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Symposium Musicae Saggi e testimonianze in onore di Giancarlo Rostirolla per il suo 80° genetliaco Paani RUS em PIKE en Xena one ETT PARAS PLEAS YET MOSES Rs oor zs; S/o ae, Uk: s RECERCARE - FONDAZIONE PALESTRINA Pore a enieerre) 2021 Athanasius Kircher e gli automata dei gesuiti alla corte imperiale di Pechino (1656-1678) PATRIZIO BARBIERI Nell’opera di evangelizzazione espletata dai missionari gesuiti — che dalla base portoghese di Goa, sulla costa occidentale dell’India, si irradid in gran parte dell’Estremo Oriente — la musica ricoperse un ruolo non secondario. I documenti dell’epoca riportano infatti che, gia dal 1553, nelle messe celebrate in tale diocesi la musica concertata «grandemente stimolava la devozione po- polare», oltre a facilitare ai nativi l'apprendimento delle note della scala musi- cale occidentale. Superando il detto ‘Gesuita non cantat’, fu proprio tale esi- genza a indurre i gesuiti ad ammettere, nei loro servizi liturgici, non solo l’or- gano, ma anche un gran numero di strumenti a fiato, compresi quelli popolari. A tal fine, un rilevante ruolo didattico ebbero anche gli automata musicali. Ad esempio, gia nel 1584 un piccolo strumento da tasto automatico era stato inviato in Giappone dal gesuita Alessandro Valignano, ‘visitatore generale’ del- le missioni delle Indie Orientali. Nel 1585 uno spiccato interesse in tale genere di strumenti era stato inoltre mostrato da quattro giovani giapponesi, che, sem- pre i gesuiti, avevano condotto in Italia per una visita ufficiale alla corte papa- le, Nella terra del Sol Levante l'opera di evangelizzazione peré si arrest, bru- scamente e definitivamente, nel 1614, con l’inizio delle persecuzioni contro i cristiani e la politica isolazionista del Giappone, che durd fino alla meta del di- ciannovesimo secolo.! In Cina, invece, l’attivita evangelica inizid diversi anni dopo, ma in compen- so per i missionari le cose andarono molto meglio, grazie alla politica di propa- gatio fidei per scientias introdotta da Matteo Ricci. Sulle vicende degli automa- ta occidentali nel Celeste Impero é stato gia trattato in altre pubblicazioni. Il presente articolo sara invece focalizzato sul contributo, diretto o indiretto, che Athanasius Kircher ebbe in connessione con gli strumenti da tasto automatici inviati dai gesuiti in Cina, o da essi ivi realizzati, nel corso del diciassettesimo secolo. * Su quanto ora detto riguardante Goa e il Giappone, si veda Parrizio BaRBtERt, Hydraulic must: cal automata in Italian villas and other ingenia 1400-2000, Roma, Gangemi 2019, pp. 423-31 * Davip FRANCIS URKOWS, Keys to the Kingdom. History of the pipe organ in China, Leuven, Fer- dinand Verbiest Institute 2017; P. BARBIERI, Hydraulic musical automata, pp. 431-43. 130 Patrizio Barbieri 1, L Automaton Kircherianum (1656) Nel 1616 il gesuita Nicolas Trigault si incaricé di raccogliere fondi ¢ donati- vi per la missione in Cina. I risultati del suo tour europeo vennero da lui stesso riassunti in una dettagliata lettera del 2 gennaio 1617.’ Oltre a un prezioso stu- diolo contenente un claviorgano, avuto da Ranuccio I Farnese, in tale lettera vengono segnalati, per la prima volta nei rapporti dell’Occidente con la Cina, due automata. Uno di essi fu donato da Massimiliano I, elettore e duca of Ba- viera, a Monaco; questo era il cosiddetto ‘Centauro’, che, posto sulla tavola da pranzo, con la freccia del suo arco indicava quale dei commensali sarebbe sta- to il prossimo a bere.‘ L’altro consisteva invece in un prezioso orologio a molla bavarese, dotato di figure mobili e di un organo automatico; tali androidi, con Ja benedizione dall’alto del Creatore, rappresentavano la scena della Nativita? Detti donativi giunsero a Macao nel 1619, dopo molte peripezie. Dali non sem- bra perd abbiano proseguito il viaggio per Pechino, dato che la Cina era allora in preda a sconvolgimenti politici. Parte furono poi venduti ¢ parte rispediti a Goa, come si desume da una lettera inviata da quest’ultima localita, nel No- vembre 1620, a Ranuccio I, nella quale si chiedeva il permesso di vendere i prezioso claviorgano, al fine di raccogliere fondi per la missione.