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Reumatismo, 2016; 68 (1): 1-42 linee guida

Linee guida per la diagnosi, la prevenzione


ed il trattamento dell’osteoporosi
Guidelines for the diagnosis,
prevention and management of osteoporosis
M. Rossini, S. Adami, F. Bertoldo, D. Diacinti, D. Gatti, S. Giannini,
A. Giusti, N. Malavolta, S. Minisola, G. Osella, M. Pedrazzoni,
L. Sinigaglia, O. Viapiana, G.C. Isaia
a nome della Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale
e delle Malattie dello Scheletro (SIOMMMS)
approvate anche da
Società Italiana di Endocrinologia (SIE)
Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG)
Società Italiana di Medicina Interna (SIMI)
Società Italiana di Reumatologia (SIR)

summary
Osteoporosis poses a significant public health issue. National Societies have developed Guidelines for the
diagnosis and treatment of this disorder with an effort of adapting specific tools for risk assessment on the
peculiar characteristics of a given population. The Italian Society for Osteoporosis, Mineral Metabolism and
Bone Diseases (SIOMMMS) has recently revised the previously published Guidelines on the diagnosis, risk-
assessment, prevention and management of primary and secondary osteoporosis. The guidelines were first
drafted by a working group and then approved by the board of SIOMMMS. Subsequently they received also the
endorsement of other major Scientific Societies that deal with bone metabolic disease. These recommendations
are based on systematic reviews of the best available evidence and explicit consideration of cost effectiveness.
When minimal evidence is available, recommendations are based on leading experts’ experience and opinion,
and on good clinical practice. The osteoporosis prevention should be based on the elimination of specific risk
factors. The use of drugs registered for the treatment of osteoporosis are recommended when the benefits
overcome the risk, and this is the case only when the risk of fracture is rather high as measured with variables
susceptible to pharmacological effect. DeFRA (FRAX® derived fracture risk assessment) is recognized as a
useful tool for easily estimate the long-term fracture risk. Several secondary forms of osteoporosis require a
specific diagnostic and therapeutic management.

Reumatismo, 2016; 68 (1): 1-42

n INTRODUZIONE borate da una specifica commissione e suc-


E METODOLOGIA cessivamente emendate e condivise con un
ampio numero di rappresentanze di medici
METODI
di medicina generale ed esponenti di varie

Q uesto documento include le linee gui-


da diagnostiche e terapeutiche per le
osteoporosi primitive (postmenopausale e
specialità mediche coinvolte nella diagnosi
e prevenzione dell’osteoporosi, nonché sta-
tistici ed esperti di economia sanitaria.
senile) e secondarie. Le raccomandazioni
sono state messe a punto utilizzando un Livelli di evidenza
processo dimostrabile e riproducibile per la
Criteri usati per assegnare un livello di evi- Indirizzo per la corrispondenza:
valutazione delle referenze bibliografiche e
denza agli articoli Maurizio Rossini
sono il risultato di una valutazione ponde- Unità di Reumatologia
P.co Borgo Roma
rata del livello di evidenza (Tabelle I-IV). • Studi di trattamento e di intervento P.le Scuro 10 - 37134 Verona
Le raccomandazioni sono state prima ela- Negli ultimi anni sono stati condotti studi E-mail: maurizio.rossini@univr.it

Reumatismo 1/2016 1
linee guida M. Rossini, S. Adami, F. Bertoldo, et al.

Tabella I - Studi di diagnostica. registrativi di dimensioni considerevoli e


Livelli di Criteri numericamente superiori a meta-analisi pre-
evidenza cedenti. Per questa ragione si è ritenuto di
1 i. Interpretazione indipendente dei risultati della verifica non dover più introdurre come livello di evi-
denza superiore la meta-analisi di più studi.
ii. Interpretazione indipendente dello standard diagnostico
I livelli di evidenza sopra-descritti saranno
iii. Selezione delle persone sospettate (ma non accertate) integrati da note individuali che terranno
di essere affette dalla malattia
conto di una serie di analisi post-hoc che,
iv. Descrizione riproducibile della verifica e dello standard diagnostico pur nella loro intrinseca limitatezza, sono
v. Almeno 50 persone affette e 50 persone non affette risultate particolarmente convincenti.
2 Presenta 4 criteri del Livello 1
3 Presenta 3 criteri del Livello 1 DEFINIZIONE
4 Presenta 1 o 2 criteri del Livello 1 L’osteoporosi è una malattia sistemica del-
lo scheletro caratterizzata da una ridotta
Tabella II - Studi di trattamento e di intervento. massa ossea e da alterazioni qualitative
Livelli di Criteri (macro e microarchitettura, proprietà mate-
evidenza riali) che si accompagnano ad aumento del
Disamina generale sistematica o meta-analisi di studi controllati rischio di frattura. Vengono definite primi-
1
randomizzati tive le forme di osteoporosi che compaiono
2 Studio controllato randomizzato che non risponde ai criteri del Livello 1 dopo la menopausa (postmenopausale) o
3 Studio clinico non randomizzato o studio di coorte comunque con l’avanzare dell’età (senile).
Le Osteoporosi secondarie sono quelle de-
terminate da un ampio numero di patologie
Tabella III - Studi prognostici.
e farmaci.
Livelli di Criteri L’indagine densitometrica consente oggi
evidenza
di misurare in modo abbastanza accurato e
i. Coorte iniziale di pazienti con l’affezione, ma senza le conseguenze preciso la massa ossea ed in particolare la
1
dell’affezione stessa
sua densità minerale (bone mineral density
ii. Criteri riproducibili di inclusione ed esclusione o BMD) in g/cm2 di superfice ossea proiet-
iii. Controllo di almeno l’80% dei partecipanti tata. La BMD è responsabile della resisten-
iv. Adeguamento statistico per i fattori confondenti za meccanica dell’osso per il 60-80%.
v. Descrizione riproducibile delle misurazioni dei risultati Per l’OMS la diagnosi densitometrica di
osteoporosi si basa sulla valutazione con
2 Risponde al criterio i e presenta 3 dei 4 criteri del Livello 1
tecnica dual-energy x-ray absorptiomet-
3 Risponde al criterio i e presenta 2 dei 4 criteri del Livello 1 ry (DXA) della densità minerale, raffron-
4 Risponde al criterio i e presenta 1 dei 4 criteri del Livello 1 tata a quella media di soggetti adulti sani
(Picco di massa ossea). L’unità di misura
Tabella IV - Gradi di raccomandazione per le linee è rappresentata dalla deviazione standard
guida della pratica clinica. dal picco medio di massa ossea (T-score).
Grado Criteri È stato osservato che il rischio di frattura
Richiede la presenza del livello di inizia ad aumentare in maniera esponen-
A ziale con valori densitometrici di T-score
evidenza 1a o 1b più il consenso*
Richiede la presenza del livello di
<-2.5 deviazione standard (DS) che, secon-
B do l’OMS, rappresenta la soglia per dia-
evidenza 2 o 2b più il consenso*
Richiede la presenza del livello di
gnosticare la presenza di osteoporosi. La
C densitometria ossea rappresenta, quindi, il
evidenza 3 di più il consenso
test diagnostico di osteoporosi e di rischio
Qualsiasi livello più basso di evidenza
D di frattura, così come la misurazione della
più il consenso
pressione arteriosa serve per diagnosticare
*Un adeguato livello di evidenza è stato necessario,
ma non sufficiente per assegnare un grado nella rac- la presenza di ipertensione e quindi il ri-
comandazione; è stato inoltre richiesto il consenso. schio di ictus.

