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La sfida della verita Il cinema di Francesco Rosi acura di ALDo TASSONE Gasriete Rizza Ciara ToaNotort! SNCCI Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani France Cinéma AMIDA Il presente volume é stato realizzato con il contributo della Direzione Generale Cinema - Ministero per i Beni e le Attivita Culturali edito in occasione del Premio Fiesole ai Maestri del Cinema 2005 promosso dalla Citta di Fiesole, dalla Regione Toscana, dalla Fondazione Mediateca Regionale Toscana e dal Gruppo Toscano del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani in collaborazione con la Cooperativa I’ Atelier. Si ringraziano Francesco Rosi Elisabet Linherr Fiesole Arte Villa Fiesole Villa San Michele Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale ‘SNCCI Gruppo Toscano Annalisa Alphandery, Alessandro Bernardi, Claudio Carabba, Gigliola Caridi, Guido Fink, Cristiana Grasso, Cristina Jandelli, Beatrice Manetti, Franco Mariani, Andrea Martini, Luca Mazzei, Mara Novelli, Daniela Pecchioni, Marco Pistoia, Ranieri Polese, Valerio Provvedi, Gabriele Rizza, Giovanni Maria Rossi, Augusto Sainati, Edoardo Semmola, Stefano Soci, Aldo Tassone, Massimo Tria, Marco Vanelli, Franco Vigni Fotografie Si ringraziano Simone Blondeau, Emmanuel Chagrot, C.E.R.F, Pontarlier Le foto di pp. 11 e 74 sono di Reporters Associati La foto di p. 12 di Duilio Pallottelli (archivio Res) II Sindaeato Nazionale Critici Cinematografici Italiani 2 disposto a negoziare i pagamento dei diritti per le immagini delle quali non & stato possibile chiedere preventivamente il permesso di pubblicazione Progetto grafico, impaginazione, riproduzione immagini, realizzazione editoriale AIDA srl via Maragliano, 31a — 50144 Firenze Tel. 055 321841 — Fax 055 3215216 www.aidanet.com - mail@aidanet.com ISBN 88-8329-049-6 Indice Premio Fiesole ai Maestri del Cinema 2005 di Fabio Incatasciato e Ugo di Tullio Introduzione di Bruno Torri TERVENTI Le mani dentro la realta. Sette incontri con Francesco Rosi di Aldo Tassone 11 lungo viaggio di un napoletano di ceppo normanno di Callisto Cosulich enigma del vero. I di Claudio Carabba cinema politico di Rosi La ragione del dubbio di Anton Giulio Mancino Napoli “milionaria” di Valerio Caprara Di sicuro c’é solo che @ morto di Enrico Mannucci Su Uomini contro di Stefano Socci DOCUMENTI Il mio modo di fare cinema di Francesco Rosi Per Francesco Rosi di Tullio Kezich Rosi, le mani sulla citta di Raffaele La Capria Nove proposte per un elogio di Michel Ciment P. Pp. 9 13 65 85 a3 99 107 11s 123 129 133 TESTIMONIANZE Federico Fellini, Francis Ford Coppola, Martin Scorsese, Norman Mailer, Gore Vidal, Dino Risi, Mario Monicelli, Costa Gavras Conversazione con Tonino Guerra Conversazione con Bertrand Tavernier Materiali: i casi politici irrisolti Salvatore Giuliano / Le mani sulla citta Il caso Mattei / Cadaveri eccellenti di Riccardo Castellacci Filmografia Camicie rosse ~ Costantino Maiani La sfida — Luca Mazzei I magliari — Franco Vigni Salvatore Giuliano ~ Stefano Socci Le mani sulla citta — Massimo Tria 1 momento della verita — Marco Vanelli Cera una volta — Marco Vanelli Uomini contro — Stefano Socei Il caso Mattei ~ Edoardo Semmola Lucky Luciano ~ Massimo Tria Cadaveri eccellenti ~ Giovanni Maria Rossi Cristo si & fermato a Eboli — Franco Vigni Tre fratelli — Franco Vigni Carmen ~ Gabriele Rizza Cronaca di una morte annunciata ~ Daniela Pecchioni Dimenticare Palermo — Gabriele Rizza Diario napoletano — Chiara Tognolotti La tregua — Chiara Tognolotti Bibliografia acura di Chiara Tognolotti P. PRP PPP PP PP PPP PUPUS 141 145 151 183 186 189 191 195 197 199 201 204 206 208 210 213 215 218 221 222 224 La SFIDA DELLA veriTA. IL ciNEMA DI Francesco Rost colo popolare. Quando, infatti, ella, all’inizio, si ricongiunge alla colonna garibaldina, comunica a Garibaldi di essersi tagliata i capelli; gli dice: «Non