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ILLUMINISMO: L’Illuminismo è un movimento socio-culturale che si sviluppò nel Settecento.

Il suo
principio fondamentale era la valorizzazione della ragione, considerata la “guida” per agire e per formarsi le
proprie convinzioni. Su questa base, gli intellettuali illuministi proposero una severa critica delle religioni e
sostennero la tolleranza tra fedi diverse. In politica, le idee degli illuministi erano eterogenee, ma dal
movimento derivarono concetti tuttora fondamentali, come la separazione dei poteri all'interno di uno
Stato. L’illuminismo, inoltre, fornì la base intellettuale per nuovi sistemi politici, come il dispotismo
illuminato, e fu all’origine della rivoluzione francese. Il movimento si sviluppò nel XVIII secolo in Europa, a
partire dall'Inghilterra e successivamente soprattutto in Francia, ma si diffuse anche in Nord America, dove
fu una delle scintille che provocarono la rivoluzione americana.

Significato di illuminismo  Il nome "illuminismo" contiene in sé l’idea di “illuminare” le menti, schiarendo


il “buio” creato dalla religione e dal dogmatismo. L’esigenza di “illuminare” gli esseri umani derivava dalle
condizioni politiche e sociali del tempo. Nell’Europa del Settecento predominavano le monarchie
assolute, all'interno delle quali il sovrano aveva un potere illimitato, e le aristocrazie, cioè delle famiglie che
dovevano la loro posizione alla nascita e non alle capacità. Inoltre, era diffusa l’intolleranza religiosa, in
particolare per l’ostilità tra cattolicesimo e protestantesimo, al punto che non si poteva professare una
religione diversa da quella “in vigore” nello Stato dove si viveva. L’Illuminismo fu una reazione a questo
stato di cose e partì da un elemento preciso: la razionalità.

Idee fondamentali  Elemento centrale dell’Illuminismo è la ragione. Gli illuministi ritenevano che ogni
essere umano fosse dotato di una mente razionale e dovesse servirsene per stabilire come agire e a cosa
credere. La maggior parte degli uomini, però, “non usava” la ragione perché aveva la mente offuscata dalle
credenze impostegli dalla religione e dalla società. In questa situazione, gli intellettuali dovevano guidare gli
uomini e consentire loro di superare la condizione di inferiorità.

L’Illuminismo, “partito” dalla Francia, si diffuse in altri Paesi europei, come la Germania, dove fu una delle
basi del pensiero di Immanuel Kant, e l’Inghilterra, nella quale gli intellettuali si concentrarono non tanto
sulla politica, quanto sulla morale e la religione. L’Illuminismo varcò persino l’Atlantico, influenzando le idee
di studiosi e politici delle colonie inglesi del Nord America, come Benjamin Franklin e Thomas Jefferson. Le
loro idee furono essenziali per lo scoppio della Rivoluzione americana.

« L'illuminismo è l'uscita dell'uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso. Minorità è l'incapacità di
valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a se stesso è questa minorità, se la causa di essa non
dipende da difetto d'intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di far uso del proprio intelletto senza
essere guidati da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! È questo il motto
dell'Illuminismo.»
(Immanuel Kant da Risposta alla domanda: che cos'è l'Illuminismo?, 1784)

Erede della ragione, intesa nel senso di Locke, l'illuminismo vuole adattare alla filosofia il metodo della fisica
newtoniana affidando alla ragione la determinazione tanto delle proprie possibilità che dei propri limiti,
indipendentemente da ogni verità che si presenti come rivelata o innata.

La fede nella ragione, coniugandosi con il modello sperimentale della scienza newtoniana, sembrava rendere possibile
la scoperta non solo delle leggi del mondo naturale, ma anche di quelle dello sviluppo sociale. Si pensò allora che,
usando correttamente la ragione, sarebbe stato possibile un progresso indefinito della conoscenza, della tecnica e
della morale: convinzione questa che verrà successivamente ripresa e rafforzata dalle dottrine positiviste.
Pierre Bayle per primo si dedicherà nel suo Dizionario storico e critico (1697) alla compilazione di una «raccolta degli
errori e delle falsità» da cui deve essere epurata la storia come fino ad allora è stata presentata. Egli è un minuzioso e
preciso raccoglitore di fatti attestati da documenti e testimonianze così numerose che Ernst Cassirer (1874–1945) lo
considera il fondatore dell'acribia storica:

«[Lo storico] deve dimenticare che appartiene a un certo paese, che fu educato a una data fede, che deve riconoscenza
a questo o a quello e che questi o quegli altri sono i suoi parenti o i suoi amici. Uno storico in quanto tale è come
Melchisedec, senza padre, senza madre, senza genealogia. Se gli si domanda da dove viene deve rispondere...sono
abitante del mondo; non sono al servizio dell'imperatore, né al servizio del re di Francia ma solo al servizio della
verità...»

«Entrate nella borsa di Londra, questo luogo ben più rispettabile di tante corti; vi troverete riuniti i rappresentanti di
tutte le nazioni, in vista dell'utilità degli uomini. L'ebreo, il maomettano e il cristiano trattano tra loro come se
appartenessero alla medesima religione, e qualificano infedeli soltanto coloro che fanno bancarotta. Il presbiteriano si
fida dell'anabattista, e l'anglicano accoglie la promessa del quacquero.[36] »
Voltaire lettere filosofiche

« Le nostre speranze sul futuro del genere umano possono venire riassunte in tre punti importanti: la distruzione delle
diseguaglianze tra le nazioni, i progressi dell'uguaglianza all'interno di uno stesso popolo, ed infine il perfezionamento
reale dell'uomo...Affrontando questi tre problemi troveremo - nell'esperienza passata e nell'osservazione dei progressi
finora compiuti dalle scienze e dalla civiltà, nonché dall'analisi del cammino dello spirito umano e dello sviluppo delle
sue facoltà - i motivi più forti per ritenere che la natura non ha posto alcun termine alle nostre speranze»
Condorcet, Saggio di un quadro storico dei progressi dello spirito umano, Introduzione

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