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Scienza e Ingegneria iC Mn CeM rT LOM iriwer i ratty William D. Callister, Jr. Department of Metallurgical Engineering The University of Utah Edizione italiana a cura di: Prof. Claudio Caneva Dipartimento di Ingegneria Chimica, dei materiali, delle materie prime e metallurgia Universita degli Studi di Roma “La Sapienza” refazione Toogsescnins etisne bo cosa poi prer ernment i scienza e dell ingegneria dei materiali che sono stati presentati nelle edizioni precedent 1 Primo, ¢ primario, obiettivo 2 di presentare le basi fondamentali ad un livello appropriate per ali studenti di cotlegsjmiversita che hanno completato i corsi di base di matemnatica, di chimica € di fisica del primo anno. Per acquisire questo scopo ho cercato di usare terminologie che sono familiar’ allo studente che incontra per la prima volta la disciptina della scienza e delVingegneria dei materiali, ed anche di definire ¢ spiegare tutti termini non familiar. Ti secondo obiettivo & quello di presentare la materia in ordine logico, dal semplice al pid ‘complesso, I primi dodici capitoli riguardano essenzialmente i materiali metallici ¢ le loro leghe che, da un punto di vista strutturale, sono i pid senaplici dei quattro tipi di materiali. { successivi cinque capitoli tratano, nell ordine, i materiali ceramici, polimeriei e compositi. Inoltre, ogni capitolo si basa sui contenuti dei precedent, Questo & particolarmente vero per i Capitoli da 2 a 11, che trattano i legami atomici, le strutture cristalline, le imperfezioni, diffusione, le propriett meccaniche, le dislocazioni, la fratrura, i diagrammi di fase le tea- sformazioni di fase ed i trattamenti termici, in questa sequenza, Alterzo obiettivo, ovvero la filosofia, che mi sono sforzato di mantenere in tutto il testo & che se si deve trattare um argomento o un concetto, allora lo si deve trattare con sufficiente. dettaglic in modo che gli studenti abbiano opportunits di capirlo pienamemte senza dover consultare altre fonti; a cid si ageiunge che, per la maggior parte degli argomenti trattati, Vengono citate applicazioni pratiche. La trattazione & condota in modo chiaro ¢ canciso, per consentire un livello di comprensione appropriato. Il quarto obicttivo 2 quello di inctudere in questo libro clementi destinati ad zgevolare il processe di apprendimento. Fanno parte di questi ausili didattici le numerose illustrazioni e fotografie, per aiutare a visualizzare quel che si sta presenitando; le domande ed i problemi di fine capitolo ele risposte ad alcuni problem: per facilitare auto valutazione; un glossario, un. elenco dei simboli e bibliogratia per facilitare la comprensione della materia; un software per computer che fornisce (1) un componente interattivo che fa visualizeare meglio i concetti, (2) ‘un database che pud essere usato per risolvere problemi di scelta dei materiali e di progetta- zione ¢ (3) uno strumiento per risolvere le equazioni. ‘Riguardo alle domande ed ai problemi, Ia maggior parte dei problemi prevede dei caleoli per ottenere soluzioni aumeciche: in taluni casi, si richiede allo studente di dare ua giudizio, sulla base di tali soluzioni. Inoltre, alcuni dei concetti che fanao parte della disciplina di seienza ed ingegneria dei materiali, sono descrittivi in natura. Quindi, sono state incluse anche domande che richiedono risposte descrittive scritte; il fomnire tisposte scritte siuta lo studente a comprendere meglio i relativi concetti, Le domande sono di due tipi: con un tipo lo studente deve solo esporre con proprie parole un argomenta del testo: le altre domande chiedono allo studente di ragionarci sopra e/o di sintetizzare prima di pervenire ad una con- clusione o ad una soluzione. Prefasione ASPETTI CHE SONO NUOVI PER QUESTA EDIZIONE (INEDITI) Anzinutto, ogni capitolo inizia con due nuove sezioni: “Perché studiare..." ¢ “Obiettivi del capitol”. Ciascuna sezione “Perché studiare...” stabilisce la rilevanza degli argomenti che sono discussi net capilolo ¢, nella maggior parte dei casi, di almeno vn esempio. La sezione “Obiettivi del capitolo” fomnisce un. breve elenco degli obiettivi di apprendimento generale tilevanti per i principi ed i concetti chiave che lo studente doveebbe venire a comprendere € quindi, in talune circostante, essere in grado di applicare, ‘Secondo, per migliorare la comprensione del processo di scelta dei materiali, ho portato significativi cambiamenti nelle appendici ¢ aggiunto diversi esereizi sulla scella dei materia- Ti, L’Appendice B “Proprieta dei materiali ingegneristici selezionati" contiene ora i valori di undici proprieta (p.es. densit’, resistenza meccanica, conduttivisa elettrica, eee.) per un cen~ tinaio di material, Alconi di questi database erano nella quarta edizione (come Appendice C), tuttayia, non sempre per uno stesso materiale si poteva disporre di tutte le proprieta. Inoltre, @ stata inclusa una nuova Appendice C che contiene i prezzi di tutti i materiali elencatt ‘nell’ Appendice B; i criteri di scelta dei materiali comprendona quasi sempre considerazioni sui costi. ‘Terzo, ho provato, in questa revisione, a limitare I'aggiunta di nuovo materiale. Le istitu- zioni di ingegneria delle universita sono giustamente preoccupate della crescita (e quindi anche dei costi) delle nuove edizioni di un testo. To concorde con questa preaccupazione ed ho cercato di minimizzare l'aggiunta di nuovo materiale che avrebbe potuto portare ad una edizione pia voluminasa. Tuttavia, alcuni aggiunte erano necessarie per poter mantenere un {esto aggiomate. Sono stati aggiunti un certo numero di problemi, la maggior parte dei quali di tipo progertuale, e parte degli altzi sono stati rinnovati. Dato i! consenso che ha oggi un testo di introduzione alla scienza ed ingegnetia dei materiali nelle facoltd di ingegneria sareb- be, tra le altre cose, stato utile includere una componente significative di progettazione. Io non ho ritenuto conveniente per questo eliminare sezioni del libro, la petdita delle quali avrebbe compromesso il contenuto di scienza, solo per fare questa edizione pit breve. SOFTWARE DI ACCOMPAGNAMENTO. Con questa nuova edizione del testo & disponibile su CD-ROM il software IMSE: Interactive Materials Science and Engineering, giunto alla terza edizione. il software, gia fornito con la precedente edizione, & stato aggiomato ed arricchito ed ha ora le seguenti caratieristiche © capaci 1. Genera sul monitor del computer proiezioni tridimensionali delle figure ¢ dei provessi che sono difficili da rappresentare su due dimensioni sulle pagine de! testo (p.es., celle unita- rie, piani e dicezioni cristallografiche, molecole di polimeri, dislocazioni. 2. Contiene immagini relative ad alcuni dei problerni esercitativi, per facilitume Ja solu- zione, 3. Contiene un problema inerente ua progetto della diffusione; lo studente ha le possibi- itd di specificare i valori dei diversi parametri della diffusione, in base ai quali il software cesegue gli opportuni caleoli per famire alla fine una soluzione grafica. ‘4. Nove animazioni (con audio) iLustrano i fenomeni del rafforzamento mediante For- mazione di soluzione solida ed i concetti che possono essere spiegati con i diagrammi di fase (€s. soluzioni solide ¢ situazioni bifasiche). '5. Nel CD-ROM vi sono anche i database celle propricti dei materiali¢ dei costi che sono nell’Appendice B eC. L'utente pub enteare con un elenco di propriett 0 di costi ed avere i ‘materiali ordinati in base a valosi di proprieta o di costo. In aggiunta, "utente pud utilizzare Prefarione * ix ‘questi database per gli esercizi sulla scelta dei materiali. Per pit di tre proprieta (0 due pro- Prieta ¢ costo) si pud specificare il massimo ed il minimo valore ed il software seleziones’t tutti i materiali che rientrano in questa intervallo. Sono stati formulati numerosi problemi che riguardano la scelta dei materiali e che possono essere risolti utilizzando questa caratteristica, del software. 