You are on page 1of 14

89

Geometria piana e solida: una nota sulla purezza del metodo

Paolo Mancosu
UC Berkeley
mancosu@socrates.berkeley.edu

Andy Arana
KSU at Manhattan
andrew.arana@gmail.com

Abstract: Traditional geometry concerns itself with planimetric and


stereometric considerations, which are at the root of the division
between plane and solid geometry. In this note (which is based on a
much longer article forthcoming in the Review of Symbolic Logic), our
major concern is with methodological issues of purity. In the first part we
give a rough sketch of some key episodes in mathematical practice that
relate to the interaction between plane and solid geometry. In the
second part, we look at a late nineteenth century debate (on fusionism)
in which for the first time methodological and foundational issues related
to aspects of the mathematical practice covered in the first part of the
paper came to the fore. We conclude this part by remarking that only
through an axiomatic and analytical effort could the issues raised by the
debate on fusionism be made precise. The third part of the note
focuses on Hilbert's axiomatic and foundational analysis of the plane
version of Desargues theorem on homological triangles and its
implications for the relationship between plane and solid geometry.
Finally, building on the foundational case study analyzed in the third
section, in the fourth, and last, section we point the way to the analytic
work necessary for exploring various important claims on purity,
content and other relevant notions.
Key Words: geometry, solid geometry, projective geometry, purity of
methods, Desargues' theorem, axiomatics, Hilbert, Peano.

Notae Philosophicae Scientiae Formalis,


vol. 1, n. 1, p. 89 - 102, maio 2012.
90

Riassunto: La geometria tradizionale verte su considerazioni


planimetriche e stereometriche che sono alla base della divisione tra
geometria piana e geometria solida. In questa nota (basata su un articolo
molto pi esteso in corso di pubblicazione nella Review of Symbolic Logic)
la nostra preoccupazione principale riguarda la questione della purezza
dei metodi. Nella prima parte diamo un accenno ad alcuni episodi centrali
che hanno caratterizzato l'interazione tra geometria piana e solida nella
pratica matematica. Nella seconda parte presentiamo un dibattito del
tardo ottocento (sul "fusionismo") in cui per la prima volta gli aspetti
fondazionali della pratica matematica discussa nella prima parte della
nota divennero oggetto di discussione. Concludiamo questa parte
notando che le tematiche sollevate dal dibattituto sul "fusionismo"
potevano essere rese precise solo con un lavoro assiomatico ed analitico.
La terza parte si concentra sull'analisi assiomatica e fondazionale data da
Hilbert del teorema piano di Desargues sui triangoli omologici e sulle sue
implicazioni per la relazione tra geometria piana e solida. Infine, sulla
base dell'episodio fondazionale studiato nella terza parte, la quarta ed
ultima sezione d alcune indicazioni sul lavoro analitico necessario per
sondare diverse tesi importanti sulle nozioni di "purezza", "contenuto",
ed altre ad esse connesse.
Parole chiave: geometria; geometria solida; geometria proiettiva;
purezza dei metodi; teorema di Desargues; assiomatica; Hilbert, Peano.

La geometria tradizionale si occupa sia di planimetria che di stereometria e


questo conduce a distinguere tra geometria piana e solida. Quando ci si pone il
problema della relazione tra queste due aree si aprono molti problemi che sono di
natura epistemologica, ontologica, semantica, logica e metodologica. Inoltre si
presentano naturalmente anche altre questioni legate alla psicologia e alla didattica
della matematica. In questa nota (basata su Arana-Mancosu, in corso di
pubblicazione) lattenzione si concentrer su un aspetto metodologico della
questione: la purezza dei metodi. Dopo alcuni cenni storici sul ruolo che la
geometria solida ha avuto nello sviluppo della geometria piana si passer allanalisi
di un caso specifico, il teorema di Desargues nel piano (che chiameremo anche
teorema piano di Desargues).
Questo teorema fu dimostrato da Desargues attraverso il ricorso a nozioni
metriche (principi di congruenza) che stavano alla base di un teorema che gioc un
ruolo centrale nella dimostrazione di Desargues: il teorema di Menelao. Tuttavia lo
sviluppo della geometria nel diciannovesimo secolo port allanalisi dei fondamenti

