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Il simposio internazionale di Toronto sulle frane L. CASCINI, G. FEDERICO, L. PICARELL, G. TANCREDI* 1. Premessa Il quarto Simposio Internazionale sulle Fra- ne si é tenuto a Toronto, in Canada, nel set- sembre 1984, Un gruppo di soci dell’AGI che ha partecipato a quella manifestazione ha de- ciso di esporne i principali contenuti nel pre- sente rapporto che si propone ai lettori della RIG. Il simposio & stato preceduto dal 37° Con- gresso Canadese di Geotecnica,, dedicato allo stesso tema. Esso si @ articolato in sette ses- joni, ciascuna introdotta da pitt di un relato- re, secondo il programma seguente: — Aspetti climatici ed idraulici delle frane; — Frane in rocce; — Frane in rocce alterate e terreni resi- duali; — Frane in argille fortemente sovraconsoli- date € rocce tenere; — Frane in argille tenere; — Frane in limi e sabbie e frane sottoma- rine; — Recenti sviluppi nello studio dele frane: a) Metodi di calcolo deterministici e proba- bilistici; 4) Carte del rischio, strumentazione e siste- mi di allarme. Per il numero di contributi si trata di una gran mole di materiale di difficile rielabora- zione in uno spazio necessariamente limitato. Nel seguito se ne riporta una sintesi, estrema- mente compatta e probabilmente disorganica, nella quale vengono illustrati i contenuti ap- parsi pit: significativi, con riferimento ora alle Relazioni Generali ora agli articoli pubblicati negli Atti. * Prof. Ing. Leonardo Cascint, Associato di Geotecnica, Universita. di Salerno; Dott. Ing. Giovanni Proerico, Ric ccercatore, Universiti «i Roma; Prof. Ing. Luciano Pres MLE, Associato di Princip! «i Geotecnica, Universita. di Napott; Dott. Ing. Gaetano Tancrens, Ricereatore, Uni yersita di Roma, 2. Canada Day (L. Picarelli) La 37° Conferenza Canadese di Geotecnica, dedicata alla « Esperienza Canadese nei Pro- blemi di Frane », & stata tenuta nella prima giornata dei lavori (C2nada Day). Un maneg- gevoie volumetto raccoglie i 27 articoli presen- tati e le Relazioni Generali, tenute da D.M. Cru- den, G, Lefebvre ed E.A. Christiansen. Rite- niamo senz’altro utile riassumere le tre Rela- zioni Generali, che sono state dedicate ai mo- vimenti franosi tipici nelle tre aree geologiche nelle quali si pud idealmente suddividere il ter- ritorio canadese Cruden ha trattato gli aspetti pitt ricorrenti dei fenomeni franosi nella Cordigliera con ri- ferimento ai versanti naturali, La Cordigliera si sviluppa nella parte cen- tro-occidentale del paese, con orientamento NO- SE, per una lunghezza di circa 800 km. Con Ia sua superficie di 1726 km? essa occupa circa un ottavo dell’intero territorio. Questo sistema montagnoso viene general- mente suddiviso in cinque distinte catene, tre delle quali costituite da rocce sedimentarie po- co 0 nulla metamorfosate, le altre due da intru- sioni granitiche 0 fortemente metamorfosate. Sulla base di una profonda conoscenza del- Yambiente fisico geologico ¢ della letteratu- 1a, il relatore ha trattato un'ampia casistica di fenomeni, senza peraltro mai entrare dettaglia- tamente nel merito di essi: da movimenti rela- tivamente poco conosciuti o studiati, come gli «skin flows », a frane di dimensioni gigante- sche, come Je ben nota Frank Slide, passando attraverso casi documentati di movimenti in rocce compatte, in detriti e in argille tenere pid 0 meno sensitive o di franc sottomarine. La parte terminale della relazione 2/stata dedicata ai pitt recenti sviluppi della ricerca, tra cui quelli sulla previsione della velocita e della distanza ricoperta dalle valanghe in roc- cia, problema da cui evidentemente dipende il progetto dei sistemi di allarme e di protezione. Un ulteripre interessante argomento toccato da Cruden riguarda i problemi politici ed am- ministrativi legati alla possibile utilizzazione di aree ad alto rischio. 31 Ta relazione di Guy Lefebvre, dedicata ai problemi di stabilita nelle argille sensitive del Canada orientale, @ risultata in realta un ap- proccio organico alla stabilita del territorio, molto apprezzato dall'uditorio, di cui si 2 reso pubblicamente interprete N. Janbu. TI rapporto ha esaminato linsieme dei fatto- rie dei processi che regolano Vevoluzione dei versanti in questi sedimenti, dalla deposizione fino alle condizioni attuali; in particolare: — le proprieta e la struttura del deposito; — i fenomeni di erosione; — il regime delle acque sotterrance e la sua evoluzione nel tempo. Tali fattori sono mutuamente correlati e in taluni casi possono comportare condizioni di forte instabilita Come & noto, la sensitivita di queste « ar- gille » (in realt& molto spesso si trata di limi pitt o meno argillosi con un’elevata percentuale abbia) dipende da una variazione della sali- nita per infiltrazione di acque dolei, specie do- po la fusione dei ghiacciai, in misura propor- zionale al gradiente della velocita di filtrazio- ne: per conseguenza si @ verificato un abbas- samento del limite di liquidita, Per la presen- za di deboli legami diagenetici fa struttura del- Vargilla non ha comunque subito grosse varia- zioni nel tempo; ne risultano materiali rigidi che per determinati livelli tensionali subiscono modificazioai strutturali accompagnate da una notevole riduzione di resistenza per Ia contem- poranea generazione di significativi incrementi delle pressioni neutre. Si @ osservato che la formazione delle valli & strettamente legata all'entita dei fenomeni erosivi ed alla macrostruttura degli affioramen- ti: sulla base dei risultati di prove di labora- torio i terreni maggiormente sensibili all’ef- fetto dell’erosione sembrerebbero quelli pit. fessurati In tutto il Canada orientale la struttura dei deposit di argille sensitive ¢ molto omogenea nelle sue linee essenziali. Esse poggiano quasi ‘ovunque su di uno strato di depositi morenici € presentano una crosta assiccata ¢ fessurata, di spessore generalmente inferiore ai 5 m, 0 sono ricoperte da strati limo-sabbiosi. Schema- ticamente si tratta quindi di banchi delimitati inferiormente € superiormente da strati di per- meabilita molto pit elevata (dalle 100 alle 1000 volte). 32. La struttura cos) descritta ha wna grande in- fluenza sul regime delle acque sotterranee da cui dipende il grado di étabilita e, in definiti- va, l'evoluzione delle vallate. Nella figura { si mostra I'effetto combinato di questi fattori per tre diverse ipotesi sulla geometria del problema frascurando la presen- za dello strato di copertura pit permeabile. Nella figura 2 viene indicato il corrispondente tipo di evoluzione della vallata. a) ss Fig. 1, - Influenza della struttura ¢ della permeabilita del mezzo sul regime idraulico sotterraneo in prossimita di FRSE INIZIALE a) c) FASE FINALE Fig. 2. - Influenza della struttura e della permeabilith del sotiosuolo sulla formazione delle valli in arglle sensitive. Nel primo caso (fig. 1a) lo strato inferiore, assunto di permeabilita 100 volte pid elevata del banco intermedio, 2 tanto profordo da non influenzare praticamente la rete idrodinamica in corrispondenza del bordo. Questa situazione corrisponde alla prima fase di formazione delle valli in cui si assiste ad un loro lento allarga- mento per effetto di delimitaté frane laterali (fig. 2a). Nel secondo caso lo strato permeabile infe- riore 2 ad una profondita tale da far sentire la propria influenza (fig. 1b). Si tratta di una fase intermedia in cui il regime delle pressioni neutre, caratterizzato da gradienti idraulici ver- so I'alto relativamente elevati, favorisce i! for- marsi di frane di tipo profondo, 2 volte con evoluzione per colata, anche perché il forte gradiente idraulico determina la riduzione di salinita dei terreni. Questa fase & quindi carat- terizzata da una franosita elevata e da un'acce- lerazione nella maturazione delle valli (fig. 2b). Nel terzo caso lo strato inferiore viene ad- dirittura intercettato e si ha un significativo movimento verticale dei filetti fluidi dall’alto verso il basso (fig. 1c). Nella situazione corri- spondente il grado di stabilita dei versanti del- Ja valle migliora nettamente. In questa fase la degradazione superficiale delle argille ha lz pos- sibilita di svilupparsi con la progressiva forma- zione di una coltre alterata dove si stabiliscono regimi delle pressioni neutre quasi idrostatici e nella quale si seiluppano solo modesti movi- menti superficial (fig. 2c). Il rapporto di Christiansen, redatto in colla- borazione con E. V. Sauer, ha trattato il caso delle frane nelle argille sovraconsolidate ¢ fes- surate (clay shales) presenti nella piana del fiu- me Saskatchewan, nel Canada occidentale. Si trata di terreni fortemente sovraconsoli- dati, generalmente fissili per effetti diagenetici € per I'intensit’ dei carichi, con un‘accentuata tendenza a franare, Gli Autori hanno considerato quattro frane storiche (Denholm, Maymont, Warman e Bea- ver Creek), alcune delle quali hanno un’et& di migliaia di anni, delle quali hanno discusso principalmente le cause, i meccanismi e l'evo- Tuzione nel tempo. Sono tutti movimenti di tipo retrogressivo in atto le cui velocita possono essere valutate nel- Yordine delle decine- di millimetri per anno, ‘Questi fenomeni possono essere giustificati soto ammettendo che all'atto della rottura l’angolo di attrito mobilitato sia dell’ordine di pochi gradi, spesso pari a quello residuo. Come & noto, movimenti franosi analoghi ca- ratterizzano, oltre che il Canada, numerose aree vallive degli Stati Uniti. 