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19 Elettrotecnica 19.1 Fondamenti dell‘elettrotecnica. Lelettricita & una forma di energia; rispetto ad altre forme di energia, come quella termica, luminose, meccanica e chimica, 'elettricita presenta i seguen- ti vantaggi: © elevate quantita di energia possono essere tra- sportate su lunghe distanze e in zone isolate, per mezzo di cavi; © @ facilmente trasformabile in altre forme gia, come per esempio: energia termica nei si- stemi di riscaldamento, energia luminosa nelle lampade ad incandescenza, energia meccanica nei motori elettrici ed energia chimica nella cari- ca delle batterie di avviamento; © la trasformazione dell’energia elettrica in altre forme d’energia non inquina I'ambiente. La base per comprendere i processi di natura elet- trica @ il modello atomico di Bohr (fig. 1). La parte piu piccola di un elemento, chimicamente indivisi- bile, & l'atomo. > OOO OG Figura 1: lappresentazione schematica di alcuni atomi Un atomo & costituito fondamentalmente dal nu- cleo e dagli elettroni. I nucleo, a sua volta, @ costi- tuito da protoni e neutroni. | protoni sono particelle di massa caricate positi- vamente. II nucleo idrogeno, per pio, po! che rappre- senta la pitt piccola carica positiva, deta carica elementare. I neutroni possiedono una massa, ma nessuna ca- rica elettrica. Gli elettroni sono particelle di massa caricate ne- gativamente. La carica di un elettrone costituisce la pitt piccola carica negativa, detta carica elemen- tare. Gli elettroni sono i portatori della carica ele- mentare negativa, i protoni sono i portatori della carica elementare positiva. Le rispettive cariche elementari sono di uguale entita. Gli elettroni gravitano ad alta velocita (circa 2200 km/s) sulle orbite circolari o ellittiche attorno al nu- cleo dell'atomo (fig. 2). Le forze centrifughe che si vengono cosi a creare sugli elettroni caricati nega- tivamente sono compensate dalla forza d’attrazio- ne dei protoni caricati positivamente. Le particelle che possiedono cariche di segni ‘opposti si attirano. Le particelle che possiedono cariche dello stesso segno si respingono. Se il nucleo dell’atomo possiede un numero di pro- toni pari al numero degli elettroni che gravitano attorno ad esso, I'atomo é elettricamente neutro. ‘——_ C i il \ rere elettrone rao ® protone VY @ neutrone Figura 2: Rappresentazione di un atomo di litio Oltre agli elettroni, che gravitano fissi attorno al nucleo degli atomi, ne esistono altri che circolano liberamente nella materia e che possono staccarsi temporaneamente dall’atomo. Essi sono defi ti anche elettroni “liberi” Fino a quando nessuna energia é applicata alla materia, gli elettroni liberi si muovono in modo disordinato, ossia non @ pos- sibile definire la loro direzione di spostamento (fig. 3). Figura 3: Movimento casuale degli elettroni liberi I fenomeni elettrici sono basati sull’esistenza e sul movimento degli elettroni liberi. Lelettricita non @ creata, ma pud essere presente in ogni materi 19.1.1 La tensione elettrica C’é tensione elettrica quando fra due morsetti di un generatore o fra due punti di un circuito esiste una differenza fra il numero di elettroni presenti La tensione elettrica risulta dalla separazione del- le cariche nella sorgente di tensione. Una tensione elettrica & provocata attraverso una rottura del na- turale equilibrio tra portatori di cariche positive e negative nel generatore di tensione (fig. 1). conduttore sorgente ditensione _conduttore — z Generazione di tensione mediante separazio- ne delle cariche Il polo dove c’é un eccesso di elettroni é det- to polo negativo, mentre il polo a cui mancano elettroni é detto, invece, polo positivo. Vi @ una tendenza a ristabilire un equilibrio elettri- 0 tra il polo negativo e il polo positive quando si chiude il circuito. Gli elettroni si spostano tramite utilizzatore dal polo negativo verso i! polo posi- tivo, creando in tal modo lavoro elettrico (fig. 2). sorgente ‘dhtensione ‘senso tecnico della corrente ——= Figura 2: Ilflusso di elettroni nel circuito elettrico La tensione elettrica @ la tendenza all'equilibrio tra differenti quantita di cariche. E la causa del flusso della corrente elettrica. Non c’é tensione elettrica nel morsetto di un alter- natore quando esso non é in rotazione. In effetti gli elettroni liberi che si trovano nelle bobine sono distribuiti uniformemente: le bobine sono, quindi, elettricamente neutre. Se il generatore @ messo in rotazione, gli elettroni affluiscono verso il polo negativo. Ne risulta un eccesso di elettroni al polo negativo rispetto al polo positivo e, quindi, una tensione elettrica. [eon ’a di misura della tensione U é il volt [V] 19.1.2 La corrente elettrica La chiusura di un circuito elettrico sottoposto ad una tensione produce una corrente elettrica (). La corrente elettrica risulta dal movimento or- dinato degli elettroni liberi, in un corpo condut- tore. Circuito elettrico (fig. 3). La corrente elettrica pud circolare soltanto in un circuito chiuso. Un circuito elettrico € composto almeno da un generatore di tensione. un utilizzatore e dei conduttori (cavi). Lin- terruttore permette di chiudere e aprire il circuito. Negli schemi elettrici, gli interruttori sono general- mente rappresentati in posizione aperta. ‘senso della corrente —> to. Taterruttore tore tilzzstore conduttore: flusso ai elettroni —e Figura 3: Circuito elettrico Fusibili (fig. 4). Sono collegati al circuito elettrico. | fusibili dei conduttori proteggono i cavi del cir- cuito dai sovraccarichi e dai cortocircuiti. | fu di protezione degli apparecchi proteggono i singoli apparecchi in caso di difetti, per esempio le centra- line di comando. veicoli Conduttori elettronici fig. 5). Sono tutti i conduttori elettrici costituiti da materiale metallico. Gli atomi di metallo possono liberare degli elettroni fuori dalle loro orbite. Questi elettroni “liberi” possono spostarsi facil mente da un atomo all'altro de! metallo. A causa della tensione, se il circuito @ chiuso tutti gli elet- troni liberi del conduttore e dell‘utilizzatore sono costretti ad assumere un movimento ordinato. La corrente elettrica circola. Figura 5: Movimento ordinato degli 558 een ose) 19 Conduttori ionici (fig. 1). Permettono un flusso di corrente grazie al movimento ordinato delle parti- celle cariche elettricamente (ion). Gli ioni positivi sono chiamati cationi, dal momento che si muo- vono in direzione dell'elettrodo negativo, ossia del catodo. Gli ioni negativi, invece, sono chiamati anioni, dal momento che si spostano verso I'elet- trodo positivo, I'anodo. I conduttori ionici sono composti chimici che si scindono in particelle cariche positivamente e negativamente. La scissione dei gas in particelle di materiale nega- tive e positive @ un fenomeno denominato ioniz- zazione e pud essere causato da radiazione, riscal- damento o campi elettrici. Se per effetto del forte campo elettrico la miscela aria-carburante @ pre- sente fra gli elettrodi della candela, l'aria subisce il fenomeno della ionizzazione. L'aria diventa cosi un conduttore elettrico, permettendo la formazione della scintilla (fig. 1). catione we anione _ elettrodo centrale Figura 1: lonizzazione nella candela di accensione Senso della corrente Senso della corrente elettronica. Nel generatore di tensione c’é un eccesso di elettroni al polo nega- tivo e un difetto di elettroni al polo positivo. Se il polo negativo @ collegato al polo positivo del ge- neratore di tensione attraverso un utilizatore, gli elettroni si spostano nel circuito elettrico esterno dal polo negativo al polo positive del generato- re di tensione, passando attraverso I'uti (fig. 2), di corrente espri- ‘me il numero di elettroni che passano in un secon- do attraverso la sezione di un conduttore. u 1 i tale intensi ympere (A). Densita di corrente J. Esprime la quantita di corren- te / che attraversa ogni millimetro quadrato della sezione A di un conduttore. Lunita di densita della corren- te Jé l'ampére per millimetro quadrato (A /mm?). La densita di corrente sopportata dal cablaggio dipende soprattutto dalla possibilita di raffredda mento della superficie del conduttore (tab. 1). | cavi sottili hanno una superficie maggiore, in rap- porto alla sezione del conduttore, rispetto ai cavi pid grossi, per cui sono in grado di trasportare una maggiore quantita di corrente per mm? di sezione del conduttore. A Saat J inmm? in in Almm? 10 19 19.0 25 32 12.8 60 54 30 160 98 61 Tipi di corrente Corrente continua (DC", segno -). In un circuito in cui la tensione ¢ la resistenza sono costanti, cir- cola corrente continua se ogni secondo si sposta lo stesso numero di elettroni nella stessa direzione (fig. 3). sh —£ 8 Figura 3: ‘tempo t = Corrente continua Senso convenzionale della corrente. Non cono- scendo il senso della corrente elettronica, in elet- trotecnica @ stato stabilito che la corrente citcola dal polo positivo al polo negativo (fig. 2) Corrente alternata (AG), segno ~). In un circuito nel quale la tensione e la resistenza sono costanti, circola corrente alternata se gli elettroni liberi assu- mono un regolare movimento di viavai in entram- be le direzioni (fig. 4). Figura 4: Corrente alternata ¥ DC da Direct Current in ® AC da Atemating Cu 0) = corronte continua nt inglese) = corrent alternate 19.1.3 La resistenza elettrica In elettrotecnica, il termine “resistenza elettrica” ha due significati: © proprieta fisiche dei materiali conduttori rente elettrica; © componente in elettrotecnica ed elettronica, cor- 19.1.3.1 La resistenza elettrica dei materi Se un conduttore elettrico viene messo sotto ten- sione, gli elettroni non sono pili in grado di muo- versi liberamente. Questo freno al flusso di elettro- ni viene chiamato resistenza elettrica R. La resistenza elettrica Re il rallentamento della corrente elettrica in un conduttore. E espressa in ohm (0). Resistivita (resistenza elettrica specifica) p. Ogni conduttore presenta una sua specifica resistenza elettrica p"!. Per esempio, un filo di rame lungo 1 'm con una sezione di 1 mm? ha una resistenza di 0,0178.0. La resistivita p @ la resistenza di un conduttore lungo 1 m con una sezione di 1 mm?, In elettrotecnica, al posto della resistivita p si indica spesso la conduttivita elettrica K2).E il valore inver- so della resistivita © =— | Unita: —— ° Q-mm? Il valore numerico della conduttivita elettrica del rame, per esempio, & 56, quello dell‘alluminio 36. Questo significa che, @ parita di dimensione dei due conduttori, il ame conduce circa 1,5 volte me- glio rispetto all’alluminio (56 : 36 ~ 1,5). Resistenza del conduttore R. La resistenza R di un conduttore é tanto pit! grande quanto pit elevata @ la sua resistivita, quanto piu grande é la sua lun- ghezza e quanto pit piccola é la sua sezione A 1 P°"' Lunita della resistenza f@ ohm rool A (). > (rho, lenere rece) 2X (kappa, letora gece) Resistenza e temperatura La resistenza di un materiale conduttore dipende dalla sua temperatura. A seconda del materiale utilizzato, il valore della resistenza pud aumentare (conduttore freddo) o diminuire (conduttore caldo) in funzione della temperatura. Conduttori freddi. Conducono meglio la corrente a freddo piuttosto che a caldo, In altre parole, la loro resistenza aumenta all'au- mentare della temperatura. Questi materiali sono definiti PTC® (fig. 1) in quanto hanno un coefficien- te di temperatura positivo, La maggior parte dei metalli é costituita da condut- tori freddi. La resistenza dei conduttori freddi aumenta all'aumentare della loro temperatura. A provocare I'aumento della resistenza dei condut- tori freddi @ I'aumento delle oscillazioni termiche degli atomi e delle molecole dei materiali condut- tori. Diminuisce cosi la conduttivita de! materiale, ossia viene rallentato il flusso degli elettroni. Conduttori ealdi. Conducono meglio la corrente a caldo piuttosto che a freddo. ‘Questi materiali sono definiti NTC" in quanto han- no un coefficiente di temperatura negativo (fig. 1). Icarbone, certe leghe di metallo e la maggior parte dei materiali semiconduttori sono conduttori caldi. La resistenza dei conduttori caldi diminuisce all’'aumentare della loro temperatura. La ragione della diminuzione della resistenza dei conduttori caldi risiede nella capacita degli elettro- ni di rompere pit facilmente il loro legame con gli atomi o le molecole. In tal modo, sono disponibili pid elettroni liberi per la conduzione della corrente. Aumenta cosi la conduttivita del materiale, ossia il flusso degli elettroni & sempre meno rallentato. ‘Simboli conduttore caldo (NTC) conduttore fre ‘ Figura 1: alori della resistenza in funzione della tem- peratura resistenza RR —— ‘temperatura @ (prima: 8)—— Cootciont(inglese) re Coefficient (inglese) 560 eee’ ose) 19 19.1.3.2 Resistenze come componenti elettrici Si distingue tra resistenze fisse e resistenze variabi li. Nella fig. 1 sono rappresentati i simboli dei com- ponenti pit. comuni i to = resistence rosistonza resistonze ‘con prese ‘variabile 7 = —h- —- te potenziometro | potenziometro potenziometro | ‘aregolazione | ‘a regolazione on eursore fontinus ‘Progressiva Figura 1: Simboli delle resistenze Le resistenze fisse. II loro valore di resistenza @ finito in produzione. Per ottenere altri valori di re stenza, é possibile combinare pili resistenze colle- gandole in serie, in parallelo o in un circuito misto. Le resistenze variabili (reostati). II loro valore spe- cifico pud essere regolato tramite un cursore o una presa. Sono spesso collegati in serie all'utilizzatore per permettere la regolazione della tensione d’ali- mentazione. | potenziometri (fig. 2). La resistenza totale della pi- sta pud essere misurata tra i morsetti A (inizio) ed E (fine). Con I’aiuto del cursore §, il valore della re- sistenza tra i morsetti S ed E pu essere modificata in maniera progressiva tra 0 e la resistenza totale. Applicando una tensione U ai morsetti A ed E, trai morsetti S ed E é possibile ottenere la tensione U>. Con I'aiuto del cursore, la tensione U; pud essere regolata in maniera progressiva tra 0 e la tensione di alimentazione U. Il rapporto tra la tensione totale Ue la tensione parziale U, é uguale al rapporto tra la resisten- za totale (Ry + 2) € la resistenza parziale Ra. Nella tecnica automobilistica, i potenziometri sono spesso utilizzati per misurare l’angolo di rotazione di certi elementi meccanici, come per esempio il pedale dell’ acceleratore, il potenziometro della val- vola a farfalla, ecc. Questa misura dell’angolo di rotazione del cursore @ convertita in una tensione elettrica, che sara tra- smessa a una centralina di comando. 