6, Nuovo in questa versione del software @ anche l’inserimento di E-Z Solve: The Engineer's Equation Solving and Analysis Toot. Esso pud essere utilizzato per risolvere con facilita equazioni algebriche numeriche e differenziali ordinarie. In questa edizione sono stati ‘presi in considerazione alcuni di tali problemi. E, naturalmente, 5-Z Soive pud essere usato per risolvere problem: di caleoto complessi incontrati in altri corsi di ingegneria. Qualora vi sia, in questo li2ro, un testo o un problema che richieda |’ uso del software, una piccola icona, ziportata a margine, indica il modulo ad esso associato. Questi moduli e le loro ‘icone corrispondenti sono le seguenti: Prove i uazione a ‘Strutture ceramiche a Diffusione e problemi progettuali Cristallogratia e Celle unitarie Strutture polimeriche a Irrobustimento per sotuzione solida, a Dislocazion & Diagramnmi di fase a SITO WEB DI SUPPORTO. Asupporto del testo esiste il sito Web wwew.wiley.com/college/eallister. I sito mette adispo- sizione un lungo elenco di abicttivi di apprendimento, aggiornamenti, argomenti aggiuntivi e risorse didattiche, ¢ si collega ad altri importanti siti Web ed alice risorse, Puoi visitarci spes- so pet raccogliere nuove risorse che rendiamo disponibili per aiutare i docenti ad insegnare ali studenti ad epprendere fa scienza ¢ I'ingegneria dei material. RISORSE PER TL DOCENTE RIGRAZIAMENTI Peri docenti che hanno adottate i] testo sono disponibili sa CD-ROM le seguenti risorse: (L) soluzioni demtagliate di tutte le domande ed i problemi di ogni fine capitolo; (2) fotografie ed illustrazioni chiave che appaiono nel ro, in modo che i! docente possa stamparle ¢ distri- buirle agli allievi oppure preparare diapositive nel formato desiderato; (3) nuove per questa edizione, um elenco (con breve descrizione) di possibili dimostrazioni in aula che inquadrana il fenomeno e/o illustenno principi discussi nel libro (con bibliografia per un maggior approfondimento ed una miglioce esposizione della dimostrazione); (4) un nuovo elenco di importanti esperimenti di labocatorio e (5) suggerire programmi di corsi per diverse discipli- ne ingegneristiche. Desidero esprimere il mio apprezzamento a coloro che hanno contribuite a questa edizione, Sono particolarmente obbligato con le seguenti persone: Casl Wood della Utah State Profastone University, Rishikesh K. Bharadwaj delia Systran Federal Coporation, Martin Searcy della Hewlett-Packard Company, James Moore Linda Schadler del Rensselaer Polytechnic Institute e Ronald G. Kander del Virginia Polytechnic Institute € della State University. Inoltre, idee e suggerimenti utili mi sono stati fornici da Enily Allen San Jove State University William D. Armstrong Univeristy of Washington ‘Michel W. Barcoum Droie! University Audrey Butler University of lows Manfred Caniow San Jose State University Paul R. Chalker ‘The University of Liverpool LR, Chetibowsicy University of Minnesota George A. Cooper Caiversiy of Californix (Berkeley) an Diz San Jose State University James HL Edgar Kansas State University Stuart Feldman sity of Michigan Brian Finn University of Washington K.S. Stee Harshe Son Tose State University HN. Hashem Northeastern University Robert Heidersbach al Poly San Luis Obispo John Hudson Rensselaer Polytechnic Insitute Alan Karplus ‘Western New England College Sandee Kwiacek USS. Naval Academy Jennifer A. Lewis University of Mois Norman Munroe Florida Imernationa} Univesity Parick P Piezo San Jose State University Mark R Plcbia Michigan Technological Universiny W.M. Reichert Duke University Murray Roblin Cal Boly Parca TW. Rogers Jt University of Washington David Srolevits University of Michigan ‘Taorans G, Stoebe aaversiy of Washington Robert G. Siang University of Weshington Steven M. Yalisove University of Michigan Linda Vanasupa (Cal Poly San Luis Obispo LM. Yang ucta ‘Sono anche obblignio con Wayne Anderson, Editore garante, ¢ con Monique Calelto, Editore di produzione, alla Wiley per la loro assistenza e la guida alla revisione. Ringrazio ¢ ‘mi scuso con gli altri collahoratori che posso aver dimenticato di ringraziare. Infine, ma cer- tamente non ultimo, il continuo incoraggiamente e sostegno delta mia famiglia e degli amici 2 profondamente ¢ sinceramente apprezzato. Wintiam D, Caister JR, Sali Lake City, Utah Gennato 1999 Indice generale ELENCo DETSmMBOLT IK 1 Introdutione_1 Obiertvi di apprendimento 2 Ll Prospettive storiche 2 1.2 Scienza. ingegneria dei materiali 2 1.3 Perché studiare la scienza e |’ingegneria dei mateciali? 4 14 Classificarione dei materiali 5 1.5 Materiali avanzati 6 1.6 Esigenze dei materiali modemi 6 Biblicgrafia 7 Struttura atomica e legami interatomici_9 Obientivi di apprendimento 10 21 Introduzione 10 STRUTIURA ATOMECA, 10 22 Concetifondamentali 10 23 ‘etteoni negli atom LL 24 — Latavola petiodica 17 Lecaym stoMicr set soup 17 25 Forze ed energie di Legame 17 2.6 Legami atomici primari 21 2.7 Legami secondari o Van der Waals 25 28 Molecole 27 Sommmarto 27 Termini e concern importanti 28 Bibiiografia 28 Domande ¢ problemi 29 3._Lastruttura dei solidi cristaltini 31 ‘Obiettivi di apprendimento 32 3.1 Introduzione 32 Lesimerrume enisrattine 32 3.2 Concettidibase 32 3.3 Lecelle unitarie 33 3.4 Le strutture cristalline dei metalii 34 xii + Indice generale 35 Caleolo della densita 38 5.6 Altre vie della diffusione 107 3.6 Polimorfismo ed sllotropia 39 Sommario 108 3.7 Sistemi cristallini 39 Termini e concett important 108 Le DIREZIONI £1 PIANT CRISTALLOGRAFICE 40 Bibliografia 108 3.8 Direzioni cristallografiche 40 Demanic ¢ problemi 108 39 PianiCristalografici 44 . ‘che dei metatit graf metalli_113 3.10 Densith atomica lineare ¢ planare 48 $,__Proprieta meccaniche dei metalli_113 3.11 Lestrutture cristalline compatte 50 Obiettivi di apprendimento 114 6.4 Introduzione 114 MATRRISLE CRISTALLINE E NOY CuUSTSLLIM 52 82 Concent ai sforzoe dideformazione 11S 312 fall 52 DEFORMAZIONE FLastica 119 3.13 Materiali policristallini 52 314 Anisotropla 33 63. Componamento sforzo-deformazione 119 3.18 Diffrazione ai raggi X: determinazione delle 64 122 . ‘strutture cristalline 54 6.5 Proprieti elastiche dei materiali 123 3.16 Solidi non cristal! 59 DeFORMAZIONK PLASTICA 125 Sonmarto 60 6.6 Proprietiiatrazione 126 Termini ¢ conceti important 61 67 — Sforzoe deformazione reali 132 Bibliografia 61 68 — Recupero elastico durante deformazione Demande e problemi 61 plastica 135 69 Deformazione a compressione a taglio ed a Imperfezione net solidi 67 torsione 135 Obiettivi di apprendimento 63 6.10 Durezza 135 41 Introduzione 68 6.11 Variabilita delle proprieta dei materiali 141 Dierrretwrus 68 6.12. Fattori di progettazione e di sicurezza_ 143 4.2 Vacanze e difeti autointerstiziali 68 Sonmario 145 Peau anienaeiien Termini econcetn iporianii 146 Bibliografia 146 mpewerions wiste: 75 Domande e problem! 146 44 — Dislocazioni—difeti lineari 75. 45. Difettiinterfacciali 79 46 — Difetti di massao di volume 82 Dislocazioni ¢ Meccanismi 4.7 Vibrazioni atomiche 82 di indurimento 154 Eyam wicroscoricr 82 Obiettivi di apprendimento 155 48 Generalita 82 7.1 Introduzione 155 4.9 Microscopia 83 DISLOCAZIONI E DEFORMAZIONE PLASTICA 185. 4.10 Determinazione della dimensione del grano 87 7.9 Concetti di base 155 Sommario 88 . 7.3 Caratteristiche delle dislocezioni 158 Termini e concettiimportanti 89 JA Sistemi di scorrimento. 159 Bibliogrofia 89 7.5 Scortimento nei singoli cristalli 160 Domande e problemi 89 7.6 Deformazione plastica dei materiali policristallini 164 5.__Diffusione _93 7.7 Deformazione per geminazione 165 ‘Obientivi di apprendimento 94 5.1 Introduzione 94 5.2 Meccanismi di diffusione 95, MEcCaNISMI DI INDURIMENTO NEA METALL 167 7.8 Indurimento per riduzione della dimensione del 3 grino 167 33° Diffusione stazionaria 97 7.9 Tndurimento per formazione di una soluzione 54 Diffusione non stazionaria 99 lida 169 5.5 Fattori che influenzano ta diffusione 102 * 7.10 Tncrudimento 170 7 72 713 SL 82 Ba 84 85 86 87 88 39 8.10 Bal 8.12 8.13 84 8.15 8.16 OL 92 93 oA 95 96 Re coveney, WICKISTALLIZZ AIO ED AUCRESCIMENTO DFL-GRANO 173 173 fazione 174 Ingrossarnento del grano 178 Sommanio 180 Termini ¢ concent importanti 180 Bibliogrofia 181 Demande e problemi 18 La rottura 185 Obiettivi di apprendimento 186 Introduzione 186 Pasties 186 Fondarcenti della Fraitura 186 Frattura duttile | 187 Frattura fragile 180 Principi di meccaniea della frattura 192 ‘Valutazione della frattura da impatto 205 Fata 210 Sforziciclici 210 LacurvaS-N 212 Innesco e propagazione della cricca 214 Velocita di propagazione di una cricca 217 Futtoti che influiscono sulla vita a fatica 223 Effetti Ambientali 225 SCOMREMESTO A CALDO.O CREE 226 Comportamento generalizzato allo scorrimemto a calio 226 Effetti dello sforzo ¢ della temperatura 227 ‘Metodi di estrapolazione dei dati 229 Leghe per alta temperarura 230 Sommaria 231 Termini e concettiimportanti 233 Bibliografia 234 Domande e problemi 234 Diagrammi di fase 241 ‘Obiettivi di apprendimento 242 Ineduzione 242 DEvINIOS E COMCETTL DT BASE 242 Limite di solvbilita 243, Fasi 243 Microstramura 244 Equilibri di Fase 244 Dice ss OL ANSE OL FQUIIBRIO 245 Sistemi binari isomorfi 246 97 98 99 9.10 9.1L 9.12 Indice generale + xiii Sistemi eutettici binari 255 Diagrammi di equilibrio con fast o composti intermedi 267 Reazioni eutettoidi e periteriche 269 ‘Trasformazioni di fase congruenti 270 Ceramtici ¢ diagrammi di fase temari 271 Laregola delle fasi di Gibbs 272 Tr sistema rEnmo-canuosie 274 9.13 II Diagramma di fase ferro—carburo di ferro 94 9.15 40. 