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OCRA

L’indice OCRA VIENE utilizzato per valutare principalmente tre aspetti:

- necessità di valutare in modo integrato, il contributo dei principali fattori di rischio partendo da altri metodi
di quantificazione semplificata.

- interesse a sviluppare un modello di calcolo di un indice sintetico che operi nella stessa maniera dei metodi
di valutazione di sollevamento manuale dei carichi, si sono pertanto mantenuti i seguenti caratteri:
• disporre di un indice di esposizione frutto del confronto tra una variabile rappresentativa della realtà
analizzata e la stessa variabile così come sarebbe raccomandabile tenendo conto delle specifiche
caratteristiche dell’organizzazione del lavoro, dei posti e degli strumenti.
• tenere conto contemporaneamente dei diversi fattori influenti nel determinare la variabile
raccomandata.
• la scelta di una “variabile caratterizzante” come elemento di riferimento in condizioni ottimali, cui
applicare opportune correzioni in funzione delle caratteristiche degli altri fattori considerati.
• fornire un valore di riferimento che indica condizioni di sostanziale accettabilità per la maggioranza
della popolazione lavorativa adulta sana: gli incrementi rispetto a tale valore offrono una idea della
ingravescente esposizione e, rispetto agli stessi, possono essere individuate differenti azioni di
intervento.
• la forte propensione all’intervento preventivo basato sull’identificazione e correzione dei fattori di
rischio che risultano più penalizzanti nella identificazione della variabile raccomandata.

- identificazione della variabile caratterizzante nella frequenza di azione tecnica infatti tale variabile risulta
essere molto facile da apprezzare dal punto di vista pratico di rilevamento che dal punto di vista progettuale.

Metodo di calcolo

L’indice OCRA è il risultato tra il rapporto del numero assoluto di azioni eseguite nel turno di lavoro e il
numero di azioni tecniche raccomandate.

OCRA = ATA / RTA

Il valore di ATA è un dato noto e riconducibile all’analisi organizzativa.

È opportuno indicare se la lavorazione è caratterizzata da cicli oppure se è da considerare ripetitivo, anche se


il ciclo fosse lungo, per la presenza delle stesse azioni tecniche che si ripetono uguali a sé stesse per più di
metà del tempo di lavorazione.
prima di stimare i fattori di rischio è opportuno determinare il tempo netto di lavoro ripetitivo che si ottiene
sottraendo al tempo del turno totale i seguenti tempi:
- pause (programmate di almeno 8-10 minuti)
- pausa mensa (se prevista) e minuti accumulati a inizio e fine turno
- tempo dedicato a lavoro non ripetitivo
-durata tempi passivi (se considerati di recupero)
-tempi dedivati al controllo visivo (con caratteristiche di tempi di recupero).
Nelle situazioni lavorative che non prevedono una distribuzione programmata di pause va riportato il
comportamento medio dei lavoratori nell’utilizzo delle pause fisiologiche o di altre pause aggiuntive.
Ottenuto il tempo netto di lavoro ripetitivo si potrà procede alla stima del tempo “netto” di ciclo [sec.]
considerando il numero di pezzi che il lavoratore deve completare nel turno utilizzando la seguente formula:

t”ciclo = t”netto / n° pezzi/cicli

Se confrontando il tempo netto di ciclo calcolato con quello del ciclo osservato dal valutatore esiste una
significativa differenza (> 5%), si dovranno riconsiderare:
- durata delle pause
- lavori non ripetitivi
- n° di pezzi o cicli
fino a ricostruire correttamente il comportamento del lavoratore.

Per calcolare RTA che indica il numero di azioni raccomandate, si utilizza la seguente formula:
𝑛

𝑅𝑇𝐴 = ∑[𝐶𝐹 ∙ (𝐹𝑜𝑀𝑗 ∙ 𝑃𝑜𝑀𝑗 ∙ 𝑅𝑒𝑀𝑗 ∙ 𝐴𝑑𝑀𝑗 ) ∙ 𝐷𝑗 ] ∙ (𝑅𝑐𝑀 ∙ 𝐷𝑢𝑀 )