19.1.3.3 Comportamento elettrico dei material In funzione del comportamento elettrico dei mate- riali si distinguono: © materiali conduttori metallici (rame, alluminio); © materiali isolanti (materiali sintetici, porcellana); © materiali semiconduttori (silicio, selenio). Materiali conduttori metallici. Conducono la cor- rente elettrica in modo eccellente in quanto di- spongono di molti elettroni liberi Oppongono solamente una piccola resistenza al flusso della corrente elettrica. Materiali isolanti. Sono materiali che, praticamen- te, non conducono corrente elettrica. Oppongono una grande resistenza al flusso della corrente elettrica, ossia la loro conduttivitd elettrica @ approssimativamente pari a 0. | dati caratteristici della capacita isolante di un ma- teriale sono: © la resistenza interna (resistenza d'isolamento); © la rigidita dielettrica, Materiali semiconduttori. Possiedono una condut- tivita nettamente inferiore a quella dei materiali conduttori, ma superiore a quella degli isolanti. A bassa temperatura si comportano come isolanti, mentre a temperature superiori alla temperatura ambiente, la loro resistenza diminuisce significati- vamente. Domanbe bt ripasso 1 Quali sono i simboli e le unita della tensione, del- la corrente e della densita della corrente elettrica? 2 Che cosa si intende per tensione elettrica? 3 Qual é la differenza tra corrente continua e cor rente alternata? 4 Qual é il compito del fusibile? 5 Che cosa si intende per densita della corrente? 6 Quali sono le conseguenze di una densita di cor rente troppo elevata in un conduttore elettrico? 7 Come definita la resistivita? 8 Come varia Ia resistenza dei conduttori freddi all‘aumentare della temperatura? 19.1.4 La legge di Ohm. In un circuito elettrico chiuso, la tensione U ai mor- setti fa fluire una corrente /attraverso una resisten- za Ri(fig. 1). Dal rapporto tra la tensione U, misurata in volt, e la corrente /, misurata in ampere, risulta una resistenza R, misurata in ohm. Questa equazio- emmy" Tabella 2. Applicando ai reostati R, e Ry una ten- sione continua costante, rispettivamente di U; = 5 Ve U; = 10, se i valori delle resistenze R, © Ry rimangono invariati, si ottengono differenti valori dicorrente he h ne molto precisa é chiamata legge di Ohm. v a Figura Valori di misura in un circuito di corrente elettrica Tabella 1. Applicando alle resistenze Ry = 2.0 @ Ry = 1.Q.una tensione continua variabile U, si ot- tiene per ogni resistenza, a parita di tensione U, differenti valori di corrente fy € / inv | 0 hina [ola] 2[3]a[ 5 m=10|] bina |o[2[4] 6] se] Se si rapportano i valori h, € by in funzione di U, si ottengono due rette con gradienti differenti (fig. 2). Dal diagramma appare che: ® la corrente | @ proporzionale alla tensione U (Uy; © a parita di tensione U, minore sara la resistenza R, maggiore sara la corrente / che circola e vice- versa. Figura 2: lin funzione di U Ter | py, anal o}2}a|o|e| hina [6282] 25 | 125] 022 007d os Como: ina [621 5 [25 | 196/125 10 Se si rapportano i valori /, € in funzione del- la resistenza R, si ottengono due iperbol (fig. 3). Dal diagramma appare che: © la corrente J diminuisce quando la tensione ap- plicata U resta costante e aumenta la resistenza /; © la corrente /@ inversamente proporzionale alla resistenza A (/~ 1/R). Figura 3: /in funzione di R 19.1.5 Potenza, lavoro, rendimento La potenza elettrica della corrente continua E La potenza elettrica Pé uguale al prodotto della tensione Ue della corrente /. Lunita della potenza elettrica é il watt (W). Paul 1 watt @ la potenza di una corrente di 1A con una tensione di 1V. [ 1W= 1V-1A=1J/s=1Nm/s 562 aN ose) 19 I avoro elettrico della corrente continua Il lavoro elettrico W @ uguale al prodotto della potenza elettrica Pe del tempo tdurante il quale la potenza Pé erogata. Uunita del lavoro elettricoW & il wattsecondo (Ws). 1 wattsecondo @ il lavoro fornito con una potenza di 1W durante un tempo di 1 s. 3.600.000 Ws corrispondono a 1 kWh. 1Ws= 1V-1A-1s=1J=1Nm Rendimento Il rendimento n @ il rapporto tra la potenza utile P, e la potenza assorbita P,. I Pas Py-Py Poiché la potenza assorbita P, & sempre maggio- re della potenza utile P,, il rendimento n & sempre inferiore a 1 0 al 100%. Cid & dovuto alla perdita di potenza P, che si crea in seguito a ogni trasforma- zione di energia (potenza dissipata). 19.16 ¢ 5 resi Collegamento in serie delle resistenze (fig. 1) I collegamento in serie é utilizzato per dividere ( partire) la tensione in un circuito elettrico. | compo- nenti, per esempio, vengono collegati in serie se la tensione di alimentazione consentita di ciascuno di essi é inferiore alla tensione totale del circuito, Esempio: si collega un diodo luminoso con una resistenza per poterlo alimentare alla sua tensione nominale (2,4) ¢ poterlo cosi utilizzare nel circuito di bordo di un veicolo a 12V. Figura Collegamento in Il collegamento in serie é regolato da leggi molto precise. La stessa corrente attraversa simultanea- mente tutte le resistenze. La tensione totale @ uguale alla somma delle ten- sioni parziali. | UzU +++. Le tensioni parziali sono proporzionali alla loro re- sistenza (ripartizione della tensione) [acacucaan La resistenza totale @ uguale alla somma delle re- sistenze parziali. [ Rah +t Rt o Collegamento in parallelo delle resistenze (fig. 2) {I collegamento in parallelo delle resistenze é uti- lizzato per dividere (ripartire) la corrente. Tutti gli utilizzatori sono sottoposti alla stessa tensione. La corrente totale /, proveniente dal generatore di tensione, si ramifica in funzione della dimensione delle resistenze. In altre parole, una bassa resisten- za offre il passaggio a una corrente piu importante rispetto a una resistenza di valore pitt elevato. Tutti gli utilizzatori di un autoveicolo sono in gene- in parallelo alla batteria, per esempio i Figura 2: Collegamento in parallelo Il collegamento in parallelo @ regolato da leggi precise. A tutte le resistenze é applicata la stessa tensione. | U=U,=W=W= La corrente totale é uguale alla somma delle cor- renti parziali (divisione della corrente). [etwas id Ilvalore inverso della resistenza totale é uguale alla somma dei valori inversi delle resistenze parziali. La resistenza totale @ sempre minore della pitt pic- cola delle resistenze parziali Collegamento misto delle resistenze (fig. 1) Un circuito elettrico in cui le resistenze sono colle- gate in parallelo e in serie & detto circuito misto 0 collegamento a gruppi delle resistenze. accorpamento delle feoistenae fy Ra nll res Stonca equivoerte i Ve die Ly af] a Figura 1: Collegamento misto delle resistenze Nei collegamenti misti si applicano le leggi valide per il collegamento in serie e in parallelo. Per il calcolo delle reti, il collegamento dev'essere progressivamente semplificato, accorpando le re- sistenze attivate in serie o in parallelo in resistenze cosiddette equivalenti. 19.1.7 Misurazioni in un circuito elettrico Misurazione della tensione elettrica (fig. 2) La tensione elettrica pud essere misurata con un voltmetro, che é collegato in parallelo, in funzione dei poli, al generatore di tensione. D4.) Faure: Misurazione della ten: Ot — (<< itensita della corrente elettrica La corrente elettrica é misurata con un amperome- tro, che é collegato nel circuito, ossia é collegato in serie con I'utilizzatore nella linea di alimentazione oppure nella linea di ritorno. Il morsetto positive dell'amperometro deve essere collegato al polo positive del generatare di tensione. = FI || rrgures SH Misurazione della comente Collegando per sbaglio un amperometro come voltmetro, si produce un cortocircuito a causa della debole resistenza interna dell’'amperometro. |! pas saggio della corrente pud distruggere l’ampero- metro e i componenti elettrici ed elettronici su cui vengono effettuate le misurazioni. La resistenza pud essere misurata direttamente 0 indirettamente. Misurazione diretta con un ohmmetro. Per effet- tuare la misurazione diretta di una resistenza, si deve staccare il componente dal generatore di tensione e collegare I'ohmmetro in parallelo alla resistenza (fig. 4). In caso contrario, si rischia di ro- vinare 'apparecchio. no: componente si: componente privo sotto tensione ditensione Figura 4: Misurazione diretta di una resistenza, (in assenza di tensione) Qualora la resistenza da misurare sia collegata in parallelo a una seconda resistenza, essa deve es- sere staccata dal circuito elettrico (fig. 5). In caso contrario, il valore misurato sara sbagliato. no: resistenze Ry © A resistenza Ry staccata misurate come circuito dalla resistenza Az colle- in parallelo gata in parallelo Ke 4 Figura 5: Misurazione diretta di una resistenza (con collegamento in parallelo) ©) Ry A La misurazione diretta @ estremamente impre- cisa in caso di piccole resistenze, dal momento che la resistenza interna dello strumento di mi sura, collegata in parallelo, influisce sul risulta- to della misura, Misurazione indiretta. Si effettua misurando la ten- sione e la corrente sulla resistenza. Queste due mi- sure sono utilizzate poi per calcolare il valore della resistenza secondo la legge di Ohm. Per la misu- razione indiretta della resistenza tramite il metodo voltamperometrico, vi sono due collegamenti pos- sibili: voltmetro a monte dell'amperometro (fig. 1, pag. 564) ¢ voltmetro a valle dell’amperometro (fig. 2, pag. 564). In caso di voltmetro a monte dell'amperometro (fig. 1, pag. 564) I'amperometro misura la corrente effettivamente assorbita dalla resistenza R. Il volt- metro, tuttavia, indica una tensione U maggiorata della caduta di tensione Ui, sull’amperometro. Nel calcolare la resistenza secondo la legge di Ohm, si ottiene pertanto un valore troppo elevato. Tely=1,67A, . att @—— iy-0Af rosa | |\un-223v Riy=1Mo calcolo dela resistonzs: R=. = —10V- =5,900 Figura 1:Voltmetro a monte dell'amperometro Se la resistenza da misurare R é significativamente maggiore della resistenza interna Ri, dell’ampero- metro, quest’ultima pud non essere considerata. Collegando il voltmetro a monte dell’ampero- metro, possibile determinare con precisione grandi resistenze. In caso di voltmetro a valle dell’'amperometro (fig. 2}, il voltmetro misura la tensione effettivamente presente sulla resistenza. Lamperometro, tuttavia, indica una corrente / maggiorata della corrente hy assorbita dal voltmetro. Nel calcolare la resistenza secondo la legge di Ohm, si ottiene pertanto un va- lore troppo basso. Figura 2: Voltmetro a valle dell‘amperometro Se la corrente assorbita dal voltmetro @ signifi- cativamente inferiore alla corrente che passa per la resistenza da misurare, per esempio in caso di voltmetri digitali, la corrente assorbita dal voltme- tro pud non essere considerata. Se la resistenza R & molto inferiore alla resistenza interna Ry del voltmetro, quest'ultimo é attraversato soltanto da una piccola porzione di corrente. In tal caso, quindi, Verrore di corrente pud essere trascurato. Collegando il voltmetro a valle dell'amperome- tro, @ possibile determinare con precisione pi cole resistenze, oe 19.1.7.1 Strumenti di misura analogici | valori di una grandezza elettrica da determinare sono trasformati in valori fisici, vale a dire analo- gici", con il movimento della lancetta di uno stru- mento di misura. La lancetta indica il valore su un quadrante graduato (fig. 3). simbol della scala specchio antiparalasse Figura 3: Indicazione del valore misurato Losservazione della deviazione della lancetta tra- sforma la deviazione analogica in un valore nume- rico, ossia una rappresentazione digitale. Si ha una trasformazione analogico-digitale a livello mentale. Gli strumenti di misura a lancetta e gli oscillo- scopi sono strumenti di misura analog | simboli degli strumenti di misura Gli strumenti di misura analogici contengono non solo una scala delle grandezze da misurare, ma an- che delle informazioni sulla natura dello strumen- to, per esempio il principio di funzionamento, la sua classe di precisione, la corrente per la quale & stato costruito, la posizione di utilizzo e la tensione di prova alla quale @ stato sottoposto. Tutte queste formazioni supplementari sono rappresentate in simboli e in numeri (tab. 1) Per caret ont Posiione dutiize ‘Ap. di isura Posizione d'utilizzo abobinamobile | [ra |ortzontale on magnete perm. Anparecchio di Classe di preciso misuraabobine | 4. ne. inrapporo al mobile con 19 |Vaiore totale del radgrigzatore eampo oi misura Strumento con ampliicetore Suumenovamr 2 |Wiesiosnes cis ao sien */A/#D || 2 Nella tecnica automobilistica, come strumenti ana- logici si utilizzano in genere soltanto apparecchi di misura a bobina mobile, adatti unicamente alla mi- surazione delle tensioni e delle correnti continue. Per la misurazione di grandezze alternate, é neces- gnalogico = corispondente, a sario utilizzare uno strumento a bobina mobile con raddrizzatore. Classe di precisione. & rappresentata da un numero ¢ indica il margine di errore tra il valore misurato il valore reale. Gli strumenti di misura si distinguo- no in 7 classi di precisione designate da numeri: Le cifre indicano il limite massimo di errore. La classe di precisione 1,5 significa che l'errore pud costituire +1,5% del valore totale del campo di misura (valore di fondo scala). Per esempio, con uno strumento di classe 1,5, per una misura di 100 V su una scala di 100V, I’errore massimo sara di #1,5 V, ma per una misura di 10 V, la tensione misurata potra trovarsi tra 8,5 e 11,5V. Con un valore finale del campo di misura di 100V e una tensione reale di 100V, uno strumento di classe 1,5 indichera un valore compreso tra 98,5 e 101,5V. La percentuale d’errore assoluta per una tensione reale di 10 V é #15%, mentre per una tensione di 100V @ #1,5%. Per limitare il pid possibile I'errore di misura, & necessario scegliere il campo di misura del multi- metro in modo tale che la lancetta si situi nel terzo superiore della scala. Effettuando la stessa misurazione con una classe 0,2, si otterrebbero dei valori equivalenti, rispetti- vamente, a 9,8V/10,2V e 99,8/100,2V. Le percentua- lid'errore assolute saranno allora, rispettivamente, 2% @ 20,2%, 01 | 02 | 05 19.1.22 Strumenti di misura digits | valori di una grandezza da misurare (per esempio la corrente elettrica) sono indicati direttamente in una sequenza di cifre (fig. 1). La conversione delle grandezze analogiche in cifre, ossia in un‘indicazio- ne numerica, é realizzata mediante un convertitore analogico-digitale (convertitore A/D) integrato nel- lo strumento di misura. memorizzazione dei valor indicazione digit corrente shen indicazione doll unita ‘lt misu indicazione analogica Figura 1: Indicazione digitale con indicazione analogica La rappresentazione numerica facilita la lettura di una misurazione. Inoltre, si ottiene una risoluzione superiore rispetto alla rappresentazione analogica In altre parole, non & pid necessario stimare il valo- re tra due linee della scala. Gli strumenti di misura digitali effettuano general- mente due misurazioni al secondo. Il valore stesso @ scelto in una frazione di secondo e registrato nel- la memoria intermedia. ara il valore medio delle due misurazioni ad essere rappresentato, in quanto il valore misurato non & sempre costante. Una misurazione continua porte- rebbe a una continua variazione delle ultime cifre indicate. Inoltre, sarebbe difficile inserire le misure a causa delle variazioni rapide dei