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Capitolo 2

IL RAGIONAMENTO
CLINICO
Prof. Paolo Scapellato
Università Europea di Roma
I TIPI DI RAGIONAMENTO
• Il ragionamento è l’attività dell’intelletto che lega
insieme i giudizi e produce nuove conoscenze, le quali
possono essere vere, parziali o false a seconda della
correttezza o meno del procedimento argomentativo.

• Tre modalità di ragionamento:


• 1) INDUZIONE
• 2)DEDUZIONE
• 3)ABDUZIONE
IL RAGIONAMENTO DEDUTTIVO
• DEDUZIONE: è il rapporto per il quale una
conclusione deriva da una o più premesse.
• A partire da verità o principi universali o generali, si
afferma una nuova proposizione che da essi
essenzialmente e necessariamente deriva.
• Il sillogismo è la forma più perfetta e più celebre di
argomentazione deduttiva.
• Il sillogismo è composto da alcuni elementi necessari e
fonda la sua veridicità su un principio fondamentale e 8
leggi correlate.
Gli elementi costitutivi del sillogismo sono:
• ANTECEDENTE: costituito dalle due premesse che
contengono i 3 concetti di partenza (termini).
• CONCLUSIONE: costituita da una terza proposizione che
contiene i due termini non ripetuti nell’antecedente.
• I TERMINI: vengono distinti in termine maggiore, che
rappresenta il predicato (P) della conclusione ed è presente
una sola volta nelle premesse, termine minore, che è il
soggetto (S) della conclusione e anch’esso non è ripetuto
nelle premesse, e il termine medio (M), che non è presente
nella conclusione, ma è ripetuto nelle premesse.
• Le PREMESSE: distinte in premessa maggiore (contiene il
termine maggiore) e premessa minore, (contiene il termine
minore).
Le 8 leggi che garantiscono infine la correttezza e la veridicità del
sillogismo sono :
1° LEGGE: i termini del sillogismo devono essere 3: maggiore,
minore e medio.
2° LEGGE: i termini non devono avere nella conclusione una
estensione maggiore di quella che hanno nelle premesse .
3° LEGGE: la conclusione non deve mai contenere il termine medio.
4° LEGGE: il termine medio deve essere preso almeno una volta in
tutta la sua estensione .
5° LEGGE: le premesse non possono essere entrambe negative.
6° LEGGE: due premesse affermative non possono portare a una
conclusione negativa.
7° LEGGE: le premesse non possono essere entrambe particolari.
8° LEGGE: la conclusione segue sempre la parte peggiore .
• Il lavoro deduttivo, piuttosto rigido, costituisce la base
della forza argomentativa della deduzione.
• Tuttavia è proprio la rigidità delle regole che predispone
la mente umana a errori più o meno gravi: i sofismi.
• Il sofisma è un’argomentazione erronea, che sembra
però concludere bene.
• Il sofisma si crea quando sono presenti due elementi:
una verità apparente e un errore nascosto.
• Esistono, dal punto di vista logico, due tipi di sofismi: i
sofismi verbali e i sofismi concettuali.
I sofismi verbali possono essere:

1. Equivocità: si usa una stessa parola con significati


diversi oppure modificandone la definizione.
2. Ambiguità: consiste in un’equivocità nascosta, perché si
usa un termine in modo indeterminato, senza cioè avere
la possibilità di chiarirne il senso e l’estensione.
3. Composizione e divisione false: quando si afferma
qualcosa si attribuisce una proprietà o a una collettività o
ai singoli membri di tale collettività.
I sofismi concettuali sono moltissimi; i più comuni sono:

1) Uso di un concetto erroneo nelle premesse: quando si prende per


vera una proposizione non dimostrata o incompleta e si usa come
premessa del ragionamento.
2) Confusione del genere con la specie: quando si generalizza un
particolare (gli italiani sono mafiosi) o si restringe l’universale (alcuni
felini hanno 4 zampe).
3) Confusione dei caratteri essenziali (per se) e accidentali (per
accidens): quando si deduce una verità generale da un carattere
accidentale del soggetto.
Quasi tutti i pregiudizi nascono da errori di questo tipo
4) Identificazione dell’assoluto (simpliciter) con il relativo
(secundum quid, secondo un certo aspetto): un soggetto può
essere preso in quanto tale, e quindi in maniera assoluta, o
secondo un certo aspetto, e quindi maniera relativa.
5) La petizione di principio: si ha quando la premessa contiene
già la conclusione e quindi non c’è alcuna estensione della
conoscenza (tautologia).
6) Le contraddizioni apparenti: quando con regole logiche si
costruiscono contraddizioni che però non hanno alcun senso dal
punto di vista del contenuto (paradossi).
7) Gli argomenti “ad hominem”: sono quelli relativi alla
qualificazione (o squalificazione) di chi parla come argomento
per dimostrare la verità (o la falsità) di ciò che dice
(un’affermazione è vera perché l’ha detta una persona esperta).
IL RAGIONAMENTO INDUTTIVO
• INDUZIONE: procedimento che dai particolari porta
all’universale (Aristotele).
• Muovendo dal particolare, può dimostrare una verità
relativa solamente ai casi osservati, mentre la deduzione,
muovendo dal generale e dall’universale, può dimostrare
che certe verità appartengono necessariamente anche ai
casi particolari.
• Le modalità di procedimento induttivo possono essere
definite diversamente a partire dal tipo di connessione
che si crea tra il particolare e il generale.
principali tipi di induzione:
1) Induzione empirica: consiste nella generalizzazione di un
fatto ripetuto nella natura, non essendo a noi evidente la
connessione necessaria fra il soggetto e la proprietà
(osserviamo  comprendiamo che c’è una connessione non
conosciamo il perché).
2) Induzione essenziale: la scoperta realizzata dall’intelletto in
unità con l’esperienza, di un vincolo necessario e universale
fra un soggetto e una sua proprietà. (l’intelletto utilizza alcune
verità immediate per astrarre delle proprietà dai singoli
oggetti percepiti).
3) Induzione causale: il nesso che permette il salto induttivo è qui
fondato sul “principio di causalità” secondo il quale tutto ciò che
avviene ha una causa, attuale o passata. L’induzione causale parte da
un singolo fatto e risale alla sua causa; in genere ogni causa produce
una serie di effetti e l’evento osservato può essere uno di questi (la
causa è più generale dell’effetto e lo precede necessariamente).
4) Induzione matematica: fondata sul carattere ricorsivo delle
proprietà dei numeri di una serie. (esempio: generalizzare una
proprietà di un rettangolo a tutti i rettangoli)
5) Induzione costitutiva: non si tratta di un vero e proprio tipo di
induzione, ma un modo di prestare l’induzione alla costituzione degli
assiomi e delle premesse delle deduzioni.
IL RAGIONAMENTO ABDUTTIVO
• L’ABDUZIONE: è un sillogismo in cui la premessa
maggiore è certa, mentre quella minore è soltanto
probabile e che produce quindi una conclusione solo
probabile.
• L’abduzione consiste nel porre un’ipotesi per spiegare un
fatto ed è un processo che garantisce davvero il
raggiungimento di nuove conoscenze.
• È simile alla deduzione in quanto si tratta di un sillogismo
(anche se non dimostrativo come quello deduttivo); è
simile invece all’induzione in quanto produce conoscenze
che hanno bisogno di prove empiriche per essere validate.
CRITERI ATTUALI PER LA COMPRENSIONE DEL
DISTURBO PSICHICO
• Ragionamento clinico: modo in cui gli scienziati e i clinici
della psiche (psicologi clinici e psichiatri) cercano di conoscere
natura, cause, conseguenze e , trattamento di un disturbo
psichico.
• I principali metodi definitori della malattia psichica attualmente
diffusi sono due: la diagnosi descrittiva e la diagnosi
interpretativa.
• Sistemi nosografici (nomotetici)categorizzazione dei
fenomeni per giungere una visione generale delle patologie;
• Sistemi interpretativi (idiografici)conoscenza del caso
particolare.
• Ragionamento statistico (sistema nomotetico): lo scopo è
categorizzare i fenomeni per facilitare al massimo la
condivisione dei saperi di una certa disciplina tra i vari studiosi.
Esso è necessario per agire sulla sintomatologia, ma non porta a
profondi cambiamenti personologici.
• Ragionamento dimensionale (sistema idiografico): lo scopo è
attribuire significati alle osservazioni cliniche attraverso teorie
di riferimento o modelli. Il vantaggio è prendere in analisi i
singoli casi, per vedere come quelle categorie di riferimento si
attualizzano nella persona; lo svantaggio è la minore oggettività
e dimostrabilità delle affermazioni..
IL RAGIONAMENTO CLINICO NEI DIVERSI
APPROCCI TEORICI
• L’interpretazione psicanalitica: l’atto intellettivo che
conduce alla conoscenza dell’oggetto attraverso il segno
che lo rappresenta. Nell’interpretazione, a differenza
dall’induzione, esiste a priori un bagaglio di conoscenze
che rendono un elemento qualsiasi un segno.
• L’induzione causale invece porterebbe il terapeuta a
partire dal segno e, sulla base del principio di causalità,
risalire alle cause prossime e remote
• Ragionamento cognitivo-comportamentale: si fonda
sull’utilizzo dello strumento dell’analisi funzionale ABC
comportamentale e cognitivo.
• L’ABC comportamentale: relazione temporale tra stimolo
antecedente, comportamento e conseguenza.
• L’ABC cognitivo: relazione tra Antecedente, Beliefs System
(sistema di credenze) e Conseguenze emotive e comportamentali.
Il ragionamento cognitivo si fonda sull’induzione causale, anche
se si ferma alle cause prossime e non raggiunge la profondità di
quelle remote e delle cause prime.
È POSSIBILE GIUNGERE A UN METODO DI
RAGIONAMENTO CLINICO «SUPER PARTES»?

• Il tipo di ragionamento super partes che andiamo cercando


deve quindi essere un ragionamento causale, che sfrutti il
principio di causalità applicandolo alla vita psichica umana.
• Il ragionamento causale, inteso come alternanza di movimenti
induttivi e deduttivi, consente di giungere alla conoscenza dei
processi causali che hanno prodotto e mantenuto la patologia
(conoscenza profonda della psiche umana).
Investigare dal latino vestigium che significa
“orma” o “traccia”…il lavoro del clinico è
simile a quello dell’investigatore che cerca
conoscere le cause passate a partire dalle
tracce che queste hanno lasciato sul terreno

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