potevo venire a far la guerra con le forcine»; ma il taglio dei capelli, in realt&, rievoca la rinunzia alla femminilitA nel momento dellentrata in con- vento, ¢ tale atto, che prelude all’accettazione di una vita di privazioni nel nome di una superiore purezza, richiama il pit ampio tema del “sacrificio femminile”, tipico di tanta letteratura d’appendice. Tale immagine di pu- rezza ® sancita, durante la battaglia di San Marino, quando Anita stringe a s6 Giovanni, il giovane garibaldino falciato dagli austriaci, Precedentemen- te, durante le sequenze notturne sull’Appennino, aveva chiesto a José: «Ti sei mai accorto di quel ragazzo, Giovanni? Come somiglia al nostro Me- notti...». Adesso, stringendo a sé lideale figlio, in un’immagine a meta strada tra la Vergine col Bambino e la Piet, Anita esprime la propria realt& di madre e, con essa, la propria santita. Tra impegno ¢ intrattenimento, dungue, il prodotto sopra la media del cinema popolare italiano degli anni Cinquanta si rivela essere, un modello ibrido. Costantino Maiani La sfida Italia/Spagna 1958, 95°, b/n Regia: Francesco Rosi. Soggetto: Francesco Rosi. Sceneggiatura: Fran- cesco Rosi, Suso Cecchi d’Amico, Enzo Provenzale. Fotografia: Gianni Di Venanzo. Montaggio: Mario Serandrei. Musica: Roman Vlad. Sceno- grafia: Franco Mancini. Costumi: Marilii Carteny. Interpreti e personag- gi: José Suarez (Vito Polara), Rosanna Schiaffino (Assunta), Nino Vin- gelli (Gennaro), José Jaspe (Raffaele), Tina Casigliano (madre di Vito), Pasquale Cennamo (Ferdinando Aiello), Elsa Valentini Ascoli (madre di Assunta), Elsa Fiore (sorella di Vito), Ubaldo Granata (Califano), Ezio Vergari (Antonio), Concetta Petito (zia Rosa), Rosita Pisano (lavandaia), Gennaro Di Napoli, Ferdinando Guerra, Giosué Ippolito, Mario Laurenti- no, Guglielmo Spolletini, Pasquale Tartaro, Renato Terra, Lia Thomas, Alfredo Visco, Enzo Barbiserra, Salvatore Javarone, Gianni Minervini, Nello Ascoli, Salvatore Cafiero, Guido Conte, Angela Luce. Produzione: Franco Cristaldi per Lux-Vides Cinecitta (Roma), Suevia Film (Madrid), Distribuzione: Lux Film. Premio speciale della giuria alla XIX Mostra del cinema di Venezia Venendo dall'entroterra, un camion arriva in citta, a Napoli, fermandosi in una piazza. E un camion di contrabbandieri. Ne scendono due uomini; uno si dirige spedito verso la casa di Vito Polara, il loro capo e socio in affari, pin capo che socio. I carico & andato a vuoto, ma in cambio, ap- profittando dello sciopero dei camionisti, in corso da giorni, i due hanno caricato delle zucchine. Proveranno a venderle. Polara é contrario, pen- sa sia uno spreco di tempo e di danaro, ma si sbaglia, perché l'affare va in porto in brevissimo tempo, fruttando un'enorme quantita di soldi. Il gior no dopo, Polara é gid in campagna a contrattare un altro carico; ben presto scopre pero che comprare ortaggi in campagna non é cost sempli- ce. C'é di mezzo un'associazione camorristica, capeggiata da Don Sal- vatore Aiello, un uomo rissoso e violento, Ostinato ad andare avanti nei suoi traffici, Polara va di corsa da Don Salvatore, scontrandosi duramen- te con lui, Per Vito Polara, guappo irruente e sventato, potrebbe essere la fine, ma Ferdinando Aiello, fratello del boss, preoccupato per il clamore José Suarez in La sfida FimoGraria 187 che potrebbe suscitare un’esecuzione a sangue freddo, propone un accor- do. Vito Polara lavorera con loro e i loro affiliati, assicurandosi una pi cola fetta del guadagno. Il lavoro daltronde c’é. Ben presto perd Polara sgarra e la questione si fa di nuovo seria. Questi, in procinto di sposarsi € indebitatosi fino al collo, ha bisogno continuo di soldi e non vuole ri- spettare una breve sospensione dei trasporti decisa da Don Salvatore per far levitare i prezzi. I soldi gli servono per la casa e per il matrimonio, ‘maestoso ed imminente. Polara prova allora a vendere di nascosto, ma viene scoperto. Deciso ad