valori e dell'ampiezza della loro oscillazione. Per alcune misurazioni, perd, é indispensabile in- serire la variazione del valore della grandezza mi- surata. In questo caso, ¢ necessario utilizzare uno strumento di misura analogico oppure uno stru- mento digitale con indicazione analogica lineare incorporata. La rappresentazione analogica incorporata (fig. 1) appare nel campo di indicazione sotto forma di trattini neri, il cui numero varia in proporzione al valore numerico, In questo caso, possono essere effettuate e con- temporaneamente indicate pili di 25 misurazioni al secondo. La visualizzazione da I'impressione che sia in atto un processo di misurazione continuo. Errore della misura, La precisione degli strumenti digitali trae spesso in inganno a causa della loro indicazione numerica. ‘Questa precisione non esiste. Per ottenere degli er- rori ammissibili, @ necessario fare riferimento alla descrizione dello strumento di misura digitale, nel- la quale il produttore ha stabilito l’errore consenti- to. Tale valore & indicato in percentuale in rapporto al valore finale del campo di misura, per esempio +#0,5% di 19,99 V. In piu, 'ultima cifra indicata pud variare di 1 digit. Risoluzione e numero di cifre. Gli strumenti digi- tali semplici hanno un display da 3 1/2. pollici di larghezza; quelli migliori hanno un display da 6 1/2, pollici. Il display da 3 1/2 pollici pud indicare 4 cifre, ma la sequenza numerica della prima cifra visualiz- zata non arriva fino a 9. Per la prima cifra indicata, infatti, é previsto un in- tervallo numerico limitato, per esempio da 0 a 1, oppure da 0 a 3; in tal modo nei due casi presenti, Vindicazione dei numeri é al massimo 1999 o 3999. Generalmente il campo di misura commuta auto- maticamente quando questi valori vengono supe- 566 aN ose) 19 19.1.73 | multimetri Multimetri analogici (fig. 1) Non sono utilizzati per misurare solo le tensioni ma anche le correnti continue e alternate. | valori del- le resistenze possono essere determinati soltanto indirettamente con il metodo voltamperometri per questo motivo, @ indispensabile che lo stru- mento di misura abbia una batteria come tensione d'alimentazione. Cid che & misurato @ la corrente J che attraversa la resistenza R, secondo la legge di Ohm /~ 1/f. Lindicazione del valore della resistenza @ realizza- ta secondo questa legge, il che implica che la sca- la non ha un andamento lineare. Per una misura di resistenza infinita, la lancetta non si muove. Al contrario, un valore di resistenza nulla provoca una deviazione massima della lancetta. Si ottiene il valore della misura dividendo il nume- ro letto delle graduazioni della scala per il valore di fondo scala, e moltiplicandolo con il fattore indica- to dal commutatore accanto all'unita. Per esempit se la lancetta indica 33 sulla scala 50 e il campo di misura del commutatore é di 0,5 V, il valore misu- rato é (33 : 50) -0,5V = 0,33V. Valore di_ numero indicato x campo di misura misura valore totale della scala Muttimetro digitale (fig. 2) Le sue possibilita di utilizzo corrispondono a quelle dei multimetri analogici. ! vantaggio @ che posso- no essere prodotti a costi convenienti nonostante la loro grande precisione e robustezza. — connettori i misura — per le funzioni Figura lultimetro analogico Il campo di misura pud essere esteso con un fat- tore di 1000, il che da la possibilita di misurare le resistenze ©, ke MQ. Per misurare un valore sconosciuto, @ consi- Gliabile scegliere prima il campo di misura pit grande @ regolare in seguito il commutatore sulla scala appropriata, in modo tale che lindi- cazione si situi nel terzo superiore della scala. Visore LeD pulsante onvoft pulsante por le funzioni Sata e minimax pulsante per il commute fore di mieura manuale pulsante muttfunzione ‘commutatore per le fangioni dimisurazione bloccaggio automatico Figura Il commutatore centrale permette la scelta del campo di misura e delle funzioni, per esempio il controllo dei diodi. Negli strumenti di qualita su- periore, la commutazione dei campi é spesso auto- matica. La maggior parte degli strumenti é protetta dai sovraccarichi per mezzo di fusibili elettronici. In piu, i valori misurati possono essere eventualmen- te memorizzati. Per mezzo di un’interfaccia adegua- ta, @ anche possibile trasferire dei dati su un com- puter (PC) per utilizzarli ed elaborarli ulteriormente. 19.1.24 Loscilloscopio Loscilloscopio é uno strumento di misura a rappre- sentazione analogica che pud misurare e rappre- sentare graficamente dei processi elettrici a svolgi- mento rapido che si ripetono periodicamente, per esempio segnali di sensori, oppure le variazioni della tensione di accensione. La rappresentazione si effettua sullo schermo di un tubo catodico (fig. 1). Un oscilloscopio che pud rappresentare due processi contemporaneamente é detto, a seconda del tipo di costruzione, oscilloscopio a due canali 0 a doppia traccia. Per rappresentare fenomeni unici, @ necessario utilizzare un oscilloscopio a memoria. Un segnale periodico pud essere cosi memorizzato e reso di- sponibile pid tardi come immagine fissa. Struttura e funzionamento Un oscilloscopio a tubo catodico @ composto prin- cipalmente da quattro gruppi (fig. 1): ® un tubo catodico a fascio elettronico; © un amplificatore verticale (amplificatore Y:Y; Y2): © un generatore della base dei tempi con disposi- tivo di sincronizzazione (amplificatore X; X1 X2); * un alimentatore di tensione. amplificatoreY fascio elettronico generatore la base dei tempi In un tubo catodico sottovuoto, simile a quello di un televisore, viene prodotto un fascio elettronico denso. Questo fascio provoca I’apparizione, su uno schermo ricoperto di una sostanza luminescente, di un punto al centro del tubo catodico. Il fascio elettronico pud essere deviato sia in dire- zione verticale (fig. 2) tramite le piastreY, Y2, sia in direzione orizzontale (fig. 3) tramite le piastre X; Xz. Una tensione continua applicata tra le piastre Y;Y2 provoca lo spostamento de! punto luminoso verso alto nel caso di una tensione positiva e verso il basso nel caso di una tensione negativa, dove con- tinua a rimanere visualizzato sotto forma di punto. Se al posto della tensione continua si applica una tensione alternata, sullo schermo appare un tratto verticale (fig. 2) tensione di deflessione Figura 2: Deviazione verticale YY Quando si applica una tensione continua alla de- viazione orizzontale X; Xz, sullo schermo il punto luminoso si sposta verso sinistra o verso destra, a seconda della polarita della tensione di alimen- tazione, e continua a rimanere visualizzato sotto forma di punto. Applicando al posto della tensio- ne continua una tensione uniforme variabile, per esempio una tensione a dente di sega, si crea un tratto orizzontale (fig. 3). ET tensione di deflessione u—— Figura 3: Deviazione orizzontale X; Xz Se si applica, allo stesso tempo, la tensione di mi- surazione alle piastre verticali Y; Y2 e una tensione a dente di sega alle piastre orizzontali X; Xz come tensione di deflessione orizzontale, si ottiene la vi- sualizzazione sullo schermo dell’andamento tem- porale della tensione di misurazione (fig. 1). Sblocco. Per ottenere un‘immagine stabile sullo schermo dell'oscilloscopio, la deflessione deve sempre iniziare al medesimo valore della tensione di misurazione (tensione di segnale). La deflessio- ne viene indotta da un impulso di innesco trigger) Essa genera un dente di sega, ossia il fascio di elet- troni attraversa lo schermo, avanti e indietro una volta nell'arco di un dato periodo. Limpulso di in- nesco pud essere prodotto direttamente dal gene- ratore del trigger (internamente) oppure provenire da fuori come impulso di tensione (esternamente). Lo sblocco é I'innesco della base dei tem traverso un impulso di innesco (trigger) Utilizzo di un oscilloscopio Le indicazioni sul quadro comandi di un oscillo- scopio derivano dall'inglese e in larga misura sono standardizzate (fig. 1). oe Il quadro comandi presentato in figura contiene, a scopo di esempio, tutti i pili importanti dispositivi di raccordo e di regolazione necessari al funziona- mento di un oscilloscopio a doppia traccia 0 a due canali base eto ele dle intormaon Figura 1: Oscilloscopio per la rappresentazione simultanea 1 AUTOSET —_regolazione automatica 2 POWER Interruttore di accensione 3 ¥POS: spostamento verticale canale | 4 INTENS regolazione della luminosita 5 FOCUS regolazione della nitidezza 6 STORE MODE funzione di memorizzazione 7 LEVEL determinazione del punto di sblocco 8 XPOS. spostamento orizzontale del fascio 9 VOLTS/DIV. selettore ampiezza per canale | Misurazione con l'oscilloscopio Loscilloscopio misura sostanzialmente soltanto le tension In caso di misurazioni con I'oscilloscopio, occorre osservare quanto segue: © per misurare, occorre creare un collegamento tra Voggetto da misurare, la presa di terra e l'ingres- so del segnale, canale | 0 II dell'oscilloscopio; © la linea zero dell'immagine visualizzata va im- postata sullo schermo mediante la rotella (fig. 1, pos. 3) in funzione del segnale, in maniera tale che quest'ultimo sia interamente visibile. Per ef- fettuare questa regolazione, il selettore 10 1 12: 13°=«14 15 16 7 di due segnali (oscilloscopio a due canali). 10 INPUTCH! _ingresso segnale canale | 1 CHI commutatore canale | 12 AC/DC selettore segnali d’ingresso canale | 13 GD messa a massa 14 DUAL funzionamento a uno o due canali 15 TRIG. MODE tipo di sblocco 16 ac/Dc selettore segnali d’ingresso canale Il 7 TIME/DIV_velocih della bone dl tempi orizzontale so dovrebbe essere impostato su messa a massa (GD); © successivamente, @ impostato un fattore di deflessione elevato (fig. 1, pos. 9), per esempio 100 Vim; ® infine, si varia la velocita di deflessione orizzon- tale finché immagine del segnale non si stabiliz- za (fig. 1, pos. 17). In svariati modelli, il telaio delt‘oscilloscopio & collegato al conduttore di protezione della rete di alimentazione. Qualora l'oggetto da misurare fun- zioni con una corrente alternata superiore a 50 V, per motivi di sicurezza occorre utilizzare un alimen- tatore 0 un trasformatore di isolamento. 5V/ div Rogolazione oscilloscopio: V iv: abbrev. di aivt (aivisione), unita a suddivsione dela griglia dlio schermo ‘Schema di circuito Valutazione Misurazione di una tensione continua U Le tensioni continue vengono ‘misurate con la regolazione DC. Esempio: Tensione continua U: Vv = .3div = 15V aw ternate e durata del periodo = Ampiezzs Regolazione oscilloscopio: k2V/ div = Time Base: 2ms/div Le tensioni alternate vengono ‘misurate con la regolazione AC. Esompio: 2v =< -3div=6v dw Ca Uapeyt ay 2me T == -10div=20ms 1 Tt Fame = Me 50V/ div Rogolazione oscilloscopio: Lintensitd di corrente é determi nata misurando la tensione U su un resistore noto, per esempio 19. ¢ calcolando la corrente / con t'ausilio della legge di Ohm. Esempio: 50 mV Gedy = 0.8V oO _ojsv V2 2 u olv te= =01A Domanbe pI ripasso 1 Che cosa si intende per misurazione indiretta della resistenza?_ 2 Comé collegato un amperometro in un circuito elettrico? 3 Quali sono gli strumenti di misurazione elettrici a rappresentazione analogica? 4 Ache cosa bisogna fare attenzione quando si mi- sura una tensione altemata con un apparecchio di misura a bobina mobile? 5 Che cosa significa classe di precisione 1,5? Quali svantaggi presentano gli strumenti a rap- presentazione numerica quando le grandezze mi- surate sono instabili? Quale regola va rispettata quando si utilizzano i multimetri analogi Quale tensione viene applicata alla deflessione verticale e quale alla deflessione orizzontale? Che cosa significa sblocco? Descrivete sullo schermo quando @ atti dei tempi. 570 eee’ ose) 19 19.1.25 Circuito a ponte Il circuito a ponte (fig. 1). & costituito da due colle- ‘gamenti in serie, con due resistori ciascuno, che a loro volta sono collegati in parallelo a un generato- re di tensione comune. La corrente totale /e ramifica al punto A nelle cor renti parziali h (tramite i resistori Ry @ A) @ / (tra- mite i resistori (Rye Ry). | resistori Ry ... Ry fungono da partitori di tensione. Figura 2: Ponte diWheatstone Se il ponte @ in equilibrio, per calcolare R, @ suffi- ciente conoscere A, @ il rapporto tra Ry € Re Figura Se il partitore di tensione Ry-Re ripartisce a tensi ne del generatore nello stesso rapporto del parti tore Ry-Fy, tra i punti C e D non si genera alcuna tensione (ponte in equilibrio). I resistori R; € Rz sono pertanto bilanciati rispetto ai resistori Ry € Ry I circuito a ponte é in equilibrio quando nelle diagonali C-D non scorre corrente, ossia quan- do il rapporto tra le resistenze in entrambi i par titori di tensione @ identico. Rom RR? UD Il circuito a ponte viene utilizzato per effettuare le misurazioni della resistenza. A tale proposito, il resistore Ry viene sostituito dal resistore incognito R, e Rp dal resistore variabile Rey Il circuito a ponte utilizzato per la misurazione dei resistori é detto ponte di Wheatstone (fig. 2). La resistenza del comparatore Ry 0 R, pud essere in genere impostata, in modo tale che il suo valore non si discosti eccessivamente da quello del resi- store incognito R; 0 R,. Cosi facendo si riducono gli errori di misura. I resistori Ry € Ra possono essere sostituiti da un resistore regolabile in continuo (resistore di tipo rotante o potenziometro con cursore) (fig. 3) Figura Mediante il ponte di Wheatstone é possibile mi- surare le resistenze con estrema precisione. I risultato della misura @ indipendente dall’inten- sita della tensione di alimentazione. Il collegamento a ponte é utilizzato sul veicolo, per esempio, nel debimetro. poe 19.1.8_Effetti della corrente elettrica Effetto termico Gli elettroni si spostano tra i singoli atomi quando una corrente elettrica circola in un conduttore me- tallico. Lenergia liberata dal movimento degli elet- troni é trasmessa agli atomi. Questi cominciano a oscillarealoro voltae, intal modo, produconocalore (fig. 1). La misura dell’“oscillazione termica” @ la temperatura del conduttore. attraversato da co produce calore. rente elettri Effetto luminoso | filamenti di un metallo venaono riscaldati dalla corrente elettrica fino al punto da diventare incan- descenti. La produzione di luce é tanto pid grande quanto piti elevata é la temperatura. Ecco perché si utilizzano metalli con un punto di fusione eleva- to, per esempio il tungsteno. Affinché il filamento incandescente non si ossidi, esso @ disposto in un contenitore vuoto d’aria o riempito di un gas pro- tettivo (azoto, cripton). Le lampade a incandescen- za emettono calore. Durante il passaggio della corrente attraverso un gas, la collisione delle particelle elementari di questo gas produce luce. Le lampade a scarica di gas, per esempio le lam- pade fluorescenti (fig. 2), hanno un rendimento migliore rispetto alle lampade ad incandescenza, dato che la loro perdita di calore @ minore. | tubi fluorescenti emettono un‘irradiazione fredda. Lampads » Lampada a scarica digas Incandescenza tubo in votro. = 20% rend 5% > rendimento tumimose, fiamento | sostanca fuoresconte bere Figura 2: Effetto luminoso Effetti chimici lliquidi capaci di condurre corrente sono detti elettroliti. Gli elettroliti sono scomposti in ioni durante il passaggio della corrente. Tale feno- meno é detto elettrolisi. Gli elettroliti sono gli acidi, le basi, i sali e gli ossidi di metallo in soluzione acquosa o allo stato fuso. Gli elementi di base, che si creano in seguito alla scissione dovuta al passaggio di corrente, si dirigo- no verso | poll (elettrodi), dove precipitano. Questo tipo di effetto elettrico é utilizzato, per esempio, per depositare uno strato sottile di rame su un altro metallo (fig. 3). Questo procedimento @ detto gal- vanizzazione. Effetto magnetico In ogni conduttore attraversato da corrente elet trica si crea un campo magnetico. Un conduttore attraversato da corrente elettrica pud far deviare un ago magnetico dalla sua dire- zione nord-sud, ossia attorno ad un conduttore attraversato da corrente elettrica si crea una forza magnetica (fig. 4). La direzione di questa forza di- pende dalla direzione della corrente nel condutto- re. Questo fenomeno elettromagnetico @ utilizzato, per esempio, nei macchinari elettrici Corrente elettronica Figura 3: Effetto chimico Figura 4: Effetto ‘magnetic La corrente elettrica attraversa un corpo umano quando questo entra in contatto con una fonte di tensione elettrica Si subisce, quindi, una “scossa elettrica’ Leffetto fisiologico della corrente elettrica & utilizzato, so- prattutto in medicina. 