Notae Philosophicae Scientiae Formalis,


vol. 1, n. 1, p. 89 - 102, maio 2012.
91

della geometria proiettiva e al tentativo di eliminare per quanto possibile da


questultima nozioni non proiettive come la congruenza o la misura. Il teorema
piano di Desargues fu fondamentale in questo programma di ricerca. Una
dimostrazione puramente proiettiva di tale teorema era gi stata data da Poncelet
nel 1822. Poncelet aveva mostrato come la versione del teorema di Desargues nello
spazio (che chiameremo anche teorema solido di Desargues) aveva come semplice
corollario una dimostrazione proiettiva del teorema di Desargues nel piano.
Lappello alla congruenza nella dimostrazione del teorema piano di Desargues
veniva cos eliminata attraverso lintroduzione dello spazio. Ci si pu per
legittimamente chiedere se questo appello allo spazio sia legittimo e necessario. La
questione della legittimit nasce da considerazioni di purezza dei metodi. La
questione della necessit da considerazioni logiche. Si dovette aspettare fino ai
lavori di Peano e Hilbert per avere una risposta (positiva) logicamente rigorosa a
questultima questione. Inoltre questi risultati sono alla base di una discussione pi
articolata del problema della legittimit o della purezza. Queste considerazioni
saranno sviluppate nella parte finale di questa nota.

1. Cenni storici sul rapporto tra geometria piana e solida

Nella geometria antica si trovano poche applicazioni interessanti della


geometria solida alla geometria piana (naturalmente quella solida richiede la piana).
Gli Elementi di Euclide portano ad una separazione netta tra geometria piana e
solida (con questultima rilegata agli ultimi libri) che influenzer la presentazione
degli elementi di geometria fino al secolo diciannovesimo. Non mancano per, gi
nel mondo antico, alcune direzioni avanzate di ricerca dove tecniche di geometria
solida vengono utilizzate nello studio di problemi di geometria piana. Possiamo
menzionare ad esempio la quadratura del cerchio data da Pappo attraverso una

Notae Philosophicae Scientiae Formalis,


vol. 1, n. 1, p. 89 - 102, maio 2012.
92

proiezione dellelica cilindrica per generare la curva quadratrice nel piano. anche
importante notare che la distinzione tra problemi piani, solidi, e lineari data da
Pappo ortogonale rispetto a quella tra geometria piana e solida. La tassonomia
data da Pappo concerne il tipo di curve richieste per la soluzione dei problemi (linea
e cerchio per quelli piani; sezioni coniche per quelli solidi; e curve pi complicate
per quelli lineari). La geometria solida di Euclide si trova classificata quindi come
piana nella classificazione di Pappo e viceversa problemi piani come la trisezione di
un angolo arbitrario risultano solidi. Mentre Pappo critica luso di curve che non
corrispondono alla natura del problema (coniche per risolvere problemi piani), non
ci risulta che il mondo greco abbia sollevato obiezioni esplicite alluso della
geometria solida nelle investigazioni di problemi di geometria piana.
Nel secolo diciasettesimo si nota uno spiccato interesse per lapplicazione di
tecniche di geometria solida a quella piana. Valga come esempio quello di
Evangelista Torricelli. Nel suo trattato De quadratura parabolae (1644), Torricelli
presenta venti dimostrazioni differenti della quadratura della parabola dividendole
in dimostrazione classiche (utilizzando la dimostrazione per assurdo) e
dimostrazioni con la geometria degli indivisibili di ispirazione Cavaleriana. La cosa
veramente sorprendente di questo trattato linteresse mostrato da Torricelli per
lutilizzazione di tecniche di geometria solida nella dimostrazione di un teorema di
geometria piana. Tutti i pi importanti risultati della stereometria classica euclidea e
archimedea sono richiamati e Torricelli dimostra come la quadratura della parabola
possa discendere da essi, grazie a tecniche di esaustione o ad argomenti di natura
indivisibilista. Naturalmente nessuno di questi usi di geometria solida pu venire
considerato necessario visto che Archimede aveva gi dato delle dimostrazioni
puramente piane del teorema. Torricelli non solleva nessun problema metodologico
rispetto alluso della geometria solida in questioni di geometria piana.
Con lo sviluppo della geometria proiettiva nel secolo diciannovesimo le
tecniche di utilizzazione dello spazio per dimostrare teoremi di geometria

