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PADUSA, Bollettino del Centro Polesano di Studi Storici, Archeologici ed Etnografici Direttore responsabile: Paolo Bellintani Segretaria di redazione: Maria Cristina Vallicelli Comitato di redazione: Giovanna Bermond Montanari Simonetta Bonomi Pier Luigi DallAglio Armando De Guio Raffaele Peretto Luciano Salzani Enrico Zerbinati In rappresentanza del Comune di Rovigo: Fausto Merchiori, Sindaco Direzione, redazione e amministrazione presso il Centro Polesano di Studi Storici, Archeologici ed Etnografici C.P. 196, i 45100 Rovigo, info@padusacpssae.it Le norme redazionali e la scheda di prenotazione sono consultabili sul sito: www.padusacpssae.it. Le norme redazionali sono anche scaricabili dal sito: www.libraweb.net. Autorizzazione del Tribunale di Rovigo in data 5 agosto 1965 N. 127 PADUSA esprime la sua gratitudine a quanti hanno voluto partecipare alla realizzazione di questo numero. Le opinioni espresse negli articoli firmati impegnano solo la responsabilit degli autori. Questo numero stato stampato con il contributo della Regione Veneto, del Comune di Rovigo e della
SOMMARIO
Anna Maria Bietti Sestieri, Let del Bronzo finale nella penisola italiana Anna Consonni, Labitato protostorico di Villamarzana (ro ). Nuovi dati e spunti per unanalisi cronologica e territoriale Andrea Gaucci, Adria. Via Spolverin - tombe 46 e 106. Il gentilizio Muliu ad Adria Anna Lunardi, Analisi tecno-funzionale degli strumenti in pietra non scheggiata per una ricostruzione del contesto economico della cultura dei vasi a bocca quadrata. I siti di Fimon - Molino Casarotto, Quinzano e Rivoli - Rocca (Veneto) Livio Pontieri, Giorgio Trojsi, Armi dellet del Bronzo. Ricostruzione di una fonderia protostorica 7 55 81 117 155
Gabriele Luigi Francesco Berruti, StefanoViola, Tentativo ricostruttivo delle parures in dentalium sexangulum della necropoli di Arolo attraverso lanalisi funzionale e nuovi spunti interpretativi in chiave psicologica 169
ADRIA. VIA SPOLVERIN - TOMBE 46 E 106. IL GENTILIZIO MULIU AD ADRIA* Andrea Gaucci
area funeraria di via Spolverin (Fig. 1), presso la localit Bottrighe situata a pochi chilometri a sud di Adria, conta 97 deposizioni, comprese fra la fine del iv e la fine del ii sec. a.C., con solo poche deposizioni di successiva fase romana (Bonomi 1993, p. 91; Stefani 1996/1997). Il carattere periferico di tale necropoli rispetto allabitato antico ha fatto ipotizzare un insediamento satellite (Bonomi 1993, p. 93). Tutte le tombe sono a rituale inumatorio, in cassa lignea o in semplice fossa rettangolare, orientate quasi tutte secondo la direttrice nord-ovest/sud-est. Mentre aree funerarie quali Canal Bianco e Ca Cima attestano una continuit deposizionale dal periodo arcaico fino allet romana, la necropoli di via Spolverin indizia una forte riorganizzazione territoriale alla fine del iv sec. a.C., come dimostrano le opere idrauliche di regimentazione delle acque nellarea funeraria, poi ricoperta da un deposito alluvionale a cavallo fra ii e i sec. a.C. (Peretto 1993, p. 95; Stefani 1996/1997, p. 162). Proprio tali opere idrauliche, canali us 7 e us 38 (=56=70), forniscono i limiti del nucleo funerario pi antico, dal quale la necropoli si ingrandita verso est nel corso del tempo superando il canale us 38 (Peretto 1993, p. 95). Lanalisi dei corredi di questa necropoli, condotta da T. Stefani, ha permesso lidentificazioni di articolazioni cronologiche nel rituale funerario.1 Tale approccio ha evidenziato una forte stratificazione sociale per il periodo compreso tra la fine del iv ed il iii sec. a.C., mentre per il periodo successivo un appiattimento generale ed un sensibile calo nei corredi di status symbols quali i metalli e gli ornamenti (Stefani 1996/1997, pp. 168-169). Tale cambia-
mento viene posto in relazione con una generale crisi dellideologia funeraria adriese di matrice etrusca, minata dal processo di romanizzazione, le cui maggiori evidenze sono date dalla costruzione della via Popillia e della via Annia nella seconda met del ii sec. a.C. (ibid., pp. 168-169; Bonomi, Robino 2007 pp. 85-86). Le tombe 46 e 106 di via Spolverin, inedite, si pongono subito ad est del canale us 38, a circa 20 m di distanza luna dallaltra in direzione nord-sud (Fig. 1). Lo studio di tali deposizioni, molto importanti per le iscrizioni rinvenute, rientra nel progetto di studio delle attestazioni epigrafiche etrusche adriesi, in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Adria, avviato e finalizzato alla realizzazione del Corpus Inscriptionum Etruscarum dellEtruria Padana, affidato alla Cattedra di Etruscologia ed archeologia italica dellUniversit di Bologna. Le iscrizioni etrusche delle due tombe mostrano, come primaria evidenza, lappartenenza dei due individui sepolti (un adulto probabilmente maschio ed un bambino) ad un unico gruppo familiare, quello dei muliu. Lattestazione in entrambe le deposizioni del medesimo gentilizio indizio di una articolazione dello spazio funerario per gruppi familiari finora solo ipotizzata dalladdensarsi di tombe infantili attorno a quelle di adulti.2 Proprio la ricognizione sistematica della necropoli di via Spolverin ha permesso di individuare altre tre deposizioni di ii sec. a.C. con iscrizioni etrusche collegabili con il gentilizio muliu ed in particolare con il viza della tomba 46 (Gaucci c.s.), di cui si dar una anticipazione nella parte dedicata allanalisi delle attestazioni epigrafiche.
* Colgo loccasione di questo spazio per ringraziare, mai in maniera sufficiente, il prof. G. Sassatelli e la prof.ssa E. Govi, per il loro continuo sostegno e per la formazione che mi hanno dato. Sentiti ringraziamenti vanno alla dott.ssa S. Bonomi, che mi ha aperto le porte del Museo di Adria con liberalit e mi ha sempre incitato nelle ricerche. Ricordo inoltre con stima e gratitudine il sig. L. Di Simone, che mi ha sempre dato laiuto di cui avevo bisogno con generosit. Un affettuoso grazie anche al team di Marzabotto, che mi ha tollerato durante la stesura di questo articolo, ed alla dott.ssa C. Mattioli, che mi ha formato nel disegno tecnico e nello studio dei materiali. Ricordo infine le dott.sse C. Capretti, M. Carletti, G. Morpurgo, C. Pizzirani ed A. Pozzi, nonch il dott. R. Trojanis e la dott.ssa A. Costantino per laiuto concreto che mi hanno dato, rileggendo il testo ed aiutandomi nella parte grafica. 1 In Stefani 1996/1997, si suggerisce lindividuazione di quattro fasi (iv-iii sec. a.C.; iii sec. a.C.; iii-ii sec. a.C.; ii sec. a.C.), che, alla luce delle proposte di datazioni per le tombe 46 e 106 esaminate in questo contributo, necessiterebbero di pi puntuali valutazioni cronologiche e tipologiche dei corredi funerari della necropoli. 2 Bonomi 1993, p. 92. Per le evidenze di medesimi gentilizi nelle necropoli di Canal Bianco e via Spolverin, si veda Gaucci c.s.
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andrea gaucci delle assi del basamento. Tuttavia probabile che la continua infiltrazione di acqua del canale abbia provocato forti sconvolgimenti di quanto contenuto nella cassa lignea. Infatti, la documentazione grafica e fotografica della deposizione al momento dello scavo permette di osservare come le ossa dellinumato si trovassero completamente disarticolate e non al medesimo livello, sia sul fondo della cassa, sia sul lato lungo nord-ovest sopra i vasi di corredo (Figg. 3 e 4). Risulta difficile ricostruire il posizionamento originario del corredo ed in particolare la parte di corredo posta fuori la cassa lignea, come pi volte evidenziato per altre sepolture adriesi di questo tipo.2 Possiamo sicuramente affermare che lungo il fianco sinistro dellinumato (Fig. 4), sul basamento della cassa, si trovavano le kylikes (nn. 2-4), loinochae a becco (n. 40),3 due olpai (nn. 5-7) e la tazzina monoansata (n. 41); attraverso le anse di questi ultimi vasi passava uno dei due spiedi posizionati in questo lato (n. 70). Assieme a questi oggetti si trovavano delle barre di ferro, forse gli alari (n. 72). Al medesimo livello verso langolo ovest (Fig. 4), si trovavano il cratere (n. 1), con allinterno il mestolo in bronzo (n. 68) e sopra un piatto in vernice nera ipotizzabile come coperchio del cratere (n. 11), il candelabro (n. 71) sicuramente in posizione verticale. Ai piedi del candelabro (Fig. 3) erano posizionati una pisside (n. 43), una piccola ciotola su alto piede (n. 8) ed una ciotola iscritta in vernice nera (n. 28). Presso i piedi del defunto (Fig. 4) erano posizionate le quattro anfore greco-italiche (nn. 64-67), appoggiate in verticale alla parete di fondo della cassa. Lanfora brindisina (n. 63) stata invece rinvenuta distesa sopra alcuni dei vasi presenti lungo il fianco destro dellinumato. Si pu ipotizzare che tale anfora fosse originariamente assieme alle altre sul fondo della cassa, o pi plausibilmente sopra il coperchio e successivamente crollata allinterno. In entrambi i casi, probabile che i vasi del fianco destro, in prevalenza alla medesima quota e con ossa del defunto sopra alcuni di questi, fossero tutti collocati allinterno della struttura lignea. Ad una quota pi alta rispetto al resto del corredo (Fig. 4), in prossimit della testa del defunto, erano il mortaio in ceramica grigia (n. 44) contenente una ciotolina a pareti sottili (n. 59) ed un piatto in vernice nera (n. 16). Si potrebbe ipotizzare una loro collocazione in un piano rialzato allinterno della cassa, data la regolare posizione orizzontale di tutti questi vasi, bench non si pos-
Introduzione ai cataloghi delle tombe 46 e 106 Tutte le schede presentano un riferimento a studi tipologici noti in letteratura,1 ad esclusione delle ceramiche depurata e di impasto di produzione locale che ne risultano prive. In particolare, lassenza di uno studio sistematico delle forme in vernice nera etrusca adriesi di periodo ellenistico non permette una facile valutazione della ricca casistica degli esemplari di tale classe presenti nelle tombe 46 e 106. Dopo il primo contributo di G. Fiorentini nel 1963 (Fiorentini 1963), si deve ad E. Mangani un quadro generale delle forme presenti nelle necropoli adriesi (Mangani 1980; Mangani 1982), basato sulle tipologie di N. Lamboglia (Lamboglia 1952) e di M. Montagna Pasquinucci per la ceramica a vernice nera volterrana (Montagna Pasquinucci 1972), mentre scarsa la presenza di esemplari adriesi nella tipologia elaborata da J.P. Morel (Robino 1996/1997, pp. 181-182, con riferimento a Morel 1981). Nello studio degli esemplari delle due tombe si quindi fatto riferimento alle tipologie di Lamboglia e di Montagna Pasquinucci, delineando gruppi di vasi coerenti per forma e varianti. Solo in seconda battuta sono state tentate proposte attributive alla tipologia di J. P. Morel, seguendo fedelmente i parametri elaborati dallo studioso. Nellidentificazione dei tipi di argilla per la ceramica in vernice nera, si deve specificare che questi prodotti vanno riferiti ai due tipi identificati da E. Mangani (Mangani 1982, p. 101, Tamassia 1993, p. 57), dei quali il tipo i raggruppa i prodotti che per caratteristiche tecniche appartengono alle importazioni volterrane, mentre il tipo ii raggruppa i prodotti locali adriesi. Tomba 46 La fossa rettangolare, larga 220 cm e lunga 288 cm Le tracce di un assito ligneo indiziano luso di una cassa di contenimento del defunto e di buona parte del corredo (Fig. 2). Il defunto, inumato e di cui restano poche ossa disarticolate, orientato secondo lasse nord-ovest/sud-est. La tomba situata a ridosso dellantico corso di un canale, us 38 (Peretto 1993, p. 95; Stefani 1996/1997, p. 162), nella zona orientale del sepolcreto. Probabilmente la prossimit della fossa al canale ha permesso la conservazione degli assiti lignei perimetrali inferiori, di cui si pu apprezzare anche le lavorazioni per lincastro, e di parti
1 Per un quadro generale, si rimanda a Mangani 1982, pp. 100-107, e Tamassia 1993, pp. 56-62. 2 In Stefani 1996/1997, p. 162, si puntualizza che tracce di cassa lignea sono state rinvenute solo in corrispondenza delle sepolture pi ricche. 3 I vasi nn. 2-4 e 5-7 sono del tipo ceramico Mangani i, mentre i nn. 40-41 del tipo Mangani ii.
