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Alessandro Del Puppo

Come fare la tesi di laurea in Storia dellArte Contemporanea

Introduzione Se avete aperto questo documento vuol dire che vostra intenzione preparare una tesi in Storia dellArte Contemporanea. Il lavoro di tutoraggio delle tesi negli anni passati ha consentito di raccogliere alcune soluzioni ai pi comuni problemi, oltre a delle indicazioni su come affrontare il lavoro. Questo testo scritto a beneficio degli studenti del nuovo ordinamento dei Corsi di Storia dellArte Contemporanea tenuti presso i Corsi di Laurea in Conservazione dei Beni Culturali a Udine, Scienze e Tecnologie Multimediali a Pordenone e Relazioni Pubbliche a Gorizia. Gli argomenti qui trattati sono naturalmente rivolti anche agli studenti del vecchio ordinamento, per i quali saranno poste in evidenza alcune distinzioni, perlopi in merito a tempi e contenuti del lavoro. Resta inteso che queste note hanno valore di norme specifiche solo per quanti sono intenzionati a laurearsi con lautore di questo documento. Questo testo diviso in tre parti: alcune indicazioni di base su tempi e metodi, e due allegati: 1) norme di edizione; 2) bibliografia di riferimento. Requisiti 1. Esame di Storia dellarte contemporanea sostenuto con il docente e con votazione minima di 26 (corsi STM Pordenone e RP Gorizia) o 28 (CBC Udine). 2. Buona conoscenza della lingua inglese o francese. In entrambi i casi per buona conoscenza sintende la comprovata capacit di lettura e comprensione della letteratura storico-artistica in lingua. Argomento Largomento va concordato personalmente con il docente. preferibile che la proposta sia avanzata dallo stesso candidato, sulla base delle personali esperienze, conoscenze e interessi. Diversamente, sar il docente a proporre un tema. In ogni caso largomento dovr essere coerente con i previsti tre indirizzi di ricerca, che sono diversificati per i vari corsi: CBC Udine: 1) il rapporto tra letteratura e arti visive nel Novecento italiano, in particolare nellarea veneta; le fonti e le riviste; 2) problemi del modernismo americano. STM Pordenone: rapporto tra arti visive (pittura, scultura, installazioni) e nuovi media: arte digitale, web art, videoarte. RP Gorizia: il sistema dellarte contemporanea. Gallerie e musei del Triveneto. Le esposizioni periodiche. La promozione degli eventi artistici: pubblicit, agenzie stampa, tecniche di marketing specifico. Leditoria artistica. Il rapporto tra arte e pubblicit. Tempi e modi Una volta concordato largomento il candidato tenuto a stendere entro un mese un progetto di ricerca di non pi di cinque cartelle, dove verranno indicate: 1. lipotesi di ricerca 2. la bibliografia esistente sullargomento (almeno dieci titoli recenti) 3. gli obiettivi da conseguire con la propria ricerca

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4. i metodi che si intendono seguire per giungere a questi risultati Per le fasi successive di ricerca ed elaborazione della tesi sono previste delle scadenze che corrisponderanno ad altrettante verifiche con il docente. Il lavoro di tesi in Storia dellArte Contemporanea suddiviso in tre moduli che corrispondono a un carica massimo di 4+8+8 settimane. Nella seguente tabella sono indicati le settimane di lavoro a partire dalla definizione del progetto. Settimane 1-4 5-16 17-24 Obiettivi Progetto di ricerca, bibliografia e metodi primo stato di avanzamento (introduzione e 50% della ricerca) redazione finale e verifica sullintero lavoro