Notae Philosophicae Scientiae Formalis,


vol. 1, n. 1, p. 89 - 102, maio 2012.
93

(proiettiva) piana cominciano a mostrare la loro efficacia . La scuola di Monge in


particolare si caratterizza per questa costante interazione tra piano e spazio. Nel suo
famoso Aperu del 1837 Chasles caratterizza la scuola di Monge attraverso la
propensione per lutilizzazione delle tre dimensioni nella dimostrazione di teoremi
nel piano.
Concludiamo questi brevi cenni storici ricordando che in geometria
elementare la separazione tra geometria piana e solida venne messa in discussione
seriamente per la prima volta dal geometra italiano Riccardo de Paolis nei suoi
Elementi di geometria (1884). In essi egli sottolineava sia limportanza delle analogie
tra geometria piana e solida (angoli-diedri; poligoni-poliedri etc.) sia limportanza di
utilizzare lo spazio per la comprensione e semplificazione dei teoremi di geometria
piana. Questa posizione fusionista, cio la richiesta che la geometria piana e solida
vengano sviluppate in tandem, furono allorigine di un dibattito noto come
fusionismo a cui parteciparono geometri italiani, francesi e tedeschi. Il dibattito tra
geometri fusionisti e i loro avversari port a discussioni concernenti tanto la
legittimit quanto la necessit del ricorso allo spazio nella dimostrazione di teoremi
di geometria piana. Tuttavia per poter seriamente affrontare questo nucleo di
questioni col rigore necessario si dovettero attendere i lavoro fondazionali di Hilbert
e Peano che affronteremo dopo la seguente sezione.

2. I fondamenti della geometria proiettiva

Allinizio del secolo diciannovesimo, i cultori di geometria cominciarono a


sviluppare i fondamenti della geometria proiettiva indipendentemente dalla
geometria euclidea. Alcuni geometri, come Mbius e Plcker, cercarono di costruire
una geometria analitica proiettiva analoga alla geometria analitica cartesiana. Altri,
come Steiner, si mossero alla ricerca di una geometria senza coordinate che avesse

Notae Philosophicae Scientiae Formalis,


vol. 1, n. 1, p. 89 - 102, maio 2012.
94

per gli stessi vantaggi della nuova geometria analitica proiettiva. Tutti questi
programmi di ricerca utilizzavano liberamente considerazioni di natura metrica
facendo ricorso o alla nozione di distanza euclidea o ai principi di proporzionalit o
congruenza. Tuttavia questi principi non soddisfano linvarianza proiettiva. A partire
dalla Geometria der Lage (1847) von Staudt diede origine a un programma di ricerca
che aveva come scopo leliminazione di queste nozioni metriche dalla geometria
proiettiva. In un passo del suo lavoro dichiarava:

Ho cercato in questo lavoro di trasformare la geometria di posizione in


una scienza indipendente che non ha bisogno della nozione di misura.

Bench ci fossero ancora dei problemi legati alla continuit che furono risolti
solo dopo di lui, il lavoro di von Staudt rese possibile una definizione di un sistema di
coordinate prive di metrica a partire da sole considerazioni proiettive. La chiave di
volta per questo risultato era una particolare costruzione (costruzione del
quadrilatero) che permette, dati tre punti collineari, di trovare unicamente un
quarto punto sulla stessa retta degli altri tre, tale che i quattro punti siano fra loro in
rapporto armonico (nozione che non abbiamo bisogno di definire qui). Il quarto
punto pu anche venir trovato tramite considerazioni metriche ma von Staudt, il cui
programma richiedeva leliminazione delle nozioni metriche a favore di quelle
proiettive, riusc nellimpresa di determinare questo punto senza ricorrere a queste
considerazioni, e impiegando invece il teorema piano di Desargues, il cui enunciato
non involve alcuna nozione metrica:
Teorema di Desargues nel piano. Se due triangoli complanari sono tali che le
linee che connettono i vertici corrispondenti si intersecano in un punto
allora le intersezioni dei lati corrispondenti sono collineari (giacciono sulla
stessa linea).
Come abbiamo gi anticipato la prova originale di Desargues fa ricorso a
nozioni metriche. Per realizzare lo scopo di von Staudt, occorre tuttavia una
dimostrazione scevra da tali considerazioni. Questa era stata fornita da Poncelet nel