adria. via spolverin - tombe 46 e 106. il gentilizio muliu ad adria sa escludere anche in questo caso una collocazione esterna alla cassa. Sempre sul lato sinistro, ma in prossimit dellangolo est (Fig. 4), erano situati il balsamario (n. 53), lolla in ceramica di impasto (n. 61), la pelike (n. 45) e le due lekanides con il loro coperchio (nn. 47-50).1 Questo gruppo di oggetti appare sconvolto ed alcuni di essi sembrano frantumati. Tale situazione, connessa con la quota relativamente pi alta di alcuni di questi rispetto alla prevalenza del corredo, nonch la posizione che pare di caduta, potrebbe far ipotizzare una sistemazione esterna alla cassa.2 I fenomeni di sconvolgimento, in particolare delle ossa del defunto, dovuti ad infiltrazione di acqua e terra probabilmente in un momento poco successivo alla deposizione quando ancora la copertura di legno non aveva ceduto, fanno ipotizzare una cassa completamente chiusa anche in corrispondenza delle anfore e del candelabro, piuttosto che la presenza di una copertura aperta in corrispondenza di questi oggetti, che spunterebbero in verticale oltre laltezza della cassa medesima (Bonomi 1993, p. 91). La tomba 46 avrebbe, pertanto, una cassa lignea alta poco meno di un metro, completamente chiusa, vera e propria camera funeraria per il defunto ed il suo corredo. La collocazione degli oggetti segue la norma nota per le deposizioni adriesi di questo periodo (Stefani 1996/1997, p. 163). I vasi con iscrizioni e graffiti (nn. 12-13,19,26-29,33), posizionati lungo il fianco destro del defunto nello spazio compreso tra la testa e le gambe, tranne che la ciotola n. 28, posta in prossimit della testa sul medesimo lato, non sembrano avere un particolare risalto di collocazione nella disposizione del corredo. Catalogo 1. Cratere a campana in vernice nera volterrana (ig 14148; Fig. 9). Mis.: h. cm 35; diam. max. orlo 30,3; diam. p. cm 17,2. Ricomposto da frammenti, lacunoso allorlo ed al piede. Argilla camoscio. Vernice compatta, opaca e dai riflessi bluastri. Orlo arrotondato quasi orizzontale e superiormente appiattito, labbro svasato con risega nella superficie interna, non distinto dal corpo a campana molto allungata, bre-
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ve stelo troncoconico rastremato verso lalto, piede ad anello modanato con attacco allo stelo piatto diviso con un netto angolo con scanalatura sottostante dalla parte inferiore troncoconica svasata e rastremata verso lalto, a sua volta distinta dallestremit del piede a profilo arrotondato da una scanalatura orizzontale, anse a bastoncello impostate orizzontalmente non scanalate. Fondo esterno verniciato. Forma Pasquinucci 137; tipo Morel 4613a. Cfr.: Dallemulle, Marzola 1977, tomba 45 Ca Cima, n. 39 pp. 28-29, e fig. 9 n. 39 (anse scanalate); Mangani 1982, tomba 38 Ca Garzoni, n. 50 (anse non scanalate); Camerin 2000, tomba 85 Piantamelon/ACB 1996, n. 2 p. 60 e tav. ix (anse non scanalate). 2. Kylix ad anse bifide in vernice nera volterrana (ig 14172). Mis.: h. cm 6,3; diam. orlo. cm 11,7; diam. p. cm 4,4. Ricomposta unansa. Argilla beige. Vernice nero-blu, opaca, coprente, con tracce di impronte digitali in prossimit dellattacco del piede e macchie grigiastre diffuse. Orlo ingrossato superiormente appiattito, labbro lievemente estroflesso indistinto dalla vasca a profilo troncoconico lievemente convessa, piede ad anello terminante con un toro, anse a doppio bastoncello impostate verticalmente nella vasca e nellorlo con biforcamento in prossimit di questo a profilo circolare. Fondo esterno verniciato e ombelicato. Forma Pasquinucci 127; tipo Morel 3121f. Cfr.: Mangani 1982, tomba 38 Ca Garzoni, nn. 36-37 p. 170 e figg. 50 e 51e. 3. Kylix con anse ripiegate ad orecchia in vernice nera volterrana (ig 14174). Mis.: H. cm 4,9; diam. orlo cm 19,2; diam. p. cm 5,4. Ricomposta da quattro frammenti. Argilla beige. Vernice nero-blu, opaca e coprente, con tracce di impronte digitali in prossimit dellattacco del piede e leggermente scrostata in alcuni punti. Orlo arrotondato, labbro verticale, vasca poco profonda con curvatura in prossimit dellorlo, piede ad anello con spigolo nel profilo esterno, anse ripiegate ad orecchia. Fondo esterno verniciato ed ombelicato. Cerchiello inciso al centro della vasca, ed esternamente sei stampiglie (pun-
1 In Tamassia 1993b, p. 104, la lekanis individuata come contenitore di offerta al defunto e non necessariamente indicatore di sesso femminile. La proposta ricostruttiva del rito funebre della tomba 46 confermerebbe questa ipotesi. 2 Si ricorda che in Bonomi 1993, p. 92 e in Tamassia 1993b, pp. 103-104, p. 281, la proposta di ricostruzione per il corredo della tomba 70 di via Spolverini in cassa lignea prevede una sistemazione su almeno due livelli, uno allinterno della cassa ed uno esterno, che dovrebbe essere pi ricco di oggetti deposti in occasione della celebrazione del rito funebre da parte dei partecipanti. Nel caso in esame, la presenza di alcune ossa del defunto frammiste ai vasi posti sul lato destro, nonch la posizione sopra alcuni di questi dellanfora brindisina, lascia ipotizzare la disposizione di questi allinterno della cassa lignea in un unico momento.
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andrea gaucci distinto dal piede ad anello a profilo convesso. Ansa a nastro impostata verticalmente tra orlo e corpo del vaso. Fondo esterno verniciato e lieve ombelicatura. Forma Pasquinucci 154; vicino alla serie Morel 5361. Cfr.: Mangani 1982, tomba 37 Ca Garzoni, n. 5, pp. 6364 e fig. 48. 7. Piccola olpe a bocca circolare in vernice nera volterrana (ig 14152). Mis.: h. cm 9,8; diam. orlo cm 3,9; diam. p. cm 4,2. Integra. Argilla beige. Vernice nera, semilucida, lievemente scrostata, con tracce di impronte digitali allattacco del piede. Cfr. n. 6. 8. Piccola ciotola su alto piede in vernice nera volterrana (ig 14171; fig. 8). Mis.: h. cm 8,1; diam. orlo cm 7; diam. p. cm 5,5. Integro. Argilla beige-rosata. Vernice nero-blu, opaca, coprente e scrostata. Orlo arrotondato, breve labbro a tesa, piccola vasca internamente piatta, piede a tromba modanato su stelo cilindrico. Fondo esterno verniciato a concavit conica, scanalato. Nel centro della vasca piccolo cerchietto inciso a mano. Forma Pasquinucci A4; vicino al tipo Morel 2537d. 9. Piattello in vernice nera (ig 14159). Mis.: h. cm 5; diam. orlo cm 12,4; diam. p. cm 5,8. Integro, con alcune scheggiature. Argilla beige-arancio. Vernice nero-marrone, opaca e diluita, con scrostature. Orlo arrotondato orizzontale, labbro a tesa ondulata, vasca quasi piatta con curvatura in prossimit della tesa, lungo stelo cilindrico, piede a tromba non distinto dallo stelo. Fondo esterno verniciato e leggermente ombelicato. Nel centro della vasca un cerchiello inciso a mano. Variante Lamboglia B/4b; tipo Morel 1415b. Cfr.: Dallemulle, Marzola 1977, tomba 45 Ca Cima, n. 21, ma simile anche al n. 22, pp. 17-18 e fig. 6. 10. Piattello in vernice nera (ig 14160). Mis.: h. cm 4,6; diam. orlo cm 12; diam. p. cm 4,4. Integro, con lacune al piede. Argilla beige-arancio. Vernice nero-marrone, opaca e diluita, con scrostature ed incrostature. Cfr. n. 10. 11. Piatto in vernice nera (ig 14149). Mis.: h. cm 3,8; diam. orlo cm 27,4; diam. p. cm 8. Ricomposto da pi frammenti, scheggiato allorlo. Argilla beige-arancio. Vernice nero-
zoni stanchi), fiori di loto e palmette alternati non leggibili nei particolari, disposte radialmente ed esternamente a queste due cerchi incisi concentrici che racchiudono una serie di rotellature. Forma Pasquinucci 82A; tipo Morel 4112b. Cfr.: per limpostazione della decorazione, Dallemulle, Marzola 1977, tomba 45 Ca Cima, n. 8 p. 12 e fig. 13 (non possibile proporre un rimando alle categorie formulate in Balland 1969, in quanto basate sulle stampiglie, che nellesemplare in studio non sono leggibili nei particolari). 4. Kylix con anse ripiegate ad orecchia in vernice nera volterrana (ig 14173). Mis.: h. cm 4,4; diam. orlo cm 14,4; diam. p. cm 4,8. Ricomposta da due frammenti. Argilla beige. Vernice nero-blu, opaca e coprente, con tracce di impronte digitali in prossimit dellattacco del piede. Orlo arrotondato, labbro verticale, vasca poco profonda con curvatura in prossimit dellorlo, piede ad anello con spigolo nel profilo esterno, anse ripiegate ad orecchia. Fondo esterno verniciato e ombelicato. Cerchiello inciso al centro della vasca, ed esternamente due file di rotellature racchiuse da due cerchi incisi concentrici. Forma Pasquinucci 82A; simile al sottotipo Morel 4111b2. Cfr.: per dimensioni e decorazione, Mangani 1982, tomba 3 Ca Garzoni, n. 17 p. 12 e figg. 6 e 51c. 5. Olpe in vernice nera volterrana (ig 14150; Fig 8). Mis.: h. cm 11,9; diam. orlo cm 4,5; diam. p. cm 4,4. Ricomposta lansa e scheggiature presso lorlo. Argilla beige-rosata. Vernice nero-blu, coprente e lucida, con tracce di impronte digitali in prossimit del piede. Orlo arrotondato con labbro svasato, corpo piriforme fortemente schiacciato in prossimit del piede ad anello, ansa a nastro impostata nellorlo e nel corpo del vaso. Linea incisa orizzontale superiormente allattacco inferiore dellansa. Forma Pasquinucci 152; serie Morel 5212, forma semplificata dellesemplare volterrano Morel 5212c1, datato al iviii sec. a.C. Rispetto a questo modello, la datazione dellesemplare in esame sicuramente pi bassa. 6. Piccola olpe a bocca circolare in vernice nera volterrana (ig 14153; Fig. 8). Mis.: h. cm 9,4; diam. orlo cm 3,9; diam. p. cm 4,2. Ricomposta lansa, orlo scheggiato. Argilla beige-rosata. Vernice con riflessi bluastri, coprente e compatta, semi-lucida, con tracce di impronte digitali allattacco del piede. Orlo arrotondato distinto dal labbro svasato, collo cilindrico con alla base un cerchio inciso, corpo ovoide, non
adria. via spolverin - tombe 46 e 106. il gentilizio muliu ad adria marrone, opaca, coprente, con tracce di impronte digitali in prossimit del piede e lievemente scrostata. Orlo arrotondato, labbro a tesa a profilo rettilineo, vasca poco profonda a profilo quasi rettilineo con carena sotto il labbro, piede ad anello. Fondo esterno verniciato e privo di ombelicatura. Nel centro della vasca doppio cerchio inciso e cerchietto centrale inciso a mano. Forma Lamboglia 6; tipo Morel 1441d. Cfr.: Mangani 1982, tomba 38 Ca Garzoni, n. 7 p. 64 e fig. 49. 12. Piatto in vernice nera (ig 14167; fig. 6). Mis.: h. cm 3,6; diam. orlo cm 22,3; diam. p. cm 6,6. Ricomposto da vari frammenti. Argilla beige. Vernice nero-marrone, opaca, scrostata e scheggiata. Orlo a sezione triangolare arrotondato, labbro a tesa orizzontale ondulata, vasca poco profonda con carena sotto il labbro e profilo curvilineo, piede ad anello. Fondo esterno verniciato ed ombelicato. Al centro della vasca, un cerchio centrale inciso ed unaltra coppia pi esterna di cerchi incisi concentrici. Forma Lamboglia 6; tipo Morel 1441d. Cfr.: Mangani 1982, tomba 19 Ca Garzoni, n. 19 p. e figg. 22 e 23o. Nella vasca interna, allinterno della doppia linea incisa, graffita dopo la cottura con punta sottile la lettera:
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Tratto regolare poco profondo, ductus sinistrorso. My con tratti di uguale lunghezza e di tipo corsivizzante (h.: cm 0,5 circa): m . Per linterpretazione cfr. n. 12. 14. Piatto in vernice nera (ig 14168). Mis.: h. cm 3,7; diam. orlo cm 20,9; diam. p. cm 6. Ricomposto da vari frammenti. Argilla beige. Vernice nero-marrone, opaca, scrostata e scheggiata. Cfr. n. 12. 15. Piatto in vernice nera (ig 14164). Mis.: h. cm 3,9; diam. orlo cm 21,4; diam. p. cm 6,9. Integro. Argilla beige-arancio. Vernice nero-marrone, opaca, scrostata ed incrostata, con tracce di impronte digitali presso lattacco del piede e disco di impilamento rossastro, poco decentrato rispetto al centro della vasca. Cfr. n. 12. 16. Piatto in vernice nera (ig 14165). Mis.: h. cm 4,2; diam. orlo cm 20,8; diam. p. cm 6,6. Ricomposto un frammento e lacunoso allorlo. Argilla beige-arancio. Vernice neromarrone, opaca, scrostata ed incrostata, con tracce di impronte digitali presso lattacco del piede e disco di impilamento bruno al centro della vasca. Cfr. n. 12. Al centro della vasca, coppia di cerchi incisi. 17. Piatto in vernice nera (ig 14161). Mis.: h. cm 3,8; diam. orlo cm 22,6; diam. p. cm 6,1. Ricomposta parte dellorlo. Argilla beige-arancio. Vernice nera con macchie grigie, opaca e scheggiata, con tracce di impronte digitali presso il piede e disco di impilamento bruno al centro della vasca. Orlo assottigliato, labbro a tesa pendente, tesa ondulata ribassata, vasca poco profonda con carena sotto il labbro e profilo rettilineo, piede ad anello a profilo verticale. Fondo esterno ombelicato. Forma Lamboglia 6; serie Morel 1443. Cfr.: Mangani 1982, tomba 43 Ca Garzoni, n. 1 p. 79 e fig. 60, bench il piede risulti differente. 18. Piatto in vernice nera (ig 14163). Mis: h. cm 3,5; diam. orlo cm 21,7; diam. p. cm 6,5. Integra, con lacune allorlo. Argilla beige-arancio. Vernice nera, opaca, coprente, con tracce di impronte digitali allattacco del piede. Orlo a sezione triangolare assottigliato, labbro a tesa lievemente ribassata e ondulata, vasca poco profonda con carena sotto il labbro e profilo quasi rettilineo, piede ad anel-
