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Bioetica Ud3.2023
Bioetica Ud3.2023
I PRESUPPOSTI
La strategia:
un progetto di qualità per l’assistenza al paziente terminale
La convinzione:
la morte è un valore se degnamente vissuta
La realtà:
la morte non è solo un evento biologico
Il rifiuto:
della mentalità dello “zelo igienista”
LA RIFLESSIONE
1. Accettare i limiti della medicina
2. Spostare l’obiettivo terapeutico dal guarire
al prendersi cura
3. entrare nella prospettiva che
l’accompagnamento alla morte è un atto
sanitario.
4. Credere nella centralità della persona e
non in quella degli operatori
LE CRITICITA’
1. Ospedalizzazione del paziente terminale
2. Carenza di strutture idonee all’accoglienza del
paziente e della famiglia
3. Carenza di Asssitenza Domiciliare con presenza nella
famiglia di paure e ansia.
4. Carenza di una specifica preparazione degli operatori
sanitari.
5. Carenza dei supporti e presidi per l’assistenza con
cure palliative.
La diagnosi di morte neurologica che quella
cardiopolmonare sono clinicamente ed eticamente
validi per accertare la morte dell’individuo ed evitare
in modo certo la possibilità di errore.
Trauma Cranico 60 %
Emorragia Subracnoidea
Tumore cerebrale
Anossia da arresto cardio respiratorio
Morte cerebrale: processo decisionale
Valutazione dati anamnestici ed es.obiettivo
Areflessia – att.respiratoria spontanea assente
E.E.G. per 30 min.
Attività elettrica cerebrale presente es.obiettivo
Attività elettrica cerebrale assente avvisare
direzione
sanitaria
Inizio accertamento:Nomina commissione
Fine accertamento: consenso all’espianto di organo
La diagnosi di morte cerebrale è primariamente clinica.
L’ E.E.G. ed altre indagini strumentali (angiografia,
doppler transcranico) sono necessarie solo in casi molto
particolari
LA DIAGNOSI DI MORTE
CEREBRALE
allotrapianto
si intende il trapianto di organi o tessuti tra due diversi
soggetti della stessa specie. Con questo tipo di trapianto
si può andare incontro al rischio di rigetto in quanto il
sistema immunitario può riconoscere ed attaccare il non-
self (organi o tessuti) introdotto.
isotrapianto
è un tipo di allotrapianto in cui il donatore e il ricevente sono
geneticamente identici, come nel caso di due individui
gemelli omozigoti. Questo tipo di trapianto si differenzia dagli
altri allotrapianti perché gli organi isotrapiantati essendo dal
punto di vista genetico identici a quelli del ricevente, il corpo
del ricevente riconosce come proprio ("self") l'organo
ricevuto e non scatena la reazione immunitaria che porta al
rigetto.
xenotrapianto
(dal greco xeno, che significa estraneo) si intende il trapianto
di organi, tessuti o cellule tra organismi di due specie
diverse. L'animale più studiato come donatore di organi per
l'uomo è il suino, in quanto ha delle similitudini anatomiche
con la specie umana.
CONSIDERAZIONI
1. IL RISPETTO DELLA VITA COME VALORE INDISPONIBILE
Occorre rispettare la vita come un bene indisponibile (per chi
crede appartiene solo a Dio).
Ne consegue, per la bioetica dei trapianti, la rinuncia a voler
disporre autonomamente della vita, e quindi anche la non
disponibilità del proprio corpo.
…Non mi lascerò
indurre dalle preghiere
di alcuno – chiunque
egli sia – a propinare
un veleno, e a dare il
mio consiglio in una
simile contingenza…
L’infermiere assume il
valore della vita come
inviolabile anche quando
le condizioni di salute
incidono sulla qualità
della vita stessa
dell’assistito, NON
ATTUA E NON
PARTECIPA
a interventi finalizzati a
provocare la morte
anche se la richiesta
proviene dall’assistito.