Notae Philosophicae Scientiae Formalis,


vol. 1, n. 1, p. 89 - 102, maio 2012.
95

Trait des propriets projectives des figures (1822). Desargues aveva anche
enunciato una versione solida del teorema, la cui dimostrazione immediata e
trascende da considerazioni metriche (per ottenerla basta osservare che due piani si
intersecano in una retta, e quindi le linee che connettono i vertici di due triangoli
non complanari non possono che incontrasi sulla retta in cui si intersecano i piani a
cui tali rette appartengono):
Teorema di Desargues nello spazio. Se due triangoli che giacciono su piani
differenti sono tali che le linee che connettono i loro vertici
corrispondenti si intersecano in un punto allora le intersezioni dei lati
corrispondenti sono collineari.
Poncelet dimostr che il teorema piano di Desargues risulta per semplice
proiezione sul piano da quello solido, ottenendo cos una dimostrazione puramente
proiettiva del primo. Questa la dimostrazione impiegata da von Staudt. Tuttavia
tale dimostrazione richiede la geometria dello spazio nonostante il fatto che
lenunciato del teorema di Desargues nel piano concerne solo triangoli complanari.
Abbiamo cosi raggiunto il nodo teorico che aveva dato origine alla polemica sul
fusionismo. Che il fusionismo fosse necessario nei fondamenti della geometria
proiettiva fu la conclusione a cui arriv anche Felix Klein nel suo articolo ber die
sogennante Nicht-Euklidische Geometrie (1873). Wiener in un articolo del 1891
osserv, senza fornire una dimostrazione, che il teorema piano di Desargues non si
pu dimostrare proiettivamente senza passare per lo spazio ed osserv inoltre che
la geometria piana proiettiva non e autosufficiente. Peano e Hilbert affrontarono
questo problema col rigore metodologico necessario.

Notae Philosophicae Scientiae Formalis,


vol. 1, n. 1, p. 89 - 102, maio 2012.
96

3. Peano e Hilbert

Losservazione di Klein sulla necessit di ricorrere allo spazio nei fondamenti


della geometria proiettiva si basa sul teorema di Beltrami (1865) che asserisce che
una superficie liscia Riemanniana possiede curvatura costante se e solo se pu
essere proiettata su un piano in modo tale che le geodetiche di quella superficie
hanno come proiezione delle linee rette nel piano. Il risultato si applica tanto al
piano euclideo quanto a quello proiettivo. Klein interpretava quindi il teorema di
Beltrami come lasserzione che una superficie di Riemann di curvatura non costante
non pu essere rappresentata su un piano in modo tale che le geodetiche di quella
superficie si comportino come linee rette nel piano. Nel 1894 Peano svilupp
questa interpretazione e diede lo schizzo di una dimostrazione che i suoi assiomi per
la formalizzazione della geometria piana hanno modelli in cui il teorema piano di
Desargues non vale. Il suo modello, appena schizzato, utilizza superfici di Riemann di
curvatura non costante. Quindi i suoi assiomi per la geometria del piano sono
insufficienti per la dimostrazione del teorema piano di Desargues. Quando gli
assiomi della geometria del piano sono supplementati da quelli per lo spazio, il
teorema piano di Desargues diventa dimostrabile, come prevedibile.
Nelle lezioni del 1898-99 Hilbert articol i suoi assiomi per la geometria
dividendoli in cinque classi: I (incidenza), II (ordine), III (parallele), IV (congruenza), V
(continuita). Egli osserv che il teorema piano di Desargues dimostrabile in questo
sistema usando gli assiomi di incidenza nello spazio o alternativamente gli assiomi di
congruenza. Dimostr poi che il teorema piano di Desargues non pu essere
dimostrato nella geometria del piano a cui manchino alcuni assiomi di congruenza
(ossia non dimostrabile dagli assiomi I 1-2, II, III, IV 1-5 e V). Egli otteneva questo
risultato presentando esplicitamente un modello in cui questi assiomi valgono ma il
teorema piano di Desargues non vale. Ne consegue che il teorema piano di
Desargues non pu essere dimostrato coi soli assiomi proiettivi per il piano (I 1-2).

