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Osteoporosis poses a significant public health issue. National Societies have developed Guidelines for the
diagnosis and treatment of this disorder with an effort of adapting specific tools for risk assessment on the
peculiar characteristics of a given population. The Italian Society for Osteoporosis, Mineral Metabolism and
Bone Diseases (SIOMMMS) has recently revised the previously published Guidelines on the diagnosis, risk-
assessment, prevention and management of primary and secondary osteoporosis. The guidelines were first
drafted by a working group and then approved by the board of SIOMMMS. Subsequently they received also the
endorsement of other major Scientific Societies that deal with bone metabolic disease. These recommendations
are based on systematic reviews of the best available evidence and explicit consideration of cost effectiveness.
When minimal evidence is available, recommendations are based on leading experts’ experience and opinion,
and on good clinical practice. The osteoporosis prevention should be based on the elimination of specific risk
factors. The use of drugs registered for the treatment of osteoporosis are recommended when the benefits
overcome the risk, and this is the case only when the risk of fracture is rather high as measured with variables
susceptible to pharmacological effect. DeFRA (FRAX® derived fracture risk assessment) is recognized as a
useful tool for easily estimate the long-term fracture risk. Several secondary forms of osteoporosis require a
specific diagnostic and therapeutic management.
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linee guida M. Rossini, S. Adami, F. Bertoldo, et al.
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Guidelines for the diagnosis, prevention and management of osteoporosis linee guida
Secondo l’OMS, nell’interpretare i risul- oltre che sanitarie. I pazienti con frattura
tati della BMD si conviene di adottare le del femore prossimale presentano entro un
seguenti definizioni: anno dalla frattura, un tasso di mortalità del
1) la BMD normale è definita da un T-sco- 15-30%. Tra gli anziani le fratture osteo-
re compreso fra +2,5 e -1,0 DS; porotiche sono una delle maggiori cause di
2) l’osteopenia (bassa BMD) è definita ad mortalità, la cui incidenza è sostanzialmen-
un T-score compreso tra -1,0 e -2,5 DS; te sovrapponibile a quella per ictus e car-
3) l’osteoporosi è definita da un T-score cinoma mammario e superiore di 4 volte a
inferiore a -2,5 DS; quella per carcinoma endometriale. Il 50%
4) l’osteoporosi conclamata è definita da delle donne con frattura di femore presen-
un T-score inferiore a -2,5 DS e dalla ta, inoltre, una consistente riduzione del li-
contemporanea presenza di una o più vello di autosufficienza che, in circa il 20%
fratture da fragilità. dei casi, comporta l’istituzionalizzazione a
Va precisato che si tratta solo di una diagno- lungo termine.
si densitometrica che può essere tradotta in
diagnosi clinica solo dopo una valutazione
n FATTORI DI RISCHIO
complessiva di diagnostica differenziale.
La soglia diagnostica in T-score, inoltre, La rilevanza clinica dell’osteoporosi è le-
non coincide con la soglia terapeutica, poi- gata alla riduzione della resistenza ossea
ché altri fattori, scheletrici ed extraschele- con conseguente aumento del rischio di
trici, condizionano sia il rischio di frattura frattura da fragilità per traumi considerati
del singolo soggetto sia la decisione di in- a bassa energia.
traprendere o meno un trattamento farma- La resistenza ossea ai traumi dipende da
cologico. fattori quantitativi, come la densità ossea
valutata mediante l’esame mineralometrico
(BMD), e da fattori qualitativi, come geo-
NOTE EPIDEMIOLOGICHE
metria, microstruttura, turnover, composi-
L’osteoporosi rappresenta una malattia di zione cristallina e organica della matrice, la
rilevanza sociale. La sua incidenza aumen- cui valutazione non è ancora entrata nella
ta con l’età sino ad interessare la maggior pratica clinica.
parte della popolazione oltre l’ottava de- I traumi a bassa energia sono general-
cade di vita. Si stima che in Italia ci siano mente rappresentati da cadute accidentali
oggi circa 3,5 milioni di donne ed 1 milione dalla posizione eretta o semplici attività
di uomini affetti da osteoporosi. Poiché nei della vita quotidiana. Nel caso delle cadu-
prossimi 20 anni la percentuale della popo- te, la probabilità di frattura dipende dalle
lazione italiana al di sopra dei 65 anni d’età caratteristiche della caduta, dalla efficacia
aumenterà del 25%, ci dovremo attendere delle reazioni protettive e dalla possibile
un proporzionale incremento dell’inciden- attenuazione dell’energia del trauma me-
za dell’osteoporosi (1). diata dallo spessore dei tessuti molli. Tutti
Il life time risk di andare incontro ad una i fattori che condizionano il rischio di ca-
frattura osteoporotica a carico del polso duta tendono ovviamente ad aumentare il
distale, dei corpi vertebrali o del femore rischio di frattura.
prossimale è di circa il 15% per ogni sito La patogenesi della frattura deve quindi
specifico e del 40% per tutti i siti. tenere conto dei molteplici fattori che in-
Nella popolazione italiana con oltre 50 fluenzano sia resistenza ossea sia frequen-
anni d’età il numero di fratture di femore za e tipo di trauma. Il rischio di frattura
in un anno supera le 90.000. Alterazioni osteoporotica è determinato da una combi-
morfologiche vertebrali sono state riscon- nazione di fattori che agiscono prevalente-
trate in oltre il 20% dei soggetti con oltre mente attraverso una riduzione della BMD
65 anni d’età di entrambi i sessi. e fattori parzialmente o totalmente indipen-
Le fratture osteoporotiche hanno impor- denti dalla BMD (caratteristiche del tessu-
tanti implicazioni sociali ed economiche to osseo non valutabili attraverso la BMD
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linee guida M. Rossini, S. Adami, F. Bertoldo, et al.
e fattori extraossei). La distinzione non è Tabella V - Fattori di rischio per osteoporosi e/o
ovviamente rigida e molti fattori di rischio fratture osteoporotiche.
agiscono con più meccanismi contempora- • Età
neamente. Tra i numerosi fattori associati
• Sesso femminile
in maniera indipendente al rischio di oste-
oporosi e fratture che risultano di partico- • Basso indice di massa corporea
lare importanza vanno annoverati l’età, le • Pregressa frattura da fragilità (in particolare
pregresse frattura da fragilità, la familiarità vertebre, comprese le fratture morfometriche,
polso, femore e omero)
per fratture da fragilità, la terapia cortiso-
nica e tutte le condizioni che aumentano la • Familiarità per frattura di femore/vertebre
probabilità di cadute. Inoltre, la presenza di • Fumo (in atto)
malattie concomitanti accentua il rischio di • Alcool (3 o più unità/die)
frattura.
• Carenza di vitamina D
Nei soggetti con più fattori di rischio il
rischio di frattura è superiore a quello di • Menopausa prima dei 45 anni
soggetti con un singolo fattore di rischio, • Ridotta attività fisica
compresa una isolata riduzione della BMD. • Immobilizzazione protratta
Di conseguenza, la valutazione della BMD
• Ridotto introito di calcio
è adeguata per la diagnosi di osteoporosi
(soglia diagnostica) ma l’identificazione di • Eccessivo introito di sodio
soggetti ad alto rischio di frattura in cui è • Malattie associate ad osteoporosi (vedi Tabella VII)
appropriato un trattamento farmacologico • Trapianti
specifico (soglia terapeutica) richiede la • Farmaci (vedi Tabella VIII)
combinazione di BMD e fattori di rischio
indipendenti.
frattura, il suo potere predittivo della BMD
è decisamente migliore se considerato in-
I principali fattori di rischio
sieme ai fattori indipendenti, in grado di
• Densità minerale ossea fornire informazioni aggiuntive e comple-
La riduzione della BMD è un importante mentari alla BMD.
fattore di rischio di frattura. La BMD di-
• Età
pende dal picco di massa ossea raggiun-
L’incidenza di fratture osteoporotiche
to all’apice dello sviluppo e dalla perdita
aumenta esponenzialmente con l’età. Il
ossea correlata a menopausa e invecchia-
rischio di frattura correlato all’avanzare
mento ed è influenzata da fattori genetici
dell’età è solo parzialmente mediato dal-
e nutrizionali, abitudini di vita, malattie
la riduzione della BMD, ma dipende in
coesistenti e varie terapie farmacologiche
gran parte da altri fattori, quali alterazioni
(Tabella V).
qualitative della struttura ossea, aumento
Numerosi studi epidemiologici prospettici,
della frequenza di cadute e rallentamen-
per la maggior parte effettuati misurando la
to delle risposte protettive. Un identico
BMD con tecnica DXA nelle sedi assiali
T-score ha un significato diverso alle dif-
(collo del femore, femore totale e vertebre
ferenti età e a parità di BMD il rischio di
lombari), hanno accertato che ogni riduzio-
frattura è più elevato negli anziani rispetto
ne di una deviazione standard della BMD
ai giovani.
aumenta il rischio di frattura di 1,5-3 volte.