3, Sessione I: Aspetti climatict ed idraulicl delle frane (L, Cascini) La definizione del ruolo giocato dalle pres- sioni neutre nei problemi di stabilita dei pen- dii rappresenta un capitolo classico della Geo- tecnica, ancora oggi di grande attualita per il suo intrinseco valore oltre che per la ricchezza delle ricerche in corso. Alcune di queste, in particolare quelle che affrontano i problemi nei quali assumono un ruolo predominante le pressioni neutre positive, hanno ormai raggiun- to una notevole maturita. Altre molto pitt re- centi rispetto alle precedenti, vale a dire ie ri- cerche che tendono a definire il ruolo delle pressioni neutre negative, sono ancora ad uno stadio preliminare ¢, purtuttavia, lasciano it travedere notevoli potenzialita e futuri proli ci sviluppi. Le conoscenze fino ad ora acquisite ed i cam- pi nei quali appare pid proficuo intensificare gli sforzi si sono delineati al Convegno di To- onto nel corso di un interessante e vivace di- battito. Lo stato della ricerca emerge, altresi, dalla molteplicita degli argoménti trattati nei lavori a stampa, tab. I, concernenti la misura delle pressioni neutre, i valori di dette pres- sioni da inserire nei calcoli, le correlazioni tra frane ed eventi meteorici etc. Una loro sintesi & appresso riportata. Nella sus relazione Patton prende in esame Je usuali tecniche di misura delle pressioni neu- tre positive, giudicate non sempre in grado di fornire risultati significativi. A sostegno di que- sta tesi mostra inizialmente le oscillazioni del pelo libero dell'acqua all'interno di alcuni lun- ghissimi tubi inclinometrici, equiparati a pie- zometri, giudicandole ovviamente poco signil cative ai fini tecnici per la notevole estensione del tratto di misura. Partendo da queste considerazioni e facendo eva sul semplice concetto che le qualitt dei dati migliora se i ¢ratti di misura aumentano in numero e si riducono in ampiezza, l’Autore mostra una serie di fori di sondaggio attrez- zati con un numero sempre crescente di. pie- zometri a tubo aperto, fino ad un massimo di sette, figg. 34. Volendo ottenere informazioni 33 Tana 1 © ea rine toe SS eens pice recent i fMBace rt Barton TECH corrlzione tra piogse « falde Vangie F Bertini CH movimenti lenti di una coltre caltuviale fa Italia x | Ze \ae Ccanti cH movimento franoso Al un deposito Iacustre Xi x (88 individuagione di aree potenzialmente instabili in 5 ‘Reneaur CH un deposito colluviale della California Cove a * a corel! tps, pest rere meative © Re oe 8 Brad TE corrlaione tra plogge ¢ fane Belo tong Kong x PBS Bromhesd CH pressoni neutre negative AL nghitera =x YB ‘sur Dm Bemsion «SP_—_misurn in sito dic Dn sieia x individuasione dais supe di scorinento atte alla sp indehuazion dala sup Va Covoslowaeehia x Satfors DE prevsioni sll'ndamento di sequier wo sre x np ft della vegetazone sulla, abit di pend in Reco Greenway Tsp fell dll vegeta Reo Hong Kons x Natarajan DE desriione i una coat di detito De India . 1 esempl di frame indotedalVsrenone i ree adi a DE enti a quella sede df dissest R USA. Zrongyou —-—-DE._—_tipologie dele frane in Cina va ina TE = toric sabia Al~argila di Londra BF = perinentae Don = dcp marino DE = desert De = detrto Chi eee story B= oe tener Srila ary n, us $115 fm « ‘ona I'm uo © oso, PEL 100 g HE pleanetro a tas. i eran Fig. 4 = Oscillexiont del pelo libero detfacqua ne piezo- 100] meet di fe 3 Lenin 901. ssa pce zometro modulare del quale, purtroppo, non il- lustra le performances. E auspicabile, al riguar- 0 Lg do, che tale lacuna, attribuibile nel caso con- tingente a motivi fortuiti, sia presto colmata in quanto la misura puntuale delle pressioni neutre & problema di rilevante interesse tec- Fig, 3.- Schema di misura ancora pit dettagliate, Patton suggerisce di ab- nico ma di difficile soluzione, come testimonia bandonare questi schemi non suscettibili di ul- a limitata utilizzazione delle tecniche messe a teriori miglioramenti, e di ricorrere ad un pie- punto nel passato. 34 Altro stimolante argomento sollevato da Pat- ton nel corso della conferenza tenuta a Toron- to, riguarda l'opportunitd di effettuare le ana- lisi di stabilita introducendo nei calcoli i valori delle pressioni neutre che derivano dalla co- struzione delle reti idrodinamiche e non dalle semplici misure in sito. Tesi questa sostenuta anche da De Mello nel corso di un pirotecnico intervento. E appena il caso di osservare che, al pari della misura contemporanea delle pression’ neutre in pitt punti di una stessa verticale, lo studio della stabilita dei pendii tenendo conto del reaie andamento dei moti di filtrazione & tuttaltro che semplice. Risultati quali quelli ottenuti da Lefebvre proprio con un approccio che su tali presupposti si basa (v. Canada day) spronano, tuttavia, a procedere in tale direzione. Nella seconda relazione generale, Rat affron ta il tema delle correlazioni fra piogge, falde ¢ frane mettendo in luce la molteplicita degli approcci al problema. Si possono condurre, infatti, studi a carattere statistico oppure studi basati sui classici concetti dell'idrogeologia. Negli studi di tipo essenzialmente statistico, le precipitazioni. atmosferiche si correlano di rettamente agli eventi franosi, Analisi di tal genere, definibili a scatola chiusa, consentono di individuare le piogge (piogge critiche) che innescano determinati eventi, prescindendo dai meccanismi che ne sono alla base (v. Brand). Tale peculiarita le rende ovviamente valide solo su base loci Modelli pitt generali si ottengono correlando le piogge alle falde e solo successivamente, que- ste alle frane. Le relazioni fra piogge e falde possono essere individuate su basi matematiche oppure tenéndo conto della realta fisica. In particolare della geometria del problema, delle condizioni al contorno, delle caratteristiche dei terreni presenti nel sottosuolo e delle loro va- riazioni con il progredire degli eventi atmo- sferici ‘Nel, primo caso la ricerca della correlazione fra misure pluviometriche, P(t), € misure pie- zometriche, h(t), si tiduce all'individuazione di una relazione h= P(t) che deve soddisfare esclusivamente i requisiti imposti dalle fun- zioni di partenza. Nel secondo caso, isdati plu- viometrici sono inizialmente deparati delle ali- quote che non contribuiscono ad alimentare Ia falda per fenomeni’ quali V'evapotranspira- ziona e il ruscellamento. Le correlazioni fra acque sotterranee ed eventi meteorici scaturi- scono, quindi, dalla risoluzione di equazioni di congruenza dei volumi di acqua in gioco, vale a dire i volumi entranti ed uscenti dai vari do- mini presenti nel sottosuolo. Un esempio di come cid possa essere fatto @ illustrato nella nota di Barton e Thomson, dalla quale é stata ricavata la fig. 5. Nelle successive tre note elencate in tab. I sono illustrati alcuni interessanti case histories visti da angolazioni diverse. Bertini et al. con un approccio classico descrivono una frana in un terreno colluviale posto al di sopra di un’ar- gilla sovraconsolidata molto consistente, fig. 6. La zona di scorrimento, di spessore limitato, va individuata fra il terreno colluviale ed il substrato ed @ costituita dal prodotto di alte- razione della formazione di base. I! regime del- le acque sotterrance & complesso, Esistono es- senzialmente due livelli idrici, al di sopra ed al di sotto della zona di scivolamento con va- lori notevolmente maggiori nel colluvio super- ficiale. Quest'ultimo, a sua volta, 2 sede in som- mita di un’ulteriore circolazione idrica di en- tita modesta ed indipendente dalle precedenti. Misure inclinometriche accuratissime eviden- ziano movimenti modestissimi se non addirit- tura nulli nel corso degli anni, particolarmente asciutti, cui lo studio si riferisce. Sulla base di tutti gli clementi disponibili, non ultimi i dati di verifiche di stabilita che forniscono F = 1 introducendo nei calcoli valori della resistenza residua, gli Autori concludono che trattasi di un movimento il cui andamento & strettamente legato alle precipitazioni stagionali che posso- no rimpinguare notevolmente la circolazione nello strato superficiale del colluvio. Ad ana- loga conclusione giungono Canuti et al. ana- lizzando, con un approccio simile al preceden- te, un movimento delestensione di circa 2ha nelle argille limose sovraconsolidate del Mu- gello. Con diversa impostazione, Renau et al. af frontano i problemi concernenti alcune forma- zioni colluviali, presenti sulle colline a nord della baia di S. Francisco, nelle quali pogsono avere luogo, a seguito di precipitazioni piovose intense, diffusi fenomeni di instabilita. Nel gen- naio del 1983, per esempio, migliaia di frane si attivarono causando perdite di vite umane & danni incalcolabili. Gli Autori forniscono alcu- ni criteri per 'individuazione delle zone a pit alto rischio, obiettivo questo prioritario in casi del genere, ed indicano le linee da seguire per un adeguato approfondimento del problema. 35, al == Anverno f“" a= ripen bl c] ten w [ert ce fet ame gna] a: Ln " yeti, evolu ame emer] + ecu : atiaia fo | x) Rim plogee 5 > evapotresptrasione al y a tot on gfe dates Ty «roti | te +E spinel a sreills i Barvon domino, somponavo as= FAs @ K ~ piogg - ‘con l'ausilio delle | REE asoe Sire it ats P= afflusei © deflusst Relazione fra piogge © falde Fig. 5, - Blanc idoloics a) sexione stratigraticn; 6) dominiidrologic, c)equasioni i bilanci nee einrioest re [a] coltwvie (HB) acgitta marnosa alterata argilla marnosa non alterata ftume S.Martino 7 5 ange a Figarica wh delltargilla marnosa Sy dt base argilla marnosa Hon alterata Fig, 6. - Movimento franoso in un terreno di copertura di origine colfluviate:, a) sezione stratigrafica e strumentazione in- ‘stallata; b) aeque sotterranee ed ipotes! alla base del calcoll. 36 © Livello finate * ultina mistra (14/feb./84) “i Livello Finale ipotiscate Si assteitustone timate ipotizests Gath onytticients por fornlare + plezometeo Casagrande 91020 3949 50m piogee orarte(am) Elec leet ete ee fogse conlata(an) se etl ron wo tempo (ore) Fig. 8 - Eventi franosi provocati da tre aubifragi. Le pressioni neutre negative hanno rappre- sentato uno dei cavalli di battaglia della Ses- sione I ¢, pertanto, saranno pitt diffusamente esaminate nel seguito. Le note di tab. J forni- scono, comunque, una buona occasione per ren- dersi conto dello stato della ricerca, da una parte indirizzata a dimostrare l'esistenza delle depressioni ¢ a misurarne i valori, dall‘altra tesa a razionalizzarne gli effetti. Si pud consi- derare appartenente al primo filone il lavoro di Bromhead et al. i quali, sulla base di 56 piezometri Casagrande installati in un pendio argilloso, mettono in luce I'impossibilita di giue stificare le depressioni misurate in sito, fig. 7, con modelli basati sulla classica teoria dei moti di filtrazione. Viceversa, il quadro sperimentale appare molto pitt chiaro se le depressioni si considerano Ja conseguenza del rilassamento delle tensioni prodotto dal distacco a valle di masse di terreno, Un tentativo di superare questo stadio della ricerca @ fornito da Anderson et al. i quali, nel 37 sottolineare Vimportanza delle depressioni nei problemi di stabilita dei fronti di scavo pre- senti in Hong Kong, illustrano un modello che correla le piogge alle depressioni e quindi al coefliciente di sicurezza. A parere dello seri vente questa tematica appare un po! ardita, € fors'anche prematura, per quelle che sono le conoscenze sull'argomento. Molto pitt plausi- bili appaiono, allo stato attuale, studi del tipo di quello proposto da Brand per individuare le piogge pitt pericolose per i movimenti fra- nosi di cui sopra. Ricorrendo ad un modello «a scatola chiusa », basato su dati pluviome- trici e sul numero di eventi, questo Autore giunge alla conclusione che le piogge pitt dan- nose sono quelle orarie con intensita maggiore di 70 mm, fig. 8. Le successive quatiro note affrontano argo- ‘menti un po’ particolari. Bernston et al. eviden- ziano come da una back-analysis di dati piezo- metrici condotta con la teoria della consolida- zione