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~~ DIZIONARIO DEGLI ISTITUTI DI PERFEZIONE Cambiagio - Conventualesimo Ko Le, EDIZIONI PAOLINE 1697 Convo ritto diocesano per ta vita ¢ i ‘ ontemplativa ¢ vizio nell Darrocchie, CanpyienetPlatva e i Bee lcs. 1971 nellarcidiocest di Madrig e €Fetia il 3 » scrive ta Sede: Maximo San Ju, Bes Resola dis, Benedetto a, 2- May le Conan 9) rleonda it angele SH: Active de 8. pet Rag ia cae (Cassin s?oDOEE totus convents meer sgierolamo, . 1, in Holste 1, pee CONTEMPTUS MUNDI: = afondo, Pristto CHG s.Colombang, iste bP: 8 B32, 10; censscolmbano, Xin" Hole tf 73; Stanita, apes: TH, c. IV: PL 199, 55: PL 89, 1040), nondatore detia pig _,,D8 > Chiny'st'ba anche unt enno al cab gi Terni it 33.1916 JON, quando con git CONTI, ANToNTO, ~ Sacerdote, unione ~ Operaie della Gra € ordinato sacerdote i 6.11.19: CONVENTO. ~ Un term i distur; hoc idem de shail ine gid classi as le sigillis conventualium domo. alcuni suoi significati, rlappare Tea de, TU Aeffinimus» (Staruca, c. XIII: PL 209, 901.2), Nantlehleh qristiandy) © jase Glee seattle Cris deecitao termini equivatenti. - See meena cigevO. © specialmente nel sec.XIIT, Nel sec. XIIT she st hance ee eae propri con il sorgere ¢ Vatfermarsi degll Ordini mendj: Mente det, Esti nan celui eee cart Ate ° Usaron© Per designate Te loro case qj ©-comunithadunanza, c Dante inlare pore kor abitazione. arli anche in cielo, quando dinanai all'assemblea ci, Santi con Beatrice esclama: « Mira/quanto dicate © $Graieaieatl - 2, Concetio spssiticn's termini 2 "1 convento de le bianche stole! s etating, quialets = 3. Orndinamento canonicg © dion = 8 AK XO, GaN rettora Mi c.abitazione si afferma con gli Ordini mendi- 1. Nome ¢ suot significat. - Un nome comune canti che al monastero-cenobio-abbazia dei Monaci, quello di c. che, dal latino soc convenio, con- ee earpiece ae cama re venre, ebbe, it nelVantichita lassia. diversi sk lat, sostitutono, come logo i abitavione, fc gnlficatt quali: adunanza 0 assemblea, che poteva Cosi i c. dei Domenican¢ dei Francesca che, Fi, cchoomich, sulpale gag Meas oleate a Siectmierines eet os aduoanda 6) asseriblee GUMPERT Cea aia @ececealih tale some OE denen oe Meat racoogliorai noes ened fale e formale di una casa religiosa —, portaro- in cui st raccoglieva; insieme dei eittadint partert Beg fee te is lees ree panti o deliberanti (N. Del Re, Convento, in Diz- no ae eee tata {uel particolari diritti © dover! Fee ee ree Gree ease Comventu®: Turple, pastoralle capitlar, prop delle chiese in DizAnti Roma b id, 6 ee) gallica oe eeek ee TDI coer dice pa ae ‘ eS a innocenzo IV per i Francesca- e*Sutemco Teserco net eam interme pee nett me dele conventus & intandl tat fe sistemato Tesercito nei campi TBS il se 15. uel ccoments> ann Jp clteriorem Galliam ad conventus agendes Pro, Mga, « Communi a no ee fectus est » (lib. I, n° 54, e 1963, p.86), Erano labitazione, ae eee Classical Library, Londra 1963, p-86). Erane {9p ‘Balla Pram im, Jo Sbaral, © come idici >, riservati is ire le costituzioni di Nar : petra « coments a, ¢ ten oe ca facevano gi capr e costuon isting fgh dele varie ivobriion!cvik delle > SA aan ana on content = i chiaramente © Precsands «coy commorart» (Gregorio IX. circoscrizioni appaiono PIM iNT Mtrzio supra Poo