Tratto regolare poco profondo, ductus sinistrorso. My con tratti di uguale lunghezza e di tipo corsivizzante (h.: cm 0,5 circa): m Si pu ipotizzare che tale lettera sia labbreviazione del gentilizio muliu. 13. Piatto in vernice nera (ig 14166; fig. 6). Mis.: h. cm 3,4; diam. orlo cm 21,5; diam. p. cm 6,7. Ricomposto da tre frammenti. Argilla beige. Vernice nero-marrone, opaca, scrostata ed incrostata. Cfr. n. 12. Nella vasca interna, allinterno della doppia linea incisa, graffita dopo la cottura con punta sottile la lettera:
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lo. Fondo esterno verniciato e lievemente ombelicato. Al centro della vasca, un cerchio centrale inciso ed unaltra coppia pi esterna di cerchi incisi concentrici. Forma Lamboglia 6; serie Morel 1443. Cfr.: Piva 2002, tomba 175 Canal Bianco, p. 306 n. 6, n. inv. 2209. 19. Piatto in vernice nera (ig 14162; fig. 6). Mis.: h. cm 2,9; diam. orlo cm 21,4; diam. p. cm 6,7. Integra, con piccole lacune allorlo. Argilla beige-arancio. Vernice nera, opaca, coprente, scrostata, con tracce di impronte digitali allattacco del piede. Cfr. n. 18. Sulla parete esterna, in prossimit dellattacco del piede, graffita dopo la cottura con punta sottile la sigla: Tratto regolare poco profondo, ductus incerto. Unasta, un chi senza tratto sottoavanzante ed unaltra asta (lungh. cm 5 circa; h. cm 3 circa): IcI Il chi sottolineato da due aste si trova gi in et villanoviana ed interpretato come probabile contrassegno numerale.2 Nel caso in esame il chi pu essere letto rovesciato ed avere funzione di numerale, ovvero valore di 50, e quindi essere interpretato anche in questo caso come contrassegno numerale oppure come singolo numerale delimitato da due aste. 20. Piatto da pesce in vernice nera (ig 14169). Mis.: h. cm 5,1; diam. orlo cm 27,2; diam. p. cm 9. Ricomposto da vari frammenti. Argilla beige-arancio. Vernice nera, opaca e poco aderente, molto scrostata. Orlo arrotondato, labbro pendente a profilo rettilineo, vasca troncoconica poco profonda a profilo rettilineo, piede ad anello a profilo rettilineo e fondo esterno convesso, concavit emisferica poco profonda e appiattita al centro, con ombelico di tornitura centrale e delimitata da bordi ingrossati. Fondo esterno privo di ombelicatura. Doppio cerchio inciso nella vasca presso il labbro ed uno presso la concavit emisferica. Forma Lamboglia 23; serie Morel 1124. 21. Piatto da pesce in vernice nera (ig 14170; Fig. 8). Mis: h. cm 13,6; diam. orlo cm 28,2; diam. p. cm 10,2. Vasca interna, mis.: h. cm 2,6; diam. orlo cm 7,2;. Ricomposto da vari frammenti e scheggiato. Argilla arancio. Vernice nera, opaca, coprente, scrostata. Orlo ingrossato a sezione sub-triangolare bisecato e labbro svasato, vasca troncoconica poco profonda a profilo lievemente convesso, attacco del piede profilato con gradino, piede a tromba su stelo cilindrico pieno internamente ed ampio piano di appoggio, concavit emisferica con bordo molto rialzato a cilindro svasato ed orlo arro-
Tratto regolare poco profondo, ductus destrorso regolare. Chi con tratto sottoavanzante, ed una lettera composta da tre tratti, di cui due poco inclinati fra loro, interpretabile come lambda destrorso (lungh. cm 3 circa; h. cm 4,5 circa). Il tratto arcuato che unisce chi e lambda di difficile interpretazione, ma legando le due lettere potrebbero delinearsi i tratti di un ulteriore chi. Si propone pertanto la lettura:
ccl
Tale sigla non trova confronti in letteratura. Tuttavia, dallabitato di Spina proviene un graffito non alfabetico letto da G. Uggeri come evoluzione di un chi, che trova confronto con il primo chi unito al tratto arcuato di legatura (Uggeri 1973, n. 22 pp. 278-279);1 altri due simili esempi vengono da graffiti rinvenuti a Marzabotto (Govi 1994a, n. 195 p. 129 e tav. xxva con bibliografia di riferimento, Govi 1994b, n. 302 p. 188 e tav. xxxviiia). Sulla parete esterna, in prossimit dellattacco del piede, graffita dopo la cottura con punta sottile la sigla:
1 Per la diffusione di digammi e trigammi in legatura a partire dal vi sec. a.C., Pandolfini 2000, p. 95. 2 Sassatelli 1981-1982, n. 415 p. 241, con aste poste inferiormente e superiormente il chi senza tratto sottoavanzante, e n. 418 p. 246; per i contrassegni composti sulla base del chi, Sassatelli 1985, p. 127 e fig. 19. Per lassociazione tra aste ed altri graffiti non alfabetici, si veda Govi 1994c, p. 236.
adria. via spolverin - tombe 46 e 106. il gentilizio muliu ad adria tondato e labbro svasato. Cerchio inciso nella vasca in prossimit dellorlo. Fondo esterno cavo e verniciato. Specie Morel 9320. Cfr.: un vaso di simile lesemplare Morel 9321a1, datato tra iii e ii sec. a.C. Lorlo e la vasca sono confrontabili con le patere delle serie Morel 2233 e 2234, prevalentemente di iii sec. a.C. 22. Patera in vernice nera (ig 14184). Mis.: h. cm 4,9; diam. orlo cm 20,3; diam. p. cm 6,3. Ricomposta da vari frammenti. Argilla beige-arancio. Vernice nera, opaca, coprente, lievemente scrostata, con tracce di impronte digitali in prossimit dellattacco del piede. Orlo arrotondato, labbro lievemente rientrante, vasca con curvatura in prossimit dellorlo, piede ad anello. Fondo esterno verniciato ed ombelicato. Al centro della vasca coppia di cerchi incisi ed internamente cerchiello inciso. Forma Lamboglia 5; serie Morel 2252. Cfr.: Bolognesi 1998/1999, tomba 1 Campelli-Belluco, n. 22 p.276 e fig. 19.1. 23. Patera in vernice nera (ig 14185). Mis.: h. cm 4,9; diam. orlo cm 20,3; diam. p. cm 6,3. Cfr. n. 22 24. Patera in vernice nera (ig 14186). Mis: h. cm 4,9; diam. orlo cm 20; diam. p. cm 6,2. Parziale lacuna dellorlo. Argilla, beige-arancio. Vernice nera, opaca, coprente, lievemente scrostata, con tracce di impronte digitali in prossimit dellattacco del piede. Cfr. n. 22. Fondo esterno verniciato e privo di ombelicatura. 25. Patera in vernice nera (ig 14187). Mis.: h. cm 5,3; diam. orlo cm 20,4; diam. p. cm 6,4. Parziale lacuna dellorlo. Argilla, beige-arancio. Vernice nera, opaca, coprente, lievemente scrostata, con tracce di impronte digitali in prossimit dellattacco del piede. Orlo arrotondato, labbro lievemente rientrante, vasca con curvatura in prossimit dellorlo, parete lievemente convessa, piede ad anello. Fondo esterno verniciato ed ombelicato. Al centro della vasca coppia di cerchi incisi ed internamente cerchiello inciso. Forma Lamboglia 5; serie Morel 2252. Cfr.: Mangani 1982, tomba 43 Ca Garzoni, p. 81 n. 10 e fig. 60 (indicata come forma Lamboglia 5/55). Tamassia 1993a, tomba 11 Retratto-Don, n. 183 p. 37 e fig. 17.7
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26. Grande ciotola in vernice nera (ig 14188; fig. 6). Mis.: h. cm 11,4; diam. orlo cm 25,7; diam. p. cm 7,4. Ricostruita da vari frammenti. Argilla beige-arancio. Vernice nero-marrone, opaca, coprente, scrostata. Orlo arrotondato, labbro lievemente rientrante, sottolineato esternamente da due scanalature, vasca con curvatura in prossimit dellorlo ed inferiormente ad andamento quasi rettilineo, piede ad anello a profilo lievemente concavo. Fondo esterno verniciato ed ombelicato. Al centro della vasca due coppie di cerchi incisi concentrici. Forma Lamboglia 27a; specie Morel 2560. Cfr.: Dallemulle, Marzola 1977, tomba 45 Ca Cima, nn. 28-29 pp. 20-21 e fig. 7; Tamassia 1993a, tomba 8 Ca Garzoni, n. 144 p. 30 con bibliografia di riferimento e fig. 13.4; Bolognesi 1998/1999, tomba 1 Campelli-Belluco, n. 10 p. 275 e fig. 18.1.1 Nella vasca interna, esternamente alla coppia di cerchi incisi, graffita dopo la cottura con punta sottile liscrizione:
Tratto regolare poco profondo, ductus destrorso regolare. Digamma corsivizzante, iota, zeta con tratto sottoavanzante, alpha quadrangolare con traversa inferiore che chiude locchiello, my corsivizzante, ypsilon con tratto sottoavanzante, lambda, iota ed ulteriore ypsilon senza tratto sottoavanzante (lungh. cm 6 circa; h. cm 1 circa). Si propone la lettura: viza muliu Si tratta di una formula bimembre maschile, prenome + gentilizio, al grado zero. Il prenome viza si ritrova in ambito etrusco nel nome individuale vize riconosciuto da G. Colonna in una iscrizione da Vulci (Colonna 1978a, n. 132 pp. 278-279; tale lettura non accolta in et, Vc 2. 45) ed in una da Spina (et, Sp 2. 102), entrambe lacunose. Risulta comunque importante evidenziare i confronti portati da G. Colonna, ovvero i gentilizi vis ena (et, Vs 1. 9), vis na (et, 1991, Vc 1. 31,1. 91-92), nonch la forma vez[e]/vezi (et, Vc 1. 274, Pe 1. 450) che potrebbero rimandare a *vis e, rispetto al quale lo studioso riconosce una variante nel cognome
1 In Tamassia 1993a, p. 30, tale particolare ciotola riferita alla serie Morel 2825, mentre in Bolognesi 1998/1999, p. 275, riconosciuta come intermedia tra i tipi e sottotipi Morel 2812b, 2821a1 e 2823a1.
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ves i, attestato in ambito etrusco-settentrionale (Colonna 1978a, p. 375; cfr. et, Cl 1. 250, Pe 1. 734,738-741,838,1038 e Um 2. 6-7). In ambito settentrionale si trova anche il gentilizio vezana (et, Cl 1. 601). Un possibile confronto offerto anche da vise.i.io, noto dallonomastica di Este (Lejeune 1974, n. 63, gi Es 8 in Pellegrini, Prosdocimi 1967). Sia che ci si riferisca allambito etrusco che a quello venetico, tali confronti risultano pi convincenti se si considera il meccanismo di scambio di sigma e zeta nella lingua etrusca individuato da A.J. Pfiffig e C. De Simone (Pfiffig 1969, p. 48; De Simone 1976, pp. 171,254). Il gentilizio muliu non presenta confronti in ambito etrusco. Se si considera il fenomeno di scambio di omicron in ypsilon attestato da varie forme di etruschizzazione di antroponimi veneti, come kraiku della tomba 43 di Ca Garzoni (mangani 1982, tomba 43, n. 20 p. 82 e figg. 60,61b e 62) dal venetico graiko(Pellegrini, Prosdocimi 1967, vol. i, p. 101), allora tale gentilizio deriverebbe dal prenome venetico molo (Pellegrini, Prosdocimi 1967, Es 72, Pd 13 e Tr 1), connesso con la radice latina molo, macinare (ibid., vol. i, p. 144). A questa radice sarebbe stato aggiunto il suffisso patronimico io poi etruschizzato nel suffisso gentilizio -iu, oppure direttamente il suffisso gentilizio etrusco -iu.1 Si propone per muliu la formazione da una radice venetica e da un suffisso -iu con funzione gentilizia, mentre per il prenome viza si trovano diffusi confronti con radici gentilizie e con cognomi di ambito etrusco, sia meridionale che settentrionale, ma anche in maniera puntuale con lambito venetico di Este. Nella vasca interna in corrispondenza della doppia linea incisa, graffito dopo la cottura con punta sottile:
Tratto regolare poco profondo, ductus destrorso regolare. Digamma corsivizzante, iota, zeta con tratto sottoavanzante, alpha quadrangolare con traversa inferiore che non chiude locchiello, my corsivizzante, ypsilon con tratto sottoavanzante, lambda, iota ed ulteriore ypsilon senza tratto sottoavanzante (lungh. cm 6 circa; h. cm 1 circa). Si propone la lettura: viza muliu Per linterpretazione cfr. n. 26. Nella vasca interna, racchiuso dalla coppia di cerchi incisi, graffito dopo cottura con punta sottile la lettera:
Tratto poco profondo. Graffito geometrico di difficile interpretazione. 27. Grande ciotola in vernice nera (ig 14189; fig. 6). Mis: h. cm 9,7; diam. orlo cm 25,8; diam. p. cm 7,3. Cfr. n. 26. Nella vasca interna, esternamente alla coppia di cerchi incisi, graffita dopo la cottura con punta sottile liscrizione:
Nella parete esterna, in prossimit dellattacco del piede, graffito dopo la cottura con punta sottile la lettera:
1 Per un quadro di questa problematica, si rimanda a Govi 2006, p. 118 nota 15, e Gaucci c.s.
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Tratto regolare poco profondo, ductus incerto. Lambda sinistrorso o pi destrorso, con tratto obliquo non incidente lasta verticale: lop 28. Ciotola in vernice nera (ig 14177; Fig. 6). Mis.: h. cm 6,5; diam. orlo cm 18; diam. p. cm 5,8. Integra. Argilla beige-arancio. Vernice nero-marrone, opaca, sottile, fortemente scrostata con disco di impilamento rossastro al centro della vasca. Orlo arrotondato superiormente appiattito, labbro lievemente svasato, vasca profonda con netta curvatura in prossimit del piede ad anello. Fondo esterno verniciato ed ombelicato. Forma Lamboglia 28; serie Morel 2614. Cfr.: Dallemulle, Marzola 1977, tomba 45 Ca Cima, nn. 11-14 pp. 13-14 e fig. 5. Sulla vasca interna, in prossimit del centro, graffita dopo la cottura con punta sottile liscrizione: Tratto regolare poco profondo. Altro segno a croce. 29. Ciotola in vernice nera (ig 14178; fig. 7). Mis.: h. cm 6,4; diam. orlo cm 17,3; diam. p. cm 6,5. Lacunosa allorlo. Argilla beige-arancio. Vernice nero-marrone, opaca, diluita, con tracce di impronte digitali in prossimit dellattacco del piede, scrostata e con diffuse incrostazioni nella vasca. Orlo arrotondato superiormente appiattito, breve labbro svasato, vasca profonda con netta curvatura in prossimit del piede, piede ad anello. Fondo esterno verniciato e ombelicato. Cfr. n. 28. Nella vasca interna in prossimit della carena, graffita dopo la cottura con punta sottile liscrizione: Profondo tratto regolare. Si identifica come un segno a croce. Nella parete esterna in prossimit dellattacco del piede, graffito dopo la cottura con punta sottile:
Tratto irregolare poco profondo, ductus sinistrorso irregolare. Tratto angolato distaccato dal tratto verticale interpretabile come kappa, digamma corsivizzante, iota, my composto da brevi tratti, di cui il quarto distaccato dal precedente, una ulteriore lettera quasi completamente coperta da tenaci incrostazioni (lungh. max. cm 3 circa; h. cm 0,5-1 circa). Si propone la lettura: k vi mx Il kappa con tratti disarticolati trova confronto nelliscrizione ankariu della tomba 15 della necropoli adriese di Retratto-Don (Tamassia 1993a, tomba 15, n. 283 pp. 52-53 e fig. 23.6), e in kraiku.kaniu. della tomba 43 della necropoli di Ca Garzoni (mangani 1982, tomba 43, n. 20 p. 82 e figg. 60,61b e 62). Il digamma, lo iota ed il seguente my richiamano viza muliu (nn. 26-27), del quale potrebbero fornire una abbreviazione, tuttavia rimane privo di ipotesi il nesso di queste con il kappa iniziale. Nella vasca interna in prossimit del centro, graffito dopo la cottura con punta sottile:
Tratto regolare poco profondo, ductus sinistrorso regolare. Rho con occhiello chiuso, epsilon corsivizzante, iota, theta romboidale non chiuso inferiormente e privo di punto al centro, ypsilon con tratti obliqui non incidenti (lungh.: cm 5 circa; h.: cm 1,5 circa). Si propone la lettura: reiqu
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andrea gaucci menti con lacune. Argilla beige-arancio. Vernice nera, opaca, coprente e scrostata, con tracce di impronte digitali in prossimit dellattacco del piede e disco di impilamento rossastro al centro della vasca. Orlo assottigliato, labbro orizzontale svasato sottolineato da una scanalatura interna, vasca profonda con netta curvatura in prossimit del piede, piede ad anello. Fondo esterno verniciato ed ombelicato. Cfr. n. 28. 34. Ciotola in vernice nera (ig 14181; fig. 7). Mis: h. cm 5,5; diam. orlo cm 17,8; diam. p. cm 6. Ricomposta da vari frammenti. Argilla beige-arancio. Vernice nero-marrone, opaca, coprente, scrostata. Orlo assottigliato, labbro piatto orizzontale sporgente, parete fortemente espansa con convessit mediana, piede ad anello scampanato, modanato. Fondo esterno verniciato e privo di ombelicatura. Forma Lamboglia 28; serie Morel 2680, ma curvatura continua della parete e maggiore rapporto orlo-altezza della vasca, Cfr.: Dallemulle, Marzola 1977, tomba 45 Ca Cima, n. 16 pp. 14-15 e fig. 5. Nella parete esterna, in prossimit dellattacco del piede, graffito dopo la cottura con punta sottile:
Prenome maschile al caso nominativo, che trova confronto nella stele felsinea di Tombarelle (Sassatelli 1989, pp. 67-68 e fig. 24; Sassatelli 2008, p. 335 e fig. 10) dove si ha il prenome femminili reivi, con passaggio ypsilon > digamma. G. Sassatelli (Sassatelli 1989, p. 68) legge un prenome indicante etnico, pertinente ad una donna di origine retica. Tale antroponimo trova stretto confronto con reitus nu dal liscrizione di un bronzetto zoomorfo di Sanzeno, letto come gentilizio formato dalla radice reitu- oppure come patronimico formato con suffisso -nu, (Morandi 1999, n. 24 p. 66 e fig. 26, gi citato in Sassatelli 1989, p. 69); si ricorda inoltre rete(e) da Caere di fine vi sec. a.C. letto da G. Colonna come la pi antica attestazione nota di tale etnonimo (Colonna 2004, pp. 76-77 e fig. 10 p. 93). Si avrebbe con reiu una conferma di un fenomeno che la stele di Tombarelle sicuramente registra gi per il v sec. a.C., ovvero la presenza di individui retici in abitati etruschi di ambito padano. Si osserva, inoltre, come sia reivi di Tombarelle sia reiu di via Spolverin, il primo di v sec. a.C. ed il secondo di ii sec. a.C., testimonino luguaglianza della radice che si ipotizza indicante letnico retico, in entrambi i casi con theta sostitutivo del tau registrato per liscrizione votiva retica da Sanzeno. 30. Ciotola in vernice nera (ig 14179). Mis: h. cm 6,2; diam. orlo cm 17,1; diam. p. cm 6,5. Ricomposta da vari frammenti. Argilla beige-arancio. Vernice nero-marrone, opaca, coprente, scrostata, con disco di impilamento bruno chiaro al centro della vasca. Cfr. n. 28. 31. Ciotola in vernice nera (ig 14180). Mis: h. cm 7,1; diam. orlo cm 18,3; diam. p. cm 5,5. Ricomposta da tre frammenti. Argilla beige-arancio. Vernice nero-marrone, opaca, coprente, con tracce del disco di impilamento al centro della vasca. Orlo assottigliato superiormente appiattito, labbro lievemente svasato, vasca profonda con netta curvatura in prossimit del piede ad anello. Cfr. n. 28. 32. Ciotola in vernice nera (ig 14182). Mis: h. cm 6,4; diam. orlo cm 17,8; diam. p. cm 5,5. Ricomposta da tre frammenti. Argilla beige-arancio. Vernice nero-marrone, opaca, diluita e con disco di impilamento rossastro al centro della vasca. Cfr. n. 28. 33. Ciotola in vernice nera (ig 14183). Mis.: h. cm 6,5; diam. orlo cm 18; diam. p. cm 6. Ricomposta da vari fram-
Tratto irregolare. Un asterisco. 35. Ciotola in vernice nera (ig 14176). Mis.: h. cm 7,2; diam. orlo cm 17,9; diam. p. cm 5,9. Integra. Argilla beige. Vernice nero-marrone, opaca, coprente, con incrostazioni, scheggiature e parzialmente mancante nella parete esterna. Orlo assottigliato superiormente appiattito, labbro lievemente svasato, vasca profonda con curvatura poco accentuata in prossimit del piede ad anello. Fondo esterno verniciato ed ombelicato. Forma Lamboglia 28; serie Morel 2680.
adria. via spolverin - tombe 46 e 106. il gentilizio muliu ad adria Cfr.: Dallemulle, Marzola 1977, tomba 45 Ca Cima, n.10 p. 13 e fig. 5; Mangani 1982, tomba 38 Ca Garzoni, n. 18 p. 69 e fig. 49, e tomba 43 Ca Garzoni, n. 14 p. 82 e fig. 60. 36. Ciotola in vernice nera (ig 14190). Mis.: h. cm 7; diam. orlo cm 17,9; diam. p. cm 5,5. Ricomposta da vari frammenti. Argilla arancio. Vernice nero-marrone, opaca, sottile, scrostata. Orlo arrotondato, labbro rettilineo, vasca profonda a profilo teso con curvatura mediana, piede ad anello. Fondo esterno verniciato ed ombelicato. Al centro della vasca tre cerchi incisi concentrici. Forma Lamboglia 28; specie Morel 2840 (per rapporti dimensionali rientra nella serie Morel 2845). Cfr.: Dallemulle, Marzola 1977, tomba 45 Ca Cima, n. 18 p. 16 e fig. 6, bench le dimensioni ed i rapporti dimensionali siano lievemente differenti (con riferimento alla forma Lamboglia 27c); Mangani 1982, tomba 26 Ca Garzoni, in particolare n. 15 p. 46 e fig. 34; Tamassia 1993a, tomba 6 Retratto-Don, n. 73 p. 21 e fig. 8.5. Il piede di questo esemplare risulta affine, per profilo, a quello delle altre ciotole Lamboglia 28. 37. Skyphos in vernice nera (ig 14156; fig. 9). Mis.: h. cm 19; diam. orlo cm 14; diam. p. cm 7,6. Piccole lacune diffuse. Argilla beige-arancio. Vernice nero-marrone, opaca, sottile e scrostata. Orlo ingrossato appiattito superiormente, breve labbro rettilineo, corpo ovoide, piede ad anello distinto, anse a bastoncello impostate orizzontalmente sotto il labbro rivolte verso lalto. Fondo esterno verniciato e privo di ombelicature. Doppia linea incisa a livello delle anse. Forma Lamboglia 43; specie Morel 4390, vicino alla serie Morel 4393.1 Cfr.: Dallemulle, Marzola 1977, tomba 45 Ca Cima, n. 36 pp. 24-25 e fig. 8 (poco pi affusolato, ma simile per dimensioni); Mangani 1982, tomba 38 di Ca Garzoni, n. 49 p. 71 e figg. 50 e 52d (di dimensioni maggiori, non presenta rastremazione in prossimit del piede e le anse risultano ad andamento pi verticale). 38. Olpe in vernice nera (ig 14155; Fig. 9). Mis.: h. cm 25; diam. orlo cm 11,2; diam. p. cm 8,2. Ricomposta da frammenti, con lacune nel corpo del vaso. Argilla beige-arancio. Vernice nero-marrone, opaca e coprente, con tracce di impronte digitali nellattacco del piede e sul fondo esterno. Orlo arrotondato quasi verticale, labbro obliquo a profilo rettilineo, lievemente ingrossato allinterno, corpo pi-
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riforme, piede ad anello con spigoli nel profilo esterno obliquo, ansa a nastro con sella impostata verticalmente nel labbro e sulla spalla. Fondo esterno verniciato e privo di ombelicatura. Doppia linea incisa a livello dellattacco inferiore dellansa. Forma Pasquinucci 152; serie Morel 5212. Si differenzia dagli altri esemplari di tale forma per il fondo verniciato e per le linee incise sotto lattacco dellansa. Cfr.: Mangani 1982, tomba 25 Ca Garzoni, n. 8 p. 41 e figg. 30 e 51m, di simili dimensioni bench la parte superiore della parete abbia andamento pi rettilineo e le linee incise siano sopra lattacco inferiore dellansa. 39. Olpe in vernice nera (ig 14151; Fig. 9). Mis: h. cm 13,4; diam. orlo cm 8; diam. p. cm 5,8. Integra. Argilla beigearancio. Vernice nero-marrone, scrostata, opaca e sottile, con macchie grigiastre. Orlo arrotondato, labbro svasato, internamente concavo ed esternamente quasi verticale, corpo piriforme, piede ad anello, ansa a nastro con sella verticale impostata verticalmente nel labbro e sulla spalla. Fondo esterno non verniciato e privo di ombelicatura. Doppia linea incisa sopra lattacco dellansa. Forma Pasquinucci 152; serie Morel 5212. Cfr.: Tamassia 1993a, tomba 3 Retratto-Don, n. 28 p. 15 e fig. 5.1. 40. Oinochoe a becco in vernice nera (ig 14154). Mis: h. cm 12,7; diam. p. cm 3,2. Integra, con scheggiature. Argilla beige-arancio. Vernice nero-marrone, opaca e liscia, con varie impronte digitali. Bocca schiacciata con pareti avvicinate, breve collo a profilo concavo, corpo ovoide con spalla obliqua espansa, piede ad anello distinto, ansa a bastoncello impostata verticalmente sul collo e sulla spalla. Fondo esterno cavo con lieve umbone. Forma Pasquinucci 150; tipo Morel 5731b. Cfr.: Dallemulle, Marzola 1977, tomba 45 Ca Cima, n. 34 pp. 23-24 e fig. 9; Mangani 1982, tomba 37 Ca Garzoni, n. 6 p. 64 e fig. 48. 41. Tazzina monoansata in vernice nera (ig 14175; fig. 8). Mis: h. cm 4,8 (con ansa, senza 2 cm); diam. orlo cm 8,1; diam. p. cm 2,7. Ricomposta lansa. Argilla beige-arancio. Vernice nero-marrone, opaca, diluita nella parete esterna, rugosa, e scrostata. Orlo arrotondato, labbro a tesa orizzontale superiormente appiattita, piccola vasca a curvatura continua, pie-
1 Tamassia 1993a, p. 58, per questo tipo di skyphos a corpo ovoide, datato tra met iii e ii sec. a.C.
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andrea gaucci Cfr.: Bolognesi 1998/1999, tomba 4 Campelli, n. 4 p. 256 e fig. 7.1; Camerin 2000, tomba 85 Piantamelon/ACB 1996, n. 38 p. 63 e tav. xii (ma la risega di questo esemplare pi alta rispetto allattacco inferiore delle anse). 46. Lagoena in ceramica depurata (ig 14193). Mis: h. cm 26; diam. orlo cm 7,5; diam. p. cm 11,3. Ricomposta da vari frammenti. Argilla depurata beige-arancio. Orlo appiattito, labbro svasato, lungo e stretto collo cilindrico con toro nella parte sommitale, corpo biconico con carena a due terzi dellaltezza, piede a disco, ansa a nastro con costolatura mediana, impostata verticalmente tra labbro e spalla, fondo a disco piatto. Cfr.: Tamassia 2000, tomba 74 Piantamelon/ACB 1996, n. 19 p. 67 e tav. xiii. 47. Lekanis in ceramica depurata (ig 14197). Mis: h. cm 13,1; diam. orlo 27 cm; diam. p. 10,5 cm . Ricomposta da vari frammenti, con scheggiature allorlo. Argilla depurata arancio con chamotte visibile in superficie. Orlo assottigliato con battente rettilineo obliquo verso lalto per la posa del coperchio, breve labbro svasato diviso dalla vasca da una risega, profonda vasca troncoconica a profilo rettilineo con curvatura in prossimit dellattacco del piede, piede ad anello modanato, anse a nastro con sella al centro impostate orizzontalmente sotto lorlo. Fondo esterno lievemente ombelicato. Cfr.: per landamento della parete con Mangani 1982, tomba 43 Ca Garzoni, n. 34 p. 83 e fig. 60, e tomba 24 Ca Garzoni, n. 3 p. 39 e fig. 29. 48. Coperchio di lekanis in ceramica depurata (ig 14198). Mis.: h. cm 16,8; diam. orlo cm 29; diam. p. cm 5,3. Ricomposto da vari frammenti. Argilla depurata arancio con chamotte visibile in superficie. Orlo arrotondato, calotta conica a profilo lievemente concavo, presa cava con profilo esterno a cilindro svasato con cordolo in prossimit dellattacco della vasca. Cfr.: Mangani 1982, tomba 24, n. 4 p. 39 e fig. 29, per landamento della parete, ma il pomello risulta differente. 49. Lekanis in ceramica depurata (ig 14199). Mis.: h. cm 7,5; diam. p. cm 7,7. Lacunosa nellorlo e di unansa. Argilla depurata nocciola, con piccoli grani di chamotte, inclusi neri e mica visibili in superficie. Labbro a tesa orizzontale, vasca troncoconica, piede ad anello, ansa impostata orizzontalmente con scanalatura mediana. Fondo esterno ombelicato.