Questa tabella propone una scansione che corrisponde a circa sei mesi di lavoro. Eventuali variazioni a questa tabella sono previste, in ragione sia di rapidit e qualit della ricerca (che possono far abbreviare i tempi fino al 50%) sia dellinsorgere di problemi imprevisti (per possono far allungare i tempi del 50%). comunque un obbligo dei candidati programmare il proprio lavoro in funzione dei tempi stabiliti dalla tabella, tendendo anche conto di altri fattori come eventuali soggiorni esteri Erasmus e Socrates, vacanze estive, ecc. Avvertenza importante. Qualora trascorra un trimestre senza aver svolto le verifiche previste in tabella, e in assenza di giustificate motivazioni, la tesi verr revocata dal docente . La sovrapposizione con i corsi ed eventuali ritardi a causa di esami non sar ammessa come giustificazione. Si consiglia pertanto di valutare con accortezza e tempestivit il momento ideale in cui intraprendere il lavoro di tesi. Quanto si deve scrivere e come Non esistono limiti minimi o massimi per la stesura di una tesi. Ragionevolmente, il requisito minimo per una tesi di laurea triennale di cinquanta cartelle scritte, comprensive di introduzione, discussione, bibliografia ed eventuali altri apparati. Nel computo delle cartelle non rientra naturalmente lapparato illustrativo, qualora previsto. Che cosa una cartella La cartella una misura standard di testo pari a duemila battute. Grosso modo corrisponde a un foglio A4 con margini 3,5 (sx), 3(alto), 3 (dx), 3 (ba sso), interlinea doppia e font Times 12 per il corpo, 10 per le citazioni e 9 per le note. Come fare le note Esistono delle regole ben precise. Le possibilit sono due: o le imparate semplicemente leggendo un saggio scientifico di storia dellarte (non un manuale) e studiando le modalit di costruzione del testo e di citazione, oppure ed la soluzione pi rapida ma meno efficace affidandovi a una delle tante guide che potete trovare in rete. Mi sembra per il caso di ricordare che, se avete scritto un paper con me queste regole le dovreste gi sapere. Cosa dovete scrivere E naturalmente un problema vostro. Io posso darvi dieci consigli da tenere a mente sempre. 1 Evitate assolutamente di trascrivere materiale altrui senza segnalarlo con lo stile della citazione.

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Tutte le citazioni devono essere evidenziate con uno stile appropriato (tra virgolette) e nota a pi di pagina. 3 Tutte le bibliografiche devono essere state lette o consultate, e devono avere lo stesso formato di citazione. 4 Non fare affermazioni senza provarle o senza citare qualcuno che le ha provate, a meno che non sia palesemente ovvio. 5 Usate uno stile impersonale. Lo stile non deve essere discorsivo, roboante e nemmeno enfatico o pubblicitario. 6 Non usate mai due aggettivi consecutivi ed evitate sempre i superlativi. 7 Non sbilanciatevi in affermazioni categoriche se non si certi; ad esempio evitare affermazioni del tipo Questo problema finora non stato trattato da nessuno. 8 Selezionate le informazioni pi interessanti o rilevanti (non perdetevi nei dettagli non importanti) ed esponetele in modo sintetico. 9 Scrivete in maniera chiara, semplice e comprensibile per prima cosa a voi stessi. 10 Vi diplomate in un corso di laurea specifico: siate precisi e usate i termini tecnici specifici del settore. Qualche risorsa Esistono testi e manuali che spiegano in maniera approfondita come si fa una tesi di laurea. Il pi noto il libro di Umberto Eco, Come si fa una tesi laurea (Bompiani, Milano 1977 e edizioni successive). Molto utile per la redazione del testo R. Lesina, Il nuovo manuale di stile, Zanichelli, Bologna 1994. Per preparare una buona presentazione si pu consultare Gene Z ELAZNY , Dillo con le slide. Guida alla comunicazione visiva, Il Sole 24 Ore Libri, Milano 2002, 150 p., 22,95. Ci sono poi alcuni siti web da consultare sul sito web di ateneo: http://www.uniud.it/dest/paperdz/RedazTes.htm, oppure presso il sito della Microsoft, se usate Office: http://www.microsoft.com/italy/office/previous/2000/content/expert/tesi; mentre nel sito delleditore Laterza potete leggere un ottimo manuale dedicato alle biblioteche in rete: http://www.laterza.it/bibliotecheinrete ? Nelle pagine seguenti si riporta, in allegato: 1. Istruzioni generali per la stesura dei dattiloscritti 2. Bibliografia di base

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Allegato 1 Istruzioni generali per la stesura dei dattiloscritti


