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OCRA
OCRA
- necessità di valutare in modo integrato, il contributo dei principali fattori di rischio partendo da altri metodi
di quantificazione semplificata.
- interesse a sviluppare un modello di calcolo di un indice sintetico che operi nella stessa maniera dei metodi
di valutazione di sollevamento manuale dei carichi, si sono pertanto mantenuti i seguenti caratteri:
• disporre di un indice di esposizione frutto del confronto tra una variabile rappresentativa della realtà
analizzata e la stessa variabile così come sarebbe raccomandabile tenendo conto delle specifiche
caratteristiche dell’organizzazione del lavoro, dei posti e degli strumenti.
• tenere conto contemporaneamente dei diversi fattori influenti nel determinare la variabile
raccomandata.
• la scelta di una “variabile caratterizzante” come elemento di riferimento in condizioni ottimali, cui
applicare opportune correzioni in funzione delle caratteristiche degli altri fattori considerati.
• fornire un valore di riferimento che indica condizioni di sostanziale accettabilità per la maggioranza
della popolazione lavorativa adulta sana: gli incrementi rispetto a tale valore offrono una idea della
ingravescente esposizione e, rispetto agli stessi, possono essere individuate differenti azioni di
intervento.
• la forte propensione all’intervento preventivo basato sull’identificazione e correzione dei fattori di
rischio che risultano più penalizzanti nella identificazione della variabile raccomandata.
- identificazione della variabile caratterizzante nella frequenza di azione tecnica infatti tale variabile risulta
essere molto facile da apprezzare dal punto di vista pratico di rilevamento che dal punto di vista progettuale.
Metodo di calcolo
L’indice OCRA è il risultato tra il rapporto del numero assoluto di azioni eseguite nel turno di lavoro e il
numero di azioni tecniche raccomandate.
Se confrontando il tempo netto di ciclo calcolato con quello del ciclo osservato dal valutatore esiste una
significativa differenza (> 5%), si dovranno riconsiderare:
- durata delle pause
- lavori non ripetitivi
- n° di pezzi o cicli
fino a ricostruire correttamente il comportamento del lavoratore.
Per calcolare RTA che indica il numero di azioni raccomandate, si utilizza la seguente formula:
𝑛
- per ciascun compito ripetitivo si parte dalla frequenza di riferimento di azioni al minuto (CF). essa vale
come costante di riferimento per ogni compito ripetitivo, essendo ottimali o inifluenti gli altri fattori di
rischio e per durate complessive di 7-8 ore di turno. La scelta di tale costante verrà successivamente discussa
più in dettaglio.
- la stessa frequenza viene aggiustata in relazione alla presenza ed entità, per ciascun compito, dei fattori di
rischio. Allo scopo sono fornite tavole con i valori asunti dallo specifico moltiplicatore in funzione
dell’entità di ciascun fattore di rischio
- si moltiplica la frequenza ponderata così ottenuta per ogni compito per il numero di minuti di effettivo
svolgimento di ciascun compito per ottenere un parziale di azioni raccomandate (RPAj) nel compito
indipendente da fattori di recupero e durata.
- si sommano tra loro i valori di RPA ottenuti per i diversi compiti
- il valore di RPAtot, che rappresenta il parziale di azioni raccomandate nel turno, viene a questo punto
“modulato” attraverso i moltiplicatori che considerano:
• Presenza e sequenza, nel turno di lavoro di periodi di recupero (RcM)
• Tempo totale speso nel turno per compitit ripetitivi degli arti superiori (DuM)
- il valore ottenuto (RTA) rappresenta il numero totale di azioni raccomandate per il turno di lavoro.
Esso è determinato in funzione dell’intervallo dei diversi fattori di rischio influenti nel contesto esaminato.
Frequenza di azione
Una volta definita adeguatamente l’azione tecnica coinvolgente gli arti superiori, si stabilisce la frequenza di
azione di riferimento per l’intero turno di lavoro, per un dato compito ripetitivo.
Qual’ora gli altri fattori risultino ininfluenti si può considerare come frequenza limite, è ovvio comunque
considerare che frequenza elevate non sono indicate per lunghi periodi di durata (oltre 1 ora).
%MCV / FL 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35% 40% 45% ≥ 50%
Scala borg 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5 ≥5
FoM 1 0,85 0,75 0,65 0,55 0,45 0,35 0,2 0,1 0,01
Si utilizza al fine di determinare il moltiplicatore posturale il punteggio descritto dalle singole posizioni in
una funzione “impegno-posturale” che si possono calcolare con altri metodi (un valido esempio si ha con la
check-list OCRA alla voce “postura” della scheda 3)
Si considera in presenza di gesti lavorativi dello stesso tipo per oltre il 50% del tempo del ciclo.
