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Federico Meneghini

HEINRICH BÖLL: DALLA CRITICA ALLA VIOLENZA NELLA GERMANIA DEGLI ANNI 70

Premesse:
Nel corso degli anni settanta la Germania è scossa da un’ondata di violenza terroristica promossa dai gruppi
estremistici quali la Rote Armee Fraktion (RAF) e la conseguente violenza repressiva delle istituzioni,
anch’essa perpetuata con un certo successo1. Crollano così irrimediabilmente i pilastri morali e sociali che
avevano retto fino ad ora la società del “miracolo economico” del decennio precedente. Temi come la libertà
di stampa e di pensiero, il diritto ad un’assistenza legale sotto processo e una certa brutalità poliziesca, nonché
il problema delle carceri diventano di pressante attualità 2 . Proprio durante questi anni trovano spazio in
Germania le taglienti critiche riportate sulla questione dal premio Nobel per la letteratura Heinrich Böll.
Dal taglio fine di un intellettuale impegnato, come lo dimostra una sua prima raccolta di saggi del 1977
intitolata einmischung erwünscht (desiderio di intromissione), Böll partecipa attivamente alla vita politica e
culturale della Bundesrepublik. Tale fu il suo impegno ed alle volte anche il suo zelo politico, che
Enzensberger, anch’egli vincitore del premio della Città di Colonia, due anni dopo la sua morte, avvenuta nel
1985, definì che se ora Böll non c’è più, il suo posto lo hanno preso Greenpeace ed Amnesty International3.
Opere e intrecci con la contemporaneità:
È possibile definire l’opera di Böll in quattro fasi. La prima fase è segnata dall’essere decisamente legata alla
letteratura delle macerie. In una Germania sconfitta, appena uscita dal secondo conflitto mondiale, l’autore di
Colonia fatica a fare successo e a trovare un editore. La sua letteratura rimanda decisamente ad una cupa realtà,
fatta di macerie e di difficili situazioni post belliche. Der Engel schweig (L’angelo tacque) e Kreuz ohne Liebe
(Croce senza amore) vengono entrambi pubblicati postumi, rispettivamente nel 1992 e nel 2002. Gli vengono
rimproverate alcune ingenuità formali che l’autore non correggerà mai del tutto, ma Böll non si arrende e riesce
a trovare un editore il Middelhauve Verlag, nella città renana di Opladen, che gli pubblica Der Zug war puntlich
(Il treno è in orario) e la raccolta di racconti brevi: Wanderer, kommst du nach Spa… (Viandante se giungi a
Spa…). Nel 1951 viene invitato a Bad Dürkheim ad una riunione del Gruppo 47 e si porta a casa il primo
premio leggendo il racconto Die Schwarzen Schafe (Le pecore nere). Il premio del Gruppo 47 vale a Böll anche
il contratto con l’editore Kiepenheuer & Witsch, che da quel momento pubblicò tutte le sue opere. Inizia una
lunga fase romanzistica, che lo vede impegnato in una serie di fortunate uscite: Und sagte kein einziges Wort
(E non disse nemmeno una parola) nel 1953, Haus ohne Hüter (Casa senza custode) del 1954, Bialiard um
halb zehn (Biliardo alle nove e mezzo) nel 1959 ed il celeberrimo Ansichten eines Clown (Opinioni di un
Clown) del 1963. A questa serie di romanzi, spesso contrassegnati da una profonda critica della morale
cattolica, si aggiungono dei racconti: Das Brot des frühen Jahre (Il pane dei veri anni) 1955, il satirico Doktors
Murkes gesammelte Schweigen (La raccolta dei silenzi del dottor Murke) del 1958. Furono anni in cui scrisse
anche delle opere teatrali, anche se non ottennero il medesimo elevato successo che invece ottennero i sui libri.
