fig. 7. La tua forza motivante è abbastanza grande?

Per innescare il tuo potenziale creativo e la tua forza interiore devi


guardare oltre la spinta economica e materiale. Non è che quelle
motivazioni siano sbagliate; anzi, sono fantastiche. Io sono un esperto di
cose belle. Ma i beni materiali non sono in grado di reclutare davvero cuore,
spirito e fegato per farli scendere in campo. Quella passione deve provenire
da un luogo più profondo. E, pur ammettendo che tu ottenga gli oggetti del
desiderio, comunque non avrai raggiunto il vero premio, cioè la felicità e
l’appagamento. Durante un’intervista, l’esperto di massime prestazioni
Tony Robbins mi disse: «Ho visto molti magnati che, nonostante avessero
raggiunto i loro massimi obiettivi, continuavano a vivere nella frustrazione,
nella paura e nella preoccupazione. Che cosa impedisce a queste persone di
successo di essere felici? La risposta è che si sono concentrati soltanto
sull’affermazione e non sull’appagamento. Traguardi straordinari non
garantiscono gioia, felicità, amore e appagamento. Queste due sfere si
alimentano a vicenda, e mi portano a pensare che il successo senza
appagamento sia in realtà un fallimento».
Ben detto. Ecco perché non basta scegliere di avere successo. Per
attivare il tuo superpotere, per trovare la tua forza motivante fondamentale,
devi scavare molto più a fondo.

La motivazione fondamentale
Il punto d’accesso alla tua forza motivante passa attraverso i tuoi valori
fondamentali, che delineano sia chi sei, sia ciò in cui credi. I valori
fondamentali sono la tua bussola interiore, il tuo faro e la tua guida, il tuo
GPS personale. Essi agiscono come filtri attraverso i quali vagliare tutte le
esigenze, richieste e tentazioni della tua vita, assicurandoti che ti conducano
alla destinazione prevista. Definire e calibrare i tuoi valori fondamentali è
uno dei passi più importanti per reindirizzare la tua vita verso le tue più alte
prospettive.
Se non hai ancora definito i tuoi valori, potresti trovarti a compiere delle
scelte che entrano in conflitto con ciò che vuoi. Se, per esempio, l’onestà
per te è molto importante, ma hai spesso a che fare con bugiardi, ecco che
c’è un conflitto. Quando le tue azioni sono in conflitto con i tuoi valori,
finirai per essere infelice, frustrato e demoralizzato. A questo proposito, gli
psicologi ci insegnano che niente causa maggiore stress di quando il nostro
agire non coincide con i nostri valori.
Definire i propri valori aiuta anche a rendere la vita più semplice ed
efficace. Quando sei certo dei tuoi valori fondamentali, prendere decisioni
risulta più facile. Anche per me, una volta esaminati e individuati i tre
valori fondamentali – Crescita, Eccellenza e Impatto – ogni processo
decisionale, dal più grande al più piccolo, è diventato molto più chiaro e
mirato. Quando ti trovi davanti a una scelta, chiediti: «È in linea con i miei
valori?». Se lo è, vai avanti. Altrimenti no, e non voltarti indietro. Tutta
l’agitazione e l’indecisione verranno annientate.

Individua la tua battaglia


Le persone vengono motivate da qualcosa che vogliono, ma anche da
qualcosa che non vogliono. L’amore è una forza motivante molto potente,
ma lo stesso vale per l’odio. Al contrario di ciò che si ritiene socialmente
corretto, odiare può essere un bene: odiare le malattie, odiare le ingiustizie,
odiare l’ignoranza, odiare l’indifferenza e così via. Talvolta identificare il
nemico accende la passione. Alcune tra le mie più grandi motivazioni,
determinazione e testarda perseveranza, si sono manifestate quando avevo
un nemico da sconfiggere. Nella storia, le trasformazioni e le grandi
rivoluzioni politiche sono nate dalla sconfitta di un nemico. Davide aveva
Golia. L’America aveva gli inglesi. Luke aveva Dart Fener. Rocky aveva
Apollo Creed. I ventenni hanno gli uomini maturi. La Pepsi ha la Coca-
Cola. La DC Comics ha la Marvel. Taylor Swift ha Kanye West. Potremmo
andare avanti a lungo, ma hai capito il concetto.
I nemici ci danno un motivo per puntare in alto con coraggio. Dover
lottare induce a mettere in discussione le proprie abilità, il proprio carattere
e la propria determinazione. Ti obbliga a verificare ed esercitare i tuoi
talenti e le tue competenze. Senza uno slancio motivante, possiamo
diventare grassi e pigri, perdere la nostra forza e i nostri obiettivi.
Alcuni miei clienti temono che la loro forza motivante provenga da scopi
poco nobili. Si sentono in colpa per voler provare ai loro oppositori che si
sbagliavano. Per volersi vendicare di chi aveva affermato che non
avrebbero mai combinato niente, per sbaragliare la concorrenza, per
superare quel fratello che li aveva sempre dominati. In realtà, non importa
quale sia la motivazione (purché sia legale e moralmente valida): non devi
essere spinto da grandi ragioni umanitarie. Ciò che importa è che tu ti senta
pienamente motivato. Talvolta quella motivazione può aiutarti a impiegare
un’emozione o un’esperienza negative per uno scopo ancora più grande e
fruttuoso.
Questo è certamente valido per Pete Carroll, uno dei più famosi
allenatori di football della storia. Pete mi spiegò così la sua motivazione
iniziale: «Da bambino ero davvero uno scricciolo. Non potevo fare molto
perché ero troppo piccolo. Mi ci vollero un paio d’anni prima di essere in
grado di diventare competitivo. Per tutto quel tempo, convivevo con il
pensiero che valevo molto di più e che dovevo lottare per provarlo. Ero
frustrato perché sapevo di poter essere speciale». Il bisogno di lottare di
Carroll alla fine fece emergere la sua grandiosità.
Durante un’intervista con il celebre attore Anthony Hopkins, fui molto
sorpreso nello scoprire che il suo talento e la sua determinazione
straordinari fossero sbocciati dalla rabbia. Hopkins ammise di essere stato
uno studente terribile, oppresso dalla dislessia e dal disturbo da deficit di
attenzione/iperattività ancora prima che tali diagnosi esistessero. Gli
avevano affibbiato semplicemente l’etichetta di «bambino problematico».
«Per i miei genitori ero una fonte di preoccupazione» rivelò Hopkins.
«Sembrava che non avessi alcun futuro, perché la scuola e l’istruzione
erano importanti mentre io apparentemente non avevo le capacità per
afferrare ciò che mi veniva insegnato. I miei cugini erano tutti brillanti; mi
sentivo amareggiato e rifiutato dall’intera società, ed ero molto depresso.»
Hopkins imbrigliò la sua rabbia. Inizialmente questa lo spinse a lottare
per raggiungere il successo al di fuori del mondo accademico o sportivo.
Scoprì che aveva un barlume di talento nella recitazione. Così, utilizzò la
sua rabbia contro le etichette sminuenti che gli avevano sempre attribuito
per alimentare l’impegno nell’arte della recitazione. Oggi, Hopkins è
considerato uno dei migliori attori viventi. Grazie al suo successo è stato in
grado di aiutare innumerevoli persone nella loro lotta contro l’abuso di
sostanze, oltre che di promuovere importanti iniziative a tutela
dell’ambiente. Sebbene non fosse nata per una causa «nobile», la sua lotta è
certamente stata proficua.
Tutti possiamo fare scelte potenti. Tutti possiamo riprenderci il controllo
senza incolpare la fortuna, il caso o qualcun altro per i nostri risultati.
Spingere tutto al cambiamento è nelle nostre capacità. Anziché lasciare che
le esperienze dolorose passate ci risucchino tutte le energie e sabotino il
nostro successo, possiamo utilizzarle per alimentare un cambiamento
positivo e costruttivo.

Obiettivi
Come ho già detto, l’effetto cumulativo è sempre in azione e ti porterà
sempre da qualche parte. La domanda è: dove? Puoi imbrigliare questa
forza implacabile e far sì che ti porti verso nuove vette, ma devi sapere dove
vuoi andare. Che obiettivi, sogni e destinazioni desideri?
Quando partecipai al funerale di Paul J. Meyer, un altro mio mentore,
ricordai la ricchezza e la varietà della sua vita. Egli raggiunse obiettivi,
accumulò esperienze, contribuì alla vita degli altri più di una dozzina di
persone messe assieme. Il suo necrologio mi fece rivalutare la quantità e la
dimensione degli obiettivi che ponevo a me stesso. Se Paul fosse qui, ci
direbbe: «Se non stai compiendo il progresso che vorresti e che sei in grado
di compiere, è semplicemente perché i tuoi obiettivi non sono definiti
chiaramente». Una delle frasi più celebri di Paul ci ricorda l’importanza
degli obiettivi: «Qualsiasi cosa tu immagini vividamente, desideri
ardentemente, in cui credi ciecamente, e sulla quale agisci
entusiasticamente... dovrà inevitabilmente accadere!».
La capacità che più si è rivelata responsabile della ricchezza della mia
vita è stata imparare a prestabilire e realizzare gli obiettivi in maniera
efficace. Quando organizzi e concentri il tuo potere creativo su un target
ben definito, succede qualcosa di quasi magico. L’ho visto accadere milioni
di volte: le persone con più successo al mondo hanno raggiunto determinati
risultati perché hanno delineato le loro prospettive. La persona che possiede
un perché chiaro, trascinante e ardente sconfiggerà sempre anche il migliore
dei migliori nel mettere in atto il come.

Come riuscire davvero a prefiggersi degli obiettivi: il segreto è


svelato
Vedi, scopri e ottieni soltanto ciò che cerchi. Se non sai cosa cercare, stai
sicuro che non lo otterrai. Siamo per natura degli esseri orientati agli
obiettivi. Il nostro cervello tenta costantemente di allineare il mondo esterno
a ciò che vediamo e concepiamo nel nostro mondo interiore. Dunque,
quando chiedi al tuo cervello di cercare le cose che vuoi, è soltanto allora
che cominci a vederle. Infatti, l’oggetto del tuo desiderio è sempre esistito
attorno a te, ma i tuoi occhi e la tua mente non erano pronti per «vederlo».
In realtà, questo non è altro che il processo noto come «legge
dell’attrazione». Non si tratta, come spesso sembra, di un vudù misterioso
ed esoterico; anzi, è qualcosa di molto più semplice e concreto.
Ogni giorno veniamo bombardati da miliardi di informazioni sensoriali
(visive, uditive, fisiche). Per non andare fuori di testa, ne ignoriamo il 99,9
per cento, vedendo, ascoltando e scoprendo soltanto ciò su cui la nostra
mente si concentra. Ecco perché, quando «pensi» a una cosa, quella cosa
appare miracolosamente nella tua vita. In realtà, stai soltanto vedendo ciò
che era già lì. Sei tu che la stai «attirando» verso la tua vita. Prima che i tuoi
pensieri si concentrassero su di essa, portando la tua mente a vederla, quella
cosa non c’era, o non ti era accessibile.
Capito? Non è certo un mistero. Si tratta di un fatto piuttosto logico.
Adesso, grazie a questa nuova percezione, qualsiasi cosa stia pensando la
tua mente, sarà ciò su cui porrà l’attenzione e che d’un tratto «vedrà»
all’interno di quel 99,9 per cento di spazio restante.
Ecco un esempio trito e ritrito (perché è vero!): quando decidi di
comprare una nuova auto, all’improvviso cominci a vedere macchine di
quella casa e quel preciso modello ovunque, non è così? Sembra che ora per
le strade ne girino a migliaia, mentre ieri non era così. Ma tutto questo è
realistico? Certo che no. Erano lì fin dall’inizio, ma tu non ci avevi fatto
caso. Dunque per te non «esistevano», fino a quando non ci hai prestato
attenzione.
Quando ti prefiggi degli obiettivi, stai offrendo al tuo cervello qualcosa
di nuovo da cercare o su cui concentrarsi. È come se stessi regalando alla
tua mente nuovi occhi attraverso i quali vedere tutte le persone, le
circostanze, le conversazioni, le risorse, le idee e la creatività che ti
circondano. Con questa nuova prospettiva (un itinerario interiore), la mente
procede creando delle corrispondenze fra l’esterno e ciò che più desideri a
livello interiore: i tuoi obiettivi. È molto semplice. La differenza nel modo
in cui scopri e attrai nella tua vita idee, persone e opportunità dopo che
avrai delineato i tuoi obiettivi è radicale.
Durante una mia intervista con Brian Tracy, lui l’ha messa in questi
termini: «I pezzi grossi hanno sempre obiettivi molto chiari. Sanno chi sono
e cosa vogliono. Ne prendono nota e fanno progetti per il loro
raggiungimento. Nella testa dei falliti, al contrario, gli obiettivi girovagano
come fossero biglie sbatacchianti in una lattina, e diciamo che un obiettivo
che non viene messo per iscritto è soltanto una fantasia. Tutti hanno delle
fantasie, ma quelle fantasie sono come proiettili senza polvere da sparo.
Senza obiettivi scritti, la gente continua a sparare a salve; e quello è soltanto
l’inizio».
Ti suggerisco di prenderti del tempo, oggi, per fare un elenco dei tuoi
obiettivi più importanti. Ti consiglio di prendere in considerazione gli
obiettivi in tutte le sfere della tua vita, non solo per quanto riguarda il
lavoro o i soldi. Stai attento a non concentrarti troppo su un solo aspetto
della tua vita a scapito di tutto il resto. Opta per un successo a tutto tondo,
fai un bilancio di tutti gli aspetti che per te sono importanti: lavoro, soldi,
salute e benessere, spiritualità, famiglia e relazioni, stile di vita.

Chi devi diventare


Quando la maggior parte delle persone si prefigge dei nuovi obiettivi, si
domanda: «Okay, ho il mio obiettivo; adesso cosa devo fare per
raggiungerlo?». Non è una domanda sbagliata, ma non è nemmeno la prima
domanda che bisogna porsi. La domanda che dovremmo farci è: «Chi devo
diventare?». Probabilmente conoscerai alcune persone che sembra facciano
sempre la cosa giusta, eppure non ottengono mai i risultati sperati, vero?
Perché? Una cosa che mi ha insegnato Jim Rohn è: «Se vuoi avere di più,
devi diventare di più. Il successo non è una cosa che si insegue. Tutto quello
che insegui ti sfuggirà; può diventare come rincorrere le farfalle. Il successo
è qualcosa che attrai diventando una determinata persona».
Non appena l’ho compreso, questo ragionamento ha rivoluzionato la mia
vita e la mia crescita personale. Quando ero single e pronto a trovare la mia
anima gemella e sposarmi, stilai una lunga lista di tutte le caratteristiche che
desideravo nella donna perfetta (per me). Riempii più di quaranta pagine di
diario, descrivendola nei minimi particolari: personalità, temperamento,
qualità principali, atteggiamento e filosofia di vita, persino da che famiglia
proveniva, la sua educazione e il suo aspetto fisico, fino al colore dei
capelli. Scrissi come sarebbe stata la nostra vita e cosa avremmo fatto
assieme. Se poi mi fossi chiesto: «Cosa devo fare per trovare e avere questa
ragazza?», probabilmente starei ancora rincorrendo quelle farfalle. Invece,
riguardai quella lista e mi domandai se potevo vantare quegli stessi tratti.
Avevo le stesse qualità che mi aspettavo di trovare in lei? Chiesi a me
stesso: «Che genere di uomo cercherebbe una donna come questa? Chi devo
diventare per essere interessante agli occhi di una donna così?».
Riempii altre quaranta pagine descrivendo caratteristiche, qualità,
comportamenti e atteggiamenti che mi servivano per diventare me stesso.
Poi mi misi al lavoro per raggiungere quelle qualità. Indovina un po’? Ha
funzionato! Come se si fosse staccata dalle pagine del mio diario e mi fosse
apparsa davanti, mia moglie Georgia è proprio come l’avevo descritta e
desiderata. Il segreto è stato chiarire a me stesso chi dovevo essere per
attrarre e conquistare una donna con quelle qualità, e poi lavorare per
raggiungere quello scopo.

Comportati bene
D’accordo, delineiamo il tuo processo per raggiungere gli obiettivi che ti sei
prefissato. Questo è il processo del fare (o, in alcuni casi, il processo dello
SMETTERE-di-fare).
Ciò che si frappone tra te e il tuo obiettivo è il tuo comportamento. C’è
bisogno che tu smetta di fare qualcosa affinché l’effetto cumulativo non ti
conduca in un circolo vizioso? E cosa devi cominciare a fare per cambiare
la tua traiettoria affinché ti conduca nella direzione più favorevole? In altre
parole, quali abitudini e comportamenti devi eliminare e quali devi
aggiungere alla tua vita?
La tua vita si riduce a questa formula:

Ecco perché è essenziale capire quali comportamenti stanno bloccando il


tuo cammino verso l’obiettivo e quali comportamenti ti aiuteranno a
raggiungerlo.
Forse credi di avere sotto controllo tutte le tue cattive abitudini, ma
scommetto che ti sbagli. Ecco che, di nuovo, tenerne traccia è efficace.
Insomma, onestamente, sai quante ore passi davanti alla TV ogni giorno?
Sai quante ore passi ad ascoltare le notizie o a tenerti aggiornato sui risultati
e i traguardi degli altri sui canali dedicati allo sport o al gossip? Sai quante
lattine di bibite gassate bevi? O quante ore passi davanti al computer a
«lavorare», scorrendo inutilmente i social media? Come ho sottolineato nel
capitolo precedente, il tuo primo compito è diventare consapevole di come
ti comporti. Quand’è che ti sei assopito e hai sviluppato inconsciamente una
cattiva abitudine che ti sta portando fuori rotta?
Non molto tempo fa, un dirigente di successo con il quale collaboro in
un’associazione no profit mi chiese di fargli da mentore per migliorare la
sua produttività. I suoi affari andavano bene, ma sapeva che con un po’ di
aiuto avrebbe potuto ottimizzare il suo tempo e ottenere ulteriori risultati.
Gli feci tenere traccia di tutte le attività per una settimana, e notai qualcosa
che vedo fin troppo spesso, e cioè che perdeva un’enormità di tempo a
controllare le notizie: quarantacinque minuti al mattino per leggere il
giornale, mezz’ora per ascoltare il notiziario radio mentre andava al lavoro
e un’altra mezz’ora quando tornava a casa. Durante la giornata controllava
più volte le notizie online, per un totale di almeno venti minuti. Quando
arrivava a casa, mentre salutava la famiglia ascoltava gli ultimi quindici
minuti del telegiornale locale. Poi si metteva al passo con le notizie sullo
sport per mezz’ora, e prima di andare a letto passava un’altra mezz’ora a
guardare l’ultimo telegiornale della sera. In totale, ogni giorno passava tre
ore e mezza a controllare notizie! Non era un economista e nemmeno un
trader di borsa, e non lavorava in un settore nel quale controllare le ultime
notizie era una questione di vita o di morte. Il tempo che perdeva a leggere
il giornale e ad ascoltare i notiziari superava di gran lunga quello necessario
per potersi definire un elettore preparato e un membro della società
partecipativo. Anzi, quella scelta (o, meglio, quella mancanza di scelta) gli
stava dando ben poche informazioni utili. Quindi, perché dedicarle quasi
quattro ore ogni giorno? Era un’abitudine.
Gli suggerii di spegnere radio e televisione, di sospendere
l’abbonamento al giornale e di impostare un aggregatore di notizie
provenienti da un solo settore, in modo da selezionare e ricevere solo quelle
che riteneva importanti per il lavoro e gli interessi personali. Così facendo,
stava già eliminando il 95 per cento di tutto quel chiasso che gli metteva
confusione in testa e gli portava via un sacco di tempo. Adesso poteva
aggiornarsi su tutto ciò che per lui era davvero importante in meno di venti
minuti al giorno. Questo gli lasciava quarantacinque minuti al mattino e
un’ora alla sera per attività più produttive: esercizio fisico, ascolto di
materiale educativo e stimolante, lettura, pianificazione e, infine, tempo da
trascorrere con la famiglia. Mi disse di non essersi mai sentito così rilassato
(sentire sempre notizie negative tende infatti a renderci più ansiosi),
motivato e concentrato. Un piccolo, semplice cambiamento di abitudini, ma
un enorme passo in avanti verso equilibrio e produttività!
Se per caso questo esempio ti dovesse lasciare indifferente perché non
sei un patito delle notizie d’attualità, proviamo con il seguente. Sono certo
che stavolta riuscirai a immedesimarti, perché si tratta di una cosa che, nel
nostro mondo odierno ultraconnesso, tocca da vicino moltissime persone
(me compreso!). È un fenomeno che gli psicologi chiamano «digifrenia»,
un disturbo mentale causato dal bombardamento costante di input digitali.
Ho approfondito la tematica e l’importanza di combattere questa cattiva
abitudine nel mio programma formativo denominato INSANE
PRODUCTIVITY.
Le abitudini associate all’abuso della tecnologia oggi sono talmente
comuni che la maggior parte di noi non si rende nemmeno conto di quanto
essa stia annientando la nostra capacità di concentrarci, rimanere sulla
strada giusta e avanzare verso i nostri obiettivi. Questi portali e la nostra
attenzione diretta sul mondo, attiva tutto il giorno tutti i giorni, sono una
nuova realtà che molti non hanno ancora imparato a gestire in maniera
adeguata. La tecnologia che abbiamo studiato per renderci la vita più
semplice e produttiva ha sortito l’effetto contrario. Sa essere un valido
strumento quanto un pericoloso assoggettatore. Ne siamo presto diventati
schiavi.
Sergio, uno degli iscritti a INSANE PRODUCTIVITY, l’ha messa in
questi termini: «La digifrenia ha avuto pesanti effetti sulla mia produttività.
Non mi ero mai reso conto di quanto tempo portasse via alle mie giornate.
La cosa peggiore è che non era affatto facile riuscire a tenere traccia di
quanto spesso e per quanto tempo usassi il cellulare. Poi ho scaricato
un’applicazione che registra per quanto tempo lo schermo rimane acceso.
Mi ha sconvolto scoprire che ogni giorno passavo quattro, cinque ore
davanti al cellulare, e che lo controllavo quasi centocinquanta volte al
giorno!».
Pete, un altro iscritto a INSANE PRODUCTIVITY, ha rivelato:
«Pensavo che il mio comportamento fosse normale, ma l’iPhone e il
computer dominavano la mia vita. Controllavo le e-mail ogni due minuti
(anche prima di andare a letto e appena sveglio), mandavo messaggi,
leggevo le notizie più e più volte nell’arco di un’ora, sorvegliavo la casa
(temperatura e serrature) e tante altre cose. Le distrazioni hanno avuto un
impatto negativo sulla mia capacità di relazionarmi con clienti e familiari.
Gli schermi dei miei PC avevano sempre almeno cinque applicazioni aperte
ciascuno. Durante le telefonate controllavo i feed RSS, facevo acquisti
online, leggevo e rispondevo alle e-mail».
Sono felice di affermare che Sergio e Pete, due degli oltre
trentacinquemila nostri ex allievi, sono stati in grado di riprendersi il
controllo sulla tecnologia e dire addio per sempre alla digifrenia. Proprio
come una grande quantità di cibo a basso contenuto di nutrienti farà
ingrassare il tuo corpo, anche una grande mole di informazioni dagli scarsi
contenuti ti riempirà troppo la testa. Se ti lascerai distrarre troppo dalla
tecnologia, finirai per ammalarti di diabete mentale.
Okay, adesso è il tuo turno. Prendi il tuo taccuino e scrivi i tuoi tre
obiettivi principali. Adesso fai un elenco delle cattive abitudini che
potrebbero sabotare il tuo progresso in ciascuna delle tre sfere. Annotale
tutte.
Le abitudini e i comportamenti non mentono mai. Se esiste una
discrepanza fra ciò che dici e ciò che fai, io crederò sempre a ciò che fai. Se
mi dici che vuoi condurre una vita sana ma sulle dita hai briciole di
patatine, io crederò alle patatine. Se dici che l’automiglioramento è la tua
priorità ma passi più tempo davanti all’Xbox che in biblioteca, io crederò
all’Xbox. Se dici di essere un professionista devoto ma ti presenti al lavoro
in ritardo o impreparato, il tuo comportamento parlerà per te. Se dici che la
famiglia è la tua priorità ma non compare sulla tua impegnatissima agenda,
allora la verità è che non è così. Guarda l’elenco delle cattive abitudini che
hai appena stilato. Ecco la verità su chi sei. Adesso sta a te decidere se ti va
bene o se vuoi cambiare.
Poi aggiungi all’elenco tutte le abitudini che devi adottare e che, se
ripetute nel corso del tempo, ti porteranno dritto ai tuoi obiettivi.
Stilare questo elenco non vuol dire sprecare energie per fare il moralista
o amareggiarsi. Si tratta piuttosto di guardare con lucidità a ciò che
vogliamo migliorare. Non ti lascerò solo. Cominciamo a sradicare queste
cattive abitudini di carattere sabotativo e radichiamone al loro posto di
nuove, sane e positive.