𝑗=1
Dove:
• n = numero di compiti presenti nel turno
• j = generico compito ripetitivo degli arti superiori
• CF = costante di frequenza di azioni tecniche per minuto raccomandata in condizioni di riferimento
• 𝐹𝑜𝑀𝑗 ; 𝑃𝑜𝑀𝑗 ; 𝑅𝑒𝑀𝑗 ; 𝐴𝑑𝑀𝑗 = fattori moltiplicativi scelti in relazione al comportamento dei fattori di
rischio: forza, postura, ripetitività, complementari in un j-esimo compito considetaro
• Dj = durata in minuti di ciascun j-esimo compito ripetitivo
• RcM = fattore moltiplicativo per il fattore di rischio “carenza di tempi di recupero” ( unico per lavori
con 1 o più compiti)
• DuM = fattore moltiplicativo che tiene conto della durata netta complessiva dei compiti ripetitivi
(unico per lavori con 1 o più compiti)

In pratica per determinare RTA si procede nel modo seguente

- per ciascun compito ripetitivo si parte dalla frequenza di riferimento di azioni al minuto (CF). essa vale
come costante di riferimento per ogni compito ripetitivo, essendo ottimali o inifluenti gli altri fattori di
rischio e per durate complessive di 7-8 ore di turno. La scelta di tale costante verrà successivamente discussa
più in dettaglio.
- la stessa frequenza viene aggiustata in relazione alla presenza ed entità, per ciascun compito, dei fattori di
rischio. Allo scopo sono fornite tavole con i valori asunti dallo specifico moltiplicatore in funzione
dell’entità di ciascun fattore di rischio
- si moltiplica la frequenza ponderata così ottenuta per ogni compito per il numero di minuti di effettivo
svolgimento di ciascun compito per ottenere un parziale di azioni raccomandate (RPAj) nel compito
indipendente da fattori di recupero e durata.
- si sommano tra loro i valori di RPA ottenuti per i diversi compiti
- il valore di RPAtot, che rappresenta il parziale di azioni raccomandate nel turno, viene a questo punto
“modulato” attraverso i moltiplicatori che considerano:
• Presenza e sequenza, nel turno di lavoro di periodi di recupero (RcM)
• Tempo totale speso nel turno per compitit ripetitivi degli arti superiori (DuM)
- il valore ottenuto (RTA) rappresenta il numero totale di azioni raccomandate per il turno di lavoro.
Esso è determinato in funzione dell’intervallo dei diversi fattori di rischio influenti nel contesto esaminato.

Criterio di determinazione delle variabili

Frequenza di azione

Una volta definita adeguatamente l’azione tecnica coinvolgente gli arti superiori, si stabilisce la frequenza di
azione di riferimento per l’intero turno di lavoro, per un dato compito ripetitivo.
Qual’ora gli altri fattori risultino ininfluenti si può considerare come frequenza limite, è ovvio comunque
considerare che frequenza elevate non sono indicate per lunghi periodi di durata (oltre 1 ora).

Moltiplicatore per la forza

Ovviamente maggiore è la forza richiesta minore deve essere la frequenza di ripetizione.


Nella scelta del moltiplicatore occorre riferirsi al valore di forza medio ponderato rispetto alla durata del
ciclo, se esistono sforzi con valore > 5 nella scala borg o del 50% della massima capacità di riferimento e che
durano almeno il 10% del tempo del ciclo si utilizza il moltiplicatore 0,01

%MCV / FL 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35% 40% 45% ≥ 50%
Scala borg 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5 ≥5
FoM 1 0,85 0,75 0,65 0,55 0,45 0,35 0,2 0,1 0,01

Moltiplicatore della postura

Si utilizza al fine di determinare il moltiplicatore posturale il punteggio descritto dalle singole posizioni in
una funzione “impegno-posturale” che si possono calcolare con altri metodi (un valido esempio si ha con la
check-list OCRA alla voce “postura” della scheda 3)

Impegno posturale 0-3 4-7 8-11 12-15 16-19 20-23 24-27 ≥ 28


PoM 1 0,7 0,6 0,5 0,33 0,1 0,07 0,03

Moltiplicatore della stereotipia

Si considera in presenza di gesti lavorativi dello stesso tipo per oltre il 50% del tempo del ciclo.
In oltre è incidente anche nel caso di cicli molto brevi che comportano una ripetitività elevata.