si possa pervenire, avendo una buona co- noscenza del sottosuolo, a stime del coefficien- te di consolidazione molto diverse da quelle ot: tenute in laboratorio. Cid essenzialmente per il ruolo della macrostruttura, del disturbs indot to dal prelievo e cosi via. Un po’ fuori tema la nota si inserisce in una robusta corrente di pensiero che considera fondamentale, in un gran numero di casi, umentare i volumi in gioco per una corretta stima delle caratteristi- che dei terreni. Sallfors e¢ al. illustrano un libretto che for- nisce informazioni sulla falda in molte zone della Svezia e dal quale possono trarsi, a deta degli Autori, notizie utili a livello progettuale. Hulla spiega come sia possibile risalire al piano di scorrimento di una frana attraverso misure di portate. Infatti, se si misurano le quantita d’acqua assorbite da pid tratti di pro- va di un foro appositamente attrezzato, si re gistrano, a detta dell'Autore, valori notevol- mente pitt alti proprio in corrispondenza del piano di scorrimento. Certamente la tesi & ori- ginale ma bisognosa di conferme per gli inter- Togativi che inevitabilmente fa sorgere. Altrettanto originale pud considerarsi il la- voro di Greenway et al. che discutono il dop- pio effetto benefico della vegetzzione sulla pre- venzione dei movimenti superficiali nei terre: residuali di Hong Kong. Da una parte riduce notevolmente I'infiltrazione di acque nel sotto- suolo, dall’altra aumenta con le radici la resi- stenza degli strati superficiali. L'illustrazione 38 ® accompagnata da numerosi risultati speri- mentali fra i quali spiccano le resistenze a tra- zione delle radici di alcune piante. Dal con- fronto I'acacia ne esce benissimo, Chiude un gruppo di note a carattere preva- Ientemente descrittivo, Natarajan et al. parlano diiun evento franoso sull'Imalaia, mentre Zhon- gyou illustra le frane ¢ Ja loro distribuzione sul territorio cinese. Infine, Shuster et al. met- tono in guardia dai megaprogetti di irrigazione prendendo lo spunto dagli effetti devastanti prodotti lungo molti chilometri del fiume Co- lumbia proprio da uno di questi megaprogetti. LAVORI PUBBLICATI NEGLI ATTI DEL SIMPOSIO Relazioni generali Rar M. - Meteologic, hvrogeologie et glissement de ter- Parton F.D, - Climate, groundwater pressures and sta- bility analyses of landslides. Memorie ‘Axosxson M.G., Por R.G. - The incorporation of soil wa- ler physies models into geotechnical studies of landslide behaviour. BARTON M.E., THOMSON RI. - Studies of the water balance fin a rapidly degrading soil cif Brserson J.A., SaLLAURs G.B. - Pore pressure variations in marine clay deposits. Barrint T,, Cucust F., D'ELIA B,, RosecDowia A. - Climatic ‘conditions and slow movements of colluvial covers in central Italy. Brano E.W., Paencuter J., PuILUPSON HB. - Relationship between rainfall and landslides in Hong Kone. Brontan E.N., Dixow N, = Poresvater pressure observa tion in the coastal clay cliffs at the isle of Sheppey, England. Canter P,, Focasor P., Gavzouto C.A., Ropour G., Zaveutt C,~ ‘Analysis of the dynamic of a mass movertent on silty clayey lacustrine deposits in north-central Ttaly (Mugel- to, Tuscany) Greenway DLR, ANOERSON M.G., BRAN-BoYs C.K. = Tn uence of vegetation on sloze stability in Hong Kong. Hous J., Tosca P, Ravisc R. - Water movements in landslide slopes. Lv 7, » Basic characteristics of landslide distribution and ‘main types landslides in China. Nari T-K,, Murry A.V.S.R, Name T.K. - Correction of a typical debris flow type of a landslide Revi SL, Dieraccn W.E,, Wrisow C.J, Roceas J.D. - Collvial deposits and associated landslides in the nor thern San Francisco bay area, California, USA. Scuustin RL, Hivs W.HE, Irrigationinducea landslides in soft racks sediments along the Columbia river, south central Washington State, USA. Svmnsson C,, SHUIFORS GB, - Prediction of maximum groundwater pressure. 4, Sessione I: Frane in roccia (G. Federico) La seconda sessione del IV Simposio inter- nazionale sulle frane & stata dedicata ai pendii in roccia’ (Slope Movements in Hard Rocks). La sessione @ stata introdotta da una rela- zione di Kovari e Fritz, riguardante alcuni re- centi sviluppi nell'analisi dei movimenti per scorrimento di roccia in blocchi, Gli autori Propongono un metodo analitico per la tratta- zione unificata dei principali tipi di rottura pos- sibili, Tl metodo, basato sui principi dell’equi- librio limite e della cinematica dei corpi ri di, consente di estendere le relazioni valide per il caso di scorrimento lungo un'unica superfi- cie piana a superfici pi complesse (superfici a gradini e poligonali piane, a gradini e poligo- nali «a cunco ») ¢ ad ammassi rocciosi costi- tuiti da pid corpi interagenti lungo superfici di rottura interne (fig. 9). OGG Fig. 9. - Tipi di rottura per scorrimento di roccia in bloc- chi: @) rottura piana semplice; ®) rottura piana su super ficie @ gradini; ‘c) rottura piana su superficie poligonale; @) rottura a cunco semplice; ¢) rottura a cunco su super: ficie a gradinf; 7) rottura-a cuneo su superficie poligonale. Nella relazione vengono anche sintetizzati i motivi per i quali @, in generale, necessario controllare le deformazioni di un pendio in frana per mezzo di misure di spostamento in superficie ed in profondita, E messa in parti- colare risaltoI'utilita di eseguire misure di spo- stamento con continuita Iungo fori di sondag- gio, quando si voglia indagare sui meccanismi € sulle cause dei movimenti. Gli autori descrivono infine un particolare strumento per la misura delle deformazioni as- siali lungo una verticale (« Sliding Microme ISETH ») e ne illustrano brevemente alcune applicazioni. I lavori della sessione sono stati anche pre- ceduti da un’ampia e documentata relazione di B. Voight (non pubblicata sugli atti del Sim- posio), sulla natura ed i meccanismi della va- langa di roccia (« rockslide-avalanche ») del Monte S. Elena, avvenuta il 18 maggio 1980 a seguito dell'eruzione del vulcano. Sono state presentate le osservazioni e le misure effettua- te in sito nel periodo precedente Vevento (ini- ziate con sistematicita circa un mese prima) € sono stati illustrati i risultati delle indagini svolte sul materiale di frana ed i modelli uti- lizzati per V'interpretazione del fenomeno. Particolarmente interessante e spettacolare @ risultata la documentazione fotocinematogra- fica presentata, nella quale risultano visibili la successione degli eventi e gli effetti della com- binazione tra esplosione vulcanica ¢ valanga. Sul tema della sessione sono stati presentati 24 articoli, pubblicati sul primo volume degli atti del Simposio. In considerazione del carat- tere degli studi e degli argomenti trattati, al fine di esporne sinteticamente i contenuti, & sembrato utile suddividere gli articoli in due gruppi: — studi di casi reali (« case histories »); — studi riguardanti gli aspetti meccanici del comportamento dei pendii e dei fronti di scavo. «Case Histories » Tra gli articoli del primo gruppo alcuni si riferiscon a diversi tipi di fenomeni franosi che hanno interessato grandi volumi di rocé ¢ risultano particolarmente significativi per i caratteri dei fenomeni studiati ¢ per I'interpre- tazione fornita dagli autori. Una ricostruzione ed un'interpretazione mec- canica della pitt grande valanga di detrito mai avvenuta nelle Alpi europee (Col du Granier, Francia, 1248, 2 x 10* m’), sono fornite da Cru- den e Antoine, Gli autori ipotizzano che il fe- nomeno sia consistito in un semplice movi mento traslativo lungo superfici di strato ¢ che sia stato innescato dai valori assunti dalle pressioni neutre e dalla progressiva diminu- zione, per fenomeni di alterazione, della coes ne; ritengono comunque necessario, per un esame pitt completo, acquisire ulteriori infor mazioni sulla distribuzione e sulle caratteristi- che dei detriti di frana, Gli autori notano in conclusione che non ci sono grandi differenze tra le condizioni attuali del pendio Nord. del Mount Granier e quelle esistenti al momento della frana del 24 novembre 1248. j La _catastrofica frana del Monte Martinez (California, 240 x 10° m') & descritta da Bald- win, L’Autore mette in evidenza le caratteristi- che geologiche e strutturali delle rocce interes- sate, discute i meccanismi di rottura e i carat- teri del movimento, sottolineand6 come la va- langa sia probabilmente iniziata per il distacco della roccia da un ammasso di frana lungo una superficie di discontinuita, 7 39 Una ricostruzione ed un'analisi della gigan- tesca frana di Usoy (2 x 10’ m’), avvenuta nel febbraio del 1911 a seguito di un terremoto di magnitudo M = 7,4 nella regione del Pamir in Unione Sovietica, ¢ preseatata da Gaziev. L'Au- tore ipotizza che il movimento sia avvenuto Per scorrimento lungo discontinuita dell'am- masso roccioso ¢ ricava le caratteristiche mec- nella zona di rottura con a posteriori della frana. Liinfluenza delle precipitazioni meteoriche degli eventi sismici sui movimenti franosi in Taiwan sono discussi da Chang nell'ambito di uno studio sulla natura e gli effetti di una frana per scivolamento hingo superfici di stra- to, estesa su un'area di 200 ettari (frana di Tsao-Ling). Alcuni articoli del primo gruppo riguardano studi svolti su scala regionale, T principali caratteri dei movimenti franosi di grandi volumi di roccia nell’ambito della Cordigliera Meridionale canadese sono descritti da Evans. L’Autore mette in evidepza tre aspet- ti fondamentali dei movimenti presi in esame: la distribuzione nella regione delle arce sog- gette ai fenomeni franosi, il tipo di movimento in relazione al tipo di roccia interessato (prin- cipalmente crolli e colate di detrito), levolu- zione nel tempo dei fenomeni. Un secondo studio dello stesso Autore ri- guarda le frane nelfe successioni basaltiche terziarie di un’area molto vasta, estesa dal- Yirlanda del Nord alla Groenlandia ed alla Co- Jombia Britannica. In questo studio Evans si occupa in particolare di ricostruire l'etd dei movimenti franosi esaminati Due ulteriori studi svolti in ambito regio- nale sono stati presentati da Carter et al. e da Magni. Entrambi gli studi descrivono le cause dell'instabilita ed i meccanismi di rot- tura tipici di ammassi rocciosi nei quali sono state séavate trincée stradali; il primo si rife- risce alla penisola di Terranova ed il secondo alla regione del/Ontario (Canada). Gli Autori descrivono anche i metodi di protezione ¢ gli interventi di stabilizzazione in uso nelle due regioni, generalmente basati sulla combinazio- ne degli effetti di scavi, strutture di sostegno © opere drenanti Nel primo gruppo di articoli pud essere com- preso uno studio, presentato da Shuster ¢ Gan- dell, che descrive alcuni esempi di valanghe di ammiassi detritici da vulcani (tra i quali lo stesso