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, sempre attuale) Calvino no «ll Giorno» un iventato presto celebre soprat- fella buona 0 cattiva scrittura. osizione di un tale da- ella’ di tale deposizione da parte ni parola e ogni giro di frase d’uso alle sue orecchie pit eleganti, pit 1. Un vecchio (mi ticolo di Italo a pubblicato sul quotidia gua che é di sul tema d scenetta, la dep Nel 1965 Italo Calvino h articolo intitolato Lantilin tutto tra coloro che riflettono Larticolo comincia con una vanti ai Carabinieri ela “messa in del brigadiere, che sostituisce 09 corrente con parole e giri di frase scelti, ma in realta tremendamente goffi Italo Calvino. I1brigadiere é davanti alla macchina da scrivere. L'interrogato, seduto davanti a lui, rispon- de alle domande un po’ balbettando, ma attento a dire tutto quel che ha da dire nel modo pili preciso e senza una parola di troppo: «Stamattina presto andavo in cantina ad accendere la stufa e ho trovato tutti quei fiaschi di vino dietro la cassa del carbone. Ne ho preso uno per bermelo a cena. Non ne sapevo niente che la bottiglieria di sopra era stata scassinata», Impassibile, il brigadiere bate veloce sui tasti la sua fedele trascrizione: «I1 sotto- seritto,essendosi recato nelle prime ore antimeridiane nei locali dello scantinato per eseguire lavviamento dell impianto termico, dichiara d’essere casualmente incorso nel sen ad en cmc pons erat diuo de devi articlinelVntento di consumarlo durame dor ene essendo aconoscenca dellavvenuta effazione delesencirns ere Pometidiano, non eTCizio: Soprastante».' 1 Italo Calvino, ant ino-Lantiingua in Una pietra sopra, Enauh, Torino 1980, torinon . deltantiingua ae consigli di eee Gazzetta Uffic i Serio ai . Sate Perché, come osserva pg gear ono sche a questo punto di vista, il problema SO di a Un rapporto sbagii iiss osi vuole ee S00 con lingua, esa lingua ait ertiCol lascerebbe imme Un piano diverso ee Portanza, vuol eo. CON la vita es eae! fasulla, é il sintomo di © stessi. Chi parla o scrive ‘autor VETSO @ Bil alto dei sun, a a cor autorita, diciamo Prat! Suolinterlocutert Pit di quel che & a Loro icono e realmente, vuole mettersi su TECArSi, incorre, j e ma "eneltinvenimento, andare, tr, u avore, PASt0 pomeridiang, VA" Cena, mentre noi, Per fovore,srivete chiara . problema, insomma, non é solo linguistico ma & etico, linguaggio Non serve, come dovrebbe, a comunicare, distanza, a mettere una barriera tra sé e gli altri, Caratteristica principale dell‘antilingua, scrive Calvino, & civile: adoperato in questo modo, il a farsi capire, ma al contrario serve a tenere a € quello che definirei il «te abbia di per se stesso un si oscene, come se «and: rore semantico», cioé la fuga di fronte a ogni vocabolo che ignificato, come se «fiasco» «stufa» «carbone» fossero parole fare» «trovares «sapere indicassero azioni turpi, Nel!'antilingua n fondo a una prospettiva di vo- iente 0 vogliono dire qualcosa di vago Sono cose che vi suonano famigliari? Anche voi avete letto che «si é verificato un sinistro» al posto di «c’e stato un incicentes? Anche voi avete scritto «mi sono recato dal medicon anziché «sono an- dato dal medico»? E perché siete anche voi abitanti dell'antilingua, come tutti. Come bisognereb- be scrivere, allora? Per esempio, come Calvino nel brano che abbiamo appena letto. 