572 eee ose) 19 19.1.9 Protezione contro i pericoli della corrente elettrica La corrente elettrica pud essere mortale per gli esseri umani e per gli animal. Una corrente elettrica di intensita superiore a 50 mA pub risultare letale. Tensioni alternate mag- giori di 50 V possono gia generare correnti molto pericolose per il corpo umano. Tipi di guasti (fig. 1). Cortocircuiti: si possono ve- rificare con la carcassa, le fasi, i contatti, la terra. 3~50 He 400, t ae Figura 1: Possibili guasti Contatto diretto e indiretto Contato diretto (fig. 2). Si verifica quando si entra direttamente in contatto con la tensione di una li- nea o di una machina. Per evitare questo pericolo, si dovrebbero isolare e ricoprire tutte le parti sotto tensione. La protezione contro il contatto diretto consiste nell’isolare tutte le parti e i conduttori elettrici sotto tensione suscettibili di essere toccati. Contatto indiretto (fig. 3). Si verifica quando si en- tra in contatto con elementi di un apparecchio che, per un guasto, sono sotto tensione anche se non dovrebbero esserlo. Pud succedere, per esempii che l'involucro di un apparecchio elettrico sia sotto tensione a causa di un difetto di isolamento. u u terra suolo conduttore ‘ontatto Figura 3: Contato diretto indiretto La protezione contro il contatto indiretto con- siste nel prevenire eventuali tensioni di guasto eccessivamente elevate nei vari componenti de- gli apparecchi Misure di protezione indipendenti dalla rete Uapparecchio non é disconnesso in caso di guasto; le misure di protezione agiscono senza conduttore di protezione. Fanno parte delle misure di protezio- ne indipendenti dalla rete lisolamento di protezio- ne, la protezione delle basse tensioni e la protezio- ne per separazione. Isolamento di protezione (fig. 4). Tutte le parti di un apparecchio elettrico che potrebbero, in caso di guasto, collegarsi a terra, sono avvolte, oltre che dal loro isolamento di base, da un ulteriore iso- lamento oppure separate dalla parte conduttiva dell’apparecchio tramite pezzi isolanti in materiale isolante. Figura 4: Isolamento di protezione Protezione delle basse tensioni (fig. 5). Le misure di protezione delle basse tensioni sono tensioni alter- nate fino a 50 V. Esse devono essere integrate nei trasformatori o nei convertitori rotativi, in modo che il lato di bassa tensione non entri in contatto con la rete di alimentazione, S/PEN~ 50 He 400230 trasforrat e raddrizzatore per le basse tensioni Figura 5; Protezione di bassa tensione Protezione per separazione (fig. 6). Un trasformato- re & collegato tra la rete e l'utilizzatore. Il lato uscita del trasformatore non ha nessun collegamento a terra, ossia, in caso di guasto, non c’é tensione tra apparecchio e la terra. II trasformatore ha in gene- re un rapporto di trasformazione di 1:1, ossia non cambia il valore della tensione. Figura 6: Protezione per separazione Misure di precauzione dipendenti dalla rete Queste precauzioni sono efficaci soltanto con I'uti- lizzo di un conduttore di protezione PE (Protection Earth). | fusibili, gli interruttori automatic e i dis- giuntori di protezione contro la corrente di guasto (interruttori di protezione Fl) sono utilizzati come dispositivi d’interruzione automatica in caso di so- vracearico di corrente che, in caso di guasto, stac- cano l’apparecchio dalla rete. Protezione tramite dispositivi d'interruzione in caso di sovracearico di corrente Questo tipo di protezione veniva precedentemente chiamato “messa a terra del neutro” Il generatore di tensione @ collegato direttamente a terra. Uin- volucro conduttivo e le parti conduttive dell'appa- recchio sono collegati alla terra del generatore di tensione attraverso il conduttore di protezione PE (colore verde/giallo dell’isolante). In caso di gua- sto, il contatto a massa porta a un cortocircuito completo che innesca i dispositivi di protezione contro le sovracorrenti (per esempio fusibili, inter- ruttori di protezione) nel tempo definito e che, alla fine, separa I'apparecchio dalla rete (fig. 1). caso di sovraccarico di corrente Per gli apparecchi che non hanno un posto fisso e la cui alimentazione dipende da prese della rete elettrica, la protezione del conduttore PE deve cor- rispondere al contatto di protezione della spina 0 alla presa di corrente della rete (fig. 2) utiizatore i presa_contatt di protezione zas Figura 2: Presa di corrente mobile con messa a terra Disgiuntori di protezione a corrente di guasto (Fl) (fig. 3). In caso di guasto, hanno il compito di inter- rompere tutti i poli dell‘utilizzatore dopo 0,2 s. Tutti i conduttori (L1, N), che portano la corrente della rete all'apparecchio da proteggere, sono connessi a un trasformatore cumulativo di corrente. I! con- duttore di protezione PE non @ collegato al trasfor- matore.Fintanto che non c’@ guasto nel circuito, la corrente di alimentazione (/,) @ uguale alla corrente di ritorno nel conduttore neutro (iy). In altre parole, i campi magnetici della bobina nel trasformatore, generati dalla corrente che la attraversa, non han- no effetto verso l’esterno. pulsante di prova trasformatore cumulative divorrente nza.quasto: iain isgiuntore di protezione a corrente di guasto Figura 3: In caso di guasto, una corrente parziale (corrente di quasto fr) attraversa il conduttore di protezione PE, ossia le correnti (i, hy) nel trasformatore cu- mulativo sono differenti. | campi magnetici della bobina che si creano per effetto del passaggio di corrente non si annullano piui reciprocamente. C’é allora un‘induzione di tensione all'uscita della bo- bina del trasformatore. Questa tensione aziona i dispositivo di disinnesto dell'apparecchio elettrico che, a sua volta, apre tutte le fasi della rete che ali- mentano utilizzatore. Con il pulsante di controllo, P si pud controllare l'efficacia del funzionamento delt'interruttore Fi Domanpe 01 RIPASSO 1 Quale relazione descrive la legge di Ohm in un circuito elettrico? 2 Da quali valori dipende la potenza elettrica? 3 Da quali valori dipende il lavoro elettrico? 4 Quali sono le unita utilizzate per il lavoro elettri- co? 5 Com’é definito il rendimento? 6 Per quale motivo il rendimento é sempre < 1? 7 Come si comportano le tensioni e le correnti in tun collegamento in serie? ‘8 Qual é a relazione tra la resistenza totale e le re- sistenze parziali in un collegamento in parallelo? 9 Quali sono gli effetti prodotti dalla corrente elet- trica? 10 Quali tipi di guasti si possono verificare negli im- pianti elettrici? 574 een ose) 19 19.1.10 Produzione della tensione elettrica Produzione i tensione per indu: Per induzione si intende la produzione di tensio- ne elettrica ottenuta mediante la variazione del flusso magnetico che attraversa un conduttore o.una bobina, Quando si muove avanti e indietro un magnete permanente in una bobina, nella stessa si crea una tensione alternata (fig. 1, a sinistra), Quando si muove avanti e indietro un conduttore in un campo magnetico, nel conduttore stesso si crea una tensione alternata (fig. 1, a destra). Figura 1: Tensione indotta dal movimento Quosto procedimento di produzione della tensione @ detto induzione. Una tensione @ indotta soltanto nella misura in cui lintensita del flusso magnetico varia in un conduttore o in una bobina. Per flusso magnetico s‘intende l’insieme delle linee di campo magnetico racchiuse dalla bobina o dal conduttore. Il valore della tensione indotta @ proporzionale alla velocita della variazione del flusso magnetico all'interno della bobina (aumento o diminuzione per unita di tempo) e al numero di spire. I modo in cui varia il flusso magnetico in una bobi- na non influisce sulla tensione indotta. La variazione del flusso magnetico pud essere do- vuta: © al movimento o alla rotazione di una bobina nel campo magnetico; © all'inserimento o disinserimento della corrente in un awolgimento, per esempio la corrente di eccitazione nell’avvolgimento induttore di un ge- neratore; ¢ alla variazione periodica delt'intensita di corren- te, per esempio nell’avvolgimento primario di un trasformatore. La direzione della tensione indotta dipende dalla direzione del movimento e dalla direzione del cam- po magnetico (fig. 1, a sinistra), Questa direzione pud essere determinata per mez- zo della regola della mano destra (fig. 2). direzione della corrente 1 ‘campo magnetico ® movimento Figura 2: fegola della mano destra La produzione di tensione per induzione &, attual- mente, il procedimento piti comune. Il generatore & composto da un rotore con un campo di eccitazio- ne che, ruotando, genera una tensione nell’avvol- gimento indotto fisso (avvolgimento statore, fig. 3). Figura 3: Generatore di corrente altemata | trasformatori Un trasformatore & costituito da due bobine sepa- rate che hanno un comune nucleo di ferro dolce (fig. 4). Lavvolgimento in ingresso (avvolgimento primario) & alimentato dall’energia elettrica della rete. La corrente alternata assorbita dall’avvolgi- mento primario crea un campo magnetico varia- bile, che viene trasmesso al nucleo di ferro e, da Ii, indotto all'avvolgimento in uscita (avvolgimento secondario), che viene pervaso. Questo campo magnetico alternativo induce, a sua volta, una ten- sione nell'avvolgimento secondario. Ny No UY ve Figura 4:Trasformatore In un trasformatore, la tensione primaria U, sta alla tensione secondaria U, come il numero di spire dell’avvolgimento primario N, sta al nu- mero di spire dell'avvolgimento secondario Nz. Produzione di tensione attraverso procedi- menti elettrochimi Elemento galvanico (fig. 1). Quando si immergono due diversi metalli conduttori in un elettrolita (aci- do, soluzione alcalina o soluzione salina), si crea un elemento galvanico; tra i due elettrodi (poli) metal- lici si produce una tensione continua (fig. 1). Al po- sto di un metallo si pud utilizzare anche il carbone. Produzione di tensione attraverso il calore Termocoppia (fig. 3). Due fili di due diversi metalli sono collegati I'uno all‘altro. Se si riscalda il punto di collegamento, alle due estremita libere si pro- duce una tensione continua. Lentita di questa ten- sione dipende dal materiale di cui sono costituiti i fili metallici e dalla temperatura. Un voltmetro collegato a queste estremita pud essere graduato in °C per indicare la temperatura. Le termocoppie © coppie termoelettriche sono utilizzate, per esem- pio, per il comando di ventilatori elettrici Figura 1: Elemento galvanico La tensione di un elemento galvanico dipende dai tipi di materiale utilizzati e, quindi, dal loro potenziale elettrochimico, Se per moltiplicare la tensione si collegano in serie piu elementi galvanici, si crea una batteria. In un circuito chiuso, la corrente scorre anche all'in- terno dell’elemento galvanico, dal polo negetivo al polo positivo. Lelettrolita si decompone, il metallo del polo negativo si scioglie o si trasforma chimi- camente. Lidrogeno che si crea al polo positivo deve essere legato chimicamente affinché non si verifichi un calo di tensione durante il consumo di corrente. Nell’elemento allo zinco-carbone (fig. 2), questo avviene tramite il rivestimento del polo Positivo con materiali che si legano all'idrogeno, per esempio biossido di manganese (MnO,). La produzione di corrente si ferma quando I'elettrolita @ completamente consumato o il metallo del polo negativo é stato trasformato chimicamente. 2 copercio / elttrode di carbone Piastra elettrolitca iNHich Figura 2: Pila a secco (elemento Leclanche) Gli elementi galvanici, in cui il procedimento elet- trochimico pud essere annullato dal passaggio di una corrente elettrica, sono detti acoumuulatori. Figura 3:Termocoppia Produzione di tensione con la luce Fotoelemento (fig. 4). & generalmente costituito da una piastra metallica di base sulla quale & applica- to uno strato semiconduttore, per esempio selenio. Lo strato semiconduttore é collegato a un anello di contatto. Quando @ esposto alla luce, si genera una tensione continua tra I'anello di contatto e la piastra di base. | fotoelementi sono utilizzati come interruttori crepuscolari. ello di eontato | piastra di selenio = v Figura 4: Fotoelemento Produzione di tensione attraverso la deforma: zione di un cristallo Elemento piezoelettrico (fig. 5). E composto da un cristallo (biossido di silicio). Quando si esercita una forza di pressione o di trazione, si genera una tensio- ne alternata che pud essere captata da un supporto conduttore. | generatori di tensione piezoelettrici") sono utilizzati come sensori di pressione in processi a variazione rapida, per esempio come sensore del battito in testa nei motori a combustione. fogtio di alluminio — foglio di aluminio Figura 5: Elemento piezoelettrico dal groco mega = 575 576 eee’ ose) 19 Collegamento di generatori di tensione | generatori di tensione possono essere collegati sia in serie sia in parallelo. Collegamento in serie (fig. 1). Valgono le stesse leggi del collegamento in serie delle resistenze. Si sommano sia le resistenze interne sia le tensio- ni a circuito aperto. Lintensita complessiva della corrente & uguale all‘intensita della corrente che attraversa ogni singolo generatore. La capacita di un collegamento in serie di batterie di avviamento dello stesso valore corrisponde alla capacita della singola batteria (ossia non vi é alcun aumento della capacita), ma la tensione é moltiplicata per il nu- mero di generatori inseriti | generatori di tensione sono collegati in serie per ottenere una maggiore tensione di alimen- tazione. In un collegamento in serie di generatori, il polo positivo di una batteria é collegato al polo negativo della batteria successiva e cosi via. Figura 1: Collegamento in serie di generatori di tensione Collegamento in parallelo (fig. 2). Valgono le stesse leggi del collegamento in parallelo delle resisten- ze, Si sommano sia le correnti sia le capacita. Si possono collegare in parallelo unicamente batterie con la stessa tensione nominale. Se sicollegano in parallelo batterie con tensione diversa, dalla batte- ria con tensione maggiore circolera, verso la batte- ria con tensione minore, una grande corrente che cercherai di equilibrarsi e potra percid danneggiare ‘entrambe le batterie. La tensione di un collega- mento in parallelo di batterie di avviamento uguali ‘equivale alla tensione di una singola batteria, ma si moltiplicano la capacita e la corrente fruibile. I generatori di tensione sono collegati in paral- lelo per poter prelevare una maggiore quantita di corrente. In un collegamento in parallelo di generatori di ten- sione, tutti i poli positivi e negativi devono essere collegati tra loro. Figura 2: Collegamento in parallelo di generatori di ‘ensione 19.1.11 Tensione e corrente alternate Le tensioni sinusoidali sono generalmente utilizza~ te nella tecnologia energetica. Esse sono facilmen- te prodotte da generatori e possono essere modi- ficate nell'ampiezza con I'aiuto di trasformatori trasportate per lunghe distanze. La tensione alternata (sinusoidale) @ generata met- tendo in rotazione uniforme un conduttore all'in- terno di un campo magnetico. Essa cambia in ogni momento la sua ampiezza e, periodicamente, la sua direzione (fig. 3) Un‘oscillazione completa é deta periodo. La durata dell‘oscillazione @ la durata del periodo T. La fre- quenza f@ il numero di periodi al secondo. Lunita della frequenza é I’hertz (Hz). La frequenza f di una tensione alternata dipende dal numero di giri ne dal numero di coppie di poli p del generatore (f= p- n). Una tensione indotta con una frequenza di 50 Hz @ ottenuta con la rotazione di un rotore a due poli (una coppia di poli) di un generatore a una velocita costante di 3000 giri/min = 50 1/s. ! 