vert, SAID, in BallPraed 1, pt ore delVopers cesaiaDs, Pcisanao un carat ve 94128 An trae Pa jhe le chiama « convents, Brecrst 9 Morter 1, 185; Innocenzo, Wy Cm atc: searattere gindzialo, © 5 PCsSare ine ver 10125, 2 I re is Const ‘che vi si tenevano. Di Comer per 622; Gratien, Hist. fond, et i rane omnes convent urbonenses , AP vecum celeriter om bene Tee (isi) 285,29), sea eainiae emFbuisset » (lib. VIII, n° 46, P52 quello che si dice det Dome git altri Ordini "a conventus » politici si potrebbe ripetere per gli ait oe scious Galize cuesioris CAS, SF ionalt quali Agostini ¢ Carme lana gual si sggionsro pots Servic Mine is i del b. Colom! Gesult, Gesu in DDC © (1957) at 3 ropri te detti, OF Gesu Pe nO Soe Toro prime. costo 1699 studia generalia » per interni ed esierni (Consttt tiones SI cum eorum Declarationibus, Roma 1570, 204, 41, 64; Documenti preparatori alle Costitu. joni di T. Polanco, ed. A. Codina, in ArchHlistSI 1 11932] 56 n° 3, 57 mr 7, 58 m° 27, 58 con le « Reglas de casa»). Ma neppure tutte Ie alire abitazioni degli allri Ordini mendicanti furono 0 sono chiamate e,, pur essendolo nel loro insieme. Si & gid visto che le costituzioni minoritiche del 1260 presentano « con- venti» € «luoghi »; s. Francesco nelle ste Regole ricorda « case » ¢ « luoghi », e in uno dei suoi seritti anche gli « eremi»; si ebbero poi delle abitazioni dette « osservanze », «case di recollevione », « ritie tis, «ospizi», © non mancarono delle «magnoe domus » 0 sedi «solemniores », in genere con studi generali o universitari, come nella « magna domus Patisiensis » (6. Francesco, Regula 1, ¢. VIII; Re- gula IT, c. VI; De religiosa habitatione in eremo, n° I: Opuscula, Quaracchi 1941, p.36, 68, 83; Const. Assisienses 1279, c. XII, nt 239, ed. G. Abate, in MiscPranc 35 [1935] 100: sedi solemniores; Felder, Storia Studi OMin, Siena 1911, p. 170) T « loca conventualia » e « loca non conventualia » dei Minoriti, ¢ alcune loro «magnae domus> 0 sedi «solemniores », trovano riscontro nelle « do- mus priorales » ¢ «domus non priorales », «con ventus maiores», «studia solemnia» dei Domeni- cani; nei «Grands et Petits Augustins » e « Grands et Petits Carmes» degli Agostiniani ¢ Carmelitani ; come tutti, i Mendicanti parlano comu- nemente di casemadri, case generalizie, case pro- vincializie, case di studio, anche se queste ultime, pur accolte in ¢., ebbero éd hanno i nomi specific! di siudi generali, studi provinciali, studi solenni, collegi, facolta, istituti, atenei, universita (Mortier T, 225, 246, 561-3; Mariani, Gli Agostiniani, in Esco: bar I, p.5356; Melchior de Ste Marie, Carmel, in DHGE Vi [1989] 1089; Rossi, Manuate di siéria OSM, Roma 1956, p. 1468). Né il termine c., per quanto specifico delle abi- tazioni degli Ordini mendicanti, pud dirsi esclusive i quelle abitazioni. Infatti anche oggi diciamo: « il c. si ritnisce », « era presente tutto il c. , «entrare in c.», per indicare la comunita o YOrdine religio- so. Queste espressioni poi, data Ia maggiore diffu- sione © popolarita dei c, di fronte ai monasteri- cenobiabbazie, prepositurepriorati-collegiate, ven gono riferite anche a questi ultimi, E cid che si dice di c-comunita, ¢-Ordine, vale anche per c-abi tazione, usato anch’esso ad indicare le stesse abi- tazioni monastiche e canonicali, e