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La messa ciclica
Nella prima met del Quattrocento, linglese Leonel Power fu tra i primi a gettare le basi del nuovo principio di connettere in maniera organica i movimenti dellOrdinario (tutti a tre voci) tramite una stessa melodia preesistente, applicata al tenor e denominata cantus firmus. Du Fay inaugura la lunga tradizione di messe cicliche costruite su cantus firmus di origine profana e fu tra i primi a elaborare una grande messa polifonica a quattro voci (cantus firmus: la melodia popolare Lhomme arm). Nella seconda met del Quattrocento cresce notevolmente il repertorio di messe polifoniche; si assiste in questepoca allutilizzazione di un vasto assortimento di procedimenti contrappuntistici e alladozione di svariate tecniche di elaborazione del cantus firmus. Le messe di Ockeghem presentano un vasto assortimento di procedimenti compositivi, sia nel trattamento del cantus firmus sia nella conduzione e nello sviluppo della trama contrappuntistica tra le quattro parti vocali (Superius, Altus, Tenor, Bassus). Lo stile personalissimo di Ockeghem caratterizzato dal flusso costante della polifonia verso la conclusione delle varie sezioni o sotto-sezioni, dal ritmo che evita la simmetria degli accenti e dal forte senso di accelerazione e di intensificazione ritmica. Altri importanti compositori di messe sono
Obrecht e Desprez: il primo aspira alla logicit della struttura e alla variet dei sistemi organizzativi; laltro adotta alcuni procedimenti compositivi arcaici e nelle sue messe il cantus firmus ripetuto rigorosamente in tutti i movimenti sempre nel tenor, con note di ugual valore, rimanendo indipendente dalle altre voci.
I mottetti
Come gli inni polifonici, anche alcuni mottetti quattrocenteschi impiegano la tecnica della libera parafrasi della melodia gregoriana incorporata nella voce pi acuta. Il mottetto rinascimentale si distingue da quello medievale per labbandono delle strutture isoritmiche e delluso di testi differenti per ciascuna voce, per luso di testi in latino perlopi sacri, per la stabilizzazione del modello di scrittura a quattro o cinque parti vocali, per lutilizzazione del contrappunto imitativo.
La chanson
Quasi tutto il repertorio della chanson polifonica, coltivato nel corso del Quattrocento in Francia e assimilato poi dalle corti italiane senza il corredo dei testi poetici francesi in quanto preferivano lesecuzione solo strumentale, scritto a tre voci (Superius, Tenor e Contratenor), prevede luso di testi differenti per ciascuna voce e ha la struttura del rondeau a pi strofe di quattro-cinque versi. La chanson coltivata verso la met del secolo caratterizzata dal netto predominio della voce pi acuta sulle altre voci. Numerose sono le chansons a quattro voci caratterizzate da una spiccata sensibilit per le progressioni armoniche.