Il potere predittivo della BMD per le frat- • Pregresse fratture
ture è simile a quello della pressione arte- Una pregressa frattura da fragilità è un im-
riosa per la predizione dell’ictus e migliore portante fattore di rischio per ulteriori frat-
di quello del colesterolo nella predizione ture in entrambi i sessi. Anche se una pre-
dell’infarto miocardico. gressa frattura è spesso correlata a ridotta
Tuttavia, per quanto la riduzione della BMD, il rischio di nuove fratture è in gran
BMD sia un importante fattore di rischio di parte indipendente da questa.
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Gli studi epidemiologici più recenti hanno Tabella VI - Fattori di rischio per cadute.
dimostrato che qualsiasi pregressa frattura, • Fattori individuali
indipendentemente dalla sede, aumenta il - Anamnesi positiva per cadute precedenti
rischio di nuove fratture, anche se in misura
- Condizioni con compromissione di
diversa. Particolare rilevanza prognostica
va data alle fratture di vertebre (comprese Forza e massa muscolare (sarcopenia)
le fratture morfometriche), polso, femore e Funzionalità arti inferiori
omero (2-4). Equilibrio
Il rischio dipende inoltre dal numero di pre- Capacità visiva
gresse fratture. Soggetti con 3 o più fratture
- Deterioramento cognitivo
hanno un rischio di nuove fratture circa 10
volte superiore a chi non ha avuto fratture e - Aritmie
2-3 volte superiore a chi ha avuto una sola - Farmaci (farmaci attivi sul SNC,
frattura (2, 5). antipertensivi, alcol)
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misurazione della BMD con quelle deri- aromatasi, o permettere una migliore inter-
vanti dalla presenza dei fattori di rischio pretazione del rischio derivante da fattori
clinici. già noti.
Nella definizione dei fattori di rischio cli-
nici indipendenti dalla BMD da includere
Genetica dell’osteoporosi
in questi algoritmi si è tenuto conto quin-
di di una serie di studi e metanalisi che ne Il patrimonio genetico sembra essere il
hanno identificato la rilevanza, ma anche maggior determinante della variabilità in-
della facilità nell’identificazione e quantifi- terpersonale della massa ossea. La propen-
cazione. La valutazione del rischio, tramite sione all’osteoporosi, al pari di molte altre
questi algoritmi, ma anche in assenza di condizioni morbose, è attribuibile all’effet-
essi, si deve basare infatti su informazio- to complessivo e combinato di molti poli-
ni facilmente reperibili e fruibili. Quan- morfismi genetici.
do le variabili considerate non sono così Attualmente, polimorfismi di geni che co-
facilmente disponibili, o sono numerose, dificano il collagene tipo 1 (COLIA1), il
come nel caso del QFracture, il rischio è recettore estrogenico (ER) e quello della
che l’algoritmo o lo strumento di definizio- vitamina D (VDR), vengono proposti come
ne del rischio sia clinicamente non imple- possibili determinanti genetici del rischio
mentabile per la sua complessità e pertanto osteoporotico.
assolutamente inutile. Nel caso opposto, Ognuno di questi polimorfismi spiega solo
tuttavia, quando la definizione del rischio meno del 30% della varianza della massa
si basa su pochi fattori magari non adegua- ossea ed ancor meno del rischio di svi-
tamente stratificati, come nel caso del Gar- luppare osteoporosi. L’uso diagnostico e
van fracture risk calculator, è possibile che prognostico della determinazione di poli-
l’algoritmo e la stratificazione del rischio morfismi genetici appare pertanto ancora
manchi di accuratezza, e pertanto non offra ingiustificato.
particolari vantaggi rispetto alla misurazio-
ne della BMD.
Sulla base di queste considerazioni, e per n OSTEOPOROSI SECONDARIE
superare alcuni dei limiti del FRAX®, è sta- L’osteoporosi postmenopausale-senile va
to quindi sviluppato in Italia il DeFRA, un sempre distinta dalle forme di osteoporosi
algoritmo derivato dal FRAX® che si basa secondaria. Numerose sono le condizioni
sui dati relativi al rischio di frattura della potenzialmente in grado di provocare la
popolazione Italiana e stratifica in modo comparsa di osteoporosi: trattasi di molte-
più accurato alcune delle variabili già pre- plici malattie o di farmaci (Tabella VII).
senti nel FRAX® (es. sede e numero delle Per le particolari implicazioni diagnostico-
pregresse fratture, comorbilità), allo scopo terapeutiche strettamente connesse alla
di migliorare la predittività del rischio di gestione dell’osteoporosi, verranno qui
frattura. fornite indicazioni di gestione per alcune
La grande importanza dei fattori di rischio forme più tipiche o frequenti di osteoporo-
clinici indipendenti dalla BMD ha infine si secondaria.
determinato anche un loro maggiore peso
nella definizione dei criteri per la rimborsa-
IPERPARATIROIDISMO PRIMARIO
bilità dei farmaci per l’osteoporosi in Italia
(nota 79, AIFA). La revisione della Nota Definizione. Epidemiologia
79 ha anche evidenziato come gli strumen- L’iperparatiroidismo primario (IPTP) è un
ti per la definizione del rischio di frattura disordine del metabolismo calcio-fosforico
debbano continuamente e frequentemente causato dalla secrezione autonoma e relati-
essere aggiornati con i dati derivanti dagli vamente incontrollata di ormone paratiroi-
studi clinici che nel tempo possono identi- deo (PTH) da parte di una o più paratiroidi
ficare nuovi fattori di rischio clinici, come iperfunzionanti, con conseguente ipercal-
nel caso del diabete e degli inibitori del cemia. Insieme all’ipercalcemia correlata
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a neoplasie maligne rende conto del 90% molto rari (meno dell’1% dei casi) (17). In
di tutti gli stati ipercalcemici. Si tratta di circa il 10% dei casi si può trattare di forme
una patologia endocrina molto frequente familiari nel contesto di neoplasie endocri-
con un’incidenza nella popolazione ambu- ne multiple (MEN1, MEN2A, altre forme
latoriale statunitense di circa 25/100.000 più rare). Talvolta gli adenomi originano
persone-anni per l’uomo e di 65/100.000 da ghiandole paratiroidee ectopiche (preva-
persone-anni per la donna e con una preva- lentemente a localizzazione mediastinica).