Per eutanasia si intende l’azione o l’omissione,
compiuta da un terzo, deliberatamente intesa alla
soppressione di una vita umana allo scopo di porre
fine alle sofferenze in condizioni di inguaribilità o
di prossimità alla morte.
L’eutanasia è pertanto un comportamento che si
pone innanzitutto sul piano delle intenzioni
(in assenza di sofferenza, perfino i più accaniti fautori
dell’eutanasia riconoscono il venir meno del presupposto
fondamentale per rendere legittima la richiesta di buona morte)
Volontaria: esplicitamente e
reiteratamente richiesta dal paziente in
modo contestuale o precedentemente
all’insorgenza della sofferenza
Non volontaria: quando la volontà del
paziente non può essere espressa, perché
si tratta di persona incapace, e la sua
volontà si ritiene presunta.
Involontaria: quando la richiesta non
sussiste e la decisione è assunta a
prescindere dagli orientamenti anche
presunti del paziente, ad esempio in
considerazione di un bene superiore di
carattere utilitario e collettivo
Eutanasia attiva (mercy killing): un’azione
commissiva che realizza l’intenzione
uccisiva
Eutanasia passiva (letting die): induzione
della morte dovuta a una omissione di
sostegno clinico
Entrambe le modalità comportamentali
(commissiva e omissiva) realizzano la
stessa intenzione di dare la morte al
malato
Eutanasia indiretta: c.d. terapia del
dolore nell’ipotesi in cui comporti
l’accorciamento della vita
LA QUESTIONE TERMINOLOGICA
Quando si sottopongono i pazienti a terapie
importanti che comportano sofferenza e
isolamento in prossimità della fine, con lo
scopo di prolungare la vita in modo forzato
e macchinoso e solo per breve tempo.
Prolungare la vita con ogni mezzo.
Il criterio attualmente in uso per individuare
l’accanimento terapeutico è quello della
proporzionalità dei mezzi impiegati con il loro
prevedibile effetto, cioè il risultato
terapeutico: se i mezzi sono sproporzionati al
risultato terapeutico allora si è in presenza di
accanimento terapeutico.
1) I progressi della medicina
le nuove terapie mediche, in grado di
contrastare la morte, aumentano i tempi di
sopravvivenza, ma non i tassi di mortalità, in
una sorta di prolungamento della certezza
della morte (tumori, malattie neurologiche,
covid-19),
oppure gravi lesioni cerebrali ictus o
traumatiche possono esitare nello “stato
vegetativo persistente” grazie alle moderne
tecniche rianimatorie e intensive che
consentono di mantenere in vita per
lunghissimi periodi individui con funzioni
cerebrali superiori irreversibilmente
distrutte.
2) Fattori socio-culturali
Accresciuto potere della medicina sulla
malattia con accresciuta debolezza
dell’uomo verso la malattia.
Sbilanciamento a favore del sapere
scientifico sul sapere etico, con perdita
DEL VALORE VITA, per cui la vita non vale
la pena di essere vissuta in condizioni di
sofferenza e di degrado fisico e morale
3) Diritto e Bioetica
Il diritto non riesce a stare al passo della
realtà, la quale si muove molto più
velocemente di quanto sappiano fare i
legislatori e a volte il diritto interviene
solo per prendere atto di prassi mediche
che si definiscono indipendentemente da
ogni dibattito pubblico e da ogni
approfondimento etico
4) Il principio di autonomia
e di autodeterminazione (capacità di
giudicare del valore della propria vita) e
uno stravolto principio di beneficenza
secondo il quale i medici devono sempre
fare il bene richiesto dal paziente
(compreso quello di dare la morte)
LA TERAPIA DEL DOLORE
Il Dolore, grandioso
frammento della vita
I SANITARI hanno l’obbligo giuridico di
curare connesso alla sua posizione di
garanzia. I limiti sono quelli comuni alle legis
artis del trattamento sanitario:
Personalizzare
l’assistenza per dare
importanza
all’individuo