Caratteristiche Assente Gesti ripetitivi per 51-80% tempo Gesti ripetitivi ≥ 80% del tempo oppure
oppure cicli di 8-15 sec ciclo di durata 1-7 secondi
REM 1 0,85 0,7

Moltiplicatore fattori complementari

Non si hanno griglie di valutazione e fattori moltiplicativi che riguardino la presenza e l’entità dei fattori
complementari.
Si è quindi deciso di ipotizzare in base a una gamma di valori il relativo moltiplicatore (si consideri la scheda
4 della check-list).

Punteggio 0-3 4-7 8-11 12-15 ≥ 16


ADM 1 0,95 0,9 0,85 0,8

Moltiplicatore periodi di recupero

Al contrario degli altri fattori moltiplicativi dovranno essere determinati considerando in ciscuno dei compiti
ripetitivi ma in funzione dell’intero turno di lavoro.
Il moltiplicatore sarà quindi in funzione del tempo di lavoro senza adeguato recupero (basato
sull’interruzione delle azioni tecniche ripetute).

N° ore senza recupero 0 1 2 3 4 5 6 7 8


RCM 1 0,9 0,8 0,7 0,6 0,45 0,25 0,1 0

Moltiplicatore per la durata del lavoro

Il modello di calcolo dell’indice si è basato su scenari che prevedono l’utilizzo di compiti manuali ripetitivi
per buona parte (7-8 ore) del turno di lavoro. Si considerano anche casi di scostamento notevole dalle
condizioni di esposizione.

Minuti spesi nel turno =120 121-180 181-240 241-300 301-360 361-420 421-480 >481
DUM 2 1,7 1,5 1,3 1,2 1,1 1 0,5
Calcolo del rischio

Si deve considerare ogni arto come caso singolo (differenziando le azioni della parte destra e sinistra)
coinvolti.
Una volta applicata la formula dell’indice OCRA si può classificare il rischio.

OCRA Rischio Azioni conseguenti Area


≤ 2,2 Accettabile Nessuna
2,3 -3,5 Incerto o molto lieve Verificare la situazione
> 3,5 Presente Ridurre il rischio

CHECK-LIST OCRA
Si tratta di una procedura breve per l’indentificazione e la stima del rischio da sovraccarico biomeccanico
degli arti superiori. Non sostituisce il metodo OCRA (Occupational Repetitive Actions), ma risulta
estremamente utile nella prima fase di stima della presenza di rischio all’interno di una data realtà aziendale
e nella successiva gestione del rischio in quanto è una sua estensione semplificata.
Il metodo OCRA esamina quattro fattori di rischio:
- carenza dei periodi di recupero
- frequenza di azione
- uso della forza
- posture incongrue
in oltre considera dei fattori complementari (vibrazioni, temperature, contraccolpi, etc.).
dalla somma dei valori parziali ottenuti (crescenti in funzione del rischio) si ottiene un’entità numerica che
consente la stima del livello di esposizione.
La compilazione della check-list può essere effettuata osservando il lavoratore direttamente nella posizione
di lavoro analizzata, è comunque consigliabile eseguire la valutazione tramite l’utilizzi di filmati.
La check-list fornisce in maniera sufficiente il livello di sovraccarico, riesce comunque a fornire anche
elementi adeguati per la gestione del rischio.

La check-list si compone di quattro schede, ognuna che analizza un aspetto di rischio differente.

SCHEDA 1

Postazione e tempi di ciclo

Nella prima parte della check-list è prevista una breve descrizione della postazione e del lavoro svolto. È
opportuno indicare se la lavorazione è caratterizzata da cicli oppure se è da considerare ripetitivo, anche se il
ciclo fosse lungo, per la presenza delle stesse azioni tecniche che si ripetono uguali a sé stesse per più di
metà del tempo di lavorazione.
prima di stimare i fattori di rischio è opportuno determinare il tempo netto di lavoro ripetitivo che si ottiene
sottraendo al tempo del turno totale i seguenti tempi:
- pause (programmate)
- pausa mensa (se prevista)
- tempo dedicato a lavoro non ripetitivo.
Nelle situazioni lavorative che non prevedono una distribuzione programmata di pause va riportato il
comportamento medio dei lavoratori nell’utilizzo delle pause fisiologiche o di altre pause aggiuntive.
Ottenuto il tempo netto di lavoro ripetitivo si potrà procede alla stima del tempo “netto” di ciclo [sec.]
considerando il numero di pezzi che il lavoratore deve completare nel turno utilizzando la seguente formula:

t”rip = t”netto / n° pezzi/cicli

Se confrontando il tempo netto di ciclo calcolato con quello del ciclo osservato dal valutatore esiste una
significativa differenza (> 5%), si dovranno riconsiderare:
- durata delle pause
- lavori non ripetitivi
- n° di pezzi o cicli
fino a ricostruire correttamente il comportamento del lavoratore.