lenza stimata, corretta per l’età, intorno ai
233 casi/100.000 nelle donne e 85 casi per Diagnosi e diagnosi differenziale
100.000 negli uomini (16). È più comune L’IPTP deve essere sospettato in tutti i
nella donna (rapporto donna/uomo circa casi di ipercalcemia, essendo la causa più
2:1 che aumenta fino a 5:1 in età superio- comune di tale alterazione metabolica nei
re a 75 anni) (17). Nella maggior parte dei pazienti ambulatoriali. La diagnosi è essen-
casi l’IPTP è causato da un adenoma para- zialmente biochimica e si basa sul riscon-
tiroideo singolo (75-85%), mentre nel 15- tro di ipercalcemia in presenza di livelli di
20% dei casi si tratta di iperplasia diffusa di PTH anch’essi elevati o comunque inap-
più ghiandole. Più raramente si riscontrano propriatamente normali per i livelli di cal-
adenomi multipli e i casi di carcinoma sono cemia. Nelle forme lievi i livelli di calcemia
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possono essere oscillanti intorno ai livelli camente manifesta è oggi presente in circa
normali (cosiddetto iperparatiroidismo il 10% dei casi alla diagnosi ed è correlata
primario normocalcemico). In questi casi alla presenza di ipercalciuria; l’incidenza
è bene ripetere il dosaggio della calcemia dei calcoli evidenziati con ecografia è più
in più occasioni e correggerne il valore per elevata. Oltre al rischio di litiasi renale i pa-
i livelli di albumina (18). Occorre inoltre zienti con IPTP conclamato presentano un
escludere interferenze farmacologiche (es. aumento del rischio di frattura determina-
diuretici tiazidici, sali di litio, bisfosfonati) to da una riduzione della massa ossea con
e correggere un’eventuale ipovitaminosi D prevalente interessamento dell’osso cor-
associata. Il ricorso al dosaggio del calcio ticale, ma anche di quello trabecolare. La
ionizzato è giustificato solo se eseguito correzione chirurgica dell’IPTP è in grado
in condizioni tecniche ottimali. La meto- di ridurre la recidiva di calcolosi renale e
dica di dosaggio da preferire è quella che il rischio di fratture (20, 21). L’IPTP per
misura il PTH intatto. Il riscontro di una la sua frequenza va sempre preso in consi-
calciuria 24 ore ridotta rende necessario derazione fra le cause di osteoporosi. Per
escludere la possibilità che si tratti di una tale ragione il dosaggio della calcemia è
ipercalcemia familiare ipocalciurica (fami- sempre compreso fra gli esami di I livel-
lial hypocalciuric hypercalcemia, FHH), lo da eseguire in corso dell’inquadramen-
unico altro stato ipercalcemico (insieme to diagnostico di un paziente con ridotta
all’uso di sali di litio o diuretici tazidici) in massa ossea. Una presentazione molto rara
cui si possono talvolta osservare livelli di dell’IPTP è quella della crisi ipercalcemi-
PTH elevati. Tale diagnosi differenziale è ca acuta (o crisi paratiroidea) favorita da
importante perché la paratiroidectomia non condizioni di disidratazione, caratterizzata
è necessaria e non corregge l’ipercalcemia dai sintomi della grave ipercalcemia e che
nei pazienti con FHH. Il rapporto tra frazio- può esporre il paziente a rischio di morte.
ne di escrezione urinaria (o clearance) del Sebbene eccezionale come esordio tale cri-
calcio e clearance della creatinina <0,01 è si deve essere presa in considerazione in
tipico dei pazienti con FHH e serve per di- qualsiasi paziente che si presenti con una
scriminarli dai pazienti con IPTP (19). La grave ipercalcemia a eziologia non chiara.
localizzazione strumentale preoperatoria
dell’adenoma o dell’iperplasia paratiroi- Terapia
dea (ecografia, scintigrafia con sestamibi, • Terapia chirurgica
eventuale TC multidimensionale) non ha Nel caso di IPTP sintomatico (nefrolitiasi,
alcuna indicazione nella fase diagnostica. ipercalcemia sintomatica) quando non sus-
È discussa la sua importanza una volta che sistano controindicazioni, la terapia defini-
sia stata posta una chiara indicazione chi- tiva e causale dell’IPTP è quella chirurgica,
rurgica (ma è spesso eseguita per facilitare che consiste nell’esplorazione del collo con
l’esplorazione chirurgica) mentre è ritenu- identificazione di tutte e 4 le paratiroidi e
ta necessaria in caso di re-intervento in pa- nell’asportazione di quella/e di aspetto ade-
zienti con IPTP persistente (18). nomatoso o iperplasico. L’esperienza del
chirurgo e il dosaggio del PTH intraopera-
Clinica torio sono importanti per ridurre il rischio
La maggior parte dei casi di IPTP sono di persistenza di malattia. La chirurgia
oggi diagnosticati in assenza di sintomi. Le mini-invasiva delle paratiroidi (chirurgia
gravi manifestazioni tipiche della malattia unilaterale guidata dall’esito scintigrafico)
(osteite fibroso-cistica, nefrolitiasi-nefro- unita al dosaggio intraoperatorio del PTH è
calcinosi, tumori bruni dell’osso) sono oggi sicura e può essere efficace tanto quanto l’e-
divenute molto rare da quando il dosaggio splorazione cervicale bilaterale in anestesia
della calcemia è divenuto routinario, a par- generale (livello 2). Il ruolo della chirurgia
tire dagli anni 70 del secolo scorso, con per l’IPTP asintomatico in pazienti di età
conseguente possibilità di diagnosi preco- >50 anni non è ancora stato chiaramente
ce della malattia. La calcolosi renale clini- definito. Per quanto concerne le indicazioni
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all’intervento di paratiroidectomia queste li- vità fisica; iv) incoraggiare adeguata idrata-
nee guida concordano con le più recenti rac- zione (almeno 6-8 bicchieri di acqua al dì)
comandazioni emerse nel corso del Quarto per ridurre il rischio di nefrolitiasi.
Workshop Internazionale dedicato a tale ar-
gomento e pubblicate nel 2014 (18): • Terapia medica
- concentrazioni di calcio sierico ≥ 1 mg/ La terapia medica trova indicazione per il
dL (0,25 mmol/L) al di sopra del limite controllo dell’ipercalcemia grave in pazienti
superiore di norma del laboratorio; con controindicazioni all’intervento chirur-
- stima del filtrato glomerulare <60 mL/min; gico o in preparazione ad esso e consiste in
- T-score della densità minerale ossea al una adeguata idratazione del paziente con
femore, alla colonna lombare o al radio soluzione salina (in media 2-4 L/die per 1-3
distale <-2,5 e/o pregresse fratture ver- giorni), nell’impiego di diuretici dell’ansa
tebrali asintomatiche (identificate tra- (furosemide) una volta ripristinata la vo-
mite Rx, TC, RM o morfometria DXA); lemia e nell’utilizzo di bisfosfonati ev (es.
- calciuria delle 24 ore >400 mg/die (>10 acido zoledronico 4 mg in singola sommi-
mmol/die); nistrazione o pamidronato 60-90 mg e.v.).
- evidenza di nefrolitiasi o nefrocalcinosi Se è necessaria una rapida correzione della
mediante indagine Rx, US o TC; vi) età calcemia (es. in caso di crisi paratiroidea)
<50 anni. può essere presa in considerazione la cal-
La chirurgia è inoltre indicata per quei pa- citonina alla dose di 4 U/Kg per via im o
zienti in cui non è possibile un follow-up sc. I bisfosfonati ev andrebbero evitati se si
medico o in caso di preferenza del paziente prevede comunque un intervento chirurgico
per l’opzione chirurgica, anche al di fuo- di paratiroidectomia entro pochi giorni (per
ri delle suddette indicazioni, in assenza di possibile peggioramento dell’ipocalcemia
controindicazioni all’intervento. postoperatoria). Sebbene in assenza di evi-
Nei pazienti che non presentano i criteri denza diretta (livello 3) è ragionevole rac-
per la paratiroidectomia occorre prevedere comandare l’impiego di bisfosfonati orali
misure di supporto e preventive e un ade- (alendronato) in caso di osteoporosi. Nella
guato monitoraggio (18): donna in menopausa possono trovare indi-
- determinazione della calcemia, della cazione (in assenza di controindicazioni)
creatinina e stima del filtrato glomeru- la terapia ormonale sostitutiva o il raloxife-
lare ogni anno; ne. Per quanto riguarda il cinacalcet, com-
- DXA (su tutti e 3 i siti) ogni 1-2 anni; posto calcio-mimetico in grado di inibire
- calciuria 24 ore, Rx addome o ecografia selettivamente la secrezione paratiroidea,
solo se sospetto di calcolosi renale. sono necessari ulteriori studi per stabilirne
Se nel corso del follow-up la situazione il beneficio a lungo termine come alterna-
clinica si modifica al punto da soddisfare tiva all’intervento chirurgico. Il farmaco è
i criteri sopra citati il paziente dovrà essere comunque registrato, oltre che per il tratta-
indirizzato all’intervento. mento dell’iperparatiroidismo secondario in
Fra le raccomandazioni generali da fornire pazienti in dialisi, per la riduzione dell’iper-
ai pazienti non sottoposti a chirurgia si pos- calcemia in pazienti con carcinoma delle pa-
sono ricordare: i) evitare fattori che possano ratiroidi o nell’iperparatiroidismo primario
aggravare l’ipercalcemia (diuretici tiazidici, con raccomandazioni alla paratirodectomia
sali di litio, deplezione di volume, prolun- ma in cui l’intervento non è clinicamente
gato allettamento o inattività e una dieta a appropriato o è controindicato.
contenuto di calcio eccessivo (>1000 mg/
die); ii) mantenere comunque un adeguato
OSTEOPOROSI
apporto di calcio (800-1000 mg/die) e di
DA GLUCOCORTICOIDI
vitamina D (400-800 UI/die, in modo da
mantenere livelli sierici di 25 idrossivitami- Epidemiologia e clinica
na D almeno pari a 20-30 ng/mL) evitando La cronica esposizione ai glucocorticoi-
i derivati idrossilati; iii) incoraggiare l’atti- di, sia per aumentata sintesi endogena (S.
