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SERGIO CRIPPA
HOMO
SCEMENS
CRONACHE DI LUCIDA
CRIMINALITÀ AMBIENTALE
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Ecoalfabeto
collana diretta da Stefano Carnazzi
Vignette, satira
e ambientalismo
Dall’ Homo sapiens all’ Homo scemens: questa, ahinoi,
sembra essere l’attuale traiettoria evolutiva dell’essere umano;
con il risultato che il suo modello di sviluppo dominante, di
cui orgogliosamente si vanta, lo sta portando dritto sparato
verso la futura estinzione.
Informare, far riflettere su questo, ma anche sorridere e di-
vertire, è lo scopo di Sergio Crippa in questo delizioso volu-
metto. Usando lo strumento immediato e diretto delle vi-
gnette – graffianti, pungenti, illuminanti, sempre abbinate e
affiancate da verificate informazioni e dati scientifici –
l’autore prova a evitare, in modo spiritoso ma documentato,
che le conseguenze degli orrori quotidiani della razza uma-
na su sé stessa, sull’ambiente e sul pianeta passino inosserva-
te: perché volutamente oscurate da chi ha interessi economici
in gioco o perché sommerse dalla “fuffa” di pseudo-notizie che
ci sfiniscono.
Crippa, utilizzando un altro media, fa ciò che con gran suc-
cesso esprime Beppe Grillo: satira (ma anche controinforma-
zione) sul rapporto malato tra ambiente ed economia e pro-
duzione industriale. Le vignette qui presentate fanno venire
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• Solo un errore di metodo nella filiera del farmaco può spiegare l’alta per-
centuale di medicinali ritirati, per danni gravi, dopo la loro commercia-
lizzazione (negli USA, in un recente studio del General Accounting Offi-
ce, sono il 51%). E spiegare il fatto che le malattie iatrogene (procurate dai
farmaci) costituiscono la quarta causa di morte nei paesi industrializzati.
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La soluzione c’è.
Si chiama energia rinnovabile.
È l’energia elettrica che si produce dalle fonti rinnovabili con
impianti idroelettrici, solari e fotovoltaici, eolici, non è causa di
emissioni di CO2 e di inquinamento, non danneggia il clima.
Il petrolio:
– è limitato (le risorse presenti nel mondo stanno per esaurirsi);
– causa inquinamento atmosferico ed emissioni di CO2 e gas
serra;
– è localizzato solo in pochi Paesi (tensioni geopolitiche e con-
flitti);
– è rischioso nel trasporto (petroliere, oleodotti...);
– è una risorsa del passato.
Il sole:
– è illimitato (il sole, come l’acqua e il vento, è fonte perpetua);
– non inquina, non emette anidride carbonica/gas a effetto ser-
ra;
– è ovunque («il sole splende in tutto il mondo» dichiarò l’ar-
tefice della politica energetica tedesca, Hermann Scheer);
– incentiva tecnologie del futuro.
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In questa èra di febbre dei prezzi del petrolio, tutti sono alla ri-
cerca di carburanti alternativi. In Brasile, da sempre molte au-
tomobili vanno ad alcool, cioè a etanolo, derivato da raccolti
agricoli, per esempio dalla canna da zucchero.
Ora è boom. Secondo uno studio privato cofinanziato dal go-
verno brasiliano, i “flex-fuel vehicles”, che vanno anche ad al-
cool, saranno presto in Brasile i due terzi delle vendite di auto,
comparato al 28% del 2004.
E il Brasile esporterà ogni anno ben 2 miliardi di litri di alcool
combustibile, contro i “soli” 700 milioni di qualche anno fa.
Un alto dirigente della più grande casa automobilistica mon-
diale (GM) ha dichiarato: “La Cina, enorme mercato, si è ri-
volta a noi per avere auto che vanno a alcool, l’India vuole usa-
re lo stesso sistema. E anche il Giappone e la California si stan-
no interessando”.
Secondo gli studi dell’EPA, Agenzia Protezione Ambiente ame-
ricana, i veicoli ad alcool hanno minori emissioni e più alta ef-
ficienza energetica.
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• Pensare “che bello, tra poco è il tempo delle fragole”... è un piacere. Ri-
scopriamolo!
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• Aveva visto giusto Gandhi: “Nel mondo c’è abbastanza per i bisogni di
tutti, ma non per l’ingordigia di alcuni”...
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• L’acqua di rubinetto, anche delle città, è più buona di quello che si pen-
sa (lo conferma un’inchiesta di “Altroconsumo” del maggio ‘03), e costa
poco. Ma concedersi un bicchiere d’acqua cristallina, una “cara” bevuta
di acqua minerale d’alta quota, con un basso residuo fisso e zero nitra-
ti... si può, senza sensi di colpa. Forse la miglior soluzione, per noi e per
il nostro portafoglio, è berne un po’ e un po’.
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“Niente scuse”.