* Dopo di cid, mancano altre notizie fino al 1656, quando una Machina auto- mata di Kircher fu inviata in dono all’imperatore della Cina da parte di Ferdi- nando III d’Austria, che ora verra illustrata. E nella Musurgia universalis che Kircher descrive tale automaton, di sua in- venzione, Tale Clavicymbalur mirabile al suo interno disponeva sia di canne d'organo che di corde vibranti. Queste ultime potevano essere eccitate sia con i saltarelli dei comuni clavicembali sia con una ‘rota resinaria’ simile a quella della ghironda: in tal modo, afferma, «un solo strumento pud emettere i suoni dei violini, arpe, liuti, tiorbe, clavicembali, organi, regali ¢ altri» (fig. 1).’ La- zionamento poteva essere manuale, tramite una tastiera e una manovella, op- pure automatico, tramite un motore del tipo a conoide (come quello degli oro- logi), a peso, o idraulico* agente sui mantici, sulla ‘rota resinaria’ e sul cilindro dentato, simile a quello dei carillon, adibito all’azionamento dei tasti. ? Integralmente pubblicata in EDMOND LAMALLE, La propagande du P Nicolas Trigault en faveur des missions de Chine (1616), «Archivium Historicum Societatis lesu», IX, 1940, pp. 49-120: 90-120. +E. LaMALte, La propagande, p. 104; vedi anche MARCO G. LOSANO, Storie di autor. Dalla Gre cia classica alla Belle Epoque, Torino, Einaudi 1990, pp. 72:3. > Iwi, p. 110. ® D.E Urrows, Keys, cit., pp. 38-9. 7 ATHANASIUS KIRCHER, Masurgia universalis, I, Roma, Corbelletti 1650, p. 342 (relativa al «Ma chinamentum Vb», pp. 339-41): «in uno instrumento chelium, harparum, testudinum, theorbarum, clavecymbalorum, organorum, regalium, aliorumque symphoniam exhibet». SA. KIRCHER, Musurgi, IL, p. 343: «per laminas violenter inter cylindrum H contortas, pondera ‘que, aut aquam perennem, rotas moveri docuimusm Athanasius Kircher e gli automata dei gesuiti alla corte imperiale di Pechino (1656-1678) BI Figs'e Clauieymbas mirabilis quod fdeomaraconcenturs dame — er ake Fig. 1 - Machina axtomata relaiva al Machinamenturn VI(A. ince, Musurgia, I, p. 341), Nel 1656 Kaspar Schott riferi che tale «inauditum clavicymbalum» fu per la prima volta realizzato a Roma, e forse anche in altri luoghi, da Kircher, e che «spesso non solo lo ascoltai, ma anche lo esaminai accuratamente nell’abitazio- ne dell’autore».’ E possibile che per tale realizzazione Kircher si sia avvalso del- Lopera di Jacomo Ramerini, cembalaro e organaro che lui cita nella Musurgia, autore di innovativi strumenti da tasto muniti della summenzionata ‘rota resi- naria’ (i cosiddetti ‘violicembali’); fra le opere lasciate nel 1674 da quest’ultimo figura infatti anche «un instromento grande non finito d’organo [et] con arte di viole in due pezzi», che potrebbe appunto essere identificato con detto «auto- maton kicherianum».!° Nella Pars II della Magia universalis Schott ci fa poi sapere quanto segue:!! Anno praeterito 1655 cum Roma redux Monachium transirem, intellexi pau- cos ante dies inde Viennam fuisse transmissam pulcherrimam atque artficio- sissimam machinam, Augustae Vindelicorum constructam, Augustissimi ° Kaspar Scuorr, Mechanica bydraulico-pnewmatica (..], Wireburg, Pigtin 1657, p. 432. © PaTRIZiO BARBIERI, Violicembalos and other Italian Sostenente Pianos 1785-1900, «The Galpin Society Journal», LXTI, 2009, pp. 117-39: 119-20. Ramerini viene citato dallo stesso KIRCHER, Mz surgia, I, pp. 461-2, dove perd, a proposito di un famoso clavicembalo traspositore da hui inventato, viene erroneamente chiamato «Nicola» (PATRIZIO BARBIERI, Enharmonic instruments and music, 1470-1900, Latina, II Levante 2008, p. 351). “Kaspar ScHorT, Magia universalis naturae et artis, Pars I, Bamberg, Schinwetter 1677, pp. 352-3. 132 Patrizio Barbieri Caesaris Ferdinandi II jussu in Chinam a P. Martino Martinio qui reditum tunc in eam patabat, deferendam, et Imperatoris nomine Magno Chinensium Regi offerendam. Machina erat tripartita: pars una musicae autophonae va- riae erat deputata; altera speculis, et columnarum ordinibus ad perspectivae artem dispositis; tertia horologio Chinensium horarum, et globo astronomi- co coeli cursum monstranti, Organum autophonum infimum occupabat locum, et undecim diversas cantilenas, spinerta, harp, fisculis, yympanis, al- jusque instrumentorum sonis personabat [Nel passato anno 1655, mentre torando da Roma passavo per Monaco, in- tesi che pochi giorni prima da quel luogo era stata mandata a Vienna una bel- lissima e artificiosissima macchina, fabbricata