andare avanti, assalta anche un manipolo di sgherri inviati da Don Salvatore a presidiare la cascina dove dovrebbe caricare gli ortaggi, gid raccolti nei giorni precedenti. Ce la fa, ma arri- vare in tempo al mercato e disfarsi in fretta del carico ora é un obbligo. La corsa disperata va a buon fine. Non sa perd che, al mercato, Don Salvatore lo sta git aspettando. Citta e campagna nel cinema italiano non hanno mai avuto una storia di sodalizi. Negli anni Trenta e in buona parte degli anni Quaranta, la prima @ stata sede di storie sottili come la voluta di una sigaretta e fasulle come le tante avventure d’amore giocate davanti all'immancabile sagoma di un lussuoso telefono bianco, La seconda, invece, nello stesso periodo, @ stata sede ideale di un sogno familiare, areadico ¢ posticcio, che mostrava spesso come confine I’interno spoglio, ma anche troppo decoroso, di linde e fan- ta-architettoniche case rurali costruite a Cinecitta. Col neorealismo, poi, Ie storie cittadine, aperte ormai alle quinte dei grandi condomini popolari € agli ampi percorsi attraverso le vie distrutte dalla guerra, raramente si allargarono fino a comprendere gli effluvi dell’aria aperta del contado, cosi come, dal canto loro, i film ambientati in campagna, pur battendo senza posa le aspre zolle che dividevano un podere dall"altro, non si avvi- cinarono mai troppo agli agglomerati di cemento dei quartieri cittadini. Colpisce quindi, pur ad anni Cinguanta ormai quasi giunti al termine, la capacita di Francesco Rosi di rompere fin dall’inizio del suo primo film un tabit come quello dell’impraticabilita delle storie di confine fra mondo contadino ¢ citta, Nel suo film @ tutto un passare dentro e fuori dalla linea del dazio, Dalla prima sequenza, e poi ancora oltre, fin quasi alle soglie dell'ultima, Pitt che una storia di contrabbandieri, 0 un noir un po’ al- iss LA SFIDA DELLA VERITA. IL CINEMA DI Francesco Rost americana (come in quegli anni da molte parti si disse), La sfida sembra cosi un ritratto a figura intera di una citta fino ad allora troppo spesso vista in dettaglio. La via, il quartiere, il condominio, lo scorcio con mare e pino in bella vista, danno il passo qui alla strada di campagna, alla cascina, al campo di mais e di pomodori, al tragitto del camion verso la piazza dove, con moto inarrestabile (i continui movimenti di macchina a seguire e i raccordi di movimento, quasi una staffetta fra personaggi e inguadrature, sembrano provenire, nel film, quasi direttamente da Ossessione, 0 da Il grido) si scaricano ortaggi, portandoli poi nei vicoli e nei cortili dei condomini, fino ad attraversare, senza mai soffermarsi troppo, appartamenti, terrazze e stanze di ogni genere Napoli ne esce come una cittd onnivora e vorace, capitale di uno stato ex-borbonico pid che provincia della repubblica. Urbana fin dentro ogni suo poro, essa non sembra aver mai conosciuto, se non nelle cartoline, un benché minimo rapporto diretto con 1a natura, Il film glielo nega, Nean- che il mare, qui visto pitt come uno spazio chiuso, un’enclave cittadina da citare in campagna per esorcizzare le proprie paure per I’oltre confine («Ma la campagna prima d’ora chi I’aveva vista mai?», dice Gennaro a Vito, riferendosi indirettamente a quella spiaggia in cui finora aveva po- sto radice il loro traffico di tabacchi), sembra regalare una via di fuga. Se si volesse continuare con i tanti paralleli con il cinema americano proposti negli anni Cinquanta e Sessanta, si potrebbe dire che queste sono le condizioni essenziali per la costruzione del noir (Ia citt’ non abbando- nabile, la campagna o il paese di periferia impossibili da raggiungere, dove, se riuscito a scappare, il gangster non conta niente, né sa muoversi), ma in realta, anche alla luce dei successivi film di Rosi, sembra pitt op- portuno dire che questa @ la scena del dramma, V’invalicabile confine del palcoscenico della tragedia. Impossibile