Tempi di recupero

Per periodo di recupero si intende il tempo di sostanziale inattività fisica degli arti superiori, può essere per:
- pause di lavoro (ufficiali e non), compresa la pausa pranzo
-periodi di svolgimento di compiti di lavoro con sostanziale riposo dei gruppi muscolari prima impiegati (ad
esempio controlli visivi)
-presenza di periodi all’interno del ciclo, che comportano il completo riposo dei gruppi muscolari altrimenti
impegnati. Tali periodi (controllo visivo, tempi passivi o di attesa) per esser considerati significativi, devono
protrarsi consecutivamente per almeno 10 secondi per minuto e ripetersi periodicamente in ogni ciclo e per
tutto il lavoro ripetitivo.
L’analisi dei periodi di recupero inizia perciò con la verifica della loro presenza ( durata e distribuzione)
all’interno del ciclo e successivamente nell’intero turno di lavoro.
La scheda prevede sei scenari di distribuzione di interruzioni di attività e/o pause durante il turno di lavoro
con un corrispondente coefficiente, si possono utilizzare anche punteggi intermedi.

POSTAZIONE

Descrizione Durata
Ufficiale
Durata turno
Effettivo
Pause ufficiali Da contratto
Altre pause (oltre alle ufficiali)
Ufficiale
Pausa mensa
Effettiva
Ufficiale
Lavori non ripetitivi (pulizia, rifornimento,etc)
Effettiva
TEMPO NETTO DI LAVORO RIPETITIVO
N° pezzi o cicli Programmati
Effettivi
TEMPO NETTO DI CICLO [sec]
TEMPO CICLO OSSERVATO O DI RIPETIZIONE [sec]

TEMPI DI RECUPERO

MODALITÀ DI INTERRUZIONE DEL LAVORO A CICLI CON PAUSE O CON


ALTRI LAVORI (scegliere una sola risposta, possono essere usati valori intermedi)
Esiste un’ interruzione di almeno 8-10 minuti ogni ora (contare la mensa) oppure il tempo
0
di recupero è interno al ciclo.
Esistono due interruzioni al mattino e due al pomeriggio (oltre alla pausa mensa) di almeno
2 8-10 minuti in un turno di 7-8 ore o comunque 4 interruzioni oltre la pausa mensa in un
turno di 7-8 ore; o 4 interruzioni di 8-10 minuti in un turno di 6 ore
Esistono 2 pause di almeno 8-10 minuti l’unain un turno di 6 ore circa (senza pausa mensa);
3
oppure 3 pause oltre alla pausa mensa in turno di 7-8 ore
Esistono due interruzioni oltre alla pausa mensa di almeno 8-10 minuti in un turno di 7-8
4
ore (o 3 interruzioni senza mensa), oppure una pausa di 8-10 minuti in un turno di 6 ore
In un turno di 7 ore circa senza pausa mensa è presente una sola pausa di almeno 10 minuti;
6 oppure in un turno di 8 ore è presente solo la pausa mensa (non conteggiata nell’orario di
lavoro)
10 Non esistono di fatto interruzioni se non di pochi minuti (< 5min) in un turno di 7-8 ore
SCHEDA 2

Frequenza

La frequenza deriva dal conteggio delle azioni tecniche ponendole poi in riferimento con l’unità di tempo (n°
azioni al minuto).
L’azione tecnica è definita come azione comportante attività artro-muscolo-tendinea degli arti superiori: non
va identificata col singolo movimento articolare ma con il complesso di movimenti, di uno o più segmenti
articolari, che consentono il compimento di un’operazione lavorativa semplice.
La scheda è divisa in due fasi: dinamica e statica.
Se un’azione risulta essere con una durata uguale o superiore ai 5 secondi continuativi si può considerare
statica.
Qualora fossero presenti sia azioni statiche che dinamiche si deve considerare la condizione con punteggio
più elevato, nel caso di lavori con cicli molto lunghi, in cui gli stessi gesti lavorativi si ripetono in modo
molto simile, è sufficiente analizzare 2 o 3 minuti campione, contando le azioni tecniche di ciascuno dei
minuti e considerando come rappresentatività la frequenza media al minuto.