1golo di rotazione Figura 3: Generatore di corrente altemata 19.1.12 Tensione alternata trifase e corrente trifase I generatore trifase ha tre avvolgimenti statorici (Uy, = Us, Vp = Vo, W; = Wa) identici, indipendenti e dispo- sti rispettivamente a 120° I'uno rispetto all’altro (fig. 1). La rotazione di 360° del rotore (bobina di eccita- zione a corrente continua) induce negli avvolgimen- titre tensioni e correnti alternate, sfasate rispettiva- mente di 120° le une rispetto alle altre (fig. 2) Figura 1: Generatore di corrente trifase Dalle tre curve di corrente rappresentate nella fig. 2, si evidenzia che al punto 1 (posizione del rotore 90°), la corrente h che circola nella bobina U; ~ U: ha raggiunto il suo valore massimo. La corrente h @ uguale alla somma della corrente /, nella bobina Vj; - V2 e della corrente J; nella bobina Wy ~ W>. La corrente hy, inoltre, é orientata in direzione opposta rispetto al senso delle correnti /, € h. La somma delle correnti h, / ‘ogni istante uguale a zero. hk @ sempre e in Cid vale per qualsiasi posizione del rotore (fig. 2). punto 1 punto 2 Figura 2: Andamento della corrente trifase Normalmente, sarebbero necessari sei conduttori per utilizzare le tre correnti alternate (un conduttore d’andata e uno di ritorno per ciascuna corrente). Si evita il montaggio di sei conduttori collegando le tre bobine con soli tre conduttori, in quanto questi possono fungere alternativamente da conduttori di andata e di ritorno a causa dello sfasamento tem- porale delle tre correnti alternate. Collegamento a stella (fig. 3). Se si collegano le 3 estremita degli avvolgimenti Uz, V2, W2 si ottiene un collegamento a stella. Le estremita degli av- volgimenti U;, Vs, W, sono collegate ai conduttori esterni Ly, La, Ly della rete. Collegamento a triangolo (fig. 4). Se si collegano a due a due le estremita iniziali degli avvolgimen- ti con le estremita finali, per esempio U, con W>, W, con V;, Vy con Uz, si ottiene un collegamento a triangolo. | punti di collegamento sono collegati ai conduttori esterni L;, L2, Ls della rete. ra 3:Collegamento a Figura 4: Collegamento a stella triangolo II circuito con collegamento a triangolo 0 a stella & detto concatenamento. 191.13 Magnetismo 19.1.13.1 Il magnetismo permanente | magneti attirano le particelle di ferro, nichel e co- balto. | punti di maggiore attrazione sono i poli del, magnete. Ciascun magnete ha un polo nord e un. polo sud. {poli di nome contrario si attirano, mentre i poli dello stesso nome si respingon Se si pone un magnete a barra su una punta modo che esso si possa orientare liberamente, as- sumera la direzione geografica nord-sud. I! polo che si orienta verso nord porta il nome di polo nord, il polo opposto é il polo sud. Nello spazio che circonda il magnete é presente un campo magne- tico. Le linee di forza sono curve immaginarie che indicano, di volta in volta, la direzione della forza magnetica. Esse costituiscono sempre un circuito chiuso e, nello spazio che circonda il magnete, van- no dal polo nord al polo sud. All’interno del ma- gnete, invece, le linee di forza vanno dal polo sud al polo nord (fig. 5). Fig. 5: Campo magnetico di un magnete permanente 19.1.13.2 Elettromagnetismo Intorno a un conduttore attraversato da corren- te si crea un campo magnetico. Le linee di cam- po sono a forma di cerchi concentrici. Si pud determinare la direzione delle linee di forza intorno a un conduttore attraversato da una corren- te elettrica con la regola della vite. Immaginando una vite con filettatura destrorsa nella direzione della corrente awitata in un conduttore, si pud dire che la direzione di avvitamento @ uguale alla dire- zione delle linee di forza (fig. 1). Qua oo Figura 1: Campo magnetico attomo a un conduttore Per indicare se la corrente entra in un conduttore, si utilizza il segno ®, mentre si utilizza il segno © per indicare che la corrente esce dal conduttore, Avvolgendo il conduttore per ottenere una bobina, si concentrano le linee di forza al suo interno. Esse sono parallele e hanno la stessa densita; si parlera allora di un campo magnetico omogeneo. I! polo di uscita delle linee di forza é detto polo nord e quello di ingresso polo sud (fig. 2). —w o— Figura 2: Campo magnetico all'interno di una bobina Effetti magnetici tra conduttori attraversati da cor- rente elettrica. | campi magnetici di due conduttori percorsi da una corrente elettrica producono forze antagoniste (fig. 3). Figiura 3: Conduttori attraversati da corrente elettrica oe I conduttori attraversati da corrente con la stessa direzione si attirano, mentre quelli attraversati da correnti con direzioni opposte si respingono. Conduttori percorsi da corrente elettrica nel cam- po magnetico. Una bobina mobile attraversata da corrente elettrica viene ruotata in una determinata posizione finché il proprio campo magnetico non avra acquisito la stessa direzione del campo fisso (fig. 4). Si pud ottenere una rotazione permanente aggiungendo alla bobina mobile un commutatore (collettore) di corrente che cambia regolarmente la direzione della corrente prima che la bobina abbia raggiunto la sua posizione finale 2 campo dolla bobina risultante campo del magnete Figura 4:Conduttore e bobina all'interno del campo m: gnetico Un conduttore attraversato da corrente elettri- ca € posto all’interno di un campo magnetico é sottoposto a una forza magnetica che tenta di spostarlo dalla sua posizione di riposo. Il ferro nel campo magnetico. |! percorso delle |i- nee di forza in un campo chiuso @ detto circuito magnetico. Tale circuito € paragonabile al circuito elettrico. Il passaggio delle linee di forza nell’aria, per esem- pio tra il rotore e lo statore di un alternatore, é det- to traferro e offre un’elevata resistenza magnetica. Per diminuire questo effetto, si riduce il pil possi- bile lo spazio tra gli elementi. Un nucleo di ferro dolce, disposto al centro di una bobina, aumenta e canalizza il flusso magnetico. Questo insieme & detto elettromagnete con nucleo di ferro. I nucleo di ferro aumenta il flusso magnetic ® di una bobina. | magneti elementari si orientano in modo tale che {a loro attivita si aggiunga a quella del campo della bobina. 19.1.14 Autoinduzione Uautoinduzione si verifica nelle bobine a seguito della variazione della corrente elettrica. Questo fenomeno produce una variazione del campo magnetico nella bobina, ossia all'interno di questultima varia l'intensita del flusso magne- tico. Questa induzione prodotta dalla corrente nel proprio avvolgimento @ detta tensione di autoin- duzione. Esperimento 1 (fig. 1). Una bobina con nucleo di ferro (N = 1200 spire) © una resistenza variabile sono collegati in serie con una lampada a incan- descenza ciascuna (1,5V/3W) e alimentati con una tensione di 6V. La resistenza variabile @ regolata in modo tale che entrambe le lampadine abbiano la medesima intensita luminosa. uf 3] ale Osservazione. All’apertura del circuito, la lampada collegata in parallelo con la bobina si illumina su- bito per un breve istante. Dopo I'apertura del circuito, nella bobina non pas- sa pitt corrente. II campo magnetico formato in pre- cedenza decresce rapidamente, ossia cambia dire- zione rispetto alla fase di formazione e nella bobina si induce una tensione molto elevata (tensione di autoinduzione, fig. 3). All'apertura di un circuito comprendente una bobina, I’autoinduzione ritarda la soppressione della corrente e del campo magnetico. Questa tensione indotta (tensione di autoinduzio- ne) é orientata nella stessa direzione della tensione di alimentazione. Essa mantiene ancora, per breve durata, il passaggio di una corrente nella bobina, impedendo in tal modo la soppressione imme del campo magnetico (fig. 3). La tensione di autoinduzione é sempre orienta- ta in modo tale da ostacolare il flusso che I’ha generata. Figura 1: Chiusura di un circuito con bobina Osservazione. Quando si chiude il circuito, la lam- pada collegata in serie con la bobina si illumina con un certo ritardo. La corrente elettrica che scorre all‘interno della bobina crea un campo magnetico. Il campo magnetico in formazione suscita una va- riazione del flusso magnetico nella bobina che, a sua volta, provoca l’induzione di una tensione elet- trica Us opposta alla tensione di alimentazione. E per questo motivo che la tensione utile sale lenta- mente (fig. 3 ‘Alla chiusura di un circuito comprendente una bobina, I'autoinduzione frena il passaggio della corrente e rallenta la creazione del campo ma- gnetico. Esperimento 2 (fig. 2). Una bobina con nucleo di ferro (IN = 1200 spire) e una lampada fluorescente con una tensione di accensione di circa 150V sono collegati in parallelo e alimentati con una tensione di6v. =p ul 3] uf tensione utile disinseri- = inserimeito , mento 7 / / {US tensione di autoinduzione (czas Nw inserimento disinserimento Figura 2: Apertura di un circuito con bobina Figura 3: ariazioni della tensione e della corrente 579 580 een ose) 19 Dato che I'elevata tensione di autoinduzione che si crea allo spegnimento della bobina ha la stessa di- rezione della tensione di alimentazione, gid a una minima apertura del contatto si produce un arco elettrico. Quando a una bobina @ applicata una tensione alternata, la tensione di autoinduzione aumenta con I'aumentare della frequenza, per cui I'intensita media della corrente diminuisce per unita di tem- po. La corrente nella bobina diminuisce, ossia la resistenza di quest' ultima diventa apparentemente maggiore (reattanza induttiva, fig. 1). fin tz —=— Figui 1: Reattanza induttiva di una bobina 19.1.15 Condensatore Un condensatore @ composto da due conduttori metallici separati da un isolante (fig. 2). piastre raceordo raccordo isolante Vintensita media della corrente per unita di tempo. In tal modo, aumenta la corrente nel condensatore, ossia la resistenza del condensatore diventa appa- rentemente pit! piccola (reattanza capacitiva). Figura 3: Processo arica e scarica di un condensatore Conduzione della corrente nei liqui Uacqua chimicamente pura é un isolante, ma se all'acqua pura si aggiunge un acido, una base o un sale, essa diventa un conduttore. I Hiquidi conduttori sono degli elettroliti In.un elettrolita, come per esempio H2SO,, una par- te delle molecole é scissa nei suoi elementi base 2 He SO,-. Questo processo é detto dissociazione. uesti elementi base, atomi e molecole, hanno di- verse cariche elettriche e sono detti ioni”) Quando si applica una tensione a un elettrolita, gli ioni si mettono in movimento sotto I'effetto del campo elettrico (fig. 4). Figura struttura di un condensatore Mettendo un condensatore sotto tensione, si gene- ra brevemente una corrente di carica. In seguito, il condensatore blocca il passaggio della corrente. Cortocircuitando il condensatore, si ha una corren- te di scarica che circola in senso inverso (fig. 3). Durante la carica, il generatore di tensione attira gli elettroni da una delle piastre del condensatore e li riporta sullaltra. In altre parole, su un lato si crea un difetto di elettronie, sull’altro, un eccesso. Questa differenza sussiste anche dopo la separa- zione del condensatore dalla sua fonte di tensione, ‘ossia quando il condensatore é carico. La capacita di accumulo del condensatore @ detta capacita C. Lunita di misura @ il farad (F) ‘Aumentando il numero di processi di carica e sca- rica nell’unita di tempo, per esempio applicando a un condensatore una tensione alternata, aumenta Sas ae Figura Gli ioni con carica positiva si dirigono verso il ca- todo (polo negativo). Li acquisiscono gli elettroni mancanti, diventando in tal modo elettricamente neutri, e si depositano sul catodo. Gli ioni con carica negativa si dirigono verso I'ano- do (polo positivo). Li cedono i loro elettroni liberi, diventando elettricamente neutri, e si depositano sull'anodo. ton (greco) = erante Quando gli elettroliti sono attraversati da una corrente elettrica continua, essi sono scompo- sti nei loro element di base. Questo processo & detto elettrolisi.. Gli elementi di base si depositano sugli alimenta- tori di corrente (elettrodi) e possono formare con questi un legame chimico. Galvanizzazione. Utilizzando_il_procedimento deltelettrolisi, si possono ricoprire diversi mate- riali con uno strato metallico fine, per proteggere il materiale dalla corrosione o per creare delle su- perfici conduttive su materiali sintetici (schede di Circuito stampato). Quando si applica una tensione di alimentazione continua nella disposizione spe- rimentale di fig. 1, gli ioni positivi di rame (Cu"*) si dirigono verso l'elettrodo negativo, dove si sca- ricano; il rame si deposita sull'elettrodo negativo (catodo) e lo ricopre. Figura 1: Galvanizzazione Gli ioni negativi dell’acido rimanente (SO;~~) si di- rigono verso I'elettrodo positivo del rame (anodo) dove depositano le loro cariche (elettroni). Si viene allora a formare una molecola di solfato di rame (CuSO,), che a sua volta si pud dissociare. Que- sto processo si ripete fino all’esaurimento totale dell’anodo di rame. Durante questo tempo, sul ca- todo (polo negativo) si deposita rame puro. Questo metodo é utilizzato per fabbricare metalli non fer- rosi ad elevata purezza, come per esempio il rame elettrolitico puro al 99,98%. Lelettrolisi é utilizzata anche per ricoprire con uno strato di zinco, di spes- sore ben definito, le lamiere della carrozzeria, Elementi galvanici Sono composti da due elettrodi metallici diffe renti oppure da un elettrodo metalliico e uno carbone e da un elettrolita La tensione elettrica @ prodotta da processi elettro- chimici che si manifestano tra gli elettrodi. La tensione elettrica prodotta dipende dalla posi- zione degli elettrodi all'interno della serie galvani- a (fig. 2) nonché dal tipo e dalla concentrazione dell'elettrolita. obi tensione U —<— meno nobit Figura 2: Serie galvanica Si distinguono, tra gli elementi galvanici, gli ‘menti primar e gli elementi secondar Elementi primari. | processi elettrochimici che han- no Iuogo durante la trasformazione dell’energia non sono pit reversibili. I! polo negativo, sempre di un metallo meno nobile, @ distrutto; Velettrolita pud essiccarsi o disperdersi. Elementi secondari. in questo caso, i processi elet- trochimici sono reversibili se si procede a una ri- carica con una corrente continua, per esempio per una batteria di avviamento. Durante Ia ricarica, energia elettrica @ immagazzinata sotto forma di energia chimica e, durante la scarica, I'energia chi- mica viene ritrasformata in energia elettrica Tutti gli elementi elettrolitici contengono mate- riali nocivi per I'ambiente, per esempio gli aci- di, le basi, il piombo e altri metalli pesanti. Essi devono essere smaltiti in centri specifici e non vanno mescolati in nessun caso ai rifiuti dome- stici. Domanpe 1 RiPASSO 1 Qual é interazione tra i poli di due magneti? 