quelle di istitu- vioni anche pit recenti, come ad es. negli Stati Uniti d’America, dove le case delle religiose sono comunemente dette « convents » (W. B, Ryan, Con- vent, in NewCathEnc 4 [1967] 284). Cos{ un termine specifico, affermatosi nel sec. XIII per indicare le abitazioni degli Ordini mendi- canti, & divenuto, in senso generico, sinonimo 0 equivalente di altri nomi specifici, propri delle abi- tazioni degli Ordini monastici e canonicali e di altri istituti e congregazioni pi E non solo in campo cattolico, ma anche per istituzioni religiose protestanti, ortodosse e non cristiane (DizEccl I, 723), Tra i principali termini sinonimi o equivalenti in campo cattolico € cristiano, il linguaggio cor- rente presenta: chiosiro (dal latino claustrum, pit spesso al plurale: claustra): luogo chiuso, separato dal mondo esterno; abbazta: Iuogo di una comu- Convento 1700 nit& di monaci © monache, governata da un abate 6 da un/abbadessa, ¢ termine usato soprattutto nel VOrdine benedettino; monastero (da monasterium, termine greco latinizzato): abitazione dei monact, infine, cenobio (dal greco koinos © bios): voce che si tiferisce alle origini del monachesimo orientale, da cui il termine latino coenobium, che designa, in ‘pposizione all’eremitismo primitive dei Padri ‘del deserto, Vistituzione della vita comune, inaugurata da » Pacomio, In campo non cristiano, con qualcuno dei prece- denti, si hanno: amaseria, bonzeria, vihasa, stupa. ‘quest'ultimo inteso come luogo di culto e di medi lazione nel — buddhismo (DizEce! I, 284; EncRel 1 [1970] 1308-10, 1313-15; 5 [1973] 14678). _, Di fronte a tanti termini sinonimi 0 equivalenti, il termine ¢, di cui qui si tratta, corrisponde, nella migliore delle ipotes!, allo stile di vita che condi cono ii religiosi, uomini o donne, e che & quello ella vita in comune, Le variazioni sopraggiunte nella_terminologia fanno riallacciare le successive modifiche alle dif- ferenti tappe della cultura cristiana, dall'antichita ai tempi moderni, passando attraverso il medioevo, Ciascuno di questi periodi @ stato contrassegnato in maniera caratteristica dalla vita regolare, cioe a una vita comunitaria, secondo una regola, delle Costituzioni e consuetudini, Solo in epoca recentis- sima, con il riconoscimento ufficiale degli « istituti secolari» come stile di vita religiosa autentica, la coabitazione effettiva, specifica della vita religiosa come vita comune, non ha pitt Ia stessa importanza 3. Ordinamento canonico ¢ divisione. - I termi- ne ¢, non appare nel CIC. Vi & invece «monaste- ro» (c, 497) e « conventuale» affiancato a « Messa conyentuale » (c. 413), e naturalmente non vi man- ca Yequivalente di ¢. in « domus religiosa » 0 casa di una «Religio in genere» in cui, cio’, si emet- tono voti pubblici perpetui 0 temporanti, e «do- mus regularis» 0 casa di wn Ordine in cui si emettono voti solenni (c. 488, 1°, 2", 4*, 59). Si tiene cos{ conto del termine ¢, in senso largo © senso stretto, ed & forse per questo che Jombart scrive che «le mot couvent est 4 peu pres synonyme de maison religieuse >» (DDC 6 [1957] 699), non senza aver rilevato che « domus religiosa » & un’« expres sion assez vague » (Cathol 3 [1952] 265), e che Cap- pello nota che «c,, nello stretto senso canonico della parola, il luego dove abitano i