ad Augusta, che, per ordine dell’Augustissimo Imperatore Ferdinando III, doveva essere portata in Cina da Padre Martino Martini, dove allora egli si preparava a tomare, e da offti- real Gran Re dei Cinesi a nome dell'imperatore. La machina era composta da tre sezioni: una era dedicata a vari tipi di musica; un'altra era dotata di specchi e vari ordini di colonne, disposti in accordo con Ia scienza della pro- spettiva; nella terza un orologio mostrava le ore secondo I’uso cinese e una slera astronomica i moti del cielo. La sezione pid bassa era occupata da un organo automatico, che faceva udire undici diverse composizioni, con i suo- ni della spinetta, arpa, strumenti a fiato, timpani e altri strumenti]. Nella Pars IIT della stessa opera si legge che la costruzione di detto automa- ton era stata effettuata sotto la supervisione del gesuita «Albertus Curtius».” Vengono poi fornite le seguenti ulteriori precisazioni sulla sua struttura: © Parte supertore. Conteneva un «orologio cinese e una sfera astronomica che mostra i moti celesti e il corso delle stelle». © Parte intermedia, Consisteva in una ‘camera catottrica’, dotata di curiosi giochi di specchi. In essa appariva il «Re David, munito di un’arpa dalla quale, al suono dell’orologio soprastante, con le dita traeva una soavissima melodia»; mentre suonava, al di sopra di lui un angelo festoso girava su se stesso un nu- mero di volte pari al numero delle ore battute dall’orologio."* ¢ Parte inferiore. Era sostanzialmente il summenzionato ‘automaton Kir- cherianum’, probabilmente azionato da un dispositivo a molla, anche se cid da Schott non viene precisato. » Si trauta di Albert Kurtz (1600-1671), astronomo tedesco conosciuto anche con lo pseudoni- mo di Lucius Barrettus. Cfr. Biographical Encyclopedia of Astronomers, edited by Virginia Trimble, Thomas R. Williams, Katherine Bracher, Richard Jarrell, Jordan D, Marché, F. Jamil Ragep, New York, Springer 2007; Biographie Universelle, ancienne et modern ou Histoire, par ordre alphabetigue, de ta vie publique et privee de tous les hommes qui se sont fait remarquer par leurs ecrits, leurs actions, leurs talents, leurs vertus ow leurs crimes, Paris, Michaud Freres 1815, p. 232. ®K. ScHort, Magéae, II, ct., pp. 288-9, Athanasius Kircher e gli automata dei gesuiti alla corte imperiale di Pechino (1656-1678) 133 Sappiamo inoltre che, nel 1656-57, ventiquattro copie della Musurgia uni- versalis furono inviate da Lisbona alle missioni gesuite in Asia. Esse dovette- ro evidentemente accompagnate il dono di Ferdinando III, al cui fratello, l’Arciduca Leopoldo Guglielmo d’ Austria, l’opera era stata dedicata. Nel cor- so delle vicende Kircher fu in contatto con il summenzionato Martino Marti- ni (1614-1661), un gesuita suo ex allievo che dalla Cina gli aveva fatto perve- nire alcuni reperti per il ‘Musaeum Kircherianum’ e col quale era rimasto in contatto epistolare. Dalla Cina, nel 1651, Martini era stato inviato in missione diplomatica in Europa, e fu proprio in tale occasione che nel 1654-55, passan- do per Vienna, fu ricevuto sia da Ferdinando III, da cui ebbe una generosa sovvenzione per le missioni in Asia, sia dall’Arciduca Leopoldo Guglielmo, cui nel 1655 aveva dedicato il suo Novus atlas Sinensis (Martini era non solo un diplomatico, ma soprattutto un valente cartografo). Fu evidentemente pro- prio in tale occasione che ebbe l’incarico di consegnare all’imperatore cinese T’automaton in oggetto. Tuttavia, non é dato sapere se tale missione fu mai portata a termine. Infatti, ripartito da Roma il 19 dicembre 1655, Martini ar- tivo a Macao solo il 17 luglio 1658, dopo un avventuroso viaggio marittimo fu- nestato da epidemie e da attacchi di navi pirata. Solo quattro dei diciassette compagni missionari partiti con lui giunsero a destinazione e nulla pid si sa del prezioso dono.” Sotto l'aspetto puramente organologico é opportuno qui ricordare che il clavicembalo incorporato in detto automaton era dotato anche di un partico- lare registro che ci permette di identificare - almeno in Italia, e almeno a par- tire dalla meta del Seicento - lo strumento allora detto ‘sordino’ con il ‘pia- noforte a tangenti’, del cui meccanismo Kircher fornisce la pitt antica descri- zione pervenutaci. L'importanza di detta identificazione consiste nel fatto che il pianoforte a tangenti pud essere considerato l’antenato del moderno pia- noforte.'