You are on page 1of 12
52 Nowvelle Vague Mappe e sentieri. Una introduzione alle teorie della pianificazione« di Giovanni Ferraro 1. Definiz Il punto di partenza del mio -agionamento ® quella che chiamerd una definicione “allargara” delle Teorie della Pianificazione. Definisco Teorie della Pianificazione (dora in poi TAP) i discorsi che intendono sispondere a due tipi di domande: le domande sul percheé si fanno (oi doveebbero fare) piani,e edomande sul come si fanno (0 si dovrebbero fare) pian, Si noti che questa definizione allargata prescinde sia dal livello di elaborazione delle teorie (che possono presentare diversi gradi di articolazione e i coorenza razionale al loro interno), sia dat loro orientamerto, positive (di spiegazione della real. com'8) o preserittvo (i indieazione della reat come doveebbe essere). Ladefinizioneallargata mi serve a presentare fin dall'inizio tuna definizione del campo delle TdP ripartita in due Sottoinsiemi, che chiamerd pec brevith delle “teorie del porché” e delle “teorie del come”, 1.1 Lereoriedel perché essenzialmenteillustrano il funzio- ‘namento spontaneo e automatico della citt o dea societ: per essere pid precisi, sono teorie che illustrano if loro cattivo funzionamento,equindi ianecessitd diun intervento di controllo esterao. [Nella generalita de cas le teoriedel perché spiegano questo funzionamento ricorrendo ad un principio di mercato: dove per mereato si intende un sistema di relazioni tra operatori ‘indipendenti che determina 'alloeazione dele risorse della societh come risultato della combinazione delle decisioni individual, senza alcuna forma dicoordinamentossuperiore delle informazion. Perquesto motivo le teorie del perché sono tuts, in maggio- re 0 minor misura, eorie del morker failure, ovvero teorie che si appeltano al fallimento del mercato pee argomentare la necessita di un intervento superiore (di un soggetto pubblico sovrapposto ai molti privati che interagiscono liberamente nel mereato) Questo fallimento del mereato,naturalmente, pudessere pi ‘omeno grave (pud produrre quantita insoddisfacenti di beni considerati necessari, o sottoutilizzare le risorse, o generate incertezza tra gli operator, et.) pud metterein discuss re pi o meno radicalmente il suo furzionamento ¢ il suo status di sistema di regolazione fondamentale dolla societ& (classificazioni dei casi di market failure come ragioni del piano sono fornite da Webber 1968, Klostermano 1985, Sager 1992). Ecco quattro esempi di messe in discussione diversamente dlstrutive. = marcato non produce aleuni bon «eas dele viii che rena poco ret pe investors private nonosane es cosii= ‘cao ondiio!indlpencabi al funtion de sera ecoromice Per questo sched ad un soggeto pubblico & eediepoe quest pie= ‘equi che alviment scebero prods in mis nse Eladotrinaclssea (da Saithin oi de role dl Sttocomeallesitoee eleprecondion al processoecononc, ries nano reseat date ‘eae dello sip. =H mereato proce incetex ai desisri acusa dela presen dt steal edi inerdipendenca tea consumton. Per questo ehiede un stein J regolechestbilscan contin a singal dt pa in ‘modo dade incetezatatsuokeoggetiecaconent ord essere pilraziona Ma peresereficai quest regoledevono exer grette da on ere i ata speor (publica, Elateoiaptomeno esplictanele discussion sulozoningtracconomist planter fic el ecco (ad esempio in Baumer Maza), allaqule la odema ora del benesseteinpatcoare Arc) afro sna frmalasione grasa Himercato provicesaurabnete otvtiizzadoedlleritore cosa {elle sucieperteion.edellapresenea di grand ngnizacionligopal) nero cholo erdonoaltament intabil,Per quesoil eat va fans da ua panicaione ce grensea a sodisfceate prado dt ‘so delle risore ed sodifaciments dei bison soil heriicaisttvzionalisacheispzaleesprinye piano occidentale nn 0, ii mercato mia espasione dle fore prodoive perch s basa sv © Fiprodice reason inegual ai divers stort del soit, Per guest i nerctovaosiitocon aprocedirespctamen polite alone elses eoltive (che pub exsre pd o mene sentelzat) Bia crtica deli adiiore mrss, sopra nella ri appliazione a cosdena soils ree —————— Diverso 8 i ruolo che nei diversi casi si aida al piano, © divers le relazioni del piano con il erate ‘Si vada soluzion in cu il piano 2 un ingrediente indispen- sabile al buon funzionamento del mercato: attraverso Ia prodizione di condizioni teoniche al funzionamento, 0 di normed’ uso dellarisorsa spazio, o anche solo di confi tra § dirt dei diversi soggeti (ra pubblico e privato ma ancbe trai diversi privat), asoluzion in cu il piano sostituisce in tutto o in parte il mercato:trattando solo isetor di volta in volta dent stategcio strumentali,o occupando 'intero Spettro dei bisogn e delle risorse dela societ Ta tutte quese teorie del perché come teorie det fallimento del mereato '8 un elemento comune: ed & che il mercato, anche quando consente la massima espressione della razio- nat individvae (o forse proprio percbé Ia consente) non ‘garantie il raggiungimento di esti globslmente soddista- cent per la colletivit Cio valesia ei cas in cui gli interessi presenti nella societd siano antagonistciraloro (come nella ott classe onella conpetizione pura}, sia nei casi incu gliinteressi non siano necessariamente opposti ma rchiedano wn coordinamento, che petd non pud prodursispontaneamente (come quelli che lteoriadeigioch tata colname di diermmade! rigionier). 1.2 Leteorie det came prendono 'avvio proprio da questa conclusione delle teorie del perché e vogliono spiegare come un'azione coordinata da qualche forma di decisione centrale pud ottencre risultati pit soddisfacenti di quelli prodoiti dall'interazione spontanea (de! mercato). Per questo, esse devono tutte fare appello, in misura mag: giore o minore, a una funzione obiettvo della cit o della societd, ovvero a una qualche nozione di interesse generale. 