religiosi o le religiose di voti solenni » (EneItal 11 [1931] 267; DizEccl I, 722), La fondazione di simili case o ¢. @ legata ad alcune norme anch’esse canoniche, quali: prov- vedere al sostentamento della comuniti (c. 496); procurarsi il beneplacito della S. Sede © il con senso dell’Ordinario del luego (c. 497 § 1); deter- minare la clausura papale (c. 597 § 1); attenersi alle condizioni annesse al permesso ricevuto (c. 497 § 2). Tutto questo poi, tenuto conto degli Ordini clericali o non clericali, é legato alla facolta di avere una chiesa o pubblico oratorio annesso alla casa © c.; esercitare il sacro ministero; promuo- vere opere di carita, di cultura e di apostolate se condo gli scopi ¢ le tradizioni dellistituto; non poter essere soppressi senza speciale autorizzazio- ne (c. 498). Neppure i superiori del _c, sono ricordati nel CIC con i loro nomi tradizionali: guardiani pet i Minoriti — se ne ha il primo ricordo sa Tes _ 1701 Convento mento di s.Francesco (1226 pore Ni Belorisper | menicani, Agostiniani, Eee eReti di Dos: do i tradizione monastic, pre ee Seon forse con richiami alla prasst canonpete: Gna tutiones OP, OMin, OESA, OCarm, Osit scot Bras, /nstitutions ‘ecclésiastic ey seo Histoire de 'Eglise 12 {Pargh i9ea) seen ‘La loro presenza & segnalata con un'eg ng pti generale: « Superiores minores», node he Fo riguardo che non possono. restate. i ulfiels 0 Ti : sono Festare in ulficlo aS ees leggibili_ per un secondo tri stessa casa (c, 505): nor che i Gilare ha reso pit comune. = M888 Posteo Le case religiose i i oi Se NRE 0 Talat, ae gai i co te divise in case-madri fitiali; autonome © non Autonome — pit propric queste deat Octane Stici, ma non mancano tra i Mendicant Heageas Falize; provincialize ¢ local; case i noviato, DDC 6 Lost], a Maison religieuse, Ma la divisione pid importan _divisio te, nel Codice, & indubbiamente quella dt «ease for: Mate» ¢ / (Const. Narbonerr 1703 ses, ITT, nn. 14, 15; VIL, n° 20, in ArchFrancHist 34 [1941] 47, 48, 290; MonOPHist TH, p. 108, 114, 1175 Meersseman, L'architecture dominicaine, in Arch- FrPraed 16 [1946] 171, 174). 5 INé trascurarono di comminare dure sanzioni per i trasgressori: « graviter puniantur... de loco expel- lantur», anche se assai pid dure saranno quelle che alcuni «devoti» riserveranno a qualcuno di quei veri o presunti trasgressori, condannandolo ad esser colpito sul capo, in Purgatorio, da due non carezzevoli martelli, «usque ad diem iudicii ». © il caso di fra Giovenale da Firenze, alla cui ii tiva si_deve una delle pit belle chiese france- scane, §. Croce di Firenze, il Pantheon degli uomi- ni pid illustri d'Italia (Bartolomeo da Pisa, De con- formitate, in AnalFranc IV-V, Quaracchi 1906, 1912, p. 440, 108; R. Sciamannini, La Basilica di S. Croce, Firenze 1961), Tra te fonti si possono onl degli Ordini nteressa leatl nelle Yoel riguardanti queglh Ordini, segn ‘qualche altro’ seritio dl caratiere sforico, canonico, artistic. G. Fronchini, Do antiguioritate Religions franciscanae, Rom ciglione 1682, p. 7257; Mortier 10903): Un couvent domi fain au XITe Sidele, p. 592630; G. Le Bras, Institutions ecclé Sastiques de la Chrétiente médiévole, in Fiche martin, Histoire de TEglise 12 (Parish 1968) 49-5 F. Cappello, s.v., in. Bucltal 1 (931) 26748; FX. Wernz. Vidal, Tus canonicion. De Religisis, TM, Roma. 1938, p. 534 Berti, Iustluttones tunis canon De Religiosis, I, Tor Fino-Roma' 1936; T. Schifer, De Religiosis, Roma 198, p.'7£5; E. Jombart, Maison Religieuse, in DDC 6 (957) 69-708; DerRel, p. 1820. 