* 4 DF Urrows, Keys, cit., p. 72 ® Riguardo alle vicende ora citate si veda BONIFACIO BOLOGNANI, L’Europa scopre il volto della Cina. Prima biografia di Padre Martino Martini, missionario, sinologo, geografo (1614-1661), Trento, Edizioni Biblioteca dei PP. Francescani e Museo Tridentino di Scienze Naturali 1978, pp. 30-31, 106, 117-26; MarriNo MAxriNi, Lettere e dacumenti (Opera onania, vol. 1), a cura di Giuliano Bertuccioli, ‘Trento, Universita degli Studi 1998, pp. 511, 522-9, 456; MARIO ZANFREDINI, Martini, Martino, in Diccionario historico de la Compania de Jests, edited by Charles O'Neill & Joaquin M Dominguez, Roma, Institurum Historicum 8. 1, & Madrid, Universitad Pontificia Comillas 2001 ‘6 ParriziO BARBIERI, The Sordino: the unsuspected early Italian tangent piano 1577-1722, «The Galpin Society Journal», LXII, 2010, pp. 49-60. 134. Patrizio Barbieri 2. Lautomatismo dei ‘martelli di Pitagora’ e il corretto dimenstona- mento acustico dei metallofoni Se anche non tutti gli automata spediti dall’Europa riuscirono a giungere in Cina, molti altri vennero costruiti sul posto da missionari, per lo piti gesuiti. Cid fu soprattutto favorito dal fatto che dal 1661 al 1722 la Cina fu governata da Kangxi, imperatore assai interessato alla musica e alle tecnologie occidentali. Sappiamo infatti che gia almeno dal 1655, anno in cui Martini parti dall’Europa carico di doni per l'imperatore, il gesuita Gabriel de Magalhies (1620-1677), un discendente del grande navigatore di cui portava il cognome, costruiva per la corte imperiale di Pechino «molti lavori curiosi e ingegnosi», oltre a curare la manutenzione dei piti di ottanta orologi di provenienza europea che nel 1670 esistevano a corte.'’ Dopo la sua morte la fornitura di nuovi automata per Kangxi continud a essere assicurata da tre corteligionari che presero il suo po- sto: Filippo Grimaldi (1638-1712), il cartografo cui poi furono anche assegnati importanti incarichi diplomatici, Ferdinand Verbiest (1623-1688), valente astro- nomo, ¢ soprattutto Tomés Pereira (1645-1708), matematico e musicista. 2.1, Gli automata metallofoni di Pereira e di Kircher Nel 1677, 0 poco prima, Pereira costrui un grande carillon a campane, che fu installato, con grande concorso di pubblico, nel campanile di una chiesa ge- suita di Pechino: realizzazioni simili si trovano illustrate anche nella Musurgia di Kircher."* Per Kangxi costrui inoltre un particolare tipo di carillon, del qua- le Verbiest scrisse: «Mentre il cilindro ruotava, i suoi denti sollevavano delle le- ve assai leggere e, contemporaneamente, anche dei martelletti che erano attac- cati a dette leve; tali martelletti colpivano delle campane, fuse in bronzo melo- dioso ed perfettamente costruiti secondo le corrette proporzioni musicali: tali campane intonavano diverse musiche cinesi con un suono assai piacevole, po- tendo il cilindro essere spostato pitt o meno verso l’interno, secondo predeter- minate distanze».” I meccanismo per selezionare le musiche risulta quindi es- sere quello stesso illustrato da Kircher nel 1650 (fig. 2). Evidente é inoltre la so- miglianza di tali automata con altri un tempo presenti nel Museo Kircheriano del Collegio romano, descritti da Filippo Bonanni.2” Uno era quello relativo al- ¥ TRENE Pui, Le pére Gabriel de Magalhdes. Un Jesuite portugais en Chine au XVIF sidele, Patis, Centro Cultural Portugués 1979, p. 131; P. BARBIERI, Hydraulic musical automata, pp. 434-6. A. KIcHER, Masurgia, II, tavola XIX, cit., pp. 3367. ® Nort Gotvers, The Astronomia Europaca of Ferdinand Verbiest, 8. (Dillingen, 1687). Text, translation, notes and commentaries, Nettetal, Stagler Verlag 1993, pp. 124-5 * Funirro BONANNI, Gabinetto armonico pieno d’istromenti sonort {...1, Roma, Placho 1722, Proemio. Athanasius Kircher e gli automata det gesutti alla corte imperiale di Pechino (1656-1678) 135 af pw x x "hy @ fi D 4 TART TETE a] mae rm \ ETT Veood Y z Fig, 2 - Cilindro dentato per strumento automatico, dotato di otto differenti ‘sonate’: le piste corti- spondenti a ciascuna di esse possono essere fattetraslare al di sotto del pettine di lertura XXX, il qua- Ie, in questo caso, &fisso, mentre il cilindro pud essere fatto scorrere tramite il pomello T. In alto a destra vengono esemplificate le lunghezze dei denti corrispondenti alla effettiva durata temporale di iascuna delle note che tali pettini devono azionare (A. KIRCHER, Musurgia, II, p. 320). la sfida tra Apollo e Marsia, che si concludeva con «una strepitosa sinfonia ca- gionata da varie campane collocate nel piedestallo della machina sopradetta»; nell’altro si vedeva il re «David collocato in un trono [...] mentre si odono quattro diverse sinfonie cagionate da verghe di metallo percosse da piccoli martelli». 