Ragni Francesco 897662 storia
CHI VOTA COMUNISTA VOTA PER LA GUERRA
Numero catalogo generale: 00664203
Nome del file: IICD11399723Il manifesto esaminato appartiene alla propaganda anti-comunista degli
anni 50, realizzato dalla DC-SPES Centrale (Democrazia Cristiana,
Servizio Propaganda e Stampa), a Roma (via San Michele, 22) dallo
stampatore Veechioni & Guadagno, attraverso la cromolitografia, per una
grandezza di 100 cm di altezza per 69,7 di larghezza.
Nell’immagine viene raffigurata una figura maschile intenta a dare il suo
voto ad un politico appartenente al PCI, il quale tuttavia sarebbe solamente
una copertura per la figura alle sue spalle, la quale altri non é che lo stesso
Stalin , al quale va realmente il voto.
La DC aee coloro che votano per il Partito Comunista Italiano di
appoggiare la politica di annientamento dall’interno della Repubblica
voluta dal PCI ¢ che, votando quest'ultimo, in realta si voti direttamente
per I’Unione Sovietica.
Accusa inoltre direttamente 'URSS di essere la responsabile di tutte le
guerre scoppiate dal 1945 in poi, citando Grecia, Cina, Indocina e Corea
Durante gli anni °50, ovvero durante la fase del centrismo, avviene un
duplice scontro, a livello internazionale, tra le due superpotenze USA e
URSS, ¢, a livello nazionale, tra DC e PCI, i quali rappresentano
all’interno del territorio italiano il blocco occidentale e quello orientale.
Se da un lato la DC fin dal 1947 controlla egemonicamente la politica
italiana, dall’altro il PCI viene estromesso sempre di pitt dal governo, a
causa dell’accordo tra Italia e Stati Uniti, i quali acconsentono a fornire i
finanziamenti legati al piano Marshall solo a patto che che i partiti filo-
sovietici venissero esclusi dal governo, uscendone cosi nel 1947 (con la
fine dei governi di unité nazionale che susseguono la conclusione della
seconda guerra mondiale), senza piii riuscire a rientrarei pienamente.
Il PCI s @ un partito paradossale in quanto, nonostante sia il partito
comunista dell’Europa occidentale pit forte ¢ con pitt consensi, allo stesso
tempo si erge come difensore della carta costituzionale essendone uno dei
tedattori insieme a DC e PSI, cercando di modifieare I'assetto
tepubblicano yigente per instaurare quello socialista non attraverso la
rivoluzione comunista ma tramite legittime elezioni.
I PCI inoltre, nonostante lo stretto legame con |’Unione Sovietica, non
nasconde di non essere pienamente in linea con gli ideali dell"URSS,
criticandone talvolta aspramente le decisioni, come ad esempio a seguito
della rivolta ungherese del 1956 repressa in modo durissimo dall’ArmataRo: o della Primavera di Praga del 1968, anch’e: repressa
dall’invasione della Cecoslovacchia da parte delle truppe sovietiche.
La storia del PCI é quindi segnata costantemente dall"ambivalenza tra
partito comunista occidentale pil forte e partito che rispetta le istituzioni
repubblicane, impegnandosi duramente per la loro salvaguardia contro
un'eventuale svolta neofascista.
Durante gli anni °50, in particolare, I’anti-comunismo ¢ molto sentito. Gia
nel 1951 avviene un tentative di alleanza delle destre (DC, MSI ¢
monarchici), ¢ virando alla fine del decennio verso un governo di centr
destra (1957-60). In particolare il governo Tambroni del 1960 godra
dell’appoggio esterno del Movimento Sociale Italiano, partito neofascista
nato dalle ceneri della Repubblica di Sald, appoggio che causera numerose
proteste e violenze di piazza e che porteranno alle dimissioni di Tambroni
a soli 4 mesi dall’inizio del suo mandato.
Il manifesto preso in analisi, essendo parte della propaganda anti-
comunista della DC (e quindi degli USA), punta per sua natura ad
estremizzare e demonizzare quello che viene visto come il nemico,
searicando sull"URSS tutte le responsabilité per i vari conflitti venutisi a
creare nel secondo dopoguerra. In realt le motivazioni erano pit profonde
¢ complesse, in parte attribuibili agli stessi Stati Uniti, come ad esempio la
guerra del Vietnam, nata per opporsi al governo autoritario filo-
statunitense costituitosi nel Vietnam del Sud.
Inoltre la politica portata avanti dal PCI per tutto il corso della sua storia
non mira mai a replicare la rivoluzione comunista in Italia, rimanendo
comunque fedele a quest’ultima, ma cerca invece di arrivare al governo
anche attraverso accordi e alleanze con gli altri partiti. Si rivolge infatti sia
alla sinistra, formando il Fronte Demoeratico Popolare con il PSI nel 1948,
sia al centro-destra, come nel caso del compromesso storico negli anni *70,
scontrandosi spesso con gli ideali sovietici che rinnegavano qualsiasi tipo
di alleanza con i partiti borghesi.
Il PCI non era quindi soltanto la “base operativa” del partito sovietico in
Italia, che eseguiva alla lettera gli ordini da loro imposti, bensi si poneva
come un partita che cercava un‘alternativa alla socialdemocrazia e al
conservatorismo attraverso una via non-violenta e nel rispetto delle
istituzioni repubblicane e della costituzione. Una sfumatura, questa, non
compresa dagli altri partiti italiani.
Questo progetto prenderi una forma concreta a meti degli anni *70 con
leurocomunismo di Enrico Berlinguer, il quale, attraverso un‘alleanza concomunisti di Francia e Spagna (PCF e PCE), tenta di creare una via
i parti
di mezzo tra il leninismo e la socialdemocrazia. Si tratta di un comunismo
medio-borghese del capitalismo, ¢ che rifiuta il dogma
controllo dell’Unione Sovietica sui partiti comun
occidentale.
ti. dell’Europa
Bibliografia:
Piero Melograni, I vincoli del consociativismo
Alberto Ronchey, La sinistra ¢ il fattore K (Corriere della sera)
Paolo Miceli, Storia della prima repubblica
Michele Petrocelli: Il labirinto clientelare: la eris
italiana
Indro Mondanelli: L'Italia dei due Giovanni
Fabio Martini: Comunismo ¢ ironia. Il manifesto fa quaranta
L'Unita: II discorso del compagno Berlinguer
stema dell’economia
di