1. Virgolette Fra caporali (o virgolette basse) vanno: 1.0 tutte le citazioni non pi lunghe di tre righe a stampa 1.1 i nomi di riviste e quotidiani 1.2 il discorso diretto. Le interruzioni del medesimo si registrano per fra trattini, se il discorso viene ripreso (Passiamo. ? disse il principe ? E Dio sia con noi.) 1.3 citazioni di parole o frasi nei termini originali, anche di singoli versi. per necessario che il carattere di citazione nel caso di singole parole o concetti risulti evidente dal contesto o che la citazione sia di per s famosa (es. Heidegger intende con il Sosein im Dasein) Se una citazione appare prima in traduzione italiana e poi in lingua originale, i caporali accompagneranno solo litaliano (es.: offrivano un puro godimento, reiner Genuss) 1.4 i testi in nota che siano traduzione di citazioni in lingua straniera contenuti nel testo 2. 1. 2. 3. 4. 5. Apici Fra apici (o virgolette alte) vanno: termini che si desidera evidenziare per i motivi pi diversi proverbi e modi di dire espressioni o frasi pensate o dette fra s e s appellativi evidenziati come tali, se sono in italiano. Se sono in lingua straniera basta il corsivo (es. Nuccio chiamato il tordo, per: Ravel, detto le barisien) la traduzione (se non appare fra parentesi) di termini stranieri, ad eccezione dei titoli, come da punto 1.1. La traduzione di termini stranieri, se messa fra parentesi, non vuole apici (es. ... gli anni in cui apparve a Berlino LAlmanacco delle Muse, chiamato anche LAlmanacco verde per il colore della sua copertina. Per gli amici diventa Il libro verde o semplicemente Il verde , giocando con il secondo significato dellaggettivo grn (verde), giovane, immaturo, ingenuo) le citazioni riportate allinterno di citazioni. Nel caso vi sia una ulteriore citazione questa va tra apici semplici le parole alle quali ci si riferisce in quanto tali, se sono in italiano. Se sono in lingua straniera basta il corsivo (es. laggettivo possibile, per: il verbo narrieren) Interpunzione il punto semplice a conclusione di un periodo va sempre posto di seguito a qualsiasi altro segno dinterpunzione (apici o caporali di chiusura, trattini, parentesi, ecc.) anche se il periodo si iniziato allinterno di detti segni dinterpunzione ed di senso compiuto solo i punti esclamativo e interrogativo possono precedere la chiusura delle virgolette. Se il periodo concluso, esse andranno sempre fatte seguire da un punto, vedi 5.1 solo i punti esclamativo e interrogativo possono precedere la chiusura delle parentesi. Se il periodo concluso, esse andranno sempre fatte seguire da un punto, vedi 5.1 le note vanno concluse da un punto dopo abbreviazioni puntate (es. ecc., id., op.cit.) non segue altro punto titoli di capitoli e anche eventualmente i sommari a cappello del capitolo non vanno conclusi da un punto considerazioni, specificazioni e citazioni che, se espunte, lasciano inalterata la continuit del discorso, vanno fra parentesi tonde o trattini omissioni di una parola o segmento di testo allinterno di una citazione vanno segnalate con tre puntini fra parentesi quadre. Dopo la parentesi seguir linterpunzione normale

6. 7. 8. 3. 3.1 3.2 3.3 3.4 3.5 3.6 3.7 3.8

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gli interventi del curatore sul testo vanno compresi fra parentesi quadre che non vengono fatte seguire da un punto. Il punto segue soltanto se segnala la conclusione del periodo su cui si operato lintervento parentetico (es. [...] per non dir altro [Diari, 11.12.1911].)