La svolta: cinque strategie per eliminare le cattive abitudini


Le tue abitudini sono il frutto di un processo di acquisizione, dunque puoi
disimpararle. Se vuoi far salpare la tua vita verso nuove direzioni, per prima
cosa devi togliere le pesanti ancore delle cattive abitudini. Il fulcro è
rendere la tua forza motivante così potente da schiacciare ogni brama di
gratificazione immediata. E perché ciò accada, hai bisogno di un nuovo
piano d’attacco. Ecco le mie cinque strategie preferite in assoluto per dare
una svolta:

Osserva la tua lista di cattive abitudini.


1. Identifica i fattori scatenanti.
Identifica i fattori scatenanti di ciascuna. Scopri quelli che io chiamo «I
Fantastici 4», e cioè il chi, il cosa, il dove e il quando che si nascondono
dietro a ogni cattiva abitudine. Per esempio:

Sei più propenso a bere troppo quando sei in compagnia di determinate


persone?
C’è un momento preciso della giornata in cui devi assolutamente
mangiare qualcosa di dolce?
Quali emozioni – stress, stanchezza, rabbia, nervosismo, noia –
tendono a scaturire dalle tue abitudini peggiori?
Quando provi queste emozioni? Con chi sei, dove sei, cosa stai
facendo?
Quali sono le situazioni che fanno affiorare le tue cattive abitudini?
Salire in macchina? L’imminente valutazione delle tue prestazioni? Le
visite ai suoceri? Le conferenze? Il contesto sociale? L’insicurezza
personale? Le scadenze?
Osserva più da vicino le tue abitudini quotidiane. Cosa dici, di solito,
quando ti svegli, quando sei in pausa caffè o a pranzo, quando torni a
casa dopo una lunga giornata?

Ancora una volta, tira fuori il tuo quaderno e annota tutti i fattori
scatenanti. Questa semplicissima azione aumenterà la tua consapevolezza in
maniera esponenziale. Ma, ovviamente, questo non è tutto perché, come
abbiamo già detto, non basta essere consapevoli delle proprie cattive
abitudini per poterle eliminare.

Mettiti a pulire, e intendo sia metaforicamente sia


2. Fai piazza pulita.
fisicamente. Se vuoi smettere di bere alcolici, fai in modo che in casa tua
non ce ne sia più nemmeno un goccio (e lo stesso vale per la casa delle
vacanze, se ce l’hai). Liberati dei bicchieri, di qualsiasi aggeggio che usi
quando bevi, e anche delle olive per decorare. Se vuoi smettere di bere
caffè, fai sparire la macchinetta e regala quella confezione di chicchi
gourmet a un tuo vicino dormiglione. Se stai tentando di limitare le spese,
dedica una serata alla cancellazione di tutte quelle iscrizioni a volantini e
cataloghi che ricevi, così non dovrai nemmeno fare la fatica di prenderli e
buttarli nel cestino. Se vuoi mangiare in maniera più sana, ripulisci la
credenza da tutte le schifezze, non comprare più cibo spazzatura e smettila
di credere che non sia «giusto» privare di quei cibi gli altri componenti
della tua famiglia soltanto perché tu non li vuoi nella tua vita. Credimi, tutti
i tuoi familiari staranno meglio senza quelle porcherie. Non portarle a casa,
punto. Sbarazzati di qualsiasi cosa renda possibili le tue cattive abitudini.

Ritorna sulla tua lista di cattive abitudini. Come puoi


3. Sostituiscile.
modificarle in modo che non siano così nocive? Sei in grado di rimpiazzarle
con abitudini più sane o eliminarle del tutto? Intendo: una volta per tutte.
Chiunque mi conosca sa che dopo un pasto cerco sempre qualcosa di
dolce. Se a casa c’è del gelato, quella voglia di dolce si trasforma in una
porzione di banana split con tre palline e guarnizioni (1255 calorie). Ho
sostituito questa cattiva abitudine con due cioccolatini (50 calorie). In
questo modo posso comunque soddisfare il mio desiderio senza però dover
passare un’ora in più sul tapis roulant per rimettermi in pari.
Mia cognata aveva preso l’abitudine di mangiare schifezze croccanti e
salate davanti alla TV. Sgranocchiava un intero sacchetto di tortilla chips
quasi senza accorgersene. Si era resa conto che ciò che le piaceva era la
sensazione di croccantezza in bocca. Aveva quindi deciso di sostituire
questa cattiva abitudine con carote e sedano tagliati a bastoncini e germogli
di broccolo crudi. Provava la stessa piacevole sensazione, e allo stesso
tempo contribuiva alla sua dose giornaliera raccomandata di verdure.
Un signore che lavorava per me aveva l’abitudine di bere tra le otto e le
dieci lattine di Coca-Cola light al giorno (questa è una BRUTTA
abitudine!). Gli ho consigliato di sostituirle con acqua gassata povera di
sodio con l’aggiunta di limone, lime o arancia fresca. Lo ha fatto per circa
un mese e si è accorto che non aveva più bisogno di qualcosa di frizzante,
perciò è passato all’acqua naturale.
Agisci in questo modo e valuta quali comportamenti sei in grado di
rimpiazzare, sostituire o eliminare.
Vivo vicino all’oceano Pacifico. Ogni volta che entro in
4. Entra adagio...
acqua, per prima cosa faccio acclimatare le caviglie, poi cammino fino ad
avere l’acqua alle ginocchia, successivamente è il turno di vita e petto, e
solo dopo mi ci tuffo dentro. Alcune persone corrono, si tuffano e non ci
pensano più: buon per loro. Io non sono così. Mi piace entrare adagio (forse
a seguito di un trauma infantile, come scoprirai nella prossima strategia).
Per smantellare alcune delle tue abitudini più longeve e radicate potrebbe
risultare più efficace entrare adagio, a piccoli passi. È facile che tu abbia
passato decenni a ripetere, cementare e rafforzare queste abitudini, quindi è
cosa saggia darti del tempo per disfartene, un passo alla volta.
Un paio di anni fa, il medico aveva imposto a mia moglie di ridurre la
caffeina per alcuni mesi. Entrambi amiamo il caffè, quindi decisi che, se lei
doveva soffrire, era giusto che lo facessimo assieme. Inizialmente optammo
per un cinquanta e cinquanta: metà decaffeinato e metà normale per una
settimana. Poi cento per cento decaffeinato per un’altra settimana. Poi Earl
Grey decaffeinato per una settimana, e poi tè verde decaffeinato per
un’altra. Per arrivare a quel punto ci è voluto un mese, ma non abbiamo
sofferto nemmeno un attimo per l’astinenza da caffeina: nessun mal di testa,
nessuna sonnolenza, nessun annebbiamento mentale, niente di niente. Al
contrario, se avessimo smesso di colpo... be’, rabbrividisco solo al pensiero.

5. ...Oppure buttati. Non siamo fatti tutti allo stesso modo. Alcuni
ricercatori hanno scoperto che, paradossalmente, per certe persone è più
facile apportare grandi cambiamenti dello stile di vita se modificano un
gran numero di cattive abitudini tutte in una volta. Per esempio, il
cardiologo d’avanguardia Dean Ornish ha scoperto che poteva far rientrare
le cardiopatie gravi di alcuni suoi pazienti grazie a radicali cambiamenti
dello stile di vita, senza il bisogno né di chirurgia né di medicinali. Notò che
per queste persone spesso era più semplice dire addio a quasi tutte le cattive
abitudini in una volta sola. Li iscriveva a una sessione di riabilitazione in
cui sostituiva la loro dieta ricca di grassi e colesterolo con una a bassissimo
contenuto di grassi. Il programma includeva esercizio fisico – farli alzare
dal divano e camminare o fare jogging –, alcune tecniche di riduzione dello
stress e abitudini benefiche per il cuore. In meno di un mese, quei pazienti
avevano imparato a lasciarsi alle spalle le cattive abitudini di tutta una vita e
ad accoglierne di nuove, e dopo un anno il loro stato di salute era
significativamente migliorato. Credo che questa sia l’eccezione e non la
regola, ma sei tu che dovrai trovare la strategia che funziona meglio su di
te.
Quando ero bambino, con la mia famiglia andavamo in campeggio in un
posto poco conosciuto, il lago Rollins, alimentato dai ghiacciai sulle cime
dei monti del lago Tahoe, non lontano dalle sierre della California
settentrionale. L’acqua è terribilmente fredda. Durante la nostra permanenza
lì, ogni giorno mio padre insisteva perché facessi sci d’acqua in quella
pozza polare. Tutto il giorno attendevo con ansia il tanto temuto invito ad
andarci. Adoravo fare sci d’acqua, ma odiavo con tutto il cuore dover
entrare in acqua. Un leggero conflitto di interessi, perché non c’era modo di
separare una cosa dall’altra.
Papà si assicurava che non perdessi mai il mio turno, talvolta
spingendomi in acqua. Dopo una decina di secondi strazianti in cui
rasentavo l’ipotermia, l’acqua diventava fresca e rinvigorente. L’idea di
doversi buttare in acqua era peggiore del tuffo stesso. Una volta che il corpo
si acclimatava, fare sci d’acqua era una figata. Eppure vivevo quel ciclo di
timore e sollievo ogni volta.
Quell’esperienza non è diversa dal dover improvvisamente abbandonare
o cambiare una cattiva abitudine. Per un breve periodo può sembrare atroce,
o perlomeno spiacevole. Ma, esattamente come il corpo si abitua a un
ambiente in trasformazione grazie un processo noto come «omeostasi»,
anche noi abbiamo una simile capacità omeostatica di adattarci a insoliti
cambiamenti del comportamento. E di solito siamo in grado di adattarci
fisiologicamente e psicologicamente alle nuove circostanze in maniera
piuttosto veloce.
Talvolta entrare adagio non basta, devi proprio buttarti a capofitto.
Voglio che adesso tu chieda a te stesso: «In che cosa posso cominciare
adagio e ritenermi l’unico responsabile?». E anche: «Dove devo fare quel
grande salto? Dove sto cercando di evitare sofferenza o fastidio, mentre nel
profondo so che mi adatterò in un attimo se soltanto mi butto?».
Il fratello di un mio vecchio collaboratore beveva troppo, e il suo
alcolismo oscillava sempre fra l’ubriacatura molesta e l’essere l’anima della
festa. Beveva a pranzo, a cena, dopo cena e per tutto il weekend. Un giorno
era al matrimonio di un vecchio compagno di università quando vide il
fratello del suo amico, che aveva dieci anni più di loro ma ne dimostrava
dieci di meno! Osservò quell’uomo ballare, ridere e scherzare durante tutto
il ricevimento, mentre trasudava una vitalità che lui non provava da anni. In
quell’istante decise che non avrebbe mai più toccato un goccio di alcol.
All’improvviso era fatta, non avrebbe bevuto mai più. E non beve da oltre
quindici anni.
Quando si tratta di cambiare abitudini a casa, sono uno di quelli che
devono entrare in acqua pian piano. Ma penso che, nella sfera
professionale, buttarsi a capofitto sia decisamente più efficace. Che ci si
impegni in una nuova attività imprenditoriale o si tratti con dei potenziali
nuovi clienti, partner o investitori, entrare adagio di solito non basta. Ogni
volta penso al lago Rollins e a quanto sarà doloroso lì per lì, ma poi mi
ricordo che nel giro di poco quell’iniziale disagio si trasformerà in una
sensazione fantastica, e che ne sarà valsa la pena.

Esegui un controllo dei vizi


Non ti sto suggerendo di eliminare ogni cosa «brutta» della tua vita. La
maggior parte delle cose fa bene, se dosata con moderazione. Ma come fai a
sapere se stai diventando schiavo di una delle tue cattive abitudini? Credo
che la risposta sia nel controllo dei propri vizi. Ogni tanto eseguo una sorta
di «digiuno dai vizi»: scelgo un vizio e mi assicuro di essere ancora io a
dominare quella relazione. I miei vizi sono il caffè, il gelato, il vino e i film.
Ti ho già raccontato della mia ossessione per il gelato. E per quanto
riguarda il vino, voglio essere sicuro di gustarmene un calice per festeggiare
la giornata, non per sprofondare nel malumore.
Circa ogni tre mesi scelgo un vizio e me ne astengo per trenta giorni
(forse una scelta scaturita dalla mia educazione cattolica e dalla quaresima).
Mi piace provare a me stesso che sono ancora io ad avere il controllo della
situazione. Prova anche tu. Scegli un vizio – qualcosa che fai con
moderazione, ma che non contribuisce al tuo massimo bene – e intraprendi
questo viaggio di trenta giorni. Se trovi davvero difficile astenerti da quel
vizio per trenta giorni, potresti aver trovato un’abitudine che vale la pena
eliminare dalla tua vita.
La svolta: sei tecniche per radicare le buone abitudini
Adesso che ti abbiamo aiutato a eliminare le cattive abitudini che ti stanno
portando nella direzione sbagliata, dobbiamo dare vita a scelte,
comportamenti e infine abitudini che ti porteranno verso i tuoi più grandi
desideri. Eliminare una cattiva abitudine significa rimuovere qualcosa dalla
tua routine. Impiantare una nuova abitudine più costruttiva richiede una
serie di competenze completamente diverse. Devi piantare l’albero,
annaffiarlo, concimarlo e assicurarti che sia ben radicato. Fare tutto questo
richiede tempo, fatica ed esercizio. Ecco le mie tecniche preferite per
mettere in atto le buone abitudini.
L’esperto di leadership John C. Maxwell ha detto: «Non cambierai mai
la tua vita fino a che non cambierai qualcosa che fai ogni giorno. Il segreto
del tuo successo si trova nella tua routine quotidiana». Secondo diversi
studi, per trasformare una nuova abitudine in una pratica inconscia ci
vogliono trecento casi di consolidamento positivo: stiamo parlando di quasi
un anno di ripetizione quotidiana! Per fortuna, come abbiamo già detto,
sappiamo di avere maggiori possibilità di consolidare una nuova abitudine
dopo tre settimane di assidua concentrazione. Ciò significa che, se poniamo
quotidianamente particolare attenzione a una nuova abitudine per le prime
tre settimane, avremo molte più possibilità di renderla una pratica durevole.
La verità è che si può cambiare un’abitudine in un secondo, così come si
può cercare di eliminarla in dieci lunghi anni. La prima volta che hai
toccato un fornello acceso hai capito subito che non l’avresti fatta diventare
un’abitudine! Lo shock e il dolore sono stati così intensi da cambiare per
sempre la tua consapevolezza: sapevi che vicino ai fornelli saresti rimasto
consapevole per il resto della vita.
Il segreto è rimanere vigili. Se vuoi davvero mantenere una buona
abitudine, assicurati di prestarci attenzione almeno una volta al giorno, e
avrai molte più possibilità di riuscita.

1. Predisponi te stesso alla riuscita. Ogni nuova abitudine deve funzionare


all’interno del tuo stile di vita. Se ti iscrivi in una palestra lontana cinquanta
chilometri, è certo che non ci andrai. Se sei un animale notturno ma la
palestra chiude alle sei di sera, non funzionerà. La tua palestra deve essere
vicina e comoda, e incastrarsi con i tuoi impegni. Se vuoi perdere peso e
mangiare in modo più sano, assicurati che il frigo e la credenza siano colmi
di opzioni salutari. Vuoi essere sicuro di non abbuffarti con gli snack delle
macchinette quando a mezzogiorno cominci ad avere i morsi della fame?
Tieni a portata di mano della frutta secca e degli spuntini sani. Quando sei
affamato, la prima cosa che cerchi sono i carboidrati inutili. Una strategia
che uso io è avere sempre a portata di mano delle proteine. Di domenica
preparo diverse porzioni di pasti proteici affinché siano già pronte per la
settimana successiva.
Una delle mie abitudini più fastidiose e nocive è la dipendenza dalle e-
mail. Sul serio, non c’è da scherzare. Ogni giorno, se non rimango vigile e
organizzato, posso perdere ore e ore di concentrazione davanti alla quantità
di posta elettronica che continua ad arrivare. Per predisporre la mia nuova
abitudine di controllare la casella solo tre volte al giorno, ho disattivato ogni
notifica e funzione di ricezione automatica, e chiudo il programma quando
sono al di fuori delle tre fasce orarie prestabilite. Devo costruire un muro
solido attorno a quel vortice temporale, altrimenti continuerò a caderci
dentro tutto il giorno.

Ho imparato un ottimo
2. Pensa a ciò che aggiungi, non a quel che sottrai.
trucchetto trascorrendo del tempo con il conduttore televisivo Montel
Williams. Lui mi ha raccontato della dieta ferrea che deve seguire a causa
della sua malattia, la sclerosi multipla. Montel ha adottato quello che
chiama il «principio dell’aggiunta», e credo sia uno strumento oltremodo
utile per chiunque si prefigga un obiettivo.
«Non è tanto quello che cerchi di eliminare dalla tua dieta» mi ha
spiegato. «Si tratta piuttosto di quello che ci metti dentro.» Questa è
diventata l’analogia della sua vita. Anziché pensare di doversi privare di
qualcosa o di dover eliminare qualcosa dalla sua dieta («Non posso
mangiare hamburger, cioccolato, latticini»), Montel si concentra su quello
che può mangiare («Oggi mi faccio un’insalatona con le verdure al vapore e
i fichi freschi»). Si riempie la testa e la pancia con quello che può avere,
così da non avere più attenzione né appetito per ciò che non può avere.
Anziché concentrarsi sulle cose a cui deve rinunciare, pensa a ciò che può
«aggiungere». Il risultato è di gran lunga più efficace.
Un mio amico voleva eliminare la brutta abitudine di sprecare troppo
tempo davanti alla TV. Per aiutarlo, gli ho chiesto che cosa avrebbe fatto se
avesse avuto quelle tre ore libere. Mi ha risposto che avrebbe giocato di più
con i figli. Gli ho anche chiesto di scegliere un hobby che aveva sempre
voluto approfondire. Ha scelto la fotografia. Essendo un patito della
tecnologia, si è comprato tutta l’attrezzatura e ha cominciato a portarsela
dietro durante le scampagnate con la famiglia per fare bellissime foto ai
bambini. Poi di sera passava ore a montare filmini e riempire album
fotografici da vedere con tutta la famiglia. In questo modo hanno finito per
passare molto più tempo tutti assieme, ridendo e ricordando quanto si
fossero divertiti in quelle occasioni. Dal momento che era tanto concentrato
sui bambini e sulla fotografia, non aveva più né la voglia né il tempo di
sedersi a guardare la TV. Si è accorto che si distraeva lì davanti perché era
una facile evasione mentale dopo il lavoro. Sostituendo la TV con una
nuova abitudine, ha scoperto passioni molto più benefiche e vantaggiose.
E tu cosa puoi scegliere di «aggiungere» per arricchire la tua esperienza
di vita?