In oltre è incidente anche nel caso di cicli molto brevi che comportano una ripetitività elevata.
Caratteristiche Assente Gesti ripetitivi per 51-80% tempo Gesti ripetitivi ≥ 80% del tempo oppure
oppure cicli di 8-15 sec ciclo di durata 1-7 secondi
REM 1 0,85 0,7
Non si hanno griglie di valutazione e fattori moltiplicativi che riguardino la presenza e l’entità dei fattori
complementari.
Si è quindi deciso di ipotizzare in base a una gamma di valori il relativo moltiplicatore (si consideri la scheda
4 della check-list).
Al contrario degli altri fattori moltiplicativi dovranno essere determinati considerando in ciscuno dei compiti
ripetitivi ma in funzione dell’intero turno di lavoro.
Il moltiplicatore sarà quindi in funzione del tempo di lavoro senza adeguato recupero (basato
sull’interruzione delle azioni tecniche ripetute).
Il modello di calcolo dell’indice si è basato su scenari che prevedono l’utilizzo di compiti manuali ripetitivi
per buona parte (7-8 ore) del turno di lavoro. Si considerano anche casi di scostamento notevole dalle
condizioni di esposizione.
Minuti spesi nel turno =120 121-180 181-240 241-300 301-360 361-420 421-480 >481
DUM 2 1,7 1,5 1,3 1,2 1,1 1 0,5
Calcolo del rischio
Si deve considerare ogni arto come caso singolo (differenziando le azioni della parte destra e sinistra)
coinvolti.
Una volta applicata la formula dell’indice OCRA si può classificare il rischio.
CHECK-LIST OCRA
Si tratta di una procedura breve per l’indentificazione e la stima del rischio da sovraccarico biomeccanico
degli arti superiori. Non sostituisce il metodo OCRA (Occupational Repetitive Actions), ma risulta
estremamente utile nella prima fase di stima della presenza di rischio all’interno di una data realtà aziendale
e nella successiva gestione del rischio in quanto è una sua estensione semplificata.
Il metodo OCRA esamina quattro fattori di rischio:
- carenza dei periodi di recupero
- frequenza di azione
- uso della forza
- posture incongrue
in oltre considera dei fattori complementari (vibrazioni, temperature, contraccolpi, etc.).
dalla somma dei valori parziali ottenuti (crescenti in funzione del rischio) si ottiene un’entità numerica che
consente la stima del livello di esposizione.
La compilazione della check-list può essere effettuata osservando il lavoratore direttamente nella posizione
di lavoro analizzata, è comunque consigliabile eseguire la valutazione tramite l’utilizzi di filmati.
La check-list fornisce in maniera sufficiente il livello di sovraccarico, riesce comunque a fornire anche
elementi adeguati per la gestione del rischio.
La check-list si compone di quattro schede, ognuna che analizza un aspetto di rischio differente.
SCHEDA 1
Nella prima parte della check-list è prevista una breve descrizione della postazione e del lavoro svolto. È
opportuno indicare se la lavorazione è caratterizzata da cicli oppure se è da considerare ripetitivo, anche se il
ciclo fosse lungo, per la presenza delle stesse azioni tecniche che si ripetono uguali a sé stesse per più di
metà del tempo di lavorazione.
prima di stimare i fattori di rischio è opportuno determinare il tempo netto di lavoro ripetitivo che si ottiene
sottraendo al tempo del turno totale i seguenti tempi:
- pause (programmate)
- pausa mensa (se prevista)
- tempo dedicato a lavoro non ripetitivo.
Nelle situazioni lavorative che non prevedono una distribuzione programmata di pause va riportato il
comportamento medio dei lavoratori nell’utilizzo delle pause fisiologiche o di altre pause aggiuntive.
Ottenuto il tempo netto di lavoro ripetitivo si potrà procede alla stima del tempo “netto” di ciclo [sec.]
considerando il numero di pezzi che il lavoratore deve completare nel turno utilizzando la seguente formula:
Se confrontando il tempo netto di ciclo calcolato con quello del ciclo osservato dal valutatore esiste una
significativa differenza (> 5%), si dovranno riconsiderare:
- durata delle pause
- lavori non ripetitivi
- n° di pezzi o cicli
fino a ricostruire correttamente il comportamento del lavoratore.