1. Bracaloni, Tarte francescana sella via e nella storia «i 700 anni, Todi 924; G. Meersseman, Larchitecture domi eine aut Xille.sidte, in ArchFrPracd 16 (946) 13690; R.U. Montini, Arte domenicana e francescana, in DizBiogrGrandiltal 1 (Roma 1955) 369.70, 4367; AA. Vari, Llarte nel Medioevo, E11, Milano, TCY, 19645; Abbasie ¢ €., isi, TCI, 1973. J.N. Wanty-G. Opoanor CONVENTUALE. - Nessuno dei moderni dizio- nari ed enciclopedie presenta un pur generico ex- cursus sulla voce convento, il termine c. indica tutto cid che al convento appartiene e che in esso viene realizzato. Si hanno cosi comunita e religiosi c., chiese © messe c., apostolato c,, case scuole archi- vi biblioteche c., vita c., capitoli statuti beni c, Queste varie denominazioni perd non sorgono allo stesso tempo, né si riferiscono ai soli con- venti propriamente detti, e cio’ alle abitazioni dei religiosi o frati degli Ordini mendicanti, Esse si estendono ad ogni casa religiosa, maschile o femminile — anche oggi le suore in America vivo- no nei «convents », come le «sorores conventua- les» del medioevo —; vengono usate per gli Or dini monastici, canonicali © per le stesse congre- gazioni moderne, sebbene i monaci vivessero e vi vano nei monasteri, cenobi e abbazie; i canonici ConvenruaLe. nelle prepositure, priorati ¢ collegiate; i rel Use Longregasiont moderne, non senza richiami fa particolari nomi, nelle pit: semplici case religiose, La derivazione di conyento non € percid so- lo legata al senso specifico di questo termine, ma anche al suo senso generico, assai vario nel corso dei secoli, ¢ riferito a ogni genere di religiosi, compresi quelli degli Ordini penitenziali, cavalle: reschi e terziari (Meersseman, Dossier..., p. 97, 296, 301: of bibl. 9 Il «conventus» delle piti antiche regole mons- stiche indica infatti la riunione dei monaci, iL luogo di riunione liturgica formativa disciplinare: convento da conventus, convenire; indica inoltre la comunita dei monaci o il «collegium mona- chorum »; e infine l'abitazione o casa monastica nel suo insieme. an Quanto al primo significato: «sedere in con ventu fratrum» si legge nella Regola di s.> Pa- comio (1346) tradotta da s.—Gerolamo nel 404 (c. I: Holste I, p. 63); il «diei conventus » ricor- da s.Colombano, m. 615 (c. X: Holste Il, p. 170); i salmi da recitare in chiesa nei « tribus conventi bus diei totidemque noctis» assegna l'Anonimo della Regula ad monachos ricordata da > Bene- detto d’Aniane, m. 821 (c. XXX: Holste II, p. 291), Quanto al secondo: @ Ja comunita dei monaci che appare tra i « cenobiti» o « monasteriali » di s.Be- nedetto (Regula, c. I: Holste II, p. 11); che @ pre- sentata nel «tottis conventus respondet» delle Consuetudines cluniacenses (lib. II, c. IV: PL 149, 737), € nel « conventus » che presta ossequio al suo abate negli statuti di Cluny del 1150 (n° 55: PL 189, 1040), o che recita T'ufficio dei defunti negli Usus Cisterciensium al tempo dell’abate Stefano Harding, 1108-34 (parte III, c. LXXXV: PL 166, 1460). Quanto al terzo significato se ne ha