Professional Documents
Culture Documents
DIFFRAZIONE RAGGI X
Interferenza causata da un oggetto interposto sul percorso delle onde (se questo
oggetto, a causa della perturbazione prodotta dall’onda incidente, diventa sorgente di
onde secondarie, si parla di scattering (diffusione))
La diffrazione si verifica quando le dimensioni dell’oggetto sono comparabili con la
lunghezza d’onda della radiazione. Quando in un cristallo si propagano onde la cui
lunghezza d’onda è confrontabile con le dimensioni della cella elementare, lo studio di tale
fenomeno consente di determinare la simmetria del cristallo, il valore dei parametri
reticolari, e la struttura della cella elementare
ENERGIA DI UN FOTONE X
hc
h h 6.626 1034 J s 1eV 1.6 1019 J
p2 h h2
p m 0.911 1027 g
2m 2m 2
h2 6.6 1034
11
1.9 10 m 0.19
2m 2 1
Se un bersaglio di rame viene bombardato con elettroni di alta energia, gli elettroni, colpendo il
metallo, decelerano generando radiazioni di lunghezza d’onda variabile in modo continuo. Tale
radiazione è detta di bremsstrahlung, radiazione usata soprattutto in medicina.
I raggi X utilizzati in cristallografia sono invece quelli generati dall’interazione tra gli elettroni
bombardanti e quelli degli strati più interni degli atomi.
Per esempio, l’espulsione di un elettrone dallo strato K (n=1) di un atomo di rame provoca
l’occupazione della vacanza da parte di un elettrone più esterno dando origine alla radiazione
K del rame, la cui lunghezza d’onda è =1.54Å
In tutti i tipi di diffrazione l’origine fisica del fenomeno è la diffusione elestica da parte degli
elettroni e dei nuclei che compongono il cristallo
Consideriamo due sorgenti puntiformi S1 e S2 che oscillano in fase con la stessa frequenza
2
kr1 kr2 r1 r2
Le due onde si possono rappresentare come due vettori rotanti di lunghezza y 01 e y02 che
formano angoli 1=kr1 e 2=kr2 con l’asse delle x.
L’ampiezza dell’onda risultante in P è:
y0 2
y01 y02
2
2 y01 y02 cos
2n 2 int erferenza cos truttiva
r1 r2
2n 1 int erferenza distruttiva
2
Consideriamo ora due atomi A e B pensati come sorgenti di onde diffuse (approccio di
Von Laue; nel caso dei raggi X i centri di diffusione sono gli elettroni, più leggeri dei nuclei.
Per gli elettroni il potenziale diffondente è il potenziale elettrostatico del cristallo che include il
contributo di elettroni e nuclei e possiede tutta la simmetria del cristallo. La diffusione di onde
da parte di diversi centri in punti diversi dello spazio dà luogo a un fenomeno di interferenza
differenza di cammino:
AD BC
differenza di fase:
2
AD BC
AD u s r BC u i r P1 e P2 sono due piani che soddisfano
vr 0
e vr rispettivamente
2 2
u s u i r
vr con
u s ui v
vr rappresenta un piano a v
Interferenza costruttiva in direzione us :
2
vr 2n ;
vr n serie di piani uno per ciascun valore di n
affinché tutte le onde diffratte si trovino in fase
sullo schermo è necessario che la differenza di
fase sia uguale a un numero intero di 2
Per una data direzione u i , vr n
definisce una serie di possibili piani , producendo un
massimo in direzione u s , caratteristico di ciascuna
famiglia di piani.
L’intensità dipende dal numero di atomi in ciascuna
famiglia di piani. Nella diffrazione da monocristallo
ciascun punto corrisponde alla direzione di u s
relativo alle differenti famiglie di piani che danno
luogo ad un massimo di diffrazione
Tutti gli atomi localizzati sui piani per cui vale
vr n , tutti contribuiscono al massimo
di intensità nella direzione us
vr vr cos ; v 2sin ; d AE r cos
vr 2d sin
allora
Ogni quantità che varia nel tempo può essere descritta come somma delle componenti di
Fourier nel dominio delle frequenze.