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Secondo l’OMS, nell’interpretare i risul- oltre che sanitarie. I pazienti con frattura
tati della BMD si conviene di adottare le del femore prossimale presentano entro un
seguenti definizioni: anno dalla frattura, un tasso di mortalità del
1) la BMD normale è definita da un T-sco- 15-30%. Tra gli anziani le fratture osteo-
re compreso fra +2,5 e -1,0 DS; porotiche sono una delle maggiori cause di
2) l’osteopenia (bassa BMD) è definita ad mortalità, la cui incidenza è sostanzialmen-
un T-score compreso tra -1,0 e -2,5 DS; te sovrapponibile a quella per ictus e car-
3) l’osteoporosi è definita da un T-score cinoma mammario e superiore di 4 volte a
inferiore a -2,5 DS; quella per carcinoma endometriale. Il 50%
4) l’osteoporosi conclamata è definita da delle donne con frattura di femore presen-
un T-score inferiore a -2,5 DS e dalla ta, inoltre, una consistente riduzione del li-
contemporanea presenza di una o più vello di autosufficienza che, in circa il 20%
fratture da fragilità. dei casi, comporta l’istituzionalizzazione a
Va precisato che si tratta solo di una diagno- lungo termine.
si densitometrica che può essere tradotta in
diagnosi clinica solo dopo una valutazione
n FATTORI DI RISCHIO
complessiva di diagnostica differenziale.
La soglia diagnostica in T-score, inoltre, La rilevanza clinica dell’osteoporosi è le-
non coincide con la soglia terapeutica, poi- gata alla riduzione della resistenza ossea
ché altri fattori, scheletrici ed extraschele- con conseguente aumento del rischio di
trici, condizionano sia il rischio di frattura frattura da fragilità per traumi considerati
del singolo soggetto sia la decisione di in- a bassa energia.
traprendere o meno un trattamento farma- La resistenza ossea ai traumi dipende da
cologico. fattori quantitativi, come la densità ossea
valutata mediante l’esame mineralometrico
(BMD), e da fattori qualitativi, come geo-
NOTE EPIDEMIOLOGICHE
metria, microstruttura, turnover, composi-
L’osteoporosi rappresenta una malattia di zione cristallina e organica della matrice, la
rilevanza sociale. La sua incidenza aumen- cui valutazione non è ancora entrata nella
ta con l’età sino ad interessare la maggior pratica clinica.
parte della popolazione oltre l’ottava de- I traumi a bassa energia sono general-
cade di vita. Si stima che in Italia ci siano mente rappresentati da cadute accidentali
oggi circa 3,5 milioni di donne ed 1 milione dalla posizione eretta o semplici attività
di uomini affetti da osteoporosi. Poiché nei della vita quotidiana. Nel caso delle cadu-
prossimi 20 anni la percentuale della popo- te, la probabilità di frattura dipende dalle
lazione italiana al di sopra dei 65 anni d’età caratteristiche della caduta, dalla efficacia
aumenterà del 25%, ci dovremo attendere delle reazioni protettive e dalla possibile
un proporzionale incremento dell’inciden- attenuazione dell’energia del trauma me-
za dell’osteoporosi (1). diata dallo spessore dei tessuti molli. Tutti
Il life time risk di andare incontro ad una i fattori che condizionano il rischio di ca-
frattura osteoporotica a carico del polso duta tendono ovviamente ad aumentare il
distale, dei corpi vertebrali o del femore rischio di frattura.
prossimale è di circa il 15% per ogni sito La patogenesi della frattura deve quindi
specifico e del 40% per tutti i siti. tenere conto dei molteplici fattori che in-
Nella popolazione italiana con oltre 50 fluenzano sia resistenza ossea sia frequen-
anni d’età il numero di fratture di femore za e tipo di trauma. Il rischio di frattura
in un anno supera le 90.000. Alterazioni osteoporotica è determinato da una combi-
morfologiche vertebrali sono state riscon- nazione di fattori che agiscono prevalente-
trate in oltre il 20% dei soggetti con oltre mente attraverso una riduzione della BMD
65 anni d’età di entrambi i sessi. e fattori parzialmente o totalmente indipen-
Le fratture osteoporotiche hanno impor- denti dalla BMD (caratteristiche del tessu-
tanti implicazioni sociali ed economiche to osseo non valutabili attraverso la BMD

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e fattori extraossei). La distinzione non è Tabella V - Fattori di rischio per osteoporosi e/o
ovviamente rigida e molti fattori di rischio fratture osteoporotiche.
agiscono con più meccanismi contempora- • Età
neamente. Tra i numerosi fattori associati
• Sesso femminile
in maniera indipendente al rischio di oste-
oporosi e fratture che risultano di partico- • Basso indice di massa corporea
lare importanza vanno annoverati l’età, le • Pregressa frattura da fragilità (in particolare
pregresse frattura da fragilità, la familiarità vertebre, comprese le fratture morfometriche,
polso, femore e omero)
per fratture da fragilità, la terapia cortiso-
nica e tutte le condizioni che aumentano la • Familiarità per frattura di femore/vertebre
probabilità di cadute. Inoltre, la presenza di • Fumo (in atto)
malattie concomitanti accentua il rischio di • Alcool (3 o più unità/die)
frattura.
• Carenza di vitamina D
Nei soggetti con più fattori di rischio il
rischio di frattura è superiore a quello di • Menopausa prima dei 45 anni
soggetti con un singolo fattore di rischio, • Ridotta attività fisica
compresa una isolata riduzione della BMD. • Immobilizzazione protratta
Di conseguenza, la valutazione della BMD
• Ridotto introito di calcio
è adeguata per la diagnosi di osteoporosi
(soglia diagnostica) ma l’identificazione di • Eccessivo introito di sodio
soggetti ad alto rischio di frattura in cui è • Malattie associate ad osteoporosi (vedi Tabella VII)
appropriato un trattamento farmacologico • Trapianti
specifico (soglia terapeutica) richiede la • Farmaci (vedi Tabella VIII)
combinazione di BMD e fattori di rischio
indipendenti.
frattura, il suo potere predittivo della BMD
è decisamente migliore se considerato in-
I principali fattori di rischio
sieme ai fattori indipendenti, in grado di
• Densità minerale ossea fornire informazioni aggiuntive e comple-
La riduzione della BMD è un importante mentari alla BMD.
fattore di rischio di frattura. La BMD di-
• Età
pende dal picco di massa ossea raggiun-
L’incidenza di fratture osteoporotiche
to all’apice dello sviluppo e dalla perdita
aumenta esponenzialmente con l’età. Il
ossea correlata a menopausa e invecchia-
rischio di frattura correlato all’avanzare
mento ed è influenzata da fattori genetici
dell’età è solo parzialmente mediato dal-
e nutrizionali, abitudini di vita, malattie
la riduzione della BMD, ma dipende in
coesistenti e varie terapie farmacologiche
gran parte da altri fattori, quali alterazioni
(Tabella V).
qualitative della struttura ossea, aumento
Numerosi studi epidemiologici prospettici,
della frequenza di cadute e rallentamen-
per la maggior parte effettuati misurando la
to delle risposte protettive. Un identico
BMD con tecnica DXA nelle sedi assiali
T-score ha un significato diverso alle dif-
(collo del femore, femore totale e vertebre
ferenti età e a parità di BMD il rischio di
lombari), hanno accertato che ogni riduzio-
frattura è più elevato negli anziani rispetto
ne di una deviazione standard della BMD
ai giovani.
aumenta il rischio di frattura di 1,5-3 volte.
Il potere predittivo della BMD per le frat- • Pregresse fratture
ture è simile a quello della pressione arte- Una pregressa frattura da fragilità è un im-
riosa per la predizione dell’ictus e migliore portante fattore di rischio per ulteriori frat-
di quello del colesterolo nella predizione ture in entrambi i sessi. Anche se una pre-
dell’infarto miocardico. gressa frattura è spesso correlata a ridotta
Tuttavia, per quanto la riduzione della BMD, il rischio di nuove fratture è in gran
BMD sia un importante fattore di rischio di parte indipendente da questa.