un'indica- zione negli statuti di Cluny del 1200: « Prior clu- niacensis sigillum habeat; sigillum autem conven- tus cum solemnitate non modica custodiatur; hoc idem de sigillis conventualium domorum deffini- mus» (c. XIII: PL 209, 901-2). Ebbene, a tutti questi significati, e specialmen- te al secondo ¢ terzo, viene legata la derivazione dic, che pertanto non proviene solo dal signi- ficato specifico di convento, ma anche dai suoi significati generici. Lo testimonia la presenza nel- Je citate regole e costituzioni di un « capitulum >, di un «collegium monachorum», delle «domus conventuales », dei « prioratus » e « priores conven- tuales », di una comunita di 12 monaci pid i su periori che distinguera una «domus» 0 «locus conventualis » da un «locus non conventualis » (Cassiano, Institutiones, lib. IV, c. IV: PL 49, 156; Statuti Cluny 1150, nv’ 41: PL. 189, 1037; Statuti Cluny 1200, c. VIII, XXXIX, XL, XLIV, LVM: PL 209, 884, 890, 891, 894; Usus’ Cisterciensium, c. LX, LXXX) PL 166, 1441, 1460; Const. Narbonenses OMin, VIM, 6; 1X, 202, in ArchFrancHist 34 [1941] 285, 295), E quello che si dice delle regole ¢ costituzioni monastiche, si pud ripetere delle regole ¢ statuti canonicali, che ai diversi significati del termine «conventus» legano anch’essi la derivazione di & Cost al convento-comunitd delle Antiguae tudines dei Canonici regolari di S. Vittore a Pa rigi: «dum conventus sedet in claustro » 0 ventus in ecclesia est» (c, XXXVII, in EcelRit I, col. 755), legato il « cano a »e il « prior ¢ 1705 monica » della Regula Canonicorum ai Crodegang fm Ke (@-1L 1V, Vil: 8,105) 100), colloquium ‘conveniant » delle Institutiones prac. monstratenses (A. TY, ¢, I, in MarteneEcolRit Mt, col. 920); la «canonica professio » delle Consuetir dines Canonicorum secundsim Regula s. Auguste ai {c.1, i TTL, col. 84). Anche i Mendicanti e altri Ordini del sec. conobbero I vari significa! det terme Senet to», € affianearono loro la qualifica di «c.», Cost Giacomo da Vitry presenta nel 1216 le « congregs- tiones conventuales » degli -> Umiliati, ¢ auspiea nel 1220 una « conventualis disciplina » per i Mino: Titi; il Memoriale Propositi dei Penitenti del 12218 Ficorda i propri religiosi «in eorum domibus con. ventualibus »; le Costituzioni Minoritiche di Nar bona del 1260 serivono: «conventum dicimus ubi 13 fratres et supra possint continuo commorari », ricordando nello stesso tempo «loca conventua. lia» e «loca non conventualia », « guardiani con. yentuales » © « guardiani non conventuales »; « fra- tres conventuales » ¢ « praclati conventuales > ap- paiono nella Regula Militiae BMV. del 1261; «ul tra duas partes capituli et conventus » sono ricor- date in un documento OP del 1304 (R. B.C. Huy- gens, Lettres de Jacques de Vitry, Leida 1960, p. 718, 1312; Memoriale, Regula Militiae, Docum. OP, in Meersseman, p. 97, 115, 268, 301; Const. Narb. MBB 6; 1%, 202, in drehtranctist 34 [i941] 28, Nella ~ Congregazione benedettina Cassinese i Gelegati eletti dalla comunita per il capitolo gene- Yale erano chiamati c. Nelle costituzioni di varie Congregazioni benedettine si distinguono ancor oggi prior c, ciot il superiore di un monastero autonomo, non ancora elevato alla dignita di ab- bazia, prior claustralis, il primo assistente © vice- gerente dell’abate, e prior simplex, il superiore di lina casa dipendente, Da quanto detto appare come sia complesso ed esteso il termine ¢,; come derivi non solo dal termine convento nel suo significato specifico, ma anche generico; come non sia esclusivo né dei mo- naci, né dei canonici, né dei Mendicanti, sebbene questi ultimi pitt strettamente legato ¢ con essi affermatosi, per essere poi trasmesso, in genere in senso non specifico, alle stesse congregazioni tmoderne. 