2. La teoria delleleganza di Lina Presotto Dunque Calvino, uno degli scrittor italiani pitt note pi amati, uno scrittore che si legge sin dalle scuole medie, che “chiude i program- mi” alle superiori, usa sempre una lingua trasparente, e - come ab- biamo visto ~ raccomanda agli altri di usarla; ma poi molti, quando scrivono, fanno tutto il contrario: complicano inutilmente il discorso, creano delle difficolta senza che ce ne sia bisogno, vanno a caccia della forma elegante finendo per risultare incomprensibili oridicoli La cosa piti sorprendente é che questo “morbo" sembra contagiare moltiitaliani sin dai tempi della scuola, A.scuola si reagisce infatti giustamente alla sciatteria, alla proie- ‘ zione senza filtri della lingua parlata (0 della lingua delle chat) sulla Alberto Savinio, lingua scritta, ma a volte si rischia di trasmettere idea che il bello stile sia un po’ come l'abito della festa, qualcosa che rende pit piacevole l'apparenza senza cam- biare la sostanza: lo stile che fa dire ci sono ma fa scrivere vi sono, che fa dire esempio ma fa scrivere esemplificazione, che fa dire andiamo alla fiera ma fa scrivere ci recheremo allevento fieristico, Qual- che tempo fa sono stato invitato a una specie di saggio di fine anno di studenti delle superiori, e sull'invito cera scritto, tra laltro: «verranno proiettate delle immagini fotografiche». Ho chiesto allorganizzatore se non si poteva scrivere «delle fotografie», e lui mi ha risposto che si, si poteva, «ma fotografie lo dice mio nipote di dieci anni...», Come dargli torto? Speriamo solo che il ragazzino cresca in fretta, e impari. E un problema nuovo? Si scriveva meglio un tempo? No, non @ un problema nuovo. Ma certa- mente si: si scriveva meglio un tempo, quando si scriveva di meno, soprattutto quando gli scri~ venti erano di meno. Ma leggendo le rflessioni sulla lingua degli scrittori del passato ci si accorge che il problema dello “stile fiorito’, della complicazione inutile scambiata per profondita, é un vecchissimo problema. L’antilingua c’era gia prima che Calvino la scoprisse. Laveva gia ben individuata e descritta, per esempio, quel grande scrittore che @ stato Alberto Savinio. Lantitingua In una voce della sua Nuova enciclopedia, Savinio racconta del modo in cui parlava la sua vec. chia donna di servizio: Lina Presotto, la mia formosa e alacre? domestica [..., parlando con me o mia moglie ©con i miei figli usava il verbo aspertare, ma al telefono usava il verbo attendere, E: bene dire subito che non la sola Lina Presotto pensa che attendere sia pit elegante di aspetta vz, né lei sola divide la lingua in due categorie distinte, una da usare in famiglia, Valtra con gli estranei ¢ comunque la gente di maggior riguardo. La stessa distinzione si fy tra giungeree arrivare, considerato popolare questo e aristocratico quello, tra mandaree inviare, tra comprare e acquistare, ecc. [..J. Questa strana teoria dell’eleganza @ praticata nonché da Lina Presotto [...] ma® da tutte le colleghe di Lina Presotto; e oltre a cid dagli sceneggiatori di soggetti cinema- tografici, da molti commediografi, da quasi tutti i traduttori di lavori stranieri e cos} pure dai traduttori di dialoghi cinematografici. Tu, lettore, quando tua moglie sta per arrivare a tavola col piatto della pastasciutta, dici forse ai tuoi figlioli: «Attendete, ella & per giungere»? E per questo che quando senti quelle/egante parlare al ci inematografo o a teatro, non riconosci pit Ia tua lingua, non sei convinto di quello che senti, ma perd diciamo la verita — invece d’incolpare l’inintelligenza ¢ volgarita dell’autore, ti lasci mordere dal dubbio che la colpa sia tua, e che per essere “distinto” ti tocca parlare anche a te a quel modo “fuori del comune” [...]. Ora, questa strana teoria dell’eleganza non si ferma a Lina Presotto, agli sceneggiatori di soggetti cinematografici, ai traduttori di commedie ungheresi, ma sale alle regioni illustri, crea la “preziosa” lingua di D'Annun- Zio ¢ dei dannunziani, ispira coloro che scrivono “scelto”, che scrivono “sontuoso”, che scrivono “aulico”, e che nella nostra letteratura sono, e soprattutto erano tanti.