caso del Monte S. Elena iillustrato da Voight). Gli Autori discutono Yorigine ed i ca- 40 ratteri dei fenomeni descritti mettendo in evi- denza i principali fattori che hanno predispo- sto ed innescato i movimenti franosi e forni scono alcuni suggerimenti per Vestensione di un metodo per la identificazione delle zone sog- gette al rischio connesso a questo tipo di eventi. I metodi ¢ le tecniche utilizzati negli inter- venti di protezione ¢ di stabilizzazione di pen- dii € fronti di scavo in roccia costituiscono Yoggetto principale di alcuni contributi. A que- sto riguardo, oltre i gid citati articoli (Cru- i), riferiti particolarmente a scarpate stradali, va menzionato il contributo di Ballivy et al., i quali descrivono le tecniche di abbattimento con esplosivo di blocchi stabili da una parete rocciosa. Aspetti meccanici del comportamento dei pen- dii e dei fronti di scavo Un metodo per Ia valutazione della stabilita di un pendio in uz ammasso roccioso frattu- rato & proposto da Gaziev e Rechitski. Gli au- tori formulano un modello geo-meccanico in grado di tener conto delle strutture esistenti nell'ammasso e delle corrispondenti caratteri- stiche meccaniche, ¢ riferiscono che il metodo presentato ampiamente usato, in Unione So- vietica, per le analisi di stabilita e per il pro- getto degli interventi di stabilizzazione. Di modelli geo-meccanici per I'interpretazio- ne dei meccanismi dei movimenti franosi di pendii naturali in roccia e per la valutazione della loro stabilita si eccupano anche altri ar- ticoli presentati alla sessione (Tolmachev et al Wang © Zhang); in particolare Wang ¢ Zhang descrivono le caratteristiche essenziali di al- cuni modelli frequentemente utilizzati in Cina. Gli stessi autori analizzano, in un secondo ar ticolo, i meccanismi di rottura di un pendio a seguité di deformazioni di natura viscosa. La rottura avviene a seguito della formazione di una zona di creep di un certo spessore e del progressivo incremento della velocita di defor- mazione nel tempo. Un modello originale per fa previsione delle traiettorie di blocchi di roccia distaccatisi da un versante @ formulato da Aste et al. in un articolo che trata anche gli aspetti relativi alla valutazione dell’estensione delle zone esposte al rischio di caduta di tali blocchi. Gli autori sottolineano che una « diagnosi » corretta del- le condizioni di stabilita del blocco deve es- sere basata sulla identificazione geometrica sulla caratterizzazione strutturale e meccanica della massa instabile e deve evidenziare i ca- ratteri dei possibili «modi» di rottura ed i principali parametri in condizioni di influire sull'equilibrio. Tl modello previsionale, che uti lizza un unico schema di calcolo per i diversi tipi possibili di movimento del blocco ed é in grado di tenere conto dellz sua forma, segna un reale progress nellanalisi del fenomeno studiato, Il fenomeno de! ribaltamento (mass toppling) per il caso di un alto fronte di scavo in un am- masso roccioso interessato da due famiglie di ‘ontinuita principali (in qualche caso con riempimento argilloso), & stato studiato da Duncan per mezzo di un semplice modello fe- nomenologico realizzato con cubi di zucchero. E opinione dell'autore che pid rotture di quel- le generalmente riconosciute siano da ricondur- re a questo tipo di fenomeno, Nello stesso ar- ticolo Duncan propone anche un metodo per il progetto di fronti di scavo in ammassi roc- ciosi con potenziali superfici di rottura piane coincidenti con discontinuita inclinate di un angolo maggiore dell'angolo di attrito fra le superfici e dotate di coesione, I] metodo appare proficuamente applicabile al‘ progetto di fronti di scavo provvisori (ad esempio minerari). I risultati_preliminari di uso studio sulla possibilita di prevedere il percorso di valan- ghe di detrito sono presentati da Mc Lellan Kaiser. Lo studio, condotto applicando una ver- sione modificata del modello di flusso di Koer- ner e con criteri parametrici, mete in evidenza Yimportanza di una scelta corretia dei valori da assegnare ai parametri di resistenza. Il mo- dello proposto consente di ottenere risultati (in termini di capacita previsionali), migliori di quelli ricavabili con gli altri metodi empi- rici disponibili. Fig. 10. - Confronto tra i profi aerodinamict divo’ata di aeroplano e di una colata di detriti di recs Una originale analisi del meccanismo di mo- vimento delle grandi colate di detriti di roccia, basata sui principi dell’aerodinamica e della teoria della fluidificazione, @ stata presentata da Krumdieck {fig. 10). L’Autore descrive le diverse fasi del fenomeno (che chiama « flying landslide ») e le illustra con l'esempio della grande frana di Elm (Svizzera, 1881). LAVORI PUBBLICATI NEGLI ATTI DEL SIMPOSIO Relazioni generali Koviar K., Fare P.- Recent developments in the analysis ‘and monitoring of rock slopes. Memorie ‘Ase J.P, CAMBDU B,, FAETTA J.1, - Comportament des ‘masses rocheuses instables, de ta’ prévisien a la préver fon. BALDWIN II I.E. - The Martinez Mouszain rock avalanches. Bausvy G., Hasoy J., Louis J, Bexcsnon R, ~ Techniques abattage dune paroi rocheuse instable, Carre T.G., Yume C.M.K, Peerita RN, - Analysis and remedial measures fer stabilization of highway rock cuts in Newfoundland. ‘Caane S.C. - Tseo-Ling landslide and its effect on a reser- voir project CCnuDEN D.M., AnromNE P. - The slide from Me. Grantor, Isere and Savoie, France on november 24, 128. Dunean N. - Slope movements in rock: four case studtes. Du 7. - Analytical drawing of stability of rock space landslide. EVANS S.G. - The landslide response of tectonic assem- blages in the southern Canadian Cordiltera, Evans 5.G,- Landslide in tertiary basalric succession. Gazi E.G. - Study of Usoy landslide in Pamir. Gazwv E.G, Rocutrskr V.I. - Recommended approach to ‘analysis of rock slopes stability. Gowns ALL, Prokovien V.S. ~ Elasto-plastic deformation ‘along planes of weakness in the stability analysis of re Sservoir Funk rack masses. Kuauio A, Hag T.~ Rack slide right abutment hill - Tar Dela Kumizawa 8. - On the Koshiozawa landslide, Oshika vila- ‘ge, Nagano prefecture, central Japan. Kubo M.A.- On the mechanism of large landslides. Macwt E.R. - Rock cut stability along Ontoro highways. Maxazic E. 11. - Open pit slope stability in complex geoto- ‘gycal conditions. MeLeuaN J.3., Kaisue P.K. - Apptication of @ two-para- ‘meter model to rock avalanckes of the Mackenie moun tains Scistae RL, Canon D.R. lanches from voleanoes. ‘Touanetiey L.V, Kavakin’ V.V., SKIBA S.1L, Mrmnsixova L.S. - Engineering geological models of rock masses for evaluation of natural and excavated slope stability Wan £., Zi10No Z, - Foundamental geomechanical model of rack masses deformation on slopes in China. ‘Woe L., Zane Z. - Viscousflow deformation of rock mas- ‘ses in near-surface conditions and the related rock slope faiture ‘onnmt. J. - Failure of the sandstone rock slope in the Labe Canyon, Decin Highland, Czechoslovakia. Catastrophic debris ava- 5. Sessione III: Frane in rocce alterate © ter- rent residuali (L. Cascini) II Convegno ha offerto Voccasione di un am- pio confronto fra i ricercatori di vari paesi che, 4 ‘Taoeua 1 im Aiee git M a . Par vine hse SS, — ene pend in terrent residuals infuerza delle depres: Re « Ching TE sioni sul coefficiente di sicurezza (sta) eee Bender TE. cimensonarento dl scarpate In terrel residual 5, Costa dvorio x Fontoura TE backanalysis i frane in terreni residual Re Basle Hencher TE backanalyis dl frane in erent residual (iy Hong Kooe movimento franoo indolto da sccumull dl preto- De Barton cu moviment Cy tnahinera x sm tackadatyis from cave subverticall im tor La Xcryshnamurty TE reni lateritici (sa) _ x sehmit CH movment franost pict tcune reiont Svizere -FL——‘Svzzera x tanaka resp ‘lon! fv proces denon efenomen ay Giagpne fenoment ai creep in wna formazione, alterata, di Ra sala ee a origine vulcanica (a) Ls Nakayama SP metodo per Ia misua di fenoment di ceep Gee = Amsao PR consoldamento di un pendio instabile Marston PR consoidamento di une tana in Ae usa. x dlmensionarsento front dl scave In arenarle pet me dines Aen Bolivia consotiamento dt un movisieno franoso con dren Veser PR copsolidament Ra Austia x il terreni residuali © long Kong vai DE descrizont di moviment francs in joa (RE) Hong Kong Liang CHL frame In erent residual Re Cina Lister DE descrzione di una coata di detrito Bo Canada Pack DE deservione di una megsrana ello Utah aa usa exter dt intrveno in Malesia peri consliéamen- To. DE to di pendii instabili: he oe descrsione dt movimentt framost in terreat col Co Weber pe dee & usa x Rroneye DE emp di fran in ari ar Cina Mac Gregor ——«‘DE_—_carte geomorfloice dare natabil Re Tanania x Te timo aenaie e pila dame BE seat fen i Sit eet alterate Fi fae Minted = Sait ormai da alcuni anni, si stanno adoperando nel tentativo di dare una risposta ai non facili que- siti che il tema della Sessione pone sul tap- peto. Nel seguito si illustrano gli elementi pitt interessanti che ne sono scaturiti facendo ri- ferimento essenzialmente alle note pubblicate negli Atti, tab. II, e dedicando un breve cerino agli interventi dei conferenzieri che, a Toron- a2 to, si sono generalmente intrattenuti sul lato spettacolare di case histories. L'esposizione ini- zia con i lavori nei quali sono analizzati i pro- blemi di stabilita di Hong Kong, da conside- rare un valido punto di riferimento per l'am- piezza delle tematiche dibattute. La relazione generale di Brand chiarisce i motivi di tanto -interessamento al problema che assume proporzioni rilevanti in tutto it sud-est asiatico ed in particolare ad Hong Kong, in Indonesia e a Taiwan. Le cause di cid sono molteplici e per quanto riguarda Hong Kong vanno ricercate (v. Vail) nella massiccia immigrazione dalla Cina che, dalla fine della seconde guerra mondiale al 1983, ha causato un aumento della popolazione da 600.000 a pitt 4i 5,3 milioni di abitanti, rendendo dramma- tico il problema della casa. Per favorire gli in- sediamenti abitativi si sono compiuti sforai no- tevoli trascurando, tuttavia, ogni norma di si- curezza nell'esecuzione di tagli e riempimenti. Cid spicga Y'elevato numero di sbancament? vertiginosi, realizzati soprattutto all'interno di terreni residuali e colluviali, differenti dai pre- cedenti per genesi ma del tutto simili per pro- blematica cui danno origine, e di riempimenti di decine di metri di altezza ottenuti gettando alla rinfusa materiale granulare, Una assoluta maneanza di sensibilita al problema tecnico, ascritto ad un retaggio colonialista, ha gene- rato una notevole inerzia di fronte ai nume- rosi disastri prodotti da tale dissennata utiliz- zazione del territorio. Questa situazione si & ‘} taglio artiticiale Yue a =n 0 ® oe protratta fino al 1976, anno in cui & stato isti tuito un Ufficio Geotecnico, costituito da ben 128 unita fra ingegneri geotecnici ed ingegneri geologici, ai quali sono stati demandati ampi poteri nell'ambito dei problemi connessi con Yuso del territorio. Con il passare del tempo la creazione di que- sto Ente si @ rivelato scelta particolarmente felice. L'incisivita che ne ha contraddistinto Yazione ha, infatti, reso possibile un uso pitt corretto del territorio ed ha stimolato, nel con- tempo, un’intensa attivita di ricerca. Dall'im- pegno profuso nei pitt svariati settori da ricer- catori e addetti ai lavori & scaturito un gene- rale miglioramento delle conoscenze il cui at- tuale livello rende possibile le seguenti consi- derazioni. Nei terreni residuali tipico imbattersi in scarpate di altezza e pendenza notevoli la cui esistenza non é giustificabile sulla base dei pa- rametri di resistenza a rottura dedotti in la- oratorio su campioni saturati con back pres- sure. Si consideri uso degli esempi illustrati nella nota di Ching et al., fig. 11. 