1 loro compito & pereid dimostrare che questo interesse senerale esiste definire cos'e, e spiegare come pud essere raggiunto, posto che il funzionamento spontanco della so- cicth non lo produce, Pero stesso motivo, le teorie del come sono anche, in primo luogo, teorie positive dellinter generale, che devono definire cos’? ’interesse generale © come pud essere delimitato operativamente, Naturalmente fe strategie per rispondere a queste domande sono diverse: listiche, individualistiche 0 antagonistiche, etc =5i pb onda ier pnetale su wna visione olsen ela sosetio ‘ela it come macchina, come organist, ost) ‘Quiladefinicion di interese generale essenziakment tenis nel senso che ilcnicol'avoca a ealle sue capaci deci i funzionament fella sowie o della ita @ Ia solazione di Tugwell e dela tradicione ‘aionalstaa pte daghanni 30, mache delraionalsmo schittonio. oppure spud argomenslo su una base individualistic, intern d ‘voanimita od vagpiorana dversament qualifiats) atoro ad certo ‘ornament ealtivo di obi ‘Quis cfiniion dinteresse generale essenzialmente ola: nel senso che sbiisce procedure e confi convenzionalmene acetate sfere Sivan indi a sore pt nella wade banlica atocentese} “Oncor pub ragionar per par dellasocieth ela cit contapposte ‘walore Qaiintrese generale pod ieotiicarsi cn i ovesciamenta de rapponi di potere existent (a ditatura del prolearata) 0 con il loro ‘iogiitio (ome soggerva ad esempo V Advocacy Planing 6/1996 CRU 53 ‘Accanto alle definizioni operative di interesse generale, le teorie del come devono anche contenere una spiegazione di come pud essere raggiunto questo interesse generale. Per ‘questo, devono essere anche teorie dell'azione collettiva, ‘ovvero teorie dell’orguniazazione dell'azione collettivaef- ficace (qui e di seguito azione colletiva non significa solo “azione di soggetticollettivi", ma anche azione in un conte~ sto colletivo, caraterizzato da interazione tra i soggetti quello descritto tipicamente dalla teoria dei giochi). ‘Mi pare che le risposte a quest’ ultima domanda si siano ccollocate eniro uno spettro compreso tra un orientamento alla comunicazione gerarchica ¢ uno alla cooperzione dialogica. — Un rienementa seg In eomenicasine gerachica come prnepio “rgmizetvo de anions colleva. Non &aecessaiameate un principio tutors: pad essere raprresentro dalla pianifcazione cataizata Soviets, maanche dl fensionamento delle burocraieyeundo analist ‘weleriana po ppistada Mannheim all panificazione odlltraiio- te rzionalisia edemcraia del New Deal 1 alto oreatamento sei cooperazione vlontaacome sume ‘i formazione i dein collet, aid rere ll adsionemtiata ‘kicotoponen Anche qu dann sluzion! craterizate aun diverso pao di corsione (ed! itor) later dalla giciosa ma ferea ‘neceanica dele osson armooinsameteingranat i Fore alle com- I olistiche e organiche di Mumford, al “gioco del piano” eprto © indoterminato di Gs 2. Sviluppi esyolte Naturalmente ci sono molti modi sensati per descrivere i ceampi di cui si occupano le TAP. Quello che ho scelto somigiia molto a quello proposto nel 1973 Faludi, che distingueva tra teorie sostantive (dell’og- gett) del planning ¢ teorie procedurali (del soggetto), ¢ ‘concludeva che solo le teorie procedurali, in quanto basiche general, sono le vere TAP. I mio punto di vista un po’ diverso, in quanto cerca 'originalitaeVinteresse delle TéP proprio nel'interazione tr “teorie del perché” e “teorie del Corie”. In altri termini, se la pianificazione & un proceso mentale di organizzazione delle decisioni, & poco utile pensare che il suo processo sia indifferente all'oggettocui si applica, come se oggettie processi del pensiero esistessero separatamente ¢ indipendentemente I'uno dal'altro. (Questo punto di vista ha perme due vantaggi. Il primo che presenta una dicotomia netta (e le dicotomie, per quanto sgrossolane, sono sempre comode a fini didattici). 11 secondo & che consente di deserivere in mado molto semplice I'evo- luzione delle TaP come uno spostamento dell’enfasi dalle “eorie del perch” alle “teorie del come”, oppure come la produzione di “teorie del come” sempre pit esplicte ed autonome dalle “teorie del perché”. Qui “sempre pid auto- nome” significa che, nelle teorie del come, l'accento si sposta dal problema di come costruire gli obietivicollettivi (che rispondano all interesse generale fallito dal mereato) a quello dicomerendereefficacel!'azionecollestiva in vistadi quegli obietivi. SSS 54 Nouvelle Vague Detto in altro modo, il problema delle TAP & sempre meno quello della configurazione degli stat futri, e sempre pit quello dell'organizzazione del’ azione collettivaefficace. ‘Sinqui hoevitato di definire unarcocronologico preciso per le TAP (che discuto sempre nella loro definizione allargata), € vorrei se possibile continuare a farlo. Ma 8 implicito nel rio ragionamento che esso coincide con Ia vicenda della pianificazione moderna, dove per pianificazione moderna Intendo lo sforz0 di aumentare il coordinamento e l'ordine nella societa (nella citt) a partite da una rappresentazione “lockiana” della societa (e delta cit): in cui il riconosci ‘mento del diritto di proprietprivata delle risorse ® Ta base dilibort individual inalienable iriducibili (per esempio nel mio corso di quest'anno ho assunto come data d’inizio cconvenzionale il piano ui New York del 1811) Ses assune questo sca diferente lige si porson fare subito due [Lapin che obietiv dla toca argementzioe della necessth della egitim del pispo, © che in picolre it aap sfrzo & a ‘mosuarne wits propio per tsogget ce ritegano coro di essere sanncgzai: veda eserpo la eeatone dei Commissioners pian di Now York del 1811. o per retain Hai, quella con cu sindaco Pincianiinvitavanel 1873 Consii Comunale di Roms ad adorei ima piano rele dela cit. Per agpangere questo objetivo eerie del perch fargo generate appli ae reuisidlicita(edela oct ce ritengono di estreia tro di conseguie, ¢ che soo Ifficenza, Ia yustiia ela belle, Naturlmente Te strategie argomenrtve possbii sono divers, Se Haussmann difendeva il so piano per Pasig cerando di dimoseare che Fobieivg delecaia iene. fnnionle elit) er oe urges ‘aac passrein second odie gil, normlent i sult argon ttiv 8 stems tonto pi sodlisfcente quanto pi we equ Sono persegut cogiuatament, Adeserpolaricerea ella belleza llc stata d voles ia wot egitimat,acavallo tact © novecenta, conn richinmoallefclenzae alla gluta. Cosh Busha nel su plano i Chicago (1909) invoca la tllezzn dell cits in tennini i fio “dmostrendonelvaloe economia, desempioperltxsmo. Meni Site ‘a suo manual (1889) sosiene che ln ellezza della ita spond ad ‘nesigenza di