10.1 10.2 10.3 10.4 10.5 10.6 10.7 108 10.9 Ms {FeFe,C) 274 Evoluzione della microstruttura nelle leghe ferro-carbonio 277 influenza di aitri elementi di lega 284 Sommario 285 Termini e concett importanti 286 Bibliografia 286 Domande ¢ problenti 287 Trasformazioni di fase nei metalli: Evoluzione della microstruttura e modificazioni delle proprieti meccaniche Obienivi di apprendimento 295 Intoduzione 295 Trasromcaziont mrvask 295 Concetti di base 295 La cinetica delle reazioni in fase solida 296 Trasformazioni mchifasiche | 297 Va 0 DELLS SUCROSTRETTURS EDEL PROPRIRTS SELLE LRGHN FERROMCARNOMO 298 Diagrammi di tcasformazione isotermica 298 Diageammi di teasformazione in raffreddamento continuo 310 Comgostamento meccanico delle leghe ferro-carbonio 314 Martensite rinvenuta 318 Riepilogo delle trasformazioni di fase per le leghe ferro-carbonio 321 Sommario 324 294 Termini e concett importanti 322 Bibliografia 322 Domande « problensi 323 Trattamenti termici delle leghe metalliche 328 ad Obiettivi di apprendimento 329 Intoduzione 329 PROCESSEDI RILOTTE RS 329 xiv + Indice generale 11.2 Ricottura intermedia 329 113° Distensione 330 11.4 Rivottura delle leghe ferrose 330 ‘TRATTAMEN(Y TERMICE DEGLE ACCIAL 331 11,5 Temprabilisa 332 1.6 Influenza del mezzo temprante, della dimension. della provetta e della geometria 337 INDURIMENTO PER PRECIEITAZIONE M1 11.7 ‘Trattamenti termici 342 11.8 Meccanismo dell'invecchiamento 344 11.9 Considerazioni aggiuntive 346 Sommario 346 Terminie concettiimportanti. 347 Vibliografia 347 Domande e problemi 348 Leghe metalliche 351 Obieitivi di apprendimento 352 121 Introduzione 352 Fa 5382 12.2 Operazioni di formatura 352 12.3 Fasione 355 124° Alue Teeniche 356 Locnk prakose 337 125 Acciai 358 12.6 Ghise 363 LEGHE NON FRRKOSE 369 127 Ramee sue leghe 369 12.8 Alluminio e sue leghe 371 12.9 Magnesioe suc leghe 373 12.10 Titanioe sue leghe 373 12.11 Metalli Refrattari 374 12.12 Superleghe 376 12.13 Metalli Nobili 376 12.14 Altre Leghe non Ferrose 376 Sommario 377 Termini ¢ concerti important 378 Bibliografia 378 Domuande e problemi 378 13.__Struttura e proprieta dei ceramici 381 Obicttivi di apprendimento 382 13.1 Introduzione 382 ZONE DET MET SIRUITLRS DET CFRAMICL 382 13.2. Strutture cristalline 382 13.3 Ceramici formati dy silieati 392 134 Carbonio 397 Bs 13.6 Imperfezioni nei ceramici 400 Diagrammi di fase del ceramiei 403 PROMUETA MRCOANICHE 406 Frattura fragile dei ceramici 406 138 Comportamento sforzo-leformazione 408 13.9 Meccanismi di deformazione plastica 411 13.40 Considerazioni meccaniche varie 412 Sommario ate 137 Termini e concetti important 415 Bibliografia 415 Domande e problemi 416 14. Produzione e applicazioni dei ceramici 421 Obiettivi di epprendimento 422 14.1 Introduzione 422 Veen 428 142 Proprieta dei vetri 424 143 Lavorazione del veiro 425 14.4 Trattamenti termici dei vetri 427 145 Vetro-Ceramici 428 PxOnOTT xeon Lost 428 14,6 Caratteristiche dell’argilla 429 14.7 Composizione dei predotti argillosi 429 14.8 Tecniche di fabbricazione 430 14.9 Essiccamentoe cottura 431 RevRsrranl 433 14.10 Argille refrattarie 434 14.11 Refrattaridisilice 434 14.12 Refrattari basici 435 14.13 Refrattari speciali 435 ALARE AWLIEA7IONE E SIETODL DEPRODLZONE 435 14.14 Abrasivi 435 14.15 Pressatura delle polveri 436 14.16 Colaggio anastro 439 14,17 Cementi 439 14.18 Ceramici avanzati 440 Sommario #42 Terminé ¢concettiimpartansi 443 Bibliografia 443 Dowarde e problemi 443 15._ La struttura dei polimeri 446 Obictivi di apprendimento 427 15.1 Introdurione 447 19.2 Molecole degli idrocarburi 447 15.3 Molecole polimeriche 450 15.4 Chimica deile motecole polimeriche 450 15.5 Peso molecolare 453 15.6 Forma delle molecole 456 15.7 Strutnira molecolare 458 15.8 Configurazioni molecolari 459 15.9 Copolimeri 462 15.10. CristalliniiA dei potimeri 463 15.11 Cristal polimerici 466 Sommaric 468 ‘Termini e cancers importanti 469 Bibliografia 469 Domande ¢ problemi 470 46. Carauteristiche, applicazioni e processi di produzione dei polimeri 473 Obiettivi di apprendimente 474 16.1 Introduzione 474 CanarTERIsTICnE wkccantcur ETERMOMECeaMCHE 474 16.2. Comportamento sforzo-deformaziene 474 16.3 Deformazione dei polimesi semicristallini 476 16.4 Fattori che influenzano le proprieta meccaniche dei polimeri 479 16.5 Fenomeni di cristallizzazione, fusione ¢ transizione vetrosa 482. 16.6 Polimeri termoplastici e termoinduzenti 487 16.7 Viscoclasticita 487 16.8 Deformazione degli clastomeri 491. 16.9 Frattura nei polimeri 493 16.10, Alte caraltetistiche 494 APPLICAZIONI DEI POLIMERE E PROCESS brmmapwaoNe 496 16.11 Polimerizzazione 496 16.12 Additivi dei polimeri 498 16.13 Tipidipolimero 499 16.14 Plastiche 499 16.15 Elastomer; 504 16.16 Fibre 506 16,17 Applicazioni varie 507 16.18 Materiali polimerici avanzati 508 Sommario 512 Termini e concetti important? S14 Bibliograjia S14 Domande e problemi SIS 17. Compositi_ 520 Obiettivi di apprendimento 521 17.1 Introduzione 521 ‘CompostTt RINFORZATL CON Pa 523 17.2. Composit rinforzati con particelle di geanéi dimension’ 523 17.3 Compositi rinforzeti per dispersione 527 Compost RINFORZATI CON FINKE 528 17.4 Influenza dela Lunghezza delle fibre 528 17.5 Influenza det!’orientazione e della ‘concentrazione delle fibre 529 17.6 La fase fibre 538 177 La fase mattice 538 17.8 Compositia matrice polimeriea 540 17.9 Compositi a matrice metallica $43 17.10 Compositi a matrice ceramica $44 17.11 Compositi carbonio-carbonio 546 17.12 Composit ibridi 547 17.13 Process: produrtivi dei compositi fibro-rinforzati 547 SIRUTTURE comPOSITE $63 17.14 Laminati compesiti 553 17.15 Pannelli sandwich 554 Sommario 355 Termini e concert tmportanti 586 Bibliografia 856 Domande e problemi 537 18,__Corrosione e degrado dei materiali_562 ‘Obiettivi di apprendimento 563 18.1 Introduzione 563 CoRROSIONE OLL METALL 563 18.2 Considerazioni elettrochimiche S64 18,3 Velocita di corrosione 571 18.4 Previsione della velocité di corrosione 572 185° Passivith 579 18.6 Effetti ambientali 580 18.7 Forme dicorrosione 581 188 Ambienticorrosivi 589 18.9 Prevenzione della corrosione 590 18.10 Ossidazione $92 Commoscone Des MATERIALE CERAMIC! $95 Drcrsno Orr PoLiuEL $96 18.11 Rigonfiamento e dissohuzione 597 18.12 Rottura di legame 598 18.13 Alserazione meteorica 599 Sommario $99 Termini e concert importa’ 600 Bibliografia 601 Domande ¢ problemi 601 xvi 19. 19.1 19. 19.3 wa 19.5 19.6 197 19.8 19.9 19.10 19.11 19.12 19.13, 19.14 19.15) 19.16 9.17 19.18 19,19 19.20 19.21 19.22 19.23 19.24 20. + Indice generale Proprieta elettriche 605 Obietiivi di apprendimento 606 Tntroduzione 606 Conpvct mits FLETRICS Lalegge di Ohm 606 Conducibiliti elettrica 607 Conduzione elettronica ¢ ionica 608 Strotture a bande di energia nei solidi 608 Interpretazione della conduzione in base ai modelli di banda ed ei legami interatomici Mobitita clettronica 612 Resistivia eletirica dei metalli 613 Caratteristiche elettriche delle leghe commercial 616 EMICONDUTHITA 616 Semiconduzione intrinseca 617 Semiconduzione estrinseca 619 Influenza della temperatura sulla conduttivita © sulla concentrazione dei portatori 623 Leffeito Hall 628 Dispositivi s semiconduttore 606 61 630 CORDUTIONE ELETTRI NEI CFIEASHET NICH EsEIPouIMERI 637 Conduzione nei materiali ienici Proprieta eleitriche dei polimeri Cosroxramsto mELErTRICO 639 Capacita 639 Vettori di campo e polarizzazione Tipi ci polarizzazione 644 Dipendenza dalla frequenza della costante dielettrica 646 Rigidita diclettrica 647 Materiali dielettrici 647 AUTRE CARATTERISTICHE RLEFTRICHE DPISCSTERIAL 647 Ferroelettricita 647 Pizoelettricita 648 Sommario 649 Termini e conceiti importanti 650 Bibliografia 681 Domande e problemi 637 638 641 651 Proprietit termiche _658 20.1 20.2 203 Obiettivi di apprendimento Introduzione 659 Capacita termica 659 Espansione ‘Termica 661 659 204 Conduttivita Termica 664 20.5 ‘Tensioni 'Termiche 667 Sommario 669 Termini e concett importanti Bibliografia 670 Domande ¢ problemi 070 07 21. Proprieté magnetiche 674 Obiettivi di apprendimento 675 21.1 Intreduzione 675 21.2 Concettidi base 675 21.3 Diamagnetismo e paramagnetisino 679 21.4 Ferromagnetismo 681 2LS Andierromagnetismo e Ferrimagnetismo 683 21.6 Influenza delta temperatura sul comportamento magnetico 687 217 Domini ed Isteresi 688 21.8 Materiali magnetici teneri 691 21.9 Materiali magnetici duri 692 21.10 Memoria magnetica 695 21.11 Superconduttivita 698 Sommario 701 Termini e concetti important 703 Bibliogratia 703 omande « problemi 703 Proprieti ottiche 707 Obiettivi di apprendimento 708 221 Introduzione 708 CONCETT BASWLARL 708 22.2 Radiacioni elettromagnetiche 708 22,3 Interazione della luce con i solidi 710 22.4 Interazioni con gli atomi e con gli elettroni 711 Pauneinr orricne pri arenas TH2 PaorkIET’ o7ricME bet NON MEAL 7A 225 Rifrazione 713 226 Riflessione 714 22.7 Assorbimenio 715 22.8 Trasmissione 718 22.9 Colore 718 22.10 Opacita ¢ traslucenza negli isolanti 720 AvvicZ10si pk ninoMEStoTmicr 721 22.11 Luminescenza 721 22.12 Fotoconduttivith 722 22.13 Laser 722 22,14 Fibre ottiche nelle comunicazioni 726 Sommnario 730 ‘Termini e conceit importanti 73 Bibliografia 731 Domande e problemi 731 |. Selecione det materiali e considerazioni sulla progettazione _734 Obiettivi diapprendimento 735 23.1 Introduzione 735 SSCPL1 DELMATRRIALL PER UN ALEKRO CILINDKICO SOrTIOPOSTO 4 SFORZ0 TORSIONALE 738 23.2 Resistenza 736 23.3 Altre consideraziont sulle propri finale 741 Moun pre VALvoLa oF auroMoute 742 234 Iniroduzione 742 23.5 Molla per valvola di automobile 743 PROTESI DTANCS ARTIFICIAL 749 23.6 Anatomia del giunto deil’anea 749 23.7 Requisiti dei materiali 751 