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Caratteri tipologici e distributivi degli edifici Sdoppiamento C, anno accademico 2009-10 Docente, Esther Giani (giani@iuav.

it) Collaboratrice alla didattica, Lara Moras

Note sul Movimento moderno


Larchitettura la pi universale delle arti, protegge come cosa sacra il passato, in forma pi estesa, pi varia e pi facilmente comprensibile rispetto a qualsiasi altra forma di cultura. Rivela il gusto e laspirazione del presente a tutti coloro che percorrono le strade di una citt e sollevano lo sguardo mentre procedono nel loro cammino. I dipinti si trovano nelle gallerie, la letteratura nei libri. Le gallerie devono essere visitate, i libri devono essere aperti. Gli edifici, invece, sono sempre con noi. (Robert Byron, Il giudizio sull'architettura)

Premessa La scelta del periodo storico allinterno del quale esercitare la lettura del progetto architettonico di alcuni personaggi di elevata caratura intellettuale (di seguito chiamatati Maestri) trova le sue ragioni nella personale convinzione che la cultura architettonica italiana del Novecento pu rappresentare ancora oggi un riferimento molto alto per la pratica progettuale; nostra convinzione, infatti, che solo un fraintendimento dovuto a provincialismo culturale pu sottovalutarne limportanza. Quel periodo ha prodotto, infatti, un cambiamento epocale che Ludovico Quaroni cos descrive: La rivoluzione del Movimento moderno stata, prima di ogni altra cosa, una rivoluzione tipologica: non c stato edificio che ha mantenuto, a rivoluzione compiuta, il tipo o i tipi, il modello o i modelli che esistevano prima1. Questa la premessa alle note storiografiche che seguono. Note che servono, oltre alla naturale necessit di collocare temporalmente le figure dei Maestri che andremo a studiare nel corso delle lezioni e di anticipare le relazioni dialettiche, culturali, politiche, sociali che tra essi intercorsero, ambiscono a stimolare la curiosit in voi studenti di approfondire alcune tematiche, a nostro avviso, ancora attuali e ancora soggette a sviluppi. nostra convinzione, infatti, che, per il carattere monografico del corso e, per certi versi teorico, si debbano fornire alcuni strumenti critici necessari alla redazione del Progetto, fine ultimo di questa Scuola. E poich molto se non tutto gi stato inventato2 nostro compito quello di ritrovare le opere e gli
Il tipo si perfeziona attraverso il tempo, ma pu anche trasformarsi quando esigenze sociali o tecniche lo richiedano. G. Esposito Quaroni, a cura di, Ludovico Quaroni, progettare un edificio. Otto lezioni di architettura, edizioni Kappa, Roma 2001, p. 64.
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La parola inventare etimologicamente deriva dal verbo latino in venire, trovare, scoprire cercando. (rinvenire = ritrovare, stessa radice). Ecco che, in architettura, non si inventa nulla (o quasi), nel senso corrente di avere una nuova soluzione, mentre, invece, si trovano soluzioni precedentemente sviluppate, proposte, verificate, da altri. Solo dopo aver conosciuto le Opere del passato, si potranno ritrovare delle soluzioni. Quando si ha una idea in realt si trova una idea, cio si attinge al nostro bagaglio culturale o, per dirla con il prof. Semerani, al nostro personale museo della memoria che ognuno di noi si costruisce con il tempo, con lo studio, con losservazione. Questo non vuol dire che siamo destinati a fare gli stessi progetti dei nostri predecessori, ma che siamo cos fortunati da poter prendere soluzioni di Altri e adattarle, coniugarle alle esigenze alle quali, di volta in volta, siamo chiamati a dare risposta. Parafrasando il prof. Carnevale che ricorda una battuta di Leonardo Ricci: larchitetto come un macellaio: non si fa scrupoli a tagliare, tranciare, asportare pezzi di Architetture per poi ricomporle a seconda delle necessit. Per cui non vi nulla di male a copiare purch si copi da Maestri (o dalla Tradizione) e, soprattutto, si conosca ci che si brutalmente staccato dallintero.
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autori che hanno fatto la Storia, per imparare dai progetti dei Maestri e cominciare a costruire quel bagaglio culturale che garantir la qualit dei nostri progetti futuri. In ultimo, la scelta geografica dei Maestri, lItalia, dettata da una osservazione personale: il nostro periodo storico, il XXI secolo, caratterizzato dalla cosiddetta globalizzazione, le distanze si sono accorciate, le tecnologie hanno annullato il tempo contraendolo fino allo spasmo. Possiamo volare a New York con 200 euro in 4 ore; su U-Tube possiamo vedere in tempo reale il manufatto pi alto del mondo che conquista il cielo; con Maya riusciamo a dare uno scheletro strutturale spaziale a un capriccio in tempi economicamente accettabili, ecc. Oggi, soprattutto in Italia, molti conoscono Zaha Hadid, oppure sanno indicare unopera di Franck O Ghery, sono andati a curiosare tra i voluttuosi ambienti virtuali di Asymptote o, ancora, sono rimasti affascinati dalle soluzioni esotiche di Kenzo Kuma. Come abbiamo potuto vedere nell'ultima Biennale di Archiettura di Venezia, la cultura degli architetti sembra opacizzarsi rifugiandosi in un uso formale e non strutturale della tecnica che lascia immutato lhardware tipologico dellabitazione riscrivendone solo il software in accattivante grafica di moda.3 Internet, le riviste, la televisione hanno reso accessibile qualsiasi informazione nel tempo di un click (un tempo si diceva in un fiat). Ma quanti conoscono Ludovico Quaroni, ad esempio, oppure Carlo Mollino? I Romani il primo e, i torinesi il secondo; cos come i milanesi sapranno indicarci le opere dei BBPR e di Gi Ponti, i fiorentini quelle di Michelucci, i napoletani quelle di Cosenza; e cos via. come se vivessimo in un regionalismo coatto. Eppure, gli architetti appena menzionati, per il loro impegno (progettuale, teorico, sociale, politico), sono la necessaria premessa per comprendere il dibattito disciplinare contemporaneo; le soluzioni di molti intellettuali del Novecento rimangono, ancora oggi, insuperate. Abituati a una modernit senza utopia, giudichiamo con ironica diffidenza le utopie del recente passato, proiettandone i fallimenti sulle ambizioni degli architetti, senza tuttavia coglierne la dimensione eroica di una risposta ai temi che non poteva essere elusa.4 Se la professione voltata allesterno, la Scuola deve saper guardare allinterno, per acquisire maggiori strumenti critici con i quali osservare il vasto, vastissimo panorama odierno dellarchitettura. I primi passi sono, allora, ripercorre la Storia dellarchitettura e, in questo corso, specificatamente italiana5. Lintento quello di diventare degli intellettuali, come i Maestri del Novecento, non solo dei professionisti.