Uso della forza

La quantificazione della forza risulta problematica in quanto le metodiche quali la stima semiquantitativa
della forza esterna attraverso il peso degli oggetti manipolati, l’uso di dinamometro l’elettromiografia
presentano limiti teorici e applicativi.
Si ricorre quindi ad una apposita scala proposta da Borg in grado di descrivere lo sforzo muscolare
soggettivamente percepito a carico di un determinato segmento corporeo. I risultati derivanti dall’utilizzo di
questa scala, laddove la si applichi ad un adeguato numero di operatori addetti, si sono dimostrati almeno
grossolanamente paragonabili a quelli ottenuti attraverso l’elettromiografia di superficie.

Ai fini pratici, si identificano le azioni che richiedono un impegno muscolare minimale, per poi applicare la
procedura di valutazione dell’impegno di forza diverso da quello minimale.
Si calcolerà poi il punteggio medio ponderato per l’insieme delle azioni del ciclo, rendendo conto delle
frazioni di tempo di ciascuna azione con il relativo livello di “Borg CR10 scale”.

Si devono considerare le seguenti fasi operative:


- lo studio della forza segue quello relativo alla frequenza delle azioni
- può essere più efficace intervistare gli operatori a cura del tecnico che ha analizzato la prima fase di analisi
del lavoro e alla descrizione delle azioni
- va richiesto al lavoratore se all’interno del ciclo esistono azioni tecniche che richiedono un’apprezzabile
forza muscolare a carico degli arti superiori, lo sforzo muscolare non deve essere confuso con la stanchezza
complessiva (es a fine turno)
- estrapolando le azioni si deve chiedere all’operatore di attribuire ad ogni fare un valore delle voci della
scala Borg. Successivamente ad ogni azione si definisce la relativa durata e quindi rapportata al tempo della
durata del ciclo
- richiedere di spiegare il motivo di un’eventuale presenza di “sforzo fisico” per le azioni segnalate come
impegnative (a fini preventivi si può subito cercare la soluzione)
- ottenute tutte le informazioni si calcola il punteggio medio ponderato per l’insieme delle azioni del ciclo
moltiplicando il valore (scala Borg) attribuito a ciascuna azione per la frazione della durata del ciclo e quindi
sommando i risultati parziali
- in presenza di più lavoratori che svolgono lo stesso compito, è bene intervistarli tutti acquisendo così un
valore di forza maggiormente affidabile, qualora fossero presenti lavoratori di sesso diverso è opportuno
calcolare l’indice per il singolo sesso.

Vanno esclusi i lavoratori portatori di patologia dell’arto superiore, soggetti con anzianità lavorativa
inferiore all’anno, valori esterni al range 5-95 % , dati forniti da lavoratori privi di motivazione.

Valutazione soggettiva dello sforzo scala Borg CR10


0 Del tutto assente
0,5 Estremamente leggero
1 Molto leggero
2 Leggero
3 Moderato
4
5 Forte
6
7 Molto forte
8
9
10 Estremamente forte (praticamente massimo)
Il punteggio totale della forza si ricava sommando gli eventuali punteggi presenti nei tre blocchi.

FREQUENZA

Attività delle braccia e frequenza delle azioni da svolgere nei cicli.