Immagina un
3. Opta per una PDR (Pubblica dimostrazione di responsabilità).
pubblico ufficiale che presta giuramento: «Giuro solennemente di...», ed
ecco il discorso su come le sue promesse diventeranno solide realtà. Una
volta che tutto sarà di pubblico dominio, egli verrà ritenuto responsabile di
ogni azione che si discosterà da quelle promesse, e lodato per ogni
progresso verso l’obiettivo.
Vuoi cementare una nuova abitudine? Fai in modo che il Grande Fratello
ti osservi. Con tutti questi social media a tua disposizione, non c’è cosa più
semplice. Ho sentito di una donna che ha deciso di tenere sotto controllo le
spese annotandole ogni giorno su un blog. I suoi conti erano quindi sotto
l’occhio di familiari, amici e colleghi, e quello sguardo indagatore l’ha resa
più responsabile e cauta con le finanze.
Una volta ho aiutato una collega a smettere di fumare dicendo a tutti in
azienda: «Ascoltate! Zelda ha deciso di smettere di fumare! Non è
fantastico? Ha appena fumato la sua ultima sigaretta!». Poi ho appeso un
enorme calendario alla parete fuori dal suo ufficio. Ogni giorno in cui non
fumava, Zelda metteva una gran bella x rossa sul calendario. I colleghi se
ne sono accorti e hanno cominciato a incitarla, e la sfilza di x rosse ha
iniziato a riempire il calendario. Zelda non voleva tirarsi indietro con il
calendario, con i colleghi o con se stessa. E così ha smesso di fumare!
Dillo alla tua famiglia, ai tuoi amici. Dillo a Twitter, a Facebook. Spargi
la voce che in città c’è un nuovo sceriffo, e che quello sceriffo sei tu.

4. Trova un compagno di successi. Ci sono poche cose potenti come due


persone che vanno a braccetto verso lo stesso obiettivo. Per aumentare le
tue possibilità di successo, trova un compagno di successi, qualcuno che ti
renda responsabile a mano a mano che cementerai la tua nuova abitudine, e
al quale ricambierai il favore. Io, per esempio, ho quello che potremmo
chiamare un «compagno di massime prestazioni». Ogni venerdì sera, alle
undici precise, ci chiamiamo e parliamo per mezz’ora delle nostre vittorie,
sconfitte, scoperte e trionfi; ci chiediamo l’un l’altro il feedback necessario
e ci riteniamo entrambi i soli responsabili di quello che ci accade. Potresti
trovarti un compagno di massime prestazioni per camminate, corse e
appuntamenti fissi in palestra, o per incontrarvi e discutere di libri sulla
crescita personale.

5. Competizione e cameratismo. Per stuzzicare il tuo spirito di competizione


e immergerti subito in una nuova abitudine, non c’è niente di meglio della
concorrenza amichevole. Per farti un esempio, la scorsa estate ho
organizzato una gara di costanza per gli oltre trecentocinquantamila iscritti
al sito DarrenDaily. Abbiamo chiamato questa sfida di novanta giorni la
«Raven Run», in onore del famoso corridore di South Beach, Miami,
Robert «Raven» Kraft. Raven corre quasi tredici chilometri sulle sabbie
bianche di South Beach da oltre quarantacinque anni (nel momento in cui
scrivo). Non ha mai saltato un giorno, nonostante uragani, tendiniti, ossa
rotte, intossicazioni alimentari, polmoniti e molto altro.
La sfida era semplice: correre almeno un chilometro e mezzo al giorno,
ogni giorno, per un periodo continuativo di novanta giorni. Be’, se Raven
può correre tredici chilometri da oltre 16.500 giorni (e non ha ancora
finito), anche noi possiamo farlo per novanta giorni. Niente scuse!
Certo, sapevo che molti avrebbero cominciato la sfida, ma devo
confessare che non pensavo l’avrebbero portata a termine in tanti. Anzi,
avevo scommesso con il mio team che nemmeno il 10 per cento dei
partecipanti avrebbe resistito per novanta giorni di fila. La scarsa costanza è
il tallone d’Achille della specie umana. Ciò che non avevo preso in
considerazione, però, erano il potere della competizione e lo stimolo del
cameratismo. Le persone che hanno portato a termine la sfida con successo
sono state più del triplo di quante avevo ipotizzato!
Tuttavia, quando la sfida è terminata, mi ha colpito notare che la
costanza era crollata rovinosamente: più del 60 per cento, dopo soltanto un
mese dalla fine della sfida. Quando abbiamo organizzato un’altra gara,
l’impegno e la costanza sono saliti di nuovo alle stelle.
Basta un po’ di competizione per tenere accesi i motori delle persone,
che oltretutto guadagnano un’esperienza condivisa, un meraviglioso spirito
di comunità e un divertente cameratismo.
Che tipo di sana competizione puoi organizzare con i tuoi amici, colleghi
o compagni di squadra? Come puoi aggiungere concorrenza amichevole e
spirito di competizione alla tua nuova abitudine?

6. Festeggia! Lavorare troppo nuoce gravemente alla salute, rendendoci


frustrati e portandoci fuori rotta. Dovrebbe sempre esserci un momento per
festeggiare, per godere dei frutti delle proprie vittorie lungo il cammino.
Non puoi continuare questo percorso sacrificando te stesso senza alcun
beneficio. Devi trovare piccoli premi da dare a te stesso ogni mese, ogni
settimana, ogni giorno: anche qualcosa di poco conto, per riconoscere che
sei rimasto fedele a un nuovo comportamento. Potrebbe essere del tempo da
dedicare a te stesso con una passeggiata, un bagno caldo rilassante, la
lettura di qualcosa per svago. Per traguardi più importanti, prenota un
massaggio o una cena nel tuo ristorante preferito. E prometti a te stesso
quella pentola piena d’oro una volta che sarai arrivato alla fine
dell’arcobaleno.

Cambiare è difficile: evviva!


C’è un’unica cosa che accomuna il 99 per cento dei «falliti» e delle persone
«di successo»: entrambi odiano fare le stesse cose. La differenza è che le
persone di successo le fanno comunque. Cambiare è difficile. Questo è il
motivo per cui le persone non trasformano le cattive abitudini e finiscono
per essere malate e infelici.
Quello che mi affascina di questo aspetto, tuttavia, è che se cambiare
fosse facile, e tutti lo facessero, per me e per te diventerebbe molto più
difficile emergere e ottenere un successo straordinario.
Essere ordinario è facile. Essere straordinario è ciò che ti distinguerà
dalla massa.
Io sono sempre felice quando qualcosa è difficile. Perché? Perché so che
la maggior parte della gente non farà tutto il necessario, dunque per me sarà
più facile passare in testa e assumere il comando della situazione. Trovo
meravigliose queste parole di Martin Luther King: «La vera misura di un
uomo non si vede nei momenti di comodità o convenienza, ma tutte le volte
in cui affronta il rischio o la sfida». Quando prosegui nonostante difficoltà,
noia e sofferenza, è lì che ti guadagni i miglioramenti e che ottieni più
conquiste rispetto alla competizione. Se una cosa è difficile, scomoda o
noiosa, ben venga. Falla e basta. Continua a farla, e la magia dell’effetto
cumulativo ti premierà profumatamente.

Sii paziente
Quando arriva il momento di separarsi dalle cattive abitudini passate e
cominciare ad averne di nuove, ricordati di essere paziente con te stesso. Se
hai trascorso venti, trenta o quarant’anni a ripetere i comportamenti che
adesso stai cercando di cambiare, devi aspettarti che ci vorranno tempo e
sforzi prima di vedere risultati duraturi. La scienza ci insegna che gli
schemi di pensiero e azione ripetuti più volte nel tempo creano la cosiddetta
«firma neurale» o «solco mentale», ovvero una serie di neuroni
interconnessi che trasportano gli schemi di pensiero di una determinata
abitudine. L’abitudine è alimentata dall’attenzione. Quando prestiamo la
nostra attenzione a un’abitudine, attiviamo il solco mentale e rilasciamo
pensieri, desideri e azioni legati a quell’abitudine. Per fortuna, i nostri
cervelli sono malleabili. Se smettiamo di prestare attenzione alle cattive
abitudini, quei solchi si indeboliscono. Quando creiamo nuove abitudini, a
ogni ripetizione tracciamo solchi sempre più profondi, che finiscono per
sopraffare i precedenti.
Creare nuove abitudini (e incidere nuovi solchi nel tuo cervello) richiede
tempo. Sii paziente con te stesso. Se inciampi e cadi a terra, scrollati di
dosso la polvere (non abbatterti!) e rimettiti in carreggiata. Senza problemi.
Tutti facciamo dei passi falsi. Ritenta e sperimenta una nuova strategia,
rafforza il tuo impegno e la tua perseveranza. Quando insisti, ottieni risultati
incredibili.
E, a proposito di risultati, nel prossimo capitolo l’effetto cumulativo
prenderà una forma più concreta, e cominceremo davvero a distinguerci
dalla massa. Con tutto l’impegno e la disciplina che ci hai messo fin dalle
basi dei primi tre capitoli, ecco che finalmente verrai premiato... e alla
grande!
Sfrutta l’effetto cumulativo a tuo vantaggio

RIEPILOGO DELLE AZIONI DA COMPIERE


Individua le tue tre abitudini migliori, che contribuiscono ad avvicinarti al tuo obiettivo
più importante.
Identifica le tue tre abitudini peggiori, che ti fanno deviare dal percorso verso il tuo
obiettivo più importante.
Individua tre nuove abitudini, che devi sviluppare per rimetterti in carreggiata verso il
tuo obiettivo più importante.
Individua la tua motivazione fondamentale. Scopri che cosa ti accende e continua ad
alimentare la fiamma per ottenere grandi risultati.
Trova la tua forza motivante. Elabora i tuoi obiettivi in maniera concisa, convincente e
stimolante.
Utilizza Living Your Best Year Ever come guida nel processo di elaborazione e
tracciatura degli obiettivi nel corso dell’anno.
CAPITOLO 4
SLANCIO

Vorrei presentarti un mio carissimo amico. Lui è amico anche di Beyoncé,


Jeff Bezos, Serena Williams, Indra Nooyi, LeBron James, Meryl Streep e di
tutte le altre persone superambiziose, e ti cambierà la vita come non mai.
Vorrei presentarti il Big Momentum, ovvero il grande slancio, che a me
piace chiamare «Big Mo». Big Mo è senza ombra di dubbio una delle forze
alla base del successo più potenti ed enigmatiche. Non puoi vederlo né
percepirlo, ma sai quando ce l’hai. Non puoi aspettarti che si faccia vivo in
ogni occasione, ma quando lo fa, ti può catapultare nella stratosfera del
successo. E, una volta che lo avrai dalla tua parte, diventa quasi impossibile
che qualcuno riesca a fermarti.
Sono emozionato per questo capitolo. Quando metterai in pratica le idee
delineate qui di seguito, la ricompensa sarà un milione di volte (e anche
oltre) maggiore di quello che hai pagato per questo libro. Dico sul serio,
queste idee sono SUPER!

Sfruttare il potere di «Big Mo»


Se ricordi le lezioni di fisica alle superiori (è così, non è vero!?),
sicuramente ti ricorderai la prima legge di Newton, chiamata anche
principio di inerzia: un corpo fermo permane nel suo stato di quiete a meno
che non intervenga una forza esterna a modificare tale stato. Un corpo in
movimento permane nel suo stato di moto a meno che non intervenga una
forza esterna a fermare il suo slancio. In altre parole, i pantofolai rimangono
pantofolai. Gli ambiziosi – quelle persone che cavalcano il ritmo del
successo – continuano a darci dentro e finiscono per ottenere sempre più
risultati.
Prendere lo slancio non è facile, ma una volta fatto, guarda qua! Ti
ricordi quando, da bambino, giocavi sulla giostra girevole? Un gruppetto di
amici si ammucchiava sopra per appesantirla e gridava mentre tu faticavi
per farla muovere. Si cominciava a rilento. Il primo passo era sempre il più
difficile: farla muovere da una situazione di stallo. Si trattava di un tira e
molla all’insegna di smorfie e versi, che impegnava tutto il corpo. Un passo,
due passi, tre passi: sembrava che non si andasse da nessuna parte. Dopo
uno sforzo lungo e faticoso, finalmente guadagnavi un pizzico di velocità e
potevi correrle dietro. Sebbene ti stessi muovendo (e i tuoi amici urlassero
di gioia), per raggiungere la velocità che desideravi davvero dovevi
continuare a correre sempre più veloce, spingendoti dietro la giostra mentre
continuavi a correre con tutte le tue forze. Finalmente, il successo! Saltavi
su e raggiungevi i tuoi amici, condividendo la gioia di sentire il vento sulla
faccia e guardando il mondo esterno trasformarsi in una macchia di colori.
Dopo un po’, quando la giostra cominciava a rallentare, scendevi e le
correvi attorno per un minuto per riprendere velocità, oppure le davi un paio
di spinte e poi risaltavi su. Una volta che la giostra girava con una bella
andatura, subentrava lo slancio, che le permetteva di continuare a girare con
facilità.
Adottare un qualsiasi cambiamento funziona nella stessa maniera.
Cominci con un piccolo passo, un’azione alla volta. Il progresso è lento, ma
quando una nuova abitudine prende piede, è il momento di Big Mo. I tuoi
successi e risultati si compongono rapidamente (vedi la Figura 8).
Fig. 8. Per avere «Big Mo» dalla tua parte ci vogliono tempo ed energie, ma i successi e i risultati si
accumuleranno rapidamente.

La stessa cosa accade quando viene lanciato un razzo. La navicella


spaziale consuma più carburante nei primissimi minuti del lancio che
durante il resto del viaggio. Perché? Perché deve svincolarsi dalla forza di
gravità. Una volta fatto, può continuare sulla sua orbita. La parte difficile?
Staccarsi da terra. Le tue vecchie abitudini e i tuoi vecchi condizionamenti
sono uguali all’inerzia della giostra o alla forza di gravità. Tutto vuole
rimanere fermo. Per rompere l’inerzia e avviare la tua nuova attività ti
servirà un sacco di energia. Ma, una volta preso lo slancio, sarà difficile
fermarti e sarai pressoché imbattibile: con uno sforzo decisamente minore,
riceverai risultati maggiori.
Ti sei mai chiesto perché le persone di successo tendano ad avere più
successo... le persone ricche a diventare più ricche... le persone felici a
diventare più felici... le persone fortunate a diventare più fortunate?
Hanno Big Mo. Piove sempre sul bagnato.
Ma lo slancio funziona in entrambe le direzioni: può giocare con te o
contro di te. Dal momento che l’effetto cumulativo funziona sempre, le
abitudini negative, se incontrollate, possono formare un vortice e mandarti
dritto verso una serie di «sfortunate» circostanze e conseguenze. È quello
che è successo al nostro amico Brad nel Capitolo 1: per un paio di piccole
cattive abitudini ha preso quindici chili, e si è trovato sotto pressione sia nel
lavoro sia nella vita coniugale a causa dello slancio negativo generato da
quelle abitudini. Il principio di inerzia afferma che gli oggetti fermi tendono
a rimanere tali: questo è l’effetto cumulativo che lavora contro di te.
Più tempo passi seduto sul divano a guardare Netflix, più ti sarà difficile
alzarti e muoverti. Quindi cominciamo ADESSO!
Come puoi farti trovare da Big Mo? Ti prepari. Entri nel ritmo, in quella
«zona mentale», facendo le cose che abbiamo delineato finora:

1. Compi nuove scelte basate sui tuoi obiettivi e valori fondamentali.


2. Metti in funzione quelle scelte attraverso nuovi comportamenti
positivi.
3. Ripeti quelle azioni salutari abbastanza a lungo da sviluppare nuove
abitudini.
4. Costruisci routine e ritmi attorno alla tua disciplina quotidiana.
5. Rimani costante per un lungo periodo di tempo.

Poi, TAC! Big Mo suona il campanello (è una buona cosa)!


E sei pressoché invincibile.
Pensa al nuotatore Michael Phelps, che ha vinto ventotto medaglie
olimpiche (ventitré delle quali d’oro!). Come ha fatto? Lavorando con il suo
allenatore Bob Bowman, ha perfezionato i suoi talenti per dodici anni.
Assieme, hanno costruito delle routine e dei ritmi e hanno sviluppato una
costanza delle prestazioni che ha preparato Phelps a prendere lo slancio al
momento giusto, quello delle Olimpiadi. La relazione simbiotica fra Phelps
e Bowman è leggendaria per la sua portata e ambizione, e la sua totale
prevedibilità. Bowman esigeva una tale costanza nell’allenamento che uno
dei ricordi più vividi di Phelps è di quando Bowman gli permise di finire un
allenamento quindici minuti prima per potersi preparare a un ballo del
liceo! Una volta in dodici anni! Adesso capiamo perché Phelps in piscina
era così imbattibile!
Molti di noi hanno acquistato un iPod. Hai mai pensato all’evoluzione
che ha reso possibile il successo strabiliante di quell’aggeggino? La Apple
esisteva da molto tempo prima dell’iPod. Nonostante i computer Mac
godessero di un seguito di fedelissimi, essi costituivano una minima parte
del mercato globale dei computer. L’iPod non è stato il primo lettore MP3.
Anzi, la Apple è arrivata piuttosto tardi, ma aveva qualcosa di speciale e
potente: lo sforzo costante per mantenere la fidelizzazione dei clienti, e un
fermo impegno verso alta qualità, design innovativo e praticità. La Apple ha
reso il suo lettore MP3 semplice da usare e figo, e lo ha promosso con
campagne pubblicitarie divertenti e creative. E ha funzionato! Ha colpito
nel segno.
Eppure, l’iPod non è stato un successo dall’oggi al domani. Nel 2001,
anno in cui fu lanciato, la crescita del fatturato della Apple passò dal +30
per cento dell’anno precedente al -33 per cento. L’anno seguente ci fu di
nuovo un calo del fatturato pari al -2 per cento. Ma nel 2003 si assistette a
una crescita del 18 per cento, e nel 2004 si ritornò al 33 per cento. Dopo
quattro anni arrivò Big Mo, e TAC! L’aumento del fatturato della Apple
schizzò al 68 per cento, fino a dominare il 70 per cento delle quote di
mercato dei lettori MP3. Come sai, da quel momento Big Mo ha aiutato
l’azienda a dominare il mercato della telefonia mobile (con l’iPhone) e la
distribuzione digitale della musica con iTunes. Questo slancio ha fornito
anche un’occasione di ripresa nel mercato dei personal computer. Con Big
Mo dalla loro parte, non mi sorprenderei se si espandessero anche verso
altri mercati.
Per un po’ di tempo, Google è stato un piccolo motore di ricerca in lotta
per emergere, ma oggi controlla più del 90 per cento del suo mercato.
YouTube, la piattaforma per la condivisione di video creata nel febbraio
2005, fu lanciata ufficialmente nel novembre dello stesso anno. Ma in
America le persone cominciarono ad andare su YouTube soltanto per
cercare il breve filmato «Lazy Sunday» che era originariamente andato in
onda durante il programma Saturday Night Live. Quel video diventò virale:
raggiunse più di cinque milioni di visualizzazioni prima che la NBC
chiedesse di rimuoverlo. A quel punto, non era più possibile fermarne la
corsa: aveva slancio. Oggi YouTube è la seconda piattaforma social più
popolare, e attrae più di un terzo (il 37 per cento) di tutto il traffico Internet
mobile. Google ha raggiunto i due giovani fondatori di YouTube e li ha
pagati 1,65 milioni di dollari per comprare il loro Big Mo. Wow!
Cos’hanno in comune Michael Phelps, Apple, Google e YouTube?
Facevano le stesse cose sia prima sia dopo aver preso slancio. Abitudini,
disciplina, routine e costanza sono state la chiave per sbloccare lo slancio in
ciascun contesto. E quando Big Mo ha bussato alla loro porta, sono
diventati inarrestabili.

