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Quintuplicita e individualita. La costruzione dell’io in WL 1807 ‘Abstract ‘The main tpi in Rament's essay ithe transendentl notion of ividuality as i appears in Fick's doctrine of science of 1807, In WL sui seas Fite sets he problem of individual 'y within his twofold concept of quinplicty. On the ene hand, quinuplicty i seen as the fonce meatal structure of initio, . as de nevesary law to which ite i submined in his appearing. On ‘the other hand, quntuplicity is oponed bythe Fee ‘cis through which the dinking I projet self en GAETANO RAMETTA? vidual in conection to these five possible kinds ‘of vision (Binsich. Ths he indicates five wodds constiuing the orginal projections ofthe Tand, at ‘te same tim, the sehapes thro which Iie co- leet as concrete image of ital becoming. In this perspective, de Fiehiean dxtrine of Eins cht takes an omoogical meaning and nots merly existe ae. The possibility forthe Hof eotitee ting itself as individual is ce condition without the absolute couldn't appear a hat appearance. Fiche sets he instiution of in I nostro sageio si propone ¢’illuminare la concezione trascendentale dell'individualita alla luce della dottrina della scienza del 18072 Si atta di un testo, al momento in cui seriviamo, ancora inedito e percid assai poco conasciuto, ma di estrema rilevanza non solo per Ia comprensione del pensierofichtiano successive all’Atheismussiret, bens anche per I'argomento che pit da Vicino ct interessa. La nostra ipotesi & che Fichte,periomeno all‘altezza della dttrna della seienza stricta sens, inquadri it problema dellindividualita al'intemo della sua concezione della quintupliciti: che dungue, per la filosofia trascendentale, il livello originario di costtuzione dell'individuali® si collochi al’incrocio tra la funzione dellio come principio di unifieazione universale e necessaria 1 Vi G. Prati, 14, 36100. Vicenza, Halo La WL 1807 © conzenuta nel manoserito siglo «Ms, IV, 6 ¢ incso net lscitofcbiano depostato preeo la ‘Deutsche Statsbiblietek di Bein. Le cixion’ ela nameraions dele page ano ifeimento al" el suddeto manoserto, nells docitrazone cura da R. Lauth por Vedizione entice de test. A Ii ¥ ringrariamento per avercene content le visions, 116 Geacuano Raretta dell intuizione ¢ io come snodo attraverso cui la vita seca all'apparie in configurazioni di volta in volta determinate dagli ati della liberavisione aperta da pensero ichte interpreta questa duplice e inscindibile funzione dello alla luce di una duplice nozione ella quintuplicia. Da un tato, 18 quintuplicita indica la strutura fondameatale e necessaria ipotesi, E? di quest'ultima che obbiamo ricercare la conferma. La domanda da porre innanzitutto & quindi: a quali condizioni possibile cid che essa esprime? Che cosa & richiesto perché la vita possa diventare capace: vedere? Al riguardo, Fichte sostiene che In vita, per poter vedere, deve necessariamente separare il vedere da s®, pur permanendo nell'unitd con s?. Se non separasse il vedere da sé, la vita non apparirebbe; ma se in questa disgiunzione non restasse in unita con sb, non sarebbe essa ad appa: rire, Percid, per apparite, la vita si deve proieitare al di fuori di sé, restando in pari tempo legata, nella sua proiezione, con se stessa, Ma com’é pensabile questa unitd nella disgiunzione? Secondo Fichte, la nozione dell'in quanto (als) & cid che consente di veoire incontro a questa esigenza, Lin quanto rende possibile alla vita di proiettarsi, di obieltivarsi di fronte a sé (e quindi i vedersi), restando tuttavia vincolata, in quel «s@» che 2 visto, a se stessa come cid che vede. ‘Appare quindi pitt che giustificata I'affermazione fichtiana, secondo cui «questo in quanto gioca un ruolo fondamentalen."” Innanzitutto, lo als determina la struttura logica dell’intuizione come proierione della vita nel fenomeno, cio® instaura la distinzione indispensabile alla vita perch® essa possa apparire, permet- tendo cost di spiegare perche, nell'apparire, non sia un altro dalla vita, bensi la via stessa che appare: «la vita deve intuirsi in quanto vita». Inoltre, dal momento in cui scopriamo che lintuizione & costiuita, nella sua struttura, dall’in quanto, noi conseguiamo un ulteriore, fondamentale determinazione concermente I'intuizione stessa. intuizione emerge, cio®, come la visione che la vita produce di sé in quanto vita che appare. L'intuizione @ la visione che Ia vita immediatamente &, non appena emerge all’apparire. Tuttavia, Vimmediato scaturire dell’intuizione non indica la semplicita della struttura stessa dell intuizione, bensi designa l"immediatezza con cui sorge Ia mediazione, attraverso la quale soltanto ormai ta vita, apparendo, pud cogliere se stessa (funzione differenziatrice nell’unita, ¢ unificatrice nella 4ifferenza, svolta dall’in quanto), Ma allora, infine, dire che la vita proietta se stessa significa dire che essa non si coglie pid’ come proiettante, bensi soltanto come il sé che essa proietta. Per cogliersi come proiettar, la vita non avrebbe mai dovuto perdere I’assoluta unita di s® con s¢; ma proprio il mantenimento dell unit di ‘8 con s@ le avrebbe impedito di vedere, e Gunque di apparire. Cosi la vita, nel prodotto della sua 7 sein unminelbares , abvolutes Fakium der Anschauing (lee, 22, 32a propio dalle). Lend. 9 id 10 «Dieses al spiel eine Hauperoll» (lez, 6, 10) 11 sDas Leben sol sich anschawen, as Lebens (bd) 118 Gaetano Ramerta proiezione, diventa invisible a se stessa come attvita de proiettare; ein quanto indica appunto il movimento di questa obiettivazione necessaria, posio