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Gli studi epidemiologici più recenti hanno Tabella VI - Fattori di rischio per cadute.
dimostrato che qualsiasi pregressa frattura, • Fattori individuali
indipendentemente dalla sede, aumenta il - Anamnesi positiva per cadute precedenti
rischio di nuove fratture, anche se in misura
- Condizioni con compromissione di
diversa. Particolare rilevanza prognostica
va data alle fratture di vertebre (comprese Forza e massa muscolare (sarcopenia)
le fratture morfometriche), polso, femore e Funzionalità arti inferiori
omero (2-4). Equilibrio
Il rischio dipende inoltre dal numero di pre- Capacità visiva
gresse fratture. Soggetti con 3 o più fratture
- Deterioramento cognitivo
hanno un rischio di nuove fratture circa 10
volte superiore a chi non ha avuto fratture e - Aritmie
2-3 volte superiore a chi ha avuto una sola - Farmaci (farmaci attivi sul SNC,
frattura (2, 5). antipertensivi, alcol)

• Familiarità - Deficit muscolare da ipovitaminosi D


La familiarità per fratture influenza il ri- • Fattori ambientali
schio di frattura in modo indipendente dalla - Ostacoli, illuminazione, superfici, calzature
BMD. In particolare la familiarità per frattu- SNC, sistema nervoso centrale.
re di femore nei genitori aumenta significa-
tivamente soprattutto il rischio di fratture del
femore e, anche se in misura minore, di tutte da tempo l’effetto osteolesivo dei gluco-
le fratture osteoporotiche (6, 7). corticoidi, mediato in gran parte da fattori
indipendenti dalla densità ossea, anche se
• Comorbidità la terapia steroidea induce sicuramente una
Numerose condizioni patologiche (Tabella rapida riduzione della BMD. Tra i farma-
V) si associano a un aumento del rischio ci di più recente introduzione particolare
di frattura. In molte di queste condizioni menzione va riservata alle terapie di bloc-
si ritiene che il rischio sia mediato dalla co ormonale adiuvante (inibitori dell’aro-
riduzione della BMD. Tuttavia, spesso en- matasi nelle donne operate per carcinoma
trano in gioco meccanismi diversi, tra cui della mammella, agonisti del GnRH negli
infiammazione cronica, alterazioni della uomini con carcinoma prostatico). Questi
qualità ossea, compromissione dello stato farmaci provocano una progressiva ridu-
generale di salute, complicanze specifiche, zione della BMD, ma non è escluso l’in-
riduzione della mobilità, riduzione della tervento di fattori indipendenti sul rischio
massa e forza muscolare (sarcopenia) e di frattura.
aumento del rischio di caduta (Tabella VI).
La carenza di vitamina D spesso associata La valutazione complessiva
rappresenta un ulteriore fattore negativo. del rischio di frattura
Tra le patologie vanno ricordate artrite reu- La valutazione integrata di BMD e dei più
matoide e altre connettiviti, diabete, bron- importanti fattori di rischio clinici parzial-
copneumopatia cronica ostruttiva, malattie mente o talmente indipendenti dalla BMD
infiammatorie croniche intestinali, AIDS, consente una stima più accurata del rischio
Parkinson, sclerosi multipla, condizio- di fratture da fragilità nel medio termine
ni associate a grave disabilità motoria. In (5-10 anni successivi), e l’identificazione
particolare,i soggetti con diabete di tipo 1 di soggetti in cui un trattamento farmaco-
o di tipo 2 tendono a fratturarsi a livelli di logico è più appropriato.
BMD superiori a quelli dei soggetti non Soprattutto negli ultimi 10 anni sono sta-
diabetici e il rischio di frattura è quindi par- ti sviluppati algoritmi, quali il FRAX® ed
zialmente indipendente dalla BMD (7-15). il DeFRA®, che calcolano il rischio delle
• Terapie farmacologiche principali fratture da fragilità (vertebre, fe-
I farmaci per cui è stato descritto un au- more, omero, polso) nei successivi 10 anni
mento del rischio sono numerosi. Ben noto integrando le informazioni derivanti dalla

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misurazione della BMD con quelle deri- aromatasi, o permettere una migliore inter-
vanti dalla presenza dei fattori di rischio pretazione del rischio derivante da fattori
clinici. già noti.
Nella definizione dei fattori di rischio cli-
nici indipendenti dalla BMD da includere
Genetica dell’osteoporosi
in questi algoritmi si è tenuto conto quin-
di di una serie di studi e metanalisi che ne Il patrimonio genetico sembra essere il
hanno identificato la rilevanza, ma anche maggior determinante della variabilità in-
della facilità nell’identificazione e quantifi- terpersonale della massa ossea. La propen-
cazione. La valutazione del rischio, tramite sione all’osteoporosi, al pari di molte altre
questi algoritmi, ma anche in assenza di condizioni morbose, è attribuibile all’effet-
essi, si deve basare infatti su informazio- to complessivo e combinato di molti poli-
ni facilmente reperibili e fruibili. Quan- morfismi genetici.
do le variabili considerate non sono così Attualmente, polimorfismi di geni che co-
facilmente disponibili, o sono numerose, dificano il collagene tipo 1 (COLIA1), il
come nel caso del QFracture, il rischio è recettore estrogenico (ER) e quello della
che l’algoritmo o lo strumento di definizio- vitamina D (VDR), vengono proposti come
ne del rischio sia clinicamente non imple- possibili determinanti genetici del rischio
mentabile per la sua complessità e pertanto osteoporotico.
assolutamente inutile. Nel caso opposto, Ognuno di questi polimorfismi spiega solo
tuttavia, quando la definizione del rischio meno del 30% della varianza della massa
si basa su pochi fattori magari non adegua- ossea ed ancor meno del rischio di svi-
tamente stratificati, come nel caso del Gar- luppare osteoporosi. L’uso diagnostico e
van fracture risk calculator, è possibile che prognostico della determinazione di poli-
l’algoritmo e la stratificazione del rischio morfismi genetici appare pertanto ancora
manchi di accuratezza, e pertanto non offra ingiustificato.
particolari vantaggi rispetto alla misurazio-
ne della BMD.
Sulla base di queste considerazioni, e per n OSTEOPOROSI SECONDARIE
superare alcuni dei limiti del FRAX®, è sta- L’osteoporosi postmenopausale-senile va
to quindi sviluppato in Italia il DeFRA, un sempre distinta dalle forme di osteoporosi
algoritmo derivato dal FRAX® che si basa secondaria. Numerose sono le condizioni
sui dati relativi al rischio di frattura della potenzialmente in grado di provocare la
popolazione Italiana e stratifica in modo comparsa di osteoporosi: trattasi di molte-
più accurato alcune delle variabili già pre- plici malattie o di farmaci (Tabella VII).
senti nel FRAX® (es. sede e numero delle Per le particolari implicazioni diagnostico-
pregresse fratture, comorbilità), allo scopo terapeutiche strettamente connesse alla
di migliorare la predittività del rischio di gestione dell’osteoporosi, verranno qui
frattura. fornite indicazioni di gestione per alcune
La grande importanza dei fattori di rischio forme più tipiche o frequenti di osteoporo-
clinici indipendenti dalla BMD ha infine si secondaria.
determinato anche un loro maggiore peso
nella definizione dei criteri per la rimborsa-
IPERPARATIROIDISMO PRIMARIO
bilità dei farmaci per l’osteoporosi in Italia
(nota 79, AIFA). La revisione della Nota Definizione. Epidemiologia
79 ha anche evidenziato come gli strumen- L’iperparatiroidismo primario (IPTP) è un
ti per la definizione del rischio di frattura disordine del metabolismo calcio-fosforico
debbano continuamente e frequentemente causato dalla secrezione autonoma e relati-
essere aggiornati con i dati derivanti dagli vamente incontrollata di ormone paratiroi-
studi clinici che nel tempo possono identi- deo (PTH) da parte di una o più paratiroidi
ficare nuovi fattori di rischio clinici, come iperfunzionanti, con conseguente ipercal-
nel caso del diabete e degli inibitori del cemia. Insieme all’ipercalcemia correlata

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Tabella VII - Elenco delle malattie associate ad osteoporosi.