Di quel periodo è stato Irisches Tagesbuch (Diario d’Irlanda), stampato nel 1957. Sono gli anni in cui Böll
raggiunge una certa fama, tant’è che la rivista Spiegel gli dedica la copertina nel 1961. Inizia un periodo della
vita dello scrittore caratterizzato da una serie di apparizioni ed interventi dai toni moralisticamente polemici,
seppur integerrimi, sempre allusi ad un cattolicesimo non allineato, tendenti a rivendicare un ruolo
letteralmente impegnato della sua scrittura saggistica e della sua figura ormai di intellettuale. Sono della fine
del 1962 e gli inizi del 1963 una serie di lettere, dove esprime posizioni paradossali e spesso satiriche che
vengono pubblicate sul quotidiano Die Zeit con lo pseudonimo di “Lohengrin”. Nel 1972 inizia una fase del
dissenso che viene evidenziata dall’adesione alla SPD di Willy Brandt come fanno anche Grass, Walser e
Frisch già negli anni sessanta4.
Nel panorama Europeo, il finire degli anni sessanta in Germania rappresenta un punto di notevole critica. La
Germania è di fatto divisa in due stati: ad ovest, la Repubblica Federale Tedesca – Deutsches Bundesrepublik

1
“Scene di Caccia in Germania. Repressione e consenso negli anni 70”. Ruggero D’Alessandro. “Sommario”. pag. 1
2
Ibidem pag.1
3
“Guida alla Letteratura Tedesca – Percorsi e protagonisti 1945 – 2017”. Simone Costagli. Alessandro Fambrini.
Matteo Galli. Stefania Sbarra. “Heinrich Böll”. Matteo Galli. Pp. 81-83
4
Ibidem Pp. 81-85
1
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BrD – uno stato federale inserito a pieno titolo nell’area d’intervento Statunitense, per cui nell’area capitalistica
occidentale, a democrazia parlamentare e ad est, la Repubblica Democratica Tedesca o Deutsches Democratik
Republik DDR – Sotto l’egida dell’Unione Sovietica, nominalmente una repubblica democratica o meglio
definita socialista reale, di fatto capitalismo di Stato e dittatura monopartitica.
La Germania è invasa da truppe NATO, in particolar modo c’è un’elevata presenza di soldati USA, che sono
mal sopportati sia da i nostalgici della NSDAP, sia dai comunisti, che dagli extraparlamentari che in Germania
sono rappresentati da numerosi gruppi politicamente impegnati 5 . Inoltre c’è da considerare il carattere
anticipatore del sessantotto tedesco rispetto agli altri movimenti europei dovuto proprio a quel forte sentimento
antiamericano pervenuto dalla sconfitta del ’45 e messo in discussione dai gruppi della sinistra che sul finire
degli anni sessanta si sta avviando ad una serie di contestazioni a favore di una causa pacifista e comunista,
non dopo aver dato inizio ad un conflitto generazionale interno, espresso anche attraverso una serie di opere
d’arte cinematografiche, artistiche e letterarie 6 . Se dal ’67 al ’79 in Italia si sviluppa un intero corso di
contestazioni politicamente appoggiate dal P.C.I. e che grazie ad esso perdurano creando un movimento di
protesta secondo a nessuno. In Germania le proteste arrivano ad assumere la stessa intensità per un periodo di
tempo più breve anche se nei due stati sarà presente un certo tipo di contestazione violenta e a tratti terroristica
che prenderà il nome di “lotta armata”7.
La RAF:
Le caratteristiche dei gruppi quali la RAF nella R.F.T. e le BR in Italia, si possono così riassumere:
Ideologicamente ispirati dal marxismo – leninismo, anche se con derive spesso terroristico-anarcoidi;
clandestinità; autofinanziamento tramite rapina; assetto militarista; scarso contatto con la sinistra
extraparlamentare; riserve verso gli intellettuali da Böll a Schneider ad alcuni registi del nuovo cinema tedesco
del ventennio 60/70; scarso confronto con l’opinione pubblica se non tramite il volantinaggio e la
pubblicazione di manifesti spesso intrisi di una forte ideologia e con un linguaggio massimalista
incomprensibile al cittadino medio; rapporti ambigui con le sfere del socialismo reale8 – da un lato si parla di
rivoluzione mancata, dall’altro si maturano dei rapporti invisibili con servizi segreti ed organi di spionaggio.