che la vita debba poter apparire, Nessun apparire senza vedere; nessun vedere senza «in quanto»; nessun «in quanto» senza obiettivazione di id che in esso appare. Lobiettivazione risultante dal recarsiall'apparice della vita intesa da Fichte come I'incessante processo della schemaiizzazione, in virty di cui la vita stessa accede al fenomeno (al vedere): «la Vita in quanto vita, immagine, tipo, schema». Ed egli aggiunge: «Soffermarsi su quest ultimo, ‘come impiegato anche da Kanto.” Tale approfondimento doveva probabilmente essere fornito nella spiegazione orale, poiché net {esto a nostra disposizione Fichte procede all indagine immanente della struttura logica dello als Resta il fatto che, se in Kant lo schema trascendentale assume Ia funzione di mediare tra le categorie dell intelletto ¢ Pintuizione pura del tempo (e conseguentemente dello spazio); se dungue Jo schema assume in Kant una funzione di collegamento imprescindibile tra i momenti dell"unitd (alo penso» cui le categorie vengono ricondotte come allistanza della loro unificazione suprema) «della molteplicita (presente all intuizione come gia spazio-temporalizzata); profondamente diver ‘i appaiono la funzione ed il signficato che ta dotrina dello schematismo assume nel Fichte di ‘questa WL, Lo schema infati non & pit espressione dell'attivitd dell'immaginazione produttiva, ma emerge come imprescindibile momento dell apparizione della vita (che in Fichte svolge la funzione di assoluto}; ed @ all'intemo di questa pid ampia implicazione che "io stesso si trova compreso: «E se il vedere non fosse accidente e prodotto delio, bensi lio prodotto del vedere <..>%»"* Lungi quindi dallessere lo schema una funzione dello, € V'io che sembra emergere come funzione di un processo di schematizzarione pid ampio, dal quale esso stesso risultt come ulteriore (ma decisiva) precipitazione schematica. Certo, Fichte impiega il termine immagine (Bild), ma quest'ultima perde ormai qualunque delimitazione in senso soggettivo, e tanto pid’ si mostra irriducibile ad ogni sua accezione in senso psicologico; bensi essa tessa esprime la configurazione conereta che di volta in volta ® assunta dalla relazione tra I'assoluto cil fenomeno, indica il risultato della proiezione schematica per cui Ia vita, apparendo, pud vedere e «intuirey se stessa solo cogliendosi «in quanto» altra da sé Da qui, seaturisce un ulteriore passaggio: se per apparire la vita deve subentrare nel vedere, cid ‘comporta che essa, per vedersi «in quanto» vita, debba vedersi necessariamente nel vedere, sia costretta insomma a seguire le leggi della schematizaazione proprie del vedere. Percid, dire che la vita eid che vede nel vedere, significa dire che nel vedere 2 il vedere stesso che vede: nel vedere, infati, la vita non & gia pid semplicemente vita, bensi appunto vedere. E poiché il vedere & schematizzare, il vedere come Verméigen pud essere definito da Fichte come «assoluta facoltd di kgenerare da s® uno schema»! assoluta, poich® appunto comtiene in se stessa le legei del suo schematizzare, o meglio ancora: poiché il vedere non riceve lo schematizzare come legge estrinseca 6 proveniente da un «fondamentom diverso, bensi esso stesso schematizzare in se stesso", produce dunque esclusivamente in base a se stesso il movimento di generazione degli schemi " 12 sas Leben als Leben, Bild. Typus, Seem id, pum 13 doi, [Wie wenn das Seher nicht Aceidensu. Produkt des leh, sondem das Koh Accidens Produk es Ich <> wie» (ee 6, 10y, pum Ik), |S. tin absolues Vermégen, ein Schema as sich au erzeugen ibid, puto ID, 16 cx.> denn sehen het shemaisien (iid) 17 eso mu das Schen absolute as ich Heras cin Schema gebiven> (le. 6, 10, punto ML, Ouinupicd e invalid. La eosrucone deo in Wh 1807 119 Posta I'equazione vedere = schematizzare, cio’ proiettare obiettivando cid che vede (das Se- ‘hende) «in quanto» & visto, si tratta di approfondire il significato del termine facolta. Quest ultima © il vedere, perd ancora soltanto come possibilita. In senso stretto, il vedere come Vermogen potrebbe anche non giungere mai allesistenza effettiva, poich dalla capacita non consegue wlfalto esereizio reale di tele capacita. Ma proprio qui si rivela una tra le ragioni™ che hanno indotto Fichte a inserire la facolta tra la vita «pura» (= A.) e il vedere «reale» (= C.). L'introduzione del Vermégen, infati, consente dincludere nella derivazione genetica il carattere contingente del ve~ dere, di exprimere cio come il fatto che la vita appaia non sia riconducibile ad alcun tipo di deter- ‘minismo fatalistico. Ora, tale contingenza 2 rilevante proprio in rapporto al proseguimento della derivazione gene- tica,¢ alla determinazione fichtiana dei rapport tra inture e pensare. Dalla contingenza del vedere, infani, Fichte deduce "insopprimibile esigenza che il vedere stesso prova in direzione della fondazione (Begriindung) di se stesso. In effetti, soltanto cid che 2, ma potrebbe anche non essere, pud cal tempo stesso & spinto a ricercare il suo fondamento, la radice ultima del suo essere. «Perché 8 in generale l'ente € non piuttosto il nicnte?»: questa la domanda che secondo Heidegger governa tutta l'interrogazione della metafisica, € che conduce, in epoca modema, alla formulazione det «principio di ragione»." «Perché il vedere, © non piuttosto il niente (del vedere)?» cosi si porrebbe riformulare la domanda heideggeriana al! interno della filosofia trascendentale ‘Quest'ultima, infant, scopre nell'essere nientaltro che uno schema, cio® il prodotto inferiore, pit clementare 0 , D’altra parte, pi vedere, ¢ quest'ultimo & ativita proietiva e «C.» esso necessariamente proietta un'ulteriore immagine di 8%, producendo I'«in quanto» (= D.) del suo precedente «in quanto» (= C.), In altri termini: poiché id che proietta (il vedere = B.) & lo stesso e medesimo che viene proiettato come reale (= C.), i vedere reale & necessariamente vedere del vedere, «schema dello schema», als des als Cosi, Fichte dimostra l"autoriflessivita costitutiva del’ein quanto». Poiché C. & vedere reale, ¢ nel vedere & il vedere stesso che (si) vede,I'cin quanto» si sdoppia immediatamente, proiettandosi in un ulteriore «in quanto>, che to vede, ¢ che percid & vedere del vedere: «in quanto» (ais) in cui il vedere reale (= C.) si coglie «in quanto» vedere (als des als = D.) Se ora noi, esplicitando quanto semibra risultare dal corso effettivo della ricerca, nello «schema dello schema» intravediamo noi stessi come jo vedenti, ecco che I'io emergerebbe come nient altro ‘che lo schema, intemamenteriflessivo, che la vita si produce per dischiudere a se stessa la possi- bilita di vedere se stessa, e dunque di apparire: «<,..> ¢ noi, parlando esattamente, nen diremo pi ‘noi ci vediamo; bensi la vita, nella forma della sua estrinsecazione, si guarda in quanto io, ¢ in ‘quanto io che vedes 2° Abbiamo visto che il membro «C.» & stato derivato geneticamente come «in quanto» della facolta. In tal modo, «C.» risulta determinato come un’ulteriore schematizzazione dello schema, che la vita (= A.) conseguiva gid nel Vermdgen (= B.). Esso appare quindi costituito da una rela. ione che pone in rapport A. con B.. € secondo la quale non 2 B. che si proietta in A., bens) viceversa ¢ univocamente & A. che si proietta in e «in quanto» B. I vedere reale & la schematizzazione esistente di questa relazione, ¢ la proiezione del rapporto A. - B. in uno schema ulteriore, «in un tipo e Stellvertreters%, che letieralmente tiene-il-luogo del rapporto, & cid in cui ed attraverso cui il rapporto emerge all’apparite, senza di eui il rapporto stesso A. - B. nom sarebbe. «C.» rappresenta insomma Mmmagine, in cui la relazione tra. A. B. si attua concretamente ed in modo determinato. Esso il luogo in cui la vita si dispiega nell essere del fenomeno come nesso implicativo «assolutamente necessarion.® E’ vero che a rigoe, questa conclusione sembra contraive quella precedente sulla contingenza del vere, sulla Possible a fool possa anche ron atuasi. La dsoluzone di questa pera & tua da Fichte con ntodione {el Trie in quanto scasalid che mon &causlita, acu le facta &appute lespressione. Esa vedere propia in ‘quano causa non cause. 23 «<> u wir Weeden, gona redend nicht rer agen, Wirsehen ans; sondem das Leben, in der Form seiner Aewserung sie sich hin als leu as in sehendes Toh» (lz. 6,11. 24 Lee. 10,15 28 hi, punto 2, Quinuplctae individ La cosruciome det in WL. 1807 11 Cosi, perché il vedere posse diventare vedere reale, esso deve realizzarsi tramite una forma che consenta I'instaurarsi del rapporto di A. con B. A questa forma, in virti ed attraverso ia quale A. B. si determinano entrando in relazione, a WL di il nome di Durch. Posto che la vita debba intursi, anche tale forma del rapporto emerge dungue come «assoluta- ‘mente necessaria», non pud non essere; ma se non pud non essere la forma, ne deriva che il rapporto nion pud essere alirimenti da comesso & e si ® manifesto. Ci, erediamo, & quello che FFichte intende esprimere quando accanto ad «assolutamente necessario» aggiunge: «unicamente possibile.” In quest'ultima Tocuzione, infati, non soltanto & inteso che la vita, per appatire, deve proiettarsi nel vedere e come vedere; bensi anche che tale proiezione non pud essere intesa in altro ‘modo se non come procedente dalla vita. Cid significa che essa procede dallo A. dell unita assoluta come dalla sua origine; ma non viceversa. La vita (= A.) si coglie c si pud cogliere (in C.) solo mediante it rapporto (i trattino «-») che la vincola al Vermogen del vedere (= B.). In C., dungue, A. ¢ B sicolgono solamente l'uno atrraverso Valiro, ciascuno nelVimplicacione e nel rapporio che inestricabilmemte, necessariamenie lo lega all'altro, Ma questo «ciascuno attraverso I'altto», questa mediatezza assoluta per cui senza il primo non si da il secondo, e Puno si dd soltanto attraverso ed assieme all'altro, non istituisee una reversibiltA del rapporto, non rende possibile alcuna inversion nella direzione della provenienza, Tl rapporto procede, per cosi dire, a senso unico. La proiezione non @ reversible, e si dirige univocamente da A. verso B., benché non sia possibile cogliere A. se non nel rapporto e nell'implicazione con B, (U'uno attraverso € mediante I’alto). Cosi Fichte deriva Pimpossibilit peril vedere, di vedere in maniera diversa da quella stabiita nella fonduzione, Ma dire che nel Durch (= C.)il rapport tra A. B. 2 univacamente determinato (nel senso che la vita si proietta nel vedere, ma non viceversa), significa dire che la vita 8 intesa ‘come Principio del Verméigen. ‘La vitaé vista dal vedere come cid da cul proviene B.,¢ il vedere non pud vedere diversarnente ‘da come vede. Percid, nel vedere, la vita necessariamente vista come cid da eu la facold procede, equindi é necessariamente vista come il Principio stesso del vedere; € questo, ancora una volta, ne! \duplice ¢ inscindibile senso per cui essa costtuisce il fondamento del vedere (stratificavione omto- logica del fenomeno), ¢ in pari tempo ta «ragione» in virtd di cui al vedere diventa possibile “piegare se stesso, Per la WL, si trata dunque di determinare secondo rapporti di fondazione anche il rapporto sussistente tra als e Durch. Ambedue, come