Malattie endocrine Malattie renali
Ipogonadismo Ipercalciuria idiopatica renale
Ipercortisolismo Acidosi tubulare renale
Iperparatiroidismo Insufficienza renale cronica
Ipertiroidismo
Iperprolattinemia
Malattie neurologiche
Diabete mellito tipo 1 e 2
Acromegalia Parkinson
Deficit GH Sclerosi multipla
Paraplegia
Malattie ematologiche
Esiti di ictus
Malattie mielo- e linfoproliferative Distrofie muscolari
Mieloma multiplo
Mastocitosi sistemica
Malattie genetiche
Talassemia
Gammopatie monoclonali Osteogenesi imperfetta
Anemia falciforme Ehlers-Danlos
Emofilia Sindrome di Gaucher
Glicogenosi
Malattie apparato gastro-enterico
Ipofosfatasia
Epatopatie croniche Emocromatosi
Cirrosi biliare primitiva Omocistinuria
Morbo celiaco Fibrosi cistica
Malattie infiammatorie croniche gastro-intestinali Sindrome di Marfan
Resezione gastro-intestinale Sindrome di Menkes
Bypass gastrico Porfiria
Intolleranza al lattosio Sindrome di Riley-Day
Malassorbimento intestinale
Insufficienza pancreatica
Altre malattie
Malattie reumatiche
Broncopneumopatia cronica ostruttiva
Artrite reumatoide Anoressia nervosa
Lupus eritematoso sistemico AIDS/HIV
Spondilite anchilosante Amiloidosi
Artrite psoriasica Sarcoidosi
Sclerodermia Depressione
Altre connettiviti

a neoplasie maligne rende conto del 90% molto rari (meno dell’1% dei casi) (17). In
di tutti gli stati ipercalcemici. Si tratta di circa il 10% dei casi si può trattare di forme
una patologia endocrina molto frequente familiari nel contesto di neoplasie endocri-
con un’incidenza nella popolazione ambu- ne multiple (MEN1, MEN2A, altre forme
latoriale statunitense di circa 25/100.000 più rare). Talvolta gli adenomi originano
persone-anni per l’uomo e di 65/100.000 da ghiandole paratiroidee ectopiche (preva-
persone-anni per la donna e con una preva- lentemente a localizzazione mediastinica).
lenza stimata, corretta per l’età, intorno ai
233 casi/100.000 nelle donne e 85 casi per Diagnosi e diagnosi differenziale
100.000 negli uomini (16). È più comune L’IPTP deve essere sospettato in tutti i
nella donna (rapporto donna/uomo circa casi di ipercalcemia, essendo la causa più
2:1 che aumenta fino a 5:1 in età superio- comune di tale alterazione metabolica nei
re a 75 anni) (17). Nella maggior parte dei pazienti ambulatoriali. La diagnosi è essen-
casi l’IPTP è causato da un adenoma para- zialmente biochimica e si basa sul riscon-
tiroideo singolo (75-85%), mentre nel 15- tro di ipercalcemia in presenza di livelli di
20% dei casi si tratta di iperplasia diffusa di PTH anch’essi elevati o comunque inap-
più ghiandole. Più raramente si riscontrano propriatamente normali per i livelli di cal-
adenomi multipli e i casi di carcinoma sono cemia. Nelle forme lievi i livelli di calcemia

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possono essere oscillanti intorno ai livelli camente manifesta è oggi presente in circa
normali (cosiddetto iperparatiroidismo il 10% dei casi alla diagnosi ed è correlata
primario normocalcemico). In questi casi alla presenza di ipercalciuria; l’incidenza
è bene ripetere il dosaggio della calcemia dei calcoli evidenziati con ecografia è più
in più occasioni e correggerne il valore per elevata. Oltre al rischio di litiasi renale i pa-
i livelli di albumina (18). Occorre inoltre zienti con IPTP conclamato presentano un
escludere interferenze farmacologiche (es. aumento del rischio di frattura determina-
diuretici tiazidici, sali di litio, bisfosfonati) to da una riduzione della massa ossea con
e correggere un’eventuale ipovitaminosi D prevalente interessamento dell’osso cor-
associata. Il ricorso al dosaggio del calcio ticale, ma anche di quello trabecolare. La
ionizzato è giustificato solo se eseguito correzione chirurgica dell’IPTP è in grado
in condizioni tecniche ottimali. La meto- di ridurre la recidiva di calcolosi renale e
dica di dosaggio da preferire è quella che il rischio di fratture (20, 21). L’IPTP per
misura il PTH intatto. Il riscontro di una la sua frequenza va sempre preso in consi-
calciuria 24 ore ridotta rende necessario derazione fra le cause di osteoporosi. Per
escludere la possibilità che si tratti di una tale ragione il dosaggio della calcemia è
ipercalcemia familiare ipocalciurica (fami- sempre compreso fra gli esami di I livel-
lial hypocalciuric hypercalcemia, FHH), lo da eseguire in corso dell’inquadramen-
unico altro stato ipercalcemico (insieme to diagnostico di un paziente con ridotta
all’uso di sali di litio o diuretici tazidici) in massa ossea. Una presentazione molto rara
cui si possono talvolta osservare livelli di dell’IPTP è quella della crisi ipercalcemi-
PTH elevati. Tale diagnosi differenziale è ca acuta (o crisi paratiroidea) favorita da
importante perché la paratiroidectomia non condizioni di disidratazione, caratterizzata
è necessaria e non corregge l’ipercalcemia dai sintomi della grave ipercalcemia e che
nei pazienti con FHH. Il rapporto tra frazio- può esporre il paziente a rischio di morte.
ne di escrezione urinaria (o clearance) del Sebbene eccezionale come esordio tale cri-
calcio e clearance della creatinina <0,01 è si deve essere presa in considerazione in
tipico dei pazienti con FHH e serve per di- qualsiasi paziente che si presenti con una
scriminarli dai pazienti con IPTP (19). La grave ipercalcemia a eziologia non chiara.
localizzazione strumentale preoperatoria
dell’adenoma o dell’iperplasia paratiroi- Terapia
dea (ecografia, scintigrafia con sestamibi, • Terapia chirurgica
eventuale TC multidimensionale) non ha Nel caso di IPTP sintomatico (nefrolitiasi,
alcuna indicazione nella fase diagnostica. ipercalcemia sintomatica) quando non sus-
È discussa la sua importanza una volta che sistano controindicazioni, la terapia defini-
sia stata posta una chiara indicazione chi- tiva e causale dell’IPTP è quella chirurgica,
rurgica (ma è spesso eseguita per facilitare che consiste nell’esplorazione del collo con
l’esplorazione chirurgica) mentre è ritenu- identificazione di tutte e 4 le paratiroidi e
ta necessaria in caso di re-intervento in pa- nell’asportazione di quella/e di aspetto ade-
zienti con IPTP persistente (18). nomatoso o iperplasico. L’esperienza del
chirurgo e il dosaggio del PTH intraopera-
Clinica torio sono importanti per ridurre il rischio
La maggior parte dei casi di IPTP sono di persistenza di malattia. La chirurgia
oggi diagnosticati in assenza di sintomi. Le mini-invasiva delle paratiroidi (chirurgia
gravi manifestazioni tipiche della malattia unilaterale guidata dall’esito scintigrafico)
(osteite fibroso-cistica, nefrolitiasi-nefro- unita al dosaggio intraoperatorio del PTH è
calcinosi, tumori bruni dell’osso) sono oggi sicura e può essere efficace tanto quanto l’e-
divenute molto rare da quando il dosaggio splorazione cervicale bilaterale in anestesia
della calcemia è divenuto routinario, a par- generale (livello 2). Il ruolo della chirurgia
tire dagli anni 70 del secolo scorso, con per l’IPTP asintomatico in pazienti di età
conseguente possibilità di diagnosi preco- >50 anni non è ancora stato chiaramente
ce della malattia. La calcolosi renale clini- definito. Per quanto concerne le indicazioni