È prevista una sola risposta per ogni blocco e prevale il punteggio più alto; è possibile scegliere valori
intermedi. Descrivere l’arto dominante, citare se il lavoro è simmetrico. Può essere talvolta necessario
descrivere entrambi gli arti, in questo caso di differenziano i risultati.
AZIONI TECNICHE DINAMICHE
0 I movimenti delle braccia sono lenti con possibilità di frequenti interruzioni (20 azioni/minuto)
I movimenti delle braccia non sono troppo veloci (30 az/min oppure azione ogni 2 sec) con possibilità
1
di brevi interruzioni
3 I movimenti delle braccia sono più rapidi (circa 40 az/min) possibilità di brevi interruzioni
I movimenti delle braccia sono abbastanza rapidi (40az/min), la possibilità di interruzione è più scarsa
4
ed irregolare
6 I movimenti delle braccia sono rapidi e costanti (50 az/min) sono possibili occasionali brevi pause
I movimenti delle braccia sono molto rapidi e costanti, la carenza di interruzioni rende difficile tenere
8
il ritmo (60 az/min)
10 Frequenze elevatissime, non sono possibili interruzioni (70 az/min)
AZIONI TECNICHE STATICHE
È mantenuto un oggetto in presa statica per una durata di almeno 5 secondiche occupa 2/3 del tempo
2,5
di ciclo o del periodo di osservazione
È mantenuto un oggetto in presa statica per una durata di almeno 5 secondiche occupa 3/3 del tempo
4,5
di ciclo o del periodo di osservazione

dx sx
Numero di azioni tecniche conteggiate nel ciclo
Frequenza di azione al minuto
Presenza di possibilità di brevi interruzioni

FORZA

Presenza di attività lavorative con uso ripetuto di forza delle mani/braccia (almeno una volta ogni pochi cicli
durante tutta l’operazione o compito analizzato)
possono essere barrate più risposte, sommare i punteggi parziali ottenuti. Scegliere se necessario anche più
punteggi intermedi e sommarli (descrivere l’arto più interessato, lo stesso di cui si descriverà la postura), se
si descrivono entrambi gli arti, differenziare i risultati.

Attività lavorativa punteggio Borg 8-10


Tirare spingere leve
Chiudere o aprire 6 2 secondi ogni 10 minuti
Premere o maneggiare componenti 12 1% del tempo
Uso attrezzi 24 5% del tempo
Si usa il peso del corpo per compiere le azioni lavorative 32 Oltre il 10% del tempo *
Maneggiamento o sollevamento oggetti * condizione inaccettabile

Attività lavorativa punteggio Borg 5-7


Tirare spingere leve
Chiudere o aprire 4 2 secondi ogni 10 minuti
Premere o maneggiare componenti 8 1% del tempo
Uso attrezzi 16 5% del tempo
Si usa il peso del corpo per compiere le azioni lavorative 24 Oltre il 10% del tempo *
Maneggiamento o sollevamento oggetti * condizione inaccettabile

Attività lavorativa punteggio Borg 3-4


Tirare spingere leve
Chiudere o aprire 2 1/3 del tempo
Premere o maneggiare componenti 4 Circa metà del tempo
Uso attrezzi 6 Più della metà del tempo
Schiacciare pulsanti 8 Pressoché tutto il tempo
Maneggiamento o sollevamento oggetti

SCHEDA 3

Posture incongrue

Per la valutazione del rischio posturale vanno descritte e quantizzate temporalmente solo le posture
incongrue e i movimenti qualora l’articolazione interessata operi in un’area superiore al 50% della sua
massima escursione angolare.
la valutazione del rischio posturale prevede 3 movimenti:
- descrizione delle posture e/o movimenti incongrui separatamente per le articolazioni scapolo-omerale, del
gomito, del polso e della mano (tipo di presa e movimenti delle dita) rispettivamente a destra e sinistra.
- se l’articolazione sta operando in area ad alto impegno, procedere alla temporizzazione del fenomeno
all’interno del ciclo (in frazioni del tempo di ciclo o di periodo di osservazione)
- l’evidenziazione della presenza di stereotipia di movimenti o mantenimenti e cioè di gesti lavorativi dello
stesso tipo individuabili attraverso l’osservazione di azioni tecniche o gruppi di azioni tecniche uguali a sé
stesse ripetentesi per più del 50% del tempo di ciclo, posizioni statiche mantenute uguali a sé stesse per più
del 50% del tempo di ciclo, cicli di durata brevissima, inferiore a 15 secondi con presenza di azioni degli arti
superiori.

Anche in assenza di posture incongrue vi può essere presenza di stereotipia legata ad azioni tecniche
identiche, ripetute per buona parte del tempo.
Fra i punteggi ricavati va considerato solo quello più elevato e va sommato a quello dell’eventuale
stereotipia, è possibile utilizzare punteggi intermedi. Il risultato fornisce il punteggio della postura.