238 Moteriali utilizzati 753 SISTYSEA DI PROTEZIONE TERMICO DELLA NAVELTA, SPATIALEORBLIANTE, 755 23.9 Introduaione 755 23.10 Requisiti di progetto-sistema di protezione termico 755 23.11 Sistema di protezione termica ~ Componenti 758 Mace e decisione PER CASSHAIBLA exrrcran) 764 23.12 Intreduzione 761 23.13 Progettazione del telaio contatti ¢ dei material 763 23.14 Collegamento della piastrina 764 23.15 Collegamentoeleutico 764 23.16 Protezione del circuito assemblato 768 2.17 Giunzione aulomatizzata a nastro 769 Sommaria 771 Bibliografia 773 Domande ¢ problemi 773 Der ciRcutnt 24, Aspetti economici, ambientali e sociali nella Scienza ed Ingegneria dei materiati 778 ‘Obiettivi di apprendimento 779 241 Introduzione 779 Cons RRAZIONL ECONOMICHE 779 Indice generale * xvii 24.2 Progettazione del Componente 780 243° Materiali 780 244° Tecniche di Produzione 780 CCoNSIDERAZIONT AMMRENTALIE SOCIAL TRL 24.5 Aspetti relativi al riciclo nella seienza ed ingegneria dei materiali 783 Sommario 785 Bibliografia 786 Appendice A Il Sistema di unita di misura internazionale (SI) 787 Appendice B- Proprieta di materiali ingegneristici selezionati 789 B.A Densita 789 B22 Modulodi Elasticita 792 B.3_ Rapport di Poisson 796 BA Resistenzae Duttilita 797 B.S. Tenaciti a Frattura in Condizioni di Deformazione Piana 802 B6 Coefficiente Lineare di Espansione ‘Termica 803 B27 Condurtivita Termica 807 B8 Calore Specifico 810 B9 — Resistivith Eletsice 812 B.10 Composizione delle Leghe Metalliche 815 Appendice C Costi e costi relativi di material ingegneristici selezionati 817 Appendice D Strutture dei monomeri dei polimeri comuni 823 Appendice E Temperature di transiziane vetrasa e di fusione per alcuni materiali potimerici comuni 827 Glossario 628 Risposte ai problemi 843 Indice analitico 849 Elenco dei simboli fae a L 1h parentesi viene indicata la sezione in cui il simbolo viene definito o illustrate. area unit angstrom ‘peso atomico dell’elemesto i (2.2) = fattore di compattazione atomica (3.4) duttilita, in riduzione percentuale di sezione (6.6) = parametro del reticolo cristalline: iunghezza del late lungo l'asse x delle cella wnitaria (3.4) = Tunghezza di una cricea superficiale @5) percentuale atomica (4.3) densita del flusso magoetico Gnduzione) (21.2) rimanenza magnetica (21.7) strutture cristallina cubies a corpo centrato (3.4) = parametro del reticolo cristallino: lunghezza del lato lungo esse y della cella vnitaria 3.7) vettore di Burger (4.4) capacita (19,17) Prestavioni Ficura L.1 I quattro componenti della disciplina di scienza ed ingegneria dei materiale della loro interazione Lineare, 4 + Capitola 1 / Introduzione Figures 12 Nella fotografia viene rappresentata Ia diversa rasmittanza della luce di we cam- : pioni di ossido di alluminio. Da sinistra a 1 a Stig change in a pa destra: materiale a cristallo singolo (zaffi 10}, che & trasparente; un materiale cristal- lino ¢ completamente denso (non por0s0), che 2 traslucido; ed un materiale cristalli- ‘no che contiene circa 5% di porosita, che & ‘opaco. (Preparazione dei campioni di PA. Lessing; fotografia di J,"Telford.) ‘Quello al centro 8 formato da numerosi ¢ molto piccoli cristalli singoli, tutti fra taro connes- si; i bordi di giunzione di questi minuti cristalli di#fondono parzialmente la luce riflessa dalla pagina stampata, rendeado questo materiale otticamente traslucido. Infine, il campione a destra & formato non solo da piccoli cristalli interconnessi, ma anche da un gran numero di pori, o di spazi vuoti, molto piccoli. Questi por! diffondono molto bene la luce riflessa ¢ ren- dono opaco questo materiale. Pertanto, le strutture di questi tre campioni differiscono per bordi dei cristalli e per poro- jt, caratteristiche che influenzano le proprietA di trasmittanza ottica. Inoltve, ciascum mate- tale 2 stato prodotto con differenti tecniche di processo. E, naturalmente, se la trasmittanza ottica @ un parametra importante per l'impiego, saranno anche diverse le prestazioni di ogni ‘materiale, 1.3 PERCHE STUDIARE LA SCIENZA E V'INGEGNERIA DEL MATERIALI? Perché studiare i materiali? Studiosi di scienze applicate o ingegneri, sie meccanici che civi- li, chimiei od elettrici, prima o poi potranno venire in comtatto con problerni di progettazione in cui sono coinvolti materiali. Esempi possono essere gli ingranaggi di un cambio, la sovra- struttura di un edificio, un componente di una raffineria di petrolio, o un ehip di un cireuito integrato, Di conseguenza, gi scienziati e gli ingegneri dei materiali sono specialisti che ven- ‘gono completamente coinvolli nella ricerca e nella progettazione dei material Qualche volta, un problema di materiali é quello ‘di scegliere il materiale giusto fra le diverse migliaia disponibili. Vi sono diversi criteri su cui normalmente si basa la decisione finale. Anzitutto, si devono caraiterizzare le condizioni in servizio, che detteranno le pro- prieta richieste del materiale, Solo in rare occasioni un materiale possiede le migliori o Ie combinazione ideale delle proprieta, Di conseguenza pud essere necessatio mediare fra uma caratteristica ¢ 'altra, I classico evempio lo si ha con la resistenza e la durtilita; normalmen- te, un materiale che possiede una resistenza elevata ha dutilita limitata, In tal caso pud esse~ re necessario un ragionevole compromesso tra due o pitt proprieta. ‘Una seconds considerazione che riguatda la scelta @ il decadimento delle proprieté del materiale che si pud verificare net corso del servizio. Per esempio, l'esposizione ad elevate temperature © in ambiente corrosive pud produrre significative riduzioni nella resistenze meccanica, Tafine, la considerazione probabilmente condizionante & quella economica: Quale sara il costo del prodotto finito? Si pud trovare un materiale che possiede I'insieme ideale delle pro- 1.4 Clascficazione dei materiali © 5: priet ma a costi proibitivi. In tal caso ® ancora inevitabile nn compromesso. I costa di un pezzo finito comprende anche le spese affrontate durante la fabbricazione per produrre la forma desiderata, ‘Quanto pitt un ingegnere od uno scienziato ha familiarita con le varie caratteristiche e con Ie relazioni strottura-propriet’, cosi come con le tecniche di elaborazione dei materiali, tanto piit lui, o lei, sar& abile e sicuro per scegliere con saggezza i materiali basandosi su questi cri- teri. 1.4 CLassivicazione DEL MATERIALL Lmateriali solidi sono stati raggruppati in we classi basilari: metalli, ceramici polimeri, Que- sto schema si basa anzitutto sulla composizione chimicae sulla struttura atomica,¢ la maggior parte dei materialiricadono in un gruppo distinto o in unaltro, nonostante vi siano materiali in~ termed. Vi sono, inolte, tre altri gruppi di material ingegneristici important - i compostti, i semiconduttori ed i biomaterial. Tcompositi sono formati dalla combinazione di due o pitt ma- teriali differenti, meatre i semiconduttori sono impiegati a cansa delle loro inusuali caratteri- stiche eleutriche; i biomaceriali sono impiantati nel corpo umano. Di seguito viene data una breve spiegazione dei tipi di materiali e delle loro caratteristiche pid rappresentative. METALLI L materiali metallici sono di norma combinazioni di element! metallici. Essi hanno un gran numero di elettroni delocalizzati, ovvero questi elettroni non sono legati ad un atomo parti- colate. Diverse proprieti dei metalli vengono direttamente attribuite a questi elettroni. I metalli sono conduttori di calore ¢ di eleuricita molte buoni ¢ non sono trasparenti alla Ince -visibile; la superficie levigata di un metallo ha un aspetto luceate. Inoltre, i metalli sono abba- stanza resistenti, ma deformabili, vengono considerati per il loro diffuso impiego nelle applicazioni strutturali. CERAMICT Lceramici sono composti fra elementi metallici ¢ non metallici: essi sono per la maggior parte ossidi, nitruri e carburi. L'ampio spettro di materiali che ricade in questa classificezione com- prende i ceramici che sono composti da minerali argillosi, cementi ¢ vetri. Questi material sono tipicamente isolanti al passaggio dell'elettricita ¢ def calote, ¢ sono pili resistenti dei metalli ¢ dei polimeri alle alte temperature ed agli ambienti pid severi, Per quel che tiguarda iil comportanente meccanico, i ceramici sono duri ma molto fragili, POLIMERL I potimeri comprendono le failiari materie plastiche ¢ le gomme. Alcuni di essi sono com- posti organici che sono basati chimicamente sul carbonio, idrogeno ed altri elementi non metallici; inoltre essi hanno una struttura molecolare moho grande, Questi materiali hanno ‘ipicamente basse densita e possono essere estremamente flessibili. COMPOSITI ‘Sono stati ingegnerizzati un certo numero di materiali compositi, i quali sono formati da pid di un tipo di materiale. Un esempio familiare sono le vetroresine, in cui fibre di vetro sono annegate entro un materiale polimerico. Un composito viene progettato per fomire una corn 6 Capitolo 1 Introduzione binazione delle migliori caratteristiche di ciascun componente del materiale. Le fibre di