abbiamo visto, si atuano in «C.», che ha dimostrato di potersi istituire come «in quanto» reale solo nella misura in cui si determinava come logo della mediasione tra i due membri del rapporto, cio® come I’«attraverso> in cui la relazione tra entrambi viene a precisarsi come fondazione (Begriindung) dell’uno nei confonti dellaltro, «C.» assurge dunque a membro altamente complesso, poich? caratterizzato da un duplice rapporto autoriflessivo: da un lato, quello cche sdoppia crifletteI"«in quanto, ovvero il fatto che «C.» non pud attuarsi se non schematizzandosi a sua volta nel suo «in quanto» = D.; dall’altt, quello che sdoppia e riflette il Durch come fon- dazione (selazione fondante-fondato, principio-principiato, A. - B.) (ra, secondo la «massima dello spiegare», bisogna comprendere quale dei due rapport svolga 26 bie, proposie. 1 27. Ch, supra, nots 24. 122 Gaetano Rametta nei confronti dell’altro le veci del princi della fondazione. Per cid fare, basta esaminare la struttura interna dello ais, Esso, come abbiamo visio, 200 pud smmediatamente altarsi se non schematizzando se stesso; se non schematizzasse se slessiy aro reale come afs; se non Fosse reale come als, a vita non potiebbe apparire, Ora dal mo- rato in eu si doppia 10 als itoduce inevitabilmente un rapporto, una relasione tra i poli che lo wretituiseono, Se non vi fosse tale relazione, vertebbe meno Ia schematizzazion’ OVER Vein quanto» non sarebbe pit I'«in quanto» di se stesso; ma se non fosse I'sin guano di se stesso, non cprebbe «in quanto» tout court, perché I'instaurazione del’«in quanto» presuPPone lamedesimezza © identita tra lo schema, e cid di cui lo schema “Tuttavia, proprio cid mostra che lo schema, per istiuirsicome tal, deve instaurare Unt relazione con cid di cut & lo schema, Senza connessione tra schema e schematizzato, lo schema n0® sarebbe sedi alcunche; ma senza schemalizzazione, come abbiamo visto, lo stesso als che st doveva Somprendere verrebbe annulate, La mess in relazone ta lo schematlzaito ed it suo schema é id cevrelo als si trova necessariamente presupposto, affinché In proiezione dell'cin quanton © possiile, Bin questo senso che Fichte puo affermare: «in quanto consezve dall'attraverso, non viceversa»” Pal seomento che il Durch & dimostrato come principio ¢ fondamento dell' come porre di fondamenti «massi dello spiegare», Perio, nella misura in cu J vita appare ¢, per appaire, ved, 68 deve instaurare, nei Serre di se stcasa una relazione di ipo fondativo, ento la quale si trovi profettata (in quant Principio) fondamento di sé come vedere («in quanto» principio), Im quesio Seo. Ta Logica del raewetcato ed il «principio di ragione> costituiscono il rapporto assoluto», in cul la Wta subentra roagesza dal momento in ci sifecaall'appaire nel vedere.” Pi precisamente, tle rapport e Gesignato da Fichte come un «sillogismo assoluto» ed un eassoluto atrayersim 2" Questi sono as~ solur poich® la vita conticne in se stessa il suo fondamento, ¢ perci® appunso s! schematizza in principio del suo fenomeno. Tuttavia,essi sono assoluti anche nel senso che si sono dimostrati Tasopprimibili per Papparire: se la vita appare, essa deve apparire in quanto ¢ aleve la rela- as epPl fondamento, che essa nel vedere necessariamemte instaura nei confront dt sb come fenomeno. ‘Draltra pare se il legame del Durch € dello als & costiuito proprio dal fatto che il primo & principio fondamento del secondo, ei significa ehe it Durch non pu? prodursi senza recare con st venaltaneamente lo als, poicht ess0 & cid da cui il secondo trascendentalmente proviens: Se cosi io, di determinare I’attraverso» dei due rapporti nel senso Fe Avs dem Durch, folgt das Als«<> nicht umgekehr» (lez, 11, 16, punto 4) Fs a eB ror nhl des sashcn Enotes das des tens zum Scher et. 10.1, Put Foe ny ise, pI «lm Sehenvervandelt das Leben, ds an sich in sich selbe earn! tA egrundung Ch iy ome rndom epoca dap, 16r puna 3 as Leben sex sichin cin Veli. en tere Deda sinc east dadc cin Vera ser seiner eden allen nghichon GruniMdifzaione at Leben sehlechtweg, uals sehendes Leben aera ea ase pum I: nesoler Sey dx seinen Vorkerat in sich seer ate. 1, 1s, pani et absolutes Durch Quinupicid «india, La cosrusone dello in WL 1807 123 rnon fosse, se il Durch potesse avere luogo senza Ein-bildung della vita nel fenomeno, verrebbe ‘meno il rapporto di rigorosa fondazione del primo verso il secondo, e la contingenza del vedere, che la WL avrebbe dovuto geneticamente derivare, si troverebbe incorporata nella spiegazione stessa (la spiegazione, allora, non sarebbe pit neppure spiegazione, poich’ avrebbe mancato la sua , C. diventa cid che tiene il luogo, lo Stellvertreier non soltanto della vitaith dell’spparire, bensi anche del suo sempre di nuovo estinguersi nella forma dell'essere. Di qui ambivatenza fondamentale dell’inuizione: da un lato, essa pud essere determinata «in ‘senso stretto, in opposizione al pensiero» come il fenomeno della vita; dall’altro, essa stessa ? anche soltanto il fenomeno della vita, ¢ non la vita stessa scaturente all’apparire.™ Una volta ricondotto al ‘movimento della schematizzazione trascendentale, in vista di cui la vita appare,l'essere svela il suo carattere meramente proiettivo e residuale, ma non per questo meno inesorabilmente mecessario.