iui, esendo Punic blieraniberamenteaccessibe anche alla popolaione pio pera, {Ls seconda considerate & che quest fore dl pereh® conengono och, implicit, delle eariedel come Ma, ellasisuain cu letenidel eché sono ute aint ad un problema dein cosponde Teor del come sono dota ea de appicazion el autor let ‘oa autor amministrativa ~ nl caso del piano goatee vaio rn dell ator politica ~ el caso dela pisifcaion centalizata Sovieica (perlite dive casip Tota trom) Epoch Iadsponbith earth data pe conta, comangue uel dalle competence dl Planiicatoe,Vambitoaliceressee i ompetenza ck que tore dl omesiridaces quello della progetazione dl ian, ovveroalla defi ne degl asset ca rageiangereeravera dest (6 maov9, queso vale ee armanutisticaedesea come peril ebatito sug obietv quanitativ dl piano sovietio, come per propose dl rnionaisn azcitetonic: 0 Canad’ Atne). Asstt acuirealzasione poste alamacchiaten funsionante de aber Qui. dan punto dh vit conceal leone] ‘perch Jominao ecoaiziona le cri dl ome, ride a wore ce progeto("Fdoue” non ta qul un acceno peor: dee slo i festingimenc dele compaenz), Infine in quanto fare dl progetto, questc teri de come poston tinge a Tro legitinazicne cultura alPimmeato serbatoin dels famasia utopia & fe stoia del wbansia come fase tecnicamerte ‘matra dl socialism wopiste dela lap ovaceteta: azine tant ele acconata etn lungo creda, ‘Torna ora alla mia idea di partenza, che d quella diraccon- tare la storia delle TéP come racconto dell'esplicitazione e dellautonomizzazione delle teorie del come. Certo & possibile riconoscere tappe significative in questo processo. Una, decisiva, si cofloca nel New Deal ¢ nel suo sforzo di dimostrare che la pianificazione, anche centraliz- zata, non incompatibile con la democrazia, ma anzi ne la condizione essenziale, perché limita it potere erratico dei _grandi gruppi economici erisponde ai bisogni insoddisfatti della popolazione. Nasce di qui la grande ambizione della pismificazione razionalisa, strutturale e strategica, ispirata ‘a.un’idea forte di interesse generale ¢ a una strutturazione sabile delle relazioni interistituzionali. Ma in questo racconto c’t un vero e proprio punto di svolta a cavallo tra gli anni °60 e °70. A partire dagli anni °70, infati, le TAP sipresentano in formerinnovate e aggressive nel! arenadisciplinare, con una prevalenza sempre pid neta delle teorie del come sulle teorie del perché (ovvero delle teorie procedturali sulle teorie sostantive), Ci sono diverse spiegazioni possibili per questa svota, Per parte mia, provo 8 propre tte, 2.1 Laprima® una spiegazione “professionale”, Sino ud ora Ja necessit ela fegitimita della pianificazione sono state i tema centrale delle TaP. Ma ormai la raggiuntaistituziona- lizzazione della professione fasi che lalegittimitA del lavoro di pianificatori non dehba essere rimessa in discussione e argomentata ogni volta, ma debbasemmai confrontarsi con Ja propria capacith di conseguire risultati. Quasi che una specie di inerzia istiuzionale facesse considerare ormai acquisita, a livello teorico, la recessita del planning & spostasse invece 'attenzione sulla sua efficacia pratica nelle singole situazioni. 2.2 La seconda 8 una spiegazione “storica” ( stata presen- tata ad esempio, precocemente, da Webber nel 1968). Con In fine del grande o:timismo postbellico, in cui progress0 tecnico, crescita economica e fiducia politica sembravano procedere all’unisono, cambia il cima culturalee politicoe diminuisce la fiducia nelle capacith di spiegazione tecnica della realth. Sono gli anni delle grandi rivolte urbane, e poi della crisi fiscale delle grandi cit americane, Ma sono anche gli anni in cui arrivano a enclusione Ie pit grandi e costose esperienze modellistiche, ¢sirivelano inservibili i fini della pianificazione: nel 1973 Lee jr. intona il suo Requiem for Large-Scale Models. 2.3 Entrambe queste spiegazioni contengono certamente clementi di verita (che vuol dire, peresempio, che sono basi convincenti per investigazioni ultriori). Ma c’® una terza spiegazione che in questa sede mi interessa di pib perché & jnterna al ragionamento delle TaP,e fa riferimento esclusi- vo ai relativi campi e strumenti. Questa spiegazione “teori- ca” dice che nel corso degli anni *60 € '70 le teorie € le pratiche dei pianificatori sono settoposte a una sollectazio- ne e a una sfida intense, che provengono almeno da tre digezioni. ~ La prima fonte & esplorazione dei limiti della raziona- Jit, Penso naturalmente al’ opera di Simon sui costi della raceolta e del trattamento delle informazioni, e pit in generale alle critiche ai modell ci razionalita olimpica © onnicomprensiva, Nella raricnalit imitata simoniana 'at- tore in grado di prendere in considerazione solo una serie limitata di alternative, ¢ Ia sua seelta non pud quindi tenersi a criteri di ottimaliti, ma deve acvontentaysi di wodisfacente", metiendo in pratica The Art of ‘Muddting Through, secondo il tivolo de} celebre libro di Lindblom (1959), = La seconda fonte & Ja cosiddetta nuova economia del benessere, Penso in questo caso ai lavori di Samuelson edi Arrow degli anni '$0, che maovono dal riconoscimento dell'impossibilita cl definite funzionicolletive di benesse- re (ha osservato Elster che «la sostanza della teoria della scelta sociale ¢ data da una erie di teoremi di impossibilita ¢ uniciti»), Due risultati appaiono qui rilevant: la dione strazioni dell'incapacitd peril mercato di produsre le quan: ‘it ottimali di bene pubblico (Samuelson 1954), il “teo- rema di impossibilita", secondo cui non esistono costitu: zioni non ditatoriali in grade di produrre configurazioni stabili delle preferenze colletive (Arrow 1951). Le prime ricordano che i besi pubblici sono feuiti senza possibilitdi(o vantaggioad)escluderneiconsumator: sono {quindi beni pee quali non vale un sistema di prez in grado di segnalare 'imporianza che ad essi annette I'insieme dei ‘consumatoriricorda Hayek). Petcidnone’é modo perdefiai neladimensione otinalee quindlperdecidere ladestinazione dellerisorse. Tl teocema di impossibilit si occupa del problema di formare sistem di valori collttivi (in grado di orientare razionalmente le scelte della colletivita) a patire dai valor individuali. Dimostra