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linee guida M. Rossini, S. Adami, F. Bertoldo, et al.
di Cushing), che per assunzione esogena il loro impiego è molto meno dannoso per
(trattamento di patologie infiammatorie l’osso, rispetto alla via sistemica, sebbene
o autoimmuni) è un’importante causa di dosi >800 mcg/die di budesonide (o equi-
osteoporosi e fratture. I glucocorticoidi, valenti), soprattutto se protratte nel tempo,
infatti, stimolano il riassorbimento osseo possano essere associate ad accelerata per-
da parte degli osteoclasti, riducono la neo- dita di massa ossea e aumento del rischio
formazione ossea inibendo proliferazione di fratture (24-26). È importante ricordare
e differenziazione degli osteoblasti e favo- che il rischio fratturativo nell’osteoporosi
rendo l’apoptosi di osteoblasti e osteociti, indotta da glucocorticoidi è molto più ele-
alterano il metabolismo del calcio riducen- vato rispetto a quello atteso in base ai valo-
done l’assorbimento intestinale e aumen- ri densitometrici del paziente e che esso si
tandone l’escrezione renale e riducono la riduce rapidamente alla sospensione della
secrezione di androgeni ed estrogeni, so- terapia (27, 28). Entrambe queste osserva-
prattutto inibendo la secrezione ipofisaria zioni hanno un’ovvia ripercussione prati-
di gonadotropine (22). La perdita di mas- ca: la prevenzione deve essere iniziata il
sa ossea causata dai glucocorticoidi inizia più precocemente possibile, indipendente-
precocemente (prime settimane di tratta- mente dal dato densitometrico e prima che
mento) ed è più pronunciata nei primi 6-12 avvengano alterazioni irreversibili della
mesi, soprattutto a livello trabecolare (le microarchitettura ossea.
fratture vertebrali, in particolare, avven-
gono precocemente dopo l’inizio della te- Terapia
rapia cortisonica). In seguito si riduce lo
stimolo al riassorbimento mediato dagli • Identificazione dei pazienti da sottopor-
osteoclasti ma permane l’inibizione della re a valutazione e trattamento
neoformazione: la perdita di massa ossea La maggior parte delle linee guida pone
rallenta ma permane costante e coinvolge la soglia d’intervento alla dose di 7,5 mg/
anche l’osso corticale (22, 23). Le fratture die di prednisone (o dose equivalente di
da fragilità occorrono in una percentuale altri glucocorticoidi). È tuttavia noto che
compresa fra il 30 e il 50% dei pazienti anche dosi comprese fra 2,5 e 7,5 mg/die
entro i primi 5 anni di terapia cronica con di prednisone si associano ad aumentato ri-
glucocorticoidi. La probabilità di frattura schio di frattura. Oltre alla dose giornaliera
è ulteriormente aumentata se coesistono si è visto essere molto importante la dura-
altri fattori di rischio, in particolare l’età ta della terapia con glucocorticoidi. L’au-
avanzata, pregresse fratture e, nella donna, mento del rischio di frattura è significativo
la menopausa. Qualsiasi segmento schele- già dopo soli 3 mesi di terapia e si riduce
trico può essere sede di frattura sebbene rapidamente alla sua sospensione. Il danno
vi sia una prevalenza nelle sedi a maggior osseo esercitato dai glucocorticoidi è in lar-
componente trabecolare: vertebre, coste, ga misura indipendente dalla massa ossea e
femore prossimale (22). L’incidenza di la soglia di T-score lombare per identifica-
fratture è correlata alla dose e alla durata re i pazienti da sottoporre a prevenzione e
della terapia con glucocorticoidi ed è an- trattamento è collocato dalle linee guida tra
che influenzata dalla patologia di base per -1,5 e -1,0 (il che equivale a dire che è il ri-
la quale quest’ultima è prescritta (es. artri- schio è sostanzialmente indipendente dalla
te reumatoide, malattie infiammatorie in- massa ossea ed è significativo anche per un
testinali). Sebbene le dosi più basse siano T-score lombare nella norma).
meno dannose di quelle più elevate, è con- Per queste linee guida il trattamento farma-
troversa l’esistenza di una dose soglia al di cologico di prevenzione dell’osteoporosi
sotto della quale non si verifichi un dan- da glucocorticoidi è da raccomandare in
no osseo. L’impatto negativo sulla salute donne in menopausa o uomini di età ≥50
dell’osso esercitato dai glucocorticoidi anni in caso di trattamento in atto o anche
somministrati per via inalatoria è argomen- solo previsto con dose prednisone equiva-
to ancora molto controverso. Sicuramente lente ≥5 mg/die per una durata >3 mesi.
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la BMD lombare e dell’anca rispetto al pla- 1,50; CI 95% 1,32-1,72) e di fratture femo-
cebo (39). Nella nota 79 AIFA l’impiego rali (10 studi: OR 1,23; CI 95% 1,11-1,72)
del denosumab è quindi considerato come soprattutto se utilizzati per più di 12 mesi
seconda linea sia nella prevenzione prima- (43). Per i SSRI l’associazione con fratture
ria che secondaria in pazienti in terapia con di femore (HR 1,35; CI 95% 1,13-1,61) è
glucocorticoidi. presente entro il primo anno di utilizzo per
entrambi i sessi, soprattutto dopo i 70 anni
(44). La levotiroxina (in eccesso) è risul-
OSTEOPOROSI
tata associata ad un rischio di fratture sia
DA ALTRI FARMACI
nel maschio che nelle femmine (OR 1,98;
Numerose classi di farmaci sono state asso- CI 95% 1,15-1,76) (45). L’uso di pioglita-
ciate ad osteoporosi e a fratture da fragilità. zone e rosiglitazone è fortemente associato
Molte di queste associazioni derivano da ad un significativo incremento (3- 4 volte)
dati emersi da studi epidemiologici e retro- del rischio di fratture di femore e di omero
spettivi in cui in molti casi il grado di evi- in donne in postmenopausa (46). Per alcu-
denza è piuttosto basso. Inoltre per molti di ni anticonvulsivanti di prima generazione
queste associazioni non vi è un razionale (carbamazepina,oxcarbazepina, fenobarbi-
fisiopatologico chiaro e per alcuni è non tal, fentoina, primidone) vi è ampia lettera-
noto (Tabella VIII) (40-42). Tralasciando tura sull’associazione con una bassa massa
la terapia steroidea ed il ruolo degli inibi- ossea e con un rischio di frattura di femore
tori dell’aromatasi e GnRH trattati separa- da 2 a 6 volte maggiore, nei pazienti epilet-
tamente in queste linee guida, per alcune tici, soprattutto se utilizzati in politerapia
categorie di farmaci l’associazione con le (47). L’uso di ciclosporina nei pazienti tra-
fratture da fragilità è piuttosto forte. Per gli piantati d’organo si associa con unaumen-
inibitori di pompa protonica (PPI) è stato to dell’incidenza di fratture cliniche che
dimostrato un significativo aumento del varia ampiamente in letteratura tra il 10%
rischio di fratture vertebrali (6 studi: OR e 34% entro il primo anno di assunzione
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(48). L’uso a lungo termine di eparina non inibitori dell’aromatasi, donne in inibitori
frazionata comporta un aumento del 2,5% dell’aromatasi, soprattutto se di età <70
al 5% del rischio di fattura mentre non vi anni (52, 54, 55).
sono dati sull’eparina a basso peso mole- Data l’elevata prevalenza di fattori di ri-
colare. L’effetto del warfarin sul rischio di schio per frattura, indipendenti dalla te-
osteoporosi e fratture è piuttosto controver- rapia ormonale, e l’elevata prevalenza di
so in letteratura (42, 49). È stata analizzata fratture vertebrali già presenti al momento
l’interferenza di alcune categorie di farma- della diagnosi di neoplasia tutti i soggetti
ci con l’effetto antifratturativo dei bisfosfo- con tumore della mammella e della prosta-
nati. In 4 studi epidemiologici (due retro- ta vanno indagati per la presenza di fratture
spettivi e due di coorte) viene riportato una da fragilità (anche vertebrali morfometri-
potenziale attenuazione dose-dipendente che) (56, 57).