2 Qual @ effetto di un nucleo di ferro all‘intemno di una bobina attraversata da corrente elettrica? 3 Come si comportano due conduttori elettrici quando sono attraversati da correnti elettriche dello stesso senso e di senso inverso? 4 Che cosa si intende per autoinduzione? 5 Come si comporta un condensatore sotto una tensione alternata la cui frequenza aumenta? 6 Spiegate il procedimento di galvanizzazione. 582 wee’ ose) 19 19.1.17 Componenti elettronici Per la fabbricazione di elementi elettronici quali diodi e transistori si utilizzano materiali semicon- duttori. Questi materiali, a temperature vicine allo zero as- soluto (- 273 °C = 0 K), si comportano da isolanti elettrici, ossia hanno un’elevata resistivita. A temperatura ambiente, la resistivita elettrica d materiali semiconduttori é minore della resisti dei materiali isolanti e maggiore di quella dei me- talli (fig. 1). ra ambiente. All’aumentare della temperatura diminuisce la resistenza dei materiali semiconduttori, mentre aumenta la loro conduttivita. Il comportamento dei materiali semiconduttori dipende molto dalla temperatura. Tale compor tamento @ sfruttato, per esempio, nei termisto Quando all'aumentare della temperatura diminu sce la resistenza dei materiali semiconduttori, essi presentano un comportamento NTC. Per tale moti- vo, a temperature pili alte si avra, in condizioni di tensione costante, un maggiore flusso di corrente, il che pud portare alla distruzione degli elementi semiconduttori stessi. Gli elementi semicondut- tori sono percid spesso montati su una piastra di raffreddamento. Negli autoveicoli, per esempio, i dispositivi di comando elettronici devono essere montati in modo da non essere esposti a intense radiazioni termiche. La resistivita dei materiali semiconduttori pud di- pendere anche da fattori quali la tensione appli- cata, la luce, la pressione meccanica o la forza del ‘campo magnetico a cui sono sottoposti. Inoltre, la gaggio). Nella tab. 1 sono elencati i materiali semicondutto- +i pid usati e i loro ambito di applicazione. Utilizzo Diodi raddrizzatori Transistori Germanio Ge | Fotodiodi Fototransistori ee ge | Diodi raddrizzatori Arseniuro di gallio GaAs Conduttori La conduttivita del silicio puro pud essere forte- ‘mente aumentata mediante una leggera “contami- nazione” con atomi estranei Aseconda del materiale che si impianta nel reticolo cristallino del materiale base in silicio (drogaggio), si ottengono materiali semiconduttori di tipo N o di tipo P (fig. 2). corrente delettroni ‘corrente di lacuna Figura 2: Conduttori di tipo N e conduttori di tipo P (schema) Conduttori N(N da negativo). Sono materia- li semiconduttori che hanno un eccesso di elettroni. Se si applica una tensione a un conduttore di tipo N, gli elettroni liberi si muovono come in un con- duttore metallico. | portatori di carica dei conduttori di tipo N sono gli elettroni Conduttori di tipo P (P da positivo). Sono mate- riali semiconduttori che presentano una carenza di elettroni. Nei punti in cui mancano gli elettroni, si ha carenza di elettroni, ossia il materiale semi- conduttore presenta una carica positiva. Tali punti sono detti anche buchi o lacune. Se si applica una tensione al conduttore di tipo P, un elettrone libero vicino pud saltare nella lacuna. La lacuna, peré, si sposta sull’atomo che ha ceduto I'elettrone. I portatori di carica dei conduttori di tipo P sono le lacune. Giunzione PN. Quando un conduttore ditipo Pe un conduttore di tipo N sono uniti tra di loro, si crea una giunzione PN. Nella zona di contatto, gli elet- troni liberi del conduttore di tipo N si trasferiscono nelle lacune del conduttore di tipo P. Di conseguen- za, nella zona di contatto non c’é pressoché nessun portatore di carica libero (elettroni e lacune, fig. 1). zone dl conato conduttore ai tino P| condutore di tipo N oH 4 Figura 1: Giunzione PN Nella giunzione PN si crea una barriera di p. tenzial 19.1.12.1 Diodi | diodi sono elementi semiconduttori composti da un conduttore di tipo P e un conduttore di tipo N che formano una giunzione PN. Essi hanno due col- legamenti.Quando il diodo @ inserito in un circuito elettrico, si distinguono, a seconda della polarizza- zione elettrica, due condizioni di funzionamento: conduzione e interdizione (bloccaggio, fig. 2). t tensione di sogli o of 05 06 07V08 tensione applicata —= Figura 3: Zona di conduzione dei diodi Zona di interdizione (bloccaggio) (fig. 4). Quando i diodi funzionano nel senso di non-conduzione (di- rezione inversa -+-), la corrente inversa ly rimane ridotta anche all’aumentare della tensione inversa Up. Zona di rottura (fig. 4). Se la tensione inversa con- tinua ad aumentare, il diodo diventa condutivo; la tensione inversa aumenta bruscamente e diventa corrente di rottura che pud distruggere il diodo. di rottura senso di condurione ‘senso di interdizione - + P N ED barr Figura 2: Modi di funzionamento dei diodi | diodi lasciano passare la corrente in un solo senso e la bloccano nel senso inverso, svolgen- do la funzione di valvola. Zona di conduzione (figg. 3 € 4). Quando il diodo funziona nel senso di conduzione (senso diretto “P+-), la corrente diretta |; aumenta fortemente al crescere della tensione Us al di sopra della tensio- ne di soglia. La tensione di soglia é dell’ordine di 0,3V nei diodi al germanio e di circa 0,7V nei al silico. Nella zona di conduzione, un diodo ha un’alta impedenza quando la tensione é inferiore alla tensione di soglia e presenta una bassa impe- denza quando la tensione @ superiore alla ten- sione di soglia, Figura 4: Curva caratteristica di un diodo Circuiti raddrizzatori ' sono uti alternate, ati per raddrizzare tensioni Collegamento ad una semionda (fig. 5). Se la se- mionda positiva @ applicata al morsetto 1 del gene- ratore, il diodo é collegato nel senso di conduzione @ lascia quindi passare la semionda positiva. Se & applicata la semionda negativa, il diodo é collegato nel senso di non-conduzione; la semionda negati- va @ soppressa e la tensione, per questo lasso di tempo, é zero. Sr —— Figura 5: Collegamento ad una semionda 584 eee’ Poo 19 Collegamenti a ponte a doppia semionda (fig. 1). | diodi sono collegati in modo tale da poter utilizzare per il raddrizzamento sia la semionda positiva sia la semionda negativa. Il funzionamento del raddriz~ zamento ¢ illustrato nello schema elettrico (fig. 1). Figura 1: Collegamento a ponte a doppia semionda Se al morsetto 1 del generatore viene applicata la semionda positiva, la corrente passa attraverso i diodi e l'utilizzatore in direzione del morsetto 2 (freccia rossa). Se al morsetto 1 del generatore si applica la se- mionda negativa, la corrente passa, attraverso i diodi e l'utilizzatore, dal morsetto 2 al morsetto 1 (freccia rossa tratteggiata). Osservando la direzione della corrente nella resi- stenza dell'utilizzatore R, risulta che essa rimane la stessa in entrambi i casi. Per il raddrizzamento si utilizzano, quindi, entrambe le semionde. La ten- sione continua prodotta in tal modo é pili regolare rispetto al collegamento ad una semionda (fig. 1). Diodo Zener | diodi Z (diodi Zener!) in genere funzionano in senso inverso, ossia essi sono inseriti in direzione di non-conduzione. La loro linea caratteristica pre- senta una brusca curva nel passaggio dalla zona di interdizione alla zona di rottura. A questo punto la corrente di rottura (corrente di Zener f) aumenta notevolmente (fig. 2). La zona di funzionamento dei diodi Zé la zona di rottura. Nella zona di rottura, i diodi Z svolgono la funzione di valvole o interruttori. Nei collegamenti elettroni- ci possono essere utilizzati, per esempio, per stal lizzare e limitare la tensione o come rilevatori del valore nominale. GM. Zener, fisico americano aie Viz ws 6 4 40 =i oI pe 120 Re i 160 va phe + | |vabval val vil 20° i 240 mA Figura 2: Linee caratteristiche dei diodi Z Il diodo Z di tipo V6 (fig. 2), per esempio, diventa conduttivo a una tensione di Zener U; fra 8,0 Ve 8,1 V. La massima corrente /y consentita per questo diodo Z é di circa 170 mA. Una corrente maggiore porterebbe a un sovraccarico termico e alla distru- zione del diodo. lizzazione della tensione (fig. 3). Se nel diodo Zener la tensione Zener non @ ancora stata rag- giunta, la resistenza del diodo Zener Rz @ signifi- cativamente maggiore rispetto alla resistenza ad- dizionale Ay, Uintera tensione di funzionamento U;, si trova sul diodo Zener e, quindi, contemporanea- mente anche sulla resistenza di carico fi. Se la tensione di funzionamento U; supera la ten- sione Zener Uz, la resistenza del diodo Zener Rz diminuisce notevolmente. Di conseguenza, la cor rente Zener passa anche attraverso la resistenza addizionale Ry, cosicché il calo di tensione U, ai morsetti della resistenza addizionale Ry aumenta, R om [In stabilizzazione parallela Figura 3: Stabilizzatore di tensione Nel processo di stabilizzazione della tensione per mezzo di un diodo Zener, la caduta di ten- sione U, ai morsetti della resistenza addizionale R, genera una tensione di uscita U, pressoché costante. 19.1.17.2 Transistori Sono costituiti da tre strati semiconduttori sovrap- posti gli uni agli altri, di cui ciascuno ha un colle- gamento elettrico. Uassemblaggio dei tre strati pud essere paragonato a diodi collegati in senso oppo- sto. A seconda della disposizione degli strati, si di- stinguono due tipi di transistori: i transistori PNP ei transistori NPN. Gli strati semiconduttorie i relativi collegamenti sono detti emettitore E, collettore Ce base B (tab. 1). 4 emettitore Itransistori possono essere utilizzati come com- mutatori (con funzionamento a relé), amplifica- tori e variatori di tensione, Transistore come commutatore (fig. 1) Permette la commutazione senza contatti di una grande corrente di lavoro con una debole corren- te di comando. Dato che non ci sono parti mosse meccanicamente, il transistore lavora senza usura, in silenzio e senza scintille. Le commutazioni av- vengono in intervalli di tempo dell'ordine di mi- cro-secondi. In questo caso, il transistore funziona come un rel impulso dicomando Re] Js. A Figura 1: Principio di funzionamento ‘come commutatore Transistore PNP come commutatore (fig. 2) Stato di commutazione “on’: Durante il funziona- mento di un transistore PNP, la base e il collettore sono sempre polarizzati negativamente rispetto allfemettitore (fig. 2). Se si applica una tensione continua tra emettitore E e base B, una piccola cor- rente lg passa nella base (corrente di comando) & commuta il transistore; una grande corrente emet- titore-collettore Ic (corrente di lavoro) pud, a que- sto punto, attraversare I'utilizzatore (lampada ad incandescenza). II valore della corrente di base Ip & limitato da una resistenza. Stato di commutazione “off”, Se si interrompe la corrente di base fg, si blocca anche la corrente Ic, ossia il transistore blocca la corrente di lavoro. Si ha un‘interruzione della corrente del collettore an- che quando la base viene polarizzata positivamen- te (fig. 2) Figura 2:Transistore PNP come commutatore Transistore NPN come commutatore (fig. 3) Stato di commutazione “on”: Durante il funziona~ mento di un transistore NPN, la base e il colletto- re sono sempre polarizzati positivamente rispetto all'emettitore (fig. 3). Stato di commutazione “off’: Interrompendo la corrente di base o polarizzandola negativamente, si interrompe automaticamente la corrente del col- lettore. | processi seguenti sono identici a quelli del transistore PNP. ra 3:Transistore NPN come commutatore Una debole corrente di comando tra la base e Vemettitore (corrente di base) provoca il pas- saggio di una grande corrente di lavoro tra Vemettitore E e il collettore C (corrente emetti- tore-collettore). sas fore come amplificatore (fi La resistenza di carico R, @ la resistenza colletto- re-emettitore del transistore Ace formano un par- titore di tensione. Variando la resistenza del tran store, si modifica il rapporto delle tensioni Uy : Uce Laumento della tensione Use provoca la diminuzio- ne della resistenza del transistore. Una forte cor- rente passa nel circuito del partitore di tensione. Nel partitore si modifica la ripartizione delle ten- sioni; sulla resistenza di carico Ry, la tensione U, subisce un forte calo. Una debole variazione della tensione base-emetti- tore Uge provoca un forte aumento della tensione U; sulla resistenza di carico R,. Questo processo detto amplificazione della tensi Figura 1:Transistore come amplificatore (schema) Aumentando leggermente la tensione di base Use, si aumenta anche la corrente di base ls. La forte diminuzione della resistenza del transistore Ace provoca un grande aumento della corrente del col- lettore {c. Questo processo @ detto amplificazione della corrente Il transistore come resistenza variabile. II funziona- mento @ identico all'utilizzo del transistore come amplificatore (fig. 1). Va osservato, tuttavia, che le dissipazioni di calore che si verificano nel transisto- re utilizzato come variatore di resistenza non com- portano la distruzione del transistore stesso. Transistori a effetto di campo (FET) I transistori a effetto di campo comandano la corrente di carico per mezzo di un campo elet- trico generato dalla tensione di comando. Transistore a effetto di campo a giunzione (J-FET") (fig. 2). E costituito da un canale di tipo N o di tipo P le cui estremita sono collegate ai terminali drain (D) e source (8). II passaggio di carica nel canale drain-source @ comandato dalla tensione di con- trollo tramite il gate (G). *junetion (inglese) = gunzione oe drogaggio G campo G aitpon ‘repulsive 8 > drogagyio dito gate (g) non comandato sate comandato Figura 2: Transistore a effetto di campo a canale N Funzionamento. Nei transistori a effetto di campo, i portatori di carica si spostano attraverso un semi- conduttore tra i terminali drain (D) e source (S). La tensione applicata al gate genera un campo elettri- co, che pus inibire o favorire, a seconda del model- lo, la conduzione di corrente elettrica. Nei transisto- ria effetto di campo a canale N, i terminali di gate sono costituiti da regioni con drogaggio ditipo P. I! canale (giunzione) ha un drogaggio di tipo N. Ap- plicando al gate una tensione negativa rispetto al source, si genera un campo elettrico repulsivo che, respingendo il passaggio di elettroni all’interno del canale drain-source, ne riduce la sezione. Non es- sendovi passaggio di corrente in fase di comando del gate, il transistore a effetto di campo lavora in assenza di potenza, Transistore a effetto di campo a gate isolato (IG- FET?). E in genere configurato come MOSFET (Me- tal Oxide Semiconductor Field Effect Transistor) {fig. 3). In questo caso, il gate non & costituito da una regione drogata di tipo P. bensi da un elettrodo gate metallico, isolato dal canale per mezzo dello strato di ossido, aio § GD di cesido rogaggio tipo N rogaogio dl tipo P |OSFET Figura | transistori a effetto di campo a gate isolato (IG- FET) possono essere suddivisi in due gruppi. 