2. Chiese ¢, ¢ relativi diritti e dovert. - Come si hanno case, priorati, religiosi c., cost in periodo monastico canonicale mendicante non mancano chiese c, Sono annesse ai conventi impropriamente detti dei monaci — monasteri, cenobi, abbazie — e dei canonici: prepositure, priorati, collegiate; ¢ sono legate ai conventi propriamente detti_ dei Mendicanti e specialmente dei Domenicani e Fran- cescani Le prime sono rivordate genericamente dal Con- cilio » Lateranense IV del 1215, quando impone «tam in cathedralibus quam in aliis conventuali- bus ecclesiis viros idoneos ordinari » (cost. X, in Mansi XXII, col. 998; ConcOecDecr, p. 239-40); le altre appaiono nelle bolle Cunt taimquam veri di Gregorio IX per i Domenicani (04.1228, in Bull- Praed I, p. 28), e di Innocenzo IV per i France- scani (54.1250, 21.8.1252, in BullPranc I, p. 538, 622). ‘Anche gli altri Ordini mendicanti ebbero le loro chiese c., come pili tardi le ebbero le congrega- zioni moderne, alle quali perd i giuristi, con il CIC (c. 488 § 5), attribuiscono chiese c, «religiose », TI ~ Dizionario dogli istituti div perfetione ~ S. Conventuae 1706 Per distinguerle da quelle degli antichi Ordini men- dicanti ricordate come chiese c. « regolati » (H. Wagnon, Eglises, in DDC 5 [1953] 182). Ma non tutte le chiese dei monaci, canonici e frati erano . Questo titolo era riconosciuto solo alle chiese maggiori e pit importanti, a quelle cit che per la loro ampieza e decoro, ¢ per il nume To dei religiosi che le officiavano, erano capaci i promuovere svolgere particolari attivita Iitur- Biche © pastorali, Nelle citate bolle, infatti, si ak Terma che vengono dichiarate c, solo quelle chiese subi conventus existunt », dove si hanno cioé con- Yenti formati, con religiosi « collegialiter seu con- ventualiter viventes »: almeno 12 0 13. religios come gid ricordato, con i loro superior Che poi le chiese annesse a questi conventi fos- sero le maggiori e piii importanti, oltre che dal numero dei religiosi che le officiavano, appare dal fatto che, dichiarandole c., i papi Gregorio IX © Innocenzo IV intesero inserirle «inter alias ve- nerabiles congregationes fidelium », equiparandole sostanzialmente alle chiese collegiate («conven- tuales seu collegiales»: Mortier I, p. 185) che, nella graduazione comune, seguivano le chiese pa. ‘riarcali, cattedrali, abbaziali e precedevano le chiese semplicemente dette e le stesse chiese par- Tocchiali, matrici filiali o sussidiarie che fossero (Wagnon, ac., col. 182), ‘Come le chiese collegiate ¢ parrocchiali, anche le ¢. erano percid pubblicke, e quindi legate a spe- clali doveri, godendo nelio’ stesso tempo di spe- ciali diritti © privilegi (Mortier 1, p. 185; Gratien de Paris, Histoire de ta fondation et de 'évolution de VOrdre des Freres Mineurs au XIII" siecle, Pa- rigi 1928, p. 172). Alcuni di quei