® Quali conetusioni & possibile trarre dalle argomentazioni sin qui svolte a proposito del membro «C0? Qual @ il suo statuto conoscitiva in rapport allio? Interpretando i concet di als edi Durch come pertinentirispettivamente ai lati dellintiree del pensare, Fichte ha in pari tempo evidenziato V'inscindiblita della relazione che li lega l'uno all’altro. Ora, poich® la forma del rapport & data dal Durch, quest ‘ultimo & coinvolt in un sdo- ppiamento riflessivo analogo & quello gia constatato per lo afs. Come J'«in quanto» si ifletteva in se stesso da B. (vedere come facoltd) in C. (vedere reate) ¢ quest ultimo a sua volta si proietava in D. considerato come «in quanto dell'in quanto»; allo stesso modo il Durch costitutivo del vedere come facold, che si attua anch’esso in C. come reale, si sdoppia come Durch dei «rapporo ass0- Tuto» tra vita e vedere, e come Durch che pone in relazione i lati intern del vedere (pensiero e 32 Cid yuo ire Fete, quando sttolnca I elarione recipnoca del Durch e dello Als Durch, Mitelbatkit = Form: Das “Al, oder die Verwandlung welche mit dem Giiede des Veeilinisses vorgebt,dadurch da es nur i dem Verhalnsse trfat wird = Schema» (iz. 11, punt 4, 16¥, 33. Cid. panto 5: cn dieser Principe int es = das Leben, G.R > aber, uraitelbar in C. befinlich, zk ns Dune lig verandelt in AnseHamung. Die Anschauung, in dieser Medium des Schemas abgeteta vom Leben, it selbat als ein selbstandiges hin, .erschoim aso 34 «Die Arschiuung im enger Sinne im Gegensaine des Denkens, oder di ble Eneheinumg (les 12, 1, Beto) 38. Adet, weiter besimenes i, durch deo Geena alo wieder Schema u. nur Sebetn, Nur schematish kann es <= das Lela, G.R> sil im Sehen aber Cee. 11,17, 14 Gaetano Ramen intuizione). In tal modo, C. emerge come I'«attraverso di un atraverso»™, cioé come il membro che tenendo assieme pensare e intuire, fa giungere la vita all’spparire nel , dall'altro, proprio per istituirsi come «cid che vede», deve simultaneamente proiettarsi come che & visto, Di conseguenza, Fichte evidenzia in «C.» la presenza di una scissione tra cid che vede eid che & visto, vedente © veduto, soggetto e oggetto; e ritiene di esprimere pit precisamente Is, natura del membro «C.» distinguendolo nei sui momenti («a.» € «b.»), il primo dei quali rappre- senta il vedere (cio® Io schema cui la vita perviene come soggetto vedentey; mentre il secondo es prime lo schema che il vedere proietta all’estemo di sé nel momento stesso in cui si vede come vedere {la vita come essere intuito € molteplicita di oggettivist)™. ‘Ma da quanto precede, deriva che «a.» e «b.» non sono pensabili come esistenti separatamente uno dall'altro, poiché ambedue indicano soltanto le condizioni che rendono possibile la «visibilith», condizioni che la vita stessa proietta per poter apparire. Percid, per formulare adeguatamente la posiaione che abbiamo raggiunto, non & sufficiemte scomporte «C.» nei due poli «a.» ¢ «bo»; bensi @ necessario mettere in luce anche il Iegame e Ta connessione reciproca che vincola tali momenti uno all’altro, espressa da Fichte col trattino «-»”. 36 «Durch - eines Durch (hid). 137 Perla prima esressione ef lez. 12 18, gamma, ker. 1,22, punto 6; pe a soconda ele. 17.25 punto’. dove it termine erprefies viens chiarito oa «in unmitlbare Ansshauung>. Cf. ance alla stessa pagina, expression come: ‘reales Princip des Noumen in cles Ich 38 Cir ler. 12,18. alfa 39. «-= Leben, in sciner absolut freien Sebstbestimmung, v-dem Verh 2u sich selbst das daraus fot (hid) (Quintpticnd e individ La cosrucone del bn Wh 1807 125 Con quest’ultimo, egli intende evidenziare che a. ¢ b. non procedono successivamente [uno Gall’akto, ma si producono «d’un sol colpo» nel momento stesso in cui la vita appare. La connes- sione disgiuntiva tra di essi si scopre cosi come la struttura del fatto, trascendentalmente derivata sulla base del vedere, atraverso cut la vita appare. La deduzione, che in essa si approssima alla sua meta, I'ha derivata riconducendo «a.» e «b.» alla loro origine pit profonda, costituita appunto dalla Vita (in quanto appare): « “= vita <..>. E’ quest'ultima che assolutamente d'un sol colpo proietta, in questo modo entrambi: questi schemi nel modo sepurte AB 5 eid also proj; ese Schema, usr Veriltnis 2 cinandr als the ab, Nel punto centrale, eg exprime jl Durch che ten assem Ia otal dtl selazon 43 cleh = idemisehes Princip der Anschavomg, w. des Denkens. (Der Kanttche Satz der symihetischen Einheit der Appercepion)» (ee 15, 230. 126 Gaetano Roma 2. La quintuplicita come orizzonte multiplo dell"io La quinruplicita incorporata nello schema «C.» rappresenta la quintuplicita dell'intuizione, es- prime cio’ 1a forma che Wesistenza dell’io assume come condizione della visione empirica 0 naturale, ‘Tuttavia, il fatto che gid all'altezza dellintuizione sia implicata l'ativita del pensiero, apre lo spazio per ulteriori differenziazioni nella vita dellio ¢ della coscienza. Cos, alla quintuplicita che designa il rapporto tra pensiero e intuizione, e determina per cos) dire orizzontalmente la struttura doll'egoitd, viene a corrispondere una forma di quintuplicita verticale, orientata cio® all’apertura di tlteriorilivelli di approfondimento trascendentale, nei quali la vita della coscienza attinge orizronti di espressione e di realizzazione di-volta in volta dotati di un accresciuto potenziale manifestativo. ‘A questa quintuplicita dinamica, contrassegnata da un originario movimento di costituzione di steati differenziati di essere per il tramite dell’autoriflessione e della liberta della coscienza, c rrisponde !'uso fichtiano delle minuscole e., d.,c., b. a., per indicare i cinque «mondi> in cui si articolano, da un lato, io nella sua struttura originari, dall’alto il sistema complessivo della WL ‘come filosofia trascendentale, ovvero i mondi della natura (= ¢., oggetto della Narurlehre), della legalita (= 4., oggetto della Rechtslelire), della