Gli elementi che invece distinguono la R.A.F. dalle B.R. sono l’appartenenza ad un’unica sfera del gruppo
tedesco, mentre le BR spesso si dividono in N.A.P., Prima Linea e altri microorganismi della lotta politica
estemporanea o decennale9. L’assenza di gruppi d’azione neo-nazisti spesso associati ad una “strategia della
tensione”, massoneria, criminalità e criminalità organizzata che in Italia invece operano quasi alternandosi dal
1969 fino alla metà degli anni ’80. La presenza in Italia del Partito Comunista più forte dell’area occidentale,
mentre la KPD tedesca è stata messa fuorilegge dalla metà degli anni ’50. La mancanza del fenomeno del
pentitismo o dissociazione, in uso invece in Italia. Esiste una differenza legislativa tra l’apparato tedesco e
quello italiano, che mentre in Germania tende alla repressione, in Italia, invece, dispone di una legislazione
d’emergenza differente da quella del decennio precedente che permetterà la lotta sia al terrorismo “nero” negli
anni ’80 sia alla mafia negli anni ’90.10 In Germania inoltre il movimento studentesco SDS Sozialistischer
Deutsches Studentenbund dopo il biennio di massima espansione e visibilità del ‘66/68, si trasforma in attività
svolte a cambiare la vita e le abitudini sociali, mentre in Italia come in Francia si apre una serie di micro gruppi

5
“Scene di caccia in Germania. Repressione e consenso negli anni 70”. “Il sessantotto e oltre”. Ruggero D’Alessandro.
Pag. 1
6
“Scene di caccia in Germania. Repressione e consenso negli anni 70”. “Il sessantotto e oltre”. Ruggero D’Alessandro.
Pag.1 – “UniPd”. “Letteratura Tedesca”. “Materiali didattici”. Roberta Malagoli. A. A. C.c. 2019/2020. Secondo
Semestre.
7
“Storia del Partito Armato”. Cap.1:” Dal sessantotto alla lotta armata”. Giorgio Galli. Rizzoli Editore. Milano 1986. Pp.
5-8. – “Scene di caccia in Germania. Repressione e consenso negli anni 70”. “Il sessantotto e oltre”. Ruggero
D’Alessandro. Pag.1 Riferimenti ulteriori a Massimo Teodori: “Storia delle nuove sinistre in Europa (1956 – 1976)”. Il
Mulino, Bologna, 1976.
8
“Scene di caccia in Germania. Repressione e consenso negli anni 70”. “Il sessantotto e oltre”. Ruggero D’Alessandro.
Pag. 2
9
Ibidem Pp. 1 – 2. Ulteriori riferimenti: Giorgio Galli: “Storia del Partito Armato”. Rizzoli Editore, Milano, 1986.
10
Ibidem Pp. 2 – 3. Ulteriori riferimenti: Giorgio Galli: “Storia del Partito Armato”. Rizzoli Editore, Milano, 1976.
2
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che si orientano in ideologismi e partitismi spesso ad imitare le caratteristiche dei grandi partiti. Sono di quegli
anni la formazione di Lotta continua, Potere Operaio, Il Manifesto e Lega Marxista-Leninista, alcuni, seppur
innovati, tutt’ora presenti. Per sintetizzare il pensiero di uno dei numerosi esperti della situazione politica e
sociale di allora: Massimo Teodori, si può definire che il percorso istituzionale della sinistra antiautoritaria ed
extraparlamentare tedesca che trova le sue radici nel movimento studentesco del sessantotto, trova la sua
espressione nella realizzazione di Kindergarten e scuole popolari, dove si pratica l’antiautoritarismo
nell’educazione fin dalla prima infanzia, andando a disegnare delle costellazioni di iniziative sociali e nuclei
di ricerca sperimentale delle scienze sociali proprio di quegli anni. Riassumendo si può definire l’insorgere di
gruppi armati nella R.F.T. proprio all’indomani del ’68. La nascita della “banda Baader – Meinhof” o Baader
– Meinhof Complex” è di fatto di poco successiva ai movimenti del maggio francese. Annunciando così con
l’incendio di un grande magazzino a Berlino ovest, il suo ingresso nella scena tedesca la RAF dà vita ad un
periodo di tempo molto complesso11.