che nessuna costituzione (nessun 6/1996 CRU 88 regola per aggregare le preferenze individual: ad esempio ‘volazioni) soddisfa contemporancamnente aleuni requisiti ininimi di razionalita e di democraticit = La terza fonte # lo studio di casi di pianifieazione messa in pratica. In questo campo il testo imaugurale & Politics, Planning and the Public Interest di Meyerson ¢ Banfield (1955), che prende i esame le politiche per Ia casa della cittd di Chicago, efornisce 1o stimolo e il modello per una proxtuzione ricebissima nei decenni successivi. ‘Tra i mol- tissimi, cito come esempi The City Planning Process di Altshuler (1965) e Tate Great Planning Disasters di Peter Hall (1980), L’aspeto di questa letteratura che pid mi inieressa qui & che essa tra Paltro anticipa o conferma, a seeonda dei easi, i risultati delle analisi teoriche sia degli studiosi dell'organizzazione che degli economisti del be- rnessere (le limita ele impossibilit di cul quelli dimo- strano Mineluelibilira, applicandols al campo della pianii- cazione, ¢ rendendoli quindi disponibili ai pianifieator Dal mio punto di vista questa leteratura dei case studies mi pare percorsa da due grandi temi. Tl primo & quello dei limit della pianific Timniti cognitivi (simoniani), derivanti dal impos sgovernare un'incertezza che non riguarda soto le condizio- ni tecniche del funzionamento della societa(e della cit), rma soprattutto la mutevolezza imprevedibile dei valori collettivi, e dal? incapacita da parte degli attori reali di produre ventagli ampi di alternative entro i quali valutare sii effeti delle proprie scelte. Ma si trata anche di limiti pratici del planning in una societA di poteri pluralistici © dispers, in un parlor game in cui il planner & solo uno dei ‘gioeatori competent a decidere, costretto a confrontarsi ‘continvamente con altre ragioni altrettanto competenti € {egittime, ¢ con finalita in contlito tra loro. 11 secondo tema & quello dellinstabilita © inconsistenza delle definizioni di intesesse generale. Lo studio empirico dei comportamenti degli attori mostra Minefficacia (arrowiana) delle procedure di discussione collettiva per stabilire obiettivi delle comunita (sia prima che dopo la produzione del piano). Ma mostra soprattutto che Ja formu- Tazione e il perseguimento di una nozione di interesse generale non espeitnona un fondo di valori pid’ @ meno ‘unanimemenie condivisi dalla collettivita, ma risultano dal funzionamento locale delle political machines, come com posizione contingerte di interessi individuali Dentro questa spiegizione, se si guarda alle date eall'affol- lacsi di contributi decisivi negli anni *50, i! problema non pit perché:l planning entrain erisialla fine dei 60" diventa piuttosto:“perché i planning entrain crisi solo alla fine dei "602" E quill ragionamento pud tichiamare, come elerentirtardant ¢ell'esplosione della cris, sia la spiega zione “professionale”, con la raggiunta consapevolezza & sicurezza di sé da parte dei planners, sia Ia spiegazione “storie con!’ ondalunga del grande ottimismoteenocratico degli anni "66, ey 56 Nouvelle Vague 3. Le risposte della teoria ‘Limpattodi questa leteratura sui pianifeatori non imme- disto,B perd profondo duraturo. Sin dll'iniio, i panic calor tendono ad assumere, invero pinitostoacriticament alistud caso comet *reatd con a quale deve misurasi i foro lavoro: come a “arara reat” conto la quale si infrangonoj loro torre forosogni, Facto tre esempi, ra i pit precosi, di questo tipo di eazione Bolan (1967) ppesntail bt come un otra ed ake, ‘alapresinieticacadellcennetdecsion elecompicaoniel deans dln socal ehoee, cos comes volge nll elk va ota inci la ‘raisoneraionaita det planning “suisse acco” della eteaare politologiea che muve ds Meyerson ad Banfi, Altshuler te osteo Bolan nel 1973,preseaasolAIPJurnalunserviiosll sito ea pinion. ta too sgaifiativ: Return fram Wonderland ~Friedmaane Haden (1974 assumono gist dicaro coe esotering reales, dnoppotresimodelrdllpanfcarione, come detrzioxe det ‘moti eli ui al planing fzona, Dunyue, per i pianlficator, 1a “realta” st oppone sia alle semplificazioni cognitive delle teorie (ai modell) sia alle aspirazioni normative dei planners (agli ideal) 11 primo risultato di questo scontro tra Ie tearie tradizionali lei pianificatori eI osservazione empirica dei risultati del Toro lavoro 8 una rinnovate attenzione, da parte dei tecrici, al “come” della pianificazione, al suo funzionamento reale che forse, si comincia a pensare, non coincide sempre con quello previsto dalle teorie, Anche qui mi rferisco a due diagnosi precosi. ~ Bolan (1967 descive la situazons come un gp ei modelo della rerionaitcuimale el masterplanche iponde adn inresepbtlco) © fo solgesiconere, mei completanente pevebile, dei proces Aessone ~ Dyckanan (1969) segala a neces iciconoscere nl planing sia un limite cognitive (che ridce le possibile i previion), che we Kite poco (che evela advert valor interes: entarb concorono ‘ubvnospostamenio dl'interesse al ung l breve perio, dla valuta one dle soluinl li valutarone dele procedure Resta da segnalare che I'“attacco” degli studi di caso alla teoria non si esaurisce nel tempo, né si altena: al contratio le crtiche si fanno sempre pit radicali,eil quadro sempre pittdrammatico. Cosi, ad esempio, se Meyerson ¢ Banfield nel 1955 parlavanodi «limiting conditions» peril planning, Peter Hall nel 1980 descrive nei suoi studilicaso quella che Gefinisce «the pathology of planning process» ‘Come hanno risposto le TAP a questa sfida? Come hanno tentato di colmare questo gap? Sin dallinizio le risposte appaiono estremamente differenziate, Gia nel 1967 l soito Bolan poteva osservare che erano disponibili molt risposte alternative, molt «stil alternativi di planning». ‘Ma sin dallinizio si lasciano riconoscere anche atteggia mente strategie di risposta che pid frequentemente ricorro- no, spessocombinate traloro, che focalizzanol'attenzione dei planners. Provo a indicarne quattro. a La prima strategia di risposta & quella dell'empirismo, Empirismo, nel planning, significa una maggiore attenzione ai caratteri peculiari delle diverse situazioni local in eu il planner & chiamato ad intervenire. Se nessuna tecnica pud assicurare