Anche le proprietà spaziali di un cristallo possono essere descritte come somma di
componenti nello spazio di Fourier o spazio reciproco.
Per un monocristallo perfetto, il reticolo reciproco nello spazio di Fourier è una matrice
infinita tridimensionale e periodica di punti, le cui distanze sono inversamente
proporzionali alle distanze fra i piani nel reticolo diretto.
Poiché i vettori nello spazio reale hanno le dimensioni di una lunghezza, quelli nello spazio
reciproco hanno le dimensioni di una lunghezza -1.
Ciò può essere confrontato direttamente con il vettore d’onda di un’eccitazione come il
fotone, una vibrazione reticolare o un elettrone libero in movimento.
L’ampiezza istantanea di un’onda progressiva con velocità v e frequenza può essere
espressa come
x
2 i t 2 v
A A0e v
se 2 ; k ;
A A0e
2i kx t in 3 dimensioni, il numero
2i k r t
d’onda k, è un vettore e A A0e
Un cristallo è invariante per traslazione
n1 n2 n3 int eri
n1 a1 n2 a 2 n3 a 3
a1 a 2 a 3 assi reticolari
Una qualunque proprietà spaziale
f r e ik r
deve essere tale che f r f r
ik r
f r e e e
ik r ik
ik
avremo invarianza vera se e 1 k k 2 m
DEFINIZIONE DI RETICOLO RECIPROCO
ik r
Consideriamo un insieme di punti che costituiscano un reticolo di Bravais e un’onda piana e
Per un k qualunque, l’onda piana non avrà la periodicità del reticolo di Bravais, ma lo sarà per
particolari scelte del vettore d’onda.
L’insieme di tutti i vettori d’onda k che conducono a onde piane con la periodicità del reticolo di
Bravais è il suo reticolo reciproco.
Analiticamente, k appartiene al reticolo reciproco di un reticolo di Bravais di punti , purché la
relazione
ik r
e e ik r
tenga per ogni r e per ogni nel reticolo di Bravais, o reticolo diretto. Possiamo quindi
caratterizzare il reticolo reciproco come l’insieme di vettori d’onda k che soddisfano la relazione vista
prima
ik
e 1 per tutti i del reticolo di Bravais
I vettori del reticolo reciproco sono definiti come
g l1b1 l2 b 2 l3 b3 con bi a j 2 ij
aj vettori del reticolo diretto
PROPRIETÀ
1) ciascun vettore del reticolo reciproco è a un insieme di piani reticolari del reticolo diretto
8 3
Vc*.u. b1 b 2 b3
Vc.u.
CONDIZIONI DI DIFFRAZIONE
2 2 v come un vettore dello spazio reciproco
vr consideriamo
2 v
hb1 kb2 lb3 h, k , l , qualsiasi
2 hb1 kb2 lb3 pa1 qa 2 ra 3 2 hp kq lr
se bi a j 2 ij
Per avere interferenza costruttiva deve essere un multiplo intero di 2 e poiché p,q,r
sono interi perchè la cella è primitiva, anche h,k,l devono essere interi.
2 v
Allora è proprio un vettore del reticolo reciproco e non un generico vettore
dello spazio reciproco poiché h,k,l
sono interi
Una figura di diffrazione di un cristallo è una mappa del reticolo reciproco del
cristallo
È un’eventualità rara che tutti e tre i coni si intersechino in modo da formare un raggio
comune. Per creare questo evento bisogna continuamente muovere o la lunghezza d’onda
del raggio incidente o l’orientazione del cristallo
Condizioni sperimentali per la diffrazione
Poiché nello scattering elastico l’energia del fotone si conserva, la frequenza si conserva.
La frequenza ' del fascio diffratto è uguale alla frequenza del fascio incidente e quindi,
poiché ck , i moduli di k e k’ sono uguali e quindi k ' k .