Tornando rapidamente a Böll, in riferimento proprio a quegli anni sono le critiche alla Grossecoalition 1967,
o Grande coalizione, un’unione di tutti i moderati compagine politica e quindi insuperabile in senso
democratico. Sebbene l’ostpolitik o che si può riassumere in una serie di politiche distensive verso la DDR
promosse dal cancellierato di Brandt, che lo porteranno al premio Nobel proprio in quegli anni, sono di quel
periodo le Notsangesetze, le leggi speciali che limitano la libertà di pensiero e di stampa, sulle quali Böll si
scaglierà con zelo particolare. Lo scrittore in questo periodo si dedica ad un certo attivismo ospitando nella
sua casa non distante da Colonia una serie di personaggi del mondo culturale sovietico, da Solzenicyn a
Kopalew ad arrivare al cantautore della DDR Wolf Biermann. Sostenitore di una serie di iniziative di politica
estera Böll riceve il premio Nobel per la letteratura proprio in seguito a questa serie di interventi pubblici, nel
1972 a coronamento delle iniziative che lo stanno rendendo un intellettuale impegnato su tutti i fronti. Di
questo periodo sono due racconti: Entfernung von der truppe (Lontano dall’esercito), del 1964 e nel 1966
scrive Ende einer Dienstfahr (Termine di un viaggio di servizio). È del 1971 il celebre romanzo Gruppenbild
mit Dame (Foto di gruppo con signora)12.
Il governo tedesco non si fece comunque cogliere impreparato dalle contestazioni e dai movimenti critici ed
antiautoritarii e nemmeno dall’esplosione delle prime bombe. Già da dalla fine del 1945 in Germania
occidentale era viva una sorta di caccia anticomunista sul modello della Witch Hunt intrapresa dal senatore
McCarthy negli Stati Uniti. Dal Berufsverbot, una legge che regolava i rapporti di lavoro mediante una serie
di verifiche ideologiche, alla messa al bando del KPD perché ritenuto incostituzionale nel 1956 non sono che
alcune delle forme con cui i governi tedeschi si erano preparati ad un’intensa attività di controllo della vita e
dell’opinione pubblica. Durante gli anni sessanta vengono dati alla luce provvedimenti che escludono i così
detti Gastarbeiter dalla vita politica. Provvisti del fatto che i lavoratori italiani, greci, turchi e portoghesi
immigrati non potevano più accedere alla vita politica del paese, molte delle proteste da loro perpetrate durante
gli anni cinquanta furono definitivamente ignorate. Con l’approvazione delle leggi speciali da parte del
Bundestag (il parlamento della R.F.T.) nel 1968, si escludevano le possibilità di sciopero per ragioni di ordine
pubblico e iniziava una stretta di controlli ad attività private (controlli telefonici e postali ecc.), volti alla
definita tutela dell’ordine pubblico. Queste leggi fornirono il fondamento giuridico per continuare una politica
di controllo anche per tutti gli anni settanta. Il dilagare degli attentati compiuti dalla “Baader – Meinhof
Complex”, spinge sempre di più verso l’attuazione del Berufsverbot e porta alla promulgazione di numerose
leggi speciali atte alla così definita “difesa degli ordini costituzionali”. Come evidenzia lo storico
contemporaneo Enzo Collotti, si tratta di un progresso tipicamente maccartista che tende a dilagare in una serie
di indagini, denunce e procedimenti inquisitori che tendono ad ogni modo ad inasprire il conflitto sociale. Lo
storico dimostra come gli ordinamenti siano viziati da un tentativo di controllo della libera coscienza e della
vita privata, che anziché alimentare lo stato dell’ordine e delle libertà non fanno altro che alimentare un

11
“Scene di caccia in Germania. La repressione e il consenso negli anni 70”. Ruggero D’Alessandro.
12
“Guida alla Letteratura Tedesca – Percorsi e protagonisti 1945 – 2017”. Simone Costagli. Alessandro Fambrini.
