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Giovanni Fiori
Materiale didattico
PARTE I Leconomia aziendale, il concetto di azienda, le relazioni tra aziende ed ambiente esterno, le imprese: concetti generali
PARTE II
PARTE III
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
Riferimenti bibliografici
Caramiello C., Lazienda (alcune brevi riflessioni introduttive), Milano, Giuffr, 1993.
La scienza economica
LEconomia studia i problemi economici, problemi che nascono, cio, a causa dello sfruttamento di risorse limitate.
+
Risorse limitate
La scienza economica
Bisogni illimitati
Problemi economici:
+
Risorse limitate
Risorse illimitate
o
Risorse non producibili
La scienza economica
Problemi economici
La scienza economica
ECONOMIA
ECONOMIA POLITICA
ECONOMIA AZIENDALE
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La scienza economica
Soddisfacimento dei bisogni
ATTIVITA DI PRODUZIONE
ATTIVITA DI CONSUMO
Aziende di produzione
Famiglie
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La scienza economica
Soddisfacimento dei bisogni
AZIENDE DI PRODUZIONE
FAMIGLIE
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I bisogni
BISOGNI
ATTIVITA ECONOMICA = Attivit umana organizzata con lobiettivo di trovare la soluzione pi adatta al soddisfacimento dei bisogni umani.
Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale 14
I bisogni
DIFFERIBILI O INDIFFERIBILI
BISOGNI
RIGIDI O FLESSIBILI
INDIVIDUALI O COLLETTIVI
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I bisogni
INDIFFERIBILI
BISOGNI
Vitali
FLESSIBILI
I bisogni
INDIVIDUALI
Sono bisogni specifici per una persona. Bisogni provati da un uomo come individuo BISOGNI
COLLETIVI
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I bisogni
INDIVIDUALI
BISOGNI
COLLETTIVI
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Lazienda
AZIENDA
Unit economica con propria autonomia organizzativa tesa alleconomicit con carattere non accidentale e una proiezione ad un tempo indefinito.
Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale 19
Lazienda
AZIENDA Sistema organizzato che richiede:
CAPITALE
LAVORO
Elemento oggettivo
Elemento soggettivo
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Le aziende di produzione
AZIENDE DI PRODUZIONE
SCOPO DI LUCRO
IMPRESE
ASSOCIAZIONI
FONDAZIONI
IMPRESE
PUBBLICA AMM.NE
FAMIGLIE
Flussi
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Utili/Interessi Capitali
FAMIGLIE
23
IMPRESE
Tasse/imposte Servizi
Utili/Interessi Capitali
PUBBLICA AMM.NE
24
IMPRESE
Tasse/imposte Servizi
Interessi Capitali
PUBBLICA AMM.NE
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FAMIGLIE
Le imprese. Classificazione
DIMENSIONE
IMPRESE
PICCOLE
MEDIE
GRANDI
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IMPRESE
GRUPPI
Legami gerarchici
Legami di mercato
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Le imprese. Classificazione
SETTORE
IMPRESE
SETTORE PRIMARIO Aziende di produzione originaria, fattori produttivi che provengono direttamente dalla natura
AZIENDE AGRICOLE, ESTRATTIVE, CACCIA & PESCA
SETTORE SECONDARIO Aziende che operano nella trasformazione fisica delle materie prima
AZIENDE INDUSTRIALI
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Business idea
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Localizzazione
Pressioni fiscali
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Dimensione
La scelta della dimensione dipende:
Business idea e attivit economica
Risorse Finanziarie
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La forma giuridica
IMPRESE
SOCIETA
Societ di persone
Societ di capitali
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SOGGETTO GIURIDICO
SOGGETTO ECONOMICO
Chi effettivamente governa limpresa (persona o gruppo di persone cui viene affidata la definizione delle linee di sviluppo dellattivit aziendale).
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SOGGETTO ECONOMICO
Qualsiasi persona che effettivamente gestisce lazienda (una persona o un gruppo di persone incaricate di sviluppare le strategie)
Impresa Individuale
Imprenditore
Imprenditore
Societ di persone
Societ e Soci
Soci gestori
Societ di capitali
Societ
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Management
Le societ di persone
LE SOCIETA DI PERSONE
S.S.
S.N.C.
S.A.S.
Societ semplice
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Le societ di capitali
LE SOCIETA DI CAPITALI
S.P.A.
S.R.L.
S.A.P.A.
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Le societ in accomandita
LE SOCIETA IN ACCOMANDITA
S.A.S.
Esistenza di due categorie di soci:
S.A.P.A.
Le societ
TIPOLOGIA DI ATTIVITA
SOCIETA DI PERSONE
S.S.
No commercio
S.N.C.
Qualsiasi attivit
S.A.S.
SOCIETA DI CAPITALI
S.P.A.
S.R.L.
Qualsiasi attivit
S.A.P.A.