moralita (= ¢., oggetto della Sittenlehre), della re- ligione (=4., opgetto della Gotteslohre),e infine dela scientyiciud come fiosofia trascendentale stricta sensu (=, dottrina della scienza). ‘A sua volta, ciascuna delle discipline propric della filosofia trascendentale fornisce, sotto il punto di vista ad essa peculiare, una visione degli altri in vets zum seligen Leben, lez 5. Perl leterauca secon, inf pa $4, 45 Schipfekra des Scematisinus des Leberss (er. 16.236) 446. * In altri termini, cid che si produce necessariamente ® Vintuizione nella soa sinttica unitd, con la quintuplicita che la caratterizza, ed allintemo della quale il pensiero @ incluso come necessari non la spiegazione dell’intuizione, alla quae il ftosofo trascendentale si eleva per un atto di iberta. Del resto, proprio nell’operare geneticamente un tale passaggio, la WL pone in evidenza un’operazione che pertiene allo stesso io reaie, quando dalla visione naturale = e, s*innalza alla visione di questa stessa visione come coscienza della legalird = d. Al filosofo spetta la ricostruzione della genesi; ma il salto autoriflessivo da e. a d. é operato daltio reale medesimo, di cui la WL ricostruisce le condizioni a priori, presentandone le strutture originaric sotto il profilo della loro connessione trascendentale-genetica. Per 'io reale, questo significa che esso stesso, nella sua visione della fegalitd (= d.), ha operato quel salto autoriflessivo che ora la WL ricostruisce nel suo divenire(logieo-intemporale), ll"interno dell’esposizione sequenziale dei momenti (A, B., C., D.) che si condizionano secondo il «princi di ragione», ma che vanno intesi come simultaneamente presenti e operant nell’ ultimo membro della catena, come espressione di cid che unicamente & reale («D.» come exprefies Ich). La se- quenzialitd secondo il «principio di ragione> si trova ora frammentata ¢ interrotta proprio dalla quintuplicta verticate dei cingue «mondi» come possibilita co-originarie di visione, che Vio apre a se stesso in manieta incondizionata, proprio perché irriducibile al «principio di ragione>. L’ordinamento progressive dei cinque «mondi» & dungue éa interpretare non come il dispiegarsi di tuna deduzione che procede linearmente secondo il Grundserzen del concetto, bensi come gerar- chizcazione delte diverse «Binsiclten» secondo il cantenuto manifestativa in esse veicolato, secondo Pintensita variabile con cui la vita in esse giunge all apparire. Ma allora, poiche il rondo «<4.» costituisce una delle strutturali possibilita di autorealizzazione, attraverso cui I'io, nell’ attuare se stesso, conduce a manifestazione nel fenomeno a vita stessa; poich® tale visione & inaugurata in ‘manera tale da risultare incomprensibile al «principio di ragione», cioé in maniera libera; 8 evi- dente che la liberia diventa un momento costuuivo del feromeno dell assoluio stesso, uno snode cessenziale all’apparite della vita 50. Che mpra, nowt 51 Bin fei au ereeugendes Schema des nothwendi,u. obne unser Zuthun sich erzeugenden Schema des Denkensx (24 130 Gaetano Ramewa Allo schema svolio per ultimo, diventa cosi necessario aggiungere Melemento dell‘autonomia, Riprendendo il problema dalla prospettva dell'incognita «x.», quest ultima diventa provvisoriamente A+ F. La «x.» indicava il nocciolo sconosciuto che appariva entro la disgiunzione tra Soggetto © ‘oggetto, a ~ b, Ora essa comincia a determinarsi come unita eccedente la disgiunzione (= A.), € come liberti (= F.), necessariamente compres nella disgiunzione alfinché quell eceedente pure, nella disgiunzione (a -), appaia. La vita 8 insorma coinvolta in un movimento di schematizea- ione, il cui Principio & nella vita stessa come pura unit oltre la disgiunzione, ¢ in indissolubile unit col quale compare la libertd come possibilc, per I'io originario, di elevarsi alla riflessione del suo proprio schema, di coglicrlo cio’ per Ia prima volta in quanto tale e, sotraendoto,inmalzarsi alla nuova visione della «x.» espressa in «d.» Ma ora che la liber introduce nello schema la possibilita della riflssione autonoma, la WL @ spinta a rifletere sulla comparsa nello schema del nuovo membro =F. dungue a chiedersi: che cosa comporta questo ulteriore ampliamento in relazione al vedere, alo, alla vita stessa? Laver procotto una spiegazione fbera (= 4.) del'intuizione immediata (=¢.) mettendone in luce i caattere 4i schematizznzione necessaria (qualora la vita debba poter apparire), sembra provacare quello che Fichte chiama un «ripiegamento dela vita in se stessa», nel quale il vedere @risolto ed estinto stesso, E tuttavia: se il vedere fosse davvero estinto in se stesso, cid vorrebbe dite che la ibe del’autoriflessione, una volta esercitata, porrebbe termine all'apparizione della vita, La vita si troverebbe esaurta nella comprensione del sowgeto, che ne spiegherebbe l'appariretramite Lo ‘schema appena formulato, Ma questo & contraddittoio eo Tato stesso che un siffaio schema esisa LL'estinguersi del vedere comparterehbe infatt i venir meno dello stesso schema, che appunto & tale soltanto in quanto schema di quel primo vedere. Se attraverso il nostro schema venisse annu- lato cid i ew ess0 & lo schema, esso annullercbbe la sua propria schematicita’e dunque se stesso. Perche lo schema sia possibile in quanto schema, necessario che resi efficace Ia schematizzazione oviginaria che si esprime nell intuizione. Cid vuol dire che la possbiitstssu dello schema: x +F implica al suo interno il carttere inesauribile del movimento con cui la vita, nellintuzione, st trasforma in fenomeno. Cid & quanto Fichteafferma quando intende In