Matteo Galli. Stefania Sbarra. “Heinrich Böll”. Matteo Galli. Pp. 85 – 86. - “Scene di caccia in Germania. La repressione
e il consenso negli anni 70”, “Le tappe della repressione” Ruggero D’Alessandro. P.p. 4 - 6
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conflitto sempre più aperto tra le parti sociali. Il provvedimento infatti prende di mira non solo i terroristi ma
anche gli intellettuali, tra cui Böll, direttamente impegnato nella critica e con lui anche lo storico Peter
Brückner, lo scrittore e saggista Hans Magnus Enzensberger, l’editore e saggista Klaus Wagenbach, Peter
Schneider e ai registi del gruppo Neue Deutsche Kino (Nuovo cinema tedesco) Schlöndroff, Alexander Kluge,
Reiner Werner Fassbinder, Margarethe von Trotta e Reiner Hauff. Inoltre proprio in quegli anni il quotidiano
Bild del gruppo Springer fomenta una vera e propria caccia alle streghe. Iniziata nel 1966/68, l’attività
demogogica del giornale, arriverà al culmine quando accuserà ingiustamente Heinrich Böll di simpatie verso
il gruppo terroristico “Baader – Meinhof”, in seguito ad un articolo dell’autore Will Ulrike Meinhof Gnade
oder eine Freies Geleit (Ulrike Meinhof vuole la grazia oppure un salva condotto), apparso nel 1972 sullo
Spiegel. La polemica spingerà Böll ad una serie di sostenute polemiche contro il gruppo Springer, fino alla
stesura del romanzo: Die verlorene Ehere der Katharina Blum (L’onore perduto di Katharina Blum) nel 197413.
Il Romanzo:
Il romanzo Die verlorene Ehere der Katharina Blum (L’onore perduto di Katharina Blum) del 1974, scritto
con uno stile giornalistico, proprio per mettere in risalto la faccenda che aveva coinvolto Böll in prima persona,
rappresenta a pieno titolo la polemica iniziata dall’autore nei confronti dei provvedimenti attuati dal governo
volti al controllo della vita privata dei cittadini e di una stampa che si pone in relazione al pubblico fomentando
la demagogia e montando scandali. Sarà lo stesso quotidiano Bild, che nel testo prende lo pseudonimo di: Die
Zeitung (il GIORNALE) che alimenterà le convinzioni estremiste che porteranno un giovane neo-nazista a
sparare a Rudi Dutschke, leader del movimento studentesco. La storia parla di una giovane donna che in seguito
ad un’avventura con un piccolo criminale ritenuto terrorista, decide di uccidere il giornalista che l’ha diffamata.
Come scrive Heinrich Böll nell’esergo del racconto:
“I personaggi e l’azione di questo libro sono liberamente inventati. Se dalla descrizione di una certa prassi
giornalistica dovessero emergere delle affinità con quella usata dal giornale “Bild-Zeitung”, si tratterebbe di
affinità ne volute, ne casuali, bensì inevitabili”14.
Una giovane donna di umili origini, chiama a distanza di quattro giorni da un terribile omicidio, il commissario
Moeding per confessare l’accaduto. Si tratta di Katharina Blum, una ragazza dai modi delicati, fin troppo
riservata e di bell’aspetto, che durante i festeggiamenti del Carnevale a casa di Frau Woltersheim, conosce un
piccolo criminale, Ludwig Götten e ha una piccola avventura con lui. La polizia sulle tracce del criminale,
incriminato pure di terrorismo, sospetta che la Blum sia sua complice e la sottopone a degli interrogatori, dai
quali emerge il carattere terribilmente riservato ed ingenuo della ragazza. La vicenda interessa la stampa locale
e nei giorni seguenti la Blum vede apparire sul Die Zeitung (Il Giornale) un articolo scritto da un tal giornalista
Werner Tötges. Gli interrogatori proseguono e i particolari che la ragazza teneva riservati piano piano iniziano
ad emergere. Tötges dà vita ad un’inchiesta sulla vicenda e inizia a pubblicare irrimediabilmente contenuti di
interviste a testimoni. La polizia continua le indagini che porteranno a scagionare la Blum, ma Tötges non si
arrende e seppur la Blum gli concede un’intervista, Tötges andrà a pubblicare il testo dell’intervista modificato.