infatti non vedere, sotto la terra bartuta della storia di camorra, le rotaie sicure dell’ opera teatrale, anzi del melodramma, Certo @ un melodramma gestito con parsimonia, una forma di rappresentazione introiettata pid che “adottata”, che emerge solo nei punti cardine (la violenza improvvisa di Don Salvatore nel primo incon- tro con Vito Polara; la sequenza della seduzione di Assunta sul terrazzo; il grido di scherno di Don Salvatore verso Vito, allo sferisterio, dall’alto della galleria, accompagnato da un inatteso “colpo” d’ orchestra della co- Jonna sonora, improvvisamente risvegliatasi dal pressoché totale silenzio in cui giaceva; la caduta fatale il giorno del matrimonio, come nella mi- gliore tradizione; il finale tragico ¢ annunciato), a voler ricercare, sembra, una mediazione con la tradizione culturale della citta, € soprattutto con gli stessi personaggi del film, ‘C8 anzi in questo senso un parallel che viene spontaneo, ed & con un libro del 1953, ora forse un po” dimenticato: Pane e Vesuvio di Carlo Ber- nari. Appoggiandosi continuamente a strutture narrativo-sceniche proprie dell’immaginario popolare, il libro raccontava la citta scrutandola attra- verso i camion e le masse di sradicati in arrivo dall’esterno, e soprattutto attraverso i percorsi tracciati dal «debito che si va a mettere sotto un altro debito», matassa mobile e indistricabile, materiata di sempre nuove ine- stinguibili passivita e perennemente rinnovate o traslate ipoteche sul futu- ro. Lo stesso avviene nella Sfida, dove (e qui la scelta & dayvero sensibile, se si pensa a quanto, nel cinema italiano del dopoguerra, siano stati im- portanti i classici del cinema americano), il centro del meccanismo narra- tivo non & tanto la ricerca di una verit nascosta (anche solo una realta psicologica, celata nelle pieghe dei sentimenti dei personaggi), e neanche il fiorire e sfiorire esemplare di un’attivita imprenditoriale che intrecci i FinmoGRaria 189 Belinda Lee e Renato Salvatori in! magiiari suoi percorsi con i canali della criminalita organizzata, ma, invece, gli in- granaggi senza requie di un’economia autoreferenziale, mobile solo all'in- terno di un circuito chiuso, come il fluire vizioso del melodramma, Simili- tudini occasionali certo, ma che ben illustrano la vivacita e profondita di un film, forse oggi, pitt che mai, da rivalutare. Un film di rottura, ben radicato nel suo tempo. E, soprattuto, un’opera prima solo per convenzione. Luca Mazzei I magliari Ttalia/Francia 1959, 107°, b/n Regia: Francesco Rosi. Soggetto: Francesco Rosi, Suso Cecchi d’ Amico. Sceneggiatura: Francesco Rosi, Suso Cecchi d’ Amico, Giuseppe Patroni Griffi. Fotografia: Gianni Di Venanzo. Montaggio: Mario Serandrei. Mu- sica: Piero Piccioni. Scenografia: Dietel Bartels. Costumi: Graziella Ur- binati. Jnterpreti e personaggi: Alberto Sordi (Ferdinando Magliulo, det- to Totonno), Belinda Lee (Paula Mayer), Renato Salvatori (Mario Bal- ducci), Linda Vandal (Frida), Aldo Giutfré (Armando), Nino Vingelli (Vin- cenzo), Nino di Napoli (Ciro), Pasquale Cennamo (Don Gennaro), Aldo Bui Laudi (Rodolfo Valentino), Carmine Ippolito (Don Raffaele), Joseph Dahmen (il signor Mayer), Else Knott, Salvatore Cafiero, Ubaldo Grana- ta. Produzione: Franco Cristaldi per Vides Titanus (Roma). Distribi ne: Titanus. 7 Rassegnato a lasciare Hannover, dove ha tentato vanamente di far fortu- na, Mario Balducci, giovane operaio toscano, si imbatte in Ferdinando Magliulo detto Totonno, un astuto e clandestino trafficante romano che ha fatto denari vendendo stoffe e tappeti di contrabbando. Convinto da questi a restare, Mario, allettato dai facili guadagni, si unisce a lui, vin- cendo la ritrosia a lasciarsi coinvolgere in un commercio di cui ben pre- sto gli si rivela l'abusivita e le cui fila sono tirate da don Raffaele, un intraprendente napoletano al vertice di un’organi:

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