1 pendio, modellato pit di quarant’anni fa ed attual- ante complotanente Ore acon 7g} i v0 90 i070 staeanca (@) Fig. 11, - Fung Fai Terrace: planimetria ¢ sedioni stratigraiche, 43 ana 1 Degraw, Cstcenw & awa ie a ee eee esn ee ° exe oom oat ® ose tat amt > ian > Minute 2 umm tae ® eg ee mente stabile, & costituito da un basamento roccioso fratturato, sul quale poggia uno stra- to di granito da molto a completamente alte- rato. In sommit& & presente un terreno collu- viale, sempre di origine granitica, di circa 5- 6 m di spessore. Le analisi di stabilita eseguite introducendo nei calcoli i suddetti parametri di resistenza ¢ valori nulli delle pressioni neutre, fornisco- no coefficieriti di sicurezza inferiori all'unita, tab, IIL. Risultati pitt verosimili, v, ancora tab. III, si ottengono tenendo presente che'la falda & profonda e che nelle zone sovrastanti, a seguito dei fenomeni di risalita capillare, il terreno é sede di depressioni, fig. 12. Da un punto di vista operativo si pud tenere conto di tale circostanza utilizzando, per esempio, il criterio di resistenza di FREDLUND et al. [1978], espresso dall'equazione w) tg @' + (Us — uw) tgg” (1) tHe dove ‘t= resistenza al taglio © = coesione effettiva @ = tensione normale totale us = pressione dell‘aria nel terreno uy = pressione dell'acqua nel terreno g’ = angolo di attrito riferito alle varia- zioni dig — uy = angolo di attrito riferito alle varia- Zioni di ws. — Us @ — uy = tensione totale u — Uy = depressione del terreno Conclusioni analoghe di studi analoghi (v. Fontoura et al.) costituiscono un valido indi- zio per ipotizzare che le pressioni neutre ne- gative giocano un ruolo chiave nei problemi i stabilita. Ovviamente per passare da valu- tazioni qualitative, del tipo di quelle appena illustrate, a correlazioni biunivoche fra coeffi cienti di sicurezza e depressioni nel terreno, 44 & indispensabile accumulare una gran quan- tita di evidenza sperimentale su casi reali am- piamente ¢ dettagliatamente documentati Il problema é tutt'altro che semplice per al- cune peculiarita dei terreni residuali ed in par- ticolare modo per l'eterogeneita e Velevata per- meabilita. L’eterogeneita rende necessaria, di volta in volta, un’ampia sperimentazione per Vindividuazione dei parametri da introdurre nei calcoli. L’elevata permeabilita non consente di acquisire, con Ja strumentazione di routine, dati significativi sulle repentine, e probabil mente consistenti, variazioni delle depressioni nel corso degli eventi meteorici pit dannosi, vale a dire quelli con intensita oraria superiore a 70 mm (v. Brand, Sessione 1). dopressione nel terreno(ka) 0 2% 40 60 80 100 90 = novoubre 29,1980 80) S ottobre 27,1981 0 60 50. quota (nED) 40 30 roy fatda 10 ° Fig, 12. - Fung Fai Terrace: misure di depressione nel Terreno. ah Fig. 13, - Misura e registrazione automatica di pressioni Per superare le suddette difficolta, che fir scono per far perdere praticamente di signifi- cato alle backanalysis di fenomeni franosi (w. Henker et al.) si stanno compiendo, sempre ad Hong Kong, notevoli sforzi ampiamente illu- strati da Brand nella sua relazione generale. Fra tutti il pitt significativo appare il rilievo au- tomatico e continuo delle pressioni neutre con Ja strumentazione di fig. 13. Altrettanto inte ressanti appaiono gli approfondimenti in atto sulle caratteristiche mecvaniche def terreni, sul comportamento dell'elemento di volume sotto- posto a stati tensionali simili a quelli che si verificano in sito, ete. Il proliferare di tutte queste iniziative la- scia ben sperare per il futuro, facende intrave- dere la possibilita che la ricerca compia signi- ficativi passi in avanti, tali da rendere affida- Dili e significativi studi del tipo di quello pre- sentato da Anderson et al. nella Sessione I. Presupposto essenziale, quest'ultimo, per la prevenzione degli eventi franosi ¢ per il risa- namento dei pendii instabili, E da auspicare, al riguardo, che i futuri svi- luppi possano essere di conforto anche a Ben- der il quale, nel discutere di proporziona- mento di scarpate, asserisce che nei Pacsi Afri- cani & doveroso operare accettando rischi al- trove inaccettabili in quanto, a suo dire, in tali Paesi il sucesso giustifica comunque i] me- todo (cfr. « Safety philosophy »). I successivi quattro lavori riportati nella tab. II affrontano, con approcci diversi, tema- tiche differenti, Pertanto se ne illustrano sepa- ratamente i contenuti. Barton descrive i dis- sesti delle formazioni al piede delle rupi co- stiere delt'isola di Wight. Le rupi, di altezza compresa fra 20 ¢ 40 m, sono prevalentemente costituite da sabbie variamente cementate che, per la presenza di giunti, si distaccano sotto forma di blocchi dando origine ad un mate- riale sciolto sede di una consistente circolazio- ne idrica. I fenomeni di instabilita di quest'ul- tima formazione sono spiegati dall'Autore co- ‘me conseguenza di un accumulo di pressioni neutre prodotte proprio dalla caduta dei bloc- chi e favorito dalla presenza di una non tra- scurabile percentuale di fino, Krishnamurthy et al. analizzano con il me todo degli elementi finiti alcuni smottamenti, dalla tipica configurazione a caverna, che si verificano in pareti subverticali di terreni late- ritici. Gli Autori attribuiscono gli smottamenti alle notevoli concentrazioni di tensioni alla ba- se delle pareti e sottolineano che una riduzione di pendenza di queste ultime non necessaria- mente ne garantisce la stabilita, ‘Schmidt illustra due tipici eventi che hanno Inogo itt motte focalita delle Alpi Svizzere ed in particolare laddove blocchi calearei, di for- ma e dimensione variabili, sono presenti al di sopra di argilliti o di flysch. I fenomeni de- scritti sono attribuiti all’alterazione delle for- mazioni di base ed ai fenomeni erosivi che in esse hanno luogo oppure all'aumento delle pres. sioni neutre nelle fessure presenti nei blocchi calcarei. Tanaka e Oyagi, infine, affrontano con un approccio mineralogico la tematice degli even- ti franosi corticali, della profondita di 50-100 cm, che hanno sede nei terreni residuali. Tl se- condo Autore, nella sua relazione generale pub- blicata nel vol. 3 degli Atti, si sofferma ampia- ‘mente sui fenomeni corticali sottolineando I'im- Portanza che essi assumono in paesi quali la Cina, la Corea ed il Giappone, Tali eventi han- no Iuogo luggo superfici di discontinuita pree- sistenti o secondo superfici di scorrimento in- dipendenti € provocano enormi danni per la notevole estensione delle aree che ne sono in- teressate. Oyagi fornisce un inquadramento or- ganico del problema, soffermandosi sul ruolo delle piogge, sull’evoluzione degli eventi nel tempo, sulla caratterizzazione meccanica delle aree potenzialmente instabili e cos) vie. Dat- Finsieme di tutti questi elementi scaturiscono aleuni criteri per la compilazione di carte utili ai fini di una corretta utilizzazione del territorio. Per quanto riguarda i lavori sul creep, Na kayama et al. propongono di misurare i movi menti di entitd modesta attraverso il rileva- mento delle concentrazioni di un particolare isotropo presente nel terreno. Mazzucato € So- ranzo discutono i fenomeni di instabilita che, dopo un evento di collassa vero e proprio, si sono manifestati all'interno di un terreno vul- canjco alterato, dello spessore di 8-16 m, posto al di sopra di una formazione tufacea. Sulla base di misure in sito ¢ prove triassiali eseguite a diversa velocita per ridurre i tempi di prova, fig. 14, gli Autoti giungono alla conclusione che i movimenti in questione, dell’ordine di 10- 50 cm/anno, sono giustificabili in base agli usuali valori assunti dalle pressioni neutre nei periodi dell’anno maggiormente piovosi. Feno- ‘meni di collasso vero ¢ proprio sono, vicever: sa, possibili solo in concomitanza di eventi me- teorici eccezionali, i 45 eye id wit 1a Topas wit eee | Goal (ere Fig. 14. Prove di compressione triassile @ diversi livelli ‘a velocita, x Geoget asl Fig. 16, - Intervento eseguito per bonificare Hillerest road. Anche per le note a carattere prevalente- mente progettuale non & possibile individuare un filone unificante in quanto in esse sono il- lustrati interventi specifici per problemi spe- cifici. Pertanto se ne sintetizzano separata- mente i contenuti. Veder descrive il risana- mento di un piccolo movimento franoso con Yausilio di dreni sub-orizzontali. Arnao et al. 46 illustrano, in forma piuttosto discorsiva, le opere eseguite a monte della diga di Tegugi- galpa per risanare, con la massima urgenza, un movimento franoso in terreni prevalente- mente colluviali. Lopes ¢ Seychuc riportano un esempio di progettazione visiva e parsimo- niosa, Trattasi del dimensionarento degli scavi di una strada nelle Ande Boliviane, basato esclusivamente su accurati rilievi di superficie delle fratture delle discontinuita oltre che sull'osservazione del comportamento, in corso d'opera, dei fronti di scavo, Margason e ‘Bonaparte, infine, descrivono i lavori eseguiti per la stabilizzazione di un mo- vimento non molto profondo ma abbastanza esteso sulle colline di S. Francisco. La descri- Zione dei lavori preceduta da un’analisi delle cause alla base del movimento che ka avuto sede all'interno di una formazione di argilliti sistematicamente attraversata da filoni di are- naria e/o conglomerati, fig. 15. Questi filoni costituiscono delle vie preferenziali per le ac- que che, localmente, danno luogo ad accumuli di pressioni neutre con conseguente notevole yammollimento delle formazioni a grana fine. Liintervento consistito nella sostituzione delle argilliti allentate con un prisma di terra rin- forzato con geogrid ¢ nell’impiego di geotessili a monte ¢ drenaggi