La giovane donna è sconvolta, tutta la sua vita privata è finita sul “GIORNALE”, imbarazzandola
notevolmente. Tötges non contento si presenta a casa della ragazza, che colta da un raptus, dopo una serie di
avances, spara a Tötges.
Il testo è ben reso dalla traduzione italiana di Italo Alighiero Chiusano ed è da inserirsi nella ricchissima
tradizione tedesca di romanzi sul delitto per infamia. Il romanzo-pamphlet riscuote un ottimo successo, saranno

13
“Scene di caccia in Germania. Repressione e consenso negli anni 70”. Ruggero D’Alessandro. - “Guida alla
Letteratura Tedesca – Percorsi e protagonisti 1945 – 2017”. Simone Costagli. Alessandro Fambrini. Matteo Galli.
Stefania Sbarra. “Heinrich Böll”. Matteo Galli. Pp. 86 - 87
14
“L’onore Perduto di Katharina Blum. Ovvero dove può nascere la violenza e dove può condurre la violenza”. Titolo
originale: “Die verlorene Ehere der Katharina Blum oder: Wie Gewalt entstehen und wohin sia führen kann”. Heinrich
Böll. Giulio Einaudi Editore s. p. a., Torino, 1979. Pag. 2
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famose le sue rappresentazioni teatrali ed il film di Margarethe von trotta15. La chiara presentazione dell’opera
sotto la forma di un rapporto giornalistico (Cronaca), è prodotta quasi allo scopo di voler impersonare il ruolo
del corretto giornalista, colui che ha “l’occhio sul fatto”.16 Lo stesso Böll da una chiara spiegazione dell’uso
del linguaggio nei primi due “articoli “parlando esplicitamente di fonti, proprio come si trattasse di una chiara
descrizione di fatti realmente avvenuti, con le seguenti parole:
“Per la cronaca esistono alcuni fonti secondarie e tre principali che citeremi qui all’inizio e poi non più …”17
E seguono le fonti, proprio come si trattasse di un vero articolo o un reportage
“Fonti principali: il verbale degli interrogatori di polizia, l’avvocato dott. Hubert Blorna e il suo compagno
di scuola e di studi, il procuratore di Stato Peter Hach …”18
Il testo, anche se meglio dovremmo definirlo: l’articolo, prosegue con specificazioni volte a contenere il
messaggio complessivo del testo contenuto nell’Esergo già citato. Come se già non bastasse la finzione, quasi
a giustificare una fin troppo pretesa di “Fluidità”, che solitamente nella narrazione di fatti ed avvenimenti di
natura privata, spesso e volentieri, potrebbe mancare, Böll aggiunge un secondo “articolo”, dove giustifica il
suo stile con una metafora:
“Se questa cronaca – poiché qui si parla tanto di fonti – darà a tratti un’impressione di “fluidità”, noi ne
chiediamo venia, ma era inevitabile. Avendo a che fare con “fonti” e “fluidità” è inutile parlare di
composizione, in cambio forse sarebbe utile introdurre il concetto di conduzione, un concetto chiarissimo a
chiunque, da bambino (o magari da adulto) abbia mai giocato nelle, presso e con le pozzanghere: si fa una
derivazione, si uniscono i canali tra loro, si vuotano, si deviano in linea retta o in cerchio, sinché alla fine si
fa confluire tutta l’acqua disponibile in un unico bacino collettore per farla defluire a un livello più basso, o
addirittura convogliarla regolarmente verso una cunetta di scarico o un canale costruiti dalle stesse autorità.