2.2. La kircheriana ‘musica ciclopica’ e la sua realizzazione postuma Lidea di Kircher, cio® quella di realizzare dei metallofoni automatici, risale comunque al 1650. Nella Musurgia universalis egli aveva infatti presentato una «musica pitagorica» a 8 voci, da lui composta, impostata sulla nota leggenda se- condo cui Pitagora avrebbe scoperto i rapporti corrispondenti ai vari intervalli musicali analizzando i suoni emessi dai martelli, di cui misurd poi il peso, con cui i fabbri colpivano i manufatti metallici posti sull’incudine per forgiarli. Sempre rifacendosi a detta musica si legge che «spesso la ho fatta eseguire in vari luoghi, alla presenza di diversi principi, con tale loro plauso e ammirazio- ne che a stento, anche se replicata, sembravano esserne sazi»." Sempre nella Musurgia, con riferimento alla fig. 3, Kircher fa pero una importante aggiunta: «Vediamo ora come possiamo realizzare, con un meccanismo meccanico inani- » A Kincuer, Musurgia, I, cit. pp. 34652: «dMusicam Pychagoricam automatam exhibere ad :alleos trium Cyclopum proportionatos». Ea p. 346: «quam saepius diversis in locis coram diversis Prin- cipibus tanto cum plauso et admiratione exhibuimus, ut eius repetitione vix satiari posse viderentur» 136 Patrizio Barbieri Fig. 3 - Automatismo della musica pitagorica (A. KIRCHER, Musurgia, IL, p.347, tavola XXII): (1) Dies 30 fu realizzata, al inizio del diciotresimo secolo, solo la parte relativa alla fig. IE. Come si vede, solo ite ciclopi sono animati, mentre Vulcano rimane immobile. I colpi dei marceli dei ciclopi, coman. dati dai denti 1, 2, 3, seandiscono il tempo ternario; per fare si che essi producano un suone pit squil- lante, Kircher prescrive che lincudine I sia cava e di materiale «assai risonante». La battuta ternatia @ anche scandita dal putto centrale, comandato dai denti H. (2) Lautomaton sulla destra (fig, I) non risulta invece che sia mai stato realizzato. Esso rappresenta una serie di figure che danzano in cerchio, al ritmo della musica in tempo ternario incisa sul cilindro. La loro struttura @ schematizzata nello sche. letro pad, che, come del resto quello dei ciclopi, avrebbe poi dovuto essere rivestito con appositi pan- ni. Ciascuna figura, tramite il robusto filo di ferro 5, @ saldamente fissata al disco RV, che viene posto in rotazione dai denti che sporgono assialmente dal cilindro ACD. Subito sotto questo disco se ne pud vedere un altro, fisso e leggermente pitt grande, sulla cui circonferenza sono fissate le due file di denti 409 ¢ Inn, Yuna di fronte allaltra: i denti delle due file sono tra loro sfalsati di un terzo di battuta, in modo che, quando su di essi passano i ferri fb e ie, facciano si che le gabe della figura scattino ritmi- camente, simulando cosi i movimenti del danzatore. Detta azione si trasmette anche alle braccia calla testa dello stesso, che poi tornano in posizione di riposo per gravita, tramite 'azione della sferetta di piombo posta allaltezza del torace. Athanasius Kircher e gli automata dei gesuiti alla corte impertale di Pechino (1656-1678) 137 mato, questa rappresentazione che finora é stata presentata nelle commedie con voci umane, danze e movimenti».” In essa passa quindi a illustrare il fun- zionamento di tale suo automaton, senza pero precisare se esso fosse 0 no sta- to costruito. Fino al 1709 nessun autore fa comunque cenno a detta realizza- zione pratica. Giorgio De Sepi, nel catalogo del museo pubblicato nel 1678, menziona solo lesistenza di un organo «che, azionato secondo le regole della musica da un cilindro automatico, da il benvenuto ai visitatori ricevendone la loto gioiosa approvazione, ricco del canto di diversi volatili, quali cuculo, usi- gnoli ¢ anatre, ¢ anche dello strepito dei cyvzbala dalla stridula ¢ forte emissio- ne sonora». Sembra quindi di poter dedurre che, oltre al