8 Reumatismo 1/2016
Guidelines for the diagnosis, prevention and management of osteoporosis linee guida

all’intervento di paratiroidectomia queste li- vità fisica; iv) incoraggiare adeguata idrata-
nee guida concordano con le più recenti rac- zione (almeno 6-8 bicchieri di acqua al dì)
comandazioni emerse nel corso del Quarto per ridurre il rischio di nefrolitiasi.
Workshop Internazionale dedicato a tale ar-
gomento e pubblicate nel 2014 (18): • Terapia medica
- concentrazioni di calcio sierico ≥ 1 mg/ La terapia medica trova indicazione per il
dL (0,25 mmol/L) al di sopra del limite controllo dell’ipercalcemia grave in pazienti
superiore di norma del laboratorio; con controindicazioni all’intervento chirur-
- stima del filtrato glomerulare <60 mL/min; gico o in preparazione ad esso e consiste in
- T-score della densità minerale ossea al una adeguata idratazione del paziente con
femore, alla colonna lombare o al radio soluzione salina (in media 2-4 L/die per 1-3
distale <-2,5 e/o pregresse fratture ver- giorni), nell’impiego di diuretici dell’ansa
tebrali asintomatiche (identificate tra- (furosemide) una volta ripristinata la vo-
mite Rx, TC, RM o morfometria DXA); lemia e nell’utilizzo di bisfosfonati ev (es.
- calciuria delle 24 ore >400 mg/die (>10 acido zoledronico 4 mg in singola sommi-
mmol/die); nistrazione o pamidronato 60-90 mg e.v.).
- evidenza di nefrolitiasi o nefrocalcinosi Se è necessaria una rapida correzione della
mediante indagine Rx, US o TC; vi) età calcemia (es. in caso di crisi paratiroidea)
<50 anni. può essere presa in considerazione la cal-
La chirurgia è inoltre indicata per quei pa- citonina alla dose di 4 U/Kg per via im o
zienti in cui non è possibile un follow-up sc. I bisfosfonati ev andrebbero evitati se si
medico o in caso di preferenza del paziente prevede comunque un intervento chirurgico
per l’opzione chirurgica, anche al di fuo- di paratiroidectomia entro pochi giorni (per
ri delle suddette indicazioni, in assenza di possibile peggioramento dell’ipocalcemia
controindicazioni all’intervento. postoperatoria). Sebbene in assenza di evi-
Nei pazienti che non presentano i criteri denza diretta (livello 3) è ragionevole rac-
per la paratiroidectomia occorre prevedere comandare l’impiego di bisfosfonati orali
misure di supporto e preventive e un ade- (alendronato) in caso di osteoporosi. Nella
guato monitoraggio (18): donna in menopausa possono trovare indi-
- determinazione della calcemia, della cazione (in assenza di controindicazioni)
creatinina e stima del filtrato glomeru- la terapia ormonale sostitutiva o il raloxife-
lare ogni anno; ne. Per quanto riguarda il cinacalcet, com-
- DXA (su tutti e 3 i siti) ogni 1-2 anni; posto calcio-mimetico in grado di inibire
- calciuria 24 ore, Rx addome o ecografia selettivamente la secrezione paratiroidea,
solo se sospetto di calcolosi renale. sono necessari ulteriori studi per stabilirne
Se nel corso del follow-up la situazione il beneficio a lungo termine come alterna-
clinica si modifica al punto da soddisfare tiva all’intervento chirurgico. Il farmaco è
i criteri sopra citati il paziente dovrà essere comunque registrato, oltre che per il tratta-
indirizzato all’intervento. mento dell’iperparatiroidismo secondario in
Fra le raccomandazioni generali da fornire pazienti in dialisi, per la riduzione dell’iper-
ai pazienti non sottoposti a chirurgia si pos- calcemia in pazienti con carcinoma delle pa-
sono ricordare: i) evitare fattori che possano ratiroidi o nell’iperparatiroidismo primario
aggravare l’ipercalcemia (diuretici tiazidici, con raccomandazioni alla paratirodectomia
sali di litio, deplezione di volume, prolun- ma in cui l’intervento non è clinicamente
gato allettamento o inattività e una dieta a appropriato o è controindicato.
contenuto di calcio eccessivo (>1000 mg/
die); ii) mantenere comunque un adeguato
OSTEOPOROSI
apporto di calcio (800-1000 mg/die) e di
DA GLUCOCORTICOIDI
vitamina D (400-800 UI/die, in modo da
mantenere livelli sierici di 25 idrossivitami- Epidemiologia e clinica
na D almeno pari a 20-30 ng/mL) evitando La cronica esposizione ai glucocorticoi-
i derivati idrossilati; iii) incoraggiare l’atti- di, sia per aumentata sintesi endogena (S.

Reumatismo 1/2016 9
linee guida M. Rossini, S. Adami, F. Bertoldo, et al.

di Cushing), che per assunzione esogena il loro impiego è molto meno dannoso per
(trattamento di patologie infiammatorie l’osso, rispetto alla via sistemica, sebbene
o autoimmuni) è un’importante causa di dosi >800 mcg/die di budesonide (o equi-
osteoporosi e fratture. I glucocorticoidi, valenti), soprattutto se protratte nel tempo,
infatti, stimolano il riassorbimento osseo possano essere associate ad accelerata per-
da parte degli osteoclasti, riducono la neo- dita di massa ossea e aumento del rischio
formazione ossea inibendo proliferazione di fratture (24-26). È importante ricordare
e differenziazione degli osteoblasti e favo- che il rischio fratturativo nell’osteoporosi
rendo l’apoptosi di osteoblasti e osteociti, indotta da glucocorticoidi è molto più ele-
alterano il metabolismo del calcio riducen- vato rispetto a quello atteso in base ai valo-
done l’assorbimento intestinale e aumen- ri densitometrici del paziente e che esso si
tandone l’escrezione renale e riducono la riduce rapidamente alla sospensione della
secrezione di androgeni ed estrogeni, so- terapia (27, 28). Entrambe queste osserva-
prattutto inibendo la secrezione ipofisaria zioni hanno un’ovvia ripercussione prati-
di gonadotropine (22). La perdita di mas- ca: la prevenzione deve essere iniziata il
sa ossea causata dai glucocorticoidi inizia più precocemente possibile, indipendente-
precocemente (prime settimane di tratta- mente dal dato densitometrico e prima che
mento) ed è più pronunciata nei primi 6-12 avvengano alterazioni irreversibili della
mesi, soprattutto a livello trabecolare (le microarchitettura ossea.
fratture vertebrali, in particolare, avven-
gono precocemente dopo l’inizio della te- Terapia
rapia cortisonica). In seguito si riduce lo
stimolo al riassorbimento mediato dagli • Identificazione dei pazienti da sottopor-
osteoclasti ma permane l’inibizione della re a valutazione e trattamento
neoformazione: la perdita di massa ossea La maggior parte delle linee guida pone
rallenta ma permane costante e coinvolge la soglia d’intervento alla dose di 7,5 mg/
anche l’osso corticale (22, 23). Le fratture die di prednisone (o dose equivalente di
da fragilità occorrono in una percentuale altri glucocorticoidi). È tuttavia noto che
compresa fra il 30 e il 50% dei pazienti anche dosi comprese fra 2,5 e 7,5 mg/die
entro i primi 5 anni di terapia cronica con di prednisone si associano ad aumentato ri-
glucocorticoidi. La probabilità di frattura schio di frattura. Oltre alla dose giornaliera
è ulteriormente aumentata se coesistono si è visto essere molto importante la dura-
altri fattori di rischio, in particolare l’età ta della terapia con glucocorticoidi. L’au-
avanzata, pregresse fratture e, nella donna, mento del rischio di frattura è significativo
la menopausa. Qualsiasi segmento schele- già dopo soli 3 mesi di terapia e si riduce
trico può essere sede di frattura sebbene rapidamente alla sua sospensione. Il danno
vi sia una prevalenza nelle sedi a maggior osseo esercitato dai glucocorticoidi è in lar-
componente trabecolare: vertebre, coste, ga misura indipendente dalla massa ossea e
femore prossimale (22). L’incidenza di la soglia di T-score lombare per identifica-
fratture è correlata alla dose e alla durata re i pazienti da sottoporre a prevenzione e
della terapia con glucocorticoidi ed è an- trattamento è collocato dalle linee guida tra
che influenzata dalla patologia di base per -1,5 e -1,0 (il che equivale a dire che è il ri-
la quale quest’ultima è prescritta (es. artri- schio è sostanzialmente indipendente dalla
te reumatoide, malattie infiammatorie in- massa ossea ed è significativo anche per un
testinali). Sebbene le dosi più basse siano T-score lombare nella norma).
meno dannose di quelle più elevate, è con- Per queste linee guida il trattamento farma-
troversa l’esistenza di una dose soglia al di cologico di prevenzione dell’osteoporosi
sotto della quale non si verifichi un dan- da glucocorticoidi è da raccomandare in
no osseo. L’impatto negativo sulla salute donne in menopausa o uomini di età ≥50
dell’osso esercitato dai glucocorticoidi anni in caso di trattamento in atto o anche
somministrati per via inalatoria è argomen- solo previsto con dose prednisone equiva-
to ancora molto controverso. Sicuramente lente ≥5 mg/die per una durata >3 mesi.