de ad anello, ansa a profilo circolare sopraelevata impostata verticalmente nellorlo e nel labbro. Fondo esterno verniciato e privo di ombelicatura. Specie Morel 5910. Cfr.: Mangani 1982, tomba 38 Ca Garzoni, n. 32 p. 69 e fig. 52a, e tomba 43 Ca Garzoni, n. 21 p. 82 e fig. 60. 42. Pisside in vernice nera (ig 14157). Mis.: h. cm 5,5; diam. orlo cm 8,2; diam. p. cm 9. Integra. Argilla beige-arancio. Vernice nero-marrone, opaca, coprente. Orlo arrotondato, labbro svasato, corpo a cilindro svasato. Fondo esterno convesso profilato e verniciato. Forma Lamboglia 3; vicino al tipo Morel 7544h. Cfr.: Mangani 1982, tomba 38 Ca Garzoni, n. 33 p. 69 e fig. 50; Tamassia 1993a, tomba 11 Retratto-Don, n. 167 p. 35 e fig. 17.1. 43. Pisside in vernice nera (ig 14158). Mis: h. cm 5,6; diam. orlo cm 8,7; diam. p. cm 9,6. Integra, con scheggiature allorlo. Argilla beige-arancio. Vernice nero-marrone, opaca, coprente. Cfr. n. 42. 44. Mortaio in ceramica grigia (ig 14191). Mis.: h. cm 7,5; diam. orlo cm 25,5; diam. p. cm 7,5. Ricomposto da vari frammenti e lacunoso del piede. Argilla depurata grigio chiaro con inclusi micacei. Esternamente tracce di ingobbiatura grigio scura. Orlo a fascia, labbro distinto, sottolineato internamente da una scanaltura, vasca troncoconica profonda. Al centro della vasca non sono pi conservati gli inclusi ferrosi. Senza versatoio, equivalente al tipo Gamba - Ruta Serafini xiii (Gamba, Ruta Serafini 1984, pp. 46-47). Cfr.: Mangani 1982, tomba 3 Ca Garzoni, n. 23 p. 13 e figg. 6 e 31f; Tamassia 1993a, tomba 6 Retratto-Don, n. 93 p. 23 e fig. 9.5; Bolognesi 1998/1999, tomba 6 Campelli, n. 5 p. 260 e fig. 9. 3, e tomba 1 Campelli-Belluco, n. 1 p. 274 e fig. 16.7. 45. Pelike in ceramica depurata (ig 14194, fig. 9). Mis.: h. cm 30; diam. orlo cm 13,7; diam. p. cm 11,5. Ricomposta da vari frammenti e scheggiata. Argilla depurata beige-gialla, con piccoli grani di chamotte ed inclusi calcarei e micacei visibili in superficie. Orlo a fascia superiormente appiattito con risega interna, labbro svasato, collo lievemente svasato sottolineato inferiormente da una risega, corpo biconico con accentuata carena nella parte inferiore, piede a disco piatto, anse a nastro lisce, impostate verticalmente sul labbro e sulla spalla.
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50. Coperchio di lekanis in ceramica depurata (ig 14199bis). Mis.: h. max. cm 9; corda max. cm 18,5. Frammenti di presa e del corpo. Argilla depurata nocciola, con piccoli grani di chamotte, inclusi neri e mica visibili in superficie. Presa cilindrica cava, corpo troncoconico. 51. Olla in ceramica depurata (ig 14195; Fig. 9). Mis: h. cm 37,5; diam. orlo cm 16,6; diam. p. cm 11. Ricomposta da vari frammenti. Argilla depurata beige-arancio. Orlo assottigliato leggermente appiattito superiormente, labbro lievemente svasato, corpo biconico, fondo piatto. Cfr.: simile per forma del corpo e per dimensioni alle olle biansate nn. 59 e 60 della tomba 38 Ca Garzoni (Mangani 1982, p. 73 e fig. 50). 52. Olla (?) in ceramica depurata (ig 14196). Mis.: h. max. cm 2; diam. p. cm 9,2. Un frammento di parete, un frammento di piede, scheggiati e non ricomponibili. Argilla depurata camoscio. Piede a disco. 53. Balsamario (ig 14192; Fig. 8). Mis: h. cm 7,8; diam. orlo cm 3,5; diam. p. cm 3,1. Parzialmente lacunoso dellorlo. Argilla depurata beige-arancio. Orlo arrotondato, labbro svasato, corpo piriforme, piede a disco piatto. Cfr.: Tamassia 1993a, tomba 11 Retratto-Don, n. 201 p. 40 e fig. 17.9, bench presenti forti difetti di produzione. 54. Bicchiere a pareti sottili (ig 14201). Mis: h. cm 10,5; diam. orlo cm 7,8; diam. p. cm 3,4. Ricomposto da vari frammenti, con piccole lacune nel corpo. Argilla semidepurata arancio chiaro con piccoli inclusi calcarei, ferrosi e micacei. Orlo arrotondato, breve labbro distinto, svasato e lievemente ingrossato, sottolineato esternamente da una scanalatura, corpo ovoide, fondo piatto. Tipo Ricci 1-19 (Ricci 1985), gi Marabini iv (Marabini, Moves 1973). Cfr.: Tamassia 1993a, tomba 6 Retratto-Don, n. 96 p. 24 e fig. 9.6, e Mangani 1982, tomba 25, n. 13 p. 41 e figg. 30 e 32g. 55. Bicchiere a pareti sottili (ig 14205). Mis: h. cm 10,8; diam. orlo cm 6,8; diam. p. cm 3,5 Parzialmente ricomposto. Argilla semidepurata bruno chiaro, con diffusi inclusi calcarei e micacei di piccole dimensioni. Orlo arrotondato, labbro svasato e distinto dal corpo ovoide molto allungato, fondo piatto. Cfr. n. 54.
56. Bicchiere a pareti sottili (ig 14204). Mis.: h. cm 12,5; diam. orlo cm 8,7; diam. p. cm 5,8. Ricomposto da vari frammenti, molto lacunoso nellorlo, non ricomponibile. Argilla semidepurata bruno chiaro, con diffusi inclusi calcarei e micacei di piccole dimensioni. Orlo appiattito, breve labbro rettilineo rientrante, corpo ovoide rastremato verso il fondo piatto. Sul fondo interno ombelicatura di tornitura. Vicino al tipo Ricci 1-19 (Ricci 1985), gi Marabini iv (Marabini, Moves 1973). Cfr.: Dallemulle, Marzola 1977, tomba 45 Ca Cima, n. 44 p. 29 e fig. 12. 57. Bicchiere a pareti sottili (ig 14200). Mis: h. cm 8; diam. orlo cm 7,8 (imboccatura); diam. p. cm 3,1. Ricomposto da vari frammenti, con lacune nellorlo e nel corpo. Argilla semidepurata arancio, con diffusi inclusi calcarei dipiccole dimensioni. Orlo appiattito, breve labbro distinto, rettilineo e svasato, corpo globulare, fondo piatto. Forma Marabini v, gruppo a (Marabini, Moves 1973). Cfr.: Mangani 1982, tomba 25 Ca Garzoni, n. 12 p. 41 e figg. 30 e 32f. 58. Ciotolina a pareti sottili (ig 14202). Mis: h. cm 5,8; diam. orlo cm 9; diam. p. cm 3. Ricomposto da vari frammenti. Argilla semidepurata arancio chiaro, con diffusi inclusi calcarei, ferrosi e micacei di piccole dimensioni, e superficie malcotta. Orlo appiattito, labbro rientrante, vasca troncoconica a profilo lievemente convesso, fondo piatto. Cfr:. Dallemulle, Marzola 1977, tomba 45 Ca Cima, n. 41 p. 27 e fig. 11; Mangani 1982, tomba 19 n. 7 p. 33 e fig. 22, tomba 25 n. 14 p. 41 e figg. 30 e 32l, tomba 29 n. 9 p. 54 e fig. 40. 59. Ciotolina a pareti sottili (ig 14203). Mis.: diam. orlo cm 14 circa. Frammenti parzialmente ricomposti, con lacune al piede. Argilla semidepurata bruno chiaro, con diffusi inclusi calcarei e micacei di piccole dimensioni. Orlo appiattito, labbro rientrante, vasca troncoconica. 60. Coperchio di anfora in ceramica di impasto (ig 14206). Mis: h. cm 3,7; diam. orlo cm 9,3; diam. p. cm 2,8. Integro, con lievi scheggiature. Impasto grigio-bruno, con piccoli inclusi calcarei e ferrosi. Orlo ingrossato a sezione sub-triangolare, pareti ad andamento obliquo rettilineo (calotta troncoconica), piccola presa a disco piatto e irregolare.
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andrea gaucci
Cfr.: Mangani 1982, tomba 38 Ca Garzoni, n. 64 p. 73 e figg. 43e e 50. 61. Olla in ceramica di impasto (ig 14207). Mis.: h. cm 18,3; diam. orlo cm 22. Ricomposta da vari frammenti, con fondo lacunoso. Impasto bruno con biscotto interno pi scuro, con forte presenza di inclusi calcarei. Orlo ingrossato a cordone, corpo biconico con carena alta e parte superiore ad andamento obliquo rettilineo, fondo piatto. Cfr.: Mangani 1982, tomba 3 Ca Garzoni, n. 32 p. 14 e figg. 6 e 31b. 62. Olla in ceramica di impasto (ig 14208). Mis.: spess. max. cm 1,8. Molti frammenti non ricomponibili, ma di grandi dimensioni. Impasto bruno scuro, con inclusi calcarei e ferrosi. 63. Anfora brindisina (ig 14213). Mis.: h. cm 71; diam. orlo cm 14; diam. max. cm 37. Integra. Argilla nocciola, con radi inclusi di chamotte medio-piccoli. Tipo brindisino con orlo ad anello. Seconda met del ii sec. a.C. Bibliografia: Toniolo 2000, n. 3 p. 181 e fig. 427. 64. Anfora greco-italica (ig 14209). Mis.: h. cm 89; diam. orlo cm 13; diam. max. cm 34. Integra. Argilla rosa, con fitti inclusi di chamotte medio-grandi, oltre ad inclusi calcarei e mica. Tipo Toniolo 16. Prima met del ii sec. a.C. Bibliografia: Toniolo 2000, n. 42 p. 142 e fig. 346. 65. Anfora greco-italica (ig 14212). Mis.: h. cm 94; diam. orlo 15 cm; diam. max. cm 34. Mancante di unansa e lacunosa allorlo. Argilla beige-rosato, con inclusi di chamotte medio-piccoli e medio-grandi, inclusi calcarei e mica. Tipo Toniolo 16. Prima met del ii sec. a.C. Bibliografia: Toniolo 2000, n. 43 p. 142 e fig. 347. 66. Anfora greco-italica (ig 14210). Mis.: h. cm 82; diam. orlo 15,5 cm; diam. max. cm 33. Lacunosa di parte del puntale. Argilla arancio, con inclusi di chamotte mediopiccoli. Tipo Toniolo 17B. Seconda met del ii sec. a.C. Bibliografia: Toniolo 2000, n. 13 p. 162 e fig. 393.