vetro acquisiscono resistenza dal vetro e flessibilita dal polimero. I materiali compositi sono ta «quei materiali che sono stati pit: sviluppati negli ultimi tempi. SEMICONDUTTORI 1 semiconduttori hanno proprieta elettriche che sono intermecte fra i conduttori elettrici e gti isolanti, Inoltre, le caratteristiche elettriche di questi materiali sono estremamente sensibili alla presenza di minute concentrazioni di atomi di impurezze, a cui concentrazione pud esse re pilotota su regioni spaziali moto piecole. I sesniconduttori hanno reso possibile l’avvento dei circuiti integeati che hanno completamente rivoluzionato l’elettronica ¢ industria dei computer (senza menzionare la nostra vita) negli ultimi due decenni, BIOMATERIALI | biomaterial: sono impiegati negli impiantiinseriti nel corpo umano per sosttuire parti dan- neggiate 0 malate, Questi materiali non devono produrre sostanze tossiche ¢ devono essere compatibili com i tessuti del corpo umano (cio’ non devono causare reazioni biolagiche avverse). Tutti i summenzionati materiali - metalli, ceramici, polimeri, compositi ¢ semicon- duttori ~ possono essere usati come biomateriali. Per esempio, nella Sezione 23.8 sono discussi aleuni dei biomaterial che sono utilizzati nelle protesi d’anca, 1.5 MATERIALI AVANZATI | materiali che vengono utilizzeti nelle applicazioni di alta teenologia sono talvolta denomi- nati material! avanzati. Per alta tecnologia noi intendismo un dispositivo o un prodotte che ‘opera o funziona usando principi relativamente complessi e sofisticati: come esempio si pos- sono citare le apparecchiature elettroniche (videoregistratori, riproduttori CD, ecc.), compu- ter, sistemi a fibre ottiche, veicoli spaziali, zeroplani e missilistica militere. Questi materiali avanzati sono in genere formati sia da materiali tredizionali, le cui proprieta sono state mighiorate o sviluppate di recente, sia da materiali di elevate prestazioni. [noltre essi possono essere costituiti da qualsiasi tipo di materiale (metalli, ceramici, polimeri) e sono in genere relativamente costosi. Nei successivi capitoli vengono dliscusse le proprieta ¢ le applicaziont di_un certo numero ci materiali avanzati ~ per esempio, materiali che vengono usati per laser, i cireuiti integrati, la memorizzazione di informazioni magnetiche, i display a cristalli Tiguidi (LCD), le fibre ottiche ed i sistomi di protezione termica per le navette spaziali orbi- tanti. . 1.6 EsIGENZE DEL MATERIALI MODERN Nonostante gli enormi progtessi che sono stati fatti nella scienza ¢ nell’ingegneria dei mate- riali in questi ultimi anni, rimangono ancora numerose sfide tecnologiche tra cui, da un lato Jo sviluppo di materiali sempre pitt sofisticati e specialistici, dall’altro In valutazione del- Vimpatto ambientale della produzione dei materiali. B giusto fare qualche commento su que- sti argomenti cosi come esplorare nuove prospettive. L-energia nucleare mantiene qualche promessa, ma la soluzione dei problemi che restano ichiedera necessariamente adeguati material, sia per i combustibili che per Je stcutture di contenimento per l'eliminazione dei rifiuti radioattivi. Bibliografia + 7 ltrasporto tichiede quantita di energia significative, Riducendo it peso dei veicoli (auto- ‘mobili, aerei, treni, eve), cosi come aumentando le temperature di fisnzionamento det moto- +i, si potra migliorare efficienza del combustipile. Rimangono da sviluppare nuovi materia- Hi strutturali a bassa densita e ad elevara resistenza, oltre a materiali che somo in grado di resi- stere a temperature pid alte, per impieghi nei componenti del morore. Tnoltre, vi@ il riconoseiuto bisogno di trovare nuove ed cecnamiche sorgenti di energia © di usare fe attuali risorse con maggiore efficienza. I materiali indubbiamente svolgeranno un ruolo significativo in cuest: sviluppi. Per esempio, ¢ stata sperimentata la conversione diret- ta dell’enzrgia solare in energia elettrica, ma le celle solari sono formate da materiali abba- stanza complessi e costosi. Per assicurare 1a dovula attenzione a questa tecnologia, 2 neces- sario sviluppare materiali ancora meno costosi e sempre pitt efficienti peril provesso di con- versione, ‘La qualiti dell’ambiente dipende dalla nostra capacita di controllare J"inguinamento del- Varia e det! acqua. Le tecniche di controllo dell'inquinamento utilizzano vari material, Ia aggiunta, il processo di lavorazione dei materiali ed i metodi di saffinazione devono essere migliorati in modo che producano meno degrado ambientale, cio, meno inguinamento mene alterazione del pacsaggio da parte delle miniere da cui si estraggono le materie prime. Infine, in taluni processi di fabbricazione dei materiali vengono prodotte sostanze tossiche, ¢ deve essere preso in considerazione |"impatto ecologico del loro smaltimento. ‘Aleuni materiali che siamo sono derivati da risorse non rinnovabill, cio? non in grado di venire rigenerate, Fra questi i polimeri, per i quali la materia prima il petrolio, ed alcuni me- tall. Queste risorse non rinrovabili stanno gradualmente esaurendosi, per cui &necessario: 1) scoptire altri giacimemti, 2} sviluppare nuovi materiali con proprietS consparabili ¢ con im- patto ambientale meno dannoso, e/o 3) aumentare il ricicloe sviluppare nuove tecnologie diri- ciclaggio. Come conseguenza economica non solo della produzione, ma anche dell’impatto ambientale e dei fattori ecologici, sta diventando sempre pid importante considerare il ciclo di vita "nascita-morte” dei materiali in relazione soprattutio ai processi di fabbricazione. Iruoli che svolgono gli scienziati e gli ingegneri dei materiali a questo proposito, come anche le emissioni ambientali e le perdite sociali, verranno discusse pit in dettaglio nel Capitole 24. BIBLIOGRAFIA Co., Pacific Grave. CA, 1994, L numero di ottobre 1986 di Scientific American, Vol. 255, N. 4,2 interamente dedicate a vari materiali avanza- ti ed ai loro impieghi. Altre voci bibliografiche per il Capitolo 1 sono testi che tattano in modo esauriente i fondamenti basilari della scienza e dell"ingegneria dei material, Ashby, M.F. and D.R.H. Jones, Engineering Maveriats !, An Introduction to Their Properties and Applications, 2nd edition, Pergamon Press, Oxford, 1996. Ashby, MF. and D.R.ML Jones, Engiaeering Materials 2, ‘An Introduction to Microstruttures, Processing and Design, Pergamon Press, Oxford, 1986, Askeland, D.R., The Science and Engineering of Materials, 3rd edition, Brooks/Cole Publishing Barrett, C.8., W.D, Nix, and A.S. Tetelman, The Principles of Engineering Materials, Preatice Hall, Inc., Englewood Cliffs, NJ, 1973. Flinn, R.A. and PK. Trojan, Engineering Materials and Their Applications, 4th edition, John Wiley & Sous, New York, 1990. Jacobs, ILA. and TR Kilduff, Engineering Materials Technology, 3rd edition, Prentice Hall, Upper Saddle River, NI, 1996, MeMahon, CJ., Jt and C.D. Graham, Jr, introduction to Engineering Materials: The Bicycle and the Walkman, Merion Books, Phitadelphia, 1992, Murray, G.T,, Inivaduction to Engineering Materials — Behavior, Properties, and Selection, Marcel Dekker, Inc., New York, 1993, B+ Capitolo 1 /Iatroduxione Ohring, M., Engineering Materials Science, Academic Press, San Diego, CA, 1995. Ralls, K.M., TH. Courmey, and J. Wulff, Introduction 10 Materials Science and Engineering, John Wiley & ‘Sons, New York, 1976. Schaffer, LP, A. Saxena, $.D, Antolovich, LH. Sanders, Je, and $B. Wamer, The Science and Design of Engineering Materials, 2nd edition, WCB/McGraw-Hill, New York, 1999, Shackelford, IF, Introduction to Materiats Science for Enginners, Atv edition, Prentice Hall, Inc., Upper Saddle River, NJ, 1996, Smith, W.F., Principles of Materials Sience and Engineering, 3rd edition, McGraw-Hill Book Company, New York, 1995. Van Viack, L. H., Elements of Material Science and Engineering, 6th edition, Addison-Wesley Publishing Co., Reading, MA. 1989, fy a a Gapitolo & / Struttura atomica e Rororneae ITER L Keren Cl | raffigurant la superficie di vn provino ora, vata eltenvla con un microseupio forza stomica (AFM) tatremamonte sofiateate. Lettana ricoluione d'anmagine conseate Vindividuaslone del sbagol stom appartenent lla pectic del pine crisallograticn (111). & interomente notace a seala dimensionale (nella gamma dei nanometei) presente sotto la aulerografis. (Por gentile coucessione del Dr. Michael Green, TopMetrix Corporation). Perché studiare Ia struttura atomica e i legami interatomici? Una motivazione importante allo studio dei legami interatomiei nei solkdi risiede nel fatto che, im alewnt ‘casi, il tipo di legame permette di spiegare le proprieta presentate dai materiali, Si consideri, per esempio, il caso del earbonio il quale pud esistere sia sotto forma di grafite ehe sotto forma di diamante. Mentre In gra- fite & relutivamente tenera ed “untuosa” al tatto, il diamante @ il materiale pits duro che si conosea. ‘Questa enorme differenza di proprieta 8 diretiamente altribuibile al tipo di legame interatomico presente nella grafite, che non esiste nella struttura del dia mante (vedere Paragrafo 13.4). Obiettivi di apprendimento Dopo aver studiato questa eapitolo, dovresti essere in grado di fare te seguemti cose: 1. Ricordare i due modelli atomiei citati e conoseere della lore distanza interatomica. Je differenze tra lore. (b) Osservare su questo diagramma In distanza 2, Enunciare il principio dello mecesnica-quantistica equilibrio e Penergia di legame. riguardante le energie clettroniche. 