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Le societ
COSTITUZIONE
SOCIETA DI PERSONE
S.S.
Nessuna formalit
S.N.C.
S.A.S.
SOCIETA DI CAPITALI
S.P.A.
S.R.L.
Registro delle imprese
S.A.P.A.
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Le societ
CAPITALE SOCIALE MINIMO
SOCIETA DI PERSONE
S.S.
S.N.C.
Nessuna indicazione
S.A.S.
SOCIETA DI CAPITALI
S.P.A.
120.000
S.R.L.
10.000
S.A.P.A.
120.000
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Le societ
RESPONSABILITA
SOCIETA DI PERSONE
S.S.
Illimitata e solidale
S.N.C.
Illimitata e solidale
S.A.S.
In relazione alla categoria di soci
SOCIETA DI CAPITALI
S.P.A.
S.R.L.
S.A.P.A.
In relazione alla categoria di soci
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La forma di governo
GOVERNO DELLIMPRESA
CORPORATE GOVERNANCE
il sistema delle regole e dei vincoli di natura sia istituzionale che di mercato nellambito dei quali si compongono e si perseguono gli interessi delle varie categorie di stakeholders: azionisti, management, clienti, fornitori, pubblica amministrazione, dipendenti, consumatori, etc.
AIROLDI, BRUNETTI, CODA Lezioni di economia aziendale
leffettivo controllo del management da parte del consiglio e laffidabilit e lealt alla societ ed ai soci.
OCSE, Principles of Corporate Governance.
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Modelli di capitalismo
IL CAPITALISMO ITALIANO Rilevanza delle PMI Diffusione modello familiare (propriet/controllo) Concentrazione proprietaria dei grandi gruppi
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Modelli di capitalismo
IL CAPITALISMO ANGLOSASSONE Ruolo del mercato finanziario Modello Public company elevato potere dei manager
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Modelli di capitalismo
IL CAPITALISMO RENANO Modello collaborativo (Stato/impresa/lavoratori) Partecipazione delle banche al capitale di rischio Stato come garante, senza interferire col mercato
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le informazione di bilancio rappresentano un momento di comunicazione con gli stakeholders le norme giuridiche, i principi contabili ma, soprattutto, le logiche decisionali degli utenti ed il contesto politico-sociale-culturale di un paese, condizionano quantit e qualit delle informazioni fornite dalle imprese. la trasparenza informativa e lattendibilit delle informazioni di bilancio costituiscono una condizione di primaria importanza per il buon funzionamento dei mercati finanziari. le regole di corporate governance ed i controlli rappresentano uno strumento di garanzia per una comunicazione trasparente e tempestiva
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CORPORATE GOVERNANCE
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One-tier systems
ESISTENZA DI UN UNICO ORGANO DI GOVERNO CON FUNZIONI DI GESTIONE E CONTROLLO (Stati Uniti, Inghilterra..)
Two-tier systems
ESISTENZA DI DUE ORGANI, UNO CON FUNZIONI DI GESTIONE, LALTRO CON FUNZIONI DI CONTROLLO ( Germania, Svizzera)
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Modello-insider system
MODELLO RENANO, LE BANCHE SONO IL FULCRO DEL SISTEMA ECONOMICO, CON UNO ZOCCOLO DURO CON FORTE RUOLO DECISIONALE
Modello-outsider system
MODELLO MARKET ORIENTED , IL MERCATO REGOLA LE TRANSAZIONI. LA PUBLIC COMPANY E IL MODELLO DI AZIENDA PREVALENTE.
BANCHE
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STATI UNITI
INGHILTERRA
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Stati Uniti
Inghilterra
Il Board of Directors, composto da executive e non executive directors, lunico organo di governo con funzioni direttive e di controllo; il CEO (Chief Financial Officer) la figura chiave di tutto il sistema; Gli azionisti sono prevalentemente degli investitori interessati al rendimento dei loro investimenti.
Prof. Giovanni Fiori
Il Board organo sia di gestione che di controllo; c poi un presidente come per il sistema americano; le societ non hanno una struttura dettata dalla legge bens dalla prassi; non c infatti lobbligo per le societ di avere uno specifico board e tantomeno un presidente.
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Board of Directors
Compensation Committee
Fonte: G. Fiori, R. Tiscini, Corporate governance, regolamentazione contabile e trasparenza dellinformativa aziendale
Nominating Committee
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Il modello renano
MODELLO RENANO
Modello bank oriented Two tier system
notevole influenza delle banche, presenti allinterno del Consiglio di Sorveglianza e rappresentanti degli azionisti
principio della co-determinazione dei lavoratori, presenti allinterno del Consiglio di Sorveglianza e partecipanti ad alcune importanti decisioni aziendali.