Tempi di recupero
Per periodo di recupero si intende il tempo di sostanziale inattività fisica degli arti superiori, può essere per:
- pause di lavoro (ufficiali e non), compresa la pausa pranzo
-periodi di svolgimento di compiti di lavoro con sostanziale riposo dei gruppi muscolari prima impiegati (ad
esempio controlli visivi)
-presenza di periodi all’interno del ciclo, che comportano il completo riposo dei gruppi muscolari altrimenti
impegnati. Tali periodi (controllo visivo, tempi passivi o di attesa) per esser considerati significativi, devono
protrarsi consecutivamente per almeno 10 secondi per minuto e ripetersi periodicamente in ogni ciclo e per
tutto il lavoro ripetitivo.
L’analisi dei periodi di recupero inizia perciò con la verifica della loro presenza ( durata e distribuzione)
all’interno del ciclo e successivamente nell’intero turno di lavoro.
La scheda prevede sei scenari di distribuzione di interruzioni di attività e/o pause durante il turno di lavoro
con un corrispondente coefficiente, si possono utilizzare anche punteggi intermedi.
POSTAZIONE
Descrizione Durata
Ufficiale
Durata turno
Effettivo
Pause ufficiali Da contratto
Altre pause (oltre alle ufficiali)
Ufficiale
Pausa mensa
Effettiva
Ufficiale
Lavori non ripetitivi (pulizia, rifornimento,etc)
Effettiva
TEMPO NETTO DI LAVORO RIPETITIVO
N° pezzi o cicli Programmati
Effettivi
TEMPO NETTO DI CICLO [sec]
TEMPO CICLO OSSERVATO O DI RIPETIZIONE [sec]
TEMPI DI RECUPERO
Frequenza
La frequenza deriva dal conteggio delle azioni tecniche ponendole poi in riferimento con l’unità di tempo (n°
azioni al minuto).
L’azione tecnica è definita come azione comportante attività artro-muscolo-tendinea degli arti superiori: non
va identificata col singolo movimento articolare ma con il complesso di movimenti, di uno o più segmenti
articolari, che consentono il compimento di un’operazione lavorativa semplice.
La scheda è divisa in due fasi: dinamica e statica.
Se un’azione risulta essere con una durata uguale o superiore ai 5 secondi continuativi si può considerare
statica.
Qualora fossero presenti sia azioni statiche che dinamiche si deve considerare la condizione con punteggio
più elevato, nel caso di lavori con cicli molto lunghi, in cui gli stessi gesti lavorativi si ripetono in modo
molto simile, è sufficiente analizzare 2 o 3 minuti campione, contando le azioni tecniche di ciascuno dei
minuti e considerando come rappresentatività la frequenza media al minuto.
La quantificazione della forza risulta problematica in quanto le metodiche quali la stima semiquantitativa
della forza esterna attraverso il peso degli oggetti manipolati, l’uso di dinamometro l’elettromiografia
presentano limiti teorici e applicativi.
Si ricorre quindi ad una apposita scala proposta da Borg in grado di descrivere lo sforzo muscolare
soggettivamente percepito a carico di un determinato segmento corporeo. I risultati derivanti dall’utilizzo di
questa scala, laddove la si applichi ad un adeguato numero di operatori addetti, si sono dimostrati almeno
grossolanamente paragonabili a quelli ottenuti attraverso l’elettromiografia di superficie.
Ai fini pratici, si identificano le azioni che richiedono un impegno muscolare minimale, per poi applicare la
procedura di valutazione dell’impegno di forza diverso da quello minimale.
Si calcolerà poi il punteggio medio ponderato per l’insieme delle azioni del ciclo, rendendo conto delle
frazioni di tempo di ciascuna azione con il relativo livello di “Borg CR10 scale”.
Vanno esclusi i lavoratori portatori di patologia dell’arto superiore, soggetti con anzianità lavorativa
inferiore all’anno, valori esterni al range 5-95 % , dati forniti da lavoratori privi di motivazione.
FREQUENZA
dx sx
Numero di azioni tecniche conteggiate nel ciclo
Frequenza di azione al minuto
Presenza di possibilità di brevi interruzioni
FORZA
Presenza di attività lavorative con uso ripetuto di forza delle mani/braccia (almeno una volta ogni pochi cicli
durante tutta l’operazione o compito analizzato)
possono essere barrate più risposte, sommare i punteggi parziali ottenuti. Scegliere se necessario anche più
punteggi intermedi e sommarli (descrivere l’arto più interessato, lo stesso di cui si descriverà la postura), se
si descrivono entrambi gli arti, differenziare i risultati.