a valle, fig. 16. Un rapidissimo cemno, infine, alle rimanenti note, Liang e Zhongyou si soffermano su al- ‘cuni eventi verificatisi in varie zone della Re- pubblica Popolare Cinese mentre Tan descrive, molto sommariamente, alcune modalita di in- tervento adottate in Malesia per il risanamento di pendii instabili. Lister et al., Pack et al. ¢ Weber et al. illustrano eventi rari, alcuni dei quali enormi e catastrofici, verificatisi in USA. ‘Mac Gregor et al. spiegano i principi ispiratori seguiti nell’inquadramento di dissesti che han- no interessato 70 km di ferrovia fra la Tanza- nia € lo Zambia. Al di la della diversita degli argomenti, le note in questione sono accomunate da un ca- rattere tipicamente giornalistico. Per maggiori dettagli si rimanda, pertanto, alla fonte. LAVORI PUBBLICATI NEGLI ATTI DEL SIMPOSIO Relazioni generati [Brann B.W. - Landslides in southern Asia: @ state of the ‘art report. ‘Ovnct N, - Landslides in weathered rocks avd residual soils in Japan and surrounding areas: a state-of-theart report Memorie Auwio BLM, Gatos V.K., Wancitr RS, Patez JV. « The Tablachaca slide N. 5, Peru, and its stabilization Biurow MEE, = The mechanics of cif fire at Shank isle of Wight Banos H. - Stability of slopes in residual soils Cumwe RICH, Sweevey D.T, Fasutusn D.G. - Increase in factor of safety due to soil suction for two Hong Kong slopes. Fonr0uRs S.A.B,, De Cantos L.E.P., Costa Fruo L.M. ‘A reanalysis of some slides in gneissie residual sols. Hexcrren S.R., Masser J.B., Bravo E.W. - Application of back analysis to Hong Kong landslides Kausipuncuenty K,V., Jou P.V., RAW V.S, deep cuts in vesicular leterites: Lune §.C. - Landslides in residual and stope wash clays. Lister D.R., Motcax G.C., VanDine D. F,; Kern J.W. = De- bris torrents along howe sound, British Columbia ores R.F., Sevcuux J.L. = Landslides and cut slope pro- Dlems inthe holivian Andes: the La Paz~ Puerto Salinas highvvay. Ly Z,- Examples of rapid landslides in semi-rock strata MacGrs0on J.P, Bavurs F.J. = Geomorphological mapping of landslides in deeply weathered granite soils, Tazara railways, Tanzenia, Muzzvesto A., Souxzo M, - A lendstide induced, in wea thered volcanic rocks, by a mine wasle disposal. Nuarana A., Kings 8, - Radioactive isotrope confirma Pace R.T., Keron J.R., Jeresow R.W., ANDERSON LR. - The Utah landslide disaster. Scunsiot R. ~ Two landslides in the Helvetic and Mippen ‘nappes flysch zones of central Switzerland: TaN BLK. - Landslides and their remedial measures in ‘Malaysia ‘Taster K, Ovsct N. - The relationship between the wea thering process of the granitic rocks and slope failure in Obara-Mura, Aichi prefecture, Japa, VAIL A.J.- Two landslides in Hong Kong, ‘Vine Ch., Lacener K, - Economical slide stabilization by slightly upward inclined horizontal drainage borings. ‘Woner LC, Wilson LB. « Landslide in the cottuvial soils ‘of southwestern Davidson county and northern William son county, Tennesse Stability of ALTRI LAVORI CITATI Fep.ono D.G., Mosoonstery N.R., Wivort R.A. (1978) = ‘The shear strenght of unsaturated soils, Can, Geothec. J. (15), 313321. Frane in argille sovraconsoli- date © rocce tenere (G. Fede- rico, G, Tancredi) Era previsto che la sessione si articolasse su tre relazioni generali, affidate a Banks, Chan- dler e Popescu. Negli atti del simposio sono pubblicate soltanto Je duc relazioni di Chan- dler e Popescu, che trattano le pitt recenti espe- rienze di frane in argille sovraconsolidate rocce tenere, raccolte in Europa Occidentale e in Europa Orientale. La relazione generale di Chandler tratta quat- tro aspeiti fondamentali della stabilita dei pen- dii in argille indurite e rocce tenere, con par- ticolare riferimento ad esperienze raccolte in Europa occidentale. Un primo aspetto riguarda la durata della fase transitoria del regime delle pressioni neu- tre in seguito alla variazione dello stato ten- sionale per effetto della realizzazione di scavi © in seguito a fenomeni di erosione rapida. In argille indurite intatte, in assenza di livelli per- meabili, le condizioni idrauliche di regime va- rio possono protrarsi per tempi anche molto lunghi, Al contrario, in argille soffici e argille fessurate, la fase del transitorio del regime delle pressioni neutre & spesso breve. La velo- cita con Ja quale si raggiungono fe condizioni di equilibrio dipende dal coefficiente di rigon- fiamento del terreno in sede e dalla lunghezza dei percorsi di drenaggio. L’Autore cita tre esempi di scavi in argille soffici [KANKARE, 1969; Buonpeau e QUEYROI, 1976; Suvestrr, 1980], nei quali & stato osser- vato che le pressioni neutre nel sottosuolo hanno seguito le variazioni delle condizioni idrauliche al contorno in tempi paragonabili a quelli di realizzazione dello scavo. I casi ci- tati sono relativi a siti diversi l'uno dall'altro (Francia, Canada e Finlandia), tuttavia 'Au- tore conclude che i tre casi sono tipici di molti materiali argillosi normalmente consolidati o leggermente sovraconsolidati. Tali terreni sono generalmente di eta recente, si sono depositati nei pressi della costa e pertanto a loro com. posizione risente delle variazioni delle condi- zioni di sedimentazione. Essi di solito hanno spessori modesti i livelli sabbiosi o limosi presenti favoriscono il processo di dissipazione delle pressioni neutre. Molte argille sovraconsolidate hanno invece caratteristiche differenti, L’ambiente di forma- zione di questi terreni @ caratterizzato da con- dizioni di sedimentazione uniformi nel tempo; si tratta sempre di depositi a grana fina ben addensati, di spessore notevole, nei quali sono presenti solo rari livelli di piccolo spessore di materiali pit permeabili. Tali differenti caratte- ristiche nell‘origine det ¢erreni si riflettono sul comportamento in sede Diversi esempi riportati dall'Autore [Bur- 3anp € HaNcock, 1977; SKEMPTON, 197; BUR- LAND et al., 1979; HurcHtnson et al., 1980], che si riferiscono principalmente alle argille di Lor dra, dimostrano che in questo tipo di terreni, in seguito allo scarico di tensioni, i tempi ne- 47 10h 100 Parcheggio “solterranes 0 PT press neutrat 1M | Miatedste’s © pverrneutal 70} Stave” 4 4 dopo lo scavo-} q 28anné dope lo save $67 | Wann dopo To wav - x pap py 007 ope Toscan < Altezea aacqiaa eI Gn) Woolwich Reading Beds “° +t: Thanet Sand | 20 : ae Chalk ore 5 rerstone neukra i Fereerlen wrerstone newtrat PC niziale 20" 4)” 60 Mészaa dacque (rr) Fig, 17, - Distriburione delle pression! neutre suocessivamente alla realizszione dello scavo per la costruzione del parcheg ‘lo sotterraneo alla Camera cessari per I'adeguamento delle pressioni net tre al nuovo stato tensionale possono richie- dere molti anni. In fig. 17 sono riportati i risultati ‘delle mi- sure di pressioni neutre effettuate in occasione della costruzione del parcheggio sotterranco della Camera dei Comuni di Londra [BURLAND e Hancock, 1977]. Una breve discussione & dedicata dall’Autore a due fattori che influenzano il decorso delle pressioni neutre verso le condizioni di equi brio a lungo termine: il clima e Je conseguen- ze delle variaziohi della permeabilita nel tem- po per effetto delle deformazioni che interven- gono in fase di consolidazione. Un secondo angomento trattato dall’Autore Tiguarda il confronto tra la resistenza al taglio misurata in laboratorio e la resistenza al taglio che effettivamente si mobilita in sede in occa- sione di un evento franoso. La distribuzione delle pressioni neutre i mediatamente successiva alla realizzazione di uno scavo e durante tutto il transitorio & di difficile valutazione, pertanto nel caso in cui lo scavo @ destinato a restare aperto per un pe- riodo di tempo trascurabile rispetto al tempo necessario per il ristabilirsi delle condizioni 48 ‘del Communi di Londra. idrauliche di regime, le verifiche di stabilita rappresentative delle condizioni di fine costru- zione possono essere eseguite pit semplicemen- te in tensioni totali. In letteratura, sono ripor- tati molti esempi di franamenti avvenuti nel periodo immediatamente successivo all'apertu- ra degli scavi che pertazto sono da considerare in condizioni nom drenate. Come & noto, in que- sti casi, fa resistenza al taglio espressa in ter mini di coesione non drenata ca ricavata dal- Vanalisi a posteriori, é inferiore a quella misu- rata in laboratorio 0 con prove in sito (tab. TV). Come & noto, nel caso delle argille fessurate la misura in laboratorio della resistenza al ta- glio non drenata porta a sovrastimare la resi- stenza al taglio in sede [TexzAGHi, 1936]. Que- sto risultato @ dovuto, in parte, al fatto che le prove di laboratorio sono eseguite su provini di dimensioni ridotte, non rappresentativi dello stato di fessurazione in sede [Marstanp e Bur- Lek, 1967]. Il grafico di fig. 18 mostra l'influen- za della dimensione dei provini sulla misura della resistenza al taglio ricavata dalle prove di laboratorio, Anche nel caso di campioni di grande diame- tro, la resistenza al taglio misurata in labora- torio & generalmente maggiore di quella ricava- ontos o w = se om (ee6t) ere = a « mr mag * oneae of (ear) wimg wistge = igemg OE 6s 6 6 serrseddn, song user] swig ugg puso ¢ fo esD SE o- aw 6 —-fetg wopuoy “Aanqseiyh Iget mio 6 odor DO nog wosg srmnorg Ty sours umege | HHO S dod ED o 6 ay $2 sep wopse7 ‘tampa wntpg (etl mg ag WUE HO os odo WO ty o- wero Aer moog “dasmtay wo so ¢ ows ot THD st sO mon ise 2 eve ur, emg DT es oon 2er eM, % ot lily pyeisonga nemary “lap oruoureweay 3 1 opts ope GZ) waueg 0 onsite ‘ois os MSaipet eeany s Barton Clay = 20° & & c! KPa), per y' OS Pravint fessurabe Ey 100150200 Diametro det provin’ (mm) Fig. 18, - Barton clay: resistenza al taglio in funcione della ‘dimensione dei provin. Pa) @ Londen Clay Campiani di grancle wy liametro. - COBEN, = 20° y= 20) 5 oa ‘Analisé ao a postertpré ELE Goon ae Tenstone normale medica; Gy (kin) b Upper Lias wal Gamniont de grande Sollecttazione di baglss media; © (i fT ha gh ast a 7 Tensione normale media; & (kPa) Fig. 19, - Confronto tra la resistenza al taglio i laboratorio I taglio ‘con anallsi a posteriori di frane dl tacco in: a) London clay, b) Upper Lins bile da analisi a posteriori [fig. 19, CHANDLER € SKEMPTON, 1974] ¢ cid pud essere attribuito prevalentemente a processi di softening o a rottura progressiva. Nei terreni argillosi Ja differenza tra la resi- stenza al taglio misurata in laboratorio e la resistenza che si desume da analisi a poste- riori di frane di primo distacco dipende dal loro indice di plasticita. Secondo YAutore le argille dure di bassa plasticita, non cementate, sono generalmente poco fragili e la resistenza al taglio che si misura in laboratorio & parago- 50 nabile a quella che si ricava da analisi a po- steriori. Al crescere dell'indice