Notae Philosophicae Scientiae Formalis,


vol. 1, n. 1, p. 89 - 102, maio 2012.
97

Nelle sue lezioni sulla geometria euclidea Hilbert commentava il risultato


ponendo in evidenza la sua importanza per la questione della purezza dei metodi:

Questo teorema ci d ora lopportunit di discutere una questione


importante. Il contenuto [Inhalt] del teorema di Desargues appartiene
completamente alla geometria del piano bench per la sua dimostrazione
ci sia stato necessario far ricorso allo spazio. Perci ci troviamo per la
prima volta nella posizione di mettere in pratica una critica dei mezzi di
dimostrazione. Nella matematica moderna questa critica utilizzata
molto spesso quando lo scopo quello di preservare la purezza del
metodo [die Reinheit der Methode], e cio dimostrare teoremi, se
possibile, utilizzando mezzi che sono suggeriti [nahe gelegt] dal
contenuto del teorema.(Hallett and Majer 2004, pp. 315-16)

Una dimostrazione di un teorema quindi pura o meno a seconda se i mezzi


dimostrativi utilizzati sono suggeriti dal contenuto del teorema che viene
dimostrato, oppure trascendono questo contenuto. Dato che il contenuto del
teorema *piano+ di Desargues appartiene completamente alla geometria del piano
considerazioni che fanno appello allo spazio non sembrano essere suggerite dal
contenuto del teorema. Perci Hilbert sembra considerare impure le dimostrazioni
del teorema piano di Desargues che utilizzano lo spazio.
Hilbert dimostr inoltre che se una geometria piana soddisfa gli assiomi I 1-2
(gli assiomi di incidenza nel piano), II (gli assiomi dellordine), e III (assioma delle
parallele) allora il teorema piano di Desargues condizione necessaria e sufficiente
affinch quella geometria del piano risulti un elemento di una geometria dello
spazio che soddisfa tutti gli assiomi di incidenza (inclusi quelli dello spazio) oltre agli
assiomi II e III. In altri termini, un piano che soddisfa gli assiomi I 1-2, II, III ed il
teorema piano di Desargues, soddisfa anche gli assiomi di incidenza nello spazio I 3-
7. Hilbert dimostr questo risultato mostrando prima di tutto come in una
geometria del piano che soddisfa gli assiomi I 1-2, II, III ed il teorema di Desargues si
possa costruire unalgebra di segmenti che ha la struttura di un anello di divisione
ordinato. Mostr poi come un anello di divisione ordinato pu essere utilizzato per
costruire un modello degli assiomi I, II, e III, ovvero un modello della geometria dello

Notae Philosophicae Scientiae Formalis,


vol. 1, n. 1, p. 89 - 102, maio 2012.
98

spazio (gli assiomi dordine sono inessenziali). Ecco come nelle lezioni del 1898-99
Hilbert riassumeva la situazione:

Quindi il teorema di Desargues sarebbe la condizione che garantisce che


il piano stesso distinto nello spazio e possiamo quindi dire che tutto ci
che dimostrabile nello spazio gi dimostrabile nel piano dal teorema
di Desargues.

In altre parole, il teorema di Desargues pu essere utilizzato come sostituto degli


assiomi solidi; nel sistema di Hilbert esso ha esattamente le stesse conseguenze
dimostrabili degli assiomi spaziali.

4. Il problema del contenuto

In un articolo recente (Hallett 2008) e nelle sue introduzioni alle lezioni di


Hilbert sulla geometria pubblicate nel primo volume della Hilbert Edition (Hallett
and Majer 2004), Michael Hallett ha tratto delle conseguenze interessanti, ma a
nostro parere discutibili, sulla nozione di contenuto del teorema di Desargues e sulla
questione della purezza dei metodi. Nel suo articolo del 2008 Hallett scrive:

What this shows is that the Planar Desarguess Theorem is a sufficient


condition for the orderly incidence of lines and planes, in the sense that it
can be used to generate a space. We thus have an explanation for why
the Planar Desarguess Theorem cannot be proved from planar axioms
alone: the Planar Desarguess Theorem appears to have spatial content.
(p. 229)

Inoltre nella sua introduzione alle lezioni di Hilbert del 1898-99 Hallett osserva che il
lavoro di Hilbert reveals that Desargues planar Theorem has hidden spatial
content, perhaps showing that the spatial proof of the Planar Theorem does not
violate Reinheit after all (pp. 227-28). Quindi Hallett sostiene che il lavoro di
Hilbert ci deve condurre a rivedere il nostro giudizio su cosa debba essere una
dimostrazione pura del teorema piano di Desargues. Mentre a prima vista potrebbe