1. FET ad articchimento Nella tipologia ad arricchimento, con una tensione di OV tra gate e source, non c’é passaggio di cor- rente tra drain e source. 2. FET a impoverimento Nella tipologia a impoverimento, con una tensione di OV tra gate e source, c’é passaggio di corrente tra drain e source. 3 1G da lola Gate (inglese) = porta isolata La tab. 1 mostra una panoramica delle pologie di transistori a effetto di campo. Elemento FET. IGFET Il “gate” (termine inglese), chiamato anche porta, @ Felettrodo di comando. A seconda della disposi- zione degli strati semiconduttori si distinguono tiri- stori a “gate” Pe tiristori a “gate” N. Il tiristore pit comunemente utilizzato é di tipo PNPN a “gate” P. A anode) Simbolo A G (oat (comando) s K (catodo) i Rispetto ai tradizionali transistori (bipolari sistori a effetto di campo presentano vantaggi so- prattutto a livello di tempo di disinserimento e fre- quenza di lavoro (tab. 2). rer se grande Tiristore in conduzione. Un tiristore a “gate” P & messo in conduzione, ossia i suoi quattro strati sono resi conduttivi, attraverso un breve impul- so di tensione positiva sul “gate” (fig. 2). Dopo la messa in circuito, il tiristore rimane condut- tore fintanto che sussiste una piccola differen- za di tensione tra I'anodo (A) e il catodo (kK). ‘Questo succede quando circola una corrente mini- ma di funzionamento (corrente di mantenimento). Rispetto al transistore, nel tiristore la corrente di lavoro non é regolabile. > tensione, senza potenza 10... 600 ns. 10... 600 ns. svariati GHe ‘buono ron necessaria Come quelli tradizionali, anche i transistori a effetto di campo possono essere utilizzati come interrutto- ri e amplificatori. 19.1.173 iristori Il tiristore é un commutatore elettronico comanda- to, con proprieta di raddrizzamento. E composto da quattro strati semiconduttori collegati in serie. Tre di questi strati sono dotati di collegamenti di raccordo (fig. 1) ® anodo (A); * catodo (K); © gate (G). Figura 2:Tiristore come commutatore In seguito alla messa in conduzion si comporta come un diod: I tiristore Bloccaggio di un tiristore. Per interrompere il pas- saggio di corrente nel circuito dotato di un tiristore, si possono applicare i seguenti procedimenti © la corrente di carico é interrotta momentanea- mente. Cid @ praticamente impossibile quando si hanno correnti di carico molto forti; © si sopprime la corrente di mantenimento per al- cune frazioni di secondo dando un breve impul- so negativo all’anodo (A); © si inverte la corrente di carico, come nel caso della corrente alternata. In seguito, essa va nuo- vamente comandata dopo ogni passaggio a zero della corrente. 587 19 I tiristori possono essere utilizzati nei seguenti am- biti © raddrizzamento (tensione alternata in tensione continua), per esempio nei grandi generatori con cui sono equipaggiati gli autobus; * conversione (tensione continu nata), per esempio negli inverter; © raddrizzamento regolabile. II valore della tensio- ne pud essere regolato 0 comandato; © regolatore della corrente alternata, per esempio variatore di luce. Lampiezza della tensione pud essere regolata; © convertitore di frequenza. La frequenza prodot- ta dalla conversione della corrente continua in corrente alternata pud essere modificata. In tal modo, é possibile regolare la velocita di motor a corrente alternata; © nell’elettronica di potenza. | tiristori sopportano tensioni inverse da 50 a 8000 e il passaggio di corrente da 0,4 a 4500 A. tensione alter- 19.1.17.4 Resistenze semiconduttrici Sono component elettronici con due allacciamenti che, in un circuito elettrico, devono sempre essere oe Figura 1: Schema di protezione con varistore en Sono dette anche resistenze NTC o termistori. Conduttore a calde (NTC) Negative Temperature Coefficient Le resistenze NTC possiedono una grande resi- stenza alle basse temperature e una debole re- sistenza alle alte temperature. Il loro coefficiente termico & negativo. Un aumen- to della temperatura genera una diminuzione della resistenza (fig. 2). La curva che rappresenta la rela- ione resistenza-temperatura non é lineare. 2 10% sotto tensione. 3 4 Varistore (VDR) | Volta ndent Resistor 4 Sono resistenze che dipendono dalla tensione. 8 Laumento di tensione provoca una brusca dimi- | 4 nuzione della loro resistenza, ossia la corrente nel 2 varistore aumenta fortemente. La sua curva carat- E al ‘ “ : bo] ey teristica @ simile a quella di un diodo Zener, mae | & "B indipendente dalla direzione della corrente (pola- | rizzazione). 3 | varistori (VDR) hanno una grande resistenza a bassa tensione e una debole resistenza alle alte tensioni. Utilizzo. | varistori sono inseriti, per esempio, in circuiti elettronici dove fungono da protezione contro le sovratensioni. Tali sovratensioni possono crearsi quando la corrente in una bobina cambii rapidamente e si generano elevate tensioni toinduzione. Per proteggere un componente elettronico @ neces- sario collegare il VOR in parallelo alla fonte di ten- sione che provoca queste sovratensioni (bobina) (fig. 1). Nel caso di sovratensioni, il VDR cortoci cuita la bobina per un breve lasso di tempo. Le resistenze VDR sono utilizzate anche per stabi- lizzare la tensione. Nel circuito, assumono allora la funzione di un diodo Zener. ww poed wo 101 “40-200 20 40 60 80 100 120 149. tomperatura di raffreddamento 6 (alt: 0) Figura 2: Comportamento resistenza-temperatura di una resistenza NTC Utilizzo. Sono utilizzati come trasduttori di misura in impianti in cui @ necessario rilevare un valore di temperatura. Uinformazione sulla temperatura @ trasformata in tensione elettrica. | valori di tali tensioni possono essere utilizzati per indicare la temperatura o inter- venire nella centralina di comando o di regolazio- ne. ) ay Ry ra 1: Esempi di utilizzo Rilevazione della temperatura (fig. 1a). “aumento della temperatura produce la diminuzione della resistivita della resistenza NTC (R). Il calo di ten- sione sulla resistenza Ay nel partitore di tensione aumenta, La tensione Uy indicata pud essere tarata anche in °C. Temporizzazione d’attrazione (fig. 1b). II valore della resistenza NTC (R;) é elevato fintanto che i circuito @ chiuso. La resistenza collegata in paralle- lo R, @ ugualmente grande. In questo modo, la cor- rente di comando del rele K; non é sufficiente per chiudere i contatti. II flusso di corrente provoca i riscaldamento della NTC e, quindi, una diminuzio- ne della sua resistenza. La corrente aumenta fino a raggiungere il valore di commutazione del relé Ky. Il rel pud comandare. per esempio. la messa in funzione di un ventilatore elettrico. at Sono dette anche resistenze PTC 0 termoresistenze PTC. Conduttore a freddo (PTC) Positive Temperature Coefficient Le resistenze PTC hanno una bassa resistenza alle basse temperature e una grande resistenza alle alte temperature. 108 it 10 P330-Ci3 —t 1 Pa30-C13—f 10} Pas0-ci: 10 “so 0 80 100 150 200 250 .¢ 210) —— ra 2: Comportamento resistenza-temperatura di una termoresistenza PTC Il loro coefficiente termico é positivo. Un aumento della temperatura genera un aumento della resi- stenza (fig. 2). La relazione resistenza-temperatura non é lineare. Utilizzo. Gli ambiti di utilizzo delle termoresisten- ze PTC sono gli stessi delle termoresistenze NTC. E necessario peré ricordare che nello schema del circuito si inverte I'andamento della temperatura e della resistenza. Comando dipendente dalla temperatura (fig. 3a). In un circuito, la corrente di mantenimento di un rele pud essere regolata a una determinata temperatu- ra con I'aiuto di un potenziometro, per esempio, per la protezione antigelo dei climatizzatori. Quan- do la temperatura predefinita viene superata, la re- sistenza Ry PTC aumenta fortemente e il relé non & pid alimentato da corrente. Tramite i contatti rele, si attiva la modalita di commutazione desiderata, |. 3b). Una ter moresistenza PTC @ posta nel circuito dell'utilizza- tore. Nel momento in cui la temperatura supera un certo valore, la resistenza PTC si riscalda. Aumen- tando la propria resistivita, limita la corrente a un valore consentito, per esempio, nel riscaldamento dello specchietto retrovisore esterno, a) ») Ry t aye tt Rye kK Figura 3: Esempi di utilizzo delle termoresistenze PTC 19.1175 Optoelettronica Fotoresistonza (LOR) SN Light Dependent Resistor —{*- Si tratta di resistenze che reagiscono alla luce. La loro resistivita diminuisce all'aumentare dell’inten- sita luminosa. Le fotoresistenze sono utilizzate come rivelatori di fiamma negli impianti di riscaldamento e di allar- me, negli interruttori crepuscolari e nelle barriere fotoelettriche (per esempio, negli autolavaggi e nei 589 vam’ 19 Elettrotecnica ; | parametri di un elemento fotovoltaico sono la tensione del punto morto Up la corrente di corto- circuito k, (fig. 3). La tensione a vuoto a 1000 Ix &, a(| per i fotoelementi in silici, circa 0,4V e per i foto- elementi in selenio circa 0,3 V. Lunita dell'intensit luminosa E, il ux (Ix). mv WA fon yy a a He [u} seus a 4 Comando dipendente ras cA - SE dalla tuminosita { " | 2x0 «| Comando dipendente dalla luminosita fig. 1). Sela | = a5, = resistenza R; della LDR aumenta con l'oscurita, in seguito alla ripartizione ditensione tra le resistenze | "| | Ay € Ry la base B del transistore diventa positiva. I Foy ee, bcp aD transistore commuta e la lampada ad incandescen- ’ .- lumina, zu Appartengono al gruppo dei semicon- duttori che: © con aiuto di una fonte di tensione, lavorano come resistenze variabili in funzione dell'intensi- 18 luminosa (fig. 2); © senza una fonte di tensione, funzionano come element fotovoltaici (fig. 3) fotodiodi possono essere estremamente compatti @ vengono utilizaati come trasformatori della luce in energia elettrica e in circuiti di regolazione. Fotodiodo come resistenza N Intunatone dete tuninosith aN Quando il fotodiodo & colpito dalla luce, all’aumen- tare dellintensita luminosa la sua resistenza dimi- nuisce. Diventa possibile cosi il passaggio della corrente attraverso il fotodiodo e il relé K; si inseri- sce. Si attiva la modalita di commutazione deside- rata. | fotodiodi sono inseriti nel circuito in senso inverso (fig. 2), Fig. 2: Principio di funziona- mento di un fotodiodo »; Fotodiodo come cellula fotovottaica SE | fotoelementi, quando sono esposti alla luce, ge- nerano una tensione che dipende dal materiale se- miconduttore e dall’intensita luminosa. Sono utiliz~ zati come fonte di tensione negli orologi, e nelle calcolatrici tascabili e come fonte di tensione per le misure di intensita luminosa. Figura 3: in elemento fotovol- taico Hfotoelementi, sotto l'effetto della luce, genera- no una tensione. Questa tensione dipende dal materiale semiconduttore e dall’intensita lumi- nosa. Utilizzo. | fotoelementi in silicio, accoppiati su gran- di superfici, possono essere utilizzati per lo sfrutta- mento deli’energia solare (celle solari). Hanno un rendimento del 20% circa, ossia trasformano il 20% deli'energia luminosa in energia elettrica. Negli impianti fotovoltaici, fungono da generatori di cor- rente elettrica per I'alimentazione, in particolare, di parchimetti, rifugi alpini, emettitori e satellit Diodi luminosi (LED) S Light Emitting Diode pL Questi diodi trasformano la corrente elettrica in luce quando sono alimentati con una tensione. ‘A seconda del materiale del diodo, il colore della luce pud essere verde, gialla, arancione, rossa 0 blu. La tensione di funzionamento si situa tra 1,5 @ 3V. Per un loro utilizzo in un circuito di tensione superiore, @ indispensabile collegarli con una resi- stenza di protezione per limitarne la corrente (fig. 4). Sono utilizzati nell’autoveicolo per le indicazioni alfanumeriche e le spie di controllo, dato che il loro assorbimento & minimo (qualche mW). Un diodo luminoso non sopporta una tensione inversa ed & sempre polarizzato in senso diretto. Figura 4: Diodo luminoso con resistenza ‘complementare Fototransistori (radiazione luminosa e infrarossa) as La commutazione di un transistore @ generalmente comandata attraverso una tensione negativa 0 po- sitiva applicata alla base. Nel caso del fototransistore, la luce o la radiazio- ne (radiazione infrarossa) penetra attraverso una finestra o una lente ottica nella banda di interdizio- ne base-collettore del transistore, generando una corrente fotoelettrica J, che aumenta proporzio- nalmente all'intensita luminosa E, (fig. 1) e agisce come corrente di base. La corrente del collettore di un fototransistore cresce all’aumentare dell’intensi 1ra 1: Fototransistore con transistore di amplificazione Utilizzo. Sono utilizzati nell’autoveicolo per i co- mandi dipendenti dalla luce, per esempio per comandare un dispositive antiabbagliante degli specchietti retrovisori interni o come accoppiatori optoelettronici. Accoppiatore optoelettronico. & composto da un fotoemettitore e un fotorecettore, assemblat in un comune involucro impermeabile alla luce, in modo da garantire che il recettore riceva radiazioni uni- camente dall’emettitore (fig. 2). Si utilizzano come fotoemettitori, di preferenza, diodi a emissione lu- minosa infrarossa. Come fotorecettori, invece, si utilizzano, a seconda dell’ambito d'impiego, fotodiodi, fototransistori o fototiristori Gli accoppiatori optoelettronici collegano due circuiti elettrici in genere tramite raggi infraros- sie li separano galvanicamente I'uno dall‘altro, La tensione d'uscita @ limitata a 5 V; cid significa che tutti i segnali che entrano nell’accoppiatore optoelettronico sono trasformati e si presentano all'uscita tra 0 e 5 V. Nell’automobile queste ten- sioni sono utilizzate come segnali d'ingresso per numerosi dispositivi di comando. Cireuito di comando = Figura 2: Accoppiatore optoelettronico con fotodiodo & fototransistore 19.1.176 Effetti magnetici sui componenti semiconduttori se Leffetto Hall si verifica su uno strato semicondut- tore attraversato da una corrente d’alimentazione 1, (fig. 3). Se perpendicolarmente allo strato semi- conduttore @ presente un campo magnetico, tra le superfici di contatto A si crea una tensione di Hall Uy. Il valore della tensione dipende dall’intensita del campo magnetico. Generatore a effetto Hall A ie Figura 3: Effetto Hall 19. 