verso di volatili, det- to organo facesse udire il suono dei ‘martelli pitagorici’; Sepi non fa perd alcu- na allusione all’automaton di fig. 3.74 Dopo un periodo di decadenza, nei primi anni del diciottesimo secolo il mu- seo fu completamente riattivato dal gesuita Filippo Bonanni, con l’aggiunta di nuovi strumenti. Uno di essi dovette appunto essere la ‘fucina di Vulcano’, che per la prima volta viene menzionata nel 1709, nel catalogo del museo redatto dallo stesso Bonanni, suo nuovo direttore. Detta descrizione inizia infatti rical- cando le parole di de Sepi, poco sopra citate, per poi precisare che al canto dei volatili si aggiungevano i suoni prodotti dagli automata progettati da Kircher? Detta ‘musica ciclopica’ eta quindi finalmente stata realizzata, da un attigiano di cui non cié dato sapere il nome. Essa eta in accordo con le disposizioni del- la fig. 3, con la sola differenza che il suo motore non era di tipo idraulico, ma azionato ‘a peso’: cid comportava anche il fatto che — al posto della kircheriana ‘camera eolia’ visibile in detta illustrazione, un dispositivo idraulico atto a pro- durre l’aria a pressione necessaria a far suonare le canne degli organi — per I’a- limentazione venivano impiegati dei comuni mantici, esplicitamente menziona- tiin detta descrizione. ® A. KIRCHER, Musurgia, Il, ct., p. 346: «Hlanc itaque repraesentationem animata voce, saltu mo- tuque hucusque in Comoediis exhibitam, quomodo inanimato machinamento automato exhibere possumus, vedeamus» ® GlorGio DE SEPT, Romani Collegii Societatis Jesu Musaeum celeberrimum:(...], Amsterdam, Ex Officina Jannsonio Waesbergiana 1678, p. 51: «organum quod cylindro automato ex regulis musur- giae animatum se ipse advenis alludit eosque festivo excipit plausu, refertum diversarum volucrium, uipote cucu hscniaram, anatum cans, nee non esmbalorum strepty ex sonoro cangore tidy lum». ® Che col termine ‘cymbala’ si intenda effettivamente lo strumento costituito da piatti metallici fra loro percossi, e non il comune clavicembalo, & provato da quanto segue: (1) Nella Musurgéa il mo- demo clavicembalo viene designato col termine ‘clavicymbalum’ (A. KIRCHER, Musurgia, 1 pp. 454, 465); 2) nel capitolo III (De Trmpano, Cymbalis, alijsque compositisinstrumentis), sempre nella Mu- surgia, col vermine ‘Cymbala’ vengono designate le modeme nacchere (A. Kinctier, Musurgia, IL, p. 529, non parla qui comunque degli strumenti dell’antichita classica). ® FILIPPO BONANNT, Musaewm Kircherianum [...], Roma, Placho 1709, p. 309. 138 Patrizio Barbier: 2.3. Il corretto dimensionamento acustico dei metallofoni I metallofono utilizzato da Pereira doveva essere simile a quello gia illustra- to nella Musurgia (fig. 4). In essa Kircher descrive infatti uno xilofono — avente Pestensione di due ottave, ognuna di esse suddivisa in dodici semitoni — le cui barre vibranti, a sezione rettangolare o cilindrica, dice che possono anche esse- re metalliche, Riguardo alla loro accordatura afferma che l’ottava di una di es- se si ottiene dimezzandone la lunghezza, e a tale scopo rimanda al diagramma di scalatura delle lunghezze delle canne d’organo labiali da lui precedentemen- te illustrato; questo metodo da peré risultati corretti solo nel caso in cui dia- metro e lunghezza delle canne conservino lo stesso rapporto, il che negli orga- ni non avviene.”* Aggiunge perd, subito dopo: Nonnulli magis mechanicé lignorum fabricam ita expediunt, ut maximum li gnum ad minimum sit in proportion dupla; reliqua verd intermedia, ita pro- portionali decremento diminuunt, ut integrae alicuius octavae systema per- fecté referant. [Alcuni pid meccanicamente dimensionano le barre in modo che la pid lun- ga sia in proporzione doppia rispetto a quella pit corta; le rimanenti, cio’ quelle intermedie, le accorciano in modo proporzionale, in modo da com- pletare perfettamente la successione di ognuna delle ottave]. Fig. 4 - Xilofono munito di martellett azionati da una tastiera (KIRCHER, Musurgie, I, 518). Lo stru- ‘mento esistente nel museo kircheriano doveva essere dotato anche di un cilindro dentato del tipo di fig. 2. Kircher aggiunge che le barre — di sezione rettangolare o circolare, semplicemente appoggiate su due fii metallic tesi parallelamente alla tastiera ~ potevano anche essere di bronzo. Per esse illu- stra inoltre vari tipi di sagoma, in modo da poter variare sia la timbrica che Fintensita sonora; nel par- ticolare di sinistra si vedono infatti, comandati dai martelletti attaccati al tasto g: barra di legno (D), “tintinnabulum” (lastra metallica vibrante, E), campana di vetro (F), ¢ un’altra forma a campana. % A. KIRCHER, Musurgia II, cit., pp.5189: «Proportio autem lignorum eadem erit cum propor- tione fistularum quam tradimus . 