soluzioni generali:replicabili ed esportabili, le risposte del planner non sono deduzioni da una teorin generale, ma devono essere di voltain voltaritagliatee fate su misura dei problem ». Laseconda strategia, lapit pervasiva, 2 inerementalismo. Per i planners il disjointed incrementalism suggerito da Baybrooke Lindblom significa innanzituto rinuncia alle _grandi soluzioni tecniche complete e definitive, in favore di tun modo di procedere incrementale, remediale, seriale, esplorativo, frammentato, disgiunto: in cui non si parte da obiettivi da raggiungere ma da mali da rimediare. c. Laterza strategia potreichiamarla del ridimensionamen- to pragmatico delle pretese del planner. E la richiesta di requisiti apparentemente pid deboli e pid sfumati della razionalitA strategica sistemica, eche facciano appelloalle capacitAlogichedelplannermaanche alla suasferaintuitiva Penso adesempioalia“saggezza".intesa non comecapacith 4ii produrre soluzioni ma come capacith di formulare i problemiin modoche siano tratabili @ilpermissive planning ddi Webber 1968, orientato alla difesa delle differenze piut- tosto che alle soluzioni radicali), 0, vent’anni dopo, alla “ntelligenza’, intesa come capacitd di cogliere creativa- ‘mente gli aspettichiave delle situazioni, comprendendo i ‘punti di vista alternativi presenti in esse (Wyatt 1990), 4. Infine, ia quarta strategia 2 la ridefinizione del ruolo politicodel planner. B lasoluzione dell’ Advocacy Planning, che in fondo, nonostante la sua radicalita, continua acolti- vare l'ipotesi ottimistica che una migliore (pid) aecurata- ‘mente discriminata) distribuzione dell'informazione con- senta un migliore funzionamento del processo decisionale nol suo insieme, EE Un tralto comune a tutte queste (e ad altre) strategie di risposta la riscoperta dei valor e dell’etica cil guardare al planning come a un problema autenticamente morale. (Qui pid che di etica, che fa discendere una teoria del comportamento buono da una definizione preliminare del bene, parlerei di moralc, ovvero di critica delle azioni ‘umane sulla base di norme pratiche) ‘Anche qui Bolan fa da batistrada, rilevando gid nel 1974 c’he Io stato dell'arte & caratterizzato da eshe restoration of values and ethics as an integral part of planning». Uritorno delle preeceupazioni etiche, che sembravano sopite negli anni "50 ¢'60, @ anch esso espressione della situazione di incertezza, dell'assenza di soluzioni neutralmente teen ‘che, Come dire (semplificando molto) che la nuova econo- ria del benessere ha dimostrato che non esistono soluzioni neutralmentetecniche ai problemi dell'allocazione collett- va delle risorse, Pure questa allocazione va compiuia, ed & compito, tra gli altri, del planner, il quale, compiendola come una scelta in qualche misura non motivabile (se non attraverso i suoi stessi valor), deve assumersene Ia respon- sabilite il rischio, Non esistendo strumenti tecnici por valutareasseticollettivialternativi, alla fine del processodi sceltac"® sempre un givdizio di valore che chiama in causa Te responsabilita morali del planner (Hill 1980).Per questo Je cepacitd richieste al planner non sono solo conosctive, ‘ma sono soprattuto morali. Bsse possono essere risolte da ‘una scelta prioritaria di campo (come nell’esperienza dell’Advacacy Planning), 0 attraverso un comportamento ‘moralmente Correo. Per questo, sempre pit spesso le TaP agsumono trai propri compiti quello di suggerire una lista ai virta morali (es. trasparenza, onesta, etc.) peri planners (vedi ad esempio Krumholz and Forester 1990), Sinoiche, oichéleceitiehechevengono dal stadiempiicinoa neon in discussion Ia egtith del planing Game feen0 sd esempio von Hayek gl al ibecet pun), element cho assomune tue le setepc i apesta& Pacceno sul tena el fcaen pit che su elo dels neces del planing sl tema delle peocedure ice sa quello deg opget el lansing. Lo mos, tr le, fa che entrano in camp ov parasitic per piaiicate: aon pi gh economist rt (che altavano a descrvere Poggeto et, gh ecogomstaieadal {cheaistane acapitel procedure di funzionaneato delle organizxzion), on pi sociolog! uaa a Socologl dell oranizzarine. cos va A questo punto sono in grado di enunciare una definizione “ristretta” delle Teorie della Pianificazione: comerrisposta dei pianificator alla sfida teorico-pratica degli studi di caso a cui critica appare tanto pid incisiva quanto pi mette in praticae applicaal planning gliinterrogativiche si affaccia- no parallelamente nei campi delle scienze dell'organizza- zione ¢ delle teorie della scelta collettiva) Si nat che questo spega tra avo peri alia dove none ragiona mento sol fuionamento “eae” della pianfisione, aon et neppare ‘TAP in senso proprio, B ancora, che in veal i vechio pada (caional-empreasvo 9 come vogliamo ehiamaco) non & ma moto, meno per quel che serve ateneeinsieme la compagine professional @ che danctreche planers ono figured: seiencit professions Insieme qual il modelo khsiang non si spliea pesfetamente. Ad 6/1996 CRU 57 sepa sag Eiol Princip for Planers dl!’ Apa el 1987 che le {es dein del 1990, che Jo atu del Tpi de 191 esoeiscono con Ta tiflermacione det primato del publi crest dela necessita deln sa Ailes da pace dei planners. 4, Classificazione di classificazioni A partie da quel punto di svole, il eampo delle TAP si presenta sempre pit frastaglialo, Le possibilits di unifica zione al suo interno appaiono sempre pid remote. Natural- rmenteildesideriodi mettereordinein uncampocosicaotico ¢ continuamentoeffervescente sempre presente. In assea- za di una teoria unificante in forma di metateotia,o di uno sforzo significativo per produrla questo desiderio di ordine si esprime in reiterati esercizi di classifieazione det campo delle teorie. ‘A partite, ancora una volta, dy un lavorn pinieristico di Bolan (Mapping the Planning Theory Terrain, 1974),1'eser- cizio classificatorio finisce per configurare un vero e pro- prio genere letterarioentrolaleteratura della TéP, ediventa rnelcorso degli ultimi decenniilmodo proprioper deserivere il eampo delle TaP e le loro resiproche connessioni. Per questo, un pd tra parentesiesfidando la noia del letore, ‘mi soffermo su questo aspetto della leteratura, azzardando una sommatia