177 Influenza della pressione sui componenti semiconduttori —= ‘Quando sono sottoposti a forze di trazione, di pres- sione o di flessione, i sensori piezoelettrici pro- ducono uno spostamento delle cariche elettriche e, quindi, una tensione elettrica suali elettrodi di allacciamento. Questo effetto piezoelettrico si pud ottenere, per esempio, con cristalli di quarzo (Si2) (fig. 4). Gli elementi piezoelettrici sono utilizzati, per esempio, come sensori di pressione o sensori del battito in testa Elemento piezoelettrico forza applicata—resistenza—_ terminal 592 aN ose) 19 19.1.178 Circuiti integra Il proceso planare permette di fabbricare tutti i component di un circuito (resistenze, condensa- tori, diodi, transistori, tiristori), compresi i colle- gamenti conduttori, in un unico comune processo di produzione e su un unico (monolitico”) chip?) di silicio. I componenti semiconduttori riuniti in questa ma- niera diventano circuiti integrati monolitici detti IC (Integrated Circuits)” (fig. 1). a) Schema base 2 3 6 4 7 + (sup- hy iy ©) Pastr supperte Stn 1 Diffusione N- Integrated Circus ingle) = crcl integrat Cireuiti ibridi. Sono una combinazione di circuiti integrati e componenti unici (fig. 2). Sono connessi insieme su un supporto tramite colla o per brasa- tura o altri procedimenti. Cid facilita la costruzione mirata di circuiti elettrici con proprieta speciali, per esempio, un dispositive di comando dell’accensio- ne. serie di resistonze (dipolarizzazione) —stadio di comendo IC / \ | diode’ tadio i potenza (seita) Figura 2: Regolatore di tensione in tecnica ibrida Domanbe pI RiPASSO 1 Quali portatori di cariche elettriche possiedono conduttori di tipo N e ditipo P? 2 In che modo bisogna polarizzare una giunzione PN per farla diventare conduttrice? 3 Che cos @ la tensione di soglia? 4 Quale parte della curva caratteristica de! diodo Zener @ ul ‘tensione? 5 Che cos‘é un raddrizzatore a una semionda? 6 Qual é la struttura di un transistore NPN? 7 Come si chiamano gli elettrodi di allacciamento diun transistore? 8 Come bisogna polarizzare un transistore NPN per renderio conduttore? 9 Qual & il comportamento di un conduttore caldo durante ‘aumento della temperatura? 10 Come varia la resistenza di un varistore quando aumenta la tensione? 11 Qual é il comportamento di un resistore LOR quando é sotto I'influenza della luce? 12. Che cosa si intende con I'espressione LED? 13. Quali sono le applicazioni di un accoppiatore optoelettronico? 14. Come sono realizzatii circuitiibridi? 19.2 Applicazioni dell'elettrotecnica____ 19.2.1 Schemi elettrici Uno schema elettrico @ la rappresentazione grafica di uno o pitt dispositivi elettrici per mezzo di boli, illustrazioni o disegni progettuali semplificati In ambito automobilistico, gli schemi elettrici sono raffigurati prevalentemente sotto forma di schemi di principio. Schemi di principio Uno schema di principio illustra un circuito elet- trico in maniera chiara e strutturata. Uno schema di principio (fig. 1 e fig. 1, pag. 594) indica i circuito elettrico e le denominazioni di apparecchi e collegamenti. Per quanto concerne ‘questi ultimi, solitamente si utilizzano le cosiddette Aumerazioni di morsetti, contatti o PIN. In base alla disposizione dei simboli, © schema elettrico funzi nale; © schema elettrico binario (unifilare). Le differenze tra le due modalita di rappresentazio- ne saranno illustrate nel corso di questo capitolo sull’esempio del comando di un ventilatore per il circuito di raffreddamento. In entrambi gli schemi di principio, inoltre, é raffigurato il percorso della corrente per il comando del ventilatore sulla prima velocita. Entrambe le tipologie di schemi illustrano il circuito sul medesimo veicolo. A tale proposito, va osser- vato che gli schemi di principio non sempre ripor- tano la simbologia standard prevista dalle norme. Tutti, infatti, contengono - oltre alla rappresenta- zione grafica dei elettrici e dei componenti una legenda, le denominazioni di apparecchi, mor- setti e contatti (PIN) e i codici cromatici indicanti il colore dei cavi in chiave alfanumerica. Eventuali varianti, per esempio la validita dello sche- ma per l'esecuzione, con o senza cambio automati co, sono rappresentate con linee tratteggiate. Schema funzionale (fig. 1). | circuiti di piccole di- mensioni sono in genere raffigurati sotto forma di schemi funzionali. Per i circuiti di dimensioni mag- giori o schemi complessivi non si utilizza questo tipo di rappresentazione, dal momento che non & sufficientemente chiara, Tutti i componenti presenti all'interno di uno sche- ma elettrico possono essere rappresentati in ma- jera tale che la disposizione fisica dei simboli cor- risponda all'effettiva posizione degli apparecchi a bordo del veicolo. | collegamenti meccanici vengo- no raffigurati con linee di collegamento interrotte. ‘Schema binario (fig. 1, pag. 594). | simb om- ponenti elettrici sono disposti in maniera tale da poter seguire con la massima semplicita possibile i singoli cavi. In esso non si tiene conto della dispo- sizione nello spazio e dei collegamenti meccanici tra i singoli componenti e impianti. umerazione morsetti egenda A38 centralina cambio automatico ra SAF tus vam oa F90.42 fusible 408 F F F051 fusible SA F9051 r mt fon 6202. collegamento a massa ‘collegamento K15 rela ventilatore primo livello K1.6 rela ventilatore secondo livello m2 R22 _resistenza addizionale ventilatore S22 _interruttore termico a due livelli i eran Set ee rh ; See re aeeeraeeas| ||| Peete =a 7T} ae a_i ad 7 a ee Cl FE : |_ BRN Bal aa Fy I i u J} Lj fe Peta enan nsec inna bros resco 56 a ) inmmarierachieertiines snc incoc!'singe- rr in maniera chiara, retina e senza incroc i singo- Ii circuiti elettrici. In linea di massima, i cavi sono | Denomina- | Schema funzionale | Schema bi rappresentati con delle linee verticali e parallele | Zine (fig. 1, pag. 593) jeeeigat fra di loro. Le linee orizzontali superiori sono le | Fusibile 5A F20.51 S61 alimentazioni positive (30, 15, 75), mentre la linea _| Fusibile 40A F90.42. sa | orizzontale inferiore rappresenta la massa. E pos- | Collegamento 202 30 sibile tracciare parti del percorso della corrente | #massa anche in orizzontale. Per reperire pid facilmente i | Relé 1° livello KIS L278 punti di collegamento, lo schema elettrico contiene | Relé 2°ivello Kis 1280 le denominazioni delle diverse sezioni. A tale pro- | Motorino M2 v7 posito, esistono tre modalita di rappresentazione: | ventilatore © numerazione progressiva (1, 2, 3...) equidistante | Resistenza R22 N39 da sinistra a destra (n. piano cavi); Cd © denominazione delle sezioni del circuito, per | Interruttore 822 a ‘esempio, ventilatore per il circuito di raffredda- [termico | mento; rele o le sezioni dei conduttori. La tab. 1 mette a * combinazione tra numerazione progressiva e de- confronto le denominazioni dei due schemi di prin- hominazione della sezione di circuito. cipio. La numerazione del morsetto 75x (collega- Lo schema di principio pud essere rappresentato in mento a vite sulla piastra portarelé) indica che, in forma semplificata o dettagliata con fase di accensione, 'utilizzatore collegato viene no, per esempio relé. Pud altresi contenere ulteriori disattivato, allo scopo di non sovraccaricare la bat- dati, per esempio indicazioni sulle connessioni dei teria di avviamento. Ventilatore circuito di raffreddamento, 2 velocita, 300W, senza arresto ritardato =— denominazione dello schema di principio (sezione circuito) F18_interrutore termico per ventilatore a J217 = J279 Sao livers 2 fo feat sues soar [I] 4% enominazione eran Su pana potarals ite ee patenera 2 me $51 _fusibile singolo per ventilatore refri- oe os Peers sina ‘T10k collegamento a spina, 10 vie, orminsate Frssfacssoacaer sites / r Seen es ae V7 entinoe peri atte : Sn oon oe a @ Sleprrog mass soos aa etna ai eae A a Oa froreat Collagamento avi (7 imercatura 1 @ Bacto pore Soran yat7 Wi roarr—— soo per cambio utomatco visualizzazione PIN-OUT collegamento denominazione contatto (Pin) 7 sg fa 12 3 4 5.6 7 8 9 ON MW 15 ircuito corrente di comando verde, 14 _circuito corrente di lavoro rosso Figura 1: Schema binario (esempio: ventilatore per circuito di raffreddamento) 19.2.2 Indicazioni aggiuntive e simbologia degli schemi di principio La rappresentazione degli schemi elettrici varia a seconda della casa automobilistica e pud contenere pit © meno indicazioni aggiuntive (fig. 1). Gli schemi di principio possono essere utilizzati per la ricerca guasti nell’impianto elettrico di un veicolo, ‘oppure in fase di installazione successiva di ulteriori componenti, per esempio riscaldatori, navigator satellitari o telefoni mobili. ‘comando cambio automatico ————__ 30 39 Denominarione dello schema di a ET principio raffigurato Numero fusible: ‘numerazione della posizione dol fusibile al Tez cortisponde al colore sul veicolo, es. bl = blu, bk = nero ecc. Combinazioni: piano cavi 23 (morsetto 31, ‘massa) al piano cavi 12 (componente k1, relé immobilizer) Massa veicolo: numeri cerchiati indicano il punto 12.345 6789 WN 1219 415 16 17 18 192021 222328 20 20 5 15 Visualizzazioni dei connettori con ‘occupazione dei collegamenti di installazione (eft. agenda) xo 23 Denominazione apparecchio: spiegazione di simboli e compo: rnenti nella legonda Denominazioni dei contatti sui connettori a spina (cf. visualiz- zazioni connettori) Circuiti utilizzatori NV. piano cavi per individuare pid facilmente le combinazioni Legenda 5 BSVBVNH NN USMN BNO NA MAT — A25 gruppo oletrovalvole F4 fusible (6A) X13 spina contralina motore AT quadro strumenti HI luce di frenata X34 spina centralina cambio 81 sensore velocita marcia. H2__illuminazione selettore X82__connettore diagnostice B2 sansore numero giri del cambio K1_reld immobilizer Yi magnete bloceo selettore imontrota corset collegemento sass Fi fusibile (20) 'S1_interruttore luci di frenata piastra port F2_— fusibile (10) S2__interruttore di avviamento collegamento a massa Fa fusibi (0A) 83 _interruttore multifunzione tratto di linea Figura 1: Indicazioni aggiuntive e possibile simbologia negli schemi di principio 596 a CS) 19 19.2.3. Utilizzo degli schemi di principio Gli schemi di principio vengono utilizzati nella ricerca guasti sulla rete elettrica di bordo o in componenti elettrici. Lesempio (fig. 1) illustra il procedimento di ricerca guasti nel circuito di gestione del cambio, con ausilio di uno schema di principio. In fase di ricerca guasti, occorre in ogni caso osservare le indicazioni della casa costruttrice. 1. Lettura della memoria guasti oo il codice guasto fornisce un‘in- dicazione in merito a un difetto del componente o dei cavi tra componente @ centralina. * Godice guasto: 010¢: | 2. Distacco della spina dalla centralins ‘controlio di componenti o dei ccavi tra componente e centralina awviene spesso tramite una misura- ione della resistenza. Per farlo occor- re staccare la spina dalla centralina. ‘Attenzione: spegnere prima il motore! Nello schema di principio la spina staccata si riconosce dallinterruzione dei cavi alla centralina 3. Determinazione dei punti di controllo: $3) ‘mediante lo schema di principio ‘occorre quindi determinare i punti di controllo per la misurazione della resistenza sulla spina della centralina. {In rosso: misurazione della resistenza di conduttore e bobina tra i contatti oo 22 1. 22.0 58 mediante ohmetro. Se si utilizza un pinbox, consi in genere i numeri dei contatti della spina coincidono con i numeri dei contatti del pinbox 2526.27 28 ‘Attenzione: osservare le indicazioni 45 2 del costruttore! 4. Confronto valor teorici/effettivi: qualora non si raggiunga il valore tworico dal costruttore, ‘occorre procedere con una misurazione della resistenza del cavo tra componente centralina per escludere un guasto a al medesimo. Sel valore dolla resiston- gg 2a del cavo e icontatti del cavo sono *3 Ccorretii! difetto € nel componente. r 46| Elettrovalvola regolatore i pressione: automatico 19.2.4 Schema elettrico completo degli allestimenti di base di un autoveicolo Interruttore d’accensione, motorino d’avviamento, alternatore, centralina per elettronica piantone T2ae 6 6789 MONDE 1% 16 7 1 19 20 0 2 mmm 2 ‘A Batteria E45 Inter velocita B_ Motorino d'avviamento Ai contatti 3/30 @ 7/30 delt'interruttore di accensio- ne (0) arriva tensione tramite il positive A32. A32 @ collegato direttamente al polo positivo della batteria attraverso il fusibile S88. Non appena I'interruttore viene commutato nella posizione 3 (avviamento motore), il contatto 5/50b @ il morsetto 50 del motorino d'avviamento (B) sono posti sotto tensione. Cosi facendo, la corrente passa dalla batteria (A) alla massa tramite il relé di innesto e gli avvolgi- menti del motorino d'avviamento (percorso della corrente 4). Quest’ultimo gira e awvia il motore. Nel momento in cui il conducente rilascia I'inter- uttore di accensione (D), al morsetto 50 del moto- rino d'avviamento non vi é piu tensione. tore per regolatore di | 11 Collegamento a massa 135. Collegamento a massa 500 Collegamento a vite (30) J527 Centralina per elettronica pian- | 601 Collegamento a vite (30) C Alternatore trifase tone sterz0| A2_Collegamento pid (15) C1 Regolatore di tensione 1623. Centralina motore ‘21. Collegamento (86s) ‘432. Collegamento pid (30) D__ Interruttore d'accensione $88 Fusibile ‘A33. Collegamento (75) T__Collegamento a spina ‘Tramite l'interruttore di accensione (0), la centra- lina per l'elettronica del piantone sterzo (J527) ri ceve, in funzione della posizione dell'interruttore, segnali relativi a quest'ultima, Posizione interruttore O: trasmissione da D (con- tatto 4/P) a J527 (T16a/16) Posizione interruttore 1: trasmissione da D (con- tatto 8/86s) a J527 (T16a/14) Posizione interruttore 2: trasmissione da D (con- tatto 2/75) a J527 (T16a/12) Posizione interruttore 3: trasmissione da D (con- tatto 1/50) a J527 (T16a/15) 597

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