Professional Documents
Culture Documents
La prima ottava corrisponde alla "protasi", ovvero l'enunciazione del tema affrontato nel poema, e
il primo verso rappresenta una voluta imitazione di quello iniziale dell'Eneide (Arma virumque cano
Troiaeque qui primus ab oris) con la presentazione dell'eroe al centro dell'opera, il "capitano"
Goffredo di Buglione le cui "arme" sono "pietose" in quanto devote alla fede cristiana e alla guerra
santa della Crociata, anche qui con ripresa dell'aggettivo pius attribuito ad Enea che era sottomesso
alla volontà del fato.
L'impresa compiuta da Goffredo è celebrata come "glorioso acquisto", dal momento che il
condottiero ha riconquistato il "gran sepolcro" di Cristo (gli aggettivi sottolineano la grandezza
dell'opera militare) ed egli ha operato con saggezza e con ardimento militare, soffrendo molto nel
fare fino in fondo il proprio dovere. Goffredo è dunque presentato sin dall'inizio come guerriero
perfetto, non soggetto al turbamento delle passioni che invece svieranno i suoi "compagni erranti"
dalla centralità della loro missione, e infatti a lui spetterà il compito di riportarli sotto le insegne dei
Crociati, anticipando uno dei temi fondamentali del poema e cioè il contrasto fra dovere e
allettamento dei sensi, tra guerra e amore.
Viene anche prefigurato l'intervento del soprannaturale nelle vicende militari, poiché il Cielo ha
dato il suo favore all'impresa di Goffredo e ha vanificato il tentativo delle forze infernali di opporsi
all'inevitabile caduta di Gerusalemme, così come vana sarà l'unione tra l'esercito musulmano di
Terrasanta e quello proveniente dall'Egitto (dalla "Libia", intesa genericamente come il Nordafrica),
per cui si può dire che l'ottava proemiale riassume in modo sintetico tutti gli aspetti fondamentali
del poema, così come l'ultima (XX.144) avrà ancora protagonista Goffredo, che "vince" ed entra in
Gerusalemme adorando il "gran Sepolcro" (l'inizio e la fine dell'opera si rimandano con un
riferimento "circolare").
Nell'invocazione alla Musa (ott. 2-3) Tasso intende rivolgersi all'ispirazione divina e il poeta
chiarisce subito che non si tratta della divinità pagana, che è incoronata sul monte Elicona di allori
destinati a sfiorire perché legati a una poesia mortale, bensì di una Musa celeste che ha una corona
dorata di stelle e risiede in paradiso, quindi l'autore dovrà essere assistito direttamente da Dio nel
comporre un'opera di profondo significato religioso, molto diversa dai poemi di intrattenimento
dell'epica cavalleresca. Tasso giustifica anche la scelta di mescolare vero e invenzione romanzesca (i
"fregi" con i quali abbellisce il vero storico), poiché i lettori si rivolgono più volentieri a un'opera con
elementi piacevoli e attrattivi e in tal modo egli potrà più facilmente trasmettere il messaggio
religioso ed edificante del poema, che costituisce la più interessante novità letteraria rispetto alla
tradizione epica precedente. L'autore ricorre alla similitudine del bambino malato che deve bere
un'amara medicina e che viene ingannato facendolo bere da un "vaso" i cui bordi siano stati
cosparsi con "soavi licor", poiché da questo inganno egli riceve la guarigione e la vita: fuor di
metafora i "succhi amari" sono gli insegnamenti morali dell'opera, mentre le sostanze dolci sono
appunto i "diletti" poetici inseriti nella materia propriamente epica, ovvero gli intermezzi idillici che
apparentemente potevano stonare in un poema dedicato a un'impresa santa come la Crociata che
aveva portato alla riconquista di Gerusalemme. Tasso trae la similitudine da Lucrezio (De rerum
natura, I.936-942), che usa un'immagine molto simile per giustificare anch'egli la scelta di
affrontare la materia filosofica dell'epicureismo musaeo dulci... melle ("col dolce miele proprio delle
Muse"), onde evitare che il volgo, restio al linguaggio del sapere, se ne allontani come disgustato.