da parte dei PPI sull’effetto antifratturativo Gli aminobisfosfonati ed il denosumab
di alendronato e risedronato, mentre in una rappresentano la categoria di farmaci di
analisi post-hoc di tre RCT con risedronato prima scelta nella gestione della bone
questo dato non si conferma (40). In un stu- health nel carcinoma della mammella e
dio retrospettivo in cui alendronato veniva prostata, in quanto in grado di prevenire
assunto in associazione con SSRI veniva la perdita di BMD in corso di trattamen-
segnalata una associazione significativa to ormonale adiuvante. Per i bisfosfonati
con il rischio di fratture osteoporotiche sono stati utilizzati sia nel maschio che
maggiori. Non vi sono studi sull’effetto in nella donna alendronato, risedronato ed
caso di assunzione concomitante di BPs e ibandronato alle stesse dosi utilizzate nell’
altri farmaci ritenuti potenzialmente fragi- l’osteoporosi postmenopausale per la ri-
lizzanti (40). duzione del rischio di frattura (58, 59).
L’acido zoledronico è stato utilizzato a do-
Blocco ormonale adiuvante saggi mediamente doppi di quelli utilizzati
Il marcato ipoestrogenismo tessutale indotto nell’osteoporosi postmenopausale (4 mg/6
dalla terapia ormonale adiuvante (con inibi- mesi) con effetti sulla BMD simili a quelli
tori delll’aromatasi o tamoxifene+analoghi ottenuti nell’osteoporosi postmenopausale
del LHRH in donne con carcinoma della (60). Mancano per i tutti i bisfosfonati stu-
mammella e dalla deprivazione androgenica di sull’efficacia antifratturativa in questo
indotta da agonisti del GnRH e/o antiandro- setting di pazienti.
geni in maschi con carcinoma della prostata) L’efficacia antifratturativa è stata invece
induce una importante accelerazione della dimostrata direttamente per denosumab
perdita di massa ossea ed aumenta rapida- 60 mg/6 mesi sia nel carcinoma della pro-
mente il rischio fratturativo (50-53). stata a livello vertebrale sia nelle donne
Tra le varie sottopopolazioni di pazienti in postmenopausa in terapia con inibitori
coinvolte (maschi, donne in premenopausa dell’aromatasi, per tutte le fratture clini-
o postmenopausa alla diagnosi) e le diverse che (vertebrali e non vertebrali) (61, 62).
tipologie di blocco ormonale (menopausa Il denosumab alla dose di 60 mg/6 mesi è
indotta da chemioterapia, GNrH associato in grado di ridurre del 50% tutte le fratture
o meno a tamoxifene o inibitori dell’aro- vertebrali e non vertebrali e del 60% circa le
matasi, inibitori dell’aromatasi da oli, bloc- nuove fratture vertebrali. L’effetto antifrat-
co androgenico) vi è una consistente dif- turativo è indipendente dall’età, dalla dura-
ferenza di incremento del turnover osseo e ta della terapia ormonale e dal valore della
quindi di velocità di perdita di massa ossea. BMD. In tutte le altre condizioni (donne in
Le categorie a maggior rischio di osteopo- pre-menopausa in terapia con GnRH ago-
rosi e di frattura da fragilità, sono in ordine nisti, donne in menopausa da chemiotera-
decrescente: donne in premenopausa con pia) si è solo valutata la risposta in termini
menopausa da chemioterapia o trattate con di BMD. Tuttavia l’entità dell’effetto sulla
GnRH agonisti, maschi in blocco androge- BMD nella cancer treatment-induced bone
nico, donne che passano da tamoxifene a loss (CTIBL), ai medesimi dosaggi utiliz-
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valore di BMD del soggetto esaminato, rosi clinicamente più rilevanti avvengono
espresso in deviazioni standard (DS), ed a livello vertebrale e femorale, i siti più
il valore medio di BMD di giovani adulte frequentemente misurati sono la colonna
sane (picco di massa ossea) (T-score). Il va- lombare ed il femore prossimale. L’accu-
lore di BMD può anche essere espresso in ratezza del risultato densitometrico è dimi-
raffronto al valore medio di soggetti di pari nuita dalla possibile presenza di condizioni
età e sesso (Z-score). interferenti che devono essere considerate
Va ricordato che per l’OMS la soglia per da chi referta o esegue la misurazione. Ad
diagnosticare la presenza di osteoporosi esempio una vertebra fratturata o con ad-
(T-score <-2.5 DS) è applicabile, oggi, sol- densamenti focali post-artrosici va esclusa
tanto ai valori densitometrici ottenuti con dall’analisi densitometrica; per la referta-
tecnica DXA. zione almeno due vertebre lombari devono
I criteri dell’OMS per la diagnosi di osteo- comunque essere valutabili. La valutazio-
porosi non sono applicabili a donne prima ne densitometrica lombare è spesso poco
della menopausa né ad uomini prima dei 50 accurata dopo i 65 anni per l’interferenza
anni (Tabella X). di manifestazioni artrosiche, calcificazioni
extra-scheletriche o fratture vertebrali. Per
Tecniche di valutazione della densità ossea queste ragioni la valutazione densitome-
La DXA è attualmente la tecnica di ele- trica femorale può essere preferibile dopo
zione per la valutazione della massa ossea, questa età.
consentendo la diagnosi di osteoporosi, la
predizione del rischio di frattura ed il mo- Raccomandazioni sui siti di misurazione
nitoraggio. È una tecnica assorbimetrica a della BMD con tecnica DXA
raggi X a doppia energia che consente di Viene raccomandata la misurazione a livel-
valutare, virtualmente per ogni segmento lo centrale del rachide lombare (L1-L4) e
scheletrico, il contenuto minerale osseo del femore prossimale:
(bone mineral content: BMC, g/cm di seg- 1) Rachide lombare:
mento osseo) proiettato su di una superficie - Escludere dall’analisi le vertebre anato-
ottenendo un parametro denominato BMD micamente alterate per fratture, lesioni
(g/cm² di segmento osseo). La BMD è cor- focali, anomalie
relata con il rischio di frattura: per ogni ri- - La vertebra va esclusa anche se il suo T-
duzione di una DS di BMD (circa il 10%) score differisce più di 1.0 dalle vertebre
il rischio di frattura in ogni sito aumenta di adiacenti
1,5-3 volte. In generale la misura di un sito - Almeno 2 vertebre lombari devono es-
stima più accuratamente il rischio di frattu- sere valutabili perché il risultato densi-
ra per quel sito (Tabella XI). tometrico sia ritenuto sufficientemente
Considerando che le fratture da osteopo- accurato
Tabella XI - Capacità predittiva delle metodiche DXA ed ultrasonografiche del rischio di frattura di varie sedi. Il valore esprime l’au-
mento del rischio relativo (con intervallo di confidenza al 95%) per ogni calo del valore di una deviazione standard (T- score).
Siti di misurazione della densità Rischio Relativo di frattura
ossea Avambraccio Femorale Vertebrale Tutte
DXA Radio prossimale 1,8 (1,5-2,1) 2,1 (1,6-2,7) 2,2 (1,7-2,6) 1,5 (1,3-1,6)
DXA Radio distale 1,7 (1,4-2,0) 1,8 (1,4-2,2) 1,7 (1,4-2,1) 1,4 (1,3-1,6)
DXA Femore 1,4 (1,4-1,6) 2,6 (2,0-3,5) 1,8 (1,1-2,7) 1,6 (1,4-1,8)
DXA Lombare 1,5 (1,3-1,8) 1,8 (1,2-2,2) 2,3 (1,9-2,8) 1,5 (1,4-1,7)
DXA Calcagno 1,6 (1,4-1,8) 2,0 (1,5-2,7) 2,4 (1,8-3,2) 1,5 (1,3-1,8)
Ultrasuoni calcagno - 2,2 (1,8-2,7) 1,8 (1,5-2,2) 1,5 (1,4-1,7)
Ultrasuoni falangi - 1,9 (1,5-2,4) 1,6 (1,4-1,9) 1,4 (1,3-1,6)
BMD, bone mineral density; DXA, dual-energy x-ray absorptiometry.