67. Anfora greco-italica (ig 14211). Mis.: h. max. cm 44; diam. orlo cm 15. Lacunosa del corpo e del puntale. Argilla arancio, con fitti inclusi di chamotte medio-grandi. Tipo Toniolo 17B. Seconda met del ii sec. a.C. Bibliografia: Toniolo 2000, n. 14 p. 162 e fig. 394. 68. Mestolo in bronzo (ig 14222). Mis.: corda max. cm 4,3; spess. max. cm 0,2. Sette frammenti di bronzo, in parte ricomposti. Corroso. Orlo arrotondato, labbro rettilineo obliquo, vasca convessa, attacco del manico impostato sullorlo. 69. Spiedo in ferro (ig 14214). Mis.: spess. cm 0,6. Un frammento di ferro corroso ed incrostato. Sottile barra a sezione quadrangolare. 70. Spiedo in ferro (ig 14215). Mis.: lungh. max. cm 11,3; spess. cm 0,6. Sei frammenti di ferro corroso ed incrostato. Cfr. n. 69. 71. Candelabro in ferro (ig 14217,14219,14220). Mis.: lungh. max. cm 8; spess. cm 1,1. Tre frammenti di ferro corroso ed incrostato. Barra a sezione circolare. 72. Alari (?) in ferro (ig 14216,14221). Mis.: spess. cm 2,5. Sei frammenti (ig 14216: lungh. max. 21,5) ed un ulteriore frammento (ig 14221) di ferro corroso e incrostato. Barra a sezione circolare. 73. Barra in ferro (ig 14218). Mis.: lungh. cm 11,5; spess. cm 1. Un frammento di ferro incrostato e corroso. Barra a sezione circolare. Cronologia I vasi in vernice nera del corredo trovano confronto con esemplari dai corredi adriesi noti in letteratura di pieno ii sec. a.C. In particolare le forme 127, 137 e 154 di produzione volterrana rimandano a contesti funerari di met-seconda metdel ii sec. a.C. Questo dato confermato, allinterno dei prodotti locali dalla forma 43 nonch dalla tazzina monoansata, i cui confronti rimandano alla seconda met del ii sec. a.C. Anche il mortaio senza versatoio in ceramica grigia per landamento del profilo della vasca suggerisce una crono-
adria. via spolverin - tombe 46 e 106. il gentilizio muliu ad adria logia di pieno ii sec. a.C. Infine le anfore tipo Toniolo 16 e 17B, rispettivamente datate alla prima met ed alla seconda met del ii sec. a.C., portano a collocare la cronologia della tomba in un periodo di passaggio fra i due tipi suddetti. Alla luce di questa breve valutazione e del confronto incrociato fra le varie classi di materiali, si propone una datazione compresa attorno alla met del ii sec. a.C. Tomba 106 La fossa si presenta rettangolare, larga 120 cm, lunga 135 cm ed alta circa 50 cm. Il defunto, inumato, orientato secondo lasse nord-ovest/sud-est, non discostandosi dalla prevalenza delle sepolture adriesi della necropoli (Stefani 1996/1997, p. 162). La tomba era situata circa 20 m a nord della tomba 46, ad est dellantico corso del canale us 38 (Peretto 1993, p. 95). Il lato sud-ovest stato intaccato da un escavatore in fase di splateamento. Il taglio della fossa fu operato in un terreno difficilmente distinguibile dal riempimento della fossa. Dello scheletro rimanevano poche ossa disarticolate ed alterate da ossidi di ferro. Le ridotte dimensioni della fossa e di quanto rimane dello scheletro fanno ipotizzare la sepoltura di un bambino. Il corredo situato su un unico livello a destra del defunto (Fig. 5). In particolare, allaltezza della testa erano posizionati lo skyphos (n. 9) con la ciotolina a pareti sottili (n. 21) come coperchio, ed i vasi in vernice nera con iscrizioni e graffiti (nn. 1, 6). A livello di quello che doveva essere il bacino del defunto stato recuperato un quadrante (n. 24), forse tenuto nella mano destra, ed una ciotola con iscrizione (n. 5). Unico oggetto ad una quota inferiore, sotto il piatto n. 2 in prossimit della testa del defunto, lanfora miniaturistica (n. 22). La deposizione presenta alcune peculiarit di notevole interesse, che confermano la tenera et del defunto, gi proposta sulla base delle ridotte dimensioni della fossa e delle ossa dellinumato. Queste peculiarit sono la deposizione di conchiglie; la presenza di oggetti di piccole dimensioni, ovvero lo skyphos nella posizione solitamente
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dedicata al cratere e lanfora miniaturistica; il quadrante repubblicano, nel quale riconoscibile la pratica dellobolo di Caronte. La presenza di conchiglie nelle tombe infantili adriesi note in letteratura ridotta. Si registrano in una tomba su otto infantili della necropoli di Ca Garzoni (Mangani 1982, p. 100), due su sette in Retratto-Don,1 mentre in Campelli le due tombe infantili non ne presentano (Bolognesi 1998/1999, p. 281). Purtroppo nellanalisi condotta da T. Stefani su via Spolverin non vengono considerate le conchiglie quale indicatore, ritenute oggetto generalmente associato alle deposizioni di bambini.2 Questo parziale quadro conferma lidea che le conchiglie, almeno per il periodo ellenistico, siano indicatore esclusivo delle deposizioni infantile.3 Le anfore di piccole dimensioni dei contesti funerari adriesi, pubblicate da A. Toniolo (Toniolo 2000, pp. 189214), sono tutte di dimensioni maggiori dellanfora in esame (n. 22), interpretabile come oggetto miniaturistico, richiamo dei reali contenitori di maggiori dimensioni deposti nelle tombe adriesi di periodo ellenistico.4 Si potrebbe inoltre avanzare lipotesi che anche lo skyphos a destra della testa del defunto possa essere una rappresentazione ridotta del cratere, collocato in questa posizione nelle pi ricche tombe di adulti (cfr. tomba 46, n. 1). Infine la presenza di monete romane, ipotizzabile come pratica dellobolo di Caronte,5 ben attestata nelle tombe infantili adriesi, come ad esempio nella tomba 28 di Ca Garzoni, che presenta un asse repubblicano sottopeso rispetto allonciale (Mangani 1982, n. 18 p. 53). Catalogo 1. Piatto in vernice nera (ig 14785; Fig. 7). Mis.: h. cm 3,4; diam. orlo cm 21; diam. p. cm 6,4. Ricomposto da pi frammenti, con lacune allorlo. Argilla beige. Vernice nera, opaca e coprente, scheggiata e abrasa presso la tesa, con impronte digitali presso lattacco del piede. Orlo a sezione sub-triangolare, labbro a tesa lievemente ribassato e ondulato, vasca poco profonda con carena sotto il labbro, piede ad anello. Fondo esterno verniciato ed ombelicato. Al centro della vasca, un cerchio centrale inci-
1 Tombe 1, 2, 3,9, 12, 13, 14. Per le tombe 13 e 14, Tamassia 1993, rispettivamente p. 45 n. 239, e p. 48 n. 258. 2 In Stefani 1996/1997, si riconoscono 16 tombe infantili. 3 Al contrario, in Muggia 2004, pp. 218-220, per le necropoli di Spina si afferma la scarsa affidabilit di questi oggetti quali indicatori infantili. 4 Lassociazione tra questo particolare contenitore e le tombe infantili, esemplificata dalla tomba 3 di Ca Garzoni 1966, bisoma con uno scheletro di individuo giovane, suggerisce una maggior articolazione della problematica. Inoltre, proprio presentando lanfora di questa ultima tomba, E. Mangani (Magani 1982, n. 38 p. 16 e nota 27), puntualizza laffinit dellargilla di questa con la ceramica di produzione locale. 5 Per la trattazione di tale pratica e la relativa bibliografia, si rimanda a Muggia 2004, pp. 188-189.
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andrea gaucci nosciuta in maniera dubitativa nella forma onomastica femminile aisakna da Altino, per la quale A. Marinetti propone anche altre ipotesi di lettura (Marinetti 1999, n. 20 p. 83 e fig. 20; Marinetti 2001, p. 100). Si pu avanzare quindi lipotesi che aisixxu sia un pre. . nome maschile, la cui radice attestata nellonomastica celtica, mentre pi dubitativo il rimando allambito venetico. 2. Piatto in vernice nera (ig 14787). Mis.: h. cm 3,6; diam. orlo cm 21,4; diam. p. cm 6,1. Cfr. n. 1. Privo del cerchio orizzontale inciso nella parete esterna in prossimit del piede. Cfr. tomba 46, n. 17. 3. Piatto in vernice nera (ig 14786). Mis.: h. cm 3,6; diam. orlo cm 20,5; diam. p. cm 6,6. Ricomposto da quattro frammenti, con lacuna allorlo. Argilla beige-rosato. Vernice nero-marrone, opaca e coprente, scheggiata e fortemente abrasa nella superficie interna della tesa, con impronte digitali in prossimit dellattacco del piede. Orlo a sezione triangolare arrotondato, labbro a tesa orizzontale ondulato, vasca poco profonda con carena sotto il labbro e profilo curvilineo, piede ad anello. Fondo esterno verniciato ed ombelicato. Al centro della vasca, un cerchio centrale inciso ed unaltra coppia pi esterna concentrica. Cfr. tomba 46, n. 11. 4. Patera in vernice nera (ig 14788). Mis.: h. cm 6,4; diam. orlo cm 23; diam. p. cm 6,5. Ricomposta da pi frammenti. Argilla beige-rosata. Vernice nero-marrone, opaca e coprente, abrasa nella vasca e nellorlo, con impronte digitali in prossimit dellattacco del piede. Orlo arrotondato, labbro rettilineo rientrante diviso dalla parete rettilinea da una carena netta, piede ad anello a profilo concavo. Fondo esterno verniciato e privo di ombelicatura. Forma Pasquinucci 5; vicina al tipo Morel 2822b. Cfr.: Tamassia 1993a, tomba 15, n. 272 p. 50 e fig. 22.7. 5. Ciotola in vernice nera (ig 14789; Fig. 7). Mis.: h. cm 6,4; diam. orlo cm 17,4; diam. p. cm 6,5. Integra. Argilla beige. Vernice nero-marrone, diluita e abrasa sia nella superficie esterna che interna, con impronte digitali in prossimit dellattacco del piede e disco di impilamento rossastro al centro della vasca.
so ed unaltra coppia pi esterna concentrica; in prossimit dellattacco del piede altro cerchio orizzontale inciso. Cfr. tomba 46, n. 17. Nella vasca interna, esternamente alla coppia di cerchi incisi, graffita dopo la cottura con punta sottile liscrizione:
Tratto regolare poco profondo, ductus sinistrorso regolare. My corsivizzante, ypsilon con tratto sottoavanzante, lambda, iota, ypsilon con tratto sottoavanzante (lungh.: cm 4,5 circa; h.: cm 0,7 circa). Si propone la lettura: muliu Gentilizio maschile, per il quale si veda il n. 26 della tomba 46 di via Spolverin. Nella parete esterna, in prossimit dellattacco del piede, graffita dopo la cottura con punta sottile liscrizione:
Tratto regolare poco profondo, ductus sinistrorso regolare. Alpha quadrangolare con traversa inferiore che non chiude locchiello, iota, sigma a tre tratti, iota; segue una lacuna probabilmente di due lettere e poi ypsilon senza tratto sottoavanzante (lungh. cm 4 circa; h. cm 0,7 circa). Si propone la lettura: aisi xxu . . Si potrebbe riconosce in ais- la radice che indica divinit in ambito etrusco (Pallottino 1984, p. 506, e et, vol. i p. 65 per le attestazioni note), ma anche in quello venetico (aisu, Prosdocimi 1988, pp. 414-415) e retico (Morandi 1999, pp. 91-92 n. 53 e fig. 30 p. 87). Non si trovano confronti nellonomastica etrusca. La radice ais- si trova nelliscrizione etrusca aisiuhimiu dellelmo di Talamone, interpretata da G. Colonna come antroponimo di derivazione celtica, dove attestata la base onomastica aes- < ais- (Colonna 1978b, p. 400, con riferimento a Lejeune 1971, pp. 25-26 e p. 63 nota 196). Tale base ais- > aes- nota in ambito venetico nellidronimia da Aesontius (Isonzo),1 e rico-
1 Tale radice letta in Pellegrini, Prosdocimi 1967, p. 581, come derivante dal tema ais-, mentre in Prosdocimi 1988, p. 393, come diversa radice legata al concetto di rapidit.
adria. via spolverin - tombe 46 e 106. il gentilizio muliu ad adria Orlo arrotondato superiormente appiattito, labbro lievemente svasato, vasca profonda con netta curvatura in prossimit del piede ad anello. Fondo esterno verniciato ed ombelicato. Cfr. tomba 46, n. 28. Nella vasca interna, in prossimit del centro, graffita dopo la cottura con punta sottile liscrizione:
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tratto molto tenue ed irregolare. Si pu interpretare come un segno a croce. Sul fondo esterno graffita dopo la cottura con punta sottile: In cattivo stato di conservazione con molte scheggiature ed incerta nei tratti poco profondi, ductus probabilmente sinistrorso irregolare. Si hanno, a partire da destra, una serie di tre aste, di cui la prima scostata, una lettera interpretabile come digamma sinistrorso (Michelucci 1978, n. 92 pp. 340-341 e fig. 3, da Rusellae), una serie di due aste; seguono quindi tre lettere fortemente disturbate, nelle quali si legge un probabile my destrorso con cinque tratti di lunghezza diseguale, di cui i primi due fortemente ripassati ed in particolare il secondo sfuggito inferiormente, un ypsilon senza tratto sottoavanzante disturbato da scheggiature, un lambda sinistrorso con tratto incidente la breve asta verticale (lungh.: cm 6,5 circa; h.: cm 1-2,5 circa). Si propone la lettura: III v II mul . . .. La lettura proposta permette di ipotizzare nella sequenza finale di tre lettere una abbreviazione del gentilizio muliu, mentre il digamma potrebbe essere labbreviazione del prenome viza, attestato nella tomba 46 (nn. 31-32), sottolineato da aste ripetute. La mano poco avvezza alla pratica scrittoria di chi ha inciso liscrizione si nota dai tratti pi volte ripassati ed incerti. In particolare, linversione del my trova confronto nel pi a tre tratti inverso dellantroponimo di derivazione venetica o celtica vasape, delliscrizione della . tomba 55 Canal Bianco di ii sec. a.C. (Gaucci c.s.).1 Nel centro della vasca interna, graffito dopo la cottura con punta sottile:
Tratto profondo. Unasta. 6. Ciotola in vernice nera (ig 14791; Fig. 7). Mis.: h. cm 6,6; diam. orlo cm 17,7; diam. p. cm 5,5. Ricomposta da quattro frammenti. Argilla camoscio. Vernice neromarrone, opaca, coprente, abrasa e scheggiata su tutta la superficie, con impronte digitali in prossimit dellattacco del piede. Cfr. n. 5. Nella vasca interna in prossimit del centro, graffito dopo la cottura con punta sottile la lettera:
Tratto regolare poco profondo. Un ypsilon senza tratto sottoavanzante (h.: cm 1 circa): u
1 In tale antroponimo riconoscibile la base della radice vas-, nota nellonomastica venetica e celtica (Pellegrini, Prosdocimi 1967, p. 194; Tibiletti Bruno 1978, pp. 145, 151, 174), mentre il pi richiama il pi a tre tratti caratteristico del corpus alfabetico venetico (Prosdocimi 1978, p. 324).
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andrea gaucci ta nel labbro e sulla spalla, piede ad anello a profilo convesso; doppia scanalatura orizzontale sopra lattacco dellansa al corpo del vaso. Fondo esterno verniciato e privo di ombelicatura. Forma Pasquinucci 152; serie Morel 5212. Cfr.: Mangani 1982, tomba 41 Ca Garzoni, n. 5 p. 77 e fig. 58, Tamassia 1993a, tomba 3 n. 28 p. 15 e fig. 5.1. 11. Piede ad anello in vernice nera (ig 14803). Mis.: h. max. cm 1; diam. p. cm 5,4. Frammento di piede. Argilla arancio. Vernice nero-marrone diluita, fortemente abrasa. Piede ad anello a profilo esterno concavo. 12. Piede ad anello in vernice nera (ig 14805). Mis.: h. max. cm 2,5; diam. piede cm 4,8. Frammento di piede. Argilla beige. Vernice nera opaca, diluita e diffusamente abrasa. Piede ad anello a profilo esterno convesso. Fondo esterno ombelicato e con tracce di vernice. 13. Olla in ceramica grigia (ig 14793). Mis.: h. cm 13; diam. orlo cm 10,5. Frammenti di orlo e di parete parzialmente ricomposti. Argilla depurata grigia, con inclusi calcarei e neri, vacuoli. Orlo a cordone e corpo ovoide. Forma Mangani i (Mangani 1982, p. 102). 14. Pelike in ceramica depurata (ig 14800). Mis.: h. cm 25; diam. orlo cm 14,5. Parzialmente ricomposta e lacunosa di parti del corpo e del fondo. Argilla depurata arancio scuro. Orlo arrotondato, labbro a fascia, corpo ovoide, fondo piatto, anse a nastro con costolatura centrale impostate sul labbro e sulla spalla. Cfr.: Mangani 1982, tomba 3 Ca Garzoni, n. 30 p. 14 e figg. 6 e 44b. 15. Lagoena in ceramica depurata (ig 14798). Mis.: h. cm 23; diam. max. cm 28,5; diam. p. cm 10,3. Ricomposta da molti frammenti, lacunosa dellorlo, dellansa e di parte del corpo. Argilla depurata beige. Collo cilindrico, corpo biconico con carena a 2/3 dellaltezza, piede a disco, ansa a nastro impostata verticalmente tra spalla e corpo. Cfr.: Tamassia 2000, tomba 74 Piantamelon/ACB 1996, n. 19 p. 67 e tav. xiii. 16. Brocca con beccuccio in ceramica depurata (ig 14797; Fig. 10). Mis.: h. cm 25,6; diam. bocca cm 6,5; diam. p. cm 9. Ricomposti lorlo e lansa. Argilla depurata beige.