schematizzazione originaria, cui necessariamente la vita soggiace nel recarsi al’ apparire, come espressione di una «facolta assolutan, di una «forza creatrice» in generale. Tale argomentazione richiede dunque l'aggiunta, nel nostro schema, di un nuovo membro, atraverso cui sia possibile designareI'infinta della vita nel suo apparire. Tale il significato della lewtera «U.» con cui Fichte in WL 1807, ampliando le coordinate di soluzione dell'equazione, indica che Iinfinita dell apparte, pur non essendo prodovta dalla liberti dell'o,tuttavia non po- trebbe aver luogo senza la Irherc dellio Linfnita esprime il processo originario della schema tizzazione, atraverso cu la vita si fenamenizza. Tale schematismo 8 necessario, non pud accadere diversamente da come accade. Ma proprio in quanto accade secondo leagi necessare, cio’ in base alle condizioni del vedere (proictivita, schematizzazione, porre-del-fondamento, intuizione come obiettivazione), esse, poich® al suo intemo include I"io come condizione trascendentale del suo autuarsi, deve necessariamente comprendere in sé la possibiliti della liberta 52 uGeschieht mun dies, soit die Anschamngvollendet in ier gain Umiktese w.eloshen, nd das Leen wieder “urge in sich set» 23. 453 Lo schema risulaote & dungue: «x A+ F + Us (bid. Quinnplcta e individual La conrucione deo in WL 1807 BL Ms allora, posta la questione in questi termini, ci troviamo di fronte al eompito di determinare il modo in cui liherta e necessita possana coesistere senza elidersi a vicenda; dimtendere come [Minfinita dell'apparire conformemente alle leggi necessarie dello schematismo possa unificarsi con la liberta, quale condizione di possiitita di quello stesso appatire. ‘Anche in questo caso, la risposta viene conseguita da Fichte mediante un approfondimento riflessivo dei risultati gid raggiunti. Poiché la struttura dellio & improntata @ quintuplicita altrettan- to quintuplice dovra essere l'unificazione in virtd della quale, nell’io, si compie la compenetrazione tra liberta (= «F.») e necessaria infiniti (= eU.»). Essa & data in effetti dai einque emondi» ne quali Vio schematizza liberamente la schematirzazione originaria, al'interno di cui esso stesso compare come principio di unita sintetica. I mondi e., 4. .,b.,8. vengono cosi a costituire altrettanti modi seaturenti da atti della liber, mediante i quali 'io schematizza in nuove visioni la schematizza- one necessaria che produce I'intizione. La legge della schematizzazione & sempre la stessa,risulta necessariamente legata alla formula dell'io intuente € pensante: a - b - x. In questo schema, cid che giumge a configurazione & I'unitd sirutturate che regge la schematizzazione nel suo riprodursiall'infinito, Tuttavia, tale unit non indica uno stato onticamente realizzato e compiuto una volta per tutte, benst & Ia forma (invariant) di un accadere (quello per cui Ia vita scaturisce all’apparire) che riceve configurazioni di volta in volta variabili,a seconda delle vision’ con cui Pio lo reintrepreta e schematizea «con libert Cosi, sulla base dell’invarianza che caratterizza la strutura dell’intuizione, la vita pud apparire centro costellazioni sempre nuove, isttuite dalle immagini che Vio proietta, ed entro cui Ia vita si raccoglie nella concretezza del suo manifestarsi fenomenico, In tal senso, la quintuplicita necessaria dell'intuizione & sempre «figurata» e organizzata in base alle Einsichren fondamentali con eui lio interpreta il mondo e se stesso. Non esiste dunque, per la WL, alcuna possibifita di separare (se non alivello logico-analitico) lintuizione (come quintuplictd orizzontale necessarin) dagli schemi e dalle prospettve che su di essa proietta Mio. Essa non & mai indipendente dai cinque «mondi», beast accade ad’un sol colpo» con Ia selezione creativa operata tra questi dalla coscienza reale, Lo schema che risolve Pequazione della «x.» sara dunque: A + F + U + 5, ovvero includera in sé i ‘cingue ™, Lo schema completo esprime cosi la concezione fondamentale di tutta la WL. In esso, si trova cesplicitata sia la posizione della liber, sia le modalith concrete attraverso cui Ia sua funzione si ‘determina, trasformando creativamente lo schema dell'infinita necessaria conformemente ai mondi 4i volts in volta aperti dalle Einsichten del'io. Pur esprimendo Vimplicazione invariante vita-ve~ ‘dere, lo schema pud variare a seconda della quintuplicita espressa di volta in volta dal soggetto; ¢ Ja natura della quintuplicit dipendera in ciascun caso dall’approfondimento delta libera visione con cui "io sara in grado di compenetrare se sesso. Ades. una quintuplicita determinata secondo lottica della visione naturale =e, comporter8 una funzionalizzazione degli alti «mondi» in direzione di quello dellintuizione immediata, che nella scala della liberta¢ dell’autoconsapevolezza rappresenta, soto il profilo trascendentale, quello pid elementare ¢ inferiore (governato cio® dalla «eieca> necessita naturale, non rischiaraa dalla «luce» del pensiero e dell'autonomia). Cid dara luogo a una dererminata concezione della legait, della 54 aPanffacihei der Freihet die das Seema vender im Hinduchgeten, wn das usp duet alle dese bes sts 260), 132 Gaetano Ramesta moraliti, dolla religione e della conoscenza, subordinando l'immagine di queste dimensioni a quella itituita dalla mera schematizzazione necessaria della vita Altraverso prese di coscienza ripetutamente nuove, io pud innatzare se stesso alla visione degli altri mondi, ¢ correlare le altre dimensioni a quella ora prevalente. Cosi, lo schema della vita come mucleo originario di realta viene concretizzato nella figura attuale della sua apparizione fenomenica, attraverso le vision’ dischiuse dai mondi per \interpretazione ereatrice. Percid, all’ordinamento ‘rascendentale secondo livelli sempre pid intensivi di autoconsapevolez7@ e liberta non corrisponde la graduazione, ontologicamente necessaria e riconducibile a spicgazione, di scansioni nell'auio- ‘organizzazione del reale, nel divenire autonomo dell’essere. Al contrario, la legge dell’infinitai con ui la vita si reca all'apparire secondo le modalita necessatie dello schematismo si trova configurata determinata risltante dalle proiezioni della liberti.