Notae Philosophicae Scientiae Formalis,


vol. 1, n. 1, p. 89 - 102, maio 2012.
99

sembrare che considerazioni facenti appello allo spazio nella dimostrazione del
teorema piano di Desargues diano luogo a impurit, Hallett ritiene che il lavoro di
Hilbert ci debba portare a rivedere questa intuizione in quanto mostrerebbe che il
teorema piano di Desargues abbia un contenuto spaziale (o solido) nascosto.
Questa posizione di Hallett fa appello alla nozione di contenuto nascosto di
ordine superiore sviluppata da Dan Isaacson nel contesto di alcuni lavori volti a
fornire una interpretazione dei risultati di incompletezza di Gdel per laritmetica di
Peano. Nel nostro articolo (Arana-Mancosu, in corso di pubblicazione) sviluppiamo
unanalisi dettagliata tanto della concezione di contenuto nascosto di ordine
superiore di Isaacson quanto delle conseguenze per la purezza dei metodi che ne
discendono secondo Hallett. Laspetto centrale della questione che la nozione di
contenuto proposta da Hallet in base alla considerazione dellanalisi hilbertiana del
teorema di Desargues basata sul ruolo deduttivo giocato da tale teorema entro un
sistema assiomatico. Questa nozione molto vicina a quella di contenuto come
equivalenza deduttiva (allinterno di una teoria di base) articolata da Carnap. Hallett
vede nel teorema piano di Desargues un enunciato dal contenuto solido (nascosto)
proprio perch entro una certa teoria assiomatica il teorema di Desargues gioca lo
stesso ruolo deduttivo degli assiomi dello spazio.
La nostra critica alla posizione di Hallett basata sulle seguenti cinque
obiezioni che qui vengono semplicemente elencate ma non argomentate (rinviamo
al nostro articolo tanto per unarticolazione della tesi di Hallett che per una
argomentazione dettagliata a sostegno delle nostre critiche):
a) Se il contenuto del teorema piano di Desargues fosse spaziale ne
seguirebbe che un essere dotato di credenze e concetti piani ma che non
abbia credenze o concetti spaziali non riuscirebbe a comprenderlo, ci
che appare poco plausibile.
b) Sostenere che il teorema piano di Desargues ha un contenuto solido a
causa del suo ruolo nel sistema assiomatico di base hilbertiano richiede

Notae Philosophicae Scientiae Formalis,


vol. 1, n. 1, p. 89 - 102, maio 2012.
100

una profonda analisi metateorica tale quella condotta da Hilbert. Ma che


cosa dire di enunciati che non sono ancora stati analizzati
metateoricamente o, peggio ancora, di cui non si sa se siano veri o falsi
(come la congettura dei numeri primi gemelli)? Intuitivamente
comprendiamo (il contenuto del-) la congettura dei primi gemelli anche
se non ne abbiamo una dimostrazione od unanalisi metateorica.
c) La posizione di Hallett implica un contestualismo radicale rispetto al
contenuto. Il ruolo giocato dal teorema di Desargues cambia
radicalmente a seconda che lenunciato faccia parte di una geometria
(metrica) con assiomi di congruenza o di una sola geometria proiettiva.
Eppure lenunciato lo stesso in entrambe i casi.
d) Allinterno di un contesto assiomatico con gli assiomi I 1-2, II, e III ed il
teorema piano di Desargues, Hallett attribuisce contenuto spaziale solo a
questultimo. Ma ammesso e non concesso che il teorema piano di
Desargues abbia contenuto solido, illecito attribuire questo contenuto
al solo teorema di Desargues. Infatti le conseguenze spaziali
appartengono allintero sistema e non al solo enunciato di Desargues.
vero che senza lenunciato di Desargues le conseguenze spaziali non
vengono assicurate ma lenunciato da solo, senza gli altri assiomi, a sua
volta incapace di produrre queste conseguenze. Sarebbe quindi pi
corretto dire che le conseguenze spaziali sono in parte il risultato
dellenunciato di Desargues e in parte dei rimanenti assiomi. Ma allora, se
il teorema piano di Desargues avesse un contenuto spaziale, questo
dovrebbe essere il caso anche di questi ultimi assiomi, per esempio
dellassioma I.1.
e) Dallanalisi della nozione di contenuto difesa da Hallett consegue che ogni
teorema ha una dimostrazione pura. Ci sembra implausibile che questo
sia vero a priori in quanto conseguenza di unanalisi della nozione di

Notae Philosophicae Scientiae Formalis,


vol. 1, n. 1, p. 89 - 102, maio 2012.
101

contenuto. La purezza ne risulterebbe trivializzata.