Profondo tratto irregolare. Un asterisco. 7. Ciotola in vernice nera (ig 14790). Mis.: h. cm 6,4; diam. orlo cm 17,1; diam. p. cm 6. Ricomposta da pi frammenti. Argilla beige. Vernice nera, opaca, abrasa e scrostata sia nella superficie interna che esterna, con impronte digitali in prossimit dellattacco del piede. Cfr. n. 5. 8. Ciotola in vernice nera (ig 14792). Mis.: h. cm 6,4; diam. orlo cm 18; diam. p. cm 6,3. Integra. Argilla camoscio. Vernice nero-marrone, opaca, diluita, fortemente abrasa e con chiazze rossastre sulla superficie interna ed esterna, con impronte digitali in prossimit dellattacco del piede. Cfr. n. 5. 9. Skyphos in vernice nera (ig 14806; Fig. 10). Mis.: h. cm 17,2; diam. orlo cm 12,9; diam. p. cm 7. Integro. Argilla camoscio. Vernice nera, opaca, coprente, abrasa nellorlo e nelle anse. Orlo ingrossato appiattito superiormente, breve labbro lievemente svasato, corpo ovoide rastremato verso il piede ad anello distinto a profilo lievemente concavo, anse a bastoncello impostate orizzontalmente nella parte superiore del corpo del vaso e rivolte verso lalto. Fondo esterno verniciato e lievemente ombelicato. Doppia linea incisa a livello delle anse. Forma Lamboglia 43; specie Morel 4310. Cfr.: Dallemulle, Marzola 1977, tomba 45 Ca Cima, n. 37 p. 25 e fig. 8 (diversa impostazione delle anse). 10. Olpe in vernice nera (ig 14784; Fig. 10). Mis.: h. cm 13; diam. orlo cm 8; diam. p. 6,2. Ricomposta da vari frammenti. Argilla camoscio. Vernice nero-marrone, coprente, opaca, fortemente scrostata e abrasa. Orlo arrotondato, labbro svasato, internamente concavo ed esternamente rettilineo, netta curva nellattacco al corpo piriforme, ansa a nastro con sella verticale imposta-
adria. via spolverin - tombe 46 e 106. il gentilizio muliu ad adria Orlo arrotondato, labbro svasato, breve collo cilindrico, corpo ovoidale rastremato verso il fondo piatto, ansa a nastro impostata verticalmente sul labbro e sulla spalla. Mangani 1982, p. 104, tipo con orlo obliquo arrotondato al labbro. Cfr.: simile allesemplare n. 74. 33 della struttura 32 di via Spolverin, in Tamassia 2000, p. 195. 17. Lekanis in ceramica depurata (ig 14801).1 Mis.: h. cm 10; diam. orlo cm 21; diam. p. cm 8,2. Ricomposta da molti frammenti, lacunosa di parte del corpo e di unansa. Argilla depurata camoscio. Orlo assottigliato arrotondato con battente per la posa del coperchio rettilineo orizzontale, breve labbro lievemente svasato, profonda vasca troncoconica a profilo rettilineo con curvatura in prossimit dellattacco, piede ad anello a profilo lievemento concavo e diviso da una scanalatura della vasca, anse a nastro con sella al centro impostate orizzontalmente sotto la risega. Fondo esterno lievemente ombelicato. Cfr.: Mangani 1982, tomba 43 Ca Garzoni, n. 34 p. 83 e fig. 60. 18. Coperchio di lekanis in ceramica depurata (ig 14802). Mis.: h. cm 6,5; diam. orlo cm 23,5. Ricomposto da molti frammenti, lacunoso di met della vasca e del pomello. Argilla depurata camoscio. Orlo arrotondato, labbro indistinto, calotta conica a profilo lievemente curvo. 19. Bicchiere in pareti sottili (ig 14794). Mis.: H. cm 10,7; diam. max. cm 7,2; diam. p. cm 3,3. Integro. Argilla semidepurata arancio chiaro, con diffusi inclusi calcarei, ferrosi e micacei di piccole dimensioni. Orlo arrotondato, breve labbro svasato e lievemente ingrossato, distinto dal corpo ovoide, fondo piatto. Cfr. tomba 46, n. 54. 20. Bicchiere a pareti sottili (ig 14795). Mis.: h. cm 6,4; diam. p. cm 2,3. Orlo ricomposto con lacune. Argilla semidepurata arancio chiaro, con diffusi inclusi calcarei, ferrosi e micacei di piccole dimensioni. Cfr. n. 19. 21. Ciotolina a pareti sottili (ig 14796). Mis.: h. cm 6,4; diam. p. cm 2,7. Ricomposta da molti frammenti, lacuno-
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sa di parte dellorlo. Argilla semidepurata arancio chiaro con diffusi inclusi calcarei, ferrosi e micacei di piccole dimensioni. Orlo appiattito, labbro rientrante, vasca troncoconica a profilo lievemente convesso, fondo piatto. Cfr. tomba 46, n. 58. 22. Anfora miniaturistica (ig 14799). Mis.: h. cm 19,4; diam. orlo cm 8,2; diam. puntale cm 1,3. Integra. Argilla rosa, con inclusi di chamotte piccoli, calcarei, mica. Orlo a sezione triangolare, breve collo troncoconico a profilo lievemente concavo, corpo ovoide rastremato verso il breve puntuale a tronco di cilindro e terminazione conica, anse a bastoncello impostate sul labbro e sulla spalla. Ditate alla base delle anse. Fuori tipologia Toniolo. Bibliografia: Toniolo 2000, n. 2 p. 214 e fig. 492. 23. Conchiglie (ig 14804). Integre. Tre valve di conchiglia della specie glicymeris violacescens (Franchini 1986, pp. 193-196 e fig. 98.2 p. 195), colore bianco, senza fori. 24. Quadrante, AE (Fig. 10). Mis.: diam. cm 2; peso gr. 4 circa. Integra. Superficie fortemente corrosa. Autorit indeterminata. Roma, post 211 a.C. D/ Testa imberbe (Ercole?); davanti, tre globetti. R/ illeggibile. Il quadrante, identificabile per i tre globetti sul D/, pu essere datato al pieno ii sec. a.C., essendo sottopeso rispetto alla serie onciale.2 Il cattivo stato di conservazione della superficie non permette ulteriori considerazioni. Pieno ii sec. a.C. Cronologia Anche i materiali di questa tomba rimandano per confronti al pieno ii sec. a.C., come conferma il quadrante della serie onciale repubblicana (n. 24). La forte affinit dei materiali con quelli della tomba 46, in particolare le vernici nere di produzione locale, fanno ipotizzare una stessa datazione attorno alla met del ii sec. a.C. In particolare lo skyphos n. 9 trova confronto in un esemplare della prima met del ii sec. a.C., mentre la
1 Allinterno di tale lekanis si rinvenuto un frammento di fibra organica. 2 Crawford 1974, pp. 50-70. e p. 596. Un asse, anchesso sottopeso rispetto allonciale, stato deposto nella tomba 28 di Ca Garzoni, del pieno ii sec. a.C. (mangani 1982, n. 18 p. 53 e nota 144).
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andrea gaucci Dal punto di vista grammaticale si riconoscono cinque iscrizioni di possesso al caso zero (Agostiniani 1982, pp. 27-30 e 33-36; Colonna 1983), di cui due bimembri fra loro uguali composte da prenome + gentilizio, viza muliu (nn. 26-27 della tomba 46), e le restanti tre unimembri, riconoscibili in due prenomi, reiu (n. 29 della tomba 46) e aisixxu . . (n. 1 della tomba 106), ed un gentilizio, muliu (n. 1 della tomba 106). Inoltre, la tomba 46 contiene due vasi con my isolato (nn. 12-13), ed uno con la serie digamma, iota e my (n. 28) che si interpretano come le iniziali di viza muliu, noto dalle iscrizioni nelle grandi ciotole nn. 26-27. Nella tomba 106 si ha infine una iscrizione (n. 5) in cattivo stato di conservazione e fortemente incerta nel tratto, nel cui digamma isolato da pi aste si potrebbe riconoscere labbreviazione del prenome viza e nel seguente mul labbreviazione del gentilizio muliu, nel qual caso si avrebbe un puntuale legame con il viza muliu della tomba 46. I gentilizi noti dalle due tombe risultano pertanto identici, suggerendo un legame parentelare fra gli individui sepolti, ed in particolare tra viza muliu ed il bambino defunto, se si considera valida la lettura delliscrizione del piatto n. 5 della tomba 106. muliu, derivante da un prenome diffuso in ambito venetico, molo (cfr. n. 26 della tomba 46), si pone nella serie di gentilizi adriesi con il suffisso -iu.3 Tale suffisso potrebbe essere stato assunto direttamente in seno alla comunit etrusca con valore gentilizio, oppure essere il frutto di una etruschizzazione di un suffisso patronimico -io poi diventato gentilizio (cfr. n. 26 della tomba 46). La ripetizione di questo termine nelle due tombe conferma comunque luso nella comunit adriese di cultura etrusca del gentilizio, acquisito anche da famiglie di lontana origine non etrusca. Si aggiunge che anche le iscrizioni etrusche delle tombe 42,45 e 50 del ii sec. a.C., tutte prossime alla tomba 46, permettono di ipotizzare legami con il gentilizio muliu e viza (Gaucci c.s.). In particolare, liscrizione sica mu della . tomba 45 (ciotola in vernice nera ig 13958, fig. 10) si pu leggere come formula bimembre composta da un prenome di probabile origine venetica4 ed una abbreviazione del gentilizio muliu, mentre v isa della tomba 42 (ciotola in . . vernice nera ig 14130, Fig. 10) e al v izal della tomba 50 .. . . (grande ciotola in vernice nera forma Lamboglia 27a ig 14277, Fig. 10) come prenomi riferiti al viza della tomba
lagoena n. 15 e la lekanis n. 17 ne trovano nella seconda met del ii sec. a.C.; questi dati possono essere letti come indizio di una situazione di transizione fra le due met del secolo, confermando quindi quanto desumibile dal confronto dei corredi delle tombe 46 e 106. Questi elementi permettono di datare il corredo della tomba attorno alla met del ii sec. a.C. Analisi epigrafica delle iscrizioni etrusche Le iscrizioni ed i graffiti delle tombe 46 e 106 sono tutti incisi su vasi in vernice nera di produzione locale, e rientranti in solo tre forme, la Lamboglia 6 per i piatti (serie Morel 1441d e 1443), la Lamboglia 28 per le ciotole (serie Morel 2614), e la forma Lamboglia 27a. Tutti i vasi sono disposti lungo il fianco destro del defunto, tranne il n. 21 della tomba 46, a destra della testa del defunto. Nella tomba 46 le iscrizioni delle grandi ciotole nn. 2627 hanno ductus regolare destrorso, mentre liscrizione della ciotola n. 29 e le abbreviazioni nei piatti nn. 12-13 e nella ciotola n. 28 hanno ductus sempre regolare ma sinistrorso. Nella tomba 106 le iscrizioni hanno tutte ductus sinistrorso, regolare quello del piatto n. 1, mentre fortemente irregolare ed incerta nel tratto quello della ciotola n. 5, nella cui disposizione e dimensione delle lettere, pi grandi nella parte centrale, si ha limpressione di una volont ornamentale. Le iscrizioni nn. 12-13, 26-29 della tomba 46 e quelle del piatto n. 1 della tomba 106 rientrano tutte nel tipo grafico corsivizzante, ed in particolare i grafemi alpha e theta delliscrizione n. 29 e del prenome Aisixxu del piatto n. 1 . . della tomba 106 sono riferibili alla moda quadrata (Maggiani 1990, pp. 182-185). Solo il grafema zeta delle iscrizioni nn. 26-27 della tomba 46 risulta avere un breve tratto sottoavanzante, riconducibile al tipo grafico corsivizzante piuttosto che alla moda manierata del tipo regolarizzato, riconosciuta in altre iscrizioni adriesi di ii sec. a.C.1 Il panorama epigrafico etrusco di Adria nel ii sec. a.C. coincide appieno con quanto desumibile dalle iscrizioni in esame. Ancora nel pieno ii sec. a.C. ad Adria noto infatti luso del tipo grafico corsivizzante, generalmente desueto gi nel iii sec. a.C.,2 con un diffuso uso della moda quadrata.