Insomma noi non eseguiremo altro che una specie di drenaggio o di prosciugamento. In una parola, metteremo
ordine. Perciò chiediamo, indulgenza se ogni tanto questa narrazione avrà un decorso un po’ precipitoso a
causa di dislivelli e di conseguenti pareggi di livello, e, in cambio, arresti e ristagni, insabbiamenti, confluenze
fallite, “fonti che non riescono a mescolare le loro acque”, e poi correnti sotterranee ecc. ecc.”19
Böll prosegue una narrazione coinvolgente, interamente legata ad una serie di circostanze descritte dall’autore
stesso negli articoli introduttivi, che hanno le intenzioni di trasmettere quel senso sia di scandalo che di precisa
descrizione della realtà, diremo quasi in una forma essenziale, come quella di un rapporto di polizia: vengono
inseriti orari precisi, vengono curati dettagli importanti per rendere molto bene il senso di una cronistoria: “…
per essere più precisi alle 19.04 – essa suona alla porta del commissario Walter Moeding …” oppure, nello
stesso articolo: “ verso le 12,15 essa aveva ucciso a colpi di pistola il giornalista Werner Tötges”. Vengono
riportate misure, descrizioni dettagliate dell’aspetto, “… di questi bei tipetti castani alti tra 1,63 e 1,68,
slanciati, tra i ventiquattro e i ventisette anni … “. Proseguendo, Böll ci fa capire che si tratta di una vera e
propria indagine sui fatti:20

15
“Guida alla Letteratura Tedesca – Percorsi e protagonisti 1945 – 2017”. Simone Costagli. Alessandro Fambrini.
Matteo Galli. Stefania Sbarra. “Heinrich Böll”. Matteo Galli. Pag. 86
16
Spesso l’immagine è associata al ruolo del Grande Fratello, che oggi noi conosciamo come un programma televisivo
di basso livello, che trae spunto dal “Big Brother”, l’occhio elettronico che vede e segue tutto quello che succede nel
mondo, immancabile sequenza del romanzo orwelliano 1984
17
“L’onore Perduto di Katharina Blum. Ovvero dove può nascere la violenza e dove può condurre la violenza”. Titolo
originale: “Die verlorene Ehere der Katharina Blum oder: Wie Gewalt entstehen und wohin sia führen kann”. Heinrich
Böll. Giulio Einaudi Editore s. p. a., Torino, 1979. Pag. 1
18
Ibidem ”1”. Pag. 1
19
Ibidem “2”. Pag. 2
20
Ibidem “3”. Pag. 3
5
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“Le indagini sui movimenti della Blum durante i quattro giorni in questione cominciarono bene per ciò che
riguardava i primi giorni, ma ebbero un arresto quando si trattò di esaminare la domenica”.21
È proprio dai primi articoli che compongono il testo che l’autore ci mette sulla “pista giusta”, sia dal punto di
vista stilistico, sia annunciando direttamente quella che potrebbe essere definita una parte in genere finale, una
parte conclusiva, di questo che non può essere confuso con un romanzo giallo. Proprio all’articolo 3 si legge:
“I fatti, dai quali faremmo forse bene a cominciare, sono brutali: mercoledì 20 febbraio 1974, la vigilia del
carnevale delle donne, una donna di ventisette anni esce dalla sua casa di città verso le 18.45 per recarsi a
una festa da ballo privata. Quattro giorni dopo, in seguito a uno sviluppo drammatico della situazione – non
si può che dire così (ci richiamiamo ai necessari dislivelli che favoriscono lo scorrimento) – sabato sera quasi
alla stessa ora – per essere più precisi alle 19.04 – essa suona alla porta del commissario Walter Moeding,
intento a travestirsi da sceicco per ragioni non private ma di servzio, e fa mettere a verbale allo
spaventatissimo Moeding che quel giorno stesso, nella propria abitazione, verso le ore 12.15 essa aveva ucciso
a colpi di pistola il giornalista Werner Tötges; che perciò desse ordini di far forzare la porta
dell’appartamento e di “ritarare” il cadavere; quanto a lei personalmente, tra le 12.15 e le 19.00 era andata
vagando per la città in cerca di rimorsi, ma non ne aveva trovati; lo pregava inoltre di farla arrestare,
desiderava molto trovarsi là dov’era anche il suo “caro Ludwig”. Moeding, che conosce la giovane donna da