4. Norme grammaticali e ortografiche 4.1 le seguenti parole si scrivono con lapostrofo: da (quando sta per dai) fa (quando sta per fai) to (quando sta per tieni) va (quando sta per vai) mo (quando sta per modo) po (quando sta per poco) 4.2 tal e qual non vanno apostrofati (tal altro, qual ) 4.3 una parola apostrofata in fin di riga non va completata perch in composizione potrebbe risultare eccedente (es. quello anno, invece che correttamente: quellanno), semmai pu venir altrimenti suddivisa (es. quel lanno) 4.4 nelle date si usa lapostrofo in sostituzione del millennio o del secolo se si tratta del Novecento (es. accaduto nel 55) 4.5 laccento sulla finale delle parole italiane sempre grave. Fa eccezione la e finale, su cui laccento sempre acuto (es. perch, s, trentatr), tranne che per le seguenti parole: ahim, caff, canap, cio, , pi, t 4.6 nella locuzione se stesso s perde laccento 4.7 si usa laccento sui seguenti monosillabi: d (se terza persona singolare dellindicativo presente di dare) l, l (se avverbi) s (se particella affirmativa) 4.8 ex e la parola che segue si scrivono staccati senza trattino (es. ex combattente) 4.9 vice si collega direttamente alla parola che segue senza trattino (es. vicedirettore) 4.10 laccento sulle parole spagnole sempre acuto 4.11 i nomi stranieri entrati nelluso corrente italiano sono di regola indeclinabili e non assumono al plurale la desinenza originale (es. i computer, i film, gli chalet) Fanno eccezione quei termini entrati anche al plurale nelluso comune italiano (es. i peones) 4.12 larticolo italiano davanti a sostantivo in lingua straniera ricalcher larticolo che il sostantivo ha in lingua originale (es. le Trois valses, i Gedichte di Goethe) Di norma il sostantivo straniero singolare o plurale, citato con o senza aggettivo, va al nominativo (es. riconoscere nel grundguter Wille) 4.13 nei titoli di pubblicazioni formulati in inglese, liniziale di tutte le parole, anche di quelle incluse in un composto congiunto da trattino, va in maiuscolo Fanno eccezione solo articoli, preposizioni e congiunzioni 4.14 nei titoli di libri, racconti, poesie, ecc. formulati in francese, la prima parola e tutti i nomi propri vanno con liniziale maiuscola. Se per la prima parola del titolo un articolo, andr con liniziale maiuscola anche il primo sostantivo e ogni precedente aggettivo (es. Du cot de chez Swann, Le Grand Meaulnes, La Guerre de Troie naura pas lieu) Nei titoli di riviste e giornali francesi tutte le parole di rilievo vanno con liniziale maiuscola (es. La Revue des Deux Mondes, LAmi du Peuple) 5. 5.1 Maiuscolo e minuscolo tendenzialmente, nei casi in cui liniziale maiuscola di una parola non sia strettamente necessaria, si opter per la minuscola. Nei casi di ambiguit, indipendentemente dal contesto in genere chiarificatore, si scriver con la maiuscola il termine pi specifico (es. Borsa = mercato azionario, borsa = contenitore/accessorio dabbigliamento) i nomi di movimenti storici e culturali (letterari, artistici, ecc.) vanno con liniziale minuscola (es. il fascismo, il romanticismo, limpressionismo) i nomi di popolazioni si scrivono con liniziale minuscola (es. i francesi, gli inglesi)

5.2 5.3

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5.4

le denominazioni proprie di uno stato e dei suoi enti, le denominazioni ufficiali di organi governativi, giuridici e amministrativi si scrivono con le iniziali maiuscole (es. la Repubblica Italiana, il Governo, il Ministero degli Esteri, la Regione Lombardia, il Comune di Pordenone); si usa invece liniziale minuscola quando non si tratta di denominazioni ufficiali (es. il governo Craxi, i comuni dellHinterland, il presidente Cossiga, il ministro degli Esteri, la regina Elisabetta, il nostro paese lItalia) 5.5 le denominazioni di partiti politici si scrivono con le iniziali maiuscole della prima parola (es. il Partito socialista italiano) 5.6 i titoli civili, onorifici, professionali, religiosi, nobiliari e militari si scrivono con liniziale minuscola 5.7 le denominazioni ufficiali di scuole, associazioni, organizzazioni, teatri, ecc. si scrivono con liniziale maiuscola (es. il Politecnico di Milano, il Piccolo Teatro, lOrganizzazione delle Nazioni Unite). Tali denominazioni, usate per in senso generico, richiedono la minuscola (es. concluse luniversit a Bari) 5.8 le denominazioni di festivit si scrivono con liniziale maiuscola (es. il Primo Maggio, lEpifania) 5.9 laggettivo attestante santit, anche se davanti a nome proprio, va scritto minuscolo (es. san Pietro, santo Stefano). Lomonimo, significante per chiesa o localit, andr scritto con liniziale maiuscola (es. San Pietro in Vaticano). Questultima grafia vale anche per i giorni indicati col nome di santi (es. la notte di San Silvestro) 5.10 i secoli, i decenni, gli anni, quando sono legati a eventi storici, si scrivono con liniziale maiuscola (es. lOttocento, gli anni Venti, il Sessantotto) 5.11 i punti cardinali e i sostantivi ad essi correlati si scrivono con liniziale maiuscola solo quando indicano una specifica regione geografica (es. lItalia del Nord, il Mezzogio rno) 5.12 gli aggettivi come settentrionale, orientale, ecc. si scrivono con liniziale maiuscola solo quando fanno parte di una precisa denominazione geografica; diversamente vanno con liniziale minuscola 5.13 i termini come lago, monte, mare, ecc. si scrivono sempre con liniziale minuscola (es. il lago Trasimeno, il monte Rosa, il mar Rosso). Nelle denominazioni geografiche straniere invece si scrivono con liniziale maiuscola (es. la Sierra Morena) 5.14 i termini come via, piazza, ecc., anche villa, si scrivono con liniziale minuscola. Non cos se sono in lingua straniera (es. Boulevard St. Germain, Brighton Road) 5.15 le note musicali si scrivono con liniziale minuscola 5.16 le indicazioni agogiche si scrivono con liniziale maiuscola (es. Allegro), i segni dinamici, i nomi di composizioni e di forme musicali con la minuscola (es. forte, suite, fuga) 5.17 dopo il punto esclamativo o interrogativo si usa la maiuscola, a meno che non si tratti di interiezione o espressione conclusa inserita nel discorso (es. io direi, trovi? di far cos; Accidenti! smettila di lamentarti) 6. 6.1 6.2 6.3 6.4 6.5 6.6 6.7 Abbreviazioni, simboli, sigle le abbreviazioni vogliono di norma solo la prima iniziale maiuscola; lo stesso vale per lespressione per esteso (es. Iri, Istituto per la ricostruzione industriale) le sigle si scrivono con la prima iniziale maiuscola, se si tratta di sigle generalmente note (es. Urss, Usa, Onu, Cee, Comecon, Fiat, Pci); altrimenti in maiuscoletto le abbreviazioni divenute sigle non vanno puntate (es. Nb, Ndt, Nda, Spa) le abbreviazioni di termini non divenuti sigle vanno sempre puntate (es. art. 4, sez. III, AA.VV.) in testi generici le abbreviazioni indicanti unit di misura vanno scritte per esteso (es. lire, metri) di preferenza, i nomi propri di persona vanno scritti per esteso, anche nella bibliografia nelle note andranno preferibilmente scritti per esteso edizione, traduzione, ecc.