classificazione di classificazioni, Tra i casi che conoseo, mi sembra si possano distinguere 4 tipi di classificazioni basate su crteri diversi e sviluppate con strumenti concettualie rappresentativi diversi, Dardun solo esempio per ciascun tipo: ——— 58 Nouvelle Vague 4.1 Le diverse famiglie di teorie sono risposte a diversi tpi 4i problemi: la classificazione delle teorie discende dalla classificazione dei problemi. Ml campo 2 rappresentato da luna matrice (di problemi ¢ soluzioni) tendenzialmente esaustiva,entrola quale il planner deve scegliere la soluzio- ne di volta in volta pit! appropriata, ese’ Cistensen 1985 na ed anche Catwrigth 1973 ¢ Douglas and Wildswsky 1982) 11 compito del plamning exsendo wo dircover assets and addvese uncertainty, i contibuo dele TaP & quel di ‘laser i problem de planaig a Seconda del tipo a incerterza che Wi carterizea Licenteza pod riguardare ia gh bie (fn che ostono essere condvish 0 non condivisi sa In tecnologia per Is soluzione timers: che pssono essere conociut oscomcscit), Dalim roc dll modal sultaro quiz eas pssibil con det tid probleme diverse taizioni a soluriont ‘A obietivcondivisetenologaconoscaaroutin, harass modelo ‘esnicoervinalisiaousnizazione B obenvcondivisietecnolegascopossus pragmatism, cere aven ‘uva:ineemeealimoericeea opera; C.obietivinoncondivisetecnologiacomoscaa:conratazione: advocacy planing pxceigaron: D.obictvinon condi eenclogiasconosciutcno:rchiedecaisna ‘forulasione del pblema pe teovaneconsenso (la AaB). 9 pot fat crmergere globe da D aC), [pwocesiplanningson0coatngendeteminat di tipple: aby ‘ayeringpanangtorealworidconditonssheplaner isin contingent. ore Te TaP servono a celine i prcesi i planing pit appropa(o conosertpidiincetezzaper eve glemori:edesempi droga imazione prematara{ds Ba A] oconseasopemaury(dnCaAD, cede Je diverse competennerecniche e le divert rexpontabiit hist a 42 Le diverse famiglie di teorie riettono atteggiamenti professionali simultaneamente presenti incompetizione nel campodel planning. Lo strumentodiclassificazione inquest caso & la lista (che, per definizione, non 8 mai completa e ciascuno pud allungaree completareapizcere). Lcsompio & Forester 1989, Planing ln he Face ofthe Power ve anche Bolan 1974e Hudson 1979), DefinendodTplanning came eeidence {forfwareaction Forester distinguecnque divers ategiamenti ula base es mnt dwitzzarePintormarione come fone dpotere pri panne, Aidiversitip planner omispondelenfassn dversitip ifermarion ‘etl cechvician Minformazioe Forisce slusen problem e028 soversicoreral gio polition, = per Vinormeruai:Vinfomaione rsponde «bisognicepnizati ‘oweroal bisogai dele ocetcomeorgnizzcione; ~pelberakedvocate:nfonaezion ssponde ws bsogn disse politico pli, travers aeerimero ei equiv dele soe Snformaie: plo srwcrrlis:nformarione lita enasconde) estate i persistent ~perlprogresive Vinformazionsevtalneptinasioneerende pestle Iapenccipsrons 43. Le diverse famiglie di teorie sono grandi tradizioni cultural, Lo strumento descrttivo qui Iallbero genealogico, al guale, al contratio che nel caso precedente, sirichiede la ccompletezza Lesompic pi avlyppato& 3, Fedanan (987, Planing the Pubic ‘Domain a una clasfcavione un po dvera poi fran Feedmann 1995), ehedefnsce il pling come appliczione dela conoscenra scietica lao sci. i consegucnza i problema dlls Planing Theory com: problema metstevic dal eflcsciadllaconotcena, Incrocianodactipertrueodllaconoscena he pub esere pela sin prin asfrrazione della soit) dealgia poltiea orient nll cossereione oa adcalisno), Frednann dena unn mace con ‘qustuoradnion TAP (define daunlingaggiocomne, daunaflosaa ase, da unas d question’ cee: vidaaticale: adizione della socal reform: interven centrale per ‘eafzare'ineessepubblice (Manheim) avidavconservativetdiconedellpoleyonaierimi delaras ino = ratormationlconservtivatradiion el social learmingteoraeprali= ‘x (Mars, Mao, Dewey, = wasfomazione! rial: traisione della racial mobili: aaone colleen dl bass (opi. east te.) 4.4 Le diverse famiglie di teorie rispondono alle domande poste dafasi diverse di anostesso, unitarioprocessodi piano, Qui lo strumento descrittivo& il tradizionale diagramma di flusso che deseriveil processo dipiano. LLesempia® Yiftacel 1989, cheideninea ef nel process, aiscumn pratiche sempre pid incerte antoreferenciali (un pericolo che Dyckman segnalava git ‘nel 1978). Anche la recente svolta “empirista” di moti protagonisti della TdP mi pare non riesca a colmare questa rmarginalit crescente nell orizzonte culturale colletivo. Al ccontrario, metteineviderza unacontraddizione paradossale tral'interesse crescente da parte dei theorists per 'osserva- zione direttadel lavoro dei practitioners, ela loro diminuita capacita di parlare a quest ultmi in termini preseritivi, di tradurre le teorie in tecniche, i rattati in manual che partino il solo Kinguaggio accessibile (accessibile perché uiile) ai practitioners. Cosi, mere i theorists sono sempre pit) 6/1996 CRU 61 interessati ai practitioners, dal cui lavoro (pit che dalla cui eventuale attivita supplementare di theorists) ritengono di aver molte cose da imparare, i practitioners ritengono che i theorists, peeduti nelle Toro superiori contraddizioni, non abbiano pit niente da insegnar loro. Per questa ~ alto ~ non mip che quest recente oentanento| empite delle TAP pose ese interpetto come siatome dela Toro ‘tut (ome fa Dalton (989), Un by produc di quests socazione tea {worn protien? sat coxmangue una pi sareiudicaainterrogazione sul ‘omni concreto del pice de plannars.Qulcheesempo: Dyckman Viriconosceva un cored etic del zine rationale» (Dyckman 197 rene Webecrtslineava i rule del planner come failitaa pit che ome substanive expert (Webber 1978). Pid recentemente Mazza ha segomentoladieoeaionedellaiguradel plansercomeespero inquella (de planer come manager (Maza 199). 