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Appunti + capitolo 3 da pagina 60

Rivoluzione russa e Unione Sovietica a 71, 116-119, capitolo 10 pagine


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la rivoluzione russa e il governo di Lenin
Il 14 settembre del 1917 scoppia in Russia una rivoluzione e nell’ottobre dello stesso anno la stessa nazione esce dal
primo conflitto mondiale.

Le condizioni della nazione erano già dalla guerra Russia Giappone[vincitrice] (1904) devastanti. Aumentano le tasse
e di conseguenza la povertà. Inoltre erano già presenti degli squilibri politici in quanto nel 1901 venne ucciso il
ministro dell’istruzione, mentre nel 1904 venne ucciso il ministro dell’interno e anche il suo sostituto. Dopo tutti i
seguenti scandali sale al potere l’ultimo Zar di Russia nel 1905, ovvero Zar Nicola II.

Nel gennaio dello stesso anno ci fu una grande manifestazione che vide coinvolgersi 250mila lavoratori e ne segui
una petizione che contò 130mila firme. Con questa petizione si richiedeva il miglioramento delle condizioni
economiche. I protestanti erano convinti che lo zar avrebbero accettato queste nuove condizioni ma in realtà si
verificò la Domenica di Sangue. Durate una protesta vengono uccisi dai militari 2000 protestanti.

Nello stesso anno si istituisce un primo parlamento fatto di cadetti, ovvero di militari borghesi. Teme però una
riforma democratica

Nel 1908 si tenta inoltre una riforma dell’agricoltura, dove si aumenta la piccola e media proprietà terriera

Nel 1909 ci fu inoltre il congresso del social democratico, ne deriva da questa la scissione in Bolscevichi e
Menscevichi. I primi usciranno fuori dal partito in quanto non volevano un programma di mediazione per il bene del
proletariato credevano nella rivoluzione, era quindi una parte molto più radicale.

Durante la prima guerra mondiale il DUMA (parlamento) era stato sospeso con la conseguente eliminazione delle
varie funzioni del parlamento, dine consegue una nazione autartica da parte dello Zar che prende con se tutti i
poteri.

Ci fu nello stesso periodo un grade sciopero delle fabbriche e il 25 febbraio uno sciopero generale. Da questo ne
derivò lo scioglimento del parlamento e si costituisce il un comitato a Palazzo taurido e il 2 marzo abbiamo la
destituzione dello zar che prova a cedere il potere al fratello.

Ne segui un governo provvisorio composto da cadetti, menscevichi e social rivoluzionari con solo 5 Bolscevichi. Dopo
una serie di insurrezioni il 15 marzo fu fatto l’atto di abdicazione.

Intanto il 5 maggio del 1917 fu rifatto un governo di coalizione, a cui a capo andò Kerenskij. Il primo settembre dello
stesso anno venne proclamata la repubblica russa.

Il Bolscevico Lenin, scappato in Svizzera nel 1905 aveva intenzione di ritornare in Russia. Escono quindi le Tesi di
aprile, dove scrisse un programma di massima da seguire per i Bolscevichi e ne fa poi una conferenza dove le
pronuncia. Le tesi vennero pubblicati nel giornale russo PRAVDA il cui capo redattore era Stalin.

Gli altri paesi, tranne la Germania erano contro al ritorno di Lenin in Russia, nonostante ciò riuscì tramite un treno
piombato a ritornare a San Pietroburgo il 7 di ottobre. Nello stesso mese i bolscevichi occuparono punti strategici
della città conquistando il palazzo d’Inverno. Non trovarono una grande resistenza tant’è che il congresso nominò un
governo rivoluzionario, il consiglio dei commissari del popolo (Sovnarkom) presieduto proprio da Lenin.

I bolscevichi avevano un programma comunista molto importante:

• Credevano nella statalizzazione dei territori, con requisizione di tutte le terre per poi istituire delle
cooperative statali chiamate Cargoz. Con questo volevano eliminare la classe media contadina che si era
rinforzata nel 1908, ovvero i kulaki.

I bolscevichi erano ben apprezzati dai lavoratori e operai e meno dagli agricoltori, che infatti preferirono votare i
social rivoluzionari che credevano nella privatizzazione dei territori. Questo mancato consenso si evinse soprattutto
nelle elezioni del novembre 1917 per l’Assemblea costituente. Alle elezioni votarono solo il 50% delle persone
avente diritto al voto, e l’85% votò per i social rivoluzionari. Lenin all’inizio decise di sciogliere l’Assemblea
Costituente.si aprì cosi la dittatura del proletariato, necessaria per l’instaurazione della società socialista.