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2) Femore prossimale: per la diagnosi valu- La tecnica DXA è a tutt’oggi preferita alla
tare la BMD sia del collo che quella femo- QCT vertebrale per precisione, tempi di
rale totale e considerare il valore più basso scansioni più brevi, calibrazione più stabi-
Il valore di T-score più basso tra i 3 siti (ra- le, minore dose di radiazioni e minori co-
chide, femore totale o collo femorale) deve sti. Esiste anche una strumentazione QCT
essere considerato per la classificazione dedicata allo studio di segmenti ossei peri-
densitometrica. La diagnosi di osteoporosi ferici (p-QCT). La p-QCT è una metodica
non può essere fatta solo sulla base della che consente di misurare a livello del radio
refertazione densitometrica; richiede sem- e della tibia oltre alla BMD volumetrica,
pre anche una valutazione clinica. totale e compartimentale, anche alcuni pa-
La misurazione periferica, ad esempio a li- rametri geometrici correlati alla resistenza
vello dell’avambraccio, è riservata a queste dell’osso (spessore corticale, area di sezio-
circostanze: ne, momento di inerzia, etc). La dose di
- Paziente nel quale la valutazione lom- esposizione per ogni misurazione è bassa
bare e/o femorale non è praticabile o (circa 5µSv). C’è sufficiente evidenza sul-
non accurata. la capacità predittiva di rischio solo per
- Paziente gravemente obeso. le fratture femorali nelle donne in post-
- Iperparatiroidismo. menopausa. La pQCT non ha ancora un
Recentemente sono stati sviluppati in ruolo preciso nell’iter diagnostico dell’o-
ambito DXA software che consentono di steoporosi. La high-resolution pQCT (HR-
valutare, oltre alla densitometria, alcuni pQCT) avendo una elevata risoluzione
parametri geometrici correlati alla resisten- spaziale è in grado di valutare con buona
za dell’osso, come l’HSA (hip structure accuratezza alcuni parametri della micro-
analysis) ed il TBS (trabecular bone sco- architettura ossea (spessore trabecolare,
re). Il TBS è un software che applicato al porosità corticale, etc). Tuttavia non c’è
densitometro DXA elabora il grado di diso- ancora sufficiente evidenza sulla sua ca-
mogeneità della scansione densitometrica pacità di migliorare la predittività delle
vertebrale, fornendo informazioni indirette fratture da fragilità ossea ed il suo uso è
sulla microarchitettura trabecolare. Gli stu- attualmente limitato alla ricerca.
di finora pubblicati dimostrano che il TBS
consente di migliorare, rispetto alla misu- Indagine ultrasuonografica
ra della sola BMD, la capacità di predire L’indagine ultrasuonografica (quantitative
il rischio di frattura. Questa applicazione è US, QUS) fornisce due parametri (velocità
stata approvata dalla FDA ma la sua utilità ed attenuazione) che sono indici indiret-
nella pratica clinica non è ancora ben de- ti di massa e integrità strutturale ossea ed
finita. è misurata prevalentemente in due siti, le
falangi ed il calcagno. È dimostrato che i
Tomografica computerizzata quantitativa parametri ultrasonografici sono in grado di
La tomografica computerizzata quanti- predire il rischio di fratture osteoporotiche
tativa (QCT, quantitative computerized (femorali e vertebrali) in maniera non in-
tomography) consente di misurare sia a feriore alla DXA lombare o femorale, sia
livello delle vertebre che a livello femora- nelle donne in post-menopausa che negli
le la BMD volumetrica (g/cm3) sia totale, uomini (Tabella XI). L’ultrasonografia
che compartimentale, essendo in grado di ossea non rappresenta una misura diretta
separare la BMD trabecolare dalla BMD della densità ossea.Risultati discordanti
corticale. Per la QCT c’è sufficiente evi-
denza sulla capacità di predire il rischio
Tabella XII - Eventuale controllo densitometrico
di fratture vertebrali, ma non di quelle fe- non giustificato prima di un anno.
morali, in donne in post-menopausa, ma
DXA vertebrale 18 mesi
non negli uomini. Trattasi inoltre di una
metodica che comporta un’elevata dose DXA femore 18-24 mesi
di esposizione al paziente (circa 100µSv). DXA, dual-energy x-ray absorptiometry.
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Tabella XIII - Sensibilità, specificità e livelli di evidenza circa l’impiego clinico delle metodiche di diagno-
stica per immagini delle fratture vertebrali.
Metodo di valutazione Sensibilità Specificità Impiego Follow-up
diagnostico
SQ-Rx +++ +++ A A
SQ-VFA +++ ++- A A
Morfometria Rx +++ +-- B B
Morfometria VFA ++- +-- B B
SQ, semiquantitative; VFA, vertebral fracture assessment.
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Tabella XV - Livelli di evidenza per la valutazione del rischio di frattura, la diagnosi ed il monitoraggio dell’osteoporosi nel maschio.
Sito/tecnica Rischio frattura Rischio frattura Monitoraggio terapia Raccomandazione
vertebrale non vertebrale impiego diagnostico
BMD Colonna/DXA 1a 1a 1b A
BMD collo femore/DXA 1a 1a 1b A
BMD calcagno DXA 2b 2b ND B
US calcagno 1b 1b 3 B
BMD, bone mineral density; DXA, dual-energy x-ray absorptiometry.
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incremento della massa ossea nei maschi ne di grado A). In caso di osteoporosi
trattati rispetto a placebo (94). severa come definito dalla nota 79 o in
Il teriparatide è in grado di incrementare presenza di nuove fratture vertebrali o
significativamente la BMD al rachide e femorali dopo 1 anno di terapia con altri
al femore e di ridurre le fratture vertebra- farmaci in nota 79, è indicato trattamen-
li medio-severe (Livello 1) (92). Nell’o- to con teriparatide (raccomandazione di
steoporosi da glucocorticoidi teriparatide grado A).
risulterebbe più efficace alla terapia con
alendronato o risedronato nell’aumentare
n TRATTAMENTO
la BMD e nel ridurre le fratture vertebrali
DELL’OSTEOPOROSI:
(Livello 2) (38).
INTERVENTI NON
Non vi è evidenza di trattamenti che nel
FARMACOLOGICI
maschio riducano il rischio di fratture non
vertebrali. La prevenzione dell’osteoporosi consiste
Il profilo di safety dei farmaci è risultato nelle misure tese ad impedire o rallentare la
sovrapponibile per tipologia di eventi av- comparsa dell’osteoporosi. Per trattamento
versi e per incidenza degli stessi a quello si intendono invece i provvedimenti rivolti
registrato nella popolazione femminile ai soggetti già osteoporotici, con o senza
post-menopausale (livello 1) (95, 96). fratture preesistenti, ad elevato rischio di
Per tutte queste terapie va garantito un’ade- prima o ulteriore frattura. La prevenzione
guato introito di calcio (1000-1200 mg/die) si attua innanzitutto e generalmente me-
e di vitamina D (colecalciferolo 800-1000 diante la correzione dei fattori di rischio.
UI /die). Interventi non farmacologici (dieta, attivi-
tà fisica, adeguato apporto di calcio con la
dieta) o la eliminazione di fattori di rischio
RACCOMANDAZIONI GENERALI
modificabili (fumo, abuso di alcool, rischi
- L’osteoporosi maschile è frequente- ambientali di cadute) possono essere con-
mente secondaria e vanno pertanto sigliati a tutti. I provvedimenti non farma-
escluse le principali forme patologiche cologici di prevenzione e trattamento sono
che possono determinare osteoporosi. sovrapponibili. Una dieta adeguata con
- È raccomandato il controllo della BMD giusto apporto di vitamina D, ma anche
nei maschi con almeno un fattore di ri- equilibrata con corretto apporto di protei-
schio maggiore o con età superiore ai ne, carboidrati e lipidi può essere utile per
50 anni e almeno due fattori di rischio ottimizzare il picco di massa ossea anche in
minori o sopra i 70 anni anche in assen- età giovanile.
za di altri fattori di rischio per frattura
(raccomandazione di grado A).