Fulvio Irace, Vivere la citt globale, in F. Irace, a cura di, Casa per tutti. Abitare la citt globale, Triennaleelecta, Milano 2008. p. 17. 4 Fulvio Irace, Vivere la citt globale, op.cit. p. 14. 5La scelta nostrana non deve confondersi con sciovinismo o, peggio, provincialismo. senza dubbio vero che gli esponenti pi interessanti del Movimento moderno siano, ad esempio europei. Cos come fuori discussione limportanza delle ricerche statunitensi del secondo dopoguerra. Tuttavia credo che avrete molte possibilit, nei tre o cinque anni a venire, di approfondire i big del passato. Anche per questo si propone un inquadramento storico che intercetta e lambisce, per quanto possibile, alcune correnti Europee e Statunitensi, per rendervi partecipi della internazionalit del Movimento che ha coinvolto, naturalmente, anche il Giappone, la Russia, lAmerica Latina, ma che ha visto lItalia assumere un ruolo da protagonista, riconosciutole universalmente.
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Il Movimento moderno6 Termine con il quale si suole indicare il complesso di teorie e di esperienze che caratterizz, nel periodo fra la prima e la seconda guerra mondiale, laffermarsi e levolversi di una nuova pratica architettonica. Una ricerca sulle origini e gli sviluppi del Movimento moderno non pu prescindere dagli eventi storici (in particolare le trasformazioni economiche e sociali) che li accompagnarono e determinarono. Proviamo a riassumerli brevemente. In architettura la rivoluzione industriale aveva introdotto due novit decisive: da una parte la necessit di usare i nuovi materiali prodotti dallindustria7; dallaltro la concentrazione degli impianti produttivi e della massa dei lavoratori salariati. Nel frattempo, la borghesia aveva elaborato una ideologia che identificava largamente il progresso con la produzione industriale di merci. Dal punto di vista pratico, la produzione industriale del ferro a offrire nuovi stimoli, determinando la fabbricazione di elementi semilavorati, soprattutto per la realizzazione di ponti. Le citt si trasformano radicalmente, sia a causa del concentrarsi degli impianti produttivi, sia attraverso nuovi tipi edilizi8. Accanto alle fabbriche e alle connesse residenze per gli operai, si moltiplicano due categorie di infrastrutture di servizio: le prime legate alle generiche esigenze di funzionamento della citt, laltra alla necessit di creare nuovi spazi architettonici adatti alla socializzazione (allabitare) della cultura borghese. Le espressioni pi spettacolari delle accresciute necessit di scambio di questa volont autocelebrativa del potere economico sono le grandi esposizioni internazionali che si succedono in Europa a partire da quella di Londra del 1851, per la quale J. Paxton (1801-1865) realizz, per lo scheletro portante del palazzo, elementi prefabbricati e prodotti in serie, in ghisa e in ferro, e usando lastre in vetro per i tamponamenti e la copertura: il Palazzo di Cristallo, per i pi, leggendario capostipite dellarchitettura moderna. Luso delle nuove tecnologie conosce, intanto, uno sviluppo eccezionale negli Stati Uniti dove, soprattutto a Chicago, non sono pi circoscritte a tipologie particolari, ma tendono a coprire lintero campo delledilizia. Il progresso autonomo dellingegneria, determinato dalle nuove esigenze produttive (e istituzionalizzato con la creazione delle scuole politecniche), relega sempre pi le accademie di architettura al ruolo riduttivo di scuole per decoratori. Il rapporto fra arte e industria comincia a porsi come tema fondamentale per la ricerca. LInghilterra con W. Morris, si far promotrice dellapparente inconciliabilit fra arte e industria, promuovendo il rilancio della produzione artigianale. la ricerca delle Arts and Crafts9, che, sebbene non influenz i modi di produzione delle merci,
Cfr. Movimento Moderno, ad vocem, in Architettura, le garzantine, Garzanti, Milano, 1996. Ristampa 2004, pp. 557-559. 71892: Franois Hennebique brevetta un sistema di armatura in tondini di ferro piegato in grado di garantire non solo una grande resistenza a trazione e agli sforzi di taglio, ma, soprattutto, la monoliticit della giunzione tra elementi verticali ed elementi orizzontali. Nasce cos il cemento armato. 8Parallelamente al dibattito intorno ai problemi dellabitazione a basso costo, si ha una verifica dei modelli dellabitazione borghese. Luogo privilegiato di tali sperimentazioni sono i sobborghi residenziali della nuova classe agiata. Abbandonato limpegnativo programma della residenza di campagna, il progetto mette a fuoco nuovi tipi di dimensioni pi ridotte rispetto alle tradizionali abitazioni aristocratiche. La casa, governata dallidea di confort e di intimit, tralascia i saloni di rappresentanza a vantaggio di un ambiente unico (il living, appunto) nuovo centro di gravit della vita familiare: il tipo della nuova villa esprime, anchesso, una concreta razionalizzazione degli spazi domestici.
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Arts and crafts movement, indirizzo di gusto e di ricerca nel campo architettonico e nel settore dellarredamento, organizzatosi come vero e proprio movimento per la riforma delle arti applicate. Fu promosso in Inghilterra nella seconda met del XIX secolo con lo scopo di rimediare allo scadimento qualitativo ed estetico degli oggetti di uso comune, causato dalla produzione industriale e messo in evidenza dallEsposizione di Londra del 1851 (Arts and Crafts, ad vocem, in Architettura, le garzantine, op. Cit. p. 63). Tra i teorici si ricordano J. Ruskin e W. Morris.
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contribu in modo determinante a definire i caratteri etici della nuova figura intellettuale dellarchitetto. La rivoluzione del linguaggio in architettura inizia schematicamente con lart nouveau10 (in Belgio, uno dei paesi europei pi industrializzati!) secondo il quale le nuove tecnologie non solo consentono, ma anzi ispirano lelaborazione di nuovi modelli espressivi. Contemporaneamente, in Europa, si verificano altri episodi decisivi per la nascita di una architettura moderna: le opere francesi di A. Perret11 in cemento armato, le polemiche che, in Austria, Loos12 scatena contro il decorativismo, la fondazione del tedesco Deutscher Werkbund per un design industriale che relaziona tecniche artigiane e meccanizzazione industriale, e lautonomo sviluppo della Scuola di Chicago 13. Gli anni immediatamente precedenti la Grande Guerra, e quelli subito dopo, sono caratterizzati dalla prepotente e potente attivit dei gruppi dAvanguardia. Nel 1919 W. Gropius fonda a Weimar il Bauhaus, il quale riassume in s tutte le potenzialit di rinnovamento del Movimento moderno grazie, soprattutto, allordinamento dei principi costruttivi generalizzabili che, da quel momento in poi,

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nouveau, denominazione con la quale viene genericamente indicato un movimento artistico che, tra la fine dellOttocento e linizio del Novecento, interess larchitettura e le arti decorative in Europa e negli Stati Uniti. Tra le ragioni della larghissima diffusione del movimento vi lestendersi dellindustrializzazione e il conseguente rafforzamento della borghesia. Riviste, mostre, conferenze e esposizioni favorivano la circolazione delle innovazioni tecniche e delle singole esperienze, creando le premesse per la formazione di uno stile unitario (questo movimento si chiam floreale o liberty in Italia, modern style in Gran Bretagna, Jugendstil in Germania) che, per superare i naturali regionalismi, prese il nome di modernismo. Termine ritenuto, per la sua accezione estensiva, pi adatto a sottolineare laspetto unitario e internazionale del fenomeno. Il movimento respinge, in linea di principio, laccademismo ottocentesco, il ricorso a stili storici del passato per ispirarsi direttamente dalla natura: da ci deriva laccentuato linearismo, il carattere metamorfico e la ricercata eleganza decorativa che ne distingue i prodotti. Al contrario degli esponenti delle Arts and Crafts, i modernisti non sono contrari alla realizzazione meccanizzata in serie. Tra i primi architetti del Art nouveau si ricordano V. Hort (1861-1947) e H. Van de Velde (1863-1957) in Belgio (ma anche O. Eckmann e H. Obrist in Germania, H. Guimard in Francia, in Austria emergono J. Olbrich e J. Hoffmann, in Gran Bretagna si ricorda lo scozzese C.R. Mackintosh). Nelle esperienze di questi architetti, caratterizzate da una pi complessa dialettica strutturale e spaziale, gli elementi formali dellArt nouveau si configurano come una anticipazione di valori e ricerche che saranno tipici del Movimento moderno. Art Nouveau, ad vocem, in Architettura, le garzantine, op. cit. p. 62. 11Auguste Perret (1874-1954), insieme al fratello Gustave, fu il primo ad introdurre luso del cemento armato nel progetto di edifici per civile abitazione. La casa in rue Franklin, terminata nel 1903, costituisce il primo esempio di abitazione in cui la struttura in cemento armato viene esibita (a vista), sebbene ingentilita con pannelli di tamponamento rivestiti in ceramica smaltata e ornata da motivi floreali. 12Adolf Loos (1870-1933) formuler con lucidit teorica il definitivo declino dellArt nouveau: le sue convinzioni sono accompagnate da caustici scritti polemici come il celebre articolo Ornamento e delitto, pubblicato nel 1903. Rifuggendo qualsiasi elemento decorativo, la composizione volumetrica dei suoi progetti caratterizzata da una attenta scelta dei materiali, da un preciso controllo delle misure, delle gerarchie e delle variazioni, identificando nella tecnica e nei materiali lorigine della forma. 13Scuola di Chicago: secondo lo storico Giedion (1888-1968) il movimento architettonico che, impegnato nella ricostruzione del centro commerciale di Chicago distrutto dal grande incendio del 1871, diede forma alla tipologia del grattacielo e, che la consolid. W. Le Baron Jenney (1832-1907) sperimentando quello che fu definito il primo grattacielo moderno, con struttura a gabbia di ferro (Home insurance building, 1879). Jenney, disinteressandosi ai temi formali, si concentr sullo studio delle nuove tecnologie (ghisa, ferro, acciaio). In questa ottica il lavoro dellarchitetto era molto defilato (sperimentando innovazioni varie come i sistemi di controventamento, fondazioni, tiranti, ecc.), mentre il centro della citt si saturava di grattacieli le cui facciate erano caratterizzate da bow-windows e strutture a vista, un gruppo di architetti prendeva le distanze da questo razionalismo speculativo: W. Root (18501891) e L. Sullivan (1856-1924). Il lavoro di questi ultimi era teso a riappropriarsi del tema della tipologia (ridotta al minimo per ragioni commerciali dallo studio di Jenney), a recuperare un linguaggio eroico, a restituire unaura al grattacielo. I due filoni della Scuola di Chicago, ben distinti per poetica e risultati, si inabisseranno nelleclettismo degli anni Venti.

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costituiranno la base progettuale di tutta la produzione edilizia. Questo processo trova il proprio veicolo principale nel Razionalismo 14. Il problema dellalloggio minimo scriveva Gropius nella relazione tenuta ai Ciam di Francoforte quello di stabilire il minimo elementare di spazio, aria, luce e calore, necessari alluomo per non subire, nellalloggio, impedimenti al completo sviluppo delle sue funzioni vitali, e cio un modus vivendi e non un modus non morendi.15 In Italia, nelle posizioni razionaliste, la salvaguardia del rapporto con la tradizione, in un processo di rinnovamento formale, diviene occasione per riproporre miti mediterranei o lantiretorica dellarchitettura spontanea e contadina. Il gruppo ruotante intorno alla redazione di Casa Bella sviluppa le posizioni pi originali. Mentre Giuseppe Pagano (1896-1945), legato alle componenti meno retrive del regime, interpreta le polemiche in favore dellarchitettura moderna come riaffermazione degli ideali originari del movimento fascista. Il discorso pi conseguente viene tentato da Edoardo Persico (1900-1936), il quale rivolge una salda opposizione morale agli esiti culturali del fascismo, trovando nella polemica architettonica loccasione di una critica carica di accenni politici. In tal senso egli interpreta ideali di continuit rispetto alla tradizione culturale risorgimentale: il suo interesse per larchitettura internazionale il prodotto di una tensione verso un rinnovamento morale e civile che spazia nella situazione italiana. 16 Lopera architettonica, teorica e pubblicistica di alcuni grandi architetti, fra cui lo stesso Gropius, Mies Van der Rohe e Le Corbusier17, costituiscono la straordinaria
14Razionalismo,