Il potere della routine


Alcune delle nostre migliori intenzioni falliscono perché non abbiamo un
sistema di esecuzione. Quando arrivi al punto, affinché si verifichino dei
cambiamenti reali e positivi, è necessario che i tuoi nuovi atteggiamenti e
comportamenti vengano incorporati alle routine mensili, settimanali e
quotidiane. Una routine è un’azione che ripeti ogni giorno, così che, come
accade quando ti lavi i denti o ti metti la cintura, finisci per farla senza
pensarci consciamente.
In modo del tutto simile alla nostra discussione nella sezione sulle
abitudini, se ti metti a osservare le azioni di successo che compi, vedrai che
probabilmente attorno a esse ti sei creato una routine. Queste routine
alleviano gli stress della vita, rendendo le nostre azioni automatiche ed
efficaci. Per raggiungere nuovi obiettivi e sviluppare nuove abitudini, è
necessario creare nuove routine che lavorino a supporto dei nostri obiettivi.
Quanto maggiore sarà la sfida, tanto più rigorose dovranno essere le
routine. Ti sei mai chiesto perché l’addestramento militare – dove compiti
relativamente poco importanti come farsi il letto, lucidarsi le scarpe o stare
sull’attenti diventano priorità – è così duro? Costruire delle routine che
preparino i soldati alla guerra è il modo più efficace per ottenere prestazioni
efficienti, produttive e affidabili anche sotto pressione. Le routine a prima
vista semplicistiche apprese e ripetute durante l’addestramento base sono
talmente azzeccate da trasformare adolescenti molli, timorosi e sciatti in
soldati snelli, motivati e sicuri di sé in sole otto-dodici settimane. Le routine
vengono provate e riprovate talmente tante volte da rendere questi giovani
soldati in grado di agire istintivamente con precisione nel caos del
combattimento. L’intenso livello di esercizio e addestramento li prepara a
svolgere i loro compiti persino sotto la minaccia di morte imminente.
Ora, le tue giornate non saranno così pericolose; ma senza le adeguate
routine organizzate attorno ai tuoi impegni, i risultati saranno disordinati e
inutilmente faticosi. Sviluppare una routine di esercizi quotidiani
prevedibili ti preparerà a essere vincente sul campo di battaglia della vita.
Il golfista Jack Nicklaus era famoso per la sua routine precolpo. Era
scrupolosamente attaccato alla «danza» che eseguiva prima di ogni colpo,
una serie di routinari passi fisici e mentali che lo portavano alla
concentrazione assoluta e lo preparavano al colpo. Jack cominciava dietro
alla palla, poi individuava due o tre punti intermedi fra la palla e il target.
Mentre camminava e si avvicinava alla palla, per prima cosa allineava la
mazza al target intermedio. Non metteva i piedi in posizione fino a che non
sentiva di aver sistemato la mazza. Solo allora prendeva posizione. Da lì,
agitava la mazza e guardava verso il suo target, poi di nuovo verso il target
intermedio e la mazza, con una ripetizione della visuale. Allora, e solo
allora, colpiva.
Durante uno dei campionati più importanti, uno psicologo cronometrò
Nicklaus dal momento in cui tirò fuori la mazza dalla borsa a quello in cui
colpì la palla, e indovina? A ogni colpo, dal primo tee al diciottesimo green,
la tempistica della routine di Jack a quanto pare non variava mai di più di
un secondo. Questa cosa è assurda! Lo stesso psicologo misurò Greg
Norman durante il suo sfortunato crollo durante i campionati del 1996.
Guarda caso, la sua routine precolpo diventò sempre più veloce a mano a
mano che la partita avanzava. La variazione della routine inficiò il suo
ritmo e la sua costanza, e lui non fu in grado di prendere slancio. Nel
momento in cui Norman cambiò la sua routine, la sua prestazione diventò
imprevedibile e i risultati incostanti.
Anche nel football americano i kicker hanno a cuore alcune routine
precalcio, che permettono loro di sincronizzarsi con le migliaia di volte in
cui hanno compiuto la stessa azione. Com’è prevedibile, senza una routine
precalcio la loro prestazione sotto la pressione del tempo peggiora.
Prima di ogni volo, i piloti rivedono la loro checklist. Persino quando
hanno alle spalle migliaia di ore di volo e le prestazioni dell’aereo sono
appena state valutate come «perfette» di ritorno da un’altra destinazione,
essi rivedono sempre la loro checklist prevolo senza eccezione alcuna.
Questo non solo prepara l’aereo, ma, cosa più importante, fa concentrare il
pilota e lo prepara per la prestazione imminente.
Ho notato che le persone ambiziose e gli imprenditori con cui ho
lavorato hanno sviluppato una routine per compiere gli esercizi quotidiani
necessari. È l’unico modo in cui ognuno di noi può regolare il proprio
comportamento in maniera prevedibile. Non esistono altre soluzioni. Una
routine quotidiana basata su buone azioni e disciplina separa le persone di
successo da tutti gli altri. Una buona routine ha effetti straordinari!
Per creare delle routine proficue ed efficaci, per prima cosa devi decidere
quali abitudini e comportamenti vuoi mettere in atto. Prenditi un momento
per rivedere gli obiettivi del Capitolo 3 e i comportamenti che vuoi
aggiungere o eliminare. Adesso è il tuo turno di essere come Jack Nicklaus
e trovare la tua miglior routine precolpo. Fai attenzione a quali componenti
includere. Una volta stabilita, diciamo, una routine mattutina, voglio che
questa venga scolpita nella pietra fino a nuovo avviso. Ti svegli. La esegui.
Niente scuse. Se qualcuno o qualcosa ti interrompe, comincia di nuovo
dall’inizio per ancorare le fondamenta della prestazione che segue.
Incornicia i tuoi giorni
La chiave per diventare eccellente in tutte le tue imprese è costruire la tua
prestazione attorno a delle routine di alto livello. Predire o tenere sotto
controllo quello che accadrà durante la giornata lavorativa può essere
difficile, persino inutile. Ma quasi sempre potrai controllare come comincia
e finisce la tua giornata. Io ho delle routine per entrambi i momenti. Qui ne
condividerò alcuni aspetti per darti qualche idea e per aiutarti a
comprendere meglio il potere e l’importanza di trasformare i tuoi nuovi
comportamenti in routine disciplinate. Con i miei obiettivi in mente, ho
organizzato comportamenti e routine di conseguenza. Condividendo con te
ciò che funziona per me, forse anche tu identificherai le strategie che
vorresti testare...

Alzati e splendi
La mia routine mattutina è la mia preparazione precolpo alla Jack Nicklaus.
Mi sistema per l’intera giornata. Dal momento che si verifica ogni mattina,
è ben fissata e non devo più pensarci. La sveglia del mio iPhone suona alle
cinque (confesso: a volte alle cinque e mezzo) e io premo su «Ritarda».
Così so che ho altri otto minuti. Durante quegli otto minuti faccio tre cose.
Numero uno: penso a tutte le cose per cui sono grato. So di avere
bisogno di armonizzare la mia mente con l’idea di ricchezza. Il mondo
osserva, agisce e risponde in maniera del tutto diversa quando cominci la
giornata con un sentimento e un’esposizione alla gratitudine per ciò che già
possiedi.
Numero due: faccio una cosa che sembra un po’ stramba, e cioè mando
amore a qualcuno. L’unico modo per ricevere amore è dare amore, e una
cosa di cui vorrei disporre maggiormente è proprio l’amore. Do amore
pensando a una persona, a chiunque (potrebbe essere un amico, un parente,
un collega o qualcuno che ho incontrato al supermercato... non ha
importanza), e poi mando il mio amore immaginando tutto quello che
desidero per lei e le auguro. Qualcuno potrebbe dire che questa è una
benedizione o una preghiera, ma io la chiamo «lettera d’amore mentale».
Numero tre: penso al mio principale obiettivo e decido quali tre cose farò
durante quel giorno per avvicinarmi al suo raggiungimento. Per esempio,
mentre scrivo questo libro, il mio principale obiettivo è rendere ancora più
profondi l’amore e l’intimità nel mio matrimonio. Ogni mattina pianifico tre
cose che posso fare per assicurarmi che mia moglie si senta amata,
rispettata e bellissima.
Quando mi alzo metto su il caffè e intanto eseguo una serie di
allungamenti per circa dieci minuti (una cosa che ho preso in prestito dal Dr
Oz). Se hai sollevato pesi per tutta la vita, come ho fatto io, rimani legnoso.
Mi sono reso conto che l’unico modo per poter fare più stretching era
renderlo una routine. Dovevo capire bene dove incastrarlo nella mia tabella
di marcia, e mentre il caffè è sul fuoco è un ottimo momento.
Dopo aver fatto stretching ed essermi versato il caffè, mi siedo sulla mia
poltrona preferita e mi collego al sito DarrenDaily (ebbene sì, guardo i miei
stessi video!). Poi imposto un timer di trenta minuti (non un minuto di più)
sul mio iPhone e leggo qualcosa di positivo e istruttivo. Trascorsa quella
mezz’ora, prendo in mano il mio progetto più importante e ci lavoro per
un’ora e mezzo in totale concentrazione e senza distrazioni (da notare che
non ho ancora aperto le e-mail). Poi, alle sette, ho quello che chiamo il mio
«appuntamento di calibratura», un appuntamento ricorrente sul mio
calendario, durante il quale mi prendo quindici minuti per calibrare la mia
giornata: è il momento in cui rispolvero i miei tre principali obiettivi
annuali e quinquennali, i miei obiettivi trimestrali e il mio obiettivo della
settimana e del mese. Poi, durante la parte più importante
dell’appuntamento, rivedo (o fisso) le mie tre principali PPP (Priorità più
preziose) del giorno, chiedendomi: «Se oggi dovessi fare solo tre cose, quali
sarebbero le azioni che produrrebbero i maggiori risultati e che mi
avvicinerebbero ai miei grandi obiettivi?». Allora, e solo allora, apro la
posta e invio una raffica di compiti e deleghe per far partire la giornata del
resto del mio team. Poco dopo chiudo le e-mail e mi metto a lavorare sulle
PPP.
Il resto della giornata può assumere un milione di forme diverse, ma
fintanto che svolgo la mia routine mattutina, la maggior parte delle
discipline fondamentali che ho bisogno di osservare sono rispettate, e io
resto con i piedi per terra, pronto a svolgere i miei compiti a un livello
decisamente più alto di quanto riuscirei a fare se cominciassi ogni giornata
in modo imprevedibile... o, peggio, assecondando una serie di cattive
abitudini.
Sogni d’oro
Di sera mi piace «chiudere i conti», come ho imparato da ragazzo facendo il
cameriere. Prima di poter andare a casa, dovevamo consegnare tutti gli
scontrini, le ricevute delle carte di credito e i contanti. Doveva tornare tutto,
o saremmo finiti in un mare di guai!
È altresì importante chiudere i conti delle tue prestazioni quotidiane.
Com’è andata la giornata rispetto al piano che avevi in mente? Cosa devi
spostare a domani? Cos’altro devi aggiungere, in base a quello che è
successo durante il giorno? Che cosa non ha più importanza e può essere
eliminato? Inoltre, mi piace annotare sul mio diario qualsiasi nuova idea,
scoperta o informazione che ho raccolto durante la giornata: ecco come ho
fatto a riempire più di quaranta diari di strategie, informazioni e idee
incredibili. Infine, prima di dormire mi piace leggere almeno una decina di
pagine di un libro stimolante. So che la mente continua a processare le
ultime informazioni che ho consumato prima di andare a letto, quindi
voglio concentrare la mia attenzione su qualcosa di costruttivo e utile per
compiere progressi verso i miei obiettivi e le mie ambizioni. Ecco tutto.
Durante la giornata può scatenarsi un inferno, ma dal momento che io ne
controllo gli estremi, so che potrò sempre cominciare e finire alla grande.

La scossa
Di tanto in tanto mi piace interrompere le mie routine. Altrimenti la vita
diventerebbe stantia e io piatto. Un esempio facile è allenarsi coi pesi.
Quando mi alleno nello stesso modo nello stesso arco di tempo e faccio gli
stessi esercizi ripetitivi settimana dopo settimana, il mio corpo smette di
mostrare i risultati accumulati. Mi annoio, perdo entusiasmo e Big Mo non
si fa vedere. Ecco perché è importante rimescolare un po’ le carte, sfidarci
in nuovi modi e rinfrescare la nostra esperienza!
Adesso sto lavorando proprio su come aggiungere un po’ di avventura
alla mia vita. Mi prefiggo degli obiettivi settimanali, mensili e annuali per
fare qualcosa che normalmente non farei. La maggior parte delle volte non
è niente di sconvolgente: mangiare cibi diversi, frequentare un corso,
visitare un posto nuovo o iscrivermi a un club per conoscere nuove persone.
Questo cambio di ritmo mi fa sentire vivo, mi aiuta a ritrovare entusiasmo e
mi offre opportunità per nuove prospettive.
Osserva le tue routine. Se qualcosa che prima ti dava la carica adesso è
diventato trito e ritrito o non genera più gli stessi potenti risultati, dagli una
scossa.

Prendi il ritmo
Una volta che la tua disciplina quotidiana sarà diventata una routine, dovrai
fare in modo che la successione di quei passi crei un ritmo. Quando la tua
disciplina e le tue azioni collimano con un regolare ritmo settimanale,
mensile, trimestrale e annuale, è come stendere un tappeto rosso per
accogliere Big Mo. È come per le ruote di una locomotiva a vapore: in fase
di stallo basta pochissimo per impedirgli di avanzare (basterà posizionare
un pezzo di legno lungo pochi centimetri sotto la ruota anteriore). Per far
muovere i pistoni e provocare una serie di connessioni che spostano le ruote
ci vuole una quantità incredibile di vapore. Ma una volta che il treno
comincia a viaggiare, le ruote prendono il ritmo. Se la pressione rimane
costante, il treno prende slancio e... attenzione! Con un’andatura di quasi
novanta chilometri orari, quel treno può sfondare un muro di cemento
armato spesso centosessanta centimetri e continuare la sua corsa.
Immaginare il tuo successo come una locomotiva inarrestabile ti potrebbe
aiutare a rimanere entusiasta e a trovare il ritmo (vedi la Figura 9).
Assieme ai miei ritmi quotidiani, mi proietto anche verso il futuro. Per
esempio, riguardo al mio obiettivo di rendere più profondi l’amore e
l’intimità nel mio matrimonio, ho elaborato un programma settimanale,
mensile e trimestrale. Non suona troppo romantico, lo so. Ma forse avrai
notato che, anche quando qualcosa per te ha priorità su tutto, se non è
annotata sulla tua agenda solitamente non accade, vero? Sicuramente non
con la regolarità di cui avresti bisogno per prendere un qualsiasi ritmo.
Fig. 9. Quando la tua disciplina e le tue azioni prendono il ritmo, puoi dare il benvenuto a «Big Mo».

Ecco come funziona. Ogni venerdì abbiamo la «nostra serata», e Georgia


e io usciamo o facciamo qualcosa di speciale assieme. Alle sei del
pomeriggio suona una sveglia su entrambi i nostri cellulari. Non importa
che cosa stiamo facendo, la nostra serata ha inizio!
Ogni sabato è una GF (Giornata in famiglia), e ciò significa NIENTE
lavoro. In pratica, dal tramonto del venerdì sera all’alba della domenica
mattina dedichiamo il nostro tempo alla coppia e alla famiglia. Se non metti
questi paletti, un giorno tende a scivolare nell’altro. Purtroppo le persone
che vengono messe da parte sono spesso le più importanti.
Ogni domenica, alle sei di sera, abbiamo il nostro RC (Riesame di
coppia). Questa è una prassi che ho imparato dagli esperti di relazioni di
coppia Linda e Richard Eyre. Durante questo tempo ci confrontiamo sulle
vittorie e sconfitte della settimana appena trascorsa e discutiamo sulle
correzioni da apportare alla nostra relazione. Cominciamo la nostra
conversazione raccontandoci un paio di cose che abbiamo apprezzato
dell’altro durante la settimana: iniziare con le cose belle è sempre utile. Poi,
sfruttando un’idea del mio amico Jack Canfield, ci chiediamo l’un l’altra:
«In una scala da uno a dieci (dove dieci è il massimo), come classificheresti
il nostro rapporto di coppia questa settimana?». Questo mantiene in piedi la
nostra discussione sulle vittorie e le sconfitte... oh cielo! Poi ragioniamo
sugli aggiustamenti che dobbiamo fare tramite la domanda seguente: «Che
cosa ci vorrebbe per portare la tua esperienza a dieci?». Alla fine della
discussione, entrambi ci sentiamo ascoltati e gratificati, e abbiamo reso
chiari i nostri desideri e le nostre osservazioni in modo da poter cominciare
serenamente la settimana successiva. Questo processo è incredibile. Te lo
consiglio... se ne hai il coraggio!
Ogni mese io e Georgia programmiamo qualcosa di unico e memorabile.
Jim Rohn mi ha insegnato che la vita è una raccolta di esperienze. Il nostro
obiettivo dovrebbe quindi essere aumentare la frequenza e l’intensità delle
belle esperienze. Una volta al mese cerchiamo di fare qualcosa che crei
un’esperienza memorabile. Potrebbe trattarsi di una gita in montagna,
un’escursione avventurosa, una cena in un ristorante esclusivo, un’uscita in
barca a vela in una baia, qualsiasi cosa. Basta che sia fuori dal comune, che
crei un’esperienza intensa e che ne lasci un ricordo indelebile.
Ogni trimestre programmiamo un mini viaggio di due o tre giorni. Mi
piace fare un riesame trimestrale di tutti i miei obiettivi e schemi di vita, e
questa è un’ottima occasione per andare più a fondo su come stanno
andando le cose nel nostro rapporto. Poi facciamo il nostro viaggio speciale
e le vacanze «classiche», la nostra escursione di Capodanno e il nostro
rituale degli obiettivi. Capirai anche tu che, una volta programmato tutto,
non dovrai più pensare a cosa fare. Tutto accadrà in modo spontaneo. Ci
siamo creati un ritmo che ci dà il giusto slancio.

Registra il tuo ritmo


Voglio condividere qualcosa che ho creato per me stesso e che mi aiuta a
tenere traccia del ritmo di un nuovo comportamento. Io lo chiamo «registro
del ritmo» e penso che anche tu lo possa trovare estremamente utile.
Ricordati, come abbiamo già visto in questo libro, l’importanza di tenere
traccia delle cose. Se vuoi bere più acqua, camminare di più o dimostrare
maggior riconoscenza a tua moglie – qualsiasi comportamento tu abbia
deciso di voler mettere in pratica per avvicinarti al tuo obiettivo –, ti sarà
utile tenerne traccia per assicurarti di creare un ritmo (vedi la Figura 10).
Fig. 10. Esempio di registro del ritmo settimanale.

I ritmi della vita


Quando ci si cimenta in una nuova impresa, si tende quasi sempre a
strafare. Certo, anche io voglio che tu ti senta entusiasta all’idea di costruirti
un ritmo per il successo, ma dovrai trovare un programma che potrai
realizzare fino in fondo e concretamente nel lungo termine, senza alcuna
rinegoziazione. Non voglio che pensi ai ritmi che puoi sostenere questa
settimana, il prossimo mese o i prossimi novanta giorni. Voglio che pensi a
quello che puoi fare per il resto della tua vita. L’effetto cumulativo –
l’insieme dei risultati positivi che vuoi ottenere – sarà il risultato di scelte (e
azioni) intelligenti ripetute in maniera costante nel corso del tempo.
Vincerai soltanto se compirai i passi giusti giorno dopo giorno. Ma se vorrai
tutto, troppo e subito, andrai dritto verso il fallimento.
Dopo aver visto una sua foto postata sui social media, un mio amico (che
rimarrà anonimo) decise che si sarebbe rimesso in forma. Per lui questo era
un enorme cambio di stile di vita. Al lavoro sta seduto almeno dodici ore al
giorno, e odia fare esercizio fisico. In precedenza ci aveva raccontato che
trovava sempre dei modi per evitare di usare certe stoviglie o avere accesso
a determinati documenti se questo comportava chinarsi o accovacciarsi:
ecco il suo livello di avversione per l’attività fisica. Eppure, prese la
decisione di rimettersi in forma. Si iscrisse in palestra, trovò un personal
trainer e cominciò ad allenarsi due ore al giorno, cinque volte a settimana.
«Richard [chiamiamolo così]» gli dissi. «Così è sbagliato. Non sarai in
grado di mantenere l’impegno e finirai per smettere. Ti stai preparando al
fallimento.»
Lui contrattaccò, assicurandomi che era cambiato per sempre. Persino il
suo allenatore gli aveva consigliato una terapia d’urto. «Mi sto
impegnando» mi rispose. «Voglio poter vedere i miei addominali.»
«Richard, qual è il tuo vero obiettivo?» gli chiesi. Sapevo che non
puntava a essere sulla copertina di «Men’s Fitness».
«Voglio essere snello, voglio essere sano» mi rispose.
«Perché?» gli chiesi.
«Voglio più vitalità. Voglio vivere per vedere i miei figli avere dei figli.»
Queste erano le sue vere, profonde motivazioni. Richard voleva essere
allenato per la lunga distanza. Ciò significava che non si stava impegnando
per la prova costume, bensì per un lungo percorso nel fitness.
«Okay» dissi. «Mi hai convinto. Ma stai esagerando. Riuscirai a
percorrere questa strada per due o tre mesi, e poi dirai: “Non ho due ore per
allenarmi, quindi mi sa che oggi rinuncio”. Questo comincerà ad accadere
più e più volte. I cinque giorni a settimana si ridurranno a due o tre, e
questo ti scoraggerà. Presto sarà tutto finito. So che adesso sei gasatissimo,
quindi facciamo così: per adesso continua con le tue due ore al giorno,
cinque volte a settimana [per muovere le ruote dal loro stato di inerzia ci
vuole tantissimo vapore], ma non farlo per più di sessanta o novanta giorni.
Voglio che poi riduci l’allenamento a un’ora o un’ora e un quarto. Puoi
continuare con i tuoi cinque giorni a settimana, ma io ti consiglierei di
passare a quattro. Fai così per altri sessanta o novanta giorni. Voglio che poi
dedichi allo sport un’ora al giorno per un minimo di tre giorni a settimana,
quattro se ti senti particolarmente scattante. Questo è il programma verso il
quale ti voglio indirizzare, perché se non affronti una cosa che sai di poter
portare avanti, allora non la comincerai nemmeno.»
Ho dovuto faticare molto per farlo capire a Richard, perché in quel
momento si era trasformato in un fanatico. Pensava di poter seguire la sua
nuova routine per il resto della vita. Per qualcuno che non si è mai allenato,
cominciare con due ore al giorno, cinque volte a settimana, è andare a colpo
sicuro verso un vicolo cieco. Devi costruirti un programma che sarai in
grado di seguire per cinquant’anni, non cinque settimane o cinque mesi. Ci
sta che per un po’ tu voglia andare a tutto gas, ma devi sempre vedere la
luce in fondo al tunnel in modo da poterti ridimensionare ogni volta che
sarà necessario. Puoi comunque ritagliarti quarantacinque minuti o un’ora,
un paio di volte a settimana, per far funzionare la tua routine, ma avere a
disposizione due ore, cinque volte a settimana, sarà semplicemente
impossibile. Ricorda: la costanza è una componente fondamentale per il
successo.