diversi interrogatorii prova per lei una certa simpatia, non dubita un istante di ciò ch’essa gli dice, la porta
nella sua auto privata alla questura, avverte il suo superiore, commissario capo Beizmenne, fa mettere la
donna in cella, un quarto d’ora più tardi s’incontra con Beizmenne davanti alla porta dell’appartamento di
lei, dove una squadra addestrata all’uopo forza la porta e trova confermata la deposizione di lei. Qui non
vogliamo parlare tanto di sangue, perché considereremo inevitabili solo i dislivelli veramente necessari, e
perciò rinviamo il lettore alla tivù e al cinema, a storia e a musical del terrore; se in questo racconto dovrà
scorrere, non sarà di certo il sangue”.22
I personaggi che compongono la trama vengono annunciati su quello che è il filo del rapporto, della minuziosa
descrizione a cui l’autore da un senso narrativo appositamente costruito e, come sopra, da lui spiegato,
attraverso una ricercata e creata “fluidità”. È a partire dagli elementi scenici del romanzo che si intende indicare
come vi sia il tentativo di mascherare la finzione, o meglio di rendere reale la finzione. Commenti come il
seguente articolo:
” A questo punto non si dovrebbe dimenticare un congruo omaggio di gratitudine al procuratore Peter Hach,
perché è solo a lui che dobbiamo la rivelazione (quasi un pettegolezzo interno) secondo cui il commissario
Erwin Beizmenne mise sotto controllo i telefoni della Woltersehim e della Blum a partire dal momento in cui
la Blum uscì con dall’appartamento della Woltersheim. La cosa fu fatta in modo che merita di essere riferito.
In casi del genere Beizmenne telefonava al funzionario e gli diceva “Ho di nuovo bisogno delle mie spinette.
Stavolta due”.23
Conclusioni:
Romanzi come questo sottolineano con immensa precisione la situazione del rapporto tra arte e stampa proprio
nel periodo in cui si svolge la personale vicenda in cui è coinvolto l’autore. La conclusione dell’opera, dimostra
esattamente dove conduce il rapporto ed in questo modo appare evidente l’identificazione dell’autore con la
frustrazione della protagonista del romanzo. Böll pare lanciare in modo critico una provocazione,
apparentemente diretta, volta a sottolineare il clima oppressivo che portò alla stesura del racconto ed in qualche
modo pare emergere da questo clima in modo esclusivo, per l’appunto, la violenza, in ogni caso velata
protagonista del romanzo ed anche presenza storica nella società di allora; e di oggi? Vi è in questa fase della

21
Ibidem “8”. Pag. 8
22
“L’onore Perduto di Katharina Blum. Ovvero dove può nascere la violenza e dove può condurre la violenza”. Titolo
originale: “Die verlorene Ehere der Katharina Blum oder: Wie Gewalt entstehen und wohin sia führen kann”. Heinrich
Böll. Giulio Einaudi Editore s. p. a., Torino, 1979. Pag. 3
23
Ibidem “3”
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vita di Böll un’attenzione particolare ai movimenti pacifisti e successivamente al neonato partito dei Verdi,
con testi di questo genere capaci di interpretare alcune tra le più importanti trasformazioni della politica tedesca
come per l’appunto una società iper controllata e tecnologizzata. A testimonianza di ciò ci sono i suoi ultimi
lavori come Fursorgliche Belagerung (Assedio preventivo) del 1979 e Frauen vor Flusslanschaft (Donne dal
paesaggio fluviale) del 1985 che però esce l’anno in cui Böll muore. Si affiancano a ciò l’ultima raccolta di
racconti Du Fahrst zu of nach Heidelberg (Vai troppo spesso ad Heidelberg) del 1979 e un breve ma intenso
saggio autobiografico: Was soll aus dem Jungen Bloss erden Oder: Irgendwas mit Buchern (Cosa faremo di
questo ragazzo? Ovvero: qualcosa che abbia a che fare coi libri), uscito nel 1981.24

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“Guida alla Letteratura Tedesca – Percorsi e protagonisti 1945 – 2017”. Simone Costagli. Alessandro Fambrini.
Matteo Galli. Stefania Sbarra. “Heinrich Böll”. Matteo Galli. Pp. 88 – 89
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