Le ott. 4-5 anticipano il motivo encomiastico al centro del poema, dedicato ad Alfonso II d'Este
(all'epoca protettore di Tasso e signore di Ferrara) che viene ringraziato dal poeta in quanto lo ha
generosamente accolto nella propria corte, lui che era "peregrino errante" in quanto privo di una
patria, esule come il padre Bernardo che aveva seguito nell'infanzia: l'autore usa la consueta
metafora del viaggio in mare, che per lui è stato difficile perché fiaccato dal fortunale (un vento
tempestoso) e rischiava di venire inghiottito dalle onde, finché Alfonso lo ha sottratto alla burrasca
e lo ha condotto in porto, dal momento che gli anni della composizione del poema a Ferrara furono
in effetti i più sereni nella vita personale di Tasso. Il poeta auspica addirittura che Alfonso possa
assumere il comando di un'ipotetica futura Crociata volta a riconquistare la Terrasanta, per cui il
signore di Ferrara viene chiamato "emulo di Goffredo" e a lui il poema è offerto come un "voto",
come un dono consacrato per il suo contenuto religioso. Il tema encomiastico verrà sviluppato
soprattutto con il personaggio di Rinaldo, leggendario capostipite degli Este e figura analoga al
Ruggiero del Furioso, specie nel canto XVII in cui il mago di Ascalona farà la rassegna degli illustri
antenati del guerriero e profetizzerà la venuta di Alfonso, "primo in virtù ma in titolo secondo".
Nella Conquistata la celebrazione degli Este ovviamente verrà meno, in seguito alla prigionia di
Tasso nell'ospedale di Sant'Anna e alla rottura dei rapporti con Alfonso, e il secondo poema sarà
dedicato al cardinale Cinzio Aldobrandini, nipote del papa Clemente VIII e protettore del poeta
negli ultimi anni.
L'accenno al "buon popol di Cristo" per cui Tasso auspica una pacificazione interna, necessaria
premessa a una successiva Crociata in Terrasanta, rimanda alla rottura dell'unità del mondo
cristiano in seguito alla Riforma e chiarisce fin dall'inizio che la lotta contro gli "infedeli" musulmani
nasconde in controluce quella contro gli scismatici e i predicatori che avevano sconvolto l'assetto
religioso dell'Europa del XVI sec., contro i quali da più parti si invocava una "crociata" per estirpare
la loro eresia (questo clima di contrapposizione preannuncia le guerre di religione che
divamperanno nel XVII sec.; ► PERCORSO: La Controriforma).
MODELLI:
MANIERISMO (SORRENTO 1554-ROMA 1595) TURBAMENTO:
ARISTOTELISMO
FOLLIA (sant’Anna)
POESIA EPICO-CAVALLERESCA
CORTE OPPRESSIVA
(ARIOSTO, BOIARDO)
CONTRORIFORMA
VIRGILIO (Riprende dalle Bucoliche il
dramma pastorale)
DANTE (dalla Divina commedia LINGUA E STILE
l’amore violento santa lucia/satiro) FIORENTINO DEL 300
ORAZIO (Miscere utile dulci, Labor PAROLE RICERCATE
Limae, materiam aequam / viribus SINTASSI SUBLIME
adatta a chi la scrive e conveniente) LATINISIMI, IPERBATI, ENJAMBEMENT
LUCREZIO (Col dolce miele proprio STILE TRAGICO
delle muse) OPERA PIU’ IMPORTANTE: STILE LIRICO
OMERO (Iliade) GERUSALEMME LIBERATA
TRAGEDIA CLASSICA
SOFOCLE, (EDIPO RE)
GERUSALEMME LIBERATA CARATTERISTICHE:
POEMA EROICO (con le 3 unità aristoteliche)
TRAMA LINEARE (Senza intermezzi romanzeschi tipici del poema cavalleresco)
POETICA CARATTERISTICHE:
POCHI PERSONAGGI PRINCIPALI
BIFRONTISMO
+BREVE DELL’ORLANDO FURIOSO
PESSIMISMO (Gerusalemme)
VERO STORICO
VERO STORICO
INVENZIONI A SCOPO INTRATTENITIVO
AUTOBIOGRAFISMO
MERAVIGLIOSO CRISTISTIANO (L’elemento fantastico trasformato in soprannaturale)
OPERE MINORI: INTROSPEZIONE DEI PERSONAGGI
AMINTA EROS E THANATOS (L’amore è impossibile legato spesso alla morte)
RE TORRISMONDO BIFRONTISMO
RIME PESSIMISMO E TRAGICITA’
DIALOGHI CONTRASTO: IDILLIO E DOVERE (l’amore e l’elemento pastorale distoglie dalla guerra)
EPISTOLARIO ELEMENTI IN ANTITESI
RINALDO DRAMMA PASTORALE
ELEMENTI CAVALLERESCHI
STRUTTURA GERUSALEMME LIBERATA
POEMA EROICO
IN OTTAVE (8 versi per strofa)
COMPOSTA DA 20 CANTI
Inizialmente col titolo “Gierusalemme”, poi come Goffredo, poi Gerusalemme liberata, e infine come Gerusalemme conquistata ( versione
pubblicata dall’autore dopo Sant’Anna)
LE PRIME 2 VERSIONI NON PUBBLIVATE LA TERZA PUBBLICATA SENZA AUTORIZZAZIONE RISCUOTE SUCCESSO, LA QUARTA RISCOSSE MENO
SUCCESSO.