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Il modello renano
MODELLO RENANO
GOVERNO
Il Comitato di Gestione
Il Consiglio di Sorveglianza
direzione e gestione
supervisione delloperato dellorgano di gestione; nomina degli amministratori; controllo contabile ed approvazione del bilancio.
Corso di Economia Aziendale 56
Il modello renano
Assemblea dei soci
Lavoratori nomina
Consiglio di amministrazione
Vorstand
Fonte: G. Fiori, R. Tiscini, Corporate governance, regolamentazione contabile e trasparenza dellinformativa aziendale
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Il modello francese
MODELLO FRANCESE
Modello ibrido tra il one tier e il two tier system; forte presenza dello Stato nelleconomia
Il modello italiano
MODELLO ITALIANO
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Il modello italiano
MODELLO ITALIANO
ORGANI PRINCIPALI
Consiglio di amm.ne
Collegio sindacale
nominato dagli azionisti con poteri di controllo di legittimit sulloperato degli amministratori.
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Il modello italiano
LE DISPOSIZIONI DEL TESTO UNICO SULLA FINANZA (D.lgs. 58-1998, Legge Draghi)
Disciplina specifica per le societ quotate in borsa soprattutto in tema di controlli: scissione tra il controllo contabile, affidato ad una societ di revisione (o revisore) esterna, e controllo sullamministrazione, affidato ai sindaci con alcune novit rispetto al passato; riqualificazione del ruolo del collegio sindacale con lattribuzione allo stesso di nuovi poteri di vigilanza informativa sulloperato degli amministratori (i sindaci hanno lobbligo di intervenire in caso di operazioni di gestione manifestamente imprudenti, o comunque non giustificabili in relazione alloggetto sociale); ampliamento dei poteri di vigilanza e di intervento della Consob nei confronti del collegio sindacale;
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Il modello italiano
LE NOVITA DELLA RIFORMA DEL DIRITTO SOCIETARIO (D.lgs. 6/2003) Novit per le S.p.A. ed S.r.l., quotate e non, soprattutto in tema di modelli di gestione, con la possibilit di scegliere indifferentemente tra: modello tradizionale; modello dualistico; modello monistico
Si sottolinea ancora limportanza di realizzare i controlli sia esterni che interni ed il modo in cui nei diversi modelli di gestione si possono strutturare tali controlli.
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Il modello italiano
LE NOVITA DELLA RIFORMA DEL DIRITTO SOCIETARIO (D.lgs. 6/2003)
MODELLO ANTE RIFORMA (dualistico orizzontale) Il sistema ordinario strutturato come quello gi previsto dal Codice Civile: lassemblea nomina lorgano amministrativo e il Collegio sindacale.
NOVIT: il controllo contabile non rientra pi, anche per le societ non quotate, tra le competenze istituzionali del collegio sindacale, ma e esercitato da un revisore esterno che, limitatamente alle societ che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio ovvero che sono tenute a redigere il bilancio consolidato, deve essere una societ di revisione
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Il modello italiano
LE NOVITA DELLA RIFORMA DEL DIRITTO SOCIETARIO (D.lgs. 6/2003)
MODELLO DUALISTICO Tale sistema prevede la presenza di un Consiglio di Gestione e di un Consiglio di sorveglianza (SCOMPARE IL COLLEGIO SINDACALE)
rispetto al modello tradizionale, il Consiglio di sorveglianza ha maggiori poteri di quelli riconosciuti al Collegio Sindacale, mentre diminuisce il ruolo dellassemblea dei soci.
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Il modello italiano
LE NOVITA DELLA RIFORMA DEL DIRITTO SOCIETARIO (D.lgs. 6/2003)
MODELLO DUALISTICO
Il controllo contabile esercitato da un revisore contabile o da una societ di revisione. Il ricorso al controllo di un organo esterno obbligatorio anche per le societ che non facciano ricorso al mercato dei capitali e non siano tenute a redigere il bilancio consolidato
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Il modello italiano
LE NOVITA DELLA RIFORMA DEL DIRITTO SOCIETARIO (D.lgs. 6/2003)
MODELLO MONISTICO Il sistema monistico prevede un modello di amministrazione e controllo sostanzialmente analogo a quello tradizionale: le principali differenze con il modello tradizionale risiedono nellimpossibilit di affidare lamministrazione ad un amministratore unico e nella eliminazione del collegio sindacale.
Lamministrazione e il controllo sono esercitati rispettivamente dal consiglio di amministrazione e dal comitato per il controllo sulla gestione, costituito al suo interno.
Anche secondo il modello monistico, il controllo contabile spetta necessariamente ad una societ di revisione o a un revisore, a seconda che la societ faccia o meno ricorso al mercato del capitale di rischio.