POSTURA

Presenza di posture inadeguate delle braccia durante lo svolgimento del compito ripetitivo
Descrivere il più interessato o entrambi se necessario dividendo i valori
SPALLA
Le braccia non sono appoggiate sul piano di lavoro ma sono sollevate di poco
1
per più di metà tempo
Le braccia sono mantenute senza appoggio quasi ad altezza spalle (o altre
2
posture estreme) per circa il 10% del tempo
Le braccia sono mantenute senza appoggio quasi ad altezza spalle (o altre
6
posture estreme) per 1/3 del tempo
Le braccia sono mantenute senza appoggio quasi ad altezza spalle (o altre
12
posture estreme) per più della metà del tempo
Le braccia sono mantenute senza appoggio quasi ad altezza spalle (o altre
24
posture estreme) circa per tutto il tempo
NB se le mani operano sopra all’altezza del capo si raddoppiano i valori
GOMITO

Il gomito deve eseguire ampi movimenti di flesso estensioni o prono


2
supinazioni, movimenti bruschi per circa 1/3 del tempo
Il gomito deve eseguire ampi movimenti di flesso estensioni o prono
4
supinazioni, movimenti bruschi per più della metà del tempo
Il gomito deve eseguire ampi movimenti di flesso estensioni o prono
8
supinazioni, movimenti bruschi per circa tutto il tempo
POLSO

Il polso deve fare piegamenti estremi o assumere posizioni fastidiose (ampie


2
flessioni o estensioni o ampie deviazioni laterali) per 1/3 del tempo
Il polso deve fare piegamenti estremi o assumere posizioni fastidiose (ampie
4
flessioni o estensioni o ampie deviazioni laterali) per circa metà del tempo
Il polso deve fare piegamenti estremi o assumere posizioni fastidiose (ampie
8
flessioni o estensioni o ampie deviazioni laterali) per quasi tutto il tempo
MANO - DITA
La mano afferra oggetti o pezzi o strumenti con le dita
Pinch
Presa palmare 2 Per circa 1/3 del tempo
Presa ad uncino 4 Più della metà del tempo
Altre prese simili 8 Circa tutto il tempo
STEREOTIOPIA
Presenza di gesti lavorativi della spalla e/o del gomito e/o del polso e/o mani identici - ripetuti per più della
metà del tempo
Tempo di ciclo 8-15 sec e contenuto di azioni tecniche anche diverse tra loro
1,5
degli arti superiori
Tempo di ciclo inferiore a 8 sec e contenuto di azioni tecniche anche diverse tra
3
loro degli arti superiori
Usare il valore più alto ottenuto ai quattro blocchi preso una sola volta ed aggiungerlo al valore di stereotipia
eventuale.

SCHEDA 4

Sono previsti due blocchi, il primo valuta fattori complementari fisiomeccanici e il secondo fattori
organizzativi

Fisico – meccanici

L’elenco (non necessariamente esaustivo) considera:


-uso di strumenti vibranti
-estrema precisione richiesta dal compito (tolleranze di 1-2 mm nel posizionamento)
-compressioni localizzate si strutture anatomiche della mano o dell’avambraccio da parte di strumenti,
oggetti o aree di lavoro
-esposizione a raffreddamento da ambiente o da contatto con superfici fredde
-uso di guanti che interferiscono con la capacità di presa richiesta dal compito
-scivolosità della superficie degli oggetti manipolati
- esecuzione di movimenti bruschi o a strappo o veloci quali il lancio di oggetti
- esecuzione di gesti con contraccolpi (martellate, usare la mano come attrezzo, etc)

Fattori organizzativi

Si considerano come tali:


-i ritmi di lavoro determinati dalla macchina ma con presenza di zone polmone per cui si può accelerare o
decelerare almeno in parte il ritmo di lavoro
- i ritmi di lavoro completamente determinati dalla macchina: si applica quando il lavoratore deve operare in
linea con ritmi assolutamente prefissati.

Possono essere utilizzati tutti i punteggi intermedi o anche punteggi differenti, inferiori ma mai superiori a
quelli indicati.
per ogni uno dei due blocchi può essere scelta una sola risposta: la somma dei punteggi parziali ottenuti dai
blocchi fornisce il punteggio dei fattori complementari.

