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LA NATURA RELAZIONALE DELLA PERSONA

La relazione è una dimensione costitutiva dell’essere umano e assume diverse forme come
ad esempio, relazioni amorose, relazione di amicizia, professionale, sociale.
Quante relazioni conosciamo?
-Relazione Professionale
-Relazione Sociale
-Relazione Di Amicizia
-Relazione Familiare
-Relazione con l’Ambiente
-Relazione con Se Stessi
-Relazioni Di aiuto (in ambito sanitario)
Sono tutte relazioni interpersonali, ovvero in contatto con le altre persone.

RELAZIONE D’AIUTO che per noi è molto importante perché si instaura in ambiente
sanitario.
Innanzitutto, la relazione interpersonale è la relazione che noi instauriamo con altre persone.
Ci sono, però, altri tipi di relazione che instauriamo ad esempio, con cose, ambiente, cibo,
animali queste dette sono tutte relazioni che possono essere vissute in modo diverso. Le
relazioni non avvengono solo con l’esterno. È molto importante anche la relazione con noi
stessi e tutte le relazioni influiscono su questa; relazione con la spiritualità o con la
trascendenza. Abbiamo visto, quindi, che ci sono diverse forme di relazione.
La relazione è quel tipo di legame che si instaura tra due persone che entrano in contatto
ma quel contatto che implica “uscire da sé stessi” per incontrare un altro, mettere qualcosa
in comune come, ad esempio, condividere degli intenti, delle finalità. Non significa
semplicemente interagire con una persona.

Caratteristiche Aristoteliche fondamentali che ogni essere ha e non può fare a meno di
avere

Sostanza: presuppone tutte le altre. È il centro su cui ruotano tutte le altre categorie vale a
dire che è quella più importante perché ci siano tutte le altre che in quanto ineriscono alla
sostanza si chiamano accidenti e sono:
Quantità

Qualità

Relazione --> disposizione attraverso la quale noi ci disponiamo nei confronti di un altro che
può essere una persona, una cosa, l’ambiente ecc.

Luogo

Tempo

Agire

Patire
L'uomo è sostanza relazionale o relazione sostanziale?? Domanda d’esame.

L'uomo è sostanza relazionale in quanto la relazione è intimamente connessa soltanto alla


sostanza quindi l’uomo che riesce ad avere relazioni solo perché esiste è definito sostanza
relazionale e queste relazioni sono costitutive dell’essere umano fin dal momento in cui
veniamo concepiti dove si instaura una serie di relazioni materno-fetali che condizionano
non solo lo sviluppo dell’embrione ma anche di quello della madre. Sono molteplici le
relazioni che si vengono ad instaurare quando si è ancora feto; quindi, la relazionalità è una
dimensione costitutiva dell’essere umano: il modo in cui viviamo è quello dell’apertura
all’altro, anche il linguaggio che noi usiamo la conoscenza che noi abbiamo, come ci
curiamo sono tutti aspetti che noi abbiamo e di cui ci serviamo per metterci in relazione con
gli altri. Quindi possiamo dire che il corpo è il nostro primo strumento per relazionarci agli
altri, perciò, a persona è naturalmente dotata di innumerevoli proprietà fondamentali, abilità
e strumenti, finalizzati per interagire, cioè per entrare in relazione con tutto ciò che la
circonda e la contiene. Nella relazione col tu, con il voi, con l’essi, l’uomo si comprende
come io. Quindi noi abbiamo bisogno degli altri perché le relazioni con gli altri sono
fondamentali per farci capire noi stessi. Attraverso il riscontro che ci danno gli altri noi
riusciamo a capire meglio le nostre qualità, le nostre attitudini però, in realtà, l’Io non è il
miglior giudice cioè noi non riusciamo ad essere imparziali nei confronti di noi stessi, molte
volte siamo troppo duri con noi stessi quando magari non serviva esserlo così tanto. quindi,
il confronto con gli altri ci è utile anche per conoscerci meglio e per svilupparci pienamente.

La riduzione della persona alla relazione non è priva di conseguenze sul piano antropologico
e quindi clinico anzi, è molto pericolosa in quanto affermare che tutte quelle persone che si
trovano in condizioni di salute tali da non poter avere relazioni con gli altri (che sono un
elemento fondamentale per svilupparci pienamente) non sono degne di vita e che per loro si
dovrebbero considerare percorsi alternativi è una vera atrocità perché pur non avendo
relazioni quelle persone sono comunque esseri umani. È perciò, per questo che ridurre
l’essere umano a relazione è davvero pericoloso. L'uomo che non è in grado di avere
relazioni non è essere umano.