4, (a) Deserivere brevemente i legami ionico, cov 3. (a) Disegnare achematieamente il grafico conte~ lente, metallico, idvogeno ¢ di Van der Waale none le eurve dell'energia nette, di altrazione —_—_(b) Indicare il nome di almeno un materiale € e repulsione per due atomi o font in funzior contenga ciascun tipo di legame citato. EEE 2.1 INTRODUZIONE ‘Aicune importanti proprieti dei materiali solidi dipendono dalla geometria della config Zione atomica. intema.e, anche, dalle interazioni che esistono tra lore costituenti: gli atom le molecole. Ti presente capitolo & propedeutico alle discussioni che seguiranno nei capit successivi e contiens diversi concetti di importaaze fondamentale, fra i quali la struttura a mica, la configurazione elettronica degii atomi nella tavola periodica e diversi tipi di lege jmeratomici primari ¢ secondari per mezzo dei quali gli atomi sono tratteniti insieme a f mare i solidi, Gli argomenti ora citati verranno brevemente esaminati. Si tenga presente ¢ nella trattazione che segue si assumerd che il lettore abbia un mininso di familiarita con i pr cipi di base inesenti i material. STRUTTURA ATOMICA =——————————————————————— 2.2 CONCETTL FONDAMENTALI Ie ‘Ogni atomo & composto da un nucleo molto piccolo contenente protoni ¢ neutroni, il qua circondato da eleftroni in continuo movimento. Sia i protoni che sli ¢lettreni sono elettr ‘mente carichi ¢ presentano una carica di 1.60 x 10 C, di segno negative nel caso degli e troni ¢ positive per | protoni; i neutroni, invece, sono eiettricamente neutri, Le masse di ¢ ste particelle subatomiche sono infiaitesimalmente piccole: i protoni ed i neutroni ha apptossimstivamente la stessa massa, 1.67 x 10 kg, che & tuttavia significasivamente ‘grande della massa degli eletironi, 9.11 x 10g. ‘Ogni elemento chimico & caratterizzato dal numero dei protoni presem nel nucleo, ot +10 dal numero atomico (Z)', Pet wn atomo elettricamente neutro o completo, il numero smico & anche uguale af numero degli clettroni. Tl numero atomico & un numero intero & preso tra 1 per idrogeno e 94 peril plutonio, che presenta in assoluto il numero atemico clevato fra gli elernenti presenti in natura, ‘La masse aromica (A) di un atomo specifico pud essere espressa come la somma € ‘masse dei protoni e dei neutroni presenti nel aucieo, ‘Tuttavia, sebbene il numero dei pro ‘sempre lo stesso per tutti git atom di un dato elemento, il numezo dei neutront (N), iav ‘oud variare, Pertanio gli atomi di aleuni clementi presentano due © pit differenti masse iche: questi elementi sono gli isotopi. 11 peso atomico di un elemento corrisponde media pessta delle esse atorniche degli isotopi degli stom’ naturalmente presenti in matt Termini in grassetto sono riportati nel Glossario, di seguito all’ Appendice E. 2 1) penning “massa atonsica” & decisammente pith approprinie di “peso atomico” in particolar mot ‘questo testo nel quale si parla di masse e con di pesi, Tutavia il termine “peso alozica” & conve rralmente pit impiegato nella terminologiz corrense e verr& pertanto wiizzato anche in questo lib roti perd che now ® quindi necessaio dividere il peso molecolace per |a.costanie gravitazionile, 2.3 Gli clettroni negli atoml * 11 Peril calcolo de! peso atomico pud essere impiegata l'unita di massa atomica (uma). A que- 810 scopo @ stata stabilita una scala nelle quale | uma é definita come della massa atomica del pitt comune isotopo del cartonio, il carbonio 12 (°C) (A=12.00000). Con questa seata, le masse dei protoni e dei neutrani sono leggermente superiori dell’unita e AB=ZiN Qn 1 peso atomico di un elemento o il peso nolecolare di un composto possono essere speciti- ‘cati sulla base di un'uma per ator2o (0 molecola} o massa per mole del materiale. In una mole di sostanza ci sono 6.023 x 19 (Numero di Avogadro) stomi o molecole. Le due unit di eso atomico sono correlate mediante la seguente equazione: | umafatomo (0 molecela) = 1 gimole Per esempio, il peso atomico del ferro & 55.85 uma/atomo 0 55.85 g/mole. Non vi ¢ una rego- Ia fissa ella. scelta dell'unit®: in alcuni casi @ conveniente utilizzare Punita uma/atomo 0 molecala, in altre occusioni & preferito I'uso dei g (0 kg)/mole. In questo libro verti impie- gata questa wna. 2.3 GLI ELETTRON NEGLI ATOM I MODELLI ATOMICL Nell’ultima parte del secolo diciannovesimo ci si # esi conto che molt fenomeni riguardanti _lielettroni nei solidi non potevazo essere spiegati con la teoria detla meccanica classica. Per- tanto si & dovato ricorrere alla definizione di un nuovo insieme di principi ¢ leggi che gaver- ano i sister di entita atomiche ¢ subatomiche che sone noti con il nome di meceanica quan- tistiea, La comprensione del comportamento degli elettroni negli atomi e nei solidi cristallini ‘comporia necessariamente I"wilizzo di concen di meccanica quantistica. Un dettagliato ap- profondimento di tali principi non risponce, owviamente, allo scope del presente libro: tutta- via @ comunque opportune trattare l'argomento anche s¢ in modo molto sinretico e semplifi- cato. Un primo sviluppo della meccanica quantistica & rappresentato dal modello atomico semplificato di Bohr, nel quale si supgone che gli elettroni girino intorno al nucleo atomico su orbite ben definite di numero discrete € che la posizione di ciascun elettrone sia pit 0 ‘meno ben definita in relazione alla sua orbsta. Questo modello dell’atomo & rappresentato in Figura 2.1. letion exit Ficrra 2. Rappresentazione schematica 3 6 a 3 10 f 7 14 Capitole 2 / Strutturn stomicn e legemi interaton densita eletronica di un elettrone sono descritti da tre dei quattro numeri quantici suddet Inoltre, i livelli energetici individuati dalla teoria di Bohr vengono ulteriormente affinati c Fintroduzione di sottolivelli elettronic’ ¢ i numeri quantic! indicano il numero degli stati eh tronici all"inemo di ogni sottolivello. I livellio gusci sono identificati da un numero quan incipaie n, 11 quale pud assumere soltante vatori interi a partire dall‘unita; alcune vo ivelli sono identificati da lettere K, L, M,N, O e cost via, le quali cocrispondono isp tivamente a = 1,2, 3,4,5, ..... come indicaro nella Tabella 2.1. Inoltre & interessante no! te che questo numero quantico, ¢ soltanto questo, & correlate con il modello proposto Boht. Questo numero quantico, infarti, tiene conto della distanza di un elettrone dal nucle ovvero della sua posizione. Il secondo numero quantico, J, caratterizza i sottotivelli, i quali sono contrasscgnati dal Jetere minuscole s, p, ¢, of; indica la forma dei gusci elettronici. Inoltre, sl numero di qu sti soztolivelli@ limitato dal valore assunto dal numero quantice principale m. La Tabella 7 riporta i sokogusci esistenti per ogni valore di n. 1] numero dei livelli di energia consentiti ¢ ‘ogni sottoguscio é determinato dal terzo numero quantico, mt, Per un sottoguseio di tipo s & ste soltante un singolo livello di energia, mentre per i sottogusci p, d e f ci sono rispettis mente tre, cinque ¢ sette stati energetici (Tabelia 2.1). In assenza di un campo magneti estemno, gli stali energetict all’intemo di ogni sottoguscio sono identici. Comunque, quar applicato un campo magnetico, questi sottogusei si separano ed ogni stato assume val ri energetic: lezgermente differenti. Associato ad ogni elettrone esiste un momento di spin, che & obbligatoriamente orienta verso alto 0 verso il basso, Correlato a questo momento di spin & il quarto numero quaa co, m, il quale pud assumere soltanto due valori (4 © ~ }), uno per ciascuna orientuzic dello spin. Pertanto si pud affetmare che il modello di Bohr & stato ulteriormente affinato con ["i ‘roduzione della meceanica ondulatoria, nell quale l'introduzione di tre nuovi nemeri qua tici identifica e introduce i sottogusci elettronici contenuti all interno cei gusci principali. confronto di questi due modelli hasata su questi principi é riportato nelle Figure 2.20 ¢ 2.2 Jn Figura 2.42 tappresentate un diagramma completo relative ai livelli energerici, coat nente i diversi gusci e sottogusci, secondo quanto stabilito dal modelo meccanico-ondulat rio, B inneressante analizzare diverte caratterstiche. del diagramma. Per prima cota si pt Fictks 24 Rappresentazio schematica delle energie relati degli eletroni per vaci liveliest tolivelli (Da K.M. Ralls. T.] Courmey © J. Wulff, inraducris to Materials: Science a Engiacering, p. 22. Copyright 1976 by John Wiley & Sons, Ne York. Riprodazione aatorizzata John Wiley & Sons, Ine.) nega, a ee es ee 1 2 3 4 § 6 7 Numeri quart principal, 2, —= 2.3 Git clettroni neg! atomi + 15, notare che minore & il valore del numero quamtico principale, minore il livello energetico; ad esempio