* 2 alacre:laboriosa, zelante, 3 nonché ...ma: formula un po’ arcaica e letteraria, che significa “non solo..ma anche... 4 Per inciso, Savinio non scrive »la mia donna di servizio» srive «Lina Presotto», e dandole un nome (non impor- ta se vero o inventato, ma in questo caso vero) la rende subito memorabile. Un bel po’ dellefficacia di questo brano sta nel fatto che Savinionon cita un esempio generico, inventato (Ho sentito dire una volta a una donna di servizio...) ma parla di qualcosa che & sweeess0 alu, e facendo il nome della protagonista dell'aneddoto crea un personaggio, €col personaggio una storiella divertente. € probabile che non vi dimenticherete pid il nome di Lina Presotto e'l suo debole perl verbo attendere, mentre questo aneddoto vi sarebbe presto scivolato dalla ‘memoria se la protagonista fosse stata semplicemente «una donna di servizio». nomi, i dettagli favoriscono Vindividuazione, e’individuo é piu memorabile della categoria astratta. Sempre per inciso: Savinio scrive ema pperbs:a scuola ci dicono di non sctiverlo mai e noi non lo scriveremo) ma non é che sia un errore grave, ¢ sem. plicemente un modo per rafforzarela frase avversativa, Perché attendere al posto di aspettare? Perché giungere al posto di arrivare? Perché - potremmo continuare l'elenco all'infinito ~ effettuare una ricerca al posto di cercare? Perché varie tipologie di carrozzerie anziché vari tipi di carrozzerie? Per scrivere elegante, Savinio non se la prende tanto con chi parla o scrive male quanto con chi, nel parlare e nello scrivere, si traveste, indossa un abito che Non é il suo, 'abito della festa, adopera un linguaggio artefatto, e applica insomma alla lingua una «strana teoria dell’eleganza», una teoria secondo la quale in determinati contesti (per esempio Parlando con la «gente di maggior riguardo») bisogna darsi un tono e usare parole e frasi che maisi userebbero nella conversazione con persone giudicate meno importanti. All'inizio, Savinio se la prende dunque con la sua «formosa e alacre domestica» Lina Presotto, € iltono é chiaramente scherzoso. Ma poi il discorso si fa pili serio, e, in una pagina successiva, Savi- nio osserva che quest'uso «sontuoso» e «aulico» della lingua, che rende ridicoli molti film contem- Poranei (Savinio scriveva negli anni Quaranta), ha radici nella lingua letteraria italiana: e qualche colpa ce I'hanno, oltre a D’Annunzio, che Savinio detestava, anche grandi autori come Manzoni e Leopardi, «La bellezza della Ginestra ~ scrive - a me la guasta quel verso nel quale il Vesuvio é chia- mato sterminator Vesevo». Si pud non essere d’accordo circa il giudizio su Leopardi, perché Savinio Per favore, scrivete chiaro confonde con un po’ di arbitrio il linguaggio quotidiano e il linguaggio poetico del primo Ottocen- to (che per tradizione, una tradizione dalla quale proprio Leopardi comincia ad allontanarsi, doveva distinguersi dal linguaggio quotidiano); ma non si pud non essere d’accordo sul fatto che tutti i tentativi di darsi un tono di eleganza, scrivendo o parlando in contesti ufficiali, hanno l'unica con- seguenza di farci risultare ridicoli. Se nella lingua quotidiana diciamo aspettare, o problema, o tema, © tipo, nonce alcuna ragione, rivolgendoci a «persone di riguardo», di dire 0 di scrivere attendere o problematica 0 tematica o tipologia. «Perché — scrive Savinio — fine della lingua non é di esprimere in maniera aulica 0 estetistica poche idee, limitate, obbligate, e ambigue quando non addirittura false, ma di farsi strumento preciso, duttile, “inappariscente” soprattutto di tutto quanto una men- te profonda, sottile e osservatrice pud pensare».

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