1 Si rimanda a Gaucci c.s. 2 Maggiani 1990, p. 185. Per una valutazione paleografica delle iscrizioni adriesi si rimanda a Maggiani 2002, p. 61, ed al breve aggiornamento per le iscrizioni funerarie in Gaucci c.s. 3 Si rimanda a Gaucci c.s., dove si registrano per le iscrizioni adriesi da contesto funerario 7 gentilizi con terminazione -iu (non tenendo conto delle eventuali ripetizioni nella medesima deposizione), di contro allassenza di gentilizi con terminazione -alu. 4 Cfr. la forma onomastica al nominativo ikos delliscrizione venetica del kantharos di bronzo di vi sec. a.C. dallo Scolo di Lozzo (Es 135, Mas rinetti 1992, pp. 145-146).
adria. via spolverin - tombe 46 e 106. il gentilizio muliu ad adria 46, in parallelo con quanto stato ipotizzato per liscrizione n. 5 della tomba 106. Lo studio dei tre prenomi attestati nelle due tombe, viza (tomba 46, nn. 26-27), reiu (tomba 46, n. 29) e aisixxu . . (tomba 106, n. 1) permette di evidenziare la derivazione da radici onomastiche non etrusche, come ben dimostra reiu, nel cui confronto, il prenome femminile reivi della stele di Tombarelle di v sec. a.C., G. Sassatelli riconosce il ricordo dellorigine retica di chi lo portava o della famiglia (Sassatelli 1989, p. 69). Per aisixxu il confronto . . pi attendibile con un antroponimo celtico in alfabeto etrusco di un elmo iscritto da Talamone (cfr. tomba 106, n. 1), mentre pi problematici sono le attestazioni della radice ais- in ambito venetico; il prenome viza trova confronto sia in ambito etrusco che venetico (cfr. tomba 46, n. 26). Lanalisi onomastica delle iscrizioni presentate mostra quindi un gentilizio muliu di probabile derivazione venetica, come potrebbe essere di derivazione venetica anche il prenome viza. Risulta problematica nella tomba 106 lassociazione del gentilizio muliu con il prenome aisixxu, di . . possibile derivazione celtica o pi dubitativamente venetica, incisi nel medesimo vaso il primo nella vasca e laltro nella parete esterna. Di difficile interpretazione anche lassociazione nella tomba 46 tra il gentilizio muliu ed il prenome reiu, che evoca unorigine retica. Non pertanto possibile delineare sulla base dellanalisi onomastica un quadro sicuro e coerente delletnicit degli individui, almeno tre, attestati nelle due tombe in esame, nonch supporre un legame sociale e/o parentelare fra questi, ed in particolare fra il gruppo familiare dei muliu e reiu. Nonostante letruscit della maggior parte delle iscrizioni etrusche adriesi databili al periodo ellenistico,1 possibile comunque riconoscere una complessit etnica della societ, come dimostrano un gruppo di iscrizioni etrusche la cui onomastica tradisce unorigine venetica (Maggiani 2002, pp. 57 e 60), due iscrizioni etrusche ma di probabile derivazione celtica,2 ed infine proprio le attestazioni delle tombe 46 e 106, che potrebbero rimandare a diversi ambi-
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ti culturali. La complessit della societ adriese di periodo ellenistico, che queste attestazioni fanno cogliere, non percepibile dallanalisi dei corredi funerari, che presentano una accentuata stabilit ed uniformit dellideologia funeraria con scarsa presenza di indicatori relativi a genere, et, ruolo sociale (Bonomi 1993, p. 92; Tamassia 1993, p. 56; Stefani 1996/1997, p. 162), ed etnia dei defunti.3 Nel piatto in vernice nera n. 19 dalla tomba 46, la sigla composta da due probabili chi ed un lambda in legatura non trova confronti in letteratura, mentre il chi sottolineato da due aste un probabile contrassegno numerale diffuso gi dallet villanoviana. Nei due corredi sono inoltre presenti 3 graffiti alfabetici e 6 non alfabetici,4 tutti incisi su supporti in vernice nera ed tutti in associazione con iscrizioni, tranne 3 su due supporti (n. 34 della tomba 46 e n. 6 della tomba 106). I graffiti alfabetici sono il lambda (o pi) (tomba 46, n. 27), lypsilon senza tratto sottoavanzante (tomba 106, n. 6) ed il chi senza tratto sottoavanzante (tomba 46, n. 27). I graffiti non alfabetici sono due segni a croce (tomba 46, n. 28), due asterischi (tomba 46, n. 34, e tomba 106, n. 6), unasta (tomba 106, n. 5) ed un graffito geometrico (tomba 46, n. 26). Conclusioni Le tombe 46 e 106 della necropoli di via Spolverin risultano entrambe databili attorno alla met del ii sec. a.C. I corredi funerari e la loro disposizione, di cui si tentata una ricostruzione, risultano in sintonia con quanto noto per le tombe adriesi di iii-ii sec. a.C., non solo per la necropoli di via Spolverin (Stefani 1996/1997, p. 168), ma anche per le altre aree funerarie pi prossime allinsediamento antico di Adria. Queste due tombe presentano anche una relativa vicinanza topografica, essendo a circa 20 m. di distanza in direttrice nord-sud, divise dallo spazio di circa quattro deposizioni.
1 Maggiani 2002, p.57 e nota 16, dove si puntualizza come in et siano acquisite come etrusche anche la maggior parte delle iscrizioni lette venetiche in Pellegrini, Prosdocimi 1967. La categoria delle iscrizioni etrusco-venetiche, proposta in Fogolari, Pellegrini 1958, stata minata a partire dalla lettura in chiave etrusca di alcune iscrizioni funerarie, ed in particolare lentnai mi della tomba 52 di Canal Bianco di ii sec. a.C., da parte di C. De Simone e L. Agostiniani (De Simone 1975, p. 136, e Agostiniani 1982, pp. 239-240). 2 Dallemulle, Marzola 1977, n. 28 fig. 13 p. 52 (aku); Tamassia 2002, nn. 14.1-4 pp. 176-178 (mi verkantus ). 3 Risultano rilevanti a questo proposito Camerin 1993 e Camerin 1998, relativamente a testimonianze di cultura materiale celtica nei corredi adriesi. Anche la tomba Ca Cima 9/1993 (Tamassia 2002) restituisce levidenza di unarma, oggetto raro nelle deposizioni di et ellenistica. Una riflessione sugli indicatori etnici nonch la possibilit di riconoscere le unioni fra Etruschi e Non-etruschi, espressa in Stefani 1996/1997, p. 165, relativamente alla necropoli di via Spolverin. Ma in Bonomi 1993, p. 92 si esprimono giustamente molte cautele relativamente alla diffusione in particolare di ornamenti celtici nelle tombe adriesi. 4 Nella presentazione dei graffiti e nellidentificazione di questi si segue Govi 1994c, a cui si rimanda anche per un inquadramento generale.
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andrea gaucci Due iscrizioni della tomba 46 (nn. 26-27) ed una della tomba 106 (n. 1) attestano il medesimo gentilizio muliu. Tale gentilizio riconoscibile in tre abbreviazioni nella tomba 46 (nn. 12-13,28) e pi problematicamente in una iscrizione della tomba 106 (n. 5). Molto probabilmente i defunti erano esponenti della medesima gens, deposti non troppo distanti ad est del canale che divideva in due il sepolcreto, in un periodo di tempo relativamente breve attorno alla met del ii sec. a.C. Bisogna inoltre considerare le attestazioni epigrafiche delle tombe 42, 45 e 50 (Gaucci c.s.), che potrebbero rimandare al gentilizio muliu ed in particolare al viza della tomba 46. La vicinanza di queste tombe potrebbe far avanzare lipotesi di una zona di sepolcreto (Fig. 1) dedicata prevalentemente, se non totalmente, ad un unico gruppo familiare, secondo quanto gi ipotizzato da S. Bonomi (Bonomi 1993, p. 92). La formula onomastica ripetuta pi volte per esteso ed in abbreviazione nella tomba 46, viza muliu (nn. 26-27), fa supporre che questo fosse il nome del defunto, il cui sesso maschile trova conferma nellipotesi avanzata da T. Stefani, secondo la quale le anfore deposte in numero maggiore di tre siano proprie di tale genere (Stefani 1996/1997, p. 166). Si sottolinea come le iscrizioni con la formula onomastica in esteso siano sulle grandi ciotole riferibili alla forma Lamboglia 27a, mentre le abbreviazioni sono su ciotole forma Lamboglia 28 e piatti forma Lamboglia 6 (nn. 12-13,28). Questo dato potrebbe essere indizio dello speciale ruolo rivestito nel rituale funerario dalle grandi ciotole con scanalature. viza muliu, personaggio di rilievo nella comunit etrusca adriese con una probabile funzione di capofamiglia, tradisce soprattutto nel gentilizio unorigine venetica, riconosciuta nella derivazione da un nome individuale molo, composto con il suffisso -iu, che potrebbe essere stato assunto direttamente in seno alla comunit etrusca con valore gentilizio, oppure essere il frutto di una etruschizzazione di un suffisso patronimico -io poi diventato gentilizio. La medesima deposizione ha restituito liscrizione reiu (n. 29), che esplicita nel richiamo alletnico retico la non etruscit dellindividuo di genere maschile cos nominato. La presenza di questa iscrizione nella tomba 46 risulta problematica e non chiaro il rapporto sociale e/o parentelare che lega reiu con il gruppo familiare dei muliu. Evidenziata lorigine non etrusca e la complessit dellonomastica delle iscrizioni trattate, lintegrazione socia-
La tomba 46, in cassa lignea, caratteristica delle tombe pi ricche (Stefani 1996/1997, p. 162), presenta un numero elevato di anfore (5), numerosi vasi in vernice nera (35) di produzione locale e solo 8 del tipo generalmente considerato di importazione (Mangani 1982, p. 101). Tali caratteristiche ben si pongono allinterno del gruppo di tombe di ii sec. a.C. di via Spolverin individuato da T. Stefani (Stefani 1996/1997, p. 168 tab. 3, bench la tomba sia stata posta nel gruppo datato fra iii e ii sec. a.C.). La deposizione del mestolo in bronzo risulta un importante indicatore di ricchezza e/o prestigio assente nelle tombe di pieno ii sec. a.C. di via Spolverin. Lassociazione di tale strumento con lalto numero di anfore ed il vasellame a vernice nera di qualit indizia lo status elevato del titolare della tomba. Inoltre, risulta importante sottolineare come questo oggetto sia un forte richiamo alla sfera del simposio, sottolineato dalla associazione con il cratere a vernice nera ed al candelabro di ferro, altri elementi di ricchezza e/o prestigio sociale. Pi modesto il corredo della tomba 106, infantile, che comprende pochi vasi a vernice nera di produzione locale, una piccola anfora miniaturistica, conchiglie ed una moneta romana. Questo ridotto corredo mostra tuttavia in maniera evidente lideologia del banchetto ostentata nelle deposizioni di adulti. In particolare tale richiamo al banchetto dato dallo skyphos in vernice nera posto accanto alla testa del defunto, come uso per il cratere sempre in vernice nera delle deposizioni pi importanti. Anche la piccola anfora un richiamo alla deposizione dei pi grandi esemplari dello stesso tipo, quali status symbol di grande valore allinterno delle tombe adriesi, interpretate come evidenza delle possibilit economiche e commerciali dei defunti (Stefani 1996/1997, p. 166). Infine, la moneta testimonianza di una pratica funeraria nota nelle sepolture infantili di ii sec. a.C., che possiamo riportare allideologia funeraria etrusca piuttosto che ad influenze alloctone.1 Lo studio delle iscrizioni etrusche presenti nelle due deposizioni fornisce dati altrimenti difficilmente desumibili dallanalisi dei corredi, ponendosi come caposaldo nellanalisi dellorganizzazione della necropoli di via Spolverin e della sua complessit etnica e sociale. Le iscrizioni etrusche sono tutte graffite su ceramiche a vernice nera di produzione locale disposte lungo il fianco destro dei defunti assieme alla maggior parte del vasellame.
1 Lo studio condotto da A. Muggia sulle tombe infantili di Spina (Muggia 2004, p. 190), ha individuato la presenza di aes rude, interpretato come pratica dellobolo di Caronte, in un numero ridotto di tombe, che diminuisce a 5 nella fase compresa tra il 325 a.C. e la fine delle due necropoli
adria. via spolverin - tombe 46 e 106. il gentilizio muliu ad adria le e linguistica della famiglia muliu nella comunit adriese lascia intendere ancora il forte ruolo della cultura etrusca ad Adria nel pieno ii sec. a.C., quando ormai il processo di romanizzazione in atto, come dimostra la presenza del quadrante repubblicano nella tomba 106,1 e le cui maggiori evidenze sono la costruzione della via Popillia e della via Annia nella seconda met del ii sec. a.C. (Bonomi, Robino 2007, pp. 85-86). Riassunto
Larticolo presenta lo studio di due contesti funerari, le tombe 46 e 106 della necropoli di via Spolverin di Adria. Le due tombe, entrambe databili attorno alla met del ii sec. a.C., si presentano molto ricche di testimonianze epigrafiche etrusche, caratterizzate dalla forte ricorrenza di uno stesso gentilizio, muliu. Tale evidenza porta sostegno allipotesi di una articolazione per nuclei familiari della necropoli. Inoltre, lo studio onomastico di tale gentilizio e dei tre prenomi attestati permette di ipotizzare unorigine venetica dei muliu ed una maggior complessit per i prenomi, ed in particolare reiu, che evocherebbe lorigine retica dellindividuo che lo portava. Tale quadro non sarebbe stato possibile solo sulla base dellanalisi del corredo, data la standardizzazione dellideologia funeraria adriese in periodo ellenistico. Lo studio condotto porta, quindi, a confermare lidea di una comunit adriese di cultura e lingua etrusca, ma dinamica e aperta a gruppi familiari alloctoni, che hanno la possibilit di integrarsi in un periodo di piena romanizzazione.
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Summary
This paper deals with two funeral contexts, the tombs 46 and 106 of via Spolverin necropolis in Adria. These tombs, both of the middle of the ii nd century B.C., contain many Etruscan inscriptions, in which the gentilicium muliu is recurrent. This evidence supports the hypothesis of an articulation of the necropolis in familiar groups of tombs. Moreover, by an onomastic study of the gentilicium Muliu and of three prenomina, which are part of the inscriptions, it can be assumed the Venetic origin of the mulius and a greater complexity of the prenomina. Especially the prenomen reiu suggests the Rhaetian background of the man who bore it. These conclusions could not be drawn only by an analysis of the funeral objects, because of the standardization of the funeral ideology in Adria in the Hellenistic period. Thus, this study supports the idea of a community of Etruscan culture and language in Adria; a community, however, which was dynamic and open to allochthonous familiar groups, with the possibility of integration into it in a period of deep Romanization.
1 In Bonomi, Robino 2007, p. 88, si riferisce del rinvenimento di una ventina di assi romani datati al secondo quarto del ii sec. a.C. in una fonderia presso il Museo Archeologico Nazionale di Adria.
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Fig. 1. Planimetria generale della necropoli di via Spolverin. In nero le tombe 46 e 106, in grigio le tombe 42, 45, 50.
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Fig. 2. Foto di scavo della tomba 46: livello superiore visto da nord-est (a) ed inferiore visto da est (b).
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Fig. 7. Tomba 46, nn. 29, 34. Tomba 106, nn. 1, 5, 7 (1:3).
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Fig. 10. Tomba 106, nn. 9, 10, 16, 24. Apografi delle iscrizioni etrusche dalle tombe 42, 45 e 50 di via Spolverin (1:1).
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