l’energia di uno stato Is @ minore di quella di uno stato 25, 1a quale, a sua volta, 2 inferiore a quella dello stato 3s, Inolize, all"interno di ogni guscio, l"enexgia di un sottoli- vello energetico cresce al crescere del valore del secondo numero quantico /. Per esempio, renergia di uno state 34 maggiore di quella di uno stato 3p, che # maggiore di quella dello stato 35, Infine, si nota che possono anche presentarsi sovrapposizioni energetiche fra il livel- Jo di un guscioe il livello di un guscio adiacente, 1a quale cosa avviene in particolar modo tra agli stati def, per esempio Venergia di uo stato 34® meggiore di quella di uno stato 4s, CONFIGURAZIONE ELETTRONICA Gili argomenti fin qui trattati hanno riguardato principalmente gli stati elettronici, ovvero i ~valori energetici permessi per gli clettroni. Le modalita secondo le quali questi livelli elettro~ nici vengono occupati sono stabilite dal principio di esclusione ai Pauli, il quale si basa su un altro concento della meceanica quantistica, Questo principio afferma che in ogni livello energetico non possono coesistere pid di due efettroni, i quali, peraltro, devono avere spin opposti. Pertanto, i sottogusci s, p, de f possono contenere al massimo rispettivamente 2, 6, 1¢ 14 elettroni; nefla Tabella 2.1 & riassunto il massimo numero di elettroni contenuti rispet- tivamente nei primi quattro gusci. ‘Naturalmente, non tutti gli stati elestronici ammessi sono occupati degli elettroni. Per la ‘maggior parte degli atomi, gli clettroni occupano soltanco i gusci e sottogusci dei livelli ener- getici inferior, riempiendofi con due elettroni (di spin opposto) per ogni livello. In Figura 2.5 & rappresentata la struttura energetica dell’atomo di sodio, Quande tutti gli eletroxi oceupa- no ordinatamente i livelli energetici inferiori in accordo con le regole precedentemente descrite, si dice che 'atomo & nello stato stabile. Tullavia, come verra illustrate nei Capizoli 19 e 22, sono anche permesse transizioni elettroniche verso livelli elettronici di maggior con- ‘tenuto energetico. La configurazione elettronica o la struteura di un atomo rappresenta la modalith con Ta quale i ivelli energetic’ intemi di un atomo vengono occupati dagli elettroni. Nella notzzione convenzionale, dopo Ia designazione de! guscio principale e del sottoguscio, viene riportato il numero di elettroni contenuta in ogni sottolivetio annotandolo come apice. ‘Ad esempio le configurazioni elettroniche degli atom di idrogeno, eli ¢ sodio sono rispet vamente Is!, 1 € 15°2¢2p°3s'. Altre configuraztoni elettroniche per aleuni dei pitt comuni elementi sono riportate nella ‘Tabella 2.2. Appare a questo punto utile ¢ necessario commentare queste configurazioni eletzzaniche. Gili elettroni di valenza sono quelli che occupano i livetli enexgetici pid esterni. Come si vedra successivamente, questi elettroni sono estremamente imporranti. in quanto partecipano Ficima 2.5. Rappresentazione sclsematica ei fivelli energetici completi per I'stomo di ———s seis. =e f) weak ee é waar 16 Capitolo 2 / Strattura atomiea ¢ legami interatomic Tales 2.2 Lista delle configurazioni elettroniche ipotizzate per aleuni de, elementi pit comuni* Simboto Numero Atomico Configarazione elettronica 4 1 1s He 2 is LG 3 152s! Berillio Be 4 12¢ Boro B 5 1822p! Carbonio € 6 1529p" Azoto N 1 is2e37 Ossigens ° 8 s2s%ph Flacco F 9 Aside apt Neoa Ne 10 Aste 2p* Na u Le2e Ppt Mg B 1202736 al 3 1si2e2p!as%3p! Si 4 1s2e2peas3y° Pe 15, 128235398 8 16 Ls2e2p°3stipt a 7 Isrerreyy Ar 18 Le2e2p%e3p K rey Lssiap 3s apts! a 20 [se 2phBe3phac Sc 21 L202 sv 3pfad'4r ti 2 22" 5 3¢4s v 2% 1282p 3e3pfad'4e? & cy Le2eapss3padar ‘Manganese Ma 25 {2222p Ips Feo Fe 2% LLA2p'3s° 33a bs Cobaito & 2 12s Sph3sh3p Past Nickel Ni 28 Le2rapasap"aaas Rame ou » 126 2p"3s 3p dM! Zinco ee 0 1sine-an"Bapiad 4s? Gallio a 31 1v2e2p'3s3p'3d4dp Germano Ge 2 1s 22 20h ad Mat? Arsenio AS a Is2e2p"as 3p"3d4s'dp Selenio Se 4 s'2s'2pP9s"3phP seat Bromuro Br 38 Ls°2s%p"s"3p"Bd 4p" Cripto Xr 36 15's2p" 3639345 'dp" "In alouni eleraenti che presentano legemi covalent si trovano ibridizzazioni sp. Questo fenomens é ben p sent negli atomi C, Sie Ge. ai legami tra gi atomi e concorrono alla formazione di aggregati atomici e molecolari. Inol ‘molte propriet’ chimieo-fisiche dei solidi dipendono proprio da questi elettroni. Alcuni atomi possiedono quella che si chiama “configurazione elettfonica stabile” quale viene raggiunta quando gli stati elettronici pit esterni, o di valeaza, sono comple ‘mente riempiti dagli elettroni. Nomatmente questa condizione cosrisponde alla configu: zione per Ta quale gli strati se p dei gusci pid escerni sono completi con orto elettroni, cot avviene nel neon, nell’argon e nel krypton; fa eccezione Ielio, il quale ha soltanto due el troni nel fivello 1. Questi elementi (Ne, Ar, Kre He) song i gas nobili oelemtenti inerti, ov ro sono elementi chimicamente non reattivi, Aleuni atomai degli elementi che hanno i live di valenza non completamente occupati tendon ad assumere configurazioni elertroniche s biti, acquistando o cedendo elettroni formando ioni carichi elettricamente, oppure mette do in comune i propri elettroni con altri atomi. Questo fenomeno alla base di aleune re zioni chimiche ed anche della formazione dei legami atomici nei solidi, came sark spiegt nel Parngrafo 2.6. 2.3 Forse ed energie diLegame * 17 Inalcune circostanze, gli orbitali s ¢ p possono combinarsi ¢ formare orbitali ibridi di tipo sp" ,in cui apice n indica il mumero di orbitali p coinvoltie pud valere 1, 2 0 3, Gli elemen- {i della tavola periodica appartenenti ai gruppi 3A, 4A-¢ SA (Figura 2.6) sono quelli che pit frequentemente formano orbitali dbridi, La forza m1otrice che genera la formazione degli orbi- tali ibridi scarurisce dailo stato éi minore energia nel quale gli elettroni di valenza si vengono a trovare in seguito all’assunzione della nuova confignrazione cletironica, Libridizzszione sp" del carbonio, per esempio, 2 di primnaria importanza pet la chimica dei composti onganici e dei polimeri. La formazione degli orbitali sp*& la causa per la quale, nelle catene polimeri- cche, gli angoli di legame tra gli atomi di carbonio sono di 109° (0 tetraedici) (Capitolo 15), 2.4. LA TAVOLA PERIODICA “Tutti gli elementi sono stati classificati secondo la loro configurazione elettronica nella tavo- la periodiea (Figura 2.6). In essa, nelle sette righe orizzontali, gli elementi sono ordinatt secondo il numero atomica crescente; queste righe orizzontali sone anche chiamate petiodi ‘Tutti gli elementi appartencnti ad una medesima colonna o gruppo, invece, sono cacatteriz- zat; dallavere simile struttura degli elertroni di valenza, ovvero simili proprista chimico-fisi- che. Queste propriet variano gradualmente ma sistematicamente muoverdasi orizzental- mente hingo ogni perindo. . Gli clementi posizionati nel gruppo 0, ovvero i gruppo all‘estrema destra della tavola, sono i gas inerti, i quali hanno Pultimo livello completo e configurazioni elettroniche stabi- Ii, Agli elementi appertenenti ai gruppi VILA ¢ VIA mancano rispettivamente uno o due clet- troni per raggiungere la configurazione stabile. Gli elementi del gruppo VIIA (F, Cl, Br, 1e At) sono chiaratialogeni. Gli slcali ei metalli alealino-tervosi (Li, Na, K, Be, Mp, Ca, ecc.) appartengono ai gruppi TA e IA ed hanno rispettivamente uno o due elettroni in eccesso rigpetto alla struttura eletironica stabile, Gli elementi appartenenti ai tre periodi pid lunghi, dal gruppo TI al gruppo IIB, sono chiamati metalli di transizione ed hanno i ivello d par- zialmente riempitoed, in alcuni casi, il Tivello energetico superiore contenente uno o duc elet- tron, I gruppi IIIA, [Ve VA contengono elementi (B, Si, Ge, As, ecc.) che mostrano, in virth delte loro strutture elettroniche di valenza, carareristiche intermedie tra i metalli ed i non metal ‘Come si pud notare analizzando la tavola periodica, la maggior parte degli elementi pos- sono essere classificati come meralli, Questi elementi vengono anche chiamati elettropositi- vi, indicanddo con questo termine la loro propensiane a cedere i loro pochi elettroni di valen- za ¢ diventare, cos), ioni caricati positivamente, Daltra parte gli elementi situati nell'estre- mit destra della tavola periodica sono elettronegativi; avvero essi sono in grado di aceo- glicte elettroni e formare cosi ioni carichi negativamente, oppure di mettere in comune alcu- fi elettroni con altri atomi. kn Figura 2.7 sono riportat i valori di eletronegativita assegnati ai diversi elementi della tavola periodica. Come regola generale, 'elettronegativith degli ele- iment ctesce spostandosi da sinistra a destra e dat basso verso lao della tavola periodica. In generale, sono atomi accettatori di elettroni quelli che hanno i livelli energetii pit esterni quasi completi, oppure se hanno gli elettroni meno “schermati”, ovvero pit vieini, al nucleo. LEGAMI ATOMICI NEI SOLIDI 2.5 FORZE ED ENERGIE D1 LecaME ‘Una corretta comprensione di molte propriet& fisiche dei materiali @ legata alla conoscenza_ delle