PERSONAGGI GERUSALEMME LIBERATA
RINALDO, CRISTIANO, IL PIU’ GIOVANE E VALOROSO DEI GUERRIERI, MODELLATO SU ACHILLE (Iliade, ha in comune il valore e la forza, ma anche
l’abbandono della guerra in polemica e il ritorno per dare il suo contributo) e ORLANDO(Orlando furioso, perde il senno e lo riacquista grazie ad
un personaggio),
IMPAVIDO, IMMUNE ALLE LUSINGHE AMOROSE(non cede al fascino di Armida), UCCIDE GERNANDO E LASCIA IL CAMPO, SALVA I SUOI
COMPAGNI DALLA MAGA ARMIDA, DECISIVO (incanti nella selva di Saron, e nell’assalto finale a gerusalemme) UCCIDE SOLIMANO(forte
guerriero difensore di Gerusalemme) ISOLE FORTUNATE E MAGA ARMIDA RICORDA(ODISSEO e maga Circe e ENEA e Didone)
TANCREDI, CRISTIANO PERSONAGGIO STORICO =TANCREDI D’ALTAVILLA, VALOROSO, SI LASCIA DISTOGLIERE DAI SUOI DOVERI (per via
dell’innamoramento con CLORINDA) SI ALLONTANE INSEGUENDO ERMINIA (che lui crede sia CLORINDA) UCCIDE CLORINDA DI NOTTE, FALLIRA’
LA PROVA DEGLI INCANTI DI SARON(a causa della colpa per aver ucciso la donna amata, sentirà la sua voce provando a tagliare un albero per
della legna, l’albero sanguinerà), AFFRONTA 2 VOLTE ARGANTE E NELLA FASE FINALE LO UCCIDE(rimanendo però gravemente ferito e sarà
curato da Erminia), ERMINIA INNAMORATA DI LUI (non ricambia poiché innamorato di CLORINDA) SOLITARIO, TRAGICO, RAPPRESENTA LA
DEBOLEZZA UMANA DI FRONTE ALLE LUSINGHE AMOROSE.
CLORINDA, PAGANA, SIMILE A CAMILLA(di Virgilio), HA UN ARMATURA BIANCA E IL SIMBOLO DELLA TIGRE, VOTATA AL SUO DOVERE,
BELLISSIMA, INSENSIBILE AI RICHIAMI AMOROSI, HA ORGINI CRISTIANE( Arsete che la ha cresciuta glielo rivela in punto di morte ella fu affidata
a lui dal Senapo Re cristiano di Etiopia suo padre, non viene battezzata come richiesto dal padre) SI UNISCE ALLE TRUPPE DI DIFESA DI
GERUSALEMME, AMATA DA TANCREDI , LA UCCIDERA’ NON RICONOSCENDOLA, PRIMA DI MORIRE SI CONVERTE, RAPPRESENTA LA FEDE
INCROLLABILE, LA VOCE NELLA SELVA DI SARON( non è sua ma è una voce creata dagli incantesimi di ISMENO), RALLENTA I CROCIATI
DISTRUGGENDO(con l’aiuto di ARGANTE) LA TORRE E SVIANDO TANCREDI.
ARMIDA, PAGANA
MOMENTI SALIENTI GERUSALEMME LIBERATA
[I] Proemio dell'opera e dedica ad Alfonso II d'Este. L'arcangelo Gabriele, inviato da Dio, comunica a Goffredo che sarà il capitano della Crociata.
Rassegna dell'esercito cristiano, mentre a Gerusalemme re Aladino prepara la difesa della città.
[II] Il mago Ismeno, al servizio dei pagani, prepara inganni. Olindo e Sofronia si offrono come capri espiatori e vengono salvati dal rogo
dall'intervento di Clorinda. Argante offre a Goffredo l'alleanza del re d'Egitto, ma il capitano cristiano rifiuta.
[III] L'esercito crociato giunge a Gerusalemme e inizia i primi scontri coi pagani. Erminia mostra dalle mura della città i capi cristiani. Breve scontro
fra Tancredi e Clorinda. Argante uccide Dudone.
[IV] Concilio dei demoni infernali. Il mago Idraote invia la maga Armida al campo dei cristiani, dove la fanciulla crea scompiglio col suo fascino tra i
Crociati.
[V] I cristiani, ammaliati da Armida, si battono tra loro e Rinaldo uccide Gernando che l'ha provocato; rifiutandosi di sottoporsi al giudizio di
Goffredo, lascia il campo. Alcuni guerrieri cristiani segue Armida, di cui sono innamorati. Al campo crociato mancano i viveri.