Presenza di fattori di rischio complementari


scegliere una sola risposta per blocco. Descrivere l’arto più interessato (lo stesso della postura). Può essere
necessario descrivere entrambi, in questo caso diversificare i valori scelti.
FISICO MECCANICI
2 Vengono usati per più della metà del tempo guanti inadeguati alla presa richiesta dal lavoro da svolgere
2 Sono presenti movimenti bruschi o a strappo o contraccolpi con frequenze 2 al minuto o più
2 Sono presenti impatti ripetuti (mano per dare colpi) con frequenza di almeno 10 volte all’ora
2 Sono presenti contatti con superfici fredde (< 0°c) o si svolgono lavori in celle frigorifere per più della
metà del tempo
2 Vengono usati strumenti vibranti o avvitatori con contraccolpo per almeno 1/3 del tempo.
Attribuire un valore 4 in caso di uso di strumenti con elevato contenuto di vibrazioni (martello
pneumatico, mola flessibile) se utilizzati per almeno 1/3 del tempo
2 Vengono utilizzati attrezzi che provocano compressioni delle strutture muscolo tendinee (verificare
arrossamenti, calli, ecc)
2 Vengono svolti lavori di precisione per più della metà del tempo che richiedono distanza visiva
ravvicinata
2 Sono presenti più fattori complementari per più metà dal tempo
3 Sono presenti uno o più fattori complementari che occupano tutto il tempo
ORGANIZZATIVI
1 I ritmi di lavoro sono determinati dalla macchina ma esistono zone polmone
2 I ritmi di lavoro sono completamente determinati dalla macchina
CALCOLO DEL PUNTEGGIO

Per ottenere il valore del punteggio finale intrinseco della check-list OCRA è sufficiente sommare i punteggi
ottenuti in ogni uno dei fattori di rischio separando arto destro e sinistro.

Qualora il tempo netto di lavoro ripetitivo del turno durasse meno di 420 minuti o più di 481 minuti, è
possibile correggere il valore di punteggio finale ottenuto rispetto alla effettiva durata del compito: questo
consente di ottenere il “valore del punteggio reale di esposizione” ponderandolo per il tempo effettivo di
lavoro ripetitivo nella posizione.

Indice di rischio

Se il lavoratore opera esclusivamente sul posto descritto in analisi, il valore della check-list OCRA attribuito
al posto è lo stesso da attribuire al lavoratore.
Se invece l’operatore lavora in più posti che comportano lo svolgimento di compiti ripetitivi è necessario, per
ottenere il punteggio di esposizione di quel lavoratore, si applica la seguente formula:

∑ 𝑝𝑢𝑛𝑡𝐴 ∙ %𝑃𝐴

Dove “puntA” sono punteggi intrinseci ricavati dalla check-list per le postazioni su cui si opera e “%PA”
rappresentano le rispettive percentuali di durata totale del lavoro

Punteggio intrinseco della postazione


Per calcolare l’indice di compito, sommare tutti i valori di ogni dicitura (recupero, frequenza, forza,
postura, complementari)
Punteggio
Individuazione dei moltiplicatori relativi alla durata totale giornaliera dei compiti ripetitivi
Per lavori part-time o per tempi di lavoro ripetitivo inferiori alle 7 ore o superiori a 8 moltiplicare il valore
finale ottenuto per i valori indicati. (tempo in minuti)
60-120 min 0,5 301-360 min 0,925
121-180 min 0,65 361-420 min 0,95
181 – 240 min 0,75 421-480 min 1
241 – 300 min 0,85 > 480 min 1,5
Moltiplicatore
Punteggio reale della postazione ponderato per l’effettiva durata del compito ripetitivo.
Per calcolare l’indice di compito moltiplicare il “valore intrinseco” per il moltiplicatore relativo alla durata
del compito
Punteggio reale

ANALISI DEL PUNTEGGIO

In funzione del punteggio ottenuto si verifica la fascia di rischio

Punteggio check-list Rischio fascia


< 7,5 Accettabile
7,6 - 11 Borderline, molto lieve
11,1 - 14 Lieve
14,1 – 22,5 Medio
> 22,5 Elevato

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