10 Reumatismo 1/2016
Guidelines for the diagnosis, prevention and management of osteoporosis linee guida

• Interventi con evidenza di efficacia gonadismo in corso di terapia con gluco-


1. Misure generali: la dose di glucocorticoi- corticoidi (Raccomandazione di grado A).
di assunta e la durata della terapia dovreb-
bero essere ridotte il più possibile, com- 4. Bisfosfonati: per le donne in menopausa
patibilmente con le esigenze di controllo e per gli uomini, i bisfosfonati, e in partico-
della patologia di base. Quando possibile le lare alendronato, risedronato e zoledronato
formulazioni topiche (es. steroidi inalatori rappresentano i farmaci di maggior utilizzo
o clisteri, rispettivamente per asma e ma- per la prevenzione e il trattamento dell’oste-
lattie infiammatorie intestinali) andrebbero oporosi indotta da glucocorticoidi. Per tali
preferite alla somministrazione enterale o bisfosfonati sono disponibili trials rando-
parenterale. I pazienti andrebbero incorag- mizzati e controllati (Livello 1a), sebbene
giati a svolgere adeguata attività fisica con su campioni di pazienti non dimensionati
esercizi sotto carico al fine di contrastare per evidenziare una riduzione delle fratture
sia la perdita di massa ossea che la riduzio- come end-point primario (33-35). La loro
ne del trofismo muscolare. Occorre evitare efficacia a tale riguardo si può comunque
il fumo di sigaretta e l’eccesso di alcool e evincere da meta-analisi o analisi post-hoc
vanno prese in considerazione le misure (36, 37) (Livello 2). Nella donna in meno-
atte a prevenire i rischi di caduta (29) (Rac- pausa e nell’uomo la terapia con bisfosfona-
comandazione di grado A). ti è pertanto da raccomandare come prima
linea nella prevenzione primaria e l’inizio di
2. Calcio e vitamina D: la supplementazio- quest’ultima dovrebbe coincidere con l’ini-
ne di calcio alla dose di 1000-1200 mg/die zio della terapia con glucocorticoidi (Racco-
e di vitamina D (500-800 UI/die) si è di- mandazione di grado A).
mostrata in grado di contrastare la perdita
di massa ossea indotta dai glucocorticoidi 5. Teriparatide: in pazienti in terapia con
(30) (Livello 1b) L’assunzione dei metabo- glucocorticoidi, in uno studio di confronto
liti idrossilati della vitamina D non sembra con alendronato, protratto a 36 mesi, teripa-
fornire vantaggi aggiuntivi rispetto al co- ratide è risultato più efficace di alendronato
lecalciferolo. Poiché negli studi che hanno sia in termini di variazioni densitometriche
evidenziato l’efficacia anti-fratturativa dei (end-point primario) che di incidenza di
bisfosfonati i pazienti assumevano anche nuove fratture vertebrali (end-point secon-
supplementi di calcio e vitamina D, questi dario) (38). Per tale ragione nella recente
ultimi devono essere raccomandati a tutti i revisione della nota AIFA 79 il trattamento
pazienti in trattamento o in procinto di es- con teriparatide è considerato di I scelta in
sere trattati con bisfosfonati (Raccomanda- caso di osteoporosi indotta da glucocor-
zione di grado A). ticoidi e presenza di almeno una frattura
(prevenzione secondaria). La terapia con
3. Terapia ormonale sostitutiva: i gluco- teriparatide, come da indicazioni in sche-
corticoidi riducono la produzione di ormo- da tecnica, non può essere protratta oltre
ni sessuali. Come conseguenza è razionale 24 mesi al termine dei quali, se perdurano
rimpiazzare tali ormoni nella donna con terapia cortisonica e rischio di frattura, va
amenorrea e ipoestrogenismo (amenorrea sostituita dalla somministrazione di anti-
ipotalamica o insufficienza ovarica primiti- riassorbitivi, al fine di mantenere l’effetto
va) o nell’uomo con dimostrato ipogonadi- antifratturativo e il guadagno in termini di
smo (31, 32). Mentre la terapia estrogenica densità minerale ossea.
non è più considerata di prima linea per la
prevenzione dell’osteoporosi postmeno- 6. Denosumab: nell’analisi post-hoc dei ri-
pausale, pur in assenza di studi controllati sultati in termini di variazioni di BMD e
sull’incidenza di fratture, appare ragione- marcatori di riassorbimento osseo di uno
vole, in assenza di controindicazioni, pren- studio randomizzato e controllato in pa-
dere in considerazione la terapia ormonale zienti con artrite reumatoide (alcuni in te-
sostitutiva nella donna in premenopausa rapia con glucocorticoidi) denosumab ha
con ipoestrogenismo e nell’uomo con ipo- dimostrato di aumentare significativamente

Reumatismo 1/2016 11
linee guida M. Rossini, S. Adami, F. Bertoldo, et al.

la BMD lombare e dell’anca rispetto al pla- 1,50; CI 95% 1,32-1,72) e di fratture femo-
cebo (39). Nella nota 79 AIFA l’impiego rali (10 studi: OR 1,23; CI 95% 1,11-1,72)
del denosumab è quindi considerato come soprattutto se utilizzati per più di 12 mesi
seconda linea sia nella prevenzione prima- (43). Per i SSRI l’associazione con fratture
ria che secondaria in pazienti in terapia con di femore (HR 1,35; CI 95% 1,13-1,61) è
glucocorticoidi. presente entro il primo anno di utilizzo per
entrambi i sessi, soprattutto dopo i 70 anni
(44). La levotiroxina (in eccesso) è risul-
OSTEOPOROSI
tata associata ad un rischio di fratture sia
DA ALTRI FARMACI
nel maschio che nelle femmine (OR 1,98;
Numerose classi di farmaci sono state asso- CI 95% 1,15-1,76) (45). L’uso di pioglita-
ciate ad osteoporosi e a fratture da fragilità. zone e rosiglitazone è fortemente associato
Molte di queste associazioni derivano da ad un significativo incremento (3- 4 volte)
dati emersi da studi epidemiologici e retro- del rischio di fratture di femore e di omero
spettivi in cui in molti casi il grado di evi- in donne in postmenopausa (46). Per alcu-
denza è piuttosto basso. Inoltre per molti di ni anticonvulsivanti di prima generazione
queste associazioni non vi è un razionale (carbamazepina,oxcarbazepina, fenobarbi-
fisiopatologico chiaro e per alcuni è non tal, fentoina, primidone) vi è ampia lettera-
noto (Tabella VIII) (40-42). Tralasciando tura sull’associazione con una bassa massa
la terapia steroidea ed il ruolo degli inibi- ossea e con un rischio di frattura di femore
tori dell’aromatasi e GnRH trattati separa- da 2 a 6 volte maggiore, nei pazienti epilet-
tamente in queste linee guida, per alcune tici, soprattutto se utilizzati in politerapia
categorie di farmaci l’associazione con le (47). L’uso di ciclosporina nei pazienti tra-
fratture da fragilità è piuttosto forte. Per gli piantati d’organo si associa con unaumen-
inibitori di pompa protonica (PPI) è stato to dell’incidenza di fratture cliniche che
dimostrato un significativo aumento del varia ampiamente in letteratura tra il 10%
rischio di fratture vertebrali (6 studi: OR e 34% entro il primo anno di assunzione

Tabella VIII - Farmaci osteopenizzanti.