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DUALISTICO ORIZZONTALE
CDA
MONISTICO
Text
DUALISTICO VERTICALE
Text
Fonte: G. Fiori, R. Tiscini, Corporate governance, regolamentazione contabile e trasparenza dellinformativa aziendale
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AMMINISTRAZIONE
CONTROLLO LEGALITA
CONTROLLO CONTABILE
SISTEMA TRADIZIONALE Revisore contabile, soc. di revisione, collegio sindacale formato da revisori Revisore contabile o soc. di revisori
Assemblea
Collegio sindacale
SISTEMA DUALISTICO Consiglio di gestione Consiglio di sorveglianza Consiglio di sorveglianza Assemblea dei soci Assemblea dei soci
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Societ di revisione
Controllo del bilancio e della contabilit Controllo sullamministrazione Controllo operativoRisk management Comitato per il Controllo Interno Societ di rating Valutazione organi di controllo interno e proposte soc. di revisione
Collegio sindacale
Internal Auditing
D. Lgs. 58/1998
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Codice di Autodisciplina
Facoltativo
Fonte: G. Fiori, R. Tiscini, Corporate governance, regolamentazione contabile e trasparenza dellinformativa aziendale
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Lorganizzazione
ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
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Lorganizzazione
ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Organismo personale Studio delle capacit e degli obiettivi delle persone mettendole in relazione con la struttura dellorganizzazione aziendale.
Assetti Organizzativi Strumenti per il coordinamento delle persone. Sono funzionali al raggiungimento dei fini aziendali. \
STRUTTURE ORGANIZZATIVE
SISTEMI OPERATIVI
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Lorganizzazione
ASSETTI ORGANIZZATIVI
Strutture organizzative
Sistemi operativi
Studio degli organi aziendali, delle loro funzioni e delle rispettive interrelazioni
problema
Regole, procedure e programmi che garantiscono il buon funzionamento dellimpresa gestione del personale programmazione e controllo sistemi informativi aziendali
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Individuazione dei compiti e delle attivit da svolgere Divisione del lavoro tra le unit organizzative
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Definizione funzioni/organi
GERARCHIA
FORMALIZZAZIONE DI UN ORGANIGRAMMA, rappresentazione grafica della struttura organizzativa che mette in evidenza la relazione gerarchica tra gli organi
Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale 75
PER OUTPUT
produzione
produzione
vendita
vendita
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Le strutture organizzative
STRUTTURA ELEMENTARE
Direzione Generale
Unit operativa
Unit operativa
Unit operativa
Imprese di piccole dimensioni, per lo pi familiari. Tutte le responsabilit direzionali sono accentrate nella DG La divisione del lavoro realizzata per tipo di operazione
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Le strutture organizzative
STRUTTURE COMPLESSE
Struttura FUNZIONALE
Struttura DIVISIONALE
La DIVISIONE data da un insieme di persone ed operazioni necessarie alla realizzazione di un certo output
DIVISIONE DEL LAVORO PER TIPOLOGIA DI PRODOTTI
Struttura MATRICIALE
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Le strutture organizzative
STRUTTURA FUNZIONALE
Direzione Generale
Produzione
Vendita
Amministrazione
Un. Op. I
Un. Op. II
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Le strutture organizzative
STRUTTURA DIVISIONALE
Direzione Generale
Prodotto A
Prodotto B
Prodotto C
Produzione
Vendita
Amm.ne
Mercato 1 Mercato 2
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Le strutture organizzative
STRUTTURA MATRICIALE
Direzione Generale
Produzione
Vendita
Amministrazione
Un. Op.
Prodotto A
Prodotto B
Prodotto C
Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale 81
ECONOMIE DI SPECIALIZZAZIONE
Struttura funzionale
ECONOMIE DI DIFFERENZIAZIONE
Struttura divisionale
Struttura divisionale
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Le strutture organizzative
STRUTTURA MATRICIALE
Duplice livello di specializzazione; corrispondenza tra la specializzazione ed il livello direttivo (duplice livello direzionale); adattabilit ad ambienti instabili; corresponsabilit nel raggiungimento degli obiettivi (necessit di coordinamento).
VANTAGGI
Economie di scala Economie di specializzazione Gestione unitaria dei prodotti Decentramento Adeguata ad ambienti instabili
SVANTAGGI
Duplicazione dei costi Duplicazione di autorit con conseguente potenziale conflittualit ed incremento dei costi di coordinamento
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La strategia aziendale
STRATEGIA
Insieme degli obiettivi fondamentali perseguiti e delle politiche poste in essere per la realizzazione di tali obiettivi
Indirizzi strategici
Linee guida, valori, identit cosa fare perch farlo come farlo
Decisioni, scelte, strategie dove operare come operare\ quali leve sfruttare
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La strategia aziendale
STRATEGIA
Variabili fondamentali:
Obiettivi dellazienda Allocazione delle risorse per il raggiungimento degli obiettivi aziendali (sopravvivenza duratura, creazione di valore: redditivit > costo del capitale)
Prof. Giovanni Fiori
Ambiente esterno
Variabile temporale
Insieme delle variabili esterne che influenzano le decisioni aziendali e quindi gli obiettivi
Necessit di rivedere Orizzonte di lungo termine, ma necessit di periodicamente le rivedere periodicamente strategie aziendali le strategie aziendali
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La strategia aziendale
Ambiente esterno
MACRO AMBIENTE
MICRO AMBIENTE
Singolo settore di riferimento Insieme di imprese che producono beni tra loro intercambiabili
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La strategia aziendale
STRATEGIA AZIENDALE
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Le forze competitive
MINACCIA DI NUOVI ENTRANTI
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Le forze competitive
INTENSITA DELLA CONCORRENZA
Si basa sullanalisi dei comportamenti degli operatori economici gi presenti ed attivi nel mercato di riferimento, ed in particolare: sulle politiche di pricing (c.d. guerra dei prezzi); sulla differenziazione del prodotto.