ALIMENTAZIONE
- Il cut-off diagnostico densitometrico
per la definizione di osteoporosi nel Apporto di calcio
maschio è un livello di T-score <-2,5 L’introito medio giornaliero di calcio nella
DS rispetto al soggetto giovane adulto popolazione italiana risulta insufficiente,
(raccomandazione di grado B). specie in età senile. Questa carenza alimen-
- A supporto di tutte le terapie farmaco- tare può contribuire alla negativizzazione
logiche va garantito un’adeguato introi- del bilancio calcico e a una deleteria condi-
to di calcio e vitamina D. zione di iperparatiroidismo secondario.
- In Italia per l’osteoporosi maschile Il fabbisogno quotidiano di calcio varia a
sono registrati alendronato, risedronato, seconda dell’età e di determinate condizio-
zoledronato, denosumab e ranelato di ni (Tabella XVI) (73).
stronzio (raccomandazione di grado A). È preferibile, ove possibile, correggere il
Nell’osteoporosi maschile da glucocor- ridotto introito di calcio con un approc-
ticoidi sono registrati alendronato, rise- cio alimentare adeguato. Le eventuali
dronato e zoledronato (raccomandazio- dosi consigliabili di supplementi di cal-
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Tabella XVIII - Stima della dose terapeutica e di quella di mantenimento in funzione dello stato carenziale.
Valore basale di 25(OH)D Dose terapeutica cumulativa Dose giornaliera
o presunto stato carenziale di vitamina D di mantenimento
<10 ng/mL o 25 nmol/L 600.000 2000
10-20 ng/mL o 25-50 nmol/L 400.000 1000
20-30 ng/mL o 50-75 nmol/L 100.000 800
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ragazzi prepuberi o in giovani adulti solo na D, esercizi fisici ed educazione sui ri-
gli esercizi che comportano carico schele- schi domestici è altamente raccomandabile
trico risultano efficaci (Livello 2A). Al mo- (Raccomandazione di grado A).
mento non ci sono sufficienti evidenze per
raccomandare tali esercizi né in preven-
PROTETTORI
zione primaria né secondaria. In donne in
postmenopausa l’attività fisica con carico è Una strategia alternativa o meglio integra-
in grado di prevenire l’1% della perdita mi- tiva per ridurre il rischio di frattura è quella
nerale ossea annuale. Il beneficio maggiore di attenuare la forza d’impatto sul segmen-
è stato riportato sulla colonna vertebrale e to scheletrico utilizzando dei protettori.
con gli esercizi d’impatto (Livello 1). L’uso di questi protettori ha dato risultati
Sono disponibili solo studi epidemiologici non univoci per cui per ora il loro impiego
di correlazione tra attività fisica e minor ri- è consigliato solo in casi specifici (altissi-
schio di frattura. mo rischio di caduta).
Incoraggiare una anche modesta attività fi-
sica tra gli anziani può anche contribuire a
n TRATTAMENTO
ridurre il rischio di cadute e quindi di frat-
FARMACOLOGICO
tura. La raccomandazione di svolgere un
minimo di attività fisica (camminare più di
SOGLIA DI INTERVENTO
30 minuti al giorno, magari all’aria aperta),
malgrado l’inadeguatezza della documen- Il trattamento dell’osteoporosi deve essere
tazione di efficacia sulla massa ossea, ap- finalizzato alla riduzione del rischio di frat-
pare condivisibile per l’effetto sul rischio tura. I provvedimenti non farmacologici
di caduta e per quello indiretto sui livelli di (dieta, attività fisica) o la eliminazione di
vitamina D. fattori di rischio modificabili (fumo, igiene
di vita) dovrebbero essere raccomandati a
tutti. Al contrario l’utilizzo di farmaci spe-
INTERVENTI SUL RISCHIO
cifici è condizionato dalla valutazione del
DI CADUTA
rapporto rischio/beneficio. Questo rappor-
Buona parte delle fratture, specie di femo- to può essere facilmente dedotto per gran-
re, sono da collegare a cadute, i cui fatto- di gruppi omogenei di pazienti che hanno
ri di rischio (disabilità motoria, disturbi partecipato a trial clinici, utilizzando para-
dell’equilibrio, patologie neuromuscolari, metri semplici come il number needed to
deficit visivi, patologie cardiovascolari, treat (NNT) o il number needed to harm
cadute anamnestiche, trattamenti farmaco- (NNH): ovvero il numero di pazienti che
logici, deficit cognitivi) sono spesso modi- debbo trattare per prevenire un determina-
ficabili in un contesto di interventi multidi- to evento o rischiare un particolare effetto
sciplinari. collaterale. Il problema risulta più com-
L’attività fisica, in particolare esercizi perso- plesso per il singolo individuo, per cui sino
nalizzati di rinforzo muscolare e di rieduca- ad ora si è fatto ricorso a compromessi e
zione all’equilibrio ed alla deambulazione, semplificazioni ritenute universalmente
hanno mostrato di ridurre negli anziani sia il ragionevoli. Inoltre la definizione di ap-
rischio di cadute (Livello 1A) che di traumi propriatezza di un trattamento comprende
correlati (Livello 2A). Un impatto positivo aspetti legati all’interesse del malato, in
hanno anche test di valutazione individuale termini di bilancio rischi/benefici del trat-
delle condizioni di rischio di caduta associa- tamento, ma anche aspetti sociali, legati
ti a raccomandazioni sulla loro prevenzione ad un corretto impiego delle risorse. Per-
(Livello 2A). Ad esempio il minor uso di tanto la valutazione dell’opportunità di un
psicofarmaci si è associata ad una diminu- trattamento farmacologico è complessa,
zione del rischio di cadute. Una strategia di derivando dal convergere di fattori legati
prevenzione delle cadute in soggetti anziani ai farmaci (evidenze di efficacia, dati di
che includa un adeguato apporto di vitami- safety, credibilità in termini di praticabilità
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a 10 anni (durata massima del trattamento terapia), femore (–40% dopo 3 anni di tera-
sino ad ora indagata) in pazienti ad elevato pia) e per siti non-vertebrali (–20% dopo 3
rischio di frattura, come quelli con T-score anni di terapia). Denosumab ha inoltre evi-
al femore <-2,5 oppure con pregresse frat- denze di efficacia nel trattamento di maschi
ture vertebrali e T-score al femore inferio- ad elevato rischio di frattura, di donne con
re a -2. cancro della mammella in terapia con ini-
bitori dell’aromatasi ed in maschi in blocco
androgenico per carcinoma della prostata.
DENOSUMAB
Nelle forme più severe di osteoporosi è sta-
Denosumab è un anticorpo monoclona- to documentato un ulteriore beneficio den-
le umanizzato in grado di neutralizzare il sitometrico in caso di associazione del de-
RANKL, una citochina che, interagendo nosumab con teriparatide o di sequenzialità
con il recettore RANK sulla membrana denosumab-teriparatide e non viceversa.
di pre-osteoclasti e osteoclasti maturi, ne Gli studi clinici non hanno evidenziato
condiziona reclutamento, maturazione e effetti collaterali rilevanti (95, 96). Il trat-
sopravvivenza. La sua somministrazione tamento può prevedibilmente provoca-
sotto-cute comporta l’abbattimento quasi re ipocalcemia e per questo è necessario
completo prima del riassorbimento osseo correggere prima eventuali condizioni a
osteoclastico e poi della attività neofor- rischio. Negli studi di estensione post-regi-
mativa. Si tratta quindi di un anti-riasor- strativa sono stati osservati rari casi di oste-
bitivo come i bisfosfonati. Le differenze onecrosi mandibolo-mascellari (ONJ). Ciò
più rilevanti rispetto a questi ultimi sono: ha indotto a far risalire la patogenesi della
i) l’effetto che cessa immediatamente alla ONJ alla riduzione del turnover osseo. Per
scomparsa dal circolo del farmaco; pertan- la stessa ragione l’uso del denosumab è
to qualora il trattamento venga sospeso ed stato associato anche a seppur rari casi di
il paziente si trovi ancora in condizioni di fratture femorali atipiche (vedi bisfosfona-
elevato rischio di frattura, per evitare una ti). Nel corso degli studi clinici è emerso
possibile rapida ripresa della perdita ossea un trend per una maggior incidenza di infe-
si deve valutare l’opportunità di avviare un zioni specie a carico della cute. Ciò è stato
trattamento alternativo; ii) l’azione unifor- ritenuto non cruciale da EMA e FDA, an-
me su tutte le strutture scheletriche a pre- che se ha giustificato l’imposizione di uno
scindere dal turnover osseo, che si traduce specifico programma di farmacovigilanza.