doveri sono ticordati nella citata cost. X del Lateranense IV, dove V'idoneita degli ordinandi viene richiesta perché possano essere ‘cooperatori del vescovo «non solum in praedica- tionis officio, verum etiam in audiendis confessio- nibus et poenitentits infungendis ac caeteris quae ad salutem pertinent animarum» (Mansi XXIL, col. 998; ConcOecDecr, p. 240). E a questi che sono i principali doveri pastorali, altri se ne aggiungevano di carattere piti liturgico: Ia recita dell'ufficio divino e la Messa conventuale, le ese- quie ¢ la sepoliura dei defunti (Salimbene de Adam, Chronica, 1288, ed. Scalia, I, Laterza 1966, p. 450, 8; 494, 13; 616, 3; Const. Parisienses 1292, XIl, 7b, in ArchFrancHist 34 [1941] 317). Matteo Paris (#1259 ca) ricorda che Innocenzo III nel 1210 aveva ordinato a tutti i vescovi inglesi di far annunziare la scomunica contro re Giovanni Senzaterra «in omnibus ecclestis conventualibus » (Chronica, ed. 1644, p. 159), ma si trattava di qual- cosa di straordinario che, come altre simili ma- nifestazioni, si svolgevano nelle chiese c, solo per- ché erano fra le pitt importanti € di solito le pitt frequentate, Che i doveri ricordati siano in genere legati a speciali diritti e privilesi concessi dai papi alle chiese c., e particolarmente a quelle dei grandi Ordini mendicanti, appare dal fatto che ex iure quei doveri erano riservati alle chiese collegiate € parrocchiali, e solo in seguito, ex privilegio, © non senza recriminazioni, furono estesi alle chie- se ¢,, € principalmente a quelle dei Domenicani e dei Francescani. Fu cosi che queste chiese otten- nero la predicazione ¢ confessioni, la custodia del. VEucaristia © sua amministrazione, le ufficiature 1707 solenni ¢ i campanili con relativo suono di cam: pane, i cimiterie la sepoltura ecclesiastica, Data la lore importanza, queste concessioni fe cero sorgere non poche questioni di competenza, {ha gli stessi papi si adoperarono per risolverle fel islior modo possibile, Non ritirarono quanto Avevano concesso, perch¢ lo ritennero utile al be- ne delle anime, ma insistettero nel richiamare i huovi beneficiari al rispetio dei diritti nativi del lero. collegiale ¢ parrocchiale, ¢ al versamento (ella «canonica portio» o «quarta funeraria » (BullFrane 1, p. 537; TV, p. 498500; Constit. Pari. sienses 1292, U1, 224, in ArchFrancHist 34 [1941] 53). 3. Case c. - Come le chiese, cos{ anche le case religiose furono dette c: una qualifica correlativa € anche spontanea se si ifletie, per es, alla for fmula di Gregorio IX ¢ di Tnnocenzo IV che avey no dichiarate c. quelle chiese « ubi conventus exis- unt » (BuliPraed I, p. 98; BullFranc 1, p. 538, 622). ‘Anche qui si tratta delle case o conventi pi indi, richiedendosi, come gia detto, case 0 con- nti formati, con almeno 12 0 13 frati e relat superior Conventi o « priorati maggiori » e «priorati mi. nor! avevano i Domenicani; (Ep. XL: PL 196, 1639). Lluno e l'altro giustificavano cost e la vita reli giosa di mitigazione e quella di austerita, del resto tutte © due approvate e favorite dalla Chiesa nel corso dei secoli, 6. Conventuali e Osservanti, - Si ebbero in ogni Ordine religioso, ¢ come tali furono presentati nella loro storia, « Osservanti ¢ non Osservanti » ricords

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