* Abbiamo cosi terminato Panalisi di WL 1807 relativamente al problema della. quintuplicita Essa si & trovata definita a due livelli, Nel primo, essa determinava la struttura dell'intuizione, ¢ ‘eulminava con la dimostrazione dell'io come principio di unita sintetica dell'intuizione stessa, A ‘questo livello, non era ancora possibile parlare d’individualita, poiché l'io di cui si trattava era da FFichte accostato al principio Kantiano dell’appercezione, e indicava dungue la condizione della possibilit apriorica, universale e necessaria, per Visttuzione dell intuizione e dell'esperienza. A quest’altezza, Fichte poteva comunque gia porre la necessitd che tale principio sintetico dell unita 535. Bibliogrtiaessensiale:C. 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Ik passaggio da «C.» a «D.» ra presenta quindi lo snodo in cui la WL esprime la sua concezione della forma e della neces tun principium individuationis, attravetso cui il vedere si renda esso stesso intuitivamente coglibile, © cosi diventi io reale all’interno delt’intuizione. ‘Su questo primo livello di quintuplicita, universale e necessaria, prodotta indipendentemente dalla liberta dell’io, s‘innesta un secondo livello di quintuplicita, che designa le modalita fonda- ‘mentali artraverso cui I'io coglie liberamente, attraverso atti di Kinsicht non scaturenti per necessi dalla struttura del! intuizione, 'intuizione medesima, schematizzando quella prima schematizzazione in costellazioni interpretative e concettuali dipendenti dall’autoconsapevolezza riflessiva rageiunta, A quest‘alterza, abbiamo visto disporsi la possibilia, per Vio reale, Wistituirsi propriamente in individualita, non sotto il profilo della mera individuazione spuzio-temporale, bensi della defini- zione di prospeltive individualizzate di senso in base a cui orientare la visione di st ¢ del mondo. D’altro canto, proprio perché I"io& stato dimostrato come principio di unita sintetica necessariamente rrichiesto per \a possibilita dell"intuizione, le libere formazioni cntro cui lio raccoglie e configura Fintuizione costituiscono simultaneamente delle modalita attraverso cui é la vita stessa che perviene ‘a forme di apparire sempre nuove (in quanto irriducibilmente mediate dalla liberta con cui proietta le sue visioni) e differenziate (secondo la diversa intensitd del contenuto manifestativo evi la Tiberta dell’io perviene nell’esercizio dell'autoriflessione). Cio spiega la valenza ontologica e veritativa, ¢ non meramente esistenziale ¢ autorealizzativa, della dottrina fichtiana dell’Einsicht © dell"immagine, Attraverso la libera proiezione di Bilder sull'essere, "io costituisce la qualita di questo stesso essere. L’ativitd costituente della soggettivith ® cosi simultanemante necessaria (io come principio di unita sintetica dell'intuizione, quintuplicit sorizzontale») e libera (dimensione «verticale> dell’accertamento di st e della stratificazione di senso, entro cui la schematic’ del primo livello si trova necessariamente ¢ aprior, in una forma o nell’altra, riconfigurata e vista). Allvaltezza della filosofia wascendentale come WL. strict sensu, dunque, la costituzione dellindividualita secondo le cinque fondamentali prospettive del conferimento di senso & inscindibile dalla qualita rivelativa in relazione all’apparire della vita che a tali prospettive stesse spetta. Il mondo che di volta in volta l'io apre per salto ¢ sottrazione riflessiva & al tempo stesso il mondo in cui Ia vita declina i} suo fenomena secondo forme ¢ contenuti che ne esprimono essenza (il suo dispiegarsi nell'esscre) a diversi livelli d’imtensiti etrasparenza. La possibilitd del costituirsi dell"io in individualita @ dunque essa stessa condizione necessaria all'apparire della vita, ed & id che propriamente produce linnovazione e introduce Ia dimensione della temporalita esistenziale € storia, entro cui ta schematizzazione necessaria e sempre uguale, centrata sull'unita sintetica dell intuizione, si rova compresa Con queste riflessioni, siamo ben lungi dall esaurire la portata del problema, Gia per esaminare compiutamente le condizioni che WL 1807 pone per l'instaurazione della quintuplicita dei «mon- di», sarebbe necessario alfrontate l’esame dei costiuenti prarici che articalano, in «seambiow re= ciproco con i momenti teoretici (pensiero ¢ intuizione), Ia struttura dell'io. In rapporto poi alla ‘, che aprirebbe sull’orizzonte pid ampio della filosofia della storia, A noi é bastato indicare il luogo, per cost dire originario, in cui ta problematica delt'io e della quintuplicita si colloca per la WL, che & dato dall'implicazione tra la vitae l'apparire,E” all"interno di questa struttura ontologico- trascendentale, che le questioni concernenti la costituzione dell’individualita trovano ta loro pitt radicale fondazione come possibititd apert all’io,¢ in pari tempo strutturali per la proiezione della vila nel fenomeno. (Septiembre, 1994)

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