[VI] Argante porge una sfida ai cristiani e si batte in duello con Tancredi, ma lo scontro è interrotto dal calar della notte. Erminia, innamorata di
Tancredi, indossa le armi di Clorinda e si reca al campo cristiano per curare l'amato, ma viene scoperta e fugge, inseguita tra gli altri da Tancredi.
[VII] Erminia viene ospitata dai pastori. Tancredi cade prigioniero di Armida e il suo posto come avversario di Argante è preso da Raimondo. I
demoni trasformano il duello in battaglia, scatenando poi una tempesta che si abbatte sui Crociati.
[VIII] Il danese Carlo riferisce della morte di Sveno. Al campo cristiano giungono le armi insanguinate di Rinaldo, che viene creduto morto. La furia
Aletto spinge Argillano a sobillare i guerrieri cristiani, accusando Goffredo di aver fatto uccidere Rinaldo, ma il capitano riesce a sopire la rivolta.
[IX] Solimano, capo dei predoni arabi, assalta il campo cristiano e riceve l'aiuto di Clorinda e Argante. L'arcangelo Michele interviene e respinge i
demoni all'inferno. Arrivano cinquanta cavalieri in aiuto dei Crociati e Solimano deve ritirarsi.
[X] Solimano viene condotto dal mago Ismeno su un carro alato a Gerusalemme, dove incita re Aladino a continuare la lotta. I cinquanta cavalieri
cristiani, tra i quali c'è anche Tancredi, raccontano di essere stati liberati da Rinaldo dal castello di Armida (dunque Rinaldo è vivo).
[XI] Processione al monte Oliveto. I Crociati assaltano Gerusalemme, eroicamente difesa da Argante, Clorinda e Solimano. Goffredo è ferito, ma
guarisce grazie all'intervento divino. I cristiani riparano una torre d'assedio rimasta bloccata.
[XII] Clorinda e Argante in una sortita notturna incendiano la torre dei cristiani. Duello tra Clorinda e Tancredi, che uccide l'amata. Disperato,
Tancredi è consolato da Pietro l'eremita.
[XIII] La selva di Saron viene incantata dal mago Ismeno e popolata di demoni, che vanificano i tentativi dei Crociati di entrarvi per far legna
(fallisce anche Tancredi). Il caldo e la siccità prostrano i cristiani, ma alla fine giunge la pioggia grazie alle preghiere di Goffredo.
[XIV] Goffredo invia Carlo e Ubaldo a liberare Rinaldo, prigioniero di Armida. Il mago di Ascalona, al servizio dei cristiani, spiega loro come
potranno vincere gli incanti della maga.
[XV] La Fortuna guida Carlo e Ubaldo su un vascello prodigioso alle Isole Fortunate; durante il viaggio, varcando le colonne d'Ercole, profetizza
l'impresa di Cristoforo Colombo. Arrivo alle Isole Fortunate. Carlo e Ubaldo affrontano le insidie di Armida.
[XVI] Carlo e Ubaldo penetrano nel giardino di Armida raggiungono Rinaldo, soggiogato dalla maga e trasformato in amante. Il giovane rinsavisce
e lascia le Isole Fortunate, mentre Armida medita vendetta.
[XVII] Rassegna dell'esercito egiziano, cui Armida si unisce e chiede aiuto per vendicarsi di Rinaldo. Il giovane crociato giunge dal mago di
Ascalona, che gli fornisce una nuova armatura. Celebrazione degli Este e della loro discendenza.
[XVIII] Rinaldo torna al campo cristiano ed è perdonato da Goffredo; poi si reca in meditazione sul monte Oliveto e in seguito vince gli incanti
della selva di Saron. I Crociati hanno la legna necessaria per ricostruire la torre d'assedio. Assalto alla città di Gerusalemme, in cui il mago Ismeno
è ucciso e Rinaldo riesce a salire sulle mura.
[XIX] Tancredi e Argante si affrontano in un feroce duello e Tancredi uccide il suo rivale. Rinaldo e i compagni intanto menano strage all'interno
della città. Vafrino, scudiero di Tancredi, è inviato come spia al campo egiziano. Erminia trova Tancredi ferito e lo cura, rivelandogli il suo amore.
[XX] Scontro finale tra l'esercito egiziano e i Crociati, che vede la morte di Solimano e Aladino. Armida tenta invano di uccidere Rinaldo, che
ancora ama, e alla fine si converte al Cristianesimo. Goffredo vince la guerra ed espugna il Santo Sepolcro, ponendo di fatto fine alla Crociata.