Il potere della costanza


Ho già accennato al fatto che la disciplina che mi dà un vantaggio sulla
concorrenza è la mia capacità di essere costante. Niente uccide Big Mo più
in fretta e con maggior certezza della mancanza di costanza. Persino le
brave persone appassionate, ambiziose e armate di buone intenzioni
possono fallire se prive di costanza. È un potente strumento da utilizzare per
indirizzarti verso i tuoi obiettivi.
Pensala così: se io e te pilotassimo aerei da Los Angeles a Manhattan,
ma tu facessi scalo in ogni stato intermedio mentre io effettuassi un volo
diretto, ti batterei con ampio margine anche se tu andassi a seicento
chilometri all’ora e io solo a trecento. Il tempo e l’energia che ci vogliono
per fermarsi e ripartire e riprendere ripetutamente slancio rendono il viaggio
almeno dieci volte più lungo. Anzi, è molto probabile che tu non ce la
faccia nemmeno: prima o poi finiresti il carburante (energia, motivazione,
convinzione, volontà). Decollare soltanto una volta e mantenere una
velocità costante (sebbene più lenta di quella della maggior parte degli altri)
lungo tutto il percorso è ben più facile e richiede molta meno energia.

La pompa d’acqua
Quando cominci a pensare di prendertela comoda con le tue routine e i tuoi
ritmi, pensa al costo esorbitante dell’incostanza. Non è tanto la perdita della
singola azione e dei piccoli risultati che comporta, quanto il crollo totale e
la perdita di slancio di cui risentirà il tuo progresso complessivamente.
Pensa a una pompa manuale che per aspirare l’acqua dalla falda freatica
posta parecchi metri sotto terra utilizza un tubo. Per portare l’acqua fino alla
superficie bisogna azionare la leva della pompa, creando il risucchio che
conduce l’acqua sopra il livello del terreno e fuori dal beccuccio (vedi la
Figura 11).
Quando la maggior parte delle persone si cimenta in una nuova impresa,
afferra la leva e comincia a pompare fortissimo. Proprio come Richard con
il suo programma per rimettersi in forma, tutti sono entusiasti e convinti...
pompano e pompano e pompano, ma dopo un paio di minuti (o un paio di
settimane), quando non vedono l’acqua (nessun risultato), smettono di
pompare del tutto. Non capiscono quanto ci voglia per creare il vuoto
necessario per aspirare l’acqua nel tubo e farla finalmente arrivare al
beccuccio e dentro al secchio. Proprio come nel caso della giostra, del razzo
o della locomotiva a vapore che si liberano dall’inerzia, per pompare
l’acqua ci vogliono tempo, energia e costanza. Tanti si arrendono, ma le
persone sagge continuano a pompare.
Coloro che perseverano alla fine otterranno qualche goccia d’acqua.
Questo è il momento in cui molti diranno: «Non ci posso credere! Tutta
questa fatica per cosa? Quattro miserabili gocce? Lasciamo perdere!». Tanti
alzano le mani e si arrendono, ma le persone sagge continuano a
perseverare.
Ed ecco che avviene la magia: se continui a pompare, non ci vorrà molto
prima di ottenere un flusso d’acqua continuo e regolare. Eccoti il tuo
successo! Adesso che l’acqua scorre non devi più schiacciare la leva così in
fretta e con così tanta forza. Anzi, diventa tutto più facile. Per mantenere la
pressione basta soltanto azionare la leva costantemente. Questo è l’effetto
cumulativo.
Fig. 11. La costanza è la chiave per prendere e mantenere lo slancio.

Ora, cosa succede se lasci la presa per troppo tempo? L’acqua ritorna giù
nel terreno, e ti ritrovi punto e a capo. Se provi ad azionare la leva in
maniera costante e leggera non aspirerai nessuna goccia d’acqua. Lo slancio
è perso e l’acqua è tornata sul fondo. L’unico modo per farla risalire è
pompare di nuovo fortissimo. Ecco come la maggior parte di noi vive la
propria vita, a singhiozzo. Avviamo un nuovo business ed eliminiamo le
vacanze. Cominciamo la routine con dieci chiamate di prospecting al
giorno, guadagniamo una piccola miniera d’oro e poi torniamo all’apatia
totale. Ci entusiasmiamo per la nuova routine della serata di coppia con il
nostro partner, ma nel giro di un paio di settimane torniamo sul divano con
Netflix e i popcorn. Vedo che la gente compra un nuovo libro, si iscrive a
un nuovo programma o a un nuovo corso, e per le prime settimane o i primi
mesi sembra impazzita. Poi smette e ritorna al punto di partenza. (Suona
familiare?)
Salta anche soltanto un paio di settimane di qualsiasi attività –
allenamenti in palestra, gesti affettuosi verso il tuo partner, telefonate della
tua routine di prospecting – e finirai per perdere ben più dei risultati che
quelle due settimane avrebbero prodotto. Se fosse così (come molti
credono), non ci sarebbero troppi danni. Ma lasciare la presa anche per un
brevissimo periodo significa uccidere Big Mo. Farlo stramazzare. Ed è una
tragedia.
Vincere una gara è tutta una questione di andatura. Sii la tartaruga, la
persona che, se dotata di tempo sufficiente, batterà chiunque in qualsiasi
gara grazie all’applicazione costante di abitudini e comportamenti positivi.
Questo darà una marcia in più al tuo slancio. Tienitelo stretto!
Fare le scelte giuste, attenersi ai comportamenti giusti, praticare
abitudini giuste, rimanere costanti e mantenere lo slancio è più facile a dirsi
che a farsi, soprattutto in questo mondo dinamico e in costante
cambiamento che ci presenta sempre nuove sfide e che condividiamo con
miliardi di altre persone. Nel prossimo capitolo parlerò delle molte
influenze che (spesso in modo inconsapevole) possono aiutare o ostacolare
la tua capacità di avere successo. Queste influenze sono dilaganti,
persuasive e costanti. Impara come utilizzarle o potresti finire per perdere a
causa loro. Lascia che ti spieghi come...
Sfrutta l’effetto cumulativo a tuo vantaggio

RIEPILOGO DELLE AZIONI DA COMPIERE


Costruisci le tue routine mattutine e serali. Elabora un programma di routine di alto
livello, prevedibili e sicure, da praticare per tutta la vita. Per ottenere il programma
della mia routine mattutina personale, visita www.darrenhardy.com/morningroutine.
Elenca tre sfere della tua vita in cui non sei abbastanza costante. Quanto ti è costata
fino a oggi tale incostanza? Scrivi una dichiarazione nella quale affermi di rimanere
fedele al tuo nuovo impegno verso la costanza.
Annota sul tuo registro del ritmo una mezza dozzina di comportamenti essenziali e
rilevanti per i tuoi nuovi obiettivi. Dovrebbero essere comportamenti per i quali vuoi
creare un ritmo e, alla fine, un grande slancio, Big Mo.
CAPITOLO 5
INFLUENZE

A questo punto dovresti aver capito quanto siano importanti le tue scelte.
Persino quelle che sembrano insignificanti, se accumulate, possono avere
un fortissimo impatto sulla tua vita. Abbiamo già parlato anche del fatto che
sei responsabile della tua vita al cento per cento. Tu e soltanto tu sei
responsabile delle scelte e delle azioni che compi. Detto questo, devi anche
comprendere che scelte, comportamenti e abitudini sono influenzati da
forze esterne davvero potenti. Molti non sono consapevoli del subdolo
controllo che queste forze hanno sulla nostra vita. Per mantenere una
traiettoria positiva verso i tuoi obiettivi dovrai comprendere e governare
queste influenze affinché supportino, e non devino, il tuo percorso verso il
successo. Ciascuno di noi è sottoposto a tre tipi di influenze: gli input (ciò
con cui nutri la mente), le associazioni (le persone con cui passi il tempo) e
l’ambiente (il contesto).

I. Input: schifezze dentro e fuori


Se vuoi che il tuo corpo funzioni al massimo, dovrai fare attenzione a
consumare solo nutrienti di altissima qualità e a evitare l’invitante cibo
spazzatura. Se vuoi che il tuo cervello funzioni al massimo, dovrai fare
ancora più attenzione a ciò di cui lo nutri. Lo stai alimentando con notizie
negative o noiose serie TV? Ti stai riempiendo la testa di gossip, social
media insulsi o video di TikTok? Gli input di cui ti nutri hanno un impatto
diretto e significativo sulla tua produttività e i tuoi risultati.
Tenere sotto controllo ciò che nutre la nostra mente è particolarmente
difficile, perché la maggior parte di questi contenuti viene assorbita
inconsciamente. Nonostante sia vero che possiamo mangiare senza
pensarci, è più facile vigilare su ciò che ingeriamo perché il cibo non entra
da solo nelle nostre bocche. Per impedire al cervello di assorbire input
irrilevanti, controproducenti o addirittura distruttivi, serve più attenzione.
Essere selettivi e cauti verso ogni informazione che potrebbe deviare il
nostro potenziale creativo è una battaglia infinita.
È fondamentale che tu capisca che il tuo cervello non è stato progettato
per renderti felice. Ha soltanto un obiettivo: la sopravvivenza. È
costantemente attento a segnali di «attacco e mancanza», ed è programmato
per individuare tutto ciò che è negativo: risorse in esaurimento, clima
devastato, minacce potenziali, qualsiasi rischio. Perciò, quando al mattino
vieni bombardato da tutte quelle notizie su rapine, incendi, aggressioni e
crollo dell’economia, il tuo cervello si accende: passerà tutto il giorno a
nutrirsi a quel banchetto di paure, preoccupazioni e negatività. E lo stesso si
ripete la sera. Altre brutte notizie? Perfetto! Il tuo cervello le cuocerà a
fuoco lento tutta la notte.
Abbandonata a se stessa, la mente sarà alle prese notte e giorno con
elementi negativi, preoccupanti e spaventosi. Non possiamo cambiare il
nostro DNA, ma possiamo cambiare il nostro comportamento. Possiamo
insegnare alla nostra mente a guardare oltre tutti questi segnali di «attacco e
mancanza». Come? Possiamo proteggerla e nutrirla, essendo disciplinati e
proattivi rispetto a ciò che lasciamo entrare.
So bene quanto sia difficile individuare una fonte di input costante,
positiva e rigogliosa per cominciare la giornata col piede giusto. Per questo
ho creato il sito DarrenDaily. Ogni giorno feriale scrivo, registro e trasmetto
un video di cinque minuti appositamente ideato per dare il via alla tua
giornata e aiutarti a diventare #BetterEveryDay (www.darrendaily.com).

Non bere acqua sporca


Nella vita ottieni ciò che crei, ed è l’aspettativa a guidare il processo
creativo. Che cosa ti aspetti? Ti aspetti qualsiasi cosa alla quale tu stia
pensando. Il processo del tuo pensiero, la conversazione nella tua testa, è
alla base dei risultati che ti crei nella vita. Quindi la domanda è: a che cosa
stai pensando? Che cosa influenza e indirizza i tuoi pensieri? Risposta:
qualsiasi cosa tu stia permettendo a te stesso di vedere e sentire. Questo è
l’input che stai dando in pasto alla tua mente (vedi la Figura 12).
La tua mente è come un bicchiere vuoto: conterrà qualsiasi cosa tu ci
versi dentro. Se versi notizie sensazionalistiche, titoli osceni, invettive da
talk show, il tuo bicchiere conterrà acqua sporca. Se hai acqua scura, torbida
e angosciante, tutto ciò che creerai verrà filtrato attraverso quel disordine
fangoso, perché è ciò a cui stai pensando. Schifezze dentro, schifezze fuori.
Tutta quella robaccia che senti alla radio su omicidi, complotti, morti,
economia e lotte politiche governa il tuo processo mentale, che a sua volta
governa le tue aspettative, che a loro volta governano il tuo output creativo.
Queste SÌ che SONO brutte notizie. Ma se metti il bicchiere sporco sotto al
rubinetto per un tempo sufficiente e vi fai scorrere dell’acqua pulita, alla
fine otterrai un bicchiere di acqua pura e limpida. Che cosa contiene
quell’acqua pulita? Idee e input positivi, utili e stimolanti. Storie di
ambizione, persone che nonostante le difficoltà stanno superando degli
ostacoli e stanno realizzando grandi cose. Strategie di successo, ricchezza,
salute, amore e gioia. Idee per creare più abbondanza, crescere, espandersi.
Ecco perché mi impegno così tanto per trasmettere video sul sito
DarrenDaily ogni giorno feriale. Voglio fornirti quegli esempi, quelle storie
e informazioni che possono migliorare la tua visione del mondo, te stesso e
i risultati che ottieni. Ecco perché la mattina e la sera leggo qualcosa di
stimolante e educativo per mezz’ora, e ascolto podcast sulla crescita
personale mentre sono in macchina, mi alleno, porto a spasso il cane o
sbrigo le faccende domestiche. Risciacquo il mio bicchiere e nutro la mia
mente. Tutto questo mi dà forse un vantaggio sul tizio che si sveglia e per
prima cosa legge il giornale, ascolta la radio mentre va e torna dall’ufficio,
e guarda il telegiornale prima di andare a letto? Certo che sì, ci puoi
scommettere! E può essere lo stesso anche per te.
Fig. 12. Spazza via gli elementi negativi (acqua sporca) con idee positive, utili e stimolanti (acqua
pulita).

1° passo: alza la guardia. A meno che tu non decida di rintanarti in una


caverna o su un’isola deserta, nel tuo bicchiere ci sarà sempre dell’acqua
sporca. Sarà sui cartelloni pubblicitari, nelle trasmissioni TV mentre attendi
all’aeroporto, sui titoli a caratteri cubitali delle riviste scandalistiche vicine
alla cassa del supermercato e così via. Persino i tuoi amici, i tuoi parenti e le
tue stesse paranoie potranno versare acqua sporca nel tuo bicchiere.
Ma tu puoi prendere delle contromisure per limitare l’esposizione a tutto
quel sudiciume. Può darsi che tu non possa evitare i post negativi sui social
media, ma puoi limitare il tempo che trascorri online. Puoi rifiutarti di
ascoltare la radio mentre vai al lavoro e preferire un podcast o un audiolibro
educativo e stimolante. Anziché stare tutto il tempo con il telefono in mano,
puoi parlare con i tuoi cari. Puoi guardare i programmi suggeriti che reputi
davvero istruttivi e appaganti, e saltare la pubblicità pensata per farti sentire
inadeguato o incompleto se non compri altre cose inutili.
In realtà non sono cresciuto con la TV. Mi ricordo che guardavo le serie
Solid Gold e A-Team, ma la televisione non aveva un grande ruolo nella
nostra vita familiare. Eppure sono riuscito a sopravvivere senza, e questo mi
ha fornito una prospettiva più chiara per quando, adesso, di tanto in tanto
guardo qualche programma. Certo, quando guardo le sitcom me la rido, ma
poi mi sento come quando mangio cibo spazzatura: gonfio e malnutrito. E
non riesco a capacitarmi di come le pubblicità facciano leva sulla nostra
psicologia, le nostre paure, i nostri dolori, bisogni e debolezze. Se attraverso
la vita pensando che non sono abbastanza così come sono, che devo
comprare questo o quello per sentirmi a posto, come posso pensare di
ottenere risultati brillanti?
Si stima che gli americani (di più di dodici anni) passino 1704 ore l’anno
davanti alla TV, per una media di 4,7 ore al giorno. Trascorriamo circa il 30
per cento delle ore di veglia davanti allo schermo: quasi trentatré ore a
settimana, più di un giorno intero! È come guardare la TV per due mesi
ininterrotti in un anno! E poi la gente si domanda perché non riesce a farsi
strada nella vita...

Segui una dieta mediatica


I media prosperano rendendoci loro ostaggi. Sei mai rimasto imbottigliato
in tangenziale, in mezzo a una coda interminabile che ti ha fatto arrivare
tardi, domandandoti che cosa diavolo stava bloccando tutto? Puntualmente,
quando ti avvicini, vedi che non c’è niente: l’incidente è avvenuto da un
pezzo e i veicoli sono già stati spostati al lato della carreggiata. L’andatura a
tre chilometri orari era causata dalle persone che si sporgevano per
curiosare! A quel punto sei davvero innervosito. Ma che succede quando la
tua auto passa davanti all’incidente? Rallenti, distogli lo sguardo dalla
strada davanti a te e ti sporgi anche tu!
Perché le brave persone vogliono vedere qualcosa di tragico e grottesco?
È nel nostro patrimonio genetico, risale al nostro preistorico istinto di
autoconservazione. Non possiamo farne a meno. Anche se siamo abili a
evitare la negatività e ci siamo allenati per essere instancabilmente positivi,
quando si tratta di sensazionalismo la nostra vera natura non riesce a
resistere. Lo sanno bene i mass media. Per molti aspetti conoscono la tua
natura anche meglio di te. Per attirare l’attenzione, hanno sempre usato
titoli clamorosi e sconcertanti. Ma oggi, anziché esserci poche emittenti
televisive e radiofoniche di notiziari, ne esistono centinaia, in onda ogni
giorno, tutti i giorni. Anziché un paio di giornali, ci sono infiniti portali che
ci raggiungono sui computer o sul cellulare. La competizione per avere la
nostra attenzione non è mai stata tanto feroce, e i media continuano a
sgomitare alzando la posta per sconvolgerci. Selezionano una dozzina tra le
cose più atroci, scandalose, illecite, sanguinarie, squallide e orrende che
succedono ogni giorno nel mondo e le sciorinano di continuo sui giornali,
nei canali di informazione e su Internet. Come se non bastasse, oggi
chiunque possieda un profilo sui social media può scegliere di condividere,
diffondere e propagare storie negative con un semplice clic.
Nel frattempo, durante le stesse ventiquattr’ore sono accadute cose
meravigliose e incredibili. Eppure ne sentiamo parlare veramente poco.
Essendo programmati per scovare ciò che è negativo, ci creiamo l’esigenza
di trovare sempre nuovi spunti. Come potrebbero competere con tutto
questo le notizie positive sul piano degli indici di ascolto o condivisione, e
dei budget pubblicitari?
Torniamo alla nostra tangenziale. Se sul ciglio della strada, anziché un
incidente, ci fosse il tramonto più mozzafiato e straordinario che tu avessi
mai visto? Che cosa succederebbe al traffico? Mi è capitato molte volte.
Tutti sfrecciano oltre a grande velocità.
Il grande pericolo dei media è che ti offrono una visione del mondo
completamente falsata. Poiché l’attenzione e la ripetizione dei messaggi si
concentrano sugli elementi negativi, la tua mente comincia a credere a
quello. Questa visione distorta e limitata di tutto ciò che non va bene ha una
pesante influenza sul tuo potenziale creativo, fino a diventare paralizzante.

Il mio filtra-schifezze personale


Condividerò con te quello che faccio per salvaguardare la mia mente. Ma ti
avviso, io seguo una dieta mentale rigorosa. Con me questo sistema ha
funzionato meravigliosamente, ma ti consiglio di regolarti in base alle tue
preferenze.
Come potrai immaginare, non guardo né ascolto nessuna notizia e non
leggo i giornali e le riviste di informazione. Anche perché il 99 per cento
delle notizie non ha alcuna attinenza con la mia vita personale o con i miei
obiettivi, i miei sogni o le mie ambizioni. Ho impostato un paio di servizi di
feed RSS, identificando gli aggiornamenti e le notizie di settore che sono
davvero pertinenti ai miei interessi e obiettivi. Le notizie che per me sono
importanti vengono separate dalle altre, così da non versare fanghiglia nel
mio bicchiere d’acqua. Mentre la maggior parte delle persone si barcamena
tra ore e ore di immondizia irrilevante che intralcia i pensieri e abbatte gli
spiriti, io ottengo le informazioni più proficue di cui ho bisogno quando ne
ho bisogno, in meno di quindici minuti al giorno.