in una maggior attività farmacologica a
carico dell’osso corticale; per questo gli
TERIPARATIDE
incrementi densitometrici sono superiori
a quelli osservati con i più potenti bisfo- La somministrazione sotto-cute quotidiana
sfonati, specie a carico delle strutture ossee di ormone paratiroideo ed in particolare
corticali; iii) la terapia cronica si associa ad del suo frammento attivo 1-34 (teripara-
un continuo incremento densitometrico, a tide) stimola sia la neoformazione che ii
differenza di quanto avviene con altri anti- riassorbimento osseo, con un effetto pre-
riassorbitivi con i quali dopo 3-4 anni di te- valente sulla neoformazione (finestra ana-
rapia si assiste ad un plateau, in particolare bolica) che è evidente soprattutto nei primi
a livello delle strutture corticali. 12 mesi di trattamento. Gli incrementi os-
Gli studi registrativi sono stati condotti uti- servati sui valori di BMD sono nettamente
lizzando 60 mg di denosumab sotto-cute superiori a quelli ottenuti con i bisfosfonati
ogni 6 mesi (72, 73). Questa dose garan- solo sull’osso trabecolare, con un aumento
tisce la soppressione quasi totale del tur- della BMD vertebrale che a 18 mesi sfiora
nover osseo, anche se dopo 2-4 anni esso il 10%. Tuttavia il trattamento con teripara-
tende a rinormalizzarsi in prossimità del tide determina anche un miglioramento di
sesto mese. In donne in post-menopausa alcune caratteristiche geometriche dell’os-
l’efficacia anti-fratturativa è stata docu- so corticale correlate alla resistenza alle
mentata per vertebre (–68% dopo 3 anni di fratture.
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linee guida M. Rossini, S. Adami, F. Bertoldo, et al.
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Guidelines for the diagnosis, prevention and management of osteoporosis linee guida
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linee guida M. Rossini, S. Adami, F. Bertoldo, et al.
Una nuova strategia di modulazione del Il dolore nella frattura vertebrale, di soli-
recettore estrogenico chiamata tissue se- to, inizia ad attenuarsi dopo 1-3 settimane
lective estrogen complex (TSEC) combina e scompare del tutto dopo alcuni mesi. In
la terapia estrogenica (estrogeni equini co- diversi casi, tuttavia, il dolore può protrarsi
niugati) con bazedoxifene. I dati dei trial per mesi in rapporto alla gravità e alla sede
clinici indicano che questa associazione della vertebra fratturata, che ne condizio-
porta ad un miglioramento dei sintomi cli- nano l’evoluzione o la persistenza di insta-
materici e della massa ossea e non causa bilità (evoluzione pseudoartrosica).
eventi avversi a livello uterino e mammario L’iniezione di cemento per via trans pedun-
(116-120). Tuttavia gli effetti antifrattura- colare all’interno del corpo vertebrale frat-
tivi e cardiovascolari di questa combina- turato può accompagnarsi ad immediata
zione non sono stati ancora adeguatamente risoluzione della sintomatologia dolorosa.
indagati. Le metodiche attualmente proponibili per
stabilizzare o ridurre-stabilizzare le frat-
ture vertebrali sono la vertebroplastica, in
NUOVE PROSPETTIVE
cui il cemento viene iniettato ad alta pres-
TERAPEUTICHE
sione con maggior rischio di fuoriuscita e
La catepsina K è un enzima chiave dell’at- di embolia polmonare, e la cifoplastica,
tività osteoclastica e rappresenta pertanto in cui il cemento viene introdotto a bassa
un potenziale bersaglio terapeutico. L’o- pressione con minor rischio di fuoriusci-
danacatib, un inibitore selettivo della ca- ta e che consente anche teoricamente di
tepsina K, ha mostrato di essere in grado ridurre la deformità mediante l’introdu-
di ridurre del 50% il riassorbimento osseo zione di un palloncino che viene succes-
senza peraltro compromettere in manie- sivamente gonfiato all’interno del corpo
ra rilevante la neoformazione ossea, de- vertebrale.
terminando così significativi incrementi La vertebroplastica o la cifoplastica pos-
della BMD e una riduzione delle fratture sono essere raccomandati solo per pazienti
osteoporotiche. con un dolore intrattabile da settimane, vi-
L’inibizione farmacologica della sclero- sti i rischi connessi alle procedure ed agli
stina, noto inibitore fisiologico del siste- incerti benefici nel lungo termine. Entram-
ma Wnt essenziale per la neoformazione, be le metodiche sono da proporre in pre-
rappresenta un altro potenziale nuovo ap- senza di fratture vertebrali che persistono
proccio nel trattamento dell’osteoporosi. In dolorose a distanza di settimane, mentre la
effetti in esperienze preliminari la sommi- cifoplastica è eventualmente da proporre
nistrazione di anticorpi monoclonali neu- qualora si ritenga credibile ripristinare la
tralizzanti la sclerostina sembra in grado morfologia del corpo vertebrale fratturato
di determinare in tempi brevi significativi allorché vi sia il rischio ad esempio che la
incrementi della BMD e della resistenza riduzione dello spazio toracico compro-
dell’osso. metta le capacità vitali del paziente o che
gli scompensi biomeccanici favoriscano un
effetto domino. Il ricorso a tali procedure
VERTEBROPLASTICA
è, ovviamente, improponibile nei pazienti
O CIFOPLASTICA
pauci o asintomatici.
Le fratture vertebrali si manifestano spesso È comunque indispensabile che a tutti i
con dolore improvviso e rapidamente in- pazienti con fratture vertebrali da fragilità
gravescente, non in relazione a traumi effi- trattate con vertebro e/o cifoplastica venga
cienti, dapprima continuo, avvertito anche prescritto un idoneo trattamento farmaco-
a riposo, e successivamente al carico. logico al fine di evitare che la presenza di
Il trattamento della frattura vertebrale in cemento all’interno del corpo vertebrale,
acuto prevede misure conservative quali in condizioni di fragilità ossea sistemica,
riposo, busti o corsetti, analgesici minori e esponga le vertebre adiacenti ad un mag-
maggiori. gior rischio di frattura.
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Guidelines for the diagnosis, prevention and management of osteoporosis linee guida
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linee guida M. Rossini, S. Adami, F. Bertoldo, et al.
RIASSUNTO
L’osteoporosi rappresenta un importante problema sociale. Le Società Scientifiche di diverse Nazioni hanno
prodotto Linee guida per la diagnosi ed il trattamento di questa condizione, cercando di adottare specifici stru-
menti di valutazione del rischio di frattura nella popolazione. La Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabo-
lismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro (SIOMMMS) ha recentemente aggiornato le precedenti Linee
guida per la diagnosi, la valutazione del rischio di frattura, la prevenzione e la gestione delle forme primitive e
secondarie di osteoporosi. Le Linee guida sono state innanzitutto stese da uno specifico gruppo di lavoro e poi
approvate dal Consiglio Direttivo della SIOMMMS. Successivamente è stata ottenuta l’approvazione anche da
altre grandi Società Scientifiche che si occupano di malattie metaboliche dell’osso. Queste raccomandazioni
sono basate sulla revisione sistematica delle maggiori evidenze disponibili e su valutazioni di costo/efficacia
nella real life. Dove le evidenze sono ridotte, le raccomandazioni si sono basate sull’esperienza e sulle opinioni
di esperti e sulle indicazioni derivanti dalla buona pratica clinica. La prevenzione dell’osteoporosi dovrebbe in-
nanzitutto basarsi sull’eliminazione degli specifici fattori di rischio. L’uso di farmaci registrati per il trattamento
dell’osteoporosi va raccomandato quando i benefici superano i rischi e questo si verifica solo quando il rischio
di frattura è abbastanza alto in considerazione di fattori suscettibili di effetto farmacologico. DeFRA (algoritmo
di valutazione del rischio derivato dal FRAX®) è riconosciuto essere un utile strumento di facile valutazione del
rischio di frattura nel lungo termine. Alcune forme secondarie di osteoporosi richiedono una specifica gestione
diagnostica e terapeutica.
Parole chiave: Linee guida; fattori di rischio; fratture; dual-energy x-ray absorptiometry; osteoporosi.
Key words: Guidelines; risk factors; fractures; dual-energy x-ray absorptiometry; osteoporosis.
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Guidelines for the diagnosis, prevention and management of osteoporosis linee guida
Reumatismo 1/2016 39
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