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8. 8.1

8.2 8.3 8.4 8.5 8.6 8.7 8.8

Numeri i numeri arabi (e cardinali) vanno di preferenza espressi in lettere (es. Ventisei personaggi moscoviti), a meno che il numero non abbia di per s valore stilistico nel testo; o che il suo uso non segua una prassi storica o tecnica; o che non si tratti di grandi quantit numeriche, di numero civico o telefonico le date riporteranno il giorno e lanno in numeri arabi (cardinali) e il mese in lettere con liniziale minuscola (es. 19 agosto 1989). Nel caso del primo giorno di un mese si user, per lordinale, il numero arabo con la vocale o allesponente (es. 1 maggio) lindicazione di durata, dati due termini temporali espressi in numeri, si segnala tramite trattino e non con la barra trasversale (es. la guerra del 1915-18) le espressioni relative a un decennio come anni 50 vanno esplicitate per esteso (es. anni Cinquanta) i numeri romani (e ordinali) in espressioni come XX secolo, V congresso, vanno di preferenza espressi in lettere (es. ventesimo secolo, quinto congresso). Questo non vale per i numeri che seguono nomi di re, papi, ecc. nelle note bibliografiche si scrivono in numeri romani e maiuscoletto i numeri di tomo, di volume, ecc. nelle note bibliografiche il numero relativo a unedizione, traduzione, ecc. si scrive con n umeri arabi e vocale appropriata allesponente (es. 2a edizione) si numerano con numeri romani le pagine di cronologia, bibliografia, indice delle fonti iconografiche Capoverso una citazione va separata dal testo principale quando supera le due righe, a meno che non sia sintatticamente incorporata nel testo stesso; va staccata di una riga dal testo, composta a margine sinistro senza caporali e senza capoverso rientrato

9. 9.1

INFORMAZIONI SUPPLEMENTARI 1. negli apparati di note e bibliografici non occorre scrivere per esteso indicazioni come ed izione, traduzione, ecc., ma, una volta optato o per le abbreviazioni o per le esplicitazioni, bisogner attenersi in tutte le voci alla scelta fatta 2. abbreviazioni (se sono a conclusione di un periodo non vogliono altro punto): appendice/i app. articolo/i art. capitolo/i cap. circa ca. citato/i cit. confronta cfr. et alii et al. fascicolo/i fasc. figura/e fig./figg. foglio/fogli f./ff. ibidem ibid. idem Id. illustrazione ill. libro/i L./LL. manoscritto/i ms. Nota del curatore Ndc (senza punti) Nota dellautore Nda (senza punti) Nota del redattore Ndr (senza punti)

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3.