La relazionalità è una dimensione originaria dell’essere umano in quanto l’essere umano


non è che si auto crea ma è frutto di una relazione.

Ogni persona è insieme insufficienza e positività. Insufficienza cioè egli da solo è


insufficiente, ha bisogno delle relazioni in quanto da solo non è in grado di far fronte a tutti i
propri bisogni. Positività ognuno di noi è qualcosa di bello; l’apertura relazionale si fonda su
entrambi gli aspetti.

L'uomo è un animale razionale dipendente (Alasdair McIntyre): mette in luce la dipendenza


dagli altri ma sottolinea che abbiamo comunque una nostra individualità; quindi, la relazione
che l’uomo stabilisce con gli altri e con l’ambiente circostante è scandita da bisogni e
desideri che emergono in ogni essere umano. Perciò possiamo dire che il confronto con gli
altri è utile per allargare il pensiero, le proprie idee, la libertà. Non è buono negare
l’importanza degli altri o vivere le relazioni solo in funzione di sé stessi; nei nostri tempi è
molto diffusa la tendenza di trattare gli altri come fossero oggetti. Guardini, scrive un libro in
cui all’interno troviamo un pensiero effettivamente giusto e cioè “L’uomo non è una realtà
chiusa, bloccata in sé. È questo l’assioma illusorio di un individualismo senz’anima. Se si
chiude in sé l’uomo non raggiunge mai la propria autentica identità ma pensando di
affermarsi, in realtà si perde. Chi pensa di poter vivere da solo ha un modo distorto di vivere
le relazioni che porta una serie di conseguenze” Quello che dice Guardini si sviluppa molto
spesso perché non tutte le nostre relazioni sono relazioni sane in quanto chi pensa di poter
vivere è come se negasse a sé stesso l’evidenza e questo porta una serie di conseguenze.
È molto importante, quindi, curare le relazioni in quanto influenza positivamente o
negativamente il nostro vissuto e la nostra realizzazione personale; es. la mancata, o
alterata relazione con gli altri prova disagi e quindi, genera condotte perverse che spesso
riempiono anche le pagine dei quotidiani e infoltiscono il numero dei processi giudiziari un
esempio possono essere i casi di femminicidio, palesemente un modo sbagliato di vivere la
relazione concentrata solo su stesso e con l’altro che viene visto come un oggetto e quando
si percepisce che quell’oggetto non può essere più nostro, si agisce in modo crudele,
egoistico e sbagliato. Bisognerebbe tenere bene a mente che ci sono cose che sono più
importanti del solo possedimento in qualcosa. Ci sono persone che possiedono tantissimo
ma questo non basta per essere felici. Una persona non creando relazioni con gli altri si
sente sola e questo può portare a serie conseguenze. Anche la mancata relazione ordinata
dell’uomo con sé stesso isterilisce a lungo andare la vita interiore, mette a tacere la voce
della conoscenza e genera vuoto nell’animo del narcisista. Quindi, anche il non avere una
buona relazione con sé stesso porta a conseguenze negative in quanto non ci aiuta a
migliorare, non sviluppiamo a pieno le nostre potenzialità e, quindi, ci costruiremo
un'immagine di noi che in realtà non ci corrisponde e questo può portare a dubbi esistenziali
quindi una relazione non ordinata con sé stessi non ci permette nemmeno di avere una
buona relazione con gli altri. Anche una relazione disordinata dell’uomo con l’ambiente può
fomentare in lui ambizioni irrefrenabili mettendo altresì a rischio l’equilibrio del pianeta e la
vita di intere generazioni. In conclusione, anche tra le relazioni ci deve essere come un
rapporto ordinato, come fosse presente una gerarchia tra le relazioni. Avere buona relazione
con gli altri può influire positivamente con la relazione che abbiamo con l’ambiente.

Elementi fondamentali della relazione secondo Aristotele: (probabile domanda d'esame)

Soggetto: colui dal quale parte l’esigenza della relazione (che è un elemento costitutivo di
ognuno di noi).

Termine: la persona verso cui mi dispongo. Persona con la quale il soggetto è posto in
relazione

La stessa relazione: che tipo di relazione si crea

Fondamento: sta alla base di tutto. Dire su cosa la relazione si dovrebbe fondare perché sia
adeguata, ordinata

Il fondamento di ogni relazione umana ordinata, adeguata è LA VERITA’ la mancata o


soppressa relazione con la verità altera il senso del reale e riduce la comprensione di
persone e cose a logica di egoismo e di dominio perché quello poi è il risultato quando io
non riconosco l’atto per quello che è.
Negli ultimi anni c’è stato un importante incremento di interesse nei confronti del tema della
relazione con il paziente. (side con i dati raccolti) I sanitari denunciano una mancanza di
presa di coscienza di quanto sia importante la relazione con il paziente; non si può fare a
meno delle relazioni con i nostri pazienti. Sembra che i buoni medici siano diventati più rari
(libro di vedi slide); Buoni medici sono definiti quelli in grado di relazionarsi con tutti i malati.
Tutti gli altri hanno la conoscenza adatta ma non sono poi dei buoni medici. Tutto ciò ha un
riscontro nel codice deontologico (quella slide va studiata) fa parte della professionalità
dell’infermiere curare le relazioni. Non solo sapere tecnico ma sapere instaurare una
relazione. Noi siamo quelli che avremo più contatto con i pazienti.