3 probl. L. Athanasius Kircher e gli automata dei gesuiti alla corte imperiale di Pechino (1656-1678) Bo E questo un sistema che, impiegando barre aventi tutte lo stesso spessore, da ri- sultati precisi: quella piti corta é la meta di quella pitt lunga e Pintervallo di due ot- tave esistente fra queste due viene suddiviso in 24 semitoni, in modo che ognuna di esse si accorci con rapporto costante rispetto alla precedente. Sappiamo infatti che fa frequenza di vibrazione fondamentale di una barra é direttamente propor- zionale a K/I?, dove L é la sua lunghezza e K una costante proporzionale alla sua larghezza o diametro. Secondo questa regola, rispetto a una barra di lunghezza L, sempre a parita di materiale e di dimensioni trasversali, una verga che suoni all’ot- tava inferiore non dovrebbe essere lunga 2L, come nel monocordo, ma L molti- plicato radice quadrata di 2, cio® circa 1.41L (Tab. 1). Kircher non dice da quale fonte abbia tratto questo nuovo metodo, né sembra accorgersi che esso produce un’accordatura secondo le regole del temperamento equabile, allora assai innova- tiva, almeno per uno strumento da tasto. Dimensionare la lunghezza delle barre di uno xilofono in accordo con la summenzionata regola (K/L?) é riportato anche da Mersenne, ma solo in una annotazione autografa apposta sulla sua copia persona- le della Harmonie universelle.2 C+ D + E F + G + A Ed B c 2 pyar gine pam pin give ez gi peD gIKR IA DIVE 712 0 100 200 300 400 500 600 700 800 900 1000 1100 1200 Tab. 1. Dimensionamento della lunghezza delle barre di un xilofono o metallofono, tutte dello stes- so materiale e aventi le stesse dimensioni trasversali, in accordo col secondo metodo riportato da Kircher. Seconda riga: loro lunghezze relative. Terza tiga: frequenza di vibrazione delle note emes- se, in cents. 3. Altri automata: l'auto-mobile di Verbiest e il kircheriano ‘gallo che canta e agi- ta le ali’ Fra gli automata che presentano connessioni con l’opera di Kircher se ne an- novera anche uno di Ferdinand Verbiest, un astronomo gesuita che - dopo an- ni di accesi contrasti con i colleghi cinesi, durante i quali solo in extremis si salvo da una condanna a morte - ottenne da Kangxi la nomina a capo dell’ Uffi- ® MARIN MERSENNE, Harmonie universelle(...], Traité des instrumens a. chordes, Patis, Cramoisy 1636-7, p. 176 (della edition facsimalé de lexemplaire conserve @ la Bibliotheque des Arts et Métiers et annotée par !' Auteur, introduction par Frangois Lesure, Paris, CNRS 1963), che fa rifermento a una ot tava diatonica con intonazione pitagorica. Mersenne affronta il problema in diversi altri passi del: [Harmonie universelle, talvolta pervenendo perd a conclusioni in conilitto tra loro (CLIFFORD A. TRUESDELL, The rational mechanics of flexible or elastic bodies 1638-1788. Introduction to Leonbardi Euleri opera omnia vol. X et XI seriei secundae, Zitrich, Orell Fissli 1960, pp. 31-2). Il problema del- la barra liberamente vibrante, come quella ora presa in esame, fu tisolto analiticamente solo nella se conda meta del diciottesimo secolo (PATIZ10 BARBIERI, Acustica accordatura e lemperamento nell’ll- Iuminismo veneto [...1, Roma, Torre d'Orfeo 1987, pp. 49-50). 140 Patrizio Barbieri cio di matematica edi direttore dell’ Osservatorio. Intorno al 1676-77, come se. gno di riconoscenza e conoscendone l'interesse per le tecnologie occidentali, Verbiest progetté per Kangxi alcuni automata. Uno di essi consisteva in un piccolo carro a quattro ruote, lungo una sessantina di centimetri, che veniva messo in moto tramite una eolipila.” Anche se non é sicuro che sia poi stato ef- fettivamente realizzato, esso costituisce in ogni caso la prima descrizione tecni- ca di un dispositivo ‘auto-mobile’ azionato da un motore a vapore. Idea indub- biamente ingegnosa, ma che comunque si awvaleva dello stesso motore a turbi- na gia descritto da Branca nel 1629 (fig. 5) e da Kircher nel 1641 (fig. 6)2° Fig. 5 - Prima rappresentazione oggi nota di una turbina a vapore (GIOVANNI BRANCA, Le machine C...