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Giovanni Verga

e Rosso Malpelo
VITA DI GIOVANNI
VERGA
 Giovanni Verga nacque a Catania il 2 settembre
1840 da una famiglia di probabilmente di origini
italo-spagnole. Alcuni però ritengono che sia
nato a Vizzini luogo di nascita anche del padre.
Egli è il maggior esponente della corrente
letteraria del Verismo in Italia.
VITA DI GIOVANNI VERGA

 Giovanni Verga dopo aver compiuto i primi studi presso la scuola di Francesco Carrara,
venne inviato alla scuola di don Antonino Abate, scrittore e patriota dal quale assorbì il
gusto letterario romantico e patriottico. Nel 1858 si iscrisse a giurisprudenza, ma non portò
a termine gli studi giuridici. Verga era infatti interessato alla letteratura ed al giornalismo
politico. Nel 1860 in Sicilia ci furono violente sommosse popolari dei contadini per
l’abolizione del dazio sul macinato. Verga rimase fortemente impressionato dalla violenza
delle repressioni, tanto da scrivere alcune novelle e poi arruolarsi coi garibaldini, ma pochi
anni dopo tornò a lavorare come scrittore.
VITA DI GIOVANNI VERGA

 Verga intorno al 1865 lascio gli studi e si stabilí a Firenze, allora capitale d’Italia,
perché ne rimase incantato. Comprese come la sua scrittura e la sua cultura fossero
troppo superficiali e provinciali per diventare scrittore e che necessitava di vivere in
una città come Firenze per formarsi definitivamente e conoscere letterati e musicisti.
Rimase a Firenze fino al 1871.Nel 1872 si spostò a Milano e ci rimase circa venti
anni. Anche se faceva spesso ritorno a Catania. Questo fu il periodo fondamentale per
la costruzione del Verismo, la sua corrente letteraria. A Milano ebbe contatti con gli
scrittori della Scapigliatura (intellettuali in crisi ai tempi della Rivoluzione Francese)
stessi anni si trovava a Milano anche l’amico scrittore Capuana, che gli fece conoscere
il Naturalismo francese. Il suo processo evolutivo verso il Verismo fu rapido, e nel
1874, con la pubblicazione della novella “Nedda”, completò la trasformazione della
sua letteratura. Il Verismo fu infatti un Movimento letterario e artistico italiano del
tardo Ottocento caratterizzato dalla poetica dell'impersonalità, cioè della riproduzione
il più possibile oggettiva del reale E Verga fu uno dei massimi esponenti.
VITA DI GIOVANNI
VERGA
 Verga poi iniziò a dedicarsi a scrivere “I
Malavoglia”, il romanzo simbolo del Verismo
che vide la luce nel 1881. Inizialmente però non
riscosse molto successo. Nel 1884 si dedicò
anche al teatro, con la trasposizione di
“Cavalleria rusticana”: ottenne un grande
successo. Nel 1790 torno a Catania nei suoi
possedimenti e si allontanò sempre di più dalla
scrittura. Tale periodo viene riconosciuto come
“crisi creativa”.Passarono molti anni con la
produzione solo di opere minori, fino alla sua
morte nel 1922.
L’OPERA DI GIOVANNI VERGA
IL PERIODO PATRIOTTICO

 In questo periodo giovanile Verga


si sente fortemente patriottico.
Infatti è il periodo giovanile in cui
si arruola anche nei Garibaldini.
Fanno parte di questo periodo:-
Amore e patria (1856)- I carbonari
della montagna (1861-62)- Sulle
lagune (1863)
L’OPERA DI GIOVANNI
VERGA
PERIODO MONDANO
 In questo periodo Verga frequenta i salotti e gli ambienti
mondani di Firenze e poi successivamente quelli di Milano.
Inizia così a descrivere l’ambiente mondano che egli stesso
frequenta. Queste storie sono fondate su elementi
autobiografici: è sempre un giovane scrittore il protagonista, in
genere volto a subire l’influenza negativa di qualche donna,
rappresentazione dei rapporti turbolenti con le donne di quel
periodo. In questa fase Verga scrive:- Una peccatrice (1866
circa), storia di un giovane commediografo catanese e del suo
rapporto con una contessa, che lo porta a diventare un artista
fallito.- Storia di una capinera (1870), storia di una giovane
costretta a farsi monaca.- Eva (1873), narra di un pittore
siciliano trapiantato a Firenze, che perde sé stesso per amore di
una ballerina.
L’OPERA DI GIOVANNI VERGA
PERIODO VERISTA
 Verga giunge finalmente al Verismo sotto l’influsso del Naturalismo francese e sviluppando un sentimento nostalgico
verso la propria terra e i contadini propri conterranei. Fanno parte di questo periodo numerose opere, sia novelle che
romanzi veri e propri:- Vita nei campi (1880). Raccoglie novelle in cui è descritto il mondo della campagna siciliana. I
protagonisti sono lontani dalle vicende della vita mondana e cittadina ed hanno interessi e passioni più semplici e legati
alla vita reale. Tra le novelle: “Rosso Malpelo” e “de La lupa”- Novelle rusticane (1882).Anche qui uno scorcio della
campagna siciliana in visione amara e pessimista, che porta alla ribalta situazioni di miseria e povertà molto lontane
dall’ambiente cittadino. Il mondo descritto in queste novelle si basa sul possesso della “roba”, sulla ricerca della
ricchezza, di fronte alla quale gli uomini perdono principi e valori.- Per le vie (1883), riprende i temi di Novelle
rusticane, ma in un’ambientazione cittadina. Verga torna a raccontare la città come aveva fatto nei romanzi giovanili;
questa volta non parla però dell’ambiente borghese e mondano, ma preferisce la classe povera cittadina.- I Malavoglia
(1881), il più famoso romanzo di Verga, che racconta la storia di una famiglia di pescatori siciliani alle prese con la
povertà ed il progresso, che porterà rovina nella famiglia stessa, frammentazione e li travolgerà, impreparati come erano
ad esso. - Mastro Don Gesualdo (1889).Racconta l’ascesa sociale di un muratore che diventa ricco grazie alla sua
intelligenza. La ricchezza però non determina la sua felicità, e l’uomo vedrà nel tempo disgregarsi i propri affetti e
morirà da solo.
ROSSO MALPELO
LA TRAMA
 La novella inizia con la presentazione del personaggio di Malpelo, un giovane che lavora
in una cava di sabbia siciliana e che è ritenuto da tutti essere malvagio a causa dei suoi
capelli rossi. Per questo motivo il giovane è malvoluto dalla sua famiglia, che si vergogna
di lui, e maltrattato dai suoi compagni di lavoro. In risposta a questo Malpelo vive
completamente isolato. Nel racconto si dice che lo tenevano a lavorare lì solo perché il
padre era morto nella cava in seguito al crollo di una parete.  Viene descritta la morte del
padre, a cui Malpelo è presente. Tutti gli uomini giunti in soccorso rinunciano subito a
salvarlo, giudicando l’impresa impossibile, e solo Malpelo continua a scavare inutilmente
per tirarlo fuori dalle macerie.
Tornato a lavoro dopo la morte del genitore, Malpelo è ancora più solitario e i compagni si
accaniscono di più su di lui. Gli vengono affidati tutti i lavori più duri e pericolosi e il
ragazzo sfoga la sua rabbia contro un vecchio asino.  
ROSSO MALPELO
LA TRAMA
 A questo punto entra in scena un altro personaggio, il giovane
Ranocchio, momentaneamente zoppo dopo un incidente. Malpelo inizia
a tormentare il ragazzo, ma in questo comportamento si cela il suo modo
di essergli amico e di prepararlo per il mondo.
Viene descritto anche un ritorno a casa del protagonista, che si reca dalla
madre e la sorella. Le due donne però si vergognano di lui e non vedono
l’ora che torni alla cava a lavorare.
In questo momento viene ritrovato il cadavere del padre, evento che
sconvolge moltissimo Malpelo. Il ragazzo prende i vestiti del genitore e
inizia a custodirli con gelosia.     La scia di morti, però, non è finita:
anche l’asino che Malpelo usava picchiare viene trovato morto e il suo
cadavere viene mangiato dalle bestie. Il protagonista porta Ranocchio a
vedere la scena per dargli una lezione sulla vita, ma il ragazzino non
vivrà mai la vita a cui Malpelo lo sta preparando: Ranocchio, infatti, si
ammala e Malpelo fa appena in tempo ad andare a trovarlo prima che
muoia. Dopo la morte di Ranocchio arriva alla cava un uomo evaso di
prigione che si sta rifugiando per sfuggire alla cattura, ma che alla fine
decide di andar via, preferendo il carcere alla vita sottoterra. Nel
finale Malpelo viene mandato in esplorazione in una zona pericolosa
della cava e non fa più ritorno, presumibilmente morto nel labirinto dei
cunicoli.       
GRAZIE PER
L’ATTENZIONE
Powerpoint creato da Giovanni Gabriel Forcina

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