Ognuno di voi è come se deve portarsi dietro uno zaino cui bisogna mettere dentro tutto ciò
che serve per la nostra professione.

Relazione di aiuto: particolare tipo di relazione interpersonale asimmetrica dettata da un


problema di salute (bisogno di cura) già detto sopra. Implica due soggetti:

Chi chiede aiuto per ristabilire/promuovere la salute e Chi può o comunque dovrebbe fornire
l’aiuto che non si tratta solo di aiuto tecnico – scientifico ma anche un’assistenza di
comunicazione e ascolto.

Relazione di cura anche nel codice deontologico.

In quale articolo del codice deontologico si fa riferimento alla relazione di cura?? Possibile
domanda d'esame: Art 4 e art 21 dove dice che è proprio compito dell’infermiere quello di
stabilire una relazione di cura cioè uscire da noi stessi per abbracciare l’altro, per assisterlo
altrimenti sarebbe solo un interagire.

Di cosa abbiamo veramente bisogno entrando in relazione con gli altri in ambito
professionale?

il soggetto ha bisogno di altri non per essere soggetto, ma per vivere da soggetto e che il
bisogno di altri passa attraverso la relazione di riconoscimento cioè bisogno di
riconoscimento (frase del filosofo morale Botturi) vale a dire:

In ambito professionale tutto ciò che facciamo, lo facciamo per avere riconoscimento dagli
altri che non vuol dire che ci debbano mettere su un piedistallo piuttosto, il riconoscimento
sta in quell’esigenza che ogni uomo ha di usufruire in modo benefico del giudizio di altri
uomini laddove il giudizio deve essere imparziale quindi, si deve fondare sulla verità; perciò,
in primis gli altri mi devono riconoscere come essere umano e non come oggetto da sfruttare
per i propri interessi. Quindi il bisogno di riconoscimento è riconoscere che sono un essere
umano come te, ho le tue stesse capacità e i tuoi stessi diritti, ho come te la tua stessa
esigenza di riconoscimento e quindi quando tu mi giudichi devi comportarti come un
soggetto in grado di attivare in me un percorso di verità, farmi interrogare se quello che
facendo è cosa giusta o meno ecc. Inoltre, è importante sapere che il bisogno di
riconoscimento si differenzia da quello che è il bisogno di consenso che è l’esigenza del
miglior giudizio possibile da parte di una certa persona o di un certo gruppo di persone nei
nostri confronti. Il bisogno di consenso porta delle criticità in quanto non bisogna dipendere
dal consenso degli altri perché ciò che per loro è buono magari non lo è per noi, inoltre
bisogna ricordarsi che esistono persone che provano divertimento a demolire, a far sentire
inadeguati gli altri, quindi, non bisogna far dipendere la nostra vita, la nostra
autorealizzazione dagli altri in questo senso.

Bisogna stare attenti soprattutto in ambito professionale dove le autentiche relazioni sono
quelle che si basano sulla pariteticità: stile di relazione che porta a non ricercare il dominio
del giudizio altrui bensì a goderne secondo verità; quindi che la persona mi riconosca come
essere umano, che mi riconosca come portatore delle stesse esigenze degli altri e che mi
aiuti a svilupparmi per quello che sono quindi dandomi il giudizio dicendo le cose come
stanno di modo che io possa svilupparsi secondo verità.

sullo zaino che dice il codice dent ricordarsi che nn è che ci mettiamo le cose dentro e ce lo
portiamo per sempre dietro così
. Chiedersi se bisogna cambiare qualcosa togliere o aggiungere quindi migliorare sempre cio
che abbiamo in quello zaino per essere cosi dei bravi professionisti

Bisogno di riconoscimento: esigenza che ogni uomo ha di usufruire del giudizio di altri
uomini in modo benefico
Bisogno di consenso: esigenza del miglior giudizio possibile da parte di una certa persona
o di un certo gruppo nei nostri confronti.
Pariteticità: stile di relazione che porta a non ricercare il dominio del giudizio altrui, ma
accettare la realtá

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