}, Roma, G, Mascardi 1629, fig. XV, patticolare). L’acqua viene introdotta nella caldaia A tra- mite il foro B, munito di un tappo a vite. II getto di vapore cosi prodotto mette in rotazione la turbi- na E che, attraverso un sistema di pignoni e ruote dentate, a sua volta provoca I'azionamento alter- nativo dei due pistoni O ed N. Tale «motore meraviglioso» veniva da Branca adibito alla riduzione in sottlissima polvere delle sostanze impiegate nella fabbricazione della polvere da sparo. * 1, Pin, Le pore Gabriel de Magalhdes, cit., p. 214 ® N. GOLvERS, The Astronomia Europaea, cit. pp. 123-4, 308-10, 497. Vedi anche ULRICH LiBaRECHT, General evaluation of the scientific work of Ferdinand Verbiest, in Ferdinand Verbiest (1623-1688) Jesuit mis. sionany scientist, engineer and diplomat, edited by John W. Witek, Nettetal, Steylet 1994, pp. 55-64: 64 comungue assai probabile che Branca sia stato preceduto dallingegnere militare Francesco Mandello, operante a Milano nella seconda meta del Cinquecento: P. BARBIERI, Hydrazlic musical av somata, cit. pp. 112, 371 Athanasius Kircher e gli automata dei gesuiti alla corte imperiale di Pechino (1656-1678) 141 Fig. 6- Schema di turbina mossa da due «pilae aeoliae> a forma di testa umana (a, a sinistra), dotate di uno strettissimo beccuccio di sfiato, analogo a quelli indicati in b (a destra) (ATHANASIUS KIRCHER, Magies sive de arte magnetica[.,.], Roma, Grignani 1641, p. 616). Tale tipo di omaggi all’imperatore prosegui fino al 1720, sia da parte di‘ma- chinisti’ gesuiti (che nel 1713 presentarono un ingegnoso organo-orologio se- movente, ma questa volta grazie a un meccanismo a molla) sia da parte di Teo- dorico Pedrini, un padre lazzarista che era succeduto a Pereira nella carica di insegnante di musica della famiglia imperiale. Pedrini era stato inviato a Pechi- no dal Collegio de Propaganda Fide, al fine di moderare lo strapotere di cui go- devano i gesuiti presso quella corte, ¢ cid proprio negli anni in cui il Vaticano, in contrasto con questi ultimi, aveva sollevato la famosa ‘controversia dei riti” (1706-21).* Dopo la morte di Kangxi (1722) l'interesse dei regnanti per gli automata, al- meno per quanto riguarda quelli di tipo musicale costruiti in loco dai missio- nari europei, sembra essersi limitato ai soli orologi. Uno di essi viene comunque segnalato ancora nel 1741. In una lettera inviata a Torino in tale anno, il mis- sionario agostiniano Sigismondo Meinardi (1713-1767) infatti afferma di avere realizzato un piccolo organo a cilindro, contenente sia canne d’organo che pic- cole campane: esso era anche dotato di un gallo grande come un’anatra che, al termine di ciascuna delle tre sonate di cui lo strumento era dotato, si rizzava, sollevava la testa, agitava le ali ed emetteva il suo “cucillici”.” Dalla fig. 7 ap- pare evidente che il meccanismo del gallo doveva essere quello stesso illustrato da Kircher nella Musurgia. Patrizio BARBIERI, Musical instruments, gut strings, musicians and Corelli's sonatas at the Chi- nese Imperial Court: the gifts of Clement XI (1700-1720), «Informazione organistica», XXVIII-2, 2016, pp. 205-57; P. BARBIERI, Hydraulic musical automata, cit., pp. 439-43, © Lettera citata, in traduzione inglese, in D.E, Unrows, Keys, cit, p. 123. 142 __ Patrizio Barbieri Y y SAME AAEE Fig. 7 - Automata sonor illustrati in KIRCHER, Musurgéa, II, tavola XXI, p. 343, particolare, Da nota~ re perd una incongruenza: riguardo al gallo che canta c agita le ali, a p. 344 Kircher allega un penta- ‘gramma riproducente una simulazione del suo verso, composto da due sole note (Do, ¢ B*,), mentre nella figura le canne sono tre. Il perdurante successo dei carillons e dei vari automata descritti nel presen- te articolo conferma quanto in tempi recenti affermato da Carlo M. Cipolla: «La passione dei Figli del Cielo per le ‘campane che suonano da sole’ non svani mai. Per tutto il Seicento e il Settecento orologi d’ogni tipo ma soprattutto con automati e di grande pregio affluirono senza tregua al palazzo imperiale di Pe- chino». » CARLO M. Crpouta, Le macchine del tempo. Lorologio e la societa (1300-1700), Bologna, Ul Mu- lino 1981, p. 88.

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