Classe farmacologica Principio attivo Possibile meccanismo d’azione
Glucocorticoidi * Idrocortisone, prednisone, desametasone Inibizione attività osteoblastica/apoptosi osteocitaria
Inbitori dell’aromatasi* Letrozolo, anastrozolo, examestane Ipogonadismo con alto turnover
SSRI * Citalopram, fluoxetina,paroxetina Inibizione proliferazione osteoblastica, attivazione
RANKL
Inibitori pompa protonica* Esomeprazolo, omeprazolo,lansoprazolo Riduzione assorbimento intestinale di calcio
H2 inibitori Ranitidina, cimetidina Riduzione assorbimento di calcio
Tiazolidinedioni* Rosiglitazone, pioglitazone Inibizione neoformazione e differenziazione
osteoblastica
Ormoni tiroidei (eccesso)* Levotiroxina Aumento del turnover osseo
Anticoagulanti* Eparina,warfarin Riduzione dell’attività di osteocalcina
Anticonvulsivanti* Fenobarbital,acido valproico, oxacarbazepina,fentoina Interferenza con metabolismo vitamina D
GNrh* Leuprolide, Goserelin Ipogonadismo con alto turnover
Diuretici dell’ansa Furosemide Effetto calciurico
Agenti antiretrovirali Efavirenz, nevirapina Interferenza con metabolismo vitamina D
Tenofovir Deplezione renale di fosfato
Inibitori delle proteasi Inibizione osteoblastogenesi/incremento RANKL
Inibitori della calcineurina* Ciclosporina A (alte dosi), tacrolimus Elevazione turnover osseo. Aumento espressione
RANKL
Nutrizione parenterale Incerto
*Evidenza di associazione con rischio di frattura. SSRI, selective serotonin reuptake inhibitors; GnRH, gonadotropin-releasing hormones.

12 Reumatismo 1/2016
Guidelines for the diagnosis, prevention and management of osteoporosis linee guida

(48). L’uso a lungo termine di eparina non inibitori dell’aromatasi, donne in inibitori
frazionata comporta un aumento del 2,5% dell’aromatasi, soprattutto se di età <70
al 5% del rischio di fattura mentre non vi anni (52, 54, 55).
sono dati sull’eparina a basso peso mole- Data l’elevata prevalenza di fattori di ri-
colare. L’effetto del warfarin sul rischio di schio per frattura, indipendenti dalla te-
osteoporosi e fratture è piuttosto controver- rapia ormonale, e l’elevata prevalenza di
so in letteratura (42, 49). È stata analizzata fratture vertebrali già presenti al momento
l’interferenza di alcune categorie di farma- della diagnosi di neoplasia tutti i soggetti
ci con l’effetto antifratturativo dei bisfosfo- con tumore della mammella e della prosta-
nati. In 4 studi epidemiologici (due retro- ta vanno indagati per la presenza di fratture
spettivi e due di coorte) viene riportato una da fragilità (anche vertebrali morfometri-
potenziale attenuazione dose-dipendente che) (56, 57).
da parte dei PPI sull’effetto antifratturativo Gli aminobisfosfonati ed il denosumab
di alendronato e risedronato, mentre in una rappresentano la categoria di farmaci di
analisi post-hoc di tre RCT con risedronato prima scelta nella gestione della bone
questo dato non si conferma (40). In un stu- health nel carcinoma della mammella e
dio retrospettivo in cui alendronato veniva prostata, in quanto in grado di prevenire
assunto in associazione con SSRI veniva la perdita di BMD in corso di trattamen-
segnalata una associazione significativa to ormonale adiuvante. Per i bisfosfonati
con il rischio di fratture osteoporotiche sono stati utilizzati sia nel maschio che
maggiori. Non vi sono studi sull’effetto in nella donna alendronato, risedronato ed
caso di assunzione concomitante di BPs e ibandronato alle stesse dosi utilizzate nell’
altri farmaci ritenuti potenzialmente fragi- l’osteoporosi postmenopausale per la ri-
lizzanti (40). duzione del rischio di frattura (58, 59).
L’acido zoledronico è stato utilizzato a do-
Blocco ormonale adiuvante saggi mediamente doppi di quelli utilizzati
Il marcato ipoestrogenismo tessutale indotto nell’osteoporosi postmenopausale (4 mg/6
dalla terapia ormonale adiuvante (con inibi- mesi) con effetti sulla BMD simili a quelli
tori delll’aromatasi o tamoxifene+analoghi ottenuti nell’osteoporosi postmenopausale
del LHRH in donne con carcinoma della (60). Mancano per i tutti i bisfosfonati stu-
mammella e dalla deprivazione androgenica di sull’efficacia antifratturativa in questo
indotta da agonisti del GnRH e/o antiandro- setting di pazienti.
geni in maschi con carcinoma della prostata) L’efficacia antifratturativa è stata invece
induce una importante accelerazione della dimostrata direttamente per denosumab
perdita di massa ossea ed aumenta rapida- 60 mg/6 mesi sia nel carcinoma della pro-
mente il rischio fratturativo (50-53). stata a livello vertebrale sia nelle donne
Tra le varie sottopopolazioni di pazienti in postmenopausa in terapia con inibitori
coinvolte (maschi, donne in premenopausa dell’aromatasi, per tutte le fratture clini-
o postmenopausa alla diagnosi) e le diverse che (vertebrali e non vertebrali) (61, 62).
tipologie di blocco ormonale (menopausa Il denosumab alla dose di 60 mg/6 mesi è
indotta da chemioterapia, GNrH associato in grado di ridurre del 50% tutte le fratture
o meno a tamoxifene o inibitori dell’aro- vertebrali e non vertebrali e del 60% circa le
matasi, inibitori dell’aromatasi da oli, bloc- nuove fratture vertebrali. L’effetto antifrat-
co androgenico) vi è una consistente dif- turativo è indipendente dall’età, dalla dura-
ferenza di incremento del turnover osseo e ta della terapia ormonale e dal valore della
quindi di velocità di perdita di massa ossea. BMD. In tutte le altre condizioni (donne in
Le categorie a maggior rischio di osteopo- pre-menopausa in terapia con GnRH ago-
rosi e di frattura da fragilità, sono in ordine nisti, donne in menopausa da chemiotera-
decrescente: donne in premenopausa con pia) si è solo valutata la risposta in termini
menopausa da chemioterapia o trattate con di BMD. Tuttavia l’entità dell’effetto sulla
GnRH agonisti, maschi in blocco androge- BMD nella cancer treatment-induced bone
nico, donne che passano da tamoxifene a loss (CTIBL), ai medesimi dosaggi utiliz-

Reumatismo 1/2016 13
linee guida M. Rossini, S. Adami, F. Bertoldo, et al.

zati nell’osteoporosi postmenopausale o terapia (WWW.AIOM.IT.linee guida


maschile, è stata sovrapponibile lasciando 2015).
supporre un medesimo effetto antifrattura- La durata ottimale del trattamento con bi-
tivo (58). sfosfonati o denosumab nell’osteoporosi
Il momento per iniziare il trattamento per nelle donne con carcinoma della mammel-
prevenire la CTIBL e le fratture ad essa la o maschi con carcinoma della prostata
correlate non è univocamente definito a non è definita. Per le donne con carcinoma
livello internazionale. Nel tempo si è gua- dalla mammella e nel maschio si può ragio-
dagnato un livello sempre più conservativo nevolmente consigliare che vada prosegui-
di livelli di BMD, fino a considerare livelli ta almeno per il periodo di trattamento con
molto vicini alla norma, soprattutto se sono GnRH e /o AI e blocco androgenico. I dati
presenti altri fattori di rischio indipendenti a supporto di tale raccomandazione sono
(58, 59). indiretti (58, 64).
Tuttavia in considerazione dei seguenti fat-
tori:
OSTEOPOROSI
1) la mancanza di una evidenza di una so-
NELL’INSUFFICIENZA RENALE
glia di T-score validata in questo setting
CRONICA E NEL TRAPIANTO
di pazienti (definita solo in expert opi-
D’ORGANO
nion) e in assenza di una definita predit-
tività della BMD sul rischio di frattura Le fratture da fragilità sono tra le più fre-
in questo setting di pazienti; quenti complicanze dell’insufficienza rena-
2) una velocità di perdita particolarmente le cronica (CKD, chronic kidney disease) e
elevata in tutte le forme di osteoporosi nei soggetti sottoposti a trapianto d’organo.
indotta da terapia ormonale adiuvante, Negli ultimi anni, una grande mole di studi
come fattore di rischio indipendente; epidemiologici ha evidenziato come i sog-
3) una elevatissima prevalenza di osteo- getti sottoposti ad emodialisi dimostrano
porosi/fratture e/o altri fattori di rischio una incidenza di fratture di femore almeno
per frattura in pazienti con neoplasia 3 volte superiore rispetto alla popolazione
della mammella e prostata; generale (Livello di Evidenza 1) (65, 66).
4) l’evidenza forte che sia nel maschio È, inoltre, noto che la mortalità per frat-
che nella femmina (in pre- e postmeno- ture di femore in questi soggetti è almeno
pausa) la terapia con inibitori del rias- doppia rispetto alla popolazione generale
sorbimento è più efficace se utilizzata già nel primo anno dopo l’evento frattura-
up-front anzichè dopo una frattura o tivo. Le fratture vertebrali, poi, hanno una
perdita di BMD (60, 63); prevalenza di circa il 50% dei soggetti in
5) l’evidenza che la riduzione del rischio emodialisi periodica (Livello di Evidenza
fratturativo (con denosumab) prescinde 3). Questi dati non sono sorprendenti alla
dai livelli di BMD al momento dell’ini- luce dei molti fattori che concorrono, nella
zio della terapia antiriassorbitiva (61); maggior parte dei soggetti con insufficien-
si ritiene di consigliare l’uso di bisfo- za renale terminale, allo sviluppo dell’oste-
sfonati o denosumab all’inizio della odistrofia renale, condizione che si connota
terapia ormonale adiuvante o all’ini- per le diverse componenti del danno osseo
zio dell’amenorrea indotta da chemio- (Tabella IX) e ben nota per indurre un gra-