SCHEDA 3
Posture incongrue
Per la valutazione del rischio posturale vanno descritte e quantizzate temporalmente solo le posture
incongrue e i movimenti qualora l’articolazione interessata operi in un’area superiore al 50% della sua
massima escursione angolare.
la valutazione del rischio posturale prevede 3 movimenti:
- descrizione delle posture e/o movimenti incongrui separatamente per le articolazioni scapolo-omerale, del
gomito, del polso e della mano (tipo di presa e movimenti delle dita) rispettivamente a destra e sinistra.
- se l’articolazione sta operando in area ad alto impegno, procedere alla temporizzazione del fenomeno
all’interno del ciclo (in frazioni del tempo di ciclo o di periodo di osservazione)
- l’evidenziazione della presenza di stereotipia di movimenti o mantenimenti e cioè di gesti lavorativi dello
stesso tipo individuabili attraverso l’osservazione di azioni tecniche o gruppi di azioni tecniche uguali a sé
stesse ripetentesi per più del 50% del tempo di ciclo, posizioni statiche mantenute uguali a sé stesse per più
del 50% del tempo di ciclo, cicli di durata brevissima, inferiore a 15 secondi con presenza di azioni degli arti
superiori.
Anche in assenza di posture incongrue vi può essere presenza di stereotipia legata ad azioni tecniche
identiche, ripetute per buona parte del tempo.
Fra i punteggi ricavati va considerato solo quello più elevato e va sommato a quello dell’eventuale
stereotipia, è possibile utilizzare punteggi intermedi. Il risultato fornisce il punteggio della postura.
POSTURA
Presenza di posture inadeguate delle braccia durante lo svolgimento del compito ripetitivo
Descrivere il più interessato o entrambi se necessario dividendo i valori
SPALLA
Le braccia non sono appoggiate sul piano di lavoro ma sono sollevate di poco
1
per più di metà tempo
Le braccia sono mantenute senza appoggio quasi ad altezza spalle (o altre
2
posture estreme) per circa il 10% del tempo
Le braccia sono mantenute senza appoggio quasi ad altezza spalle (o altre
6
posture estreme) per 1/3 del tempo
Le braccia sono mantenute senza appoggio quasi ad altezza spalle (o altre
12
posture estreme) per più della metà del tempo
Le braccia sono mantenute senza appoggio quasi ad altezza spalle (o altre
24
posture estreme) circa per tutto il tempo
NB se le mani operano sopra all’altezza del capo si raddoppiano i valori
GOMITO
SCHEDA 4
Sono previsti due blocchi, il primo valuta fattori complementari fisiomeccanici e il secondo fattori
organizzativi
Fisico – meccanici
Fattori organizzativi
Possono essere utilizzati tutti i punteggi intermedi o anche punteggi differenti, inferiori ma mai superiori a
quelli indicati.
per ogni uno dei due blocchi può essere scelta una sola risposta: la somma dei punteggi parziali ottenuti dai
blocchi fornisce il punteggio dei fattori complementari.
Per ottenere il valore del punteggio finale intrinseco della check-list OCRA è sufficiente sommare i punteggi
ottenuti in ogni uno dei fattori di rischio separando arto destro e sinistro.
Qualora il tempo netto di lavoro ripetitivo del turno durasse meno di 420 minuti o più di 481 minuti, è
possibile correggere il valore di punteggio finale ottenuto rispetto alla effettiva durata del compito: questo
consente di ottenere il “valore del punteggio reale di esposizione” ponderandolo per il tempo effettivo di
lavoro ripetitivo nella posizione.
Indice di rischio
Se il lavoratore opera esclusivamente sul posto descritto in analisi, il valore della check-list OCRA attribuito
al posto è lo stesso da attribuire al lavoratore.
Se invece l’operatore lavora in più posti che comportano lo svolgimento di compiti ripetitivi è necessario, per
ottenere il punteggio di esposizione di quel lavoratore, si applica la seguente formula:
∑ 𝑝𝑢𝑛𝑡𝐴 ∙ %𝑃𝐴
Dove “puntA” sono punteggi intrinseci ricavati dalla check-list per le postazioni su cui si opera e “%PA”
rappresentano le rispettive percentuali di durata totale del lavoro