2 2
Condizioni di diffrazione
2 2 2
k g k g k ' k g k ' k
2
k g k g k g k k g g k g 2 k 2
2
2k g g 2 0 questo è quindi un risultato della teoria dello scattering
elastico in un reticolo periodico
Inoltre, se g è un vettore del reticolo reciproco, lo è anche g
ciò 2k g g 2
2
Ricordando che d hkl
g
k
2 2 4 2
2k g g 2 2 sin g
d hkl d hkl 2
k'
2 2
2 sin
d hkl
2d hkl sin
Dalle equazioni di Laue abbiamo
ottenuto facilmente la legge di Bragg;
l’angolo di Bragg è la metà dell’angolo di
diffusione
ZONA DI BRILLOUIN
2
a
a a
Gli insiemi
dei piani che bisecano i vettori del reticolo reciproco sono quelli per cui le onde
con k che dall’origine terminano su questi piani soddisferanno le condizioni di diffrazione.
Questi piani dividono lo spazio d Fourier in zone. La zona centrale è una cella primitiva del
reticolo reciproco (cella di Wiegner Seitz).
In teoria dei solidi è chiamata I zona di Brillouin
Costruzione della I zona di Brillouin per un
reticolo obliquo in due dimensioni. Si
tracciano dapprima vettori che partono da O
e che arrivano nei punti più vicini del reticolo
reciproco. Poi si costruiscono linee
perpendicolari a questi vettori nel loro punto
di mezzo. L’area più piccola racchiusa dalle
lenee che bisecano I vettori è la I zona di
Brillouin o cella di Wigner-Seitz.
Finora abbiamo considerato soltanto l’effetto della simmetria traslazionale sulla diffrazione,
ma anche la struttura della cella elementare influisce sull’intensità dell’onda diffratta.
Infatti, per ottenere l’ampiezza totale dell’onda diffusa bisogna sommare il contributo su tutti
i punti della cella elementare
SCS hkl e
i k ha1 k a 2 l a 3
Per il reticolo cubico a corpo centrato in cui c’è un atomo al centro in ½, ½, ½
1 1 1
i k h a1 k a 2 l a 3
SCCC hkl e hkl e
i k ha1 k a 2 l a 3 2 2 2
condizioni di Laue
1
i k ha1 k a 2 l a 3
SCCC SCS 1 e 2
k a1 2 h
k a 2 2 k
i h k l k a 3 2 l
SCCC
SCS 1 e
S 0 se h k l intero dispari
S 2 se h k l intero pari
Ciò che importa è che h+k+l sia un intero affinché ci sia diffrazione; in realtà h k e l sono gli
indici di Miller dei piani corrispondenti alle figure di diffrazione distruttive (intero dispari) o
costruttive (intero pari)
Quindi il fattore di struttura geometrico risulta nullo se l’intero è dispari e produce la
sparizione di punti di diffrazione che esisterebbero nella simmetria traslazionale.
La figura di diffrazione non contiene punti corrispondenti ai piani (100) (300) (111) (221)
contiene invece (200) (110) (222)
Nel reticolo CCC c’è in mezzo un piano di atomi che è uguale agli altri come potenza di
scattering e quindi dà una riflessione ritardata in fase di rispetto al piano sopra.
La cancellazione avviene quando gli atomi di ambedue i piani sono identici in composizione;
quando si hanno composizioni diverse, come nel caso di ClCs, allora bisogna tenere conto
che il potere diffondente dei due atomi è diverso perchè è diversa la densità elettronica.
Quest’ultimo fattore è detto fattore di struttura atomico.
Nel caso di diffrazione di raggi X, dato che sono gli elettroni a diffondere la radiazione,
la
ir j g
somma dei contributi della cella elementare si ridurrà a un integrale del fattore e
Il fattore di struttura atomico risulta
irj g
f j g nj r e dr Con nj r densità di elettroni in ogni punto r