di plasticita i terreni argillosi, anche se normalmente conso- lidati, sono generalmente fragili a causa della tendenza all'isorientamento delle scaglie dei mi- nerali argillosi durante Ja rottura e il loro in- dice di fragilita cresce all'aumentare del grado di sovraconsolidazione. Essi, in sede, sono per- cid suscettibili di rompersi per fenomeni di rot- tura progressiva e la resistenza al taglio in sito & compresa tra i valori di picco e quelli resi- dui che si misurano con fe prove di labora- torio. Nelle argilie con contenuto naturale d'acqua prossimo al limite di plasticita gli effetti della riduzione della resistenza al taglio in sito do- vuta a softening sono secondari rispetto agli effetti dovuti alla rottura’ progressiva; tale si- tuazione pud essere inversa nel caso di rocce tenere (con contenuto naturale d’acqua minore del limite plastico), sebbene i processi di safte- ning devono contribuire alla rottura progres- siva. Il terzo argomento trattato nella relazione generale di Chandler riguarda la misura della resistenza al taglio di terreni interessati da fra- ne riattivate, per i quali la resistenza al taglio in sito & prossima ai valori residui. La discussione dell’Autore si basa su diversi casi, ripresi dalla letteratura, che riguardana frane riattivate su superfici di scorrimento preesistenti nelle argille sovraconsolidate del Lias superiore [CHaNpiER, 1982] ¢ nelle Argille di Londra [Bromurap, 1978; Skemptox, 1977; Horcuinson e Gostezow, 1976]. Trattasi di casi ben documentati, per i quali non vi sono grosse incertezze sulla posizione della superfi- cie di scorrimento e sulla distribuzione delle pressioni neutre € per i quali le analisi a po- steriori sono state effettuate adottando il me- todo di MorcENsTERN e Price [1965]. Nel cam- po delle tensioni per il quale sono disponibili dati, la resistenza al taglio ricavata dalle ana- lisi di stabilita @ maggiore di quella misurata con le prove di laboratorio. Cié, secondo I'Au- tore, pud essere in parte spiegato con le ap- prossimazioni insite nei metodi di calcolo adot- tati per Vapplicazione dell‘analisi a posteriori (metodi dell'equilibrio limite e problemi pia- ni), in parte si giustifica considerando che nel- Yapparecchio di taglio, la superficie. lungo la quale si impone lo scorrimento si sviluppa ra- pidamente ed 2 unica mentre nella realtd gli spostamenti avvengono su diverse superfici di scorrimento tra loro prossime. In definitiva, i valori di resistenza al taglio residua, ricavati da verifiche a posteriori su fra- ne riattivate, suggeriscono che le prove di labo- ratorio forniscono una stima attendibile della resistenza al taglio residua. I valori che si ri- cavano da prove di taglio condotte con l'appa- recchio anulare sono generalmente approssima- ti per difetto e forniscono valori dell’angolo di attrito di 2° + 3° inferiori a quelli che effet vamente si hanno in sede. L'ultimo argomento trattato riguarda la sta bilita di pendii in rocce tenere. L’autore pre- cisa che in questa sede sono considerate rocce tenere sia i terreni che presentino un sensi- bile grado di cementazione sia le argille indu- rite che abbiano un contenuto naturale d’ac- qua significativamente inferiore al limite pla- stico, In ogni caso, in seguito alla presenza di fenomeni di alterazione superficiale o di degra- dazione, questi materiali, in sede, subiscono un evidente decadimento delle caratteristiche mec- caniche, 11 comportamento dei pendii in rocce tene- re & complicato dalla complessita litologica strutturale oltre che dagli effetti dell’alteras ne, i quali sono generalmente pit evidenti di quelli che si verificano nei terreni argillosi. L’argomento & stato trattato sulla base di ab cuni esempi ripresi dalla letteratura, distin- guendo i diversi tipi di rocce tenere secondo i diverso grado di plasticita. Ne risulta che la stabilita dei pendii in rocce tenere & general- mente dominata dalla complessita strutturale e dal grado di alterazione che determina lin- staurarsi dei processi di softening. In assenza di tali fenomeni il comportamento delle rocce tenere @ paragonabile a quello delle argille dipende percid dal grado di plasticita. Nei terreni a bassa plasticita Ia resistenza al taglio in sede & paragonabile a quella che si ricava dalle prove di laboratorio, ma nel caso dit terreni con plasticita clevata la resistenza al taglio in sede pud essere condizionata dal- Vinstaurarsi di processi tipo softening, rottura progressiva o entrambi [D'ELtA et al., 1980]. La relazione di Popescu forn dro generale delle conoscenze acqui: ultimi anni nei paesi dell’Europa Orientale sui problemi i stabilita dei pendii in argille so- vraconsolidate. Gli aspetti trattati sono i seguenti: — cause e meccanismi che regolano il veri- ficarsi dei fenomeni; — indagini in sito e interventi di stabilizza- zione di frane e di aree potenzialmente insta- bili; — proprieta geotecniche dei terreni di im. portanza rilevante nello studio delle frane; — processi di mobilitazione della resistenza ¢ problemi associati all‘analisi delle condizioni ai stabilita; — metodi di prevenzione e controllo delle frane. Tutti gli argomenti sono trattati in forma molto schematica con riferimento ad un'am- pia bibliografia. L'impostazione della relazione & coerente con le conclisioni dell’Autore, il quale sottolinea che & difficile trattare i problemi di stabilita dei pendii in argille sovraconsolidate sulla base di criteri generali: ogni problema ha alcune caratteristiche esclusive e pertanto, a deta dell’Autore, V'esperienza basata sull'analisi det casi reali continua ad essere di primaria im- portanza per sviluppare in modo idoneo i pro- cedimenti necessari per ottimizzare il bilancia- mento tra sicurezza delle opere e i loro aspetti economici. Sull'argomento delle frane in argille sovra- consolidate e in rocce tenere, oggetto della ses- sione IV, sono state pubblicate 38 memorie. L'elevato numero dei lavori presentati sottoli- nea che esso suscita molto interesse da parte dei ricercatori di tutto il mondo. Tenuto conto del numero e della varieta de- gli argomenti sviluppati, per fornire un quadro sintetico della materia si & ritenuto utile rac- cogliere in tabella la sintesi dei contenuti ¢ dei principali aspetti trattati (tab. V). Nel com- plesso risulta che i lavori che descrivono e analizzano casi specifici di fenomeni di insta- bilita (CH) sono i pit: numerosi, ma non man- cano studi di carattere teorico (TE), di carat- tere sperimentale (SP) ¢ ricerche svolte su scala territoriaie (TR), oltre a lavori di tipo proget- tuale (PR). I terreni coinvolti nei fenomeni fra- nosi descritti sono molto diversi e variano dal- le argille sovraconsolidate propriamente dette alle rocce argillose tenere di varia natura. Alcuni dei lavori presentati trattano anche gli aspetti connessi alla progettazione e alla realizzazione dei sistemi di stabilizzazione. So- lo in pochi casi perd sono riportate notizie sul- Yefficacia dei prowedimenti o sui controlli ese- guiti per verificare l'effetto degli interventi. 51 Tessa V pe Indagial Intervent dt stblizssone rime auore SNe ternat ARAN ee ee Argomento Barton TE/SP ASC/TR — = = = frane «composte > Cancel cH AC. x x x X — stabitizzazione Cancel TR ASC - - - = caratteri delle frane Cartier col ear Rr, - x x X — frana riattivata Chandler sp AD = x - = resistenza al taglio Cooper cH ASC x x x x indagini Coteceia (a) cH AV Ss = = frane riattivate da sisma Cotecchia (b) cH AV x x = = colata Didwal cH ARC 5 : x = frana complessa Diyaljee cH ASC = x x - —searpata stradale D'Blia cH ac. x x = — —scarpata mineraria Esa cH asc x x 7 = scarpata mineraria Farkas ‘tR/SP ASC x = = indagine sistematica Fajita ety = = : = inclinazione pendii instabili Grefsheim cH asc x S x X —— stabilizzazione Hashmi cH ARC x 5 = frana di primo distacco Hoss cH ASC x x = - — frana antica Isaac PR AC x x 7 = scarpate minerarie esenak PR ASC. = x = = searpate minerarie Lembo Fazio cH AD x x frane complesse Lis cH ASC S x : = frane complesse u TE/SP ASC + x = = analist a posterior Malhotra SP ASC x x S = resistenza residua Maru cH ac x x x = seavi McGown TR ASC - - x = frane costiere amura (a) Za 7 = = ationi di una frana su un palo Nakamura (6) ch ase x x x x frana stagionale Ogawa SP ASC x x = = pressioni neutre Potley SP ASC 7 x . = resistenza al taglio Rodriguez Ortiz «CHT = x x — stabitizzazione ‘Sasa ce fy x = = deformarioni viscose Savingy TR AC = = a seomorfologia Scheffler SP ASC x z= — —resistenza residua Schultz ™ = DM = x 5 = isehio di frana Shields cg sac} x x a scarpate minerarie Silvestri SP ASC x x : = caratterizzazione terreni Tonkin TR ARC x x x = paleofrane Tonnetti TR" Asc x x = rane riattivate Vujanic cH asc. = x = frana antica Carattere della nota: CH = Case history; TE Terreni: ASC = Argille sovraconsolidate A ‘Teorico; SP= Sperimentale; TR “Argilloscist, ACR = Alternanvse di arilloscisti ¢ arenarie; feritoriale; PR = Progettuale, ‘AD = Argille in- rite; AG = Argilltt; AV = Argille varicolori; DM = Depositi morenicis RT = Rocce tenere. LAVORI PUBBLICATI NEGLI ATTI DEL SIMPOSIO| Relazioni general Chaxourm R.J. = Recent european experience of landslides in heavily overcensolidated clays and soft rocks. Porsscu M.E. Landslides in overconsolidated clay as en- ‘countered in eastern Europe Memorie BARION M.E, - The preferred path of landslides shear sur- faces in overconsolidated clays and soft rocks CANCHLLE A., Otcest A.- Stabilization of a landstide in shea- ved clay shales 52 Cascsuis A., PeLisoaint M., ToxNerre G, - Geological fea- tures of landslides elong the adriatic coast (central Italy. Canrize G., Denante J.P, Devaux M. = Glissemont dun emblai construi sur um versant de la ceinture erdiacée ‘du Boulonnais CCuanousx RJ. - Delayed failure and observed strenght of first-time slides in stiff clays - A review. Cooper M.R., CoLBELLA A. = Site investigations for a road ‘throuth landslips at Otley, West Yorkshire Corvcaitia V., Dau Paste M. 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(b) - A landslide, its movement mechanism ‘and control works, Ocawa S., Tani T, Cio S,, WAM T. - Slope stability ana lysis af lavaslide areas considering the shearing strenght of soil at overconsolidated states Perizy D.J. - Shear strenght of over-consolidated fissured lays Romicuez Omriz J.M,, Hiswanvez. Dat Pozo J.C, Caste ubo F.J. - Slope stabilization in weathered and shales by excavation, piles and drainage SASSA K. - Monitoring of a crystalline schists landslide - Compressive creep affected by «underground erosion». ‘Sway KW, Hattis M.C,, Canopeu. J.W.M,, Wore J. The engineering geology of soft, Upper Cretaceous bed- rock in the Athabasca River Valley near Fe. McMurray, Alberta. ScUBFFLER HL, SCHOLZ S. - Geotectanical investigation of geo- logical zones of weakness under special consideration £0 Dehlitz-Leipzin Varved Clay. ‘Scuvzz M,N, Eot. T,B., Baca A. - Geomorphology and stability of ‘southwesiéin Lake Superior coastal slope. 