Ne concludiamo che la nozione di contenuto fornita da Hallett puo risultare
interessante per altri scopi ma non al fine di chiarificare i giudizi di purezza che sono
usuali nella pratica matematica. La nozione di contenuto che a nostro parere risulta
utile per una chiarificazione del concetto di purezza di una dimostrazione deve
invece essere legata alla comprensione del significato dellenunciato di un teorema e
non al suo ruolo deduttivo allinterno di un sistema assiomatico. Inoltre la nostra
posizione sul teorema di Desargues la stessa che ci pare sia stata sostenuta dallo
stesso Hilbert: il teorema piano di Desargues non ha una dimostrazione pura in un
contesto proiettivo.

Ringraziamenti. Desideriamo ringraziare Abel Lassalle Casanave per averci dato lo


stimolo a scrivere questa nota e Marco Panza per preziosi suggerimenti di stile e
contenuto.

Bibliografia

ARANA, A. e MANCOSU, P. On plane and solid geometry, in corso di pubblicazione


nella Review of Symbolic Logic.

CHASLES, M. Aperu Historique sur lOrigine et le Dveloppement des Mthodes en


Gomtrie. M. Hayez, Bruxelles, 1837.

DE PAOLIS, R. Elementi di Geometria. Loescher, Torino, 1884.

DETLEFSEN, M. "Purity as an ideal of proof". In: Paolo Mancosu (ed), 2008, pp. 179
197.

DETLEFSEN, M. e ARANA, A. "Purity of methods". Philosophers' Imprint, 110(2): 1-20,


2011.

Notae Philosophicae Scientiae Formalis,


vol. 1, n. 1, p. 89 - 102, maio 2012.
102

HALLET, M. "Reflections on the Purity of Method in Hilberts Grundlagen der


Geometrie". In: Paolo Mancosu (ed), 2008, pp 198255. 2008.

HALLET, M. e MAJER, U. (eds). David Hilberts lectures on the Foundations of


Geometry, 18911902. Springer-Verlag, Berlin, 2004.

HILBERT, D. Grundlagen der Geometrie. B.G. Teubner, Leipzig, 1899.

______. Foundations of Geometry. Open Court, La Salle, IL, 1971. Traduzione inglese
dei Grundlagen der Geometrie (B.G. Teubner, Leipzig, 1899).

ISAACSON, D. "Arithmetical truth and hidden higher-order concepts". In: The


Philosophy of Mathematics, a cura di W.D. Hart, pagine 203224. Oxford
University Press, 1996. Pubblicato originariamente in Logic Colloquium 85,
the Paris Logic Group (eds.), Amsterdam, North-Holland, 1987, pp. 147169.

KLEIN, F. "ber die sogenannte Nicht-Euklidische Geometrie". Mathematische


Annalen, 6: 112145, 1873.

MANCOSU, P. (ed) The Philosophy of Mathematical Practice. Oxford University


Press, 2008.

PAPPUS. Collectionis Quae Supersunt. Weidman, Berlin, 18761878. 3 vols.

PEANO, G. "Sui fondamenti della Geometria". Rivista di Matematica, 4:5190, 1894.

PONCELET, J-V. Trait des Proprieets Projectives des Figures. Bachelier, Paris, 1822.

TORRICELLI, E. Opera Geometrica, Firenze. In Opere di Evangelista Torricelli.


Stabilimento Tipografico Montanari, Faenza, 19191944.

VON STAUDT, K. G. C. Geometrie der Lage. F. Korn, Nrnberg, 1847.

WIENER, H. "ber Grundlagen und Aufbau der Geometrie". Jahresbericht der


Deutschen Mathematiker-Vereinigung, 1: 4548, 1892.

Notae Philosophicae Scientiae Formalis,


vol. 1, n. 1, p. 89 - 102, maio 2012.

You might also like