forze interatomiche che legano insieme gli atomi al loro intemo. Conviene dapprima ws Capitalo 2 / Struttera atomien elegant interatomict Metllo sine i) nN i letra © us Name atomica Non erate 4 G-<}-Simbolo s0000|_HA 85¢4—peco sterico NWA WA AVA vn To wget = “ae tse | oats np Tk Na wu A zisoo|zasi2| lB va vee we 15 | -ese2 BPS TS] ap ea pe To eT eg ag te x | co | se} a | vj ce finn | fe foto | m | co | an | co 919 | s00e | 0.526 «790 | sooee| 52.996 stone | 417 | seana| son | eae | cer | oo02 ca m |e | yt | we | wo | te | me | am | ora | ae | oo | i | on | 5 sar | are | anor j otze | soi | 9656 | com | antor | scam | vase | sitar | 1120] 12682 | ne | 12175, = | mba bw | me |e) te | | am | a) | ep ee | os [Sid a | tm | ow fone | os | we fom | as |e | ome | a | sszgi | ne s7aes| o.95| e565] 1962 | 1902 | 922 | rs509| 19697] zee | 20437 | 20719] 20398] 1 = |e | sm aes | aro | Tepe, eae Te Tee, e ya yey eyo sevieLananidi | ts | ca | br | sa | pm | sm | eu | co | me | oy | Ho | oe | tm | yo | sso: | won| wast | ze cas | 25035 151.95 15725 | 58 20 | 16230 | toss | rer. | e808 | 7300 | 7207 epepa ts | es] ts) = | 7 | & | co] i] i | we ac [om | ea fou lone | py pam | om | ex | ci foes | tm | ato | to | tw 220 |aseoa| eau [2vees| aan | on | ee | ean | oun | ew | osu | ee | ase | en | on Ficus 2,6 La tavola periodica degli element. [numeri racchiusi tra parentesi sono i pesi alo- ‘miei degli isotopi pit stabili o maggiormente comuni w o T + # he 2 | un wa wea wa | 7s = Tse ae u | oe 5 x folr ln so | 8, 20 so | 35 | ao | apr 5 Be py na |e wy a e|s la] w os | 13 $e ye ve wena wee | ts fi | ss | so | Bea a eye pa ye) ape) | et Ses efojs ja] | co lm] re | im | ce | an | oo as | se fo | « ge | io | is | us | vs | ve | ts | te | sa | ote | oe | ie | ze | ze | ae | © se eae a eas ae as asa ae a aR ee a |e | y | | we} wo fe | a fom | ee | ae | ce | an s fa foi fa ca | io | sa | ts | oe | te | as | oo fas | oe | eo | rs | an | zs | = =e pen} [3a a Ta eye | | cs |e fustu) w]e | w]e] oo fo fm jw | a | Bi | m | x | an or | eo [a3] ty fae | Lis | fe | ef | te | zo | | 2 ayaa Fr | a [acne a | es [35] Ficta 2.7 Valori di eletsronepativitd per i diversi clementi, (Tratto da Liaus Pauling, The ione. Copyright 1939 ¢ 1940, terza edizione, Copyright © 1960, della Cornwell University. Riproduzione autorizzata dall’editore, Cornwell University Press.) Nature of the Chemical Bond, terza et 2.5 Forze ed energie di Lezame + 19 illusteare i principi del legame atomico considerando le interazioni esistenti ta due etomi zialmente separali e progressivamente avvicinati uno all‘altro. Infatti a grandi distanze le interazioni sono trascurabili, ma al diminuire della distanza tra gli atomti, ognuno di essi eser- ccita una forza sull’altro. Queste forze sono di due tipi: attrattive o repulsive e la loro entita & funzione delia distanza interatomica di separazione tra gli atomi stessi. L’origine della forza attrattiva F, dipende dal particolare tipo di legame esistente tra idue atom, Itsuo valore vacia con la distanza tra gli atomi come riportato schematicamente in Figura 2.84. Tuttavia, oltre un certo avvicinamento, i livelli energetici pit! esterni dei due atomi cominciano a sovrap- porsi, In queste circostanze entra in gioco la forza repulsiva F,. La forza globale netia F, esi- stente tra i due atonni ¢ data esettamente dalla somma di ambedue le component attrativa ¢ repulsiva, ovvero: f, “st Fe 2) Ja quale, inoltre, & fonzione anche della distanzz interatomica, come mostrato in Figura 2.8. Quando le forze F, ¢ #, si bilanciano e si uguagliano, allora la forza ristltante si azzera, o¥- vero: Fit F,=0 2.3) In questa condizioni si dice che vi & equilibrio. I centri dei due atemi sono separati da unz distanza di equilibrio 1, anch*essa riportata in Figura 2.80. Per molti atomi @ circa uguale 2 0.3 nm GA). Una volta raggiunta questa configurazione di equilibrio. i due atomi oppongo- no resistenza sia nei confronti di forze attrattive esteme tendenti a separacli, sia di forza repul- sive tendenti a comprimerli. Molte volte @ pit conveniente lavorare con le energie potenziali esistenti tra i due atori invece che con le forze. Matematicamente Menergia e la forza sono correlate dalla (Qa) 0, in caso di sistemi atomici, , Ey SLF.ar Qs) = Sleds [Fede (2.6) = Eth, en nelle quali ££, ¢ E, sono rispettivamente le energie potenziali netta, attrattiva ¢ repulsiva di due atom isolati adiacenti Nella Figura 2.86 sono riportate le energie attrattiva, repulsiva e netta in funzione della distanza interatomica per duc atemi; ta curva dellenergia potenziale netta 2 ancora data dalla somma delle altce due € mostra un punto di minimo in corrispondenza della distanza di equi- librio ra, che corrisponde alla distanza di separazione tra gli atomi in cui & minima fa curva dell evergia potenziale. L'energia di legame dei dve atomi, E,, corrisponde all'energia mini- ‘ma del sistema (anch*essa riporrata in Figura 2.85}; rappresenta l"energia da fornire al siste ‘ma necessaria per portare i due atom ad una distarza infi ‘Sebbene la trattazione fin qui condotta riguardi una ipotetica situazione coinvelgente sol- tanto due atomi, cuttavia la medesima situazione, sebbene pit: complessa, perché coinvolgen- te le forze ¢ le energie d'interazione tra pit atomi, si ritrova all’interno dei materiali solidi. Nondimeno & possibite associare ad ogni atomo ella struttura solida un'energia di legame 20 * Capitolo 2 / Struttura atomica ¢ legami interatomiel Froums 2.8 (a) Dipendenza delle forze aitrattiva, repulsi- va netta dalla distanza imte~ ratomica per due ator isols- ti, (@) Dipendenza delle ener- gie potenziali repulsiva ‘ttraltiva esneta, dalla distan Distanza interatomica r za interatomic per due atorni isola A Forza atrativa F, Fora F Forza repulsiva f, Forzanema Fy a al é Distncainertomiear o| i | L Heeeers | ° z A= Energia anata a analoge alla F,, sopra desceina. L’entita di questa energia di legame ¢ Vandamento della curva energia/distanza interatomica varia da mazerialc a materiale, anche se ambedue la gran- dezze dipendono dal tipo di legame atomico. Inoltre, un grande numero di proprieth det mate~ riali dipendono dal valore di Ey, come ad esempio la forma della curva ed il tipo di legame. ‘Ad esempio, i materiali che hanno grandi energie di legami mostrano di avere anche alte tem- perature di fusione. Ancora, a temperatura ambiente, se le energic di legame sono molto ele- vate, si formano le sostanze solide , mentre per energie pid piccole risuita favorito lo stato gassoso:; prevale, infne, lo stato liquido quando le energie in gioco sono intermedi tra que- Ie dello stato solido e dello stato gassoso. In aggiunta a quanto fino ad orz esposte, come sar’ successivamente trattato nel Paragrafo 6.3, la rigidith (ovvero il modulo di elasticita) di un materiale dipende dail’ andamento della sua curva forza atomica/distanza interatomice (Figura 6,7). Infatti la pendenza di questa curva per un materiale relativamente rigido in cor: rispondenza della posizione r = r, risulta piurtosto ripida, mentre peridenze pid) dole sono tipiche di materiali meno rigidi, Anche la variazione volumetrica di ua materiale in seguito alla variazione della sua teaperatura, come ad esempic i fenomeni di espansione di un compo riscaldato 0 contrazione di un corpo raffreddato (fenomeni descritti dal coesficiente lineare di ‘espansione termica), sono tutti fenomeni che digendoso dalla forma dellz curva Eo ra (vede~ te Paragrafo 20.3). Una curva stretta e profonda, tipica dei materiali uventi elevate energie di Iegame, 2 nommalmente correlata a bassi coe'ficienti di espansione termicx 2, pertanto, a pic- cole vatiazioni dimensionali del corpo sottoposto a variazioni di temperatura. ‘Nei solidi vi sono tre diversi tipi di legami stomici primari, II legame ionico, i} legame covalente ed il Iegame metallica. Pez ciascuno di essi iI meccanismo di legame tiene neces- 2.6 Legami atomici primari + 21 sariamente in conto degli elettroni di valenza, anzi, si pud affermare che la natura del legame, dipende fondamentalmente dalla structura atomica degli elettoni degli atomi costituenti la materia. In generale, qualsiasi sia il tipo di legame, esso & frutto della tendenza degli atomi ad assumere strutture elettroniche stabili, completando il livello elettronice pid ester, ci come avviene per i gas inert (Net solidi, tuttavia, ci sono anche altei tipi di legami, detti secondari, i quali sono pit deboli dei primi ma nondimeno influenzano le proprieta fisicte dei materiali stessi, Nei para- grafi seguenti verranno descritt ¢ spiegati diversi tipi di legami atomici primari ¢ secondari. 2.6 LeEGAMI ATOMIC! PRIMART IL LEGAME IONICO ‘Tra ‘ulti i legami atomici primar, i Iegameionico 2 probabilmente quello pit semplice da de- scriveree da visualizzare, Esso? sempre presente nei composti formati dall unione di un ele- mento metallico ¢ di uno non metallico, elementi che sono situati orizzontalmente alle estre- mité della tavola periodica, Gli atomi
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