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Il titolo stesso, « Siamo in grado di valutare il rischio di frana nelle argille tenere sensiti- ve? », & estremamente stimolante in quanto propone immediatamente il non risolto proble- ma della previsione su scala territoriale, con Ie relative implicazioni di carattere sociale politico (¢ ci suggerisce naturalmente analoghe domande per formazioni, anche pit « sempli- ci», presenti nel nostro Paese). La relazione si articola in tre parti. Nella prima le frane vengono inquadrate nel contesto geologico, di cui rappresentano un particolare prodotto: vi si discute dei fenomeni che hanno dato vita alla formazione di argille sensitive, dell’influenza dell'alterazione, dei fe- nomeni erosivi, delle attivit’ umane. Quindi si passano in rassegna i principali tipi di frana € la loro diffusione e dimensione. In sostanza vengono distinti quattro tipi principali: frane locali, frane retrogressive, fra- ne «monolitiche» con superficie di rottura qua- si piana (« flake »), espansioni laterali. Pur trattandosi di fenomeni implicitamente considerati nelle classifiche pitt note, la suddi- visione proposta da Karlsrud @ molto partico- lare ed evidentemente fegata ai tipici meccani- smi di comportamento di questi terreni. Le frane locali, generalmente di dimensioni limitate, sono spesso « monolitiche » e di tipo rotazionale. Esse possono innescare fenomeni di tipo diverso. Ad esempio, le frane retrogre sive possono essere attivate da fenomeni locali se la relativa scarpa é sufficientemente alta ed instabile. Se il sottasuolo & occupato da argille sensitive, la velocita di arretramento pud risul- tare molto elevata. Le frane del terz0 tipo (fig. 20) possono av- venire in pochi secondi senza segni premoni- tori interessando vaste aree; perché si verifi- chino il pendio dove contenere strati continui di argille sensitive. Le espansioni laterali sono pitt frequenti di quanto si creda anche perché a rottura avve- nuta @ difficile riconoscerne i caratteri distin- tivi. In aleuni casi (come quello della famosa fra- 54 uate Fig. 20. - Bsempi frane tipo « flake » na di Rissa) tutti i fenomeni innanzi descritti possono coesistere. La seconda parte della relazione @ una ras- segna dei principali risultati della sperimenta- zione di laboratorio negli ultimi anni. Estre- mamente ricca di dati, testimonia un‘attivita di prim’ordine in campo sperimentale. Nella terza parte vengono illustrati i metodi ¢ le procedure generalmente adottati nelle ve- rifiche di stabilita. Per quanto riguarda i criteri di analisi, la stabilita « locale » di un pendio viene general- mente studiata in termini di pressioni effettive con i metodi dell'equilibrio limite. Questo ap- proccio cade perd completamente in difetto nel caso di frane « monolitiche » in argille sen tive. Al riguardo sono stati claborati metodi «avanzati» in termini di pression totali che hanno fornito buoni risultati [Ass, 1983] Tra gli altri aspetti toccati dalla relazione, Vestensione e la velocita delle colate nelle ar- Bille sensitive, la valutazione dello stato ten- sionale e del regime delle pressioni neutre, il problema dell'individuazione delle zone occu- pate da argille sensitive: per la relativa omo- geneita delle loro proprieta in effetti il rischio di frana @ legato principalmente alle condi- zioni stratigrafiche. La relazione di G. B. Sallfors & risultata mol- to pitt concisd, Dopo una breve introduzione sulla geologia del suo Paese e sulle proprieta delle argille tenere, il relatore ha illustrato lo sviluppo sto- rico della ricerca in Svezia. Risulta evidente che (anche) in quel Paese gli studi sulla stabilita del territorio hanno avuto un particolare impulso in occasione di grandi disagtri naturali. I principali frutti del- la ricerca hanno percid una cadenza scandita da eventi come: Ie frane indotte dalla costru- zione della rete ferroviaria (anni ’10), il collas- so di una banchina nel porto di Géteborg (an- ni '20), le frane nella valle del Géta (anni '50), la frana di Tuve (1977). Gli aspetti della ricerca cui Sallfors ha con- ferito una particolare enfasi sono: il ruolo del- Jo stato tensionale e delle pressioni neutre, i criteri di analisi, i meccanismi di propagazione del primo collasso (frane retrogressive e pro- gressive). Tra V'altro il relatore ha sottolineato che un corretto « dimensionamento » del regime delle pressioni neutre non pud essere basato su dati raccolti in brevi period di tempo: osserva- zioni protratte per hinghi periodi evidenziano infatti che il pelo libero della falda pud rag- giungere quote altrimenti non prevedibili (Sall- fors e Svensson). Un particolare accento, che non si trova nelle relazioni di Karlsrud e di Tavenas, stato posto sul ruolo delle falde artesiane. Sallfors ha ancora rilevato che in numerosi casi di frane in pendii naturali (v. ad esempio Ie frane del Gita), contrariamente alle attese le verifiche di stabilita condotte in termini di pressioni totali hanno fornito risultati pid: sod- disfacenti di quelle classiche « drenate » (non ha perd dato una spiegazione chiara di questi risultati). Inoltre in molti casi & opportuno ef- fettuare analisi « combinate » drenate e non drenate. Il rapporto di F. Tavenas, molto ampio ed esauriente, pud essere suddiviso in due parti: nella prima si descrivono le principali caratte- ristiche delle frane in argille sensitive (soprat- tutto nel Quebec € nel Labrador); nella secon- da si discutono i principali metodi di analisi. I dati disponibili indicano che ta maggiore concentrazione di frane si verifica nel periodo primaverile per effetto della fusione dei ghiac- ci e dell'incremento dell’attivita erosiva dei fiu- mi. Un intelligente studio sulle dimensioni Yeta delle frane nel Quebec ha inoltre consen- tito di valutare il periodo di ritorno di frane di determinate dimensioni. Una delle principali cause dei dissesti & le- gata all'attivita erosiva dei fiumi, consistente nella progressiva rimozione di piccoli blocchi di argilla per effetto combinato della struttura fessurata, dell’alterazione e del gelo. Natural- mente un ruolo molto importante giocano la struttura stratificata dei depositi, le caratte stiche meccaniche dei singoli strati e le con ioni idrauliche, a loro volta influenzate dalla stratigrafia (v. relazione di Lefebvre nel Canada Day). Richiamando alcune misure di KENNEY € Lav (1984), Tavenas ha osservato che in alcuni casi le variazioni del regime delle pressioni ncutre legate alle modifiche ambientali (stagio- nali) sono tanto lente rispetto alla velocita con cui mutano le condizioni al contorno da smor- zarsi con la profondita (fig. 21); assumere campi delle pressioni neutre dipendenti dalle condizioni al contorno pud quindi risultare pessimistico. Per quanto riguarda gli studi sulla stabilita dei pendii, i Canadesi generalmente ricorrono ad analisi di tipo drenato. Circa i parametri di resistenza mobilitati a 200 . ¢ 20 i | ag | titsis mat oo 0 entra ope 4 s ee 3 0° ° S10 Re io Varia 2oni 1607 crate Piezomelrii] * plesomncbrte GEONOR EAKE: 7 f PEAKER o 0 2 30 40 50 00 0 60. a0 4D Distanze dal torrente Wabi (rm) Fig. 21, - Propagazione in profondita delle variazioni di quota piezometrica stagionali in un pendio di argille intatte 55 ‘Taea VI Argomento Analisi della rottura progressiva nelle argille tenere sean- ‘dinave con ‘model non finesri del terreno tenendo conto della velocita-di-deformazione Stima del tempo di rottura of uno seavo in limi, stabile a breve termine Studio del creep Iungo discontinuita preesistenti in arglle a varve mediante un apparecchio di taglio torsionale ‘Studio mediante centrifuga dei meccanis: Champlain Sea Clays Analisi della influenza della struttura Jamainata di argille ‘a varve Sul regime delle pression! neulre la resistenza ‘isurata, in Taborstorio. i rottura nelle Studio della interazione tra palo e terrend in, pendii in frana con modelli del terreno viseolasticl © viseo-lasto: plastich Auscaftazione del regime delle pressioni feutre in un pen- dio in Champlain Sea Clays consolidato mediante trinoce Srenanti Discussione di un metodo combinato drenatonon drensto per lo studio della ‘stabitita dei pendii, Analisi delle cause della fessurazione nelle Champlain Sea Clays mediante osservazion in sito ¢ prove di Taboratorio Deserizione del « Drilled time stabilization method » per il consolidamento dei Hendi Ilustravione di una ricerca in corso sulla riproduzione in sboratorio di materia actificiali con le’ caratteristiche elle argille sensitive. Mlustrazione det princfpali tipi di frana © dei loro mec canismi nella Tyrrel Sea Clay ‘Metodo per ta valutazione del rischio di rottura progres: siva in pendil indefintt Studio dei meccanismj di rottura it argille sensitive € conforma delle ipotesi di AAS (1981) per le frame tipo flake» Tedagial rime autre agar : so ort Bernander Te Borsesson TE Roucek sP x Goodings sp x Gretory sP x Komamura Te Latcur sP x Larsson te Lefebure sP a, oo Latenneaer DE Mortis ve Rosenberg se x Safors re Yan Ime, TE De'beor TE = teorico; SP ~ sperimentale; DE = descrtivo. rottura, Tavenas trae le seguenti osservario — il fatto che if collasso & preceduto spesso da fenomeni di creep, e quindi da scorrimenti all'interno dei pendii, esclude la mobilitazione dei parametri di pico; — Ia breve durata ¢ la velocita dei fenomeni in oggetto suggerisce meccanismi di rottura progressiva ed incrementi significativi delle pressioni neutre; — Vanalisi morfologica dei pendii al limite di stabilita, cui Tavenas annette una grande importanza, suggerisce l'esistenza di una certa componente coesiva. Un metodo molto interessante per approfon- dire questi aspetti @ quello degli inviluppi di 56 resistenza. Proposto per primo da CASAGRANDE (1950) e ripreso da Janu (1977), ¢ss0 con: ste nel calcolare, per un determinato pendio, gli stati tensionali felativi ad ipotetiche super- fici di rottura e nel tracciare in un diagramma ¢,* la curva inviluppo superiore dei punti cost ottenuti. Il metodo, se applicato su scala re- gionale a pendii in frana, consente di valutare i parametri di resistenza operativi. La relazione si é conclusa con una discus- sione sul rischio di retrogressione delle frane in argille sensitive, per il quale non esistono ancora criteri affidabili di previsione. Liinsiemé dei 14 articoli pubblicati sugli Atti del Congresso riflette gli interessi dei Relatori, anche se, si deve rilevare, si tratta di lavori in buona parte « costruiti a tavolino ».

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