nella storiografia architettonica corrente, termine usato per indicare una molteplicit di tendenze, accomunando la poetica di Le Corbusier (1887-1965), di Mies van der Rohe (1886-1969) e del Bauhaus (scuola di architettura, anzi di arti e mestieri fondato da W. Gropius (1883-1969) nel 1919 a Weimar, Germania). Tale definizione servita a contrapporre la tendenza razionalista a quella organica, letta come sviluppo e superamento della prima. Il Razionalismo non appare come nuovo linguaggio architettonico, bens come caratterizzazione di un nuovo atteggiamento intellettuale. (Razionalismo, ad vocem, in Architettura, le garzantine, Garzanti, Milano, 1996. Ristampa 2004. p. 708-709). Tra i protagonisti italiani di ispirazione razionalista ricordiamo il Gruppo 7, che si espresse per la prima volta su Rassegna Italiana e comprendeva gli architetti Sebastiano Larco, Guido Frette, Carlo Enrico Rava, Adalberto Libera, Figini e Pollini, e Giuseppe Terragni, tutti provenienti dal Politecnico di Milano. Loro obiettivo comune era il raggiungimento di una nuova e pi razionale sintesi tra i valori nazionalistici del Classicismo italiano e la logica strutturale dellepoca della macchina. Nelle loro note del 1926 essi si impegnarono a esplorare un terreno intermedio tra il linguaggio degli stili e il dinamico repertorio della forma industriale, ricercando, per, una reinterpretazione della tradizione, piuttosto che la modernit in s. Il movimento razionalista italiano si costitu come gruppo ufficiale nel Miar (Movimento italiano per larchitettura razionale) nel 1930, un anno prima della terza esposizione del Gruppo 7, che si tenne a Roma nella galleria darte del critico Bardi. E fu proprio Pietro Maria Bardi che scrisse il Rapporto sullarchitettura (per Mussolini), il quale proclamava che larchitettura razionalista era lunica autentica espressione dei principi rivoluzionari del Fascismo. Una dichiarazione del Miar dello stesso periodo avanzava unaltrettanto opportunistica affermazione: il nostro movimento non ha altra consegna che servire Mussolini . Mussolini non diede mai completa fiducia al movimento, lasciando a Marcello Piacentini (1881-1960) di mediare tra le diverse tendenze italiane. Alla met degli anni Trenta, larchitettura razionalista presentava forti differenze e al tempo della V Triennale di Milano, il Razionalismo italiano si stava avvicinando al modernismo da una parte e allo storicismo reazionario, dallaltra solo Terragni fu in grado di conservare lintensit intellettuale dellapproccio razionalista, grazie al suo interesse per lintegrazione totale della forma concettuale, strutturale, simbolica. Cfr. Kenneth Frampton, Giuseppe Terragni e lArchitettura del Razionalismo italiano 1926-1943, in Storia dellarchitettura moderna, Zanichelli ed., Bologna 1993, III edizione, pp. 237-246. 15 Walter Gropius, Die soziologischen Grundlagen del Minimalwohnung in W. Gropius, Die Wohnung fr das Existenzminimum, Francoforte 1930. Traduzione italiana in Walter Gropius, Architettura integrata, Mondatori ed, Milano 1959. p. 126. 16Cfr. M. Tafuri, F. Dal Co, Architettura nazionale e architettura di regime, in Architettura Contemporanea, op. cit. pp. 248-269. 17 Per sessantanni Le Corbusier stato lo scontroso profeta di un mondo nuovo, le cui radici affondano in valori antichi, malgrado il radicalismo delle sue forme. (M. Tafuri) Nato in Svizzera nel 1887, Charles Edouard Jeanneret detto Le Corbusier, architetto e urbanista, lavora nello studio viennese di J. Hoffman nel 1907, a Parigi presso Auguste Perret tra il 1908 e il 1909; nel

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base di sperimentazione e propaganda di un nuovo metodo di progettazione integrale nel quale confluiscono la apparente rinuncia programmatica alleredit del passato, le analisi metriche ed economiche della standardizzazione e la fiducia che limpegno nella architettura e nella urbanistica possa incidere a favore del progresso sociale. in questo spirito di entusiasmo pionieristico che il tema dellabitazione viene affrontato per la prima volta come problema di massa a cui dare una risposta scientificamente egualitaria e la citt diviene quel luogo di cui bisogna cercare la logica intrinseca. Il fenomeno pi eclatante di questo fermento intellettuale e culturale la nascita, nel 1928, dei Ciam (Congressi Internazionali di Architettura Moderna)18, al di l del defatigante lavoro di porre ordine nella complessa materia dellArchitettura, degli importanti risultati a cui giungevano dopo i congressi, da
1910 nello studio di Beherens a Berlino: i rapporti con gli ambienti del Werkbund e con Tessenow completano la peregrinazione, iniziata a Vienna, attraverso le capitali dellarchitettura contemporanea. Del 1911 il lungo viaggio verso Costantinopoli: a distanza di 54 anni Le Corbusier pubblicher, ne le voyage dOrient, gli appunti e le impressioni di tale esperienza decisiva. Generosissima la produzione del maestro sia in termini di progetti che di scritti teorici, sia di appunti che di opere artistiche. Non questa la sede per una dissertazione, per quanto breve, sulle opere dellarchitetto svizzero, faremo, per, una eccezione dando brevi indicazione sul primo progetto del Movimento moderno: gli studi per le case Dom-ino, prime tipologie di prefabbricati e di cantiere industrializzato. Polemicamente antinaturalistico , nel 1914, il progetto della maison Dom-ino: una struttura in cemento armato modulare che assicura la totale indipendenza e la riproducibilit delle componenti. La maison Dom-ino una semplificazione concettuale e al contempo un manifesto: Le Corbusier ne rielabora continuamente il programma, precisandone la tipologia con la maison Ribot (1923) e sperimentandone le potenzialit a scala urbana con il complesso residenziale di Lge (1924). Con tali ricerche, ancora influenzato da Perret e da Garnier, si precisa latteggiamento di Le Corbusier di fronte al problema tipologico, componente essenziale di un nuovo rapporto tra citt e architettura. Portato ad esempio per il funzionalismo, Le Corbusier arriva a formulare la sua poetica per la casa dichiarandola machine habiter. Tuttavia tale brutale affermazione non da intendersi in maniera riduttiva: la fiducia nella machina e nella tecnologia, cos come lesaltazione del purismo funzionale e labolizione dellornamento posticcio, sono le premesse alla spontaneit moderna del Maestro svizzero. Le Corbusier fonda un linguaggio libero da ogni finzione. La sua vocazione alla sincerit usa strumentalmente la polemica antiornamentale loosiana: liberare larchitettura dalle rinunce di Loos, ma rimuovere anche le angosce dellAvanguardia di fronte alluniverso macchinista, sono gli obiettivi complementari dellutopia lecorbusieriana. La machine habiter la bolla di sapone che dischiude il poetico, allegorico, liberatorio rapporto, che Le Corbusier instaura con gli incubi moderni. La polemica purista alimentata da una ipotesi di fondo: la necessit di superare le tautologie dellesperienza cubista, attraverso un ritorno ai modelli classici. Le pitture lecorbuseriane si risolvono cos in uno sterminato prontuario per sperimentazioni architettoniche: solo larchitettura possiede la coerenza necessaria per affrontare i problemi della forma. Larchitettura sar sintesi della recherche patiente, nella misura in cui fonder, prendendone atto, la diversit dei compiti e delle tecniche che separano larchitettura dalla avanguardia. La pittura memoria dellarchitettura; ma con essa non pu identificarsi: dialettica non sinonimo di identificazione. Non a caso i quadri di Le Corbusier recano la firma Jeanneret. M. Tafuri, F. dal Co, Le Corbusier e il poema della forma, in Architettura Contemporanea, op. cit. pp.116-118. 18 Nei secondi anni Venti larchitettura radicale europea dispone, ormai, di un proprio apparato culturale, di una organizzazione non formale, ma collaudata da una amplissima circolazione delle esperienze. Il problema della nuova architettura diviene, anche grazie alla stampa quotidiana, un problema di attualit per un pubblico sempre pi vasto. Raccogliendosi intorno a un organismo permanente, gli architetti radicali intesero presentarsi come un gruppo omogeneo, mirando a dare maggior consistenza a un complessivo progetto di politica urbanistica e edilizia, attraverso la definizione di modelli di comportamento unificati. I principali architetti europei, tra cui anche Le Corbusier e Chareau, si incontrano per la prima volta nel castello di La Sarraz: si fondano i Ciam (Congressi Internazionali di Architettura Moderna). Il primo congresso interlocutorio su sei punti: la tecnica moderna e le sue conseguenze; la standardizzazione; leconomia; lurbanistica; leducazione della giovent; la realizzazione: architettura e stato. Con il successivo Ciam del 1929 tenutosi a Francoforte, il tema della discussione si precisa intorno alla casa, presentato dal critico Giedion. Gi il secondo congresso poneva al centro del dibattito la questione della tipologia e dei parametri relativi alla definizione dellabitazione, pervenendo alla definizione di alloggiominimo. di questi anni la teorizzazione dellExistenz-minimum, la cellula residenziale di tipo economico, il cui valore si determina a partire dalle funzioni e dai meccanismi complessivi che organizzano la citt, come atto di razionalizzazione. La determinazione di questa nuova tipologia

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porre laccento sulla premessa programmatica dei Ciam: linternazionalizzazione per una architettura moderna, nuova. Tra i risultati, inevitabili, sottolineiamo la diffusione e condivisione dei lavori di architetti provenienti da tutto il mondo, non solo: i congressi avvenivano in luoghi sempre diversi, quindi si pu presumere come le varie visite abbiano dato nuova linfa ai paesi ospitanti. Un esempio Venezia, che ha coordinato uno dei congressi: Le Corbusier, tra i fondatori dei Ciam, progett lampliamento, mai realizzato, dellospedale civile, il cubano Ricardo Porro partecip alle scuole estive dei Ciam che si organizzavano in queste occasioni e conobbe Albini e Rogers, ecc. I Ciam erano una occasione che andava al di l del congresso, era un evento che coinvolgeva intere citt e paesi, istituzioni e amministrazioni, professionisti, docenti, e studenti. Ai Ciam, naturalmente, parteciparono attivamente anche gli italiani, le riviste di settore erano infarcite di dibattiti, pro e contro, le discussioni che avvenivano durante le sessioni dei congressi, si organizzavano mostre e seminari. I congressi erano, di volta in volta, tematici. Vale a dire che si riunivano per discutere su un tema, scelto tra i fondanti la disciplina e, per certi versi, tra i pi problematici del periodo storico ricorrente. I partecipanti avevano un intero anno per organizzare le argomentazioni da portare alla discussione, costituendo gruppi di lavoro, redigendo testi critici a supporto di progetti atti a sviluppare le diverse posizioni assunte. I Ciam sono lespressione di un grande fermento culturale, politico e, in ultima istanza, economico. Le principali opere di questo periodo restano fra le pi significative di tutta larchitettura moderna, grazie soprattutto, si potrebbe dire, alle enormi possibilit di sviluppo che ognuna di esse racchiude e manifesta. Noi architetti abbiamo il dannato e sacrosanto dovere ed obbligo di romperci il capo su che cosa si debba fare nell'edilizia abitativa per facilitare la vita alle donne e agli uomini (...). Fin dall'inizio volli occuparmi sempre e solo di edilizia abitativa, con tutto quello che ci vuole: istituzioni per l'infanzia, scuole, biblioteche, ambulatori... ci che appunto si chiama edilizia sociale.19 Queste poche parole riassumono il valore della professione per Margarete Schtte-Lihotzky (Vienna, 1897- New York 2000), prima donna architetto austriaca, testimone e protagonista dell'architettura del secolo che stiamo indagando. La ricerca di Margarete Schtte-Lihotzky legata soprattutto allo
residenziale, anticipata nei progetti di Le Corbusier per le maisons Dom-ino (1919), il principio dellurbanistica dei Ciam e sul quale si fonderanno le future teorie sulla citt. Ma una frase di Giedion che d la misura reale degli intenti perseguiti: come la singola cellula dabitazione afferma Giedion porta allorganizzazione dei metodi della costruzione, cos i metodi della costruzione portano allorganizzazione dellintera citt. Il quarto congresso (1933) a bordo di una nave in viaggio da Atene a Marsiglia, il tema la citt funzionale. Le conclusioni furono redatte da Le Corbusier e pubblicate anonime nel 1943 con il titolo La Carta dAtene che pone nuovi problemi, quali la pianificazione a scala regionale e il rapporto tra nuovi interventi e preesistenze, e pre-costituisce strumenti analitici e parametri di intervento solo apparentemente oggettivi. Cfr. M. Tafuri, F. Dal Co, I Ciam in Architettura Contemporanea, op. Cit. p. 208 e segg. Dopo la forzata pausa dovuta alla seconda guerra mondiale, gli architetti erano diversamente impegnati nella ricostruzione dei rispettivi paesi, i quali si erano dati diverse impostazioni sul tema. Dopo alcuni incontri che rappresentarono limpegno dei Maestri a una rinnovata internazionalit, e che ne favorirono il confronto con la generazione pi giovane, liniziativa dei Ciam entr in crisi. Il decimo congresso (Dubrovnik, 1859) e il successivo (Otterlo, 1959), caratterizzato da una polemica rappresentanza italiana (tra cui E.N. Rogers e G. De Carlo) nei confronti di un gruppo di architetti europei (team X) chiamati a discutere sugli esiti linguistici di alcune opere, segnarono la fine dei Ciam. Per alcuni i congressi sono stati una utopia: sperare in un internazionalismo basato su una ipotesi puramente culturale. Al di l di ogni pregiudiziale, sta di fatto che non vi pi stata alcuna esperienza come i congressi dei Ciam. 19 Margarete Schtte-Lihotzky, Soziale Architektur, Vienna 1996. Trad it. Lorenza Minoli, a cura di, Margarete Schutte-Lihotzky. Dalla cucina alla citt, Franco Angeli ed. Milano 1999.

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studio dell'ambiente domestico ed in particolare della cucina che si impegna a riorganizzare secondo dimensioni ed arredi pi razionali. Da questi studi nasce la Cucina di Francoforte (Frankfurt Kche del 1926-27), prima "cucina moderna"20, progetto che ha largamente influenzato tutta la successiva produzione di questo ambiente. Prima cucina modulare e componibile: un meccanismo coerente e logico delle parti, ognuna subordinata all'altra e posizionata per ottenere il massimo rendimento. Con le usuali disposizioni, infatti, si dovevano compiere diverse decine di metri ogni giorno, mentre la Schtte-Lihotzky standardizza in otto metri quadrati la cucina ideale, funzionale, economica. Misure che sono rimaste invariate anche negli attuali regolamenti edilizi. Nella progettazione di questo nuovo modello di cucina, infatti, Margarete SchtteLihotzsky riesce a catalizzare i punti cardine delle teorie e delle ricerche europee sullalloggio minimo: la razionalizzazione degli spazi secondo i princip delleconomia domestica, la continuit dei piani dappoggio dei mobili, che dovevano avere la stessa altezza da terra, la loro distribuzione in pianta secondo uno schema ad "U", in modo tale che il fruitore degli spazi avesse tutti gli strumenti della cucina a portata di mano, la disposizione del tavolo vicino al davanzale della finestra per ottenere la migliore illuminazione della zona di lavoro della massaia. La modularit della componentistica darredo unificava il tutto, rendendo estremamente semplici ed immediati tutti i movimenti ed i percorsi compiuti da chi lavora in cucina. I dettagli ed i materiali utilizzati per realizzare ogni singolo pezzo degli arredi della cucina erano studiati per assolvere ad una precisa funzione: il cassetto per la farina in legno di quercia per tenere lontano i vermi; il colore della cucina, inizialmente sul verde, fu pi tardi modificato sul blu, quando si scopr che le mosche evitano il blu; i pensili e gli armadi erano tutti allineati e ad incasso per evitare laccumulo di polvere; i pavimenti erano in mattonelle e le pareti in piastrelle; la lampada era agganciata al soffitto mediante un binario che permetteva di illuminare ogni angolo della cucina in modo puntuale e l dove ve ne era maggiore necessit. 21
Nel 1925 Margarete Schtte-Lihotzky progett la Cucina di Francoforte per le Siedlungen di Ernst May. Questo progetto divenne, sin da subito, una delle esperienze pi significative nellambito del Funzionalismo, in quanto esso rappresent il risultato pratico di una serie di ricerche su nuove soluzioni progettuali fatte dallarchitetto viennese nellambito dello studio delle abitazioni per lExistenzminimum. 21 Il caso di Francoforte costituisce lesperienza pi avanzata compiuta dal razionalismo tedesco sulla citt. Vengono qui elaborati ed integrati il piano urbanistico ed i nuovi interventi residenziali. Leccezionalit di tale situazione, dovuta alle condizioni socio-economiche della repubblica di Weimar, si ricollega alla tradizione di pianificazione urbana e allesistenza di un demanio pubblico di notevoli dimensioni. Nel 1924 il sindaco Landmann, riprendendo il programma prebellico, affida allarchitetto Ernst May (Francoforte sul Meno 1886 Amburgo 1970) la direzione di tutti i lavori della municipalit in campo edilizio ed urbano. La nuova dimensione quantitativa e qualitativa del compito affidatogli consentono ad Ernst May di definire con chiarezza elementi e metodo di progettazione: la citt storica, i grandi spazi organizzati a verde ed i nuovi interventi residenziali costituiscono gli elementi fondamentali che devono integrarsi in un disegno urbano unitario. Larea interessata dallintervento si articola in una serie di parti urbane chiaramente definite ed in rapporto dialettico con la citt storica. In questo contesto il verde il fondamentale elemento connettivo tra i diversi brani urbani e diviene lemblema di un rinnovato rapporto tra architettura e natura. I grandi viali alberati collegano ampi spazi aperti rigorosamente definiti ed il verde si estende fra il tessuto storico della citt ed i quartieri di nuova formazione. May influenzato dallesperienza culturale condotta nellambito della Siedlungen contadino-rurali; lidea di citt basata su nuclei residenziali individualmente definiti e unitariamente risolti. Inoltre la collaborazione londinese con Unwin, larchitetto delle citt giardino, porta May a concepire un modello urbano caratterizzato da unalta concentrazione di valori funzionali, architettonici e formali nelle aree centrali della citt fino al progressivo assorbimento nella campagna delle aree residenziali a bassa densit. da considerare anche linflusso dello studio condotto da Alexander Klein stabilitosi a Berlino nel 1920 ed attivo presso lente statale di ricerca sui problemi economici e costruttivi delledilizia residenziale di massa. Klein nel 1928 pubblica il saggio Elaborazione delle piante e progettazione degli spazi negli alloggi minimi. Nuovi metodi di indagine, nel quale esemplifica delle tipologie edilizie appropriate alla realt socio-economica del suo tempo. Nel triennio 1926-28 sono completati o avviati circa ottomila alloggi ed cos possibile stendere un secondo programma triennale per la realizzazione di ulteriori sedicimila nuovi alloggi.
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il periodo delle esigenze estetiche, cio percettive, ricercate da Alexander Klein (Odessa, Russia 1879 - New York 1961) che sentiva la necessit di mettere a punto delle metodologie di indagine scientifiche e trasmissibili 22 da utilizzare non solo come verifica sugli alloggi gi realizzati, ma come strumento durante le varie fasi della progettazione. Un approfondimento teorico, quindi, da utilizzare nella pratica: proprio la missione del corso di Caratteri tipologici e distributivi; e Klein stesso sottolinea le possibilit di utilizzazione didattica del suo metodo 23. Il discorso tipologico introdotto e sviluppato da Klein si allarga fino ad investire la progettazione urbanistica, indagando le relazioni tra gli alloggi e i servizi ad essi connessi (quartieri), sottolineando, ancora una volta, limportanza dellanalisi delle relazioni complesse che intervengono nel processo di progettazione. Quanto mai attuali le parole del teorico russo-tedesco24 Ogni epoca ha avuto i suoi grandi temi architettonici; ed oggi le abitazioni popolari, insieme alle costruzioni industriali. Come in altri tempi le idee dominanti trovano una adeguata espressione nellarchitettura, cos oggi labitazione popolare con le sue esigenze economicosociali non poteva restare senza influenza sulla naturale espressione architettonica. Il grande sviluppo delledilizia popolare si affermato solo nel dopoguerra; si avuto un periodo di produzione di massa che era allo stesso tempo un periodo di ricerca e di sperimentazione. Accanto a buoni risultati se ne sono avuti molti negativi. Per evitare errori nel futuro ci sembra oggi opportuno, anche per ragioni economiche,
La Siedlung Rmerstadt (1927-28) realizzata da May in prossimit del fiume Nidda esprime la massima sintesi tra luogo e disegno urbano. Le tipologie residenziali si distinguono in: abitazioni a schiera unifamiliari, ad un piano su due piani, aventi una scala esterna di disimpegno ed una scala comune di accesso alla cantina; abitazioni plurifamiliari da quattro piani abitabili con scala comune e due alloggi per piano. Le case a schiera, munite di orto sul retro, degradano secondo le curve di livello del terreno e sono accessibili dalle strade secondarie del quartiere mentre gli edifici pluripiano sono prospicienti alle strade principali. I cieca mille alloggi del quartiere sono caratterizzati dalla presenza di elementi, le finiture e larredo delle abitazioni sono prodotti in serie. La cucina, studiata da Margarete SchtteLihotzky standardizzata ed studiata per rendere pi funzionale lorganizzazione dello spazio domestico. Il sistema del verde attraversa il quartiere e si connette a sud con un vasto parco pubblico e a nord con una zona rurale. Esso unisce i servizi collettivi del quartiere: la scuola elementare, i magazzini di vendita e limpianto di riscaldamento centrale. La crisi economica del 1929, la forte inflazione ed il conseguente vertiginoso aumento degli interessi sui capitali rallentano drasticamente il secondo programma edilizio. Inoltre il mutamento degli equilibri politici allinterno del consiglio municipale costringe May allespatrio e segna lepilogo dellesperienza razionalista di Francoforte. Filippo Palladino, Lintuizione di Margarethe Schtte-Lihotzsky, testo presente su Archimagazine, edito in occasione della scomparsa dellarchitetto viennese, avvenuta il 18 gennaio 2000, a quasi 103 anni. 22 Il metodo di valutazione delle piante, frutto di una serie di elaborazioni e di verifiche sviluppate fu pubblicato nel 1928 con il tutolo Grundrissbildung un Raumgestaltung von Kleineohnungen und neue Auswertungsmethoden (Elaborazione delle piante e progettazione degli spazi negli alloggi minimi. Nuovi metodi di indagine), ed basato sostanzialmente su tre operazioni: esame preliminare per mezzo di un questionario, riduzione dei progetti alla medesima scala, metodo grafico tralasciamo per un momento i primi due passaggi e soffermiamoci sulla terza operazione, la pi importante poich permette di verificare per ogni pianta di alloggio: landamento dei percorsi e la disposizione delle aree per la circolazione, la concentrazione delle superfici libere da arredi, le analogie geometriche e le relazioni tra gli elementi che compongono la pianta, le ombre portate, il funzionamento e lingombro sulle superfici delle pareti. Con queste rappresentazioni, osserva Klein, possibile valutare lidoneit di una pianta prima della sua esecuzione. Cfr. Matilde Baffa Rivolta, Augusto Rossari, a cura di, Alexander klein, G. Mazzotta ed., Milano 1975. 23 Matilde Baffa Rivolta, Augusto Rossari, a cura di, Alexander klein, op. cit. p.38. 24 Alexander Klein, nato in Russia nel 1879, dopo gli studi di architettura presso lIstituto di ingegneria civile di San Pietroburgo si trasferisce nel 1920 in Germania dedicandosi alledilizia a basso costo. Sperimenta le proprie teorie tipologiche soprattutto nei nuovi quartieri di Bad Durrenberg a Lipsia (1922) e Fischtalgrund a Berlino (1928) che divennero esemplari del razionalismo tedesco. Allavvento del nazismo si trasfer prima in Francia (1933) e poi in Palestina (1935) dove continu una intensa attivit progettuale e di insegnamento.

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guardare allesperienza passata, fare un inventario del ricco materiale esistente e analizzarlo per generalizzarne i risultati pi pregevoli. Il lavoro iniziato non vuole essere uno studio teorico lontano dalla realt; vuole invece rielaborare, approfondire migliorare in modo adeguato ai nostri tempi ci che gi esiste di valido e sperimentato.25 In Italia vanno ricordate le esposizioni della Triennale, che registrano come le posizioni nostrane vadano dalla generica proposta della casa come luogo di piacere spostandosi sempre pi drammaticamente su quella della casa come valore sociale Nata come Mostra Internazionale delle Decorative nella sede della villa Reale di Monza, nel 1923, la Triennale si affacci al mondo dellarchitettura timidamente nel 1927 con la terza edizione della Biennale di Monza in cui esord il famoso Gruppo 7, cellula davanguardia del futuro movimento razionalista. Nel 1930, la IV edizione sanc ufficialmente il riconoscimento dellArchitettura come arte maggiore, sviluppando in particolare il tema della villa moderna con 36 progetti di alcuni dei principali rappresentanti dei vari schieramenti dellarchitettura italiana, da Albini e Palanti a Griffini, Pagano, Bottoni, Ridolfi, ecc. oltre ai numerosi allestimenti di spazi interni (come le sale della grafica di Muzio e Sironi, o la sartoria moderna di Terragni); nel parco della villa vennero approntate alcune costruzioni temporanee, di cui memorabile rimane la cosiddetta Casa elettrica di Figini e Pollini. Fu comunque con il trasferimento della mostra a Milano, nella sede appositamente disegnata da Muzio per il Palazzo dellArte, che nel 1933 la Triennale incluse larchitettura nella sua stessa titolazione, celebrandone la presenza nelle mostre ma anche e soprattutto nelle architetture effimere edificate nel parco del Sempione, di cui unica superstite rimane la Torre Littoria (oggi Fernet Branca) su progetto di Ponti e Chiodi. Ponendo al centro degli interessi della nuova societ il tema della casa, la Mostra dellabitazione fu la spettacolare versione italiana delle grandi expo razionaliste come il Weissenhof di Stoccarda (1927), dove gli architetti di punta della nuova architettura venivano invitati a produrre in scala reale prototipi della casa del XX secolo: le case popolari di Griffini e Bottoni, la casa a struttura dacciaio di Pagano, Albini, Camus, Palanti, Mazzoleni, Minoletti, la casa di vacanza per artista del gruppo comasco capitanato da Terragni, la villa-studio di Figini e Pollini, ecc. segnarono la novit della V Triennale, costituendosi, nonostante la loro effimera durata, come caposaldi per lo studio del razionalismo italiano. Anche la VI Triennale, nel 1936, ritorn sulla Mostra dellabitazione, improntandone, sotto al direzione di Pagano, lo sviluppo in direzione di quella dimensione sociale dellabitare collettivo imposto dalle politiche urbane di trasformazione delle citt italiane e dalletica progettuale delle ricerche razionaliste. Lapporto di Bottoni, ad esempio, spinse lattenzione sulla dimensione urbanistica della questione abitative, mostrando linterrelazione tra studio della cellula e forma della citt. Da questo punto di vista non a caso si pu considerare ledizione del 1940 (VII Triennale) come una correzione di rotta: nonostante la presenza di mostre sulla produzione di serie e sui criteri della casa doggi, lattenzione ordinatrice rimaneva imperniata sui grandi temi della monumentalit istituzionale, come dimostra ad esempio la sala con il plastico dellE42 o i progetti piacentiniani per via della Conciliazione a Roma.26
Alexander Klein, Obiettivi delle mie ricerche per labitazione e lurbanistica, in Matilde Baffa Rivolta, Augusto Rossari, a cura di, Alexander klein, op. cit. p.141. Premessa al volume Das Einfanilienhaus. Sdtyp. Studien und Entwrfe mit grundstzlichen Betrachtungen (La casa unifamiliare. Tipo orientato a sud), J. Hoffmann ed., Stoccarda 1934, ultima opera di Klein scritta prima che dovesse abbandonare la Germania nel 1933 e avrebbe dovuto costituire la prima parte di una Enciclopedia dellurbanistica e delledilizia residenziale, con particolare riferimento alla teoria della progettazione.
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La crisi delle borghesie nazionali, accelerata dalla seconda guerra mondiale, porta il Razionalismo a barricarsi dietro un accademismo stilistico. Lera del capitalismo unificante apre le porte a una evoluzione del Razionalismo: lInternational style27. La storia dellarchitettura dopo la seconda guerra, per alcuni, la storia della sconfitta del Movimento moderno, basta pensare alladesione dei razionalisti alla causa di Mussolini28). Ma, come ogni crisi la fine di un periodo, altrettanto vero che segna linizio di una nuova stagione29. Molti di coloro i quali furono favorevoli ad una architettura fascista, poich intellettuali di grande levatura, sono stati capaci di rielaborare le nefande vicissitudini del Ventennio, per approdare a nuove posizioni, altrettanto interessanti. Dellimmediato dopoguerra (1947) , infatti, la Triennale della rinascita dove il tema dellabitazione viene riposto nella posizione di centralit richiesto dalle necessit
Graziella Leyla Ciag, Graziella Tonon, a cura di, Le Case nella Triennale. Dal Parco al QT8, Electa, Milano 2005, volume edito in occasione della mostra Le case nella Triennale. Dal Parco al QT8 Mostre e progetti sul tema dell'abitare, Triennale di Milano, 19 maggio - 24 luglio 2005. 27 International Style, espressione coniata dal critico H.R. Hitchcock (in occasione della mostra da lui organizzata insieme allarch. P. Johnson nel 1932 al MoMa di New York e intitolata, appunto International Style) per indicare la sostanziale unit di intenti perseguita dalla produzione architettonica europea legata al razionalismo e al neoplasticismo. Cos gli autori ne definiscono i principi nel saggio Lo stile internazionale: architettura dopo il 22: in principio larchitettura viene concepita come volume piuttosto che come massa; in secondo luogo alla simmetria assiale si sostituisce il concetto di organizzazione come strumento pi importante per conferire chiarezza al progetto architettonico. Questi due principi, al quale si aggiunga, come terzo, la condanna di ogni decorazione arbitraria, caratterizzano le opere dello Stile internazionale. Tra i primi progetti afferenti allo stile di Hitchcok troviamo le case Citrohan (1919-1922) di Le Corbusier, e una casa di campagna in mattoni e un palazzo per uffici in c.a. (1922-1923) di Mies van der Rohe. Opere della fase pi matura sono le opere di w. Gropius; ma sono il celebre padiglione di Barcellona di L. Mies van der Rohe del 1929 e la sua casa Tugendhat a Brno (1930) cos come la lecorbuseriana Villa Savoye a Poissy (Parigi) del 1927-1930 i paradigmi dellInternational Style. Lassunzione di una autonomia disciplinare e il rifiuto di qualsiasi connotazione espressiva, a favore di un linguaggio razionalmente dedotto dal mondo della produzione industriale, furono i due elementi fondamentali che fecero rapidamente, dei pi recenti prodotti del razionalismo, i prototipi del nuovo stile borghese. Se da una parte lEuropa era impegnata nella ricostruzione postbellica, adottando le soluzioni propagandate dal razionalismo sperando di massimizzare i costi-benefici, dallaltra, negli Stati Uniti, lassenza del fattore ricostruzione e, contemporaneamente, la presenza degli immigrati Maestri del razionalismo, favorivano gli sviluppi espressivi alimentati da un forte progresso tecnologico dellindustria americana. Progresso che si riverber a livello mondiale. Cfr. Stile Internazionale, ad vocem, in Architettura, le garzantine, op. cit. p. 830-831. 28 La cultura, unitaria dellideologia nazionalista, diviene strumento di un progetto che assegna alle singole esperienze ruoli precisi: ogni stile trova il suo giusto referente sociale ogni poetica ha un proprio pubblico e una propria committenza. Il regime, in quanto Stato e Nazione, ne gestisce la sintesi in esclusiva. M. Tafuri, F. Dal Co, il sogno della fenice: larchitettura italiana e il fascismo, in Architettura Contemporanea, op. cit. p. 248. Dal 1925 lo Stato impegnato in opere pubbliche. I fini sono duplici: ristrutturazione dei centri storici, riqualificati funzionalmente a fini speculativi, e sviluppo di insediamenti residenziali suburbani e rurali. In tale contesto le opere pubbliche rispondono a precise esigenze economiche e assolvono a un demagogico intento propagandistico. I concorsi diventano lo strumento attraverso il quale viene gestita tale politica. La stazione di Firenze Santa Maria Novella (1933), opera del razionalista Michelucci, un esempio di attento dosaggio. In tale situazione la nuova architettura si fa promotrice di un dibattito che non riesce a superare i limiti di un conflitto tra poetiche, nel quale si esaurisce il peso della sua organizzazione culturale. Nel 1926 il Gruppo 7 raccoglie alcuni tra i migliori esponenti delle tendenze rinnovatrici; nel 1928, il Miar organizza a Roma la prima mostra di architettura razionale; nel 1931, alla seconda esposizione romana, la presentazione della tavola degli orrori e la presenza di Mussolini fa sperare Bardi e Pagano in un definitivo riconoscimento della propria produzione quale espressione architettonica dello spirito fascista. Le varie riviste (Casabella di Pagano e Persico, Quadrante di Bardi e Bontempelli) sostengono in maniere diverse larte e larchitettura moderna, con estenuanti e generose polemiche contro il vieto monumentalistico accademico. M. Tafuri, F. Dal Co, il sogno della fenice: larchitettura italiana e il fascismo, in Architettura Contemporanea, op. cit. p. 250. 29Per ci che riguarda il settore edilizio, la politica del nuovo regime si chiarisce con il varo, nel 1949, del cosiddetto Piano Fanfani per lincremento delloccupazione operaia. Il piano, che mira, in seconda istanza, a rivitalizzare il mercato edile, tende a precostituire, attraverso la costituzione di nuovi quartieri operai posti a cerniera tra citt e campagna, strutture funzionanti come filtri dei processi di inurbamento
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della ricostruzione, sullo sfondo del dibattito e delle iniziative per laffermazione del diritto alla casa. Della VIII Triennale fu profeta e anima carismatica Piero Bottoni che, impostando la riflessione sulla ricostruzione come problema sociale, dichiar il tema della casa come il pi reale, il pi sentito, pi drammatico, oggetto di speranza di milioni di europei. Nacque da questa convinzione profonda lintuizione di una mostra dellabitazione come edificazione di un quartiere modello il QT8, il quartiere dellVIII Triennale che concretizzasse nel vivo della materia architettonica i programmi della casa per tutti e della casa nella citt. Una prima disamina della manualistica prodottasi a seguito della standardizzazione, dal Manuale dellarchitetto di Ridolfi alle proposte per la cucina di Bottoni, passando dagli studi antropometrici di Libera, e delle riflessioni sul Tipo di autori esemplari apriranno il corso. Le prime comunicazioni riguarderanno la ricerca progettuale30 sul tema della residenza (abitazioni unifamiliari) di alcuni Architetti italiani operanti a cavallo tra le due guerre: Giuseppe Terragni (Milano 1904 Como 1943), Adalberto Libera (Trento 1903 Roma 1963), Giovanni Michelucci (Pistoia 1891 Firenze 1990), Luigi Moretti (Roma 1907 Capria 1973), Mario Ridolfi (Roma 1904 Marmore 1984), Piero Bottoni (Milano 1903-1973). La premessa necessaria per una sintetica carrellata di alcune opere del Maestro svizzero Le Corbusier, che non esitiamo a definire uno dei padri della moderna architettura. Concluderemo il corso con delle comunicazioni su esempi di architetture di abitazioni monofamilairi contemporanee ed esemplari (l'esperienza giapponese di Tadao Ando, di Toyo Ito, del gruppo Sanaa, di Shigeru Ban; progetti di Alvaro Siza, Rem Koolhaas, Glen Murcut, Alejandro Aravena, ecc.) Le lezioni e queste note (e le architetture razionali che mostreremo e a cui continuamente ci riferiamo) non hanno lobiettivo di esaltare lattraenza della produzione edilizia e dei tipi proposti ma di sottolinearne (per assimilarne) linsegnamento: pur fondato sulla singolarit di protagonisti deccezione, il le architetture vitruviane (dell'angolo retto31) tendono ad attestare il livello di un sapere
e come cintura di salvaguardia dei centri, conservati per le manovre speculative delle fasce pi alte del blocco edilizio. In tale situazione, la cultura architettonica si dimostra incapace ad elaborare serie alternative: negli anni Cinquanta lideologia del quartiere catalizza lattenzione degli urbanisti. Costruzione di quartieri Ina-Casa, fallimento degli schemi imposti (schema Vanoni: schema decennale per lo sviluppo delloccupazione e del reddito, 1955) e scesa della polemica riformista della pi avanzata cultura architettonica. Con la fondazione della rivista Metron e dellassociazione Apao (Associazione per larchitettura organica, 1945), Bruno Zevi diviene uno dei principali protagonisti della battaglia culturale italiana. M. Tafuri, F. Dal Co, la politica della casa e la gestione dellurbanistica In Italia, in Architettura Contemporanea, op. cit. p. 288. 30Ci che interessa questo corso sono le proposte architettoniche dei Maestri del Movimento moderno, prima e dopo la guerra, per quanto concerne labitazione unifamiliare. In questo senso il taglio del corso radicale: non studieremo tutti i tipi residenziali, ma solo quella della abitazione unifamiliare, indifferentemente dal genere (a pianta centrale, a corte, piano unico, multipiano, ecc.). Allo stesso tempo, per, non ci soffermeremo solo sulle opere realizzate (costruite), bens rileggeremo i progetti pi significativi per contenuti, innovazioni, conseguenze. Si coglie loccasione per sfatare un mito: la qualit del progetto al di l della sua effettiva materializzazione fisica. Ma attenzione: questo non vuol dire, in alcun modo, che il progetto possa prescindere dalla sua costruibilit! La fortuna di un progetto determinata da vari fattori, molti dei quali variabili. La qualit di un progetto, al contrario determinata da fattori costanti (costruibilit e funzionalit). tristemente risaputo che in Italia estremamente difficile costruire, e anche qualora si abbia questa possibilit, non sempre si possono scegliere le maestranze pi qualificate. Il progetto di architettura , dunque, ci che deve rimanere al centro dei nostri interessi: potremo giudicare la qualit di una proposta solo attraverso i disegni che ne esplicitano i contenuti e che la palesano (schizzi, misure, dettagli, prospettive di insieme, ecc.). 31Nel 1955 Le Corbusier pubblica Le pome de l'angle droit, poema in formato extralarge, 32 per 42 centimetri, dove il Maestro unisce scrittura e composizione, parole e immagini, fonde bozzetti e papiers

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comune cui attingere per la soluzione dei diversi problemi. Citando nuovamente Irace e la premessa alla mostra Casa per tutti presente nella Triennale del 2009: La prima modernit condensava un episteme che attorno al nucleo della casa distribuiva corollari funzionali, sociali, igienici, estetici, tecnici, ecc. utili a risolvere di volta in volta i singoli teoremi abitativi. Peccava dastrazione, come ci siamo accorti poi, dimenticando tuttavia che lastrazione cio la ricerca di schemi generali di interpretazione e di azione stata a lungo il fondamento su cui costruita la cultura politica e sociale dellOccidente.32 nostra convinzione che soprattutto la tematica della residenza, della abitazione unifamiliare (bi-familiare al massimo), in un territorio altamente e autonomamente antropizzato come il nostro, sia un nodo problematico disatteso, o almeno poco praticato, dalla cultura disciplinare italiana33. In un certo senso siamo, per,
colls insieme alla sua ispirazione poetica. Un libro elegante, raffinato, in edizione limitata, 250 copie soltanto, un lavoro lungo otto anni e 155 pagine, un discorso plastico-letterario, una nuova sintesi delle arti, un'affascinante percezione del reale presentata dalle Editions Verve promosse da Triade, ovvero dall'effervescente artista e critico parigino Stratis Elefteriades che sulla sua rivista ospitava Lger, Matisse, Picasso. Il pome esce per la prima volta in Italia nel 2007 con una lunga introduzione di Juan Calatrava: Le Corbusier attribuiva a questo poema un posto fondamentale nel suo iter e lo considerava un'opera di sintesi di ricapitolazione del suo pensiero e delle sue idee intorno alla creazione artistica e architettonica. Un libro sensoriale diviso in sette sezioni: Milieu-Ambiente, Esprit-Mente, Chair-Carne, Fusion-Fusione, Caractres-Caratteri, Offre-Offerta, Outil-Attrezzo. Un sotto-capitolo dedicato a La main ouverte-La mano aperta: La vita che si gusta attraverso il plasmare delle mani, la vita che nella palpazione. In un'altro vi la descrizione dell'ambiente che ci circonda: L'universo dei nostri occhi riposa su di un piano bordato di orizzonte / La faccia girata verso il cielo / Consideriamo lo spazio inconcepibile fino a qui non colto. C' poi un autoritratto: Sono un costruttore di case e palazzi, vivo in mezzo agli uomini in pieno nella loro matassa ingarbugliata. Fare un'architettura fare una creatura. Il Poema dellangolo retto una fondamentale riflessione sulla composizione, sulla natura dei linguaggi e sulla differenza (ovvero sui limiti che li separano) tra parola e forma, come attesta il susseguirsi delle frasi manoscritte e delle litografie. (F. Dal Co) Ma cos' l'angle droit definito dallo stesso Le Corbusier categorico angolo retto del carattere, della mente, del cuore? immagine di ordine e chiarezza, la figura pi prossima alla linea retta - spiega Francesco Dal Co, illustre docente di storia dell'architettura allo Iuav, che ha curato l'edizione italiana - il segnale e il segno di una differenza e di un confine, dei punti infiniti dove le cose, toccandosi, si separano predisponendosi a venire ricomposte. Questo poema - aggiunge - il tentativo di mostrare come la mano lavora. Le Corbusier esemplifica il passaggio spiegando come la sua mano operi nell'avvalersi della parola, lo scrivere e della forma, il dipingere. Gli anni Cinquanta coincidono con quelli della pienezza dellopera lecorbusieriana. Sconcertando lintero mondo dellarchitettura, abituato ad identificarlo con il maestro delle linee rette e degli angoli retti, dellarchitettura intesa come sfida alla razionalit dei prodotti dellindustria e come manifestazione del purismo moderno, LC progetta contemporaneamente la chiesa di NotreDame-du-Haut a Ronchamp (1950-55, Belfort) e il convento de La Tourette (1953-60, nei pressi di Lione). 32Fulvio Irace, Vivere la citt globale, op. cit. p. 15. 33 Questanno la Casa ha visto lattenzione delle due pi importanti manifestazioni italiane: la triennale di Milano e la Biennale di Venezia. Per entrambe il riferimento esplicito: la V Triennale di Milano e gli studi dei protagonisti della Prima modernit citando Irace (la seconda modernit, cio fino agli anni Novanta , invece, un assunto del ricercatore olandese Roemer van Toorn in Fresh Conservatism and beyond. Second modernity, ARCHIS n. 11, 1997, pp. 14-21). La Triennale di Milano nellambito di Triennale Architettura propone per il 2008 un Forum internazionale sullabitare difficile, coordinato da Aldo Bonomi e Fulvio Irace, articolato in due eventi: la mostra Casa per tutti che si inserisce nella tradizione della Triennale di Milano che gi nel 1933 si era data come tema principale quello dellabitazione, e la mostra La vita nuda. Nel luglio 2005, la mostra Le Case nella Triennale aveva ricostruito le tappe principali di un percorso scaturito poi nella creazione del quartiere modello QT8, per la regia di Piero Bottoni. Riallacciandosi a questa missione, la mostra Casa per tutti (23 maggio 14 settembre 2008), coordinata da Fulvio Irace, rilancia un tema quasi completamente abbandonato dallarchitettura internazionale nellultimo quarto di secolo: quello dellabitazione. Se la prima met del Novecento aveva concentrato i propri sforzi nel ridefinire il tema dellabitazione collettiva ( Q.T.8 Il quartiere sperimentale della Triennale di Milano,1954), la seconda met ha spostato il suo interesse verso altri temi. Chiamata a rappresentare il volto mutevole di una societ apparentemente fondata solo sul consumo materiale e culturale, larchitettura ha prodotto cos molte icone nel campo dei musei, delle sale da spettacolo e da musica, delle attrezzature sportive, dei

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daccordo con la premessa di Zevi al suo Saper vedere larchitettura quando afferma: il disinteresse del pubblico per larchitettura non pu essere tuttavia considerato come qualcosa di fatale ed inerente alla natura della produzione edilizia, tale che ci si debba limitare a constatarlo. Ci sono senza dubbio delle difficolt obiettive, e c una incapacit da parte degli architetti, degli storici dellarchitettura e dei critici darte a farsi portatori del messaggio edilizio, a diffondere lamore dellarchitettura nella massa, per lo meno, delle persone colte34. Per il momento ci limiteremo a conoscere un segmento della Storia dellArchitettura, a comprenderne i significati e le ragioni, a riconoscerne le differenze, ad apprenderne le lezioni per poter, pi avanti (e con molta pazienza35) essere noi stessi portatori del messaggio edilizio, attraverso opere colte36, coerenti, funzionali, giuste. Alla ricerca dei maestri corrisponde, sin dai primi anni del dopoguerra, una grande messa sotto accusa delle premesse ideologiche del Movimento moderno, specie da parte delle giovani generazioni37. Larchitettura di avanguardia appare fallimentare, esattamente nelle sue pretese di assumere un ruolo guida nei processi di pianificazione e civilizzazione: parallelamente a quanto era accaduto dopo la Grande Guerra, le avanguardie tecnologiche, da cui larchitettura moderna aveva preso le mosse, subiscono un duro processo da parte di una generazione che identifica gli orrori del conflitto con il mito dello sviluppo tecnologico.
grattacieli. La mostra vuole fornire delle risposte progettuali e propositive alle domande di socialit di comunit o singoli privi degli elementari diritti allabitare, riportando nellagenda degli architetti e dei loro committenti il tema della casa come risorsa primaria nelle difficili situazioni determinate dalle tante forme di emergenza, urbana e ambientale. Pone dunque dei problemi e cerca di inquadrarli secondo una lettura che alterna storia e contemporaneit attorno ad alcuni filoni principali come la casa-mobile, la casa-abitacolo, la casa prefabbricata, la macro-house, lalloggio minimo. Per rafforzare questo messaggio, la Triennale ritorna alle radici delle sue storiche esposizioni, con prototipi che saranno realizzati in scala reale nel giardino. Il pubblico potr cos aggirarsi fra i modelli di architetture dabitare, progettati appositamente per la Triennale da Alejandro Aravena, Massimiliano Fuksas, MVRDV, Kengo Kuma che il 23 maggio saranno anche i protagonisti di un grande convegno dedicato al tema della casa. (da www.triennale.it) A Venezia, invece, All11ma Biennale di Architettura (cio quella in corso!!) il Padiglione Italia curato dal prof. Franecsco garofano che propone la mostra/riflessione lItalia cerca casa. Progetti per abitare e riabitare le citt (Venezia, Tese delle Vergini allArsenale, dal 14 settembre al 23 novembre 2008, biglietto ridotto per studenti, valido sia per lArsenale sia per i Giardini). Spiega Garofalo: lItalia cerca casa mette alla prova la cultura architettonica italiana nella sfida posta dalla domanda di abitazioni di qualit e a costi accessibili. La fine delledilizia popolare, la crisi del mercato dei mutui, le situazioni di disagio urbano e le domande di nuovi utenti hanno spinto in primo piano la questione nel dibattito pubblico. Oggi che tutti nelle istituzioni si impegnano a investire sugli alloggi, occorre chiedersi con quali programmi e con quali progetti possibile rispondere. Dal revival della casa per tutti, il padiglione italiano intende passare alla proposta della casa per ciascuno (da www.dibaio.com). Ps: la casa per ciascuno fu un postulato di Banfi del gruppo milanese BBPR in opposizione al tedesco una casa per tutti teorizzato a Francoforte. 34 Bruno Zevi, Lignoranza dellarchitettura, in Saper vedere larchitettura, Edizioni di Comunit, Torino 2000, p. 13 e segg. 35Il nostro lavoro richiede pazienza, ostinazione, tenacia, cocciutaggine: spesso si parla di autori ossessionati dal persistere di un tema progettuale, intransigenti con se stessi di fronte alle questioni del comporre tutto cero, tutto necessario! Si rimanda al testo Solitudine, in Giancarlo Carnevale, Litanie e grifonages, Officina edizioni, Roma 1999, p. 102 e segg. 36Questa passione non c. Gli architetti professionisti che, per soffrire i problemi delledilizia contemporanea, hanno una profonda passione per larchitettura nel senso vivo della parola, mancano oggi, in gran parte, di una cultura che dia loro diritto di entrare legittimamente nel dibattito storico critico. Bruno Zevi, Lignoranza dellarchitettura, in Saper vedere larchitettura, op. Cit. p. 15. 37Gli sforzi tesi a dar vita allo slogan superamento del razionalismo trovano in italia un terreno propizio: la frantumazione delle esperienze qui dovuta alla caotica situazione urbanistica e alla ricchezza delle polemiche interne. Una volta crollate le mitologie populistiche ed organiche, i protagonisti della cultura architettonica italiana i BBPR, Albini, Gardella, Samon, Quaroni, Astengo, Piccinnato, ecc oscillano tra un impegno per il rinnovamento del quadro istituzionale in vista di una programmazione complessiva, e ricerche isolate e intimistiche, spesso dense di memorie colte e autobiografiche. M. Tafuri, F. Dal Co, in Architettura Contemporanea, op. cit. p. 339.

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Sembra possibile una inversione di rotta rispetto allIntenational Style, o per lo meno un recupero di istanze romantiche: al razionalismo si potr contrapporre il metodo organico38, ravvisandone le premesse nelle opere di F. L. Wright (1867-1959) e di A. Aalto (1898-1976). I nuovi slogan sono dunque umanizzazione, attenzione ai fattori psicologici, uso espressivo dei materiali, rinnovato interesse per le tradizioni locali, integrazione allambiente: tutto ci che le avanguardie anteguerra sembrano aver ignorato viene riproposto insieme ad un ulteriore mito, laderenza al sito come nuovo naturalismo. Si tratta di un appello a un rituale tranquillizzante, ricco di qualit consolatorie, ma compromesso con le ideologie delle avanguardie messe allindice; e, principalmente, di un mito anti-tecnologico e neo-umanistico, anti-retorico, e quindi volto a realizzare un rapporto positivo con il pubblico, sulla base di linguaggi empirici e confidenziali. Anche se le forme usate sono quelle, spesso, della tradizione minore e popolare, lanalogia tra tali movimenti e il realismo socialista39 pu, oggi, apparire evidente. il periodo del movimento organico in Italia, guidato da Bruno Zevi e lApao.40 Ma anche il periodo del neorealismo italiano (quello dei film di Rossellini e di Visconti), ricco di pi complesse motivazioni perch legato alla difficile realt del dopoguerra. Fra gli esempi pi tipici trovano posto le opere degli architetti della scuola romana: Mario Ridolfi41 (Roma 1904-Terni 1984), Ludovico Quaroni (Roma
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organica indica un metodo di progettazione che segue le leggi degli organismi naturali, contrapposto a ogni metodologia astratta. Nellepoca contemporanea il termine stato ripreso da un movimento, fatto risalire principalmente a F. L. Wright, che ne ha accentuato i criteri di flessibilit. Complessit geometrica, aderenza al sito naturale e alla specificit dei materiali al fine di fare delledificio un organismo plasmato anche sulle necessit psicologiche delluomo sono tra gli slogan dellarchitettura organica. Antietica al razionalismo, larchitettura organica viene cos a designare una sorta di funzionalismo psicologico, contrapposto al pretesto schematismo delle formule razionaliste. Bruno Zevi (1918-2000), anche attraverso llApao tent il rilancio, in Italia, delle teorie wrightiane, come proposta di un linguaggio generalizzato. Limpossessarsi dello spazio e del tempo, quarta dimensione costituisce, per Zevi, la chiave di ingresso alla comprensione degli edifici. Larchitettura razionalista ha puntato sui valori volumetrici, mentre il movimento organico su quelli spaziali. La decorazione (sia pure in forma non di ornamentazione applicata, ma di accoppiamento di materiali naturali diversi, di nuovo senso del colore) sta rientrando nellarchitettura, ed giusto che ci sia. La mancanza della decorazione non pu essere un punto programmatico di nessuna architettura, se non in sede polemica e perci effimera. Bruno Zevi, Saper vedere larchitettura, op. cit. p. 31. Di Zevi e dellarchitettura organica vedi: Bruno Zevi, Verso unarchitettura organica, Einaudi, Torino 1945.
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Realismo socialista: movimento artistico e letterario diventato ufficiale nell'Unione Sovietica nel 1934. A seguito dell'effervescenza artistica dovuta alla Rivoluzione del 1917, intorno al 1922 si assistette ad una regressione verso il realismo, con la nomina di Stalin come segretario generale del Partito Comunista sovietico. L'Associazione degli artisti russi rivoluzionari, fondata nel maggio 1922, sostenne il realismo contro le avanguardie. Il movimento del Proletkult si espanse notevolmente, e gli artisti innovatori, come Chagall e Kandinsky, si esiliarono oppure rinunciarono alla propria autonomia (Malevitch, Maakosvki, Tatlin). Nel 1934, durante il primo Congresso degli scrittori sovietici, Jdanov impose il realismo socialista, ormai l'unica arte considerata ufficiale: gli artisti, attraverso la loro opera, dovevano contribuire alla costituzione dello stato socialista ed essere comprensibili per tutti. I soggetti pittorici dovevano essere la vita contadina o operaia. A partire dal 1955, la destalinizzazione port a una sitiazione di confusione, ma il realismo socialista si mantenne attraverso l'opera di Sarian, Konchalovski, S. Guerassimov, D. Jilinsky e A. Laktionov. Con la guerra fredda e l'espansione del comunismo nel mondo, il realismo socialista influenz anche artisti di nazionalit varie e, in particolare in Europa, assunse la forma di un'arte impegnata. Ma in Cina che ebbe la maggiore influenza, anche grazie all'opera teorica di Mao intitolata Discorso sull'arte e la letteratura, del 1942. Paradossalmente, i manifesti maoisti ebbero in seguito una qualche influenza sull'arte americana del pop-art. Paul Robert, Petit Robert des noms propres: alphabtique et analogique, in Dictionnaires Le Robert Parigi 1998. 40 Cfr. M. Tafuri, F. Dal Co, in Architettura Contemporanea, op. cit. p. 322 e segg. 41 Il manuale dellarchitetto (1946) di Ridolfi sintomatico: lesaltazione del mestiere tradizionale e di una architettura concepita come frutto di un artigianato intellettuale. Tutti dovrebbero conoscere questo

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1911-1987), Mario Fiorentino (Roma 1918-1982), Luigi Moretti (Roma 1907 Capria 1973) con il loro sforzo di definire un linguaggio direttamente comunicativo per le classi popolari42 e in polemica contrapposizione alle rigorose scelte dei funzionalisti43. Durante il corso cercheremo di comprendere, per quanto possibile, la tafuriana utopia regressiva dei grandi architetti degli anni Cinquanta. Ripercorreremo lideologia della partecipazione, gli studi dei caratteri morfologici ricorrenti, le scelte del tradizionale rivisitato, attraverso alcuni progetti dello studio BBPR (Milano 1932 1968)44 tesi a saldare la tradizione colta con la tradizione popolare come scriver Rogers indicando gli obiettivi di un vasto strato della cultura architettonica. Ma saranno le esperienze della scuola milanese di Franco Albini (Lecco 1905 Milano 1977), Ignazio Gardella (Milano 1905 Oleggio 1999), e alcune opere dei piemontesi Roberto Gabetti (Torino 1925-2000) e Imaro Isola (Oreglia d) (Torino 1928) a testimoniare la ricerca di una nuova espressivit del linguaggio architettonico, che andr assumendo, prevalentemente, i contorni di un recupero della storia e della tradizione precedente la temperie moderna45. Lasciamo al critico e professore veneziano Manfredo Tafuri lapologia46 di questo sintetico inquadramento storico che ai primi anni Novanta profeticamente scriveva: gli ambigui tentativi di colmare una crisi di cui non si riesce a vedere le cause, negli anni Cinquanta e Sessanta, preannunciano le trasformazioni di una disciplina che non sa ancora fare i conti con il proprio passato, anche se configura oggetti ansiosi e ansiogeni aggiungerei! tesi a un futuro privo di certezze. Da tale clima non potranno che uscire imponenti utopie o tentativi di ricreare, intorno a ci che resta del concetto umanistico di architettura, gabbie dorate47 certi che le nuovissime generazioni sapranno assimilare la Storia passata e recente per andare oltre le nefande gabbie dorate vaticinate.

Buon lavoro, Esther Giani Venezia, 19 gennaio 2009

manuale e sapersene servire quando ci si accinge al faticoso esercizio progettuale. 42Classi popolari, protagoniste della ricostruzione postbellica: nel quartiere Ina-Casa di Tiburtino a Roma (vero manifesto del neorealismo architettonico). Per Ridolfi, Quaroni e una serie di giovani collaboratori, la planimetria informale (e in omaggio al mito delle forme spontanee), le tecniche costruttive artigianali e i particolari di sapore dialettale si rifanno esplicitamente al mondo contadino, celebrato come luogo di una naturalit incontaminata. M. Tafuri, F. Dal Co, in Architettura Contemporanea, op. cit. p. 326. 43 La forma segue la funzione era uno degli slogan del Movimento moderno di Le Corbusier, di Mies van der Rohe, di Gropius e di Loos, che riprendeva la celebre affermazione di Otto Wagner (1841-1918) che nel 1895 scriveva: ci che non pratico, non pu essere bello. 44 BBPR studio di architetti costituito nel 1932 a Milano da Gianluigi Banfi (Milano 1910 Mathausen 1945), Lodovico Belgiojoso (Barbiano di) (Milano 1909), Enrico Peressutti (Pinzano di Tagliamento 1908 Milano 1976) e Ernesto Nathan Rogers (Trieste 1910 Gardone 1968). 45Cfr. la teoria del regionalismo critico quale superamento dellmpasse postmoderna attraverso i paradigmi, conosciuti e riconosciuti (e trasmissibili), della propria cultura locale (che passa anche attraverso il Movimento moderno!) . Kenneth Frampton Regionalismo critico: architettura moderna e identit culturale, in Storia dellarchitettura Moderna, op. cit. pp. 371 e segg. 46 Apologia. Storicamente, nellantica Atene, discorso di autodifesa pronunciato dal condannato. Nellantica liturgia cattolica, preghiera pronunciata dal sacerdote allinizio della messa per chiedere il perdono delle proprie colpe. Nel linguaggio ricorrente: discorso o scritto a difesa o a esaltazione di qualcuno o qualcosa 47 M. Tafuri, F. Dal Co, in Architettura Contemporanea, op. cit. p. 346.

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