Tabella IX - L’osteodistrofia renale: classificazione istologica.


Sottotipi di osteodistrofia renale Turnover osseo Grado di mineralizzazione
Osteite fibrosa Elevato Normale
Osteomalacia Normale Basso
Malattia adinamica dell’osso Basso Normale
Malattia ossea mista Elevato Basso

14 Reumatismo 1/2016
Guidelines for the diagnosis, prevention and management of osteoporosis linee guida

do estremo di fragilità del tessuto osseo. che la valutazione densitometrica, basa-


Per quanto concerne il trapianto d’organo, ta sull’impiego della DXA, possa fornire
i dati epidemiologici sono meno precisi, risultati interpretabili in modo analogo a
a causa del numero relativamente esiguo quelli ottenibili nella popolazione con nor-
di pazienti inclusi negli studi (67, 68). È, male funzione renale solo in soggetti con
comunque, noto che le fratture da fragilità CKD stadio 1-3 e, cioè, fino a che la velo-
hanno una prevalenza stimata che si aggira cità di filtrazione glomerulare (GFR, glo-
intorno al 10-15% dei soggetti in attesa di merular filtration rate) sia ancora pari ad
trapianto d’organo solido (rene, cuore, fe- almeno 30 mL/min (Livello di Evidenza 2).
gato e polmone), a causa degli effetti ne- La ragione di tale rilievo va ricercata nel
gativi che la malattia di base esercita sul fatto che in questi soggetti il tipo di ma-
tessuto osseo (67-69). Dopo il trapianto, lattia ossea è prevalentemente consistente
la percentuale di pazienti con osteoporo- in una forma di osteoporosi assai simile a
si cresce in modo drammatico. La perdita quella riscontrabile in soggetti con normale
di massa ossea è massima nel primo anno funzione renale. In questi pazienti, quindi,
dall’intervento, ma può persistere, sebbe- nel sospetto di una condizione di fragili-
ne ad un ritmo più lento, anche nei periodi tà ossea, una misurazione DXA andrebbe
successivi. Dopo il trapianto, le fratture da sempre eseguita (Raccomandazione di gra-
fragilità dello scheletro appendicolare in- do A). Nei soggetti affetti da CKD stadi 4-5
teressano oltre il 10% dei soggetti nefro- e 5D (e cioè con funzione renale residua
patici, nei quali la prevalenza delle frattu- non superiore a 29 mL/min o in Dialisi), la
re vertebrali si attesta intorno al 50%. Nei misurazione della densità ossea non sem-
portatori di trapianto di fegato, cuore e pol- bra predire in modo adeguato il rischio di
mone, l’incidenza di fratture vertebrali da frattura, né è in grado di distinguere tra le
fragilità è massima nei primi tre anni dopo diverse componenti dell’osteodistrofia re-
la sostituzione d’organo ed interessa circa nale (Tabella IX, Livello di Evidenza 1).
il 30-40% dei pazienti, attestandosi intorno Una densitometria ossea DXA andrebbe,
al 50% nei molti anni successivi (Livello di invece, sempre eseguita in tutti i soggetti
Evidenza 3). Il principale fattore di rischio sottoposti a trapianto d’organo (69) nell’im-
per frattura è costituito dalla terapia immu- mediato postoperatorio e, successivamente,
nosoppressiva e cortisonica in particolare, ogni 18 mesi per i primi tre anni (Racco-
che viene somministrata inizialmente a mandazione di grado B). Un radiogramma
dosi molto elevate e, nella maggioranza dei del rachide per verificare la presenza di
pazienti, per una durata indefinita. Altri ri- fratture dei corpi vertebrali va eseguito ogni
levanti fattori di rischio comuni a tutti i tipi anno almeno per i primi 2-3 anni dal tra-
di trapianto sono l’età, il sesso femminile pianto (Raccomandazione di grado C).
(almeno nel lungo termine). Fattori intrin- La prevenzione delle fratture da fragilità,
seci alla malattia d’organo possono essere in particolare per quanto concerne le frat-
determinanti nello sviluppo della fragilità ture vertebrali, è efficacemente conseguita,
ossea. L’esempio più rappresentativo di con lo stesso grado di efficacia e sicurezza
questa specificità è rappresentato dalla per- che caratterizza la popolazione con norma-
sistenza, anche a lunghissimo termine, di le funzione renale, nei soggetti portatori
forme a volte severe di iperparatiroidismo di CKD stadio 1-3 mediante l’impiego di
secondario che interessa fino al 50% dei alendronato, risedronato, denosumab e te-
soggetti portatori di trapianto renale anche riparatide (Livello di Evidenza 1b, Racco-
quando ben funzionante. mandazione di grado A). Per il denosumab
esistono dati di efficacia su uno sparuto
Raccomandazioni gruppo di soggetti con CKD stadio 4, che
L’impiego della densitometria ossea nella non consentono tuttavia di trarre conclu-
valutazione del rischio di frattura dei pa- sioni definitive. I bisfosfonati ed il teripa-
zienti portatori di CKD o in dialisi non è ratide non sono mai stati adeguatamente
oggi ben standardizzato. Si deve ritenere studiati in soggetti con CKD stadi 4-5 e 5D

Reumatismo 1/2016 15
linee guida M. Rossini, S. Adami, F. Bertoldo, et al.

e sono generalmente controindicati in que- dell’Osso. Negli ultimi anni, tuttavia, è


sti pazienti. emerso come la carenza di 25-OH-vitami-
Per nessun farmaco ci sono sufficienti evi- na D riguardi una quota assai prossima al
denze, prodotte in studi randomizzati, con- 90% dei soggetti con stati avanzati e non
trollati ed in doppio cieco sull’efficacia an- della CKD (Livello di Evidenza 2). Una
ti-fratturativa nell’osteoporosi da trapianto. misurazione dei livelli sierici di questo me-
Alendronato, pamidronato, ibandronato e tabolita è fortemente raccomandata in tutti
zolendronato hanno mostrato di aumentare i soggetti con CKD (Raccomandazione di
la massa ossea, in assenza di eventi avversi grado B).
di rilievo e, in particolare, senza indurre al- Il trattamento con colecalciferolo ed, in
cuna alterazione della funzione renale (Li- genere, vitamina D nativa è in grado di ri-
vello di Evidenza 2). Diversi studi, tuttavia durre in modo consistente e significativo il
condotti su coorti numericamente assai livello di PTH in soggetti con CKD 1-5 e
contenute di pazienti, hanno evidenziato 5D (Livello di Evidenza 4).
una attività di profilassi sulle fratture verte- Analogamente, l’ipovitaminosi D è pre-
brali per ibandronato, pamidronato ed aci- sente in una proporzione assai significativa
do zoledronico, quando somministrati per di pazienti portatori di trapianto d’orga-
via endovenosa, in assenza di significativi no (70), che può superare l’80% di questi
effetