You are on page 1of 16

L’italiano

Origine indoeuropea (come la seconda, la terza e la quarta


lingua più parlate al mondo - inglese, hindi e spagnolo)
Indoeuropeo

Lingua ricostruita e non storicamente accertata.


Fine II millennio, popolazioni indoeuropee si stanziano in Italia.
Inizio I millennio, all'epoca della fondazione di Roma, il latino si
parla solo in questa città.
L’impero romano e la diffusione del latino
L’ITALIANO È UNA LINGUA ROMANZA (O NEOLATINA)
cioè derivata dal latino.
Derivano dal latino le seguenti lingue: sardo, rumeno, italiano, retoromanzo, francese,
francoprovenzale, occitano, catalano, spagnolo, portoghese
e i dialetti riferibili a queste varietà principali.
L’italiano continua il latino

Le lingue romanze (e l’italiano tra queste,


naturalmente) non derivano (cioè non nascono) dal
latino, ma continuano il latino: una tradizione
ininterrotta lega la lingua di Roma antica alle lingue
dei nostri giorni. Il latino è documentato in forma
ininterrotta e organica a partire dal III secolo avanti
Cristo (le iscrizioni anteriori sono sporadiche).

Un po’ esagerando (ma in maniera utile per


capire), potremmo dire che le lingue romanze sono il
latino dei giorni nostri, come si è sviluppato nel corso
del tempo, nei diversi luoghi della Romània
All'epoca della fondazione di Roma, il latino
si parlava solo a Roma

originariamente in un ristretto territorio sulla sponda


sinistra del Tevere

A Nord etrusco, a Est e a Sud osco-umbro


dall'etrusco: POPULUS, CATENA, TABERNA
dall'osco-umbro: BOS, URSUS, LUPUS, SCROFA, BUFALUS
INFLUSSO PLURISECOLARE DEL GRECO SUL
LATINO
DOVUTO A RAGIONI CULTURALI: IL POPOLO DI MAGGIOR
«PRESTIGIO» IRRADIA LA SUA CULTURA ATTRAVERSO IL SUO
LESSICO. NEI RAPPORTI RECIPROCI TRA LATINO E GRECO È STATO
IL GRECO A DARE AL LATINO UN NUMERO DI ELEMENTI
MAGGIORE RISPETTO A QUELLI RICEVUTI. TRA GLI ALTRI:

• ALFABETO (ATTRAVERSO LA MEDIAZIONE DELL’ETRUSCO),

• PAROLE DI AMBITO QUOTIDIANO (OLIVA, MACINA, AMPHORA)

• LESSICO ASTRATTO: PAROLE E IMPALCATURA CONCETTUALE


ESPANSIONE DEL DOMINIO DI ROMA E CONSEGUENTE
ESPANSIONE DEL LATINO
•IL LATINO SCRITTO E LETTERARIO, IL LATINO DELLA CULTURA, AVEVA UNA RELATIVA
UNIFORMITÀ, IL LATINO PARLATO ERA PIÙ VARIATO AL SUO INTERNO, RISENTIVA
AMPIAMENTE DI DIFFERENZE SOCIALI, CULTURALI E REGIONALI.
•POSSIAMO FARE UN PARAGONE CON LA SITUAZIONE DELL’ITALIANO: LA LINGUA
SCRITTA È RELATIVAMENTE PIÙ STABILE, QUELLA PARLATA MAGGIORMENTE
SOTTOPOSTA A FENOMENI DI VARIAZIONE INTERNA.
•DAL LATINO VOLGARE (DA ALCUNI DEFINITO ANCHE LATINO PARLATO, O KOINÈ
LATINA) NASCONO LE LINGUE ROMANZE.

•ATTENZIONE. L’AGGETTIVO VOLGARE PUÒ ESSERE MALE INTERPRETATO. NON SI TRATTA DEL
LATINO PARLATO DALLE CLASSI MENO ELEVATE DELLA POPOLAZIONE, DAI FACCHINI, DAI
GLADIATORI, DAGLI SCHIAVI, MA DELLA LINGUA PARLATA DA TUTTE LE CLASSI SOCIALI, CON
La Romània

l’insieme delle terre in cui si diffuse la lingua latina, e in cui


poi si affermarono le lingue romanze

Il passaggio dal latino alle lingue romanze comportò la


frammentazione dell’unità latina. Il sistema linguistico del
latino classico aveva già da tempo subìto trasformazioni
per cause varie (contatti con le lingue dei popoli che
abitavano i territori conquistati dai romani, dei popoli
invasori, di quelli con si stabilirono rapporti culturali,
commerciali, di vario genere).
.
Il latino volgare

vulgus, il volgo, il popolo.


Altre definizioni alternative proposte:
1. latino parlato. Con la specificazione che alcuni fenomeni
diamesici propri del latino volgare hanno precedenti già nel
latino arcaico (affiorano per esempio nelle commedie di Plauto),
e, respinti dalle scritture nell’età classica, sono riemersi solo in
una fase tarda.
[lettere di Cicerone scritte in sermo familiaris].
Il latino classico rappresenta per vari aspetti una lingua stilizzata, lontana
dall’uso parlato contemporaneo, specie da quello delle classi popolari, ma
latino classico e latino parlato sono due registri di una stessa lingua, non di
due sistemi radicalmente distinti.
Invece latino classico e latino volgare presentano differenze sostanziali sul
piano della fonetica, della morfologia, della sintassi e del lessico.
Il latino volgare

2. latino tardo. Così si pone l’accento sull’epoca in cui è avvenuta


la separazione tra i due sistemi, l’età del basso impero (anche
dopo le profonde trasformazioni sociali seguite alla diffusione
del cristianesimo). Poiché però i fenomeni innovativi non
avvennero tutti simultaneamente (alcuni, come si è detto,
risalgono già al periodo arcaico, altri all’età classica), il termine
di latino volgare appare preferibile.

Il latino volgare non era uniforme su tutto il territorio dell’impero,


ma presentava notevoli differenze da zona e zona, soprattutto
dal punto di vista lessicale. Tali differenze si sarebbero poi
accentuate nel passaggio alle nuove lingue romanze.
Fonti del latino volgare
Il latino volgare che fu alla base delle nuove lingue romanze era
essenzialmente parlato


iscrizioni non ufficiali (graffiti conservatisi a Pompei);

glossari;
 testimonianze di scriventi popolari;

documentazione letteraria in autori più sensibili alle forme del parlato o rivolti
a un pubblico non di letterati, come molti autori cristiani, interessati non a
rispettare le prescrizioni dei grammatici, ma a farsi capire dal popolo;
 letteratura d’isporazione cristiana;
 trattati tecnici;
 carte notarili tardolatine e altomedievali, che contengono molti volgarismi (più
tardi, però, in documenti del genere assumono una veste latina termini
volgari);

testimonianze dei grammatici (Appendix Probi).
Appendix Probi

III sec. d.C.

speculum nonspeclum
columna noncolomna
calida noncalda
turma nontorma
auris non oricla
Fonti del latino volgare

comparazione degli esiti neolatini


(lat. CĂRO)
it. carogna
fr. charogne
*CARŌNIA
prov. caronha
sp. carroña
Caratteristiche del latino volgare

Fonetica: differenze profonde rispetto al latino classico


nel vocalismo (perdita della durata delle vocali; passaggio da un
sistema accentuale di natura melodica a uno intensivo)
nel consonantismo (caduta delle consonanti finali)

Morfologia: collasso del sistema flessivo e sviluppo di tecniche di


tipo analitico, isolante (come l’uso delle preposizioni invece dei
casi);
Caratteristiche del latino volgare

Queste trasformazioni sul piano fonetico e morfologico comportarono


sul piano sintattico una riduzione nella libertà dell’ordine
delle parole nella frase.

Parlato = semplificazione (o abbandono) di molte strutture sintattiche


proprio del latino classico
Parlato = riduzione del patrimonio lessicale (con sviluppi
particolari, specie nelsignificato delle parole).

You might also like