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• Anche in Italia sono sempre più i casi di “clandestini in città” (per ci-
tare un delizioso libro di Fulco Pratesi). Nelle nostre città si sono regi-
strati avvistamenti di scoiattoli, istrici, moscardini, tassi, conigli selvati-
ci; volpi (Monte Mario, a Roma) e gufo reale, falchetti, martin pescato-
re e rospo smeraldino (Milano), picchio (Trieste), faina (Gubbio e Sie-
na), airone cinerino (Venezia)... E c’è stata anche l’orsetta Bubu, che raz-
zolava tra pollai e alveari di Villetta Barrea, paesone dell’Abruzzo. Nes-
suno, però, s’è sognato di imbracciare il fucile.
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• Alla fine degli anni ‘80 è emerso lo scandalo delle “navi dei veleni”: le
note Zanoobia, Deepsea Carrier e Karin B trasportavano rifiuti tossici
dalle industrie chimiche italiane verso l’Africa e il Sud America. Un al-
tro caso tuttora irrisolto è quello del ritrovamento sulle coste turche del
Mar Nero di bidoni pieni di rifiuti tossici di origine italiana. Centinaia
di contenitori, recuperati sulle spiagge, che giacciono dal 1988 in via
“temporanea” in due magazzini nelle località di Sinop e Samsun. Secon-
do le analisi condotte da Greenpeace, il contenuto dei bidoni è tracima-
to e s’è disperso nella falda acquifera a cui attingono le popolazioni loca-
li per i propri fabbisogni.
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• Il cibo conta per circa il 90% dell’esposizione umana alle diossine che,
anche in basse concentrazioni, possono causare tumori, disturbi comporta-
mentali, indebolimento delle difese immunitarie, riduzione degli ormoni
maschili e dello sperma, diabete, una malattia della pelle (cloracne), un’af-
fezione uterina (endometriosi). Il nostro organismo impiega sette anni per
eliminare almeno una parte delle diossine assimilate. Come ridurre l’espo-
sizione? Aumentando il consumo di frutta e verdura, riducendo i piatti a
base di grassi animali (proprio nel grasso si concentrano le sostanze conta-
minanti assimilate dall’animale). Prediligere gli alimenti biologici: gli ani-
mali allevati con metodo bio non possono essere nutriti se non con mangi-
mi controllati. Insomma, sette anni di dieta bio e... addio diossine.
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Per quanto riguarda la Cina, gli scienziati del Nasa Earth Obser-
vatory ritengono che la nube fotografata dal Moderate Resolution
Imaging Spectroradiometer (Modis) sia il risultato delle emissio-
ni di centrali a carbone, autoveicoli e fonti di inquinamento dal-
le grandi città come Pechino e Shenzhen. Impressionante anche
l’immagine della penisola indiana. Una grande nube ai piedi del-
l’Himalaya, mentre gli altipiani del Tibet sono completamente
sgombri. “L’Himalaya fa da barriera naturale – spiegano alla Na-
sa – e trattiene il fumo e l’inquinamento in quella zona”.
• Agli inizi degli anni Sessanta il chimico inglese James Lovelock elabo-
ra una visione del pianeta Terra come entità vivente, l’ipotesi Gaia (an-
tica dea greca, madre dei viventi). Nel 2006 Lovelock pubblica il saggio
The revenge of Gaia, e per lanciarlo, su “Independent” scrive: “...Le ab-
biamo fatto venire la febbre, e presto le sue condizioni peggioreranno fi-
no a farla andare in coma. Per guarire impiegherà più di 100.000 an-
ni... Forse la cosa più triste è che Gaia perderà molto più di quanto per-
deremo noi soli. La vita selvaggia e gli ecosistemi soffriranno, ma... nella
civilizzazione umana, il pianeta ha una preziosa risorsa. Non siamo so-
lo la malattia. Siamo, con la nostra intelligenza e la comunicazione, il
sistema nervoso del pianeta. Attraverso questo, Gaia si vede dallo spazio,
e conosce il suo posto nell’universo. Noi dovremmo essere il cuore e la
mente della Terra, non la sua malattia. Quindi, dobbiamo essere forti e
smettere di pensare solo ai bisogni e ai diritti umani; capire che abbiamo
danneggiato la Terra vivente, e che ora dobbiamo fare la pace con lei”.
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• Negli anni ‘70 a Milano, era famoso un burbero anarchico che arrin-
gava la folla del Parco Sempione sul pericolo dell’onda. “L’onda ci ucci-
de” scriveva tra il dileggio e la compassione dei passanti, in mille scritte
sui marciapiedi. Si chiamava C.T. e forse aveva ragione.
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ECOALFABETO
Fabrizio Silei
DALLA LUNA ALLA TERRA
5 ecofiabe per un pianeta da salvare
112 pagg.
NUOVI EQUILIBRI
C.P. 97 – 01100 VITERBO
redazione@stampalternativa.it
www.stampalternativa.it
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