Eliminare gli input negativi


2° passo: iscriviti all’Università del pendolare.
non basta. Per muoverti in una direzione positiva devi fare tabula rasa di
tutte le cose brutte e riempirti di quelle belle. La mia macchina non parte
senza due cose: la benzina e un’onnipresente collezione di podcast e
audiolibri educativi che ascolto mentre guido. L’americano medio guida per
circa ventimila chilometri l’anno: cioè circa trecento ore di potenziale
risciacquo! Brian Tracy mi ha dato l’idea di trasformare l’auto in un’aula
mobile. Mi ha spiegato che ascoltando del materiale istruttivo mentre guido
durante il tragitto tra casa e il lavoro acquisisco conoscenze pari a due
semestri di una laurea magistrale... ogni anno. Pensaci: usando quel tempo
sprecato potresti ottenere l’equivalente di un dottorato in leadership,
successo commerciale, accumulo di ricchezze, eccellenza nelle relazioni o
qualsiasi corso tu scelga. Questo impegno, combinato alla tua routine di
lettura, ti separa dalla massa, un podcast, o un libro, alla volta. Se vuoi un
podcast che ti offra l’input positivo che stai cercando, visita
www.darrenhardy.com/darrendaily-on-demand. Io ascolto ogni episodio,
non sto scherzando!

II. Associazioni: chi ti sta influenzando?


Chi si assomiglia si piglia. Le persone che frequenti abitualmente sono il
tuo «gruppo di riferimento». Secondo le ricerche di David McClelland,
psicologo sociale di Harvard, il tuo «gruppo di riferimento» determina fino
al 95 per cento del tuo successo o fallimento nella vita.
Con chi passi la maggior parte del tempo? Chi sono le persone che più
ammiri? Questi due gruppi sono gli stessi? E se così non fosse, perché no?
Jim Rohn mi ha insegnato che diventiamo la media combinata delle cinque
persone che frequentiamo di più. Sostiene che potremmo dedurre la qualità
della nostra salute, del nostro atteggiamento e dei nostri guadagni
limitandoci a osservare le persone attorno a noi. Le persone con cui
trascorriamo il nostro tempo determinano quali conversazioni dominano la
nostra attenzione e a quali atteggiamenti e opinioni siamo esposti. Prima o
poi cominciamo a mangiare quello che mangiano loro, a parlare come
parlano loro, a leggere quello che leggono loro, a pensare come pensano
loro, a guardare quello che guardano loro, a trattare le persone come le
trattano loro e a vestirci come si vestono loro. La cosa divertente è che, fin
troppo spesso, siamo ignari delle somiglianze fra noi e la nostra cerchia dei
cinque.
Com’è che non ne siamo consapevoli? Perché le associazioni non ci
spingono bruscamente in una direzione, ma danno leggere spintarelle di
continuo nel corso del tempo. La loro influenza è talmente subdola che è
come se ci trovassimo su un salvagente in mare aperto: ci sembra di
galleggiare sul posto fino a che non alziamo lo sguardo e ci accorgiamo che
una leggera corrente ci ha allontanati di quasi un chilometro dalla spiaggia.
Pensa ai tuoi amici che, prima di cena, sono abituati a ordinare
stuzzichini e antipasti grassi o un cocktail. Passaci abbastanza tempo e
finirai per afferrare manciate di nachos al formaggio o patatine, e ti unirai a
loro per un’altra birra o un bicchiere di vino, adeguandoti al loro ritmo. Nel
frattempo, gli altri tuoi amici ordinano cibo salutare e parlano dei libri
stimolanti che stanno leggendo e delle loro ambizioni lavorative, e tu
cominci ad assimilare i loro comportamenti e le loro abitudini. Leggi e parli
di ciò di cui parlano loro, guardi i film di cui loro sono entusiasti e frequenti
i posti che ti consigliano. La loro influenza su di te è sottile e può essere
positiva o negativa: in entrambi i casi, avrà un impatto notevole. Fai
attenzione! Non puoi frequentare persone negative e aspettarti di vivere una
vita positiva.
Qual è, quindi, la media combinata di guadagni, salute e atteggiamenti
delle cinque persone con le quali passi la maggior parte del tuo tempo? La
risposta ti spaventa? Se è così, il modo migliore per accrescere il tuo
potenziale sotto qualsiasi aspetto desideri è trascorrere la maggior parte del
tempo con persone che già mostrano di possederlo. Solo allora sfrutterai a
tuo vantaggio il potere dell’influenza. I comportamenti e gli atteggiamenti
che le hanno aiutate ad avere quel successo che tanto ammiri diventeranno a
mano a mano parte della tua routine quotidiana. Frequenta queste persone
per un tempo sufficiente e, molto probabilmente, otterrai risultati di
successo.
Se non l’hai già fatto, annota i nomi delle cinque persone con cui passi
più tempo. Scrivi anche le loro principali caratteristiche, sia positive sia
negative. Non importa chi siano: potrebbero essere il tuo partner, tuo
fratello, il tuo vicino o il tuo assistente. Adesso fai la media. Qual è la loro
salute media o il loro saldo medio sul conto corrente? Com’è la loro
relazione media? Mentre osservi i risultati, chiediti: «Questa lista mi va
bene? È questa la direzione verso cui voglio andare?».
È giunto il momento di rivalutare le persone con cui trascorri il tuo
tempo. Queste relazioni possono nutrirti, farti morire di fame o farti
rimanere bloccato. Adesso che hai cominciato a fare più attenzione alle
persone con cui trascorri il tuo tempo, andiamo ancora un po’ più a fondo.
Come mi ha insegnato Jim Rohn, è utilissimo esaminare e spostare le tue
associazioni in tre categorie: dissociazioni, associazioni limitate e
associazioni estese.

Dissociazioni
Solitamente presti attenzione alle influenze a cui sono esposti i tuoi figli e
alle persone che frequentano. Sei consapevole dell’influenza che quelle
persone potrebbero avere sui tuoi figli e delle scelte che essi potrebbero
prendere di conseguenza. Credo che questo stesso principio dovrebbe valere
anche per te! Lo sai già: ci sono persone dalle quali bisognerebbe
allontanarsi. Del tutto. Questo passo non è facile, ma è essenziale. Devi
scegliere di impedire che certe influenze negative continuino a
condizionarti. Stabilisci la qualità della vita che vuoi avere e poi circondati
di persone che rappresentino e difendano quella visione.
Io estirpo continuamente dalla mia vita le persone che si rifiutano di
crescere e vivere positivamente. Crescere e cambiare le associazioni è un
processo che dura tutta la vita. Alcuni diranno che sono troppo rigoroso, ma
io vorrei esserlo anche di più. Lavoravo con un uomo che mi piaceva molto,
ma quando è arrivata la crisi economica la maggior parte delle sue
conversazioni si concentrava su quanto era terribile la situazione, su quanto
la sua azienda ne stava risentendo, e su quanto era dura sopravvivere. Un
giorno gli ho detto: «Diamine, devi smetterla di lavorare alla tua
presentazione su quanto è orribile la vita. Ti sento raccogliere di continuo
informazioni e dati solo per rafforzare questa tua convinzione». Lui ha
continuato a vedere tutto in modo sempre più cupo e irrimediabile, e io ho
deciso che non avevo più niente da spartire con lui.
Quando compi l’ardua scelta di mettere dei paletti fra te e le persone che
ti trascinano verso il basso, sappi che si batteranno contro di te,
specialmente quelle che ti sono più care. La tua decisione di vivere una vita
più positiva e orientata agli obiettivi sarà uno specchio delle loro cattive
scelte. Le farai sentire a disagio e loro proveranno a portarti di nuovo giù al
loro livello. Ciò non significa che non ti vogliano bene o che non desiderino
il meglio per te. In realtà, non si tratta affatto di te; si tratta delle loro paure
e del loro senso di colpa riguardo alle cattive scelte e alla mancanza di
disciplina che le caratterizzano. Sappi che il distacco non sarà per niente
facile.

Associazioni limitate
Ci sono persone con le quali puoi trascorrere tre ore, ma non tre giorni.
Altre con cui puoi passare tre minuti, ma non tre ore. Ricordati sempre che
l’influenza delle associazioni è potente e subdola. La persona con cui stai
passeggiando può stabilire se rallenterai o aumenterai l’andatura,
letteralmente e metaforicamente. Allo stesso modo, non puoi evitare di
essere influenzato dagli atteggiamenti, dalle azioni e dai comportamenti
dominanti delle persone con cui trascorri il tuo tempo.
Stabilisci quanto puoi «permetterti» di essere influenzato in base a come
quelle persone si rappresentano. Questo è difficile, lo so. L’ho dovuto fare
io stesso in diverse occasioni, persino con parenti stretti. Tuttavia, NON
permetterò che le azioni o gli atteggiamenti di qualcun altro abbiano
un’influenza negativa su di me.
Una volta avevo un vicino che era uno di quegli amici «da tre minuti».
Per tre minuti ci facevamo una bella chiacchierata, ma non avremmo mai
potuto essere compatibili per tre ore. Posso frequentare un vecchio
compagno di scuola per tre ore, ma di certo non è un amico da tre giorni. E
poi ci sono persone che posso frequentare per un paio di giorni, ma con le
quali non farei mai una lunga vacanza. Dai un’occhiata alle tue relazioni e
assicurati di non stare trascorrendo tre ore con una persona da tre minuti.
Associazioni estese
Abbiamo appena parlato di come sbarazzarsi delle cattive influenze. Mentre
fai questo, ti consiglio anche di (es)tendere la mano. Identifica le persone
che hanno delle qualità positive nelle sfere della vita che vuoi migliorare:
persone con il successo finanziario e lavorativo che desideri, con le
competenze genitoriali che vuoi, con le relazioni a cui aspiri, con lo stile di
vita che ami. E poi trascorri più tempo con loro. Entra a far parte di
organizzazioni, aziende e associazioni sportive nelle quali si riuniscono
queste persone, e fattele amiche. Più avanti scoprirai che per trascorrere del
tempo di qualità io mi spostavo persino in un’altra città, con risultati
fortuiti.
In questo libro continuo a elogiare Jim Rohn perché, a eccezione di mio
padre, rimane il mio massimo mentore. Il mio rapporto con lui è un perfetto
esempio di associazione estesa. Sebbene io abbia avuto la possibilità di
condividere con lui un paio di cene private e abbia goduto della sua
compagnia durante le nostre interviste e dietro le quinte prima di alcuni
eventi, ho trascorso la maggior parte del mio tempo con Jim ascoltando le
sue parole in macchina o leggendole in soggiorno. Ho passato più di mille
ore a prendere istruzioni dirette da lui, il 99 per cento delle volte attraverso
libri e programmi audio. La cosa entusiasmante è che, a prescindere dal
punto in cui ti trovi nella vita – a casa impegnato con bambini piccoli o a
prenderti cura di genitori anziani, al lavoro insieme a persone con cui non
hai quasi nulla in comune, oppure in campagna, lontano da qualsiasi ufficio
–, anche tu puoi avere qualsiasi mentore tu voglia (o quasi), se questa
persona ha raccolto i suoi migliori pensieri, storie e idee in libri, video e
podcast. Hai un’infinità di risorse alle quali attingere. Approfittane.
Le persone contattano la mia assistente per ottenere i miei consigli o per
avermi come mentore. Lei deve soltanto dire loro che è tutto già disponibile
e accessibile ovunque nel mondo attraverso il sito DarrenDaily o nel nostro
Darren Hardy Training Vault.
Se davvero vuoi avere una relazione migliore, più profonda e
significativa, chiediti: «Chi ha quel tipo di relazione che voglio? Come
posso passare (più) tempo con quella persona? Chi posso incontrare che
potrebbe influenzarmi positivamente?». Lascia che la loro aura ti contagi e
si trasferisca su di te. Diventa amico della persona che ritieni la migliore, la
più tosta, la più affermata nel tuo campo. Che cosa legge? Dove va a
pranzo? Come può influenzarmi? Puoi costruire queste associazioni estese
iscrivendoti a gruppi di networking e comunità virtuali. Trova le
associazioni di volontariato, i cori, i circoli ricreativi dove si riuniscono le
persone che vuoi emulare.

Trova un compagno di massime prestazioni


Un altro modo per aumentare la tua esposizione alle associazioni estese è
quello di fare squadra con un compagno di massime prestazioni, qualcuno
impegnato quanto te nello studio e nella crescita personale. Sarebbe
consigliabile che fosse qualcuno di cui ti fidi, qualcuno di abbastanza
sfacciato da dirti che cosa pensa veramente di te, dei tuoi atteggiamenti e
delle tue prestazioni. Potrebbe essere un amico di vecchia data, ma anche
qualcuno che non ti conosce poi così bene. Il punto è ricevere (e dare)
un’opinione esterna obiettiva e onesta.
Da una vita, il mio caro amico Landon Taylor è il mio «compagno di
responsabilità». Come ho già accennato, ogni venerdì ci sentiamo per
parlare delle nostre vittorie, sconfitte, scoperte e trionfi, e per discutere sul
punto in cui siamo arrivati con i nostri progetti di crescita. L’attesa della
chiamata e la consapevolezza di dover rendere conto delle mie azioni a
Landon mi fa impegnare al cento per cento per tutta la settimana.
Tengo nota delle sconfitte di Landon o di qualsiasi consiglio gli possa
servire, e mi assicuro di chiedergli qualcosa la settimana successiva. Lui fa
lo stesso con me. In questa maniera entrambi ci rendiamo responsabili. Lui
potrebbe dirmi: «Okay, la scorsa settimana qui hai fatto un bel casino e l’hai
ammesso, e ti sei impegnato a cambiare. Questa settimana cos’hai fatto al
riguardo?». Così è la vita. Siamo due dirigenti impegnatissimi, eppure mi
meraviglio di come riusciamo a fare tutto questo ogni settimana. Non è
facile. A volte riesamino la mia giornata e dico: «Merda, devo fare quella
cosa». Ma spesso, nel bel mezzo della telefonata, penso: «Sono davvero
contento che stiamo facendo questa chiacchierata!». Persino quando mi sto
preparando per affrontarla e ripenso alle mie grandi vittorie e sconfitte
imparo qualcosa su me stesso. Questa settimana ho detto a Landon: «Sai, ho
una marea di cose per le mani. Sto scrivendo il mio libro. Sto realizzando e
scoprendo un sacco di cose, ma non c’è niente che mi sembri davvero
coinvolgente». Lui mi ha risposto: «Facciamo che questa è l’ultima
settimana in cui ti presenti senza qualcosa di sorprendente». Trasalisco.
«Non imbrogliarmi» ha continuato. Concetto afferrato. In realtà, non
trovando qualcosa di abbastanza memorabile da condividere, stavo
imbrogliando me stesso.
Se sei pronto, ho in serbo per te una sfida difficile. Vuoi un riscontro
reale? Trova delle persone che tengano a te al punto da essere brutalmente
oneste e poni queste domande: «Come appaio ai tuoi occhi? Quali pensi
siano i miei punti di forza? In quali sfere pensi possa migliorare? Dove
pensi che io mi stia autosabotando? Qual è quella cosa che potrei smettere
di fare per trarre il massimo beneficio personale? Qual è quella cosa che
dovrei cominciare a fare?».

Investi nella consulenza


Paul J. Meyer è un altro dei miei mentori. È scomparso nel 2009, a ottantun
anni. Ogni volta che mi sembrava di arrivare davvero da qualche parte, di
giocare ad alti livelli, andavo a trovare Paul, la persona che mi teneva con i
piedi per terra. Quello che faceva prima di pranzo per me era sbalorditivo.
Ho avuto la fortuna di trascorrere molto tempo con lui: aveva comprato una
delle mie aziende, e poi io ne avevo risanata una delle sue. Era una
personalità molto potente nella mia vita.
Dopo aver trascorso un paio d’ore con Paul a sentire tutti i suoi
programmi, iniziative e attività, mi girava la testa. Mi sfiniva persino
provare a comprendere tutto quello che aveva per le mani. Dopo essere
stato con lui, avevo sempre voglia di fare un riposino! Ma la nostra
associazione ha alzato la mia posta in gioco. La sua passeggiata era la mia
corsa. Questo ha ampliato le mie idee su quanto potessi pensare in grande e
quanto potessi essere ambizioso. Devi assolutamente bazzicare attorno a
persone come lui!
Non sei mai troppo bravo per avere un mentore. Il mio amico Harvey
Mackay mi ha detto: «Che tu ci creda o no, ho avuto venti consulenti. Ho
un consulente per i discorsi in pubblico, uno per la scrittura, uno per
l’umorismo, uno per le lingue e così via». Ho sempre trovato interessante
che le persone più affermate, quelle che raggiungono le massime
prestazioni, siano disposte ad assumere e pagare i migliori consulenti e
allenatori che ci siano. Investire nel miglioramento delle prestazioni paga.
Trovare e ingaggiare un mentore non deve essere un processo misterioso
o minaccioso. Durante una nostra chiacchierata, Ken Blanchard mi ha
spiegato così la naturalezza di questa scelta: «La prima cosa che devi
ricordare a proposito di un mentore è che non devi per forza portargli via
tanto tempo. I migliori consigli che io abbia mai ricevuto sono arrivati a
spizzichi, pranzando o facendo colazione con una persona, raccontandole a
cosa stessi lavorando e chiedendo qualche consiglio. Ti sorprenderà
scoprire quanti imprenditori di successo siano disposti a fare da mentore ad
altri se questo non sottrae loro troppo tempo».
John Wooden ha ribadito questo concetto: «Il tuo vero lascito è offrire
consulenze. È la miglior eredità che tu possa dare agli altri. E non dovrebbe
mai esaurirsi. È il motivo per cui ti alzi ogni mattina. Insegnare e farti
insegnare». E continuava spiegando come essere il mentore di qualcuno non
fosse un percorso unidirezionale: «Chiunque deve essere aperto a ricevere
consigli e consulenze. È nostra responsabilità essere disposti a lasciare che
le nostre vite e le nostre menti vengano toccate, plasmate e rafforzate dalle
persone che ci circondano».

Crea il tuo consiglio direttivo personale


Un’altra tecnica che ho elaborato nell’ambito del mio progetto per essere
saggio e più strategico, per lavorare in maniera più efficiente e per
aumentare il mio tempo e l’interazione con esponenti di alto livello, è stata
la creazione di un consiglio direttivo della mia vita personale.
Ho selezionato personalmente una dozzina di persone in base ai loro
ambiti di competenza, alla loro abilità di pensiero creativo e/o al profondo
rispetto che nutro nei loro confronti. Una volta a settimana mi metto in
contatto con alcuni di loro e sollecito idee, sottopongo i miei pensieri e
chiedo un riscontro o un suggerimento. Da quando ho avviato questo
progetto, ti posso garantire che i benefici che ho ottenuto sono enormi,
maggiori di quanto immaginassi! È sorprendente vedere quanta genialità
siano disposte a condividere con te le persone quando dimostri loro un
interesse sincero.
Chi dovrebbe formare il tuo consiglio direttivo personale? Cerca persone
positive che abbiano ottenuto il successo a cui ambisci. Ricorda questo
motto: «Non chiedere mai consiglio a qualcuno con cui non vorresti mai
fare cambio di posto».

III. Ambiente: cambiare la visione ti cambierà la prospettiva


Quando lavoravo nel mercato immobiliare, nella zona della baia di San
Francisco, avevo a che fare con un segmento di popolazione estremamente
limitato. Vedevo gli stessi tipi di persone agli stessi livelli. Sapevo che per
andare dove volevo andare avrei avuto bisogno di trovare una cerchia di
associazioni più elevata.
Ho cominciato a spostarmi dall’altra parte della baia, verso uno dei
luoghi più ricchi e belli del pianeta: Tiburon, nella contea di Marin, a nord
di San Francisco. Se sei mai stato nel principato di Monaco, immaginatela
così, ma molto più pittoresca. È un posto spettacolare. Andavo sempre in un
delizioso ristorante di pesce, Sam’s on the Wharf. Il cibo era spaziale, ma,
cosa più importante, il ristorante era frequentato dai residenti più facoltosi
della zona.
Oltre ad andare lì per estendere le mie associazioni, mi sedevo sul
pontile e guardavo in alto, verso la collina. Rimanevo affascinato dalle case
dei multimilionari a picco sulla scogliera.
Una in particolare aveva sempre catturato la mia attenzione: una casa
azzurra a quattro piani con un ascensore e un parafulmine a forma di balena
in cima. Ero solito chiedere a me stesso: «Quale sarebbe la casa perfetta? Se
qualcuno me ne offrisse una, quale sceglierei?».
La risposta era sempre la stessa: quella bellissima, azzurra. Era in una
posizione perfetta, con una vista stupenda: la migliore di tutte.
Una mattina, di ritorno da un brunch, notai un cartello di vendita e
pensai che sarebbe stato divertente andare a dare un’occhiata. Seguii le
indicazioni zigzagando lungo le stradine che si inerpicavano sulla scogliera.
Finalmente arrivai in cima e trovai la casa in vendita. Quando entrai e
camminai fino a una vetrata spettacolare, il mondo si aprì davanti ai miei
occhi, con una vista a trecento gradi: la penisola di Tiburon, Angel Island
oltre la baia, Berkeley e la baia orientale, il Bay Bridge e il profilo
dell’intera San Francisco fino al Golden Gate. Uscii sul balcone e mi
guardai attorno. All’improvviso capii che quella era proprio la casa che
avevo osservato per anni! La casa azzurra! Firmai il contratto all’istante. La
mia casa dei sogni era mia!
Non posso dire di aver incontrato qualcuno che mi ha cambiato la vita in
quel ristorante. Tuttavia Sam’s on the Wharf ha avuto su di me un effetto
positivo. Vedere quelle case sulla scogliera ha alimentato le mie ambizioni e
ingrandito i miei sogni. Per far avverare quei sogni mi sono trovato a
lavorare più sodo di quanto non credessi possibile, e ha funzionato!
Il tuo sogno più intimo potrebbe essere più grande dell’ambiente in cui ti
trovi. Talvolta, per vedere quel sogno realizzato devi uscire da
quell’ambiente. È come piantare un alberello di quercia in un vaso: una
volta che le radici saranno sviluppate, la crescita sarà limitata. Per diventare
una quercia maestosa, quell’alberello ha bisogno di un grande spazio. Lo
stesso vale per te.
Quando parlo del tuo ambiente non mi riferisco soltanto a dove vivi,
bensì a tutto quello che ti circonda. Creare un ambiente positivo che
supporti il tuo successo significa liberare la tua vita da ogni disordine. Non
solo il disordine fisico che ti rende difficile essere produttivo ed efficiente
(sebbene anche questo sia importante!), ma anche il disordine mentale di
tutte quelle cose che non funzionano, si sono guastate, ti sottomettono.
Ogni cosa incompleta della tua vita esercita su di te una forza sfibrante e
ti prosciuga le energie da dedicare a traguardi e successi, come un vampiro
che ti succhia il sangue. Ogni promessa, ogni impegno e ogni accordo
mancato assorbono le tue forze, bloccano il tuo slancio e inibiscono la tua
capacità di andare avanti. Le attività incomplete continuano a riportarti nel
passato e a chiederti di occupartene. Quindi, pensa a ciò che puoi
completare oggi.
Inoltre, quando ti stai creando un ambiente che supporti i tuoi obiettivi,
ricordati che nella vita ottieni ciò che tolleri. Questo vale in ogni sfera,
specialmente nelle relazioni con famiglia, amici e colleghi. Quello che hai
deciso di tollerare si riflette anche nelle situazioni e nelle circostanze
attuali.
Detto in altro modo: nella vita ottieni quello che accetti e ti aspetti di
meritare.
Se tolleri la mancanza di rispetto, non verrai rispettato. Se tolleri che la
gente arrivi in ritardo e ti faccia aspettare, con te la gente si presenterà
sempre in ritardo. Se tolleri di essere sottopagato e oberato di lavoro,
continuerai a esserlo. Se tolleri che il tuo corpo sia sovrappeso, stanco e
ammalato, sarà sempre così.
È incredibile come la vita si dispieghi in base agli standard che ti
prefiggi. Alcuni pensano di essere vittime dei comportamenti altrui, ma la
verità è che il modo in cui gli altri ci trattano dipende da noi. Proteggi il tuo
spazio emotivo, mentale e fisico in modo da vivere serenamente, anziché
nel caos e nello stress che il mondo ti scaglia addosso.
Se vuoi coltivare una routine disciplinata e costante in modo che Big Mo
non si limiti a farti visita ma si trasferisca a casa tua, devi assicurarti che il
tuo ambiente ti accolga e ti sostenga nel tuo divenire una persona che agisce
e realizza i suoi obiettivi ai massimi livelli.
Parlando di eccellenza, nel prossimo capitolo voglio aiutarti a sviluppare
quello che hai imparato finora e svelarti il segreto per accelerare il
raggiungimento dei tuoi risultati a partire da adesso. Ottenere risultati
maggiori soltanto con un piccolo sforzo in più potrebbe sembrare come
imbrogliare, procurarsi un ingiusto vantaggio. Ma chi ha mai detto che la
vita è giusta?
Sfrutta l’effetto cumulativo a tuo vantaggio

RIEPILOGO DELLE AZIONI DA COMPIERE


Identifica l’influenza che l’input dei media e dell’informazione sta avendo sulla tua vita.
Stabilisci da quali input devi proteggere il tuo «bicchiere» (la mente), e come puoi
continuare a riempirlo di input positivi, edificanti e incoraggianti.
Esamina le tue attuali associazioni. Con chi dovresti evitare di associarti
ulteriormente? Da chi dovresti dissociarti? Elabora una strategia per riuscire ad
ampliare le tue associazioni.
Scegli un compagno di massime prestazioni. Decidi quando, quanto spesso e di che
cosa diventerete responsabili l’uno per l’altro, e quali idee ti aspetti che vengano
apportate in ogni vostra conversazione.
Vuoi trovarti un mentore? Per tua fortuna, conosco la persona giusta! Se non sei
ancora iscritto, visita www.darrendaily.com e diventerò il tuo mentore quotidiano
(gratuitamente)!
CAPITOLO 6
ACCELERAZIONE

Quando vivevo a La Jolla, in California, per fare esercizio e mettere alla


prova la mia volontà facevo regolarmente un giro in bici di tre chilometri
buoni fino a Mount Soledad. Poche cose che scegliamo di fare di nostra
spontanea volontà causano più dolori e sofferenza di una pedalata senza
sosta lungo una montagna ripida. Arrivi a un punto in cui «sbatti contro il
muro» e ti ritrovi faccia a faccia con la tua vera indole. All’improvviso
vieni spogliato di tutte le proiezioni e le idee che avevi su di te, e non ti
rimane che la verità nuda e cruda. La tua mente comincia a inventare ogni
sorta di alibi confortevole sul perché vada bene fermarsi. È in quel
momento che ti ritrovi a dover affrontare uno dei più grandi dilemmi della
vita: sopportare il dolore e andare avanti, o farsi schiacciare come una
nocciolina e arrendersi?
Nel 2018, mentre correva la maratona di Boston, Desiree «Des» Linden
aveva seriamente pensato di mollare. Pioveva, era tutto bagnato, e non si
registrava una temperatura così bassa da trent’anni. Des era sicura di non
aver bevuto liquidi a sufficienza e temeva i crampi alle gambe.
Des disse alla connazionale Shalane Flanagan che probabilmente si
sarebbe ritirata, e che se lei avesse avuto bisogno di qualcosa, per esempio
qualcuno che la riparasse dal vento, era meglio che glielo dicesse subito.
Shalane fece segno a Des che doveva andare al bagno. Des rallentò e le
promise che non avrebbe mollato prima di averla aiutata a raggiungere il
gruppo di testa una volta ritornata dalla sua sosta.
Nonostante la temperatura gelida, la pioggia battente e la corsa
controvento, Des aiutò Shalane a tornare in testa alla gara. In quel momento
capì che si trovava al terzo o al quarto posto.
«Pensai che forse non avrei dovuto ritirarmi, così ho continuato ad
andare... Stavo malissimo, ma talvolta quando lavori a ritmo spedito e ti
dimentichi di come ti senti, quell’impegno può ribaltare completamente la
situazione» spiegò Des in un’intervista postgara.
Shalane era sfinita, ma Des continuò a spingere. Doveva ancora
rincorrere l’etiope Mamitu Daska, vincitrice delle maratone di Dubai e
Houston. Mamitu si era separata dal gruppo di testa già nella prima metà
della gara, e conduceva con almeno trenta secondi di vantaggio.
Ora che si trovava da sola, bagnata fradicia, con i primi crampi che si
facevano sentire, e con il vento contrario a sedici chilometri orari, Des
Linden riuscì finalmente a passare Mamitu al trentatreesimo chilometro,
concludendo la maratona in 2 ore, 39 minuti e 54 secondi, e diventando la
prima donna americana ad aver vinto la maratona di Boston in trentatré
anni.
In questo capitolo voglio parlarti di quei «momenti della verità» e di
come l’effetto cumulativo possa aiutarti a raggiungere nuovi e più alti livelli
di successo, più in fretta di quanto tu possa immaginare. Quando ti sarai
preparato, allenato, avrai studiato e impiegato il giusto sforzo con costanza,
prima o poi sarà l’ora della verità. È in quel momento che determinerai chi
sei e chi stai diventando. È qui che entrano in gioco crescita e
miglioramento: quando facciamo un passo avanti o ci tiriamo indietro,
quando saliamo in cima al podio e ci prendiamo la nostra medaglia o
continuiamo ad applaudire seccati le vittorie degli altri in mezzo alla folla.
Analizzeremo anche come offrire costantemente agli altri più di quello
che si aspettano, accumulando ancora di più la propria fortuna.

Il momento della verità


«Deve per forza essere dura» disse Des Linden ai reporter dopo aver vinto
la maratona di Boston.
Proprio l’anno prima stava per rinunciare del tutto a correre. «Non mi
appassionavo affatto» confessò all’intervistatore del podcast Only a Game.
Dopo una brutta esperienza durante una gara era esausta e temeva che i suoi
risultati rovinassero uno sport che amava con tutta se stessa.
Des non corse per tutto l’agosto 2017, che è come se, per un mese intero,
il cestista Stephen Curry non mettesse piede su un campo da basket, il
giocatore di football Aaron Rodgers non toccasse una palla o Serena
Williams non prendesse in mano la racchetta.
Ma poi Des ricominciò a correre, all’inizio lentamente, e presto riscoprì
la sua passione per la corsa. «Adoro competere. Decisi di non concentrarmi
sui miei risultati, e il mio atteggiamento diventò: “Vai e cerca di battere
qualcuno”.» E solo un paio di mesi dopo Des ha vinto la sua prima grande
maratona a Boston.
Quando lavoravo nel settore immobiliare sbattevo contro un muro più
volte al giorno. Mentre guidavo verso un immobile la cui inserzione era
appena scaduta, dopo essere stato abbandonato dall’ultimo potenziale
cliente, cominciavo a tirar fuori ogni sorta di scuse per evitare di fare altre
telefonate commerciali e tornarmene in ufficio. Mentre andavo a
ispezionare un quartiere, i cani mi ringhiavano contro oppure rischiava di
mettersi a piovere. Mentre mi trovavo nel pieno del «momento degli affari»
(dalle 17 alle 21, chiamate a freddo), spesso venivo rimproverato per aver
interrotto una cena o il programma preferito in TV, ed ero sicuro di avere
bisogno di fare una pausa e andare in bagno o bere un bicchiere d’acqua.
Ma, anziché mollare, ogni volta che sbattevo contro uno di quei muri
mentali ed emotivi riflettevo sul fatto che anche la concorrenza stava
affrontando le stesse sfide. Sapevo che si trattava di un altro di quei
momenti in cui, se non mi fossi fermato, avrei superato nettamente tutti gli
altri. Questi erano i momenti salienti del successo e dei progressi. Non era
difficile, doloroso o stimolante correre con la massa, tenendo il passo ma
senza avanzare davvero. Ciò che conta non è arrivare davanti a quel muro,
ma cosa fai dopo esserci andato a sbattere contro.
Lou Holtz, il famoso allenatore di football, sapeva bene che le vittorie
erano dettate da quello che facevi dopo aver dato il massimo. Una volta, a
metà partita, la sua squadra stava perdendo quarantadue a zero. Durante
l’intervallo Lou mostrò ai suoi giocatori una drammatica moviola dei
secondi tentativi di bloccaggio, placcaggio e recupero della palla. Poi disse
a quei ragazzi che non facevano parte della sua squadra perché ce la
mettevano tutta in ogni partita: ogni giocatore di ogni squadra lo fa. Disse
che erano nella sua squadra per la loro capacità di fare in ogni partita quel
cruciale sforzo in più. È quello sforzo supplementare, dopo aver dato il
meglio di sé, a fare la differenza. Nel secondo tempo, la squadra rimontò e
vinse la partita. Ecco come si vince.
Muhammad Ali è stato uno dei migliori pugili di tutti i tempi, non solo
per la sua velocità e agilità ma anche per la sua strategia. Il 30 ottobre 1974
riconquistò il titolo di campione dei pesi massimi battendo George Foreman
in una delle più grandi sconfitte nella storia del pugilato, l’incontro noto
come «The Rumble in the Jungle». Quasi nessuno, nemmeno Howard
Cosell, grande sostenitore di Ali, credeva che l’ex campione avesse qualche
possibilità di vincere. Era stato sconfitto da Joe Frazier e Ken Norton, che
Foreman aveva già messo KO addirittura al secondo round. La strategia di
Ali? Approfittare della debolezza del giovane campione: la sua mancanza di
resistenza. Sapeva che, se avesse potuto condurre Foreman davanti al suo
muro, allora ne avrebbe potuto approfittare. A questo punto Ali escogitò la
tattica poi denominata «Rope-a-Dope»: si appoggiò sulle corde, in
posizione di guardia per proteggere il volto, mentre Foreman scaricò un
centinaio di pugni per sette lunghi round. All’ottavo, Foreman era sfinito:
aveva sbattuto contro il suo muro. Solo allora, con una combinazione, Ali lo
fece stramazzare a terra al centro del ring.
Ricordi le circostanze che ha affrontato Des Linden? Sulla linea di
partenza la temperatura era talmente rigida che a tutti i maratoneti fu
consegnata una pettorina in più da indossare sopra i vestiti. C’erano raffiche
di vento che superavano i cinquantasei chilometri orari, e senza il bel tempo
mancavano le folle sulle quali molti corridori sanno di poter contare. «Era
una situazione talmente terribile da essere comica» disse Linden a Only a
Game. «La pioggia ti salta addosso. Dopo soltanto un minuto sei bagnato
fradicio. E ti aspettano un paio d’ore così.»
Ma Des combatté contro pioggia e vento per staccarsi dal gruppo di
runner d’élite. Riuscì a superare dei punti di riferimento iconici come lo
stadio Fenway Park e Kenmore Square, e terminò fradicia d’orgoglio.
Nonostante le condizioni così avverse, per Desiree quello fu il giorno del
trionfo e della vittoria contro ogni previsione.
Quando le condizioni sono fantastiche le cose sono facili, non ci sono
distrazioni, nessuno ti interrompe, le tentazioni non ti allettano e niente
disturba il tuo incedere: quelle sono le condizioni in cui vanno alla grande
anche tutti gli altri. Ma quando la situazione diventa difficile, insorgono i
problemi e la tentazione è forte, hai l’opportunità di dimostrare che ti meriti
di progredire. Come direbbe Jim Rohn: «Non desiderare che le cose siano
più facili; desidera essere migliore».
Quando sbatti contro il muro, nella disciplina, nella routine, nel ritmo o
nella costanza, devi renderti conto che in quel preciso istante ti stai
separando dal tuo vecchio te stesso, stai scalando quel muro e trovando il
tuo nuovo, potente te trionfante e vittorioso.

Moltiplica i tuoi risultati


Ho una straordinaria opportunità per te. Abbiamo parlato di come semplici
esercizi e comportamenti si accumulino nel tempo, producendo risultati
sorprendentemente potenti. E se ti dicessi che puoi velocizzare questo
processo e moltiplicare i tuoi risultati? Ti interesserebbe? Voglio mostrarti
come un piccolissimo sforzo in più possa accrescere in modo esponenziale i
tuoi risultati.
Supponiamo che tu ti stia allenando con i pesi e che il tuo programma
preveda dodici ripetizioni di un certo peso. Ora, se fai quelle dodici serie
stai soddisfacendo le aspettative del tuo programma. Ben fatto. Rimani
costante e alla fine vedrai sfociare questi esercizi in potentissimi risultati.
Tuttavia, se arrivi a dodici – il limite massimo – e aggiungi altre tre o
cinque ripetizioni, il tuo impatto su quella serie si moltiplicherà. Non avrai
aggiunto soltanto un paio di ripetizioni al tuo allenamento. No. Quelle
ripetizioni effettuate dopo aver raggiunto il limite massimo
moltiplicheranno i tuoi risultati. Ti sei appena spinto oltre il muro del tuo
limite massimo. Le ripetizioni precedenti ti ci hanno appena portato. La
vera crescita si verifica con quello che fai dopo essere giunto davanti a quel
muro.
Arnold Schwarzenegger ha reso famoso un metodo di sollevamento pesi
chiamato «principio dell’inganno». Era un maniaco della tecnica perfetta:
sosteneva che, una volta raggiunto il numero massimo di sollevamenti,
spostare leggermente i polsi o pendere all’indietro per coinvolgere nuovi
muscoli – in modo che sostenessero i muscoli già al lavoro (piccolo
inganno) – avrebbe permesso di fare cinque o sei ripetizioni in più,
migliorando notevolmente i risultati della serie. Puoi ottenere lo stesso
risultato con un compagno di allenamenti che ti supporti nelle ultime
ripetizioni, quelle che non eseguiresti se fossi da solo.
Se sei un corridore hai sicuramente già provato l’esperienza. Arrivi
all’obiettivo che ti sei prefissato per quel giorno e senti dolore, sei davanti a
quel muro, ma decidi di andare ancora avanti, ancora un pizzico. Questo
«pizzico» è in realtà un’enorme espansione dei tuoi limiti. Hai moltiplicato
i tuoi risultati di quella corsa.
Prendi la monetina magica di cui abbiamo parlato nel Capitolo 1, quella
che raddoppia il suo valore ogni giorno, dimostrandoti il risultato di piccole
azioni accumulate. Se raddoppiassi quella monetina soltanto un’altra volta a
settimana durante quegli stessi trentun giorni, il risultato sarebbe di
centosettantuno milioni di dollari anziché dieci. Di nuovo, un piccolissimo
sforzo extra per quattro giorni e il risultato sarebbe stato di gran lunga
superiore. Ecco come funziona la matematica del fare un pizzico in più del
previsto.
Considerare te stesso come il tuo più grande avversario è uno dei modi
migliori per moltiplicare i tuoi risultati. Quando sbatti contro il muro,
supera quel limite e oltrepassalo. Un altro modo per moltiplicare i tuoi
risultati è spingerti oltre quello che gli altri si aspettano da te: fare più del
«sufficiente».

Vai oltre le attese


La famosa conduttrice televisiva americana Oprah Winfrey utilizza sempre
questo principio: brillare al di là delle aspettative di ognuno di noi con la
sua generosità e la sua capacità di vivere e lavorare ALLA GRANDE.
Quando parliamo di Oprah sappiamo di doverci aspettare clamore ed
esibizionismo, ma in occasione del lancio della diciannovesima stagione del
suo programma ha veramente spiazzato tutti: i media, e le persone in
generale, non hanno parlato d’altro per giorni.
Torniamo indietro nel tempo per un attimo... gli spettatori furono scelti
perché i loro amici e parenti le avevano scritto dicendo che ognuno di loro
aveva disperatamente bisogno di una nuova auto. Oprah cominciò la
puntata chiamando undici persone sulla scena. Diede un’auto – una Pontiac
G6 del 2005 – a ciascuno. Poi, la vera sorpresa: superò ogni aspettativa
quando distribuì un pacchettino regalo al resto del pubblico dicendo che una
delle confezioni conteneva la chiave della dodicesima macchina. Ma
quando gli spettatori aprirono le loro scatoline, tutti trovarono un paio di
chiavi. Lei urlò: «Avrete tutti una macchina! Avrete tutti una macchina!».
Sebbene questo sia l’esempio più famoso, Oprah continua ad andare
oltre le aspettative di tutti noi in pressoché ogni cosa che fa. In altri episodi,
ha sorpreso una ventenne che aveva passato molti anni in affidamento e in
ricoveri per senzatetto con una borsa di studio quadriennale, un cambio di
look e diecimila dollari in vestiti. E ha dato centotrentamila dollari a una
famiglia con otto figli in affido che stava per essere sfrattata così che
potessero comprare e ristrutturare la loro casa.
Adesso potresti dire: «Be’, ma lei è Oprah, certo che può fare quel
genere di cose!». Ma la verità è che ci sono centinaia di persone nella stessa
posizione di Oprah – con le stesse finanze e la stessa fama – che potrebbero
fare queste cose, ma che non si avventurano nel regno dello straordinario.
Oprah sì. Ecco cosa la rende Oprah. Prendi esempio da lei. Puoi fare più del
previsto in ogni sfera della tua vita.
Quando decisi di chiedere a mia moglie Georgia di sposarmi, avrei
potuto fare quello che fanno tutti e incontrare suo padre per chiedere la
mano della figlia. Invece ho deciso di rendere omaggio al padre e preparare
il mio discorso in portoghese (chiesi alla sorella di Georgia di tradurre
quello che volevo dire). Lui parlava l’inglese abbastanza bene, ma non con
grande dimestichezza. Per tutto il tragitto da Los Angeles a San Diego
ripassai il mio discorso. Entrai in casa con un mazzo di fiori e dei
cioccolatini e chiesi a suo padre di raggiungerci in salotto. Allora recitai il
mio discorso. Dopo avermi fatto il terzo grado, il mio futuro suocero
fortunatamente disse di sì.
Ma non mi fermai lì. Durante il ritorno, e nei giorni successivi, chiamai
ognuno dei suoi CINQUE fratelli e chiesi anche la loro benedizione per
entrare a far parte della famiglia. Alcuni furono facili da convincere, altri
cominciarono a farmela «guadagnare». Il punto è questo: più avanti, mia
moglie mi ha detto che uno degli aspetti più speciali della mia proposta di
matrimonio era stato il modo in cui avevo onorato suo padre e i suoi fratelli
(e che mi ero fatto insegnare il portoghese da sua sorella). Quello aveva
reso la proposta ulteriormente speciale. Il risultato di quel piccolo sforzo in
più mi ha ripagato esponenzialmente.
In quali sfere della tua vita puoi andare oltre le aspettative quando sbatti
contro il muro? E in quali puoi optare per l’«effetto wow»? Non ci vuole
molto sforzo in più, ma quel piccolo extra moltiplicherà di molte volte i tuoi
risultati. Che tu stia facendo alcune telefonate, servendo i clienti,
gratificando il tuo team, dimostrando riconoscenza a tua moglie, andando a
fare una corsetta, sollevando pesi, pianificando un appuntamento galante,
passando del tempo con i tuoi bimbi, qualsiasi cosa... cos’è quel pizzico in
più che puoi fare per andare oltre le aspettative e accelerare i tuoi risultati?

Fai qualcosa di inaspettato


Io sono un bastian contrario di natura, lo so. Dimmi cosa fanno tutti gli altri,
qual è l’opinione diffusa o popolare, e io generalmente farò l’opposto. Se
tutti dicono A, io dirò B. Secondo me quello che è popolare è mediocre, è
ordinario. Le cose ordinarie fanno ottenere risultati ordinari. In America, il
ristorante più popolare è il McDonald’s, la bibita più popolare è la Coca-
Cola, la birra più popolare è la Budweiser, il vino più popolare è il Franzia
(sì, quello che ti vendono nel cartone). Consuma queste cose «popolari» e
farai parte della massa. Questo è ordinario, e non c’è nulla di male
nell’essere ordinario. Io però preferisco puntare allo straordinario.
Per esempio, tutti spediscono biglietti di auguri a Natale. Ma, dal
momento che lo fanno tutti, secondo me non ha un grande impatto emotivo
reale. Per questo io preferisco i biglietti per il giorno del Ringraziamento.
Quanti biglietti di Ringraziamento ricevi? Esatto. Colpisce nel segno. E
invece di quei biglietti di auguri fatti al computer e stampati in enormi
quantità, io scrivo a mano dei pensieri personali in cui esprimo la mia
gratitudine verso quella persona e spiego che cosa lui o lei significhi per
me: stesso sforzo, ma con un impatto decisamente maggiore.
Lady Gaga si è creata una carriera agendo in modo inaspettato. Nel 2011
ha affermato di aver dormito per settantadue ore in un uovo gigante
traslucido in modo da vivere una «cova creativa embrionale». E chi potrà
mai dimenticare il vestito e gli stivali di carne che ha indossato per gli MTV
Video Music Awards? Sinceramente non mi interesso molto di celebrità e
premiazioni varie, ma persino io ero al corrente di questa notizia. Lady
Gaga è sempre stata diversa e sopra le righe, fino a quando ha
improvvisamente smesso di esserlo. Recitando in A Star is Born al fianco di
Bradley Cooper, è apparsa sobria e vulnerabile. Ha registrato un album con
il mitico crooner Tony Bennett e si è battuta per i diritti LGBTQ+ e le
problematiche legate alle malattie mentali. E, cosa ancor più importante,
sebbene l’immagine della Lady Gaga pop continui a evolvere e cambiare, la
sua essenza di artista rimane coerente. Ci stupisce sempre, e quello sforzo
extra fa sì che tutti noi prestiamo attenzione a qualunque cosa lei faccia.
Spesso lo sforzo extra non costa di più in termini di denaro o energia.
Quando lavoravo nel mercato immobiliare, se saltava fuori un’inserzione
scaduta tutti gli altri chiamavano i proprietari per aggiudicarsela. Io invece
prendevo la macchina e mi presentavo davanti alla loro porta, consegnando
loro un cartello con scritto: VENDUTO.
«Prendetelo» dicevo loro quando mi aprivano la porta. «Ne avrete
bisogno se deciderete di farmi gestire la vostra inserzione.» Con il prezzo di
un serbatoio pieno ho aumentato immediatamente ed esponenzialmente la
mia possibilità di ottenere quell’inserzione.
Qualche tempo fa il mio amico Alex era in lizza per ottenere un lavoro
importante. Lui vive in California e il lavoro offerto era a Boston. Era uno
dei dodici candidati finalisti. I candidati del posto avrebbero fatto il
colloquio di persona, mentre quelli lontani in videoconferenza. Alex mi
chiamò per chiedermi come fare una buona impressione durante il
videocolloquio via webcam.
«Quanto desideri ottenere questo posto?» gli chiesi.
«È il lavoro dei miei sogni» rispose Alex. «È tutto quello per cui mi sono
preparato per quarantacinque anni.»
«Allora prendi il primo aereo e presentati di persona» replicai.
«Non ce n’è bisogno» disse Alex. «Faranno andare lì gli ultimi tre
candidati per il colloquio finale.»
«Ascolta» conclusi. «Se vuoi essere fra quei tre, devi distinguerti
facendo qualcosa di inaspettato. Attraversa il paese senza preavviso e
presentati di persona. È così che colpisci nel segno.»
Se mi fisso su qualcosa, mi assicuro di ottenere successo giocando il
tutto per tutto. Lancio quelle che io chiamo campagne «colpisci e
sbalordisci». Durante quella ricerca di lavoro avevo suggerito ad Alex di
eliminare tutti gli ostacoli, di andare all’attacco su ogni fronte possibile e di
farlo instancabilmente.
«Fai una ricerca su chi prenderà le decisioni» gli suggerii. «Scopri i loro
interessi, hobby, gli hobby dei loro figli e dei loro mariti e mogli, dei loro
vicini e così via. Spedisci loro libri, articoli, regali e altre risorse che pensi
possano piacere loro. È esagerato? Certo che sì, ed è questo il punto.
Sapranno che li stai adulando, ma apprezzeranno la tua intraprendenza e
creatività; attirerai certamente la loro attenzione e, molto probabilmente, il
loro rispetto.»
Poi aggiunsi: «Fai una ricerca su tutte le persone dell’azienda. Prendi
quella lista e sottoponila a tutti i tuoi contatti per vedere se conoscono
qualcuno che potrebbe conoscere qualcuno in quell’azienda. Cerca ogni
nome nel database del tuo profilo LinkedIn. Individua un paio di persone
con le quali collegarti. Parlaci e chiedi loro di mettere una buona parola per
te. Spedisci loro regali, bigliettini e altre cose, e chiedi loro di consegnare
personalmente queste cose alle persone che prenderanno le decisioni.
Durante questo processo chiamali, scrivi loro e-mail, messaggi su Twitter,
Facebook e così via».
Potrebbe essere esageratamente aggressivo? Certo che sì! Ma un mio
mentore un giorno mi ha detto: «Anche se ne perdessi uno su cinque per
essere troppo accanito, avrai comunque conquistato gli altri quattro!».
Per inciso, Alex non ha ascoltato il mio consiglio e non ha ottenuto il
posto. Non è neanche arrivato fra i tre finalisti. Posso affermare senza
riserve che Alex sarebbe stato una scelta decisamente migliore della
persona che hanno assunto, ma non è riuscito a lasciare il segno, e questo
gli è costato il suo lavoro dei sogni.
Molti anni fa facevo parte del consiglio di amministrazione di una
società il cui futuro dipendeva dalla firma di un senatore per portare avanti
un importante progetto. Questo signore non cedeva, non tanto per l’assunto
in sé quanto per un conflitto politico con altre persone che avevano
pubblicamente appoggiato il progetto. Anziché lanciare ulteriori appelli a
vuoto per convincerlo, suggerii di scavalcarlo e di parlare al suo capo: sua
moglie.
Passammo in rassegna la nostra rete di contatti fino a che una persona ci
condusse a un amico della moglie. Allora l’aspettammo fuori dalla chiesa e
ci facemmo introdurre dal suo amico. Le spiegammo la nostra importante
causa, e cioè costruire una struttura per il doposcuola in un quartiere
povero, che avrebbe cambiato le vite di centinaia di bambini se soltanto suo
marito avesse supportato l’iniziativa. Inutile dire che il martedì della
settimana successiva aveva già firmato, e l’azienda poté continuare con il
suo progetto.
Nella nostra società, che soffre di deficit di attenzione ed è satura di
propaganda, a volte per far sentire la propria voce è necessario fare
qualcosa di inaspettato. Se difendi una causa o un ideale degni di
attenzione, fai tutto il necessario, anche l’inaspettato, per perorarli.
Aggiungi un pizzico di coraggio al tuo repertorio.

Supera le aspettative
Individua la soglia dell’aspettativa, e poi superala. Anche quando si tratta di
piccole cose, o forse proprio in quelle occasioni. A prescindere dal codice
di abbigliamento per un evento, per esempio, io scelgo sempre di andare
almeno un gradino oltre. Quando non sono sicuro preferisco sempre peccare
di eccesso e vestirmi meglio di quello che credo richieda l’occasione. È
semplice, lo so, ma è soltanto uno dei modi in cui cerco di rispettare la mia
regola di fare ed essere sempre meglio delle aspettative.
Quando preparo le presentazioni per delle grandi aziende passo un
considerevole lasso di tempo a pianificarle studiandone l’organizzazione, i
prodotti, i mercati e le loro aspettative riguardo al mio intervento. Il mio
obiettivo è sempre quello di superare notevolmente le loro aspettative, e lo
faccio attraverso un’instancabile preparazione. Fare meglio del previsto
diventa una parte rilevante della tua reputazione. Sul mercato, la tua fama di
eccellenza moltiplica di varie volte i tuoi risultati.
Ho lavorato a un progetto con il celebre imprenditore Marc Sparks, ed è
in quell’occasione che ho imparato una filosofia davvero preziosa. Egli
pagava le persone, compresi i suoi rivenditori e fornitori, un paio di giorni
prima di quanto stabilito dagli impegni contrattuali. Rimanevo sconvolto
ogni volta che il ventisette di ogni mese ricevevo da lui un assegno per il
pagamento del mese successivo. Quando gli chiesi spiegazioni in merito, lui
sottolineò una cosa ovvia: «I soldi sono gli stessi, ma la sorpresa e la fiducia
guadagnata sono incommensurabili... Perché non farlo?».
Ecco il motivo per cui spedisco al mio team gli assegni bonus tramite il
corriere FedEx. La loro paga mensile ordinaria viene depositata sui loro
conti; ma quando raggiungiamo un grande traguardo stampo e impacchetto
i loro assegni – con un messaggio personale scritto a mano da me – in una
di quelle caratteristiche buste FedEx che arrivano direttamente a casa loro il
giorno seguente. In questo modo, tutta la famiglia può condividere e
festeggiare i traguardi di mamma o papà. Come ha detto Marc: «I soldi
sono gli stessi, ma la sorpresa e la fiducia guadagnata sono
incommensurabili... Perché non farlo?».
La catena di grande distribuzione statunitense Nordstrom è celebre per
una simile politica. Quando si tratta di assistenza al cliente, si sforza sempre
di andare oltre le aspettative. Nordstrom è nota per accettare il cambio di
articoli che i clienti hanno comprato più di un anno prima, senza scontrino,
e in alcuni casi in un altro negozio! Perché mai lo fanno? Perché sanno che
superare le aspettative instaura un rapporto di fiducia e fidelizzazione della
clientela. Il risultato di questa politica è stata la creazione di una
reputazione straordinaria che continua a richiamare l’attenzione. Dopo
tutto, te lo sto continuando a ricordare. Il moltiplicatore continua a crescere!
Ti sfido a adottare queste filosofie nella tua vita, nelle tue abitudini, nella
disciplina e nelle routine quotidiane. Investire un pizzico di tempo, energia
o riflessione in più nei tuoi sforzi non solo migliorerà i tuoi risultati, ma li
moltiplicherà. Per essere STRAordinario ci vuole un pizzico di sforzo in
più. In tutte le sfere della tua vita, cerca le opportunità di moltiplicazione in
cui puoi spingerti un po’ oltre, osare un po’ di più, resistere un po’ più a
lungo, prepararti un po’ meglio e dare un po’ di più. Dov’è che puoi fare
meglio e più del previsto? Quand’è che puoi fare qualcosa di totalmente
inaspettato? Trova quante più opportunità possibili per sbalordire, e il
livello e la velocità dei traguardi raggiunti sbalordiranno te, tanto quanto chi
ti circonda.
Sfrutta l’effetto cumulativo a tuo vantaggio

RIEPILOGO DELLE AZIONI DA COMPIERE


Quand’è che ti imbatti nei tuoi momenti della verità (per esempio, le chiamate di
prospecting, l’allenamento, la comunicazione con i tuoi figli o il tuo partner)?
Identificali, in maniera tale da sapere quando spingere per trovare nuove opportunità
di crescita e quando distinguerti dalla massa per separarti dal tuo vecchio te stesso.
Individua tre sfere della tua vita in cui puoi fare quel pizzico «extra» (per esempio,
fare sollevamento pesi, telefonare, esprimere sentimenti di riconoscenza e
apprezzamento, ecc.).
Individua tre sfere della tua vita in cui puoi andare oltre le aspettative. Dove e come
puoi dare vita a «momenti wow»?
Individua tre modi in cui puoi fare qualcosa di inaspettato. Dove puoi riuscire a
distinguerti da ciò che è normale, prevedibile, ordinario?
CONCLUSIONE

Senza pratica, la teoria diventa inutile. Non ho scritto questo libro per puro
divertimento (è un lavoraccio!) e nemmeno semplicemente per «motivarti».
Senza azione, la motivazione porta all’autoillusione. Come ho detto
nell’Introduzione, quello che conta è l’effetto cumulativo, assieme ai
risultati che darà alla luce. Non dovrai mai più desiderare e sperare che il
successo bussi alla tua porta. L’effetto cumulativo è uno strumento che, se
combinato con azioni positive e costanti, farà la differenza nella tua vita in
maniera reale e duratura. Fai che questo libro e la sua filosofia diventino la
tua guida. Fai che le idee e le strategie per il successo vengano
metabolizzate e producano risultati concreti, tangibili e misurabili per te.
Tira fuori questo libro ogni volta che ti accorgi che piccole cattive abitudini
apparentemente innocue si sono insinuate nuovamente nella tua vita. Tiralo
fuori ogni volta che senti deragliare il treno della costanza. Tiralo fuori ogni
volta che vuoi riaccendere la tua motivazione e potenziare quella forza
motivante. Ogni volta che leggerai questo libro, attirerai Big Mo nella tua
vita.
Lascia che condivida con te quel che mi motiva. Il mio valore
fondamentale nella vita è avere un impatto: desidero cambiare le vite degli
altri in positivo. Quindi, per realizzare i miei obiettivi, ho bisogno che tu
realizzi i tuoi obiettivi. Quello che cerco è la tua testimonianza dei risultati
che ti hanno cambiato la vita. Voglio ricevere le tue lettere o e-mail, voglio
che tra un anno (o persino fra cinque o dieci) tu mi fermi in aeroporto per
raccontarmi degli straordinari obiettivi che hai raggiunto grazie alle idee
che questo libro ti ha trasmesso. Soltanto allora saprò che ho raggiunto i
miei obiettivi e il mio scopo, che sto vivendo secondo i miei valori
fondamentali.
Affinché tu possa ottenere quei risultati (e io, di conseguenza, il mio
testimonial) so che devi agire immediatamente sulla base della tua nuova
conoscenza e consapevolezza. Le idee su cui non investiamo sono idee
sprecate, e non voglio che questo accada. È arrivato il momento di dare
seguito alle tue nuove convinzioni. Sai di averne il potere, e mi aspetto che
tu lo eserciti!
Sei pronto per introdurre dei miglioramenti drastici? Ovviamente la
risposta è: «SÌ!». Ma, arrivato a questo punto, sai bene che dire di essere
pronto ad apportare le modifiche necessarie non vuol dire farlo veramente.
Per ottenere risultati diversi, dovrai fare le cose diversamente e scegliere di
essere l’eccezione.
Non importa dove ti trovi o in che anno leggerai questo libro... Se
potessi, ti porrei queste semplici domande: «Ripensa alla tua vita di cinque
anni fa. Adesso sei dove pensavi che saresti stato cinque anni dopo? Hai
bandito le cattive abitudini che ti eri ripromesso di eliminare? Hai ottenuto
la forma fisica che volevi? Possiedi il buon reddito, lo stile di vita
invidiabile e la libertà personale che ti aspettavi? Hai la buona salute, i
floridi rapporti affettivi e le elevate competenze che ti eri prefissato di avere
a questo punto della tua vita?».
Se non è così, perché? Semplice: si tratta di scelte. È arrivato il momento
di compiere una nuova scelta: decidi che i prossimi cinque anni non siano
un continuum dei precedenti. Scegli di cambiare la tua vita una volta per
tutte.
Rendiamo i prossimi cinque anni della tua vita incredibilmente diversi
dagli ultimi cinque! La mia speranza è che adesso tu ti sia tolto il paraocchi
che indossavi.
La verità su quel che serve per guadagnarsi il successo ormai la conosci.
Non hai più scuse. Come me, anche tu ti rifiuterai di essere preso in giro
dalle ultime trovate sul mercato e dalle promesse di soluzioni rapide e
indolori. Rimarrai concentrato sui semplici ma profondi esercizi che ti
condurranno nella direzione dei tuoi desideri. Sai bene che il successo non
arriva da un giorno all’altro. Sei consapevole che, quando ti impegnerai a
compiere scelte positive momento per momento, nonostante la mancanza di
risultati visibili o immediati, l’effetto cumulativo ti catapulterà verso livelli
che ti sorprenderanno e che lasceranno sbalorditi gli amici, i parenti e la
concorrenza.
Quando rimarrai fedele alla tua forza motivante, e costante nelle
abitudini e nei comportamenti nuovi che hai adottato, il giusto slancio ti
porterà avanti. E poi, grazie all’insieme di quello slancio e delle azioni
positive ripetute, sarà impossibile che nei prossimi cinque anni si ripeta
sempre la stessa storia. Al contrario, quando avrai sfruttato l’effetto
cumulativo a tuo vantaggio, vivrai un successo che, sono pronto a
scommetterci, adesso non puoi neanche immaginare! Sarà incredibile.
Ho un ultimo, prezioso consiglio da darti per il successo. Qualsiasi cosa
io voglia nella vita, ho riscontrato che il modo migliore per ottenerla è
incanalare le mie energie sul dare agli altri. Se voglio rafforzare la mia
autostima, cerco dei modi per aiutare qualcun altro a sentirsi più sicuro di
sé. Se voglio sentirmi più fiducioso, positivo e stimolato, cerco di infondere
queste stesse sensazioni in qualcun altro. Se voglio più successo per me
stesso, il modo più veloce per ottenerlo è aiutare altri a raggiungerlo.
L’effetto a cascata dell’aiutare gli altri e dell’offrire generosamente
tempo ed energia ti porta a diventare il più grande beneficiario della tua
stessa filantropia. Il primo semplice, piccolo passo che ti chiedo di
compiere per migliorare la traiettoria della tua vita è quello di sperimentare
tu stesso questa filosofia. Se trovi che questo libro abbia un valore, se ti ha
aiutato in un modo o nell’altro, prendi in considerazione l’idea di regalarne
una copia a cinque persone a cui tieni e per le quali desideri tutto il successo
del mondo. Possono essere parenti, amici, colleghi, commercianti, il
proprietario della tua piccola azienda locale preferita o qualcuno che hai
appena conosciuto e sulla cui vita vorresti avere un impatto radicale. Ti
prometto una cosa: alla fine sarai tu a trarne i maggiori benefici. Aiutare
qualcun altro a trovare le idee per ottenere successo è il primo passo per
metterle in pratica nella tua stessa vita. E, allo stesso tempo, potresti fare la
differenza nella vita di un’altra persona. Questo libro potrebbe cambiare per
sempre la vita di qualcuno... e potresti essere tu a regalarglielo. Senza di te,
forse non lo troverebbe mai.

Scrivi (in un foglio a parte) il nome di cinque persone a cui vorresti


regalare una copia di questo libro:
Grazie per avermi dedicato il tuo tempo prezioso. Non vedo l’ora di
leggere la storia del tuo successo.

Al TUO successo!

Darren Hardy
RINGRAZIAMENTI

Voglio esprimere la mia riconoscenza e immensa gratitudine alla mia ex squadra alla SUCCESS
Media e alla redazione della rivista «SUCCESS», che mi hanno assistito durante la stesura
dell’edizione originale nel 2010.
A tutti gli eccezionali esperti di realizzazione personale con cui ho lavorato e da cui ho imparato
molto in questi anni, e alle numerose figure di spicco internazionali che ho avuto l’occasione di
intervistare e da cui ho potuto trarre nuove conoscenze, idee e strategie da condividere con te...
A tutte quelle persone di successo, coraggiose e audaci, che scelgono di... essere l’eccezione.
Coloro che si fanno avanti, vanno oltre e si sforzano di diventare #BetterEveryDay. Coloro che ogni
giorno feriale si collegano al sito DarrenDaily per CRESCERE di più, INCIDERE di più e ricercare
l’ECCELLENZA, sempre...
Ai membri della mia squadra attuale, incredibilmente talentuosi, impegnati e appassionati. È
grazie alla loro tenacia, grinta e accanita determinazione che il nostro lavoro ogni anno incide
positivamente sulla vita di oltre un miliardo e seicento milioni di persone...
Infine, grazie alla persona più importante, la mia bellissima e straordinaria moglie Georgia, che
deve sacrificare molte serate e fine settimana affinché io possa affinare la mia arte, come per esempio
questa edizione speciale di Effetto cumulativo.
Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto,
trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro
modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle
condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge
applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come
l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei
diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto
previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.
Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito,
rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore.
In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è
stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore
successivo.

www.librimondadori.it

Effetto cumulativo
di Darren Hardy
Copyright © 2010, 2020 by Darren Hardy, LLC
Tenth Anniversary Note Copyright © 2020 by Darren Hardy
All rights reserved
Titolo originale dell’opera: The Compound Effect
© 2021 Mondadori Libri S.p.A., Milano
Ebook ISBN 9788835709824

COPERTINA || DESIGN: CHIARA BRAMBILLA


INDICE

Copertina
L’immagine
Il libro
L’autore
Frontespizio
Effetto cumulativo
Messaggio speciale di Tony Robbins
Nota in occasione del 10° anniversario
Introduzione
Capitolo 1. L’effetto cumulativo in azione
Capitolo 2. Scelte
Capitolo 3. Abitudini
Capitolo 4. Slancio
Capitolo 5. Influenze
Capitolo 6. Accelerazione
Conclusione
Ringraziamenti
Copyright

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