1a questa situazione di impasse teorico ¢pratico mi pare discendaanche Pinteresse crescent pei tem dell'stica nel planing, Ho cereato di mostrae sopra che quest interesse 2ilfiloconduttoresotterranco ma riconosciile desi ulimit die otredecenni di TeP. Quasiche ilrtrarsi delle ambizioni deta razionalta verso ambit sempre pi defini sciasse scoperta Ia natura morale di molte delle situazioni dileramatiche che il planning sitrova ad affronar. agi ategginmento prevalentesembraquello di atendere dalle diverse tecrcctiche le rsposte aquest dlemmi Bun atteggiumentache rata eampodelleeorieetichecomeun tnenu di soluzioni moral disponbii ne plannerspossa- no di voia in volta pescare cid che occorze loro (come in Hendler 1995, ¢, in Hala, in Moroni 1995), Non mi pare che questo ricaso alle teorie etic posse essere di per 86 rgolutivo, Non solo perché il plaralismo nelle core etiche ®ancorapiraicateche nel planing. Ma etch i contibutidel'etica estan estern, non mediate Cala dallalto, oppure si limitanoaportare alla. cossapevo- tezza comportamenti gia presenti nella tradizione (quant planers avranno scoperto di aver applicat inconsapevol- mnente una qualche forma dietica del discorsohabermasiana Oi principio di diffeenca rawlsiano?) Allora, come proseguire il ragionamento sul'etica “ne” planning? Quellche ozeore di considerae la preoecupa- tion cica dal punto di vista dale consagevolezze delle ompetenze nuove che richiede ai planners. Quindi une Ficereasulla morale quotidiana dei planners, oservataatia- ‘ero i loro lavoro: sulle tearieimplicte cui ricorono per alfontare i dilemmi quotidian’ del foro lavore. B una direzione diricerca che comincia ad essere praticaia anche se suo primi sult sembranorsolversinell’esortazione benintenzionataad aeggiamentvituosi(unatendencache ini pare implicata da aleuni recent lavoriempiii sulla pianficazione di impianto apertamente. agicgrafico Krumholz and Forester 1990, Forester 1992, Healey 1992) Che cosa esa, in questa situazione, alle TdP? 1 teorci del planning appaiono crescentemente perplessi Dopo essersiinterrogat slut praticadellorolavoro (a partie da Dyckman: The Practical Uses of Planning Theory, SS 1969, in poi), hanno cominciatoarifletere sulle dificoltae, peggio, sulle impossibilitA che esso deve fronteggiare (ad ‘esempiocon insuperato Rittel and Webber: Dilemmas in a General Theory of Planning, 1973, ¢ con Mandelbaum: A Complete General Theary of Planning is Impossible, 1979), ‘Ma, come tutte Je dinrostrazioni di impossibilita, anche ueste non Fanno che generare nuovi tentativi [Neanch’io, evidentemente, posso esimermida questo com- pito alla fine del mio exeursus. Fallora conclude proponen- do che unica toria possibile & una “teoria negativa” della pianificazione Lo mostra in primo Iuogo lo stato del dibattto, Se si considera il dibattito teerico negli anni recenti isi accorge facilmenteche nelle soluzioni proposterisulta ogni voltapid chiaro che cosa il planting non sia (non possa, non debba essere) piuttosto che e2se il planning sia positivamente, Detto altrimenti, il planing razionalisia, o comprehensive, euclideo, comunquele si voglia definire al quale in questi annié stato affidato il sto del vilain de lapiéce) ha sempre contorni concettuali e pratici pid definiti delle alternative che di volta in volta gi vengono proposte, ¢ delle quali spesso non si sanno dare che definizioni di tipo negativo. Ma soprattuto una teo:ia negativa della pinnificazione uellachefaicontiinmcdo nos limitativoe non consolatorio con i paradossi e Te impossibilita delle teoria della scelia collettiva econ’ risultat delle analisi empiriche sul funzio- rnamento “reale” della pianificazione. Cosa significa “teoria negativa’”? Una teoria negativa del planning dice ai planners che non possono pensare che Ia loro ativita possa fondarsi su un sistema di valori colletivi che esistano prima del piano © siano conoscibili etratabili come un fondamento indipen- dente da esso (Ferraro 1996), Le imposibithiguardano 1a conosiilit del interes individual in partclae per ei che Fuatda li fo ere coll planing daveb epanders) Tacomponibita eu atavero un quale Forma impersonsle erat) deg interessinividua a ltersecaltivo. —fuagregsitatraverso uns contioneaetahie(ve torn Jnmpossib, sopra esstenzastessa vale recedenti pian ol processo Aidecsonecaletivache piano gl ator socal sonoinrtale dat alle sel stese dl piano). Una eoria negativa del planning si riassume in sostanza nel riconoscimento che i termine “interesse generale” (equindi “razionalita colletiva”) privo di significato di efficacia fondaate sia dal punto di vista concettuale che dal punto di vista operative, nonostante abbia funzionato per decendi come figura retoriea principe nel lavoro dei planners, Al contrario Sinteresse generale, quando & definibile, si rivela essere un prodotto del processo di pinnificazione. Ma a cosa pud service una teoria negativa del planning? E pil in generale, acosa se-vono le TAP degli annireventi, cost poco assertive e rassicuranti peri practitioners? ‘A mano a mano che i. campo delle soluzioni @ andato differenziandosi, ¢ che si @ ridotta la necessita di un uso “giustficazionista” (Dyckman 1969) delle TAP come legittimatrick del’azione ¢ dello status dei practitioners, alle TEP @ stato assegnato un ruclo non pid prescrttivo ma orientativo: che presentasse al practitioneril pitcompleta- mente possibile il campo delle alternative disponibili (Hudson 1979), ed eventualmeate lo aiutasse a clssificare i problemi ¢ a scegliere le strategie di volta in volta pid adeguate (Cartwright 1973, et.), Una teoria negativa della Pianificazione non si accontenta di questa soluzione, pro- prio perché si basa sull'esservazione che laconfigurazione dei problemi dipende crucialmente dalla disponibilia di alternative (@ l'argomento di Rittel and Webser 1973, secondo it quale nel planning Ia definizione dei problemi ‘maligni” non & mai precedente e indipendente dalla defi nizione delle soluzioni) Non per questo una teoria negativa del planningcondanna necessariamente il planner all"impotenza. Una teoria nega- tiva della pianficazione pud servire almeno a rendere consapevoli planners che agiscono fuori dal dominio della razionalit. 1 che accade loro, per esempio, quando: ~ suggerendo i possibili effetti collttvi dei sistemi di preferenze attuai, inducono la comunit® a rifletere sulle propre preferenze, ~suggerendo agende di prioritt alternative, irducono i soggetti a compararc i rispettivilivelli di benesszre, ~mostrando a paticabilita di novieimpeasati sili di vita, stimolano nuovi bisogni e nuovi valor Irrazionalca significa quiche i planners agisconoesplicita- mente sui valori (enon a patire daessi come li ludeva di fare le TaP razionalistiche che escludevano sempre ivalori fn quanto tal dall'ambito della propria competenza). E significa che i lavoro del planner un lavorointerpreativo, che atribuisce valorie diritiasoggetti presente futuriche come ogni interpretazione 2 creativo e rischioso, ¢ che i rischio & un rischio morale. Questa pid essere Iutiiti di una teoria negaiva della pisnificuzione: far emergere come scelta¢ risctio morale quello che le tzorie razionaliste tendono a far ccnsiderare ome dato esogeno (come interesse generale da decifvare attraverso un'analisi funzionalista) o a relegare a frutto delladesione intuitiva del planner ala situazione. Detto altrimenti, una teoria negativa della pianificazione rende inevitabile la preoccupazione etic. E qui si toma alla sfidaattuale delle TAP, PS: probabilmente anche il planning, come ogni altro processo mentale, non pud divenire completamerte consa- pevole (forse ion & neppure auspicabile che to diventi). Questo significa che Penfusi attuale sugli aspett. etic del planning mete inevitabilmente in ombra altri aspetti del lavoro del planner. Ma anche questo 8 un problema etico, + Lerione nua pressn Ia Scuola dl Spevlzzcieve in Panifcaione (rons, Universi Roma “La Sapenrt Bibliografia Alexander E.R (1984), “After Rationality, What? A Reviow of| Responses to Paradigm Breakdown”, Journal of the American Planning Association, 50. Alexander E.R, (1992),"A Transaction Cost Theory of Plansing” Jounal ofthe American Planning Association, 58 Altschuler A.A. (1965), The City Planning Process Uhoca, Arrow KJ. (97D, Social Choices and lndvidual Values, New ‘York, 1951, trait. Scete social valori individual, Milano. Bolan RS. (1967), "Emerging Views of lansing’ Journal of he ‘American Planning Association, 33. Bolan RS. (1973), “Return From Wonderlan “American Planning Association, 39. Bolan R$. (1974), "Mapping the Planning Theory Terai’ in D. R. Godshalck (ed.), Planning in Amevicn: Learning from Turbulence, Washington. Bolan .S. (1980), "The Practitioner asa Thecrst."The Phenome- nology ofProfessonal Episode", Jownalaftheamerican Planning Association, 51 Cartwright TJ. (1973), “Problems, Solution: and Strategies: A Contribution to the Theory and Practice of Planning", Jounal of ‘he American Planning Association. 39, Journal of the CCortwright J. (1991). "Planning and Chaos Theory”, Jornal of the American Planning Assocation, ST Christensen KS.,"Coping with Uncertainty inPlanning", Journal ofthe American Planning Association. 73,198. Dalton L, C. (1989), “Emerging Knowledge about Planning Practioe”, Journal of Planting Education ana Research, 9, Douglas. and Wildawsky A. (1982), Risk uné Culture, Beckoley Dyckaman J.W. (1969), "The Practical Uses of Planning Theory", Journal of the American Planing Association, 34. Dyckman J.W.(1978),"Three Crisis of Arrerican Planning Journal ofthe American Planning Association, in Butchell RW. (ed), Planning Theory inthe 1980's, New Brinswick Paludi A. (1973), Plansing Theory, Oxford. Faludi A. (1987), A Decision Centred View of Plaaing, Oxto 1987 Ferraro G,(1993-98), “De re fabwlanarratur ExercicesinReading Plans’, Planning Theory. 10-11 Ferraro G, (1996), “Planning as Creative interpretation”, in Mandelbaum$,.,MazzaL.and Buchel RW, ds.) Explorations Jn Planning Theory, New Brunswick. Forester J. (1989), Plonuing inthe Face ofthe Power, Berkeley 6/1996 CRU 63. Forster J. (1992). "Critical Ethnography: on ffeldwork on Habermasian way".in AlvessonM and WilmettH, (eds), Critical Management Stuties, Newbury Path. Friedmann J. (1987), Planning in the Public Domain. From Knowledge to Action, Princeton, Friedimana J. (1992), “The Dialeties of Reston”, International Jounal of Urban and Regional Resear, 13. Friedman, (193). "Toward aNon-Euclidesn Mode ofPlanning”, Journal ofthe American Planning Associetion, $9. Friedmann J, Hudson B. M. (1974), "Knowledge and Action, 2 Guide to Planning Theory”, Journal ofthe American Planning Association, 40. Hall P. (1980), Great Planning Disasters, London, Hall P. (1984), “The Demise of Strategie Planning,” Buile Environment, Hall P, (1988), Urban and Regional Planing (new ed), London, Healey P, (1992), “A Plannes’s Day. Knowledge and Acton in| Communicative Practice”, Jownal of the American Planning Association. 38 Hendler 8. (e.) (1995), Planning Ehies. A Reader in Planning Theory Practice and Education, New Brunswick Hudson B.M. (1979), "Comparison of Curren Planning Theories: Counterparts and Contradictions", Jounal of the American Planning Associaton, 45. Klosterman RE, (1985), "Arguments for and against Planning”, Town Planning Review, 36 ‘Krumholz N., Forester J (1990), Making Eguity Planning Work Philadetphia | Lee D.B. je (1973), “Regier for Large-Scale Models", 39. Lindblom C. E, (1959), “The Science of Muddling Torough", Public Adinstration Review, 19. Mandetbaum S.(1979),"A Complete General Theory of Planning ‘is Impossible", Policy Science, 11. Mandethaum S. (1990), "Reading Plans”, Jowmal ofthe American Planning Association, 56. Mazea L. (1993), “Ativsta ¢ gentiuomo", Arohivio di Studi Urbane Regional, 48. Moroni S. (acura di) (1995), Teritorio giusrizia disibutiva, Milan. Meyerson M., Banfield E, C. (1955), Potties, Planning and the Public Interest, New York Ritet W., Webber M. (1973), "Dilemmas in a General Theory of Planning”, Policy Science, 4 Sager T. (1992), “Why plan? A Muli-Rationaity Foundation for Planning”, Scandinavian Housing & Planning Research, 9 SamuclsonP.A. (1954),"The Pure Theory of Public Expenditure”, ‘The Review of Beonomics and Statistics, 26 ‘Schin D.A. (1983), The Reflexive Practitioner, New York. ‘Webber M. (1968), "Planning in an Environment of Change IL Permissive Planning”, Town Planning Review, 39. Webber M. (1978), “A Difference Paradigm for Planaers", in ‘BurchellR.W. (ed). Panag Theory inthe 1980's, New Brunswick, ‘Wyatt R. (1990), Itelligent Planning. Meanngft Merhodls for Sensitive Simations, London, Yiftachel 0. (1989), “Towards a new typology of urban planning theories”, Fvirommentand Planning B: Panning and Design, 36

You might also like