I bolscevichi per ottenere comunque una parvenza di consenso faranno dei passi indietro con una seri di riforme
fatte anche dal ministro dell’agricoltura Stolipyn.

In generale gli altri paesi europei e hanno paura che la Russia possa influenzare in qualche modo la popolazione. Nel
1917 ci fu infatti l’istituzione dell’armata bianca che andò contro l’armata rossa comunista appartenente alla Russia.
L’armata rossa se uscì dalla disputa vincitrice e la questione si risolvette nel marzo del 1920 con il trattato di Riga,
dove gli altri paesi riconobbero l’URSS come paese.

Nonostante questo si comprende che in realtà il comunismo sia presente solo n Russia, anche se l’obiettivo
principale era quello di esse un movimento internazionale, nonostante ciò Lenin capisce questo limite e con il
Trattato di Riga si concentra sullo sviluppo del comunismo solo in Russia.

Erano però presenti all’interno del paese un gruppo che pensava che il comunismo sarebbe sopravvissuto in Russia
solamente se si fosse allargato su scala internazionale. Il gruppo banda rossa, comandato da Trockij, stratega della
rivoluzione russa, va quindi in contrasto con la banda bianca più moderata.

Il Nep
Lenin istituirà una parziale proprietà privata dove il proprietario potrà vedere i propri prodotti dopo avere data una
parte allo stato. Lenin comprende anche l’impossibilità di procedere con il programma precedente perché troppo
drastico, in quanto la Russia versava in condizioni disastrose, perché con la cessione dell’Ucraina perse un grande
quantitativo di grano, ma anche per i 4 anni di guerra che portarono a un impoverimento generale.

Consenti anche una industrializzazione parziale statale affiancata da piccole industrie private che contavano un
massimo di 21 lavoratori.

Nel 1921 ci fu una svolta significativa nella politica di Lenin (riassunta precedentemente), e nel marzo dello stesso
anno con il X congresso si stipulò l Nuova politica economica (Nep) che stabiliva:

• Nelle campagne cessarono le requisizioni, gli ammassi, ovvero il conferimento di grano allo stato, veniva
regolato da prezzo stabilito
• I contadini furono lasciti liberi di vendere le eccedenze e di assumere mano d’opera
• Venne permesso il commercio interno
• Vengono annesse piccole imprese private

La Nep ebbe dei grandi effetti positivi e nel 1926 l’economia riuscì a ristabilirsi. Nonostante questa la Nep aumentò il
divario sociale tra i vari ceti. Nonostante i risultati politici al livello ideologico e politico il Nep non fu un grade
successo ed una serie di oppositori politici.

Tra i sostenitori del Nep abbiamo Bucharin che credeva nella trasformazione graduale dell’economia basata
sull’aumento di produttività agricola. Tra gli oppositori abbiamo invece Trockij che credeva nell’accelerazione
dell’industrializzazione.

Nel 1922 nasce così l’Unione Sovietica, con un carattere di Stato Federale e sottoposta alla dittatura del Partito
Comunista.

Nel 1924, con la morte di Lenin c’è il problema della successione. I due contendenti sono proprio:

• Trockij, amato dalla popolazione


• Stalin, uomo di partito, direttore del PRAGDA

Stalin ostracizza Trockij che nel 1927 viene considerato fuori legge e dovette scappare in Messico, dove verrà ucciso
da un sicario di Stalin nel 1940.
Il totalitarismo di Stalin
Stalin prende il potere e leva tutto, sia la destra che la sinistra, imponendosi come capo di uno stato totalitario. Il
primo problema che si ritrovò ad affrontare fu la crisi degli ammassi, ovvero la raccolta del grano statale era di molto
diminuita e ciò segnò il fallimento della politica agricola del Nep.

Per risolvere il problema della crisi fu ripristinata la requisizione di cereali e fu fatta una propaganda per andare
contro a quelli che erano i kulaki, ovvero i contadini avidi non così adempienti al socialismo.

Ne derivò da qui la “grande svolta” articolata su tre punti:

• Collettivizzazione dell’agricoltura, trasformazione delle aziende private contadine in fattorie cooperative


(kolchoz) o di proprietà dello stato (sovchoz, che impiegavano manodopera salariata)
• Industrializzazione accelerata: creazione di grandi complessi industriali
• Pianificazione integrale dell’economia attraverso un apposito organismo chiamato Gospel che identifica i
piani quinquennali

Tra il 1928 al 1937 fa uscire due piani quinquennali, ovvero due piani economici di 5 anni con lo scopo di portare
l’industrializzazione in Russia.

Alla collettivizzazione delle terre seguirono però delle rivoluzioni, soprattutto in Ucraina, Siberia Occidentale e
Caucaso settentrionale. La risposta a tali rivoluzioni fu una collettivizzazione violenta in quanto oltre ad avere finità
economica aveva finalità anche ideologiche e politiche. Stalin voleva cosi “esaltare” la Russia comunista come
accerchiata da un mondo capitalista.

I kulaki erano i massimi oppositori di questo pensiero tant’è che nel 1929 inizia una politica di eliminazione dei kulaki
proprio come classe sociale. Dapprima gli vennero confiscati i beni, poi deportati e in altri casi fucilati. La stessa cosa
riguardò tutta una serie di oppositori politici.

Facendo in questo modo fu inoltre più semplice arrivare alla collettivizzazione delle terre. Il terrore di ciò che stava
accadendo portò i contadini a piegarsi sotto le leggi di Stalin. Nonostante questo si andò incontro ad una crisi
economica senza precedenti. La produzione di grano diminuì fino al 1937 e i kolchoziani furono obbligati a
consegnare fino all’80% del raccolto. Si arrivò a una depredazione delle risorse agricole che si scatenò nell’inverno
tra il 32 e il 33 in una carestia.

Per quanto riguarda l’industrializzazione accelerata vengono raggiunti i risultati sperati e l’URSS ha profitti successivi
solo agli Stati Uniti, ed oltretutto non risente neanche della crisi del 29, diventando una delle potenze più forti
nell’orizzonte internazionale.

Lo sforzo economico fatto per arrivare qui però fu di grande portanza tant’è che ci fu uno sfruttamento dei lavoratori
che portarono al 1932 delle leggi folli, come in una sort di militarizzazione del lavoro operaio. I salari tenuti minimi
non incentivarono il consumismo comportando a una penalizzazione dei consumi e del tenore di vita della
popolazione. Nonostante questo ci furono degli incentivi sull’istruzione e uno sviluppo dei servizi sociali.

L’operaio venne definito l’eroe del lavoro, e si fece tutta una campagna politica di propaganda dove si cerca di
convincere la popolazione che la potenza della Russia derivasse dal lavoro degli operi dediti al socialismo. Questa
grande dedizione al lavoro, definita stachanovismo, aveva lo scopo di incentivare la creazione di una grande classe
operaia. Ciò ebbe i suoi limii e peggiorò soltanto le condizioni dei lavoratori, in quanto si andò a instaurare un clima
di competitività e diffidenza tra i lavoratori.

La pianificazione economica seguiva una logica di razionalità economica e di centralizzazione delle decisioni. Il centro
fissava difatti degli obiettivi molto distanti, i processi economici per arrivare a compimento di questi sfuggivano
spesso di controllo, rendendo inutile la pianificazione finendo in una gestione caotica della situazione.

La nuova classe dirigente doveva essere secondo Stalin formata da una nuova leva di tecnici e di sicura fedeltà
politica, che venivano preparati attraverso un’istruzione tecnica e professionale.
Il corrispettivo politico di tutte queste scelte fu la dittatura totalitaria del Partito Comunista e quindi delle decisioni
prese da Stalin. Il partito aveva in mano tutto, istruzione, poteri giuridici e sindacati.

Tra il 1936 al 1938 la dittatura sfociò in terrore. Lo strumento di terrore fu proprio la polizia politica segreta chiamata
prima Ceka, poi nel 1922 Gpu e nel 1934 Nkvd.

Questo periodo iniziò con repressioni e processi pubblici con fine propagandistici. Tra le prime vittime abbiamo i
componenti dell’armata rossa, il gruppo dirigente bolscevico. Stalin si presentò come una dittatore severo ma giusto.

Seguirono nel 1937 delle operazioni di massa dove grandi gruppi di popolazione vennero portati nei gulag (campi di
concentramento russi per obiettivi repressivi che di sfruttamento lavorativo con finalità economiche) e qualificati
come elementi antisovietici o minoranze non russe. I numeri relativi alle uccisioni e ai detenuti sono altissimi e
contano sul milione.

Il terrore aveva l’obiettivo di eliminare qualsiasi ostacolo o possibile ostacolo alla trasformazione totalitaria
dell’Unione Sovietica, applicando quindi una politica eliminazionistica.

Stalin controllo la vita anche sociale della popolazione amplificando anche la persecuzione religiosa. Il terrore
poliziesco e la mobilitazione delle masse portarono nei confronti del regime un consenso notevole, amplificando
quello che è il culto del capo.. sollecitando orgoglio nazionale.

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