Il livello di concorrenza interno dipende essenzialmente da: la storia del settore; la fase del ciclo di vita del settore; la strategicit del business.
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Le forze competitive
POTERE CONTRATTUALE DEI FORNITORI
In un mercato con poche imprese e con un prodotto molto differenziato il fornitore ha, nei rapporti con queste imprese, maggior potere contrattuale. Queste imprese, infatti, possono rivolgersi quasi esclusivamente e in via continuativa agli stessi fornitori che, dunque, assumono un maggior potere in relazione alle modalit/tempi e caratteristiche delle forniture.
Le forze competitive
MINACCIA DI POTENZIALI NUOVI ENTRANTI
Rappresenta il rischio dellentrata nel mercato di riferimento di nuovi competitors. Tale rischio determinato dalla presenza o meno di: BARRIERE ALLENTRATA: ostacoli allingresso di un nuovo mercato/settore.
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Le forze competitive
Le BARRIERE ALLENTRATA possono essere economiche se per esempio lentrata in quel settore di attivit richiede cospicui investimenti, finanziari o materiali, al fine di essere minimamente competitivi ovvero possono essere strategiche. In questultimo caso il comportamento delleventuale new entry particolarmente influenzato e dipendente dalla reazione degli operatori gi presenti nel mercato dinanzi alla minaccia di entrata. Le BARRIERE ALLUSCITA possono esplicarsi in vincoli soggettivi (attaccamento dellimprenditore allattivit svolta indipendentemente dai risultati conseguiti), ovvero alla strategicit del business, nel caso in cui lattivit in oggetto sia funzionale o legata ad altri business profittevoli del gruppo, ovvero al livello di investimenti gi sostenuti (maggiori sono tali investimenti, minore sar la propensione ad uscire dal business alle prime difficolt, dati i problemi di recupero dei sunk costs).
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Le forze competitive
BARRIERE ALLENTRATA
Tipologie fondamentali:
Dipendono dalla reazione delle imprese gi esistenti nel settore di fronte al rischio di un nuovo ingresso
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Le forze competitive
BARRIERE ALLUSCITA
Barriere economiche
Barriere extra-economiche
TIPO DI INVESTIMENTI Maggiori sono gli investimenti effettuati, minore sar la propensione ad uscire dal business
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Le forze competitive
MINACCIA DI PRODOTTI SOSTITUTIVI
necessario tenere in considerazione la propensione degli acquirenti nei confronti di altri prodotti con caratteristiche materiali o immateriali simili. Le caratteristiche dei surrogati e del prezzo degli stessi, infatti, rappresentano variabili decisorie fondamentali dei consumatori acquisiti o potenziali.
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La strategia aziendale
STRATEGIA
STRATEGIE DI CORPORATE
STRATEGIE DI BUSINESS
STRETEGIE OPERATIVE
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La strategia aziendale
STRATEGIE DI CORPORATE
INTEGRAZIONE
DIFFERENZIAZIONE
DIVERSIFICAZIONE
conglomerale
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La strategia aziendale
STRATEGIE DI BUSINESS
Grado di innovazione
Vantaggio perseguito
COSTO
DIFFERENZIAZIONE
La strategia aziendale
Matrice strategica di business
Vantaggio perseguito
costo Differenziazione
LEADERSHIP DI COSTO
LEADERSHIP DI DIFFERENZIAZIONE
ampio
ristretto
FOCALIZZAZIONE COSTO
FOCALIZZAZIONE DIFFERENZIAZIONE
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La strategia aziendale
La leadership di costo
Limpresa opera con costi unitari inferiori rispetto a quelli sostenuti dalla concorrenza FATTORI CRITICI: Costi dei fattori produttivi, fonte di rifornimento privilegiata (i.e. i produttori di petrolio e gas dellArabia Saudita, il potere contrattuale di Wal-Mart); Economie di scala (i.e. indivisibilit dei costi di sviluppo e di lancio sul mercato nellindustria automobilistica); Utilizzazione della capacit produttiva (i.e. load factor nel trasporto aereo); Economie di apprendimento (i.e. Samsung nella produzione di schermi LCD); Tecnologie produttive (i.e. innovazione di processo, Toyota factory, Skype Voip); Design e sviluppo di prodotto (i.e. piattaforma unica per diversi modelli nellindustria automobilistica) Residual efficiency (i.e. good management and motivation).
Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale 103
La strategia aziendale
La differenziazione
Attribuzione al prodotto di caratteristiche distintive ed uniche (materiali o semplicemente percepite) che ne aumentano il valore FATTORI CRITICI: Qualit e performance (i.e. BMW); Servizi accessori (i.e. Dell Computer delivery system); Affidabilit (i.e. Traco 10 servizio postale); Variet (i.e. Lancia Y gamma di colori) Localizzazione (i.e. Luis Vuitton retail stores); Innovazione (i.e. Sony cd/dvd readers, Bose Home theatre systems); Immagine e Marchio (i.e. Apple i-Pod, Coca Cola soft drink); Status e Stile di Vita (i.e. American Express, Harley-Davidson)
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La strategia aziendale
La focalizzazione
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La strategia aziendale
Focalizzazione sul costo Focalizzazione sulla differenziazione
VANTAGGI favorisce la specializzazione favorisce lesperienza riduce la pressione competitiva RISCHI la nicchia di mercato potrebbe essere troppo ristretta minaccia di nuovi entranti ciclo di vita del prodotto nei mercati di nicchia
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Le funzioni aziendali
FUNZIONI AZIENDALI
si classificano in
Funzioni integrative
Organizzazione
Pianificazione & controllo Sistemi informativi
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Funzione commerciale
Gestisce e cura i rapporti tra lazienda ed il mercato
ORIENTAMENTO DELLIMPRESA
Al prodotto
Alle vendite
Al mercato
Al marketing
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Funzione commerciale
ORIENTAMENTO DELLIMPRESA
Al marketing Mira al soddisfacimento della clientela con un approccio strategico di medio-lungo periodo SI SVILUPPANO ATTIVITA
Attivit operative
Espletamento delle funzioni di vendita/promozione
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Il marketing mix
COMUNICAZIONE
DISTRIBUZIONE PREZZO
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Il marketing mix
PRODOTTO
Caratteristiche materiali ed immateriali del prodotto: assistenza garanzia gamme disponibili optional
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Il marketing mix
PREZZO
Politiche stabilite in base agli obiettivi reddituali e di mercato: importanti ai fini del posizionamento strategico dellimpresa; comportamento della concorrenza; grado di differenziazione.
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Il marketing mix
COMUNICAZIONE
Diverse leve e diversi strumenti di comunicazione: pubblicit; promozione; propaganda; pubbliche relazioni; sponsorship.
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Il marketing mix
DISTRIBUZIONE
Diretto
Lungo Pi intermediari
Assenza di intermediari
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VENDITA
TRASFORMAZIONE
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La rilevazione
INFORMAZIONI SULLA GESTIONE
Destinatari interni
Destinatari esterni
Amministratori Management
Stakeholders
soci banche risparmiatori erario clienti/fornitori
Corso di Economia Aziendale 116
Linformazione
Informazione interna
volontaria, non regolata dalla legge
Informazione esterna
continua
periodica
consuntiva/preventiva
consuntiva
bilancio desercizio
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Impieghi e fonti
IMPIEGHI FONTI
QUAL LA PROVENIENZA DEL CAPITALE
Spese correnti
Ricavi correnti
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Impieghi e fonti
IMPIEGHI FONTI
Liquidit
impieghi
Crediti
Patrimonio Netto
ancora utilizzabili
Debiti finanziari
Immobilizzazioni
Debiti commerciali
fonti acquisite
sono pi utilizzabili
a titolo definitivo
Corso di Economia Aziendale
Ricavi
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Le categorie di finanziamento
FINANZIAMENTO
CAPITALE DI RISCHIO
CAPITALE DI CREDITO
Mezzi propri
(Patrimonio Netto)
Prof. Giovanni Fiori Corso di Economia Aziendale
Mezzi di terzi
(Debiti finanziari)
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Le categorie di finanziamento
FINANZIAMENTO
Debiti Finanziari (Capitale di credito)
Patrimonio Netto
(Mezzi propri)
Indeterminato
RIMBORSO
Stabilito contrattualmente
REMUNERAZIONE
Stabilita contrattualmente
Soci
Prof. Giovanni Fiori
DIRITTI
Creditori
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Le categorie di finanziamento
FINANZIAMENTO
Mezzi Propri
Capitale di credito
DEBITI FINANZIARI
Capitale Netto
Capitale Sociale
Fondo di dotazione
122
Le categorie di finanziamento
DEBITI FINANZIARI Soggetti erogatori:
Banche
Mutui C/c passivi
Risparmiatori
Obbligazioni
Obbligazioni convertibili
Factoring
Anticipi su fatture
Anticipazioni
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Il finanziamento. Rappresentazione
Unazienda viene istituita con un capitale sociale di 200.000 (versato dai soci in un c/c bancario), quindi integra quanto sopra con il ricorso ad un finanziamento bancario di 100.000(anche questi accreditati sul c/c bancario). Per rappresentare loperazione necessario indicare: 1) la qualit del capitale (cio: come impiegato) 2) la provenienza del capitale (cio: le fonti)
IMPIEGHI
Liquidit
FONTI
300.000 Capitale sociale
Debiti v/banche 300.000 200.000 100.000
300.000
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I fattori produttivi
FATTORI PRODUTTIVI Risorse materiali ed immateriali mediante cui viene svolta lattivit di produzione
IMMOBILIZZAZIONI
FATTORI PRODUTTIVI AD UTILITA PLURIENNALE
SPESE CORRENTI
FATTORI PRODUTTIVI LA CUI UTILITA E LIMITATA AD UN ESERCIZIO
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I fattori produttivi
FATTORI PRODUTTIVI
IMMOBILIZZAZIONI
Fabbricati Automezzi Partecipazioni R&D e Pubblicit (in alcuni casi)
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SPESE CORRENTI
Materie Personale Servizi R&D e Pubblicit (in alcuni casi)
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I fattori produttivi
IMMOBILIZZAZIONI
Tecniche
Investimenti in beni e servizi funzionali allattivit di produzione
Finanziarie
Investimenti in attivit finanziarie
materiali
immateriali
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I fattori produttivi
IMMOBILIZZAZIONI
Tecniche
Le immobilizzazioni tecniche rappresentano impieghi a redditivit collettiva, cos come le spese correnti
Finanziarie
Le immobilizzazioni finanziarie rappresentano impieghi a redditivit individuale
Gli impianti e le materie prime generano un reddito solo insieme ad altri fattori produttivi
Le obbligazioni e le partecipazioni generano un reddito senza bisogno del supporto di nessun altro fattore produttivo
Corso di Economia Aziendale 128
Ammortamento
Perdita di valore fisiologica e prevedibile, relativa a tutte le immobilizzazioni con vita utile limitata nel tempo
Svalutazione
Perdita di valore imprevedibile e legata a fattori esterni che colpisce qualsiasi tipo di immobilizzazione
Manutenzione
Spese sostenute sulle immobilizzazioni materiali
MANUTENZ. ORDINARIA
MANUTENZ. STRAORDINARIA
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Spese di manutenzione
MANUTENZIONE
Ordinaria
Spese sostenute per mantenere il bene in condizioni di normale funzionamento
Straordinaria
Spese sostenute per incrementare la vita utile o la funzionalit del bene
SPESE CORRENTI
IMMOBILIZZAZIONI
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Limpiego. Rappresentazione
Lazienda acquista, con pagamento in contanti, macchinari per 150.000 e, ottenendo una dilazione dai fornitori, materie per 100.000. IMPIEGHI
La tavola precedente: Liquidit
FONTI
Capitale sociale
Debiti v/banche 200.000 100.000
300.000
Si modifica cos:
IMPIEGHI
Liquidit Macchinari Materie prime 150.000 150.000
FONTI
Capitale sociale Debiti v/banche Debiti v/fornitori 200.000 100.000
100.000
100.000
400.000
131
400.000
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La vendita. Rappresentazione
Lazienda ottiene con la vendita dei propri prodotti, ricavi per 250.000 ( 180.000 in contanti ed il resto a dilazione).
La tavola precedente:
IMPIEGHI
Liquidit Macchinari Materie prime 150.000 150.000 100.000
FONTI
Capitale sociale
Debiti v/banche Debiti v/fornitori 200.000 100.000 100.000
Si modifica cos:
IMPIEGHI
Liquidit Crediti v/clienti Macchinari Materie prime 330.000 70.000 150.000 100.000 650.000
FONTI
Capitale sociale Debiti v/banche Debiti v/fornitori Ricavi di vendita 200.000 100.000 100.000 250.000 650.000
132
Il bilancio
ATTIVIT
Liquidit Crediti Immobilizzazioni Rimanenze
PASSIVIT
Patrimonio Netto Debiti finanziari Debiti commerciali
COSTI
RICAVI
Spese correnti
Ricavi correnti
133
Il bilancio
ATTIVIT PASSIVIT
COSTI
RICAVI
ECONOMICO
CONTO
Spese correnti
Ricavi correnti
134
Il Patrimonio Netto
IL PATRIMONIO NETTO
Capitale sociale Riserva da sovrapprezzo delle azioni Riserve di rivalutazione Riserva legale Riserve statutarie Riserva per azioni proprie in portafoglio Altre Riserve distintamente indicate Utili (perdite) portati a nuovo Utile (perdita) dellesercizio
135
La costituzione
Si costituisce una S.p.A. con capitale sociale di 100.000 euro, cos conferiti: 50.000 in denaro, 30.000 con lapporto di un immobile ed il resto da versare S.P.
Depositi bancari +50.000 Crediti v/soci per versam. ancora dovuti +20.000 Immobili +30.000 Capitale sociale +100.000
C.E.
136
La costituzione
Si richiamano i decimi da versare. 1. Tutti i soci provvedono al versamento dovuto S.P.
Depositi bancari
+ 70.000 +50.000 Crediti v/soci per versam. ancora dovuti 0 +20.000 Immobili +30.000 Depositi bancari +60.000 +50.000 Crediti v/soci per versam. ancora dovuti 0 +20.000 Immobili +30.000
2. I soci provvedono al versamento dovuto ad eccezione di uno di essi che recede la cui quota era di 10.000
S.P.
Capitale
sociale +100.000 90.000
137
La costituzione
Si costituisce una S.p.A. con capitale sociale di 100.000 euro, cos conferiti: 60.000 in denaro ed il resto da versare. Le spese legali, pagate contestualmente sono pari a 1.000 S.P.
Depositi bancari +59.000 Crediti v/soci per versam. ancora dovuti +40.000 Costi di impianto ed ampliamento +1.000 Capitale sociale
C.E.
+100.000
138
I Debiti Finanziari
I DEBITI FINANZIARI
(CAPITALE DI CREDITO)
Debiti verso banche per mutui per aperture di credito in c/c per anticipazioni Obbligazioni /Obbligazioni convertibili Debiti verso altri finanziatori Debiti (per prestiti) verso imprese controllate Debiti (per prestiti) verso imprese collegate Debiti (per prestiti) verso controllanti ..
139
I Debiti Commerciali
I DEBITI COMMERCIALI (DI DILAZIONE)
Debiti verso fornitori di impianti Debiti verso fornitori di materie Debiti verso fornitori di servizi Debiti verso il personale Debiti verso enti previdenziali Debiti tributari
140
IMMOBILIZZAZIONI
SPESE CORRENTI
fattori produttivi la cui utilit si protrae per pi anni (es. Impianti, macchinari, brevetti, ecc.) + investimenti finanziari (es. Partecipazioni, titoli, ecc.)
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fattori produttivi la cui utilit limitata ad un ciclo produttivo (es. materiali, lavoro, servizi, ecc.)
141
I - IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI Costi di impianto e di ampliamento Costi di ricerca e sviluppo Costi di pubblicit Diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere dellingegno Concessioni, licenze, marchi e diritti simili Avviamento Altre immobilizzazioni immateriali Immobilizzazioni in corso Acconti per immobilizzazioni immateriali
142
II - IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI Terreni e fabbricati Impianti e macchinari Attrezzature industriali e commerciali Altre immobilizzazioni materiali Immobilizzazioni in corso Acconti per immobilizzazioni materiali
143
III - INVESTIMENTI FINANZIARI: Partecipazioni in imprese controllate Partecipazioni in imprese collegate Partecipazioni in imprese controllanti Partecipazioni in altre imprese Crediti verso imprese controllate Crediti verso imprese collegate Crediti verso imprese controllanti Crediti verso altri Altri titoli Azioni proprie
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Le spese correnti
SPESE CORRENTI
Spese di acquisto delle materie (prime sussidiarie e di consumo) Spese di acquisto delle merci Spese per servizi / Spese per godimento di beni di terzi Salari e stipendi / Oneri sociali Altri costi del personale / Altri costi operativi Interessi passivi Minusvalenze su titoli e partecipazioni Sopravvenienze e insussistenze Minusvalenze Imposte sul reddito dellesercizio
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La vendita
Cessione del prodotto o del servizio ottenuto tramite limpiego dei fattori produttivi
RICAVI
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I ricavi
I RICAVI
Ricavi per vendita prodotti Ricavi per prestazioni di servizi Altri ricavi complementari Interessi attivi Dividendi Plusvalenze su titoli e partecipazioni Altri proventi finanziari Sopravvenienze e insussistenze Plusvalenze
147
Debiti finanziari
RATE
RIMBORSO
Stabilito contrattualmente
REMUNERAZ.
Stabilita contrattualmente
DIRITTI
Creditori
148
QUOTA CAPITALE
QUOTA INTERESSI
149
Rata 1 Rata 2
Q capitale Q capitale
Q interessi Q interessi
Rata 3
Rata n
Somma presa in prestito
Prof. Giovanni Fiori
Q capitale
Q capitale Q capitale
Q interessi
Q interessi Q interessi
Somma pagata
150
C.E.
+1.000
C.E.
151