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5. 6.

Nota del traduttore Ndt (senza punti) numero/i n./nn. opera citata op. cit. pagina/e p./pp. paragrafo/i par. seguente/i seg./segg. senza data s.d. senza luogo s.l. tabella/e tab./tabb. tavola/e tav./tavv. tomo/i t. traduzione italiana trad.it. vedi v. verso/i v./vv. volume/i vol./voll. negli apparati di note e bibliografici non occorre tradurre edited by, hrsg. v., Bd.l, 4th ed., Nr.4, ecc. Occorre per mantenere coerenza allinterno della singola voce bibliografica e allinterno dellintera bibliografia. Se quindi si riporta una indicazione in lingua straniera, occorrer riportarle tutte in lingua straniera. Si fa eccezione solo per in e per lindicazione delle pagine che, se esplicitata in aggiunta al numero, sar sempre in italiano da evitarsi sempre, allinterno delle voci bibliografiche: la barra trasversale e il trattino, tranne nel caso di case editrici con pi sedi o di opere edite nel corso di pi anni o di riviste dallannata non collimante con lanno solare (esempi: ... , Leipzig-Wien, 1834-1912. ... , in Wirkendes Wort, Jg.6, H.5, 1955-56.) il punto e virgola il punto, tranne nel caso di abbreviazioni, di titoli composti da pi parti non collegate e nel caso di una voce bibliografica doppia, tripla, ecc. (esempi: NANCY J. BURICH, Alexander the Great. A Bibliography, The Kent State University Press, 1970. FRITZ SCHUCH , Die Schattenseite, Fischer, Frankfurt a.M. 1980. Id., Der Lebensfnger, Piper, Mnchen 1984.) i due punti, tranne nel caso di un titolo pluripartito altrimenti non comprensibile o di un titolo le cui parti sono interdipendenti (esempi: J. RICHARD HAMILTON, Plutarch: Alexander. A Commentary, Oxford 1969. ROGER DOOLEY, From Scarface to Scarlett: American Films in the 1930s, Harcourt Brace Jovanovich, New York 1979.) se le voci bibliografiche sono redatte in italiano, lecito, ma non necessario, italianizzare anche il nome del luogo di edizione. Bisogna per essere coerenti nella scelta fatta, quindi non scrivere nella stessa bibliografia in una voce Paris e in unaltra Francoforte nelle citazioni di passi tratti dalla Bibbia, per, la virgola non separa il titolo del libro dal numero del capitolo (es. Proverbi 18, 24)

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Allegato 2 Bibliografia di base


Le seguenti indicazioni bibliografiche non hanno alcun valore esaustivo, ma costituiscono semplicemente un punto di partenza per il lavoro di informazione e ricerca finalizzato alla tesi. Questo insomma vuol dire che se avete intenzione di preparare una tesi su uno degli argomenti qui elencati, buona norma aver letto o almeno sfogliato questi libri di base, per avere un inquadramento complessivo della materia. La bibliografia ordinata per rubriche tematiche, e consta di pubblicazioni in lingua italiana, edite negli ultimi cinque anni. Storia dellarte: Ottocento e Novecento Robert ROSENBLUM, Trasformazioni nell'arte. Iconografia e stile tra neoclassicismo e Rinascimento, Carocci, Roma 2002, 324 p., ill., 16,00 Fernando M AZZOCCA, L' ideale classico. Arte in Italia tra neoclassicismo e Romanticismo, Neri Pozza, Vicenza 2002, 676 p., ill., ril., 100,00 Werner HOFMANN, I fondamenti dell'arte moderna, Donzelli, Roma 2003, 400 p., ill., ril. 22,00 Denys RIOUT, L' arte del ventesimo secolo. Protagonisti, temi, correnti, Einaudi, Torino 2002, 400 p., ill. , 23,00 Ada LOMBARDI, '60-'70. Arte italiana. Percorsi della ricerca, Bulzoni, Roma 1999, 225 p. Jole DE SANNA, Forma. Le idee degli artisti 1943-1997, Costa & Nolan, Genova, 1999, 285 p. Francesca ALFANO M IGLIETTI, Nessun tempo nessun corpo. Arte, azioni, reazioni e conversazioni, Skira, Milano 2002, 246 p., ill., 18,00 Psicologia dellarte e della percezione Ernst H. GOMBRICH, Arte e illusione. Studio sulla psicologia della rappresentazione pittorica, Leonardo Arte, Milano 2002, XXIV-393 p., ill., 39,00 Rudolf ARNHEIM, Arte e percezione visiva. Nuova versione, Feltrinelli, Milano 2002 , 17 ed., 416 p., ill. 27,00 John BERGER, Questione di sguardi, Il Saggiatore, Roma 2002, 176 p. , 16,60 Stefano FERRARI, La psicologia del ritratto nell'arte e nella letteratura, Laterza, Bari 2002, 2 ed., 226 p., 19,00 Il linguaggio dellarte Meyer SCHAPIRO, Per una semiotica del linguaggio visivo, Roma, Meltemi, 2002 Omar C ALABRESE Il linguaggio dell'arte, Bompiani 2002, 7 ed., 262 p., 13,00 Franco RELLA, Miti e figure del moderno. Letteratura, arte e filosofia, Feltrinelli, Milano 2003 , 2 ed., 249 p., 8,50 Comunicazione visiva Ernst H. GOMBRICH, L' uso delle immagini. Studi sulla funzione sociale dell'arte e sulla comunicazione visiva, Leonardo Arte, Milano 1998, 292 p., ill., 38,73 Bruno MUNARI, Design e comunicazione visiva, Laterza, Bari 2002, 7 ed., 370 p., ill. 8,50 Armand M ATTELART, La comunicazione globale, Editori Riuniti, Roma 2003, 2 ed., 133 p., 12,00 Fausto C OLOMBO, Introduzione allo studio dei media. I mezzi di comunicazione fra tecnologia e cultura, Carocci, Roma 2003, 136 p., ill., 13,50 Andrea SEMPRINI, Analizzare la comunicazione. Come analizzare la pubblicit, le immagini, i media, Franco Angeli, 2003, 24,00, 4 ed., 288 p. Lessico della comunicazione, a cura di A. ABRUZZESE, Meltemi, Roma 2003, 696 p. 40,00 Cinema e nuovi media Sigfried KRACAUER, Il cinema sperimentale, in Teoria del film, Milano, Il Saggiatore, 1995, pp. 275-297.

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Antonio C OSTA, Il cinema e le arti visive, Torino, Einaudi, 2002 Sandra LISCHI, Visioni elettroniche. L'oltre del cinema e l'arte del video, Marsilio 2001. Mario Rosa SOSSAI, Artevideo. Storie e culture del video d'artista, Silvana, Milano 2002. Grafica Sergio POLANO, Pierpaolo VETTA, Abecedario. La grafica del Novecento, Electa, Milano 2002, 247 p., ill. 35,00 Giorgio FIORAVANTI, Il nuovo manuale del grafico. Guida alla progettazione grafica del progetto editoriale: libro, rivista, giornale, CD-ROM e sito web, Zanichelli, Bologna 2002, 33,80 Simona DE ROBERTIS, Grafica Web, Tecniche Nuove 2002, 128 p., ill. 8,50 Il sistema dellarte: mercato, pubblicit, esposizioni F. POLI, Il sistema dellarte contemporanea, Roma-Bari, Laterza, 2002 Francesco NEGRI ARNOLDI, Barbara TAGLIOLINI, La guida al turismo culturale, Roma, Carocci, 2003 Anna Lisa TOTA, Sociologie dellarte. Dal museo tradizionale allarte multimediale, Roma, Carocci, 2002 E. GRAZIOLI, Arte e pubblicit, Bruno Mondadori, Milano 2001 Marilena VECCO, La Biennale di Venezia, Documenta di Kassel. Esposizione, vendita, pubblicizzazione dell'arte contemporanea, Franco Angeli, Milano, 2002 , 240 p., 15,50 Collezionare arte. Un'idea vincente per comunicare l'impresa, Il Sole 24 Ore Libri , Milano 2002, 143 p., 12,99 Arte e moda Total Living. Arte, moda, design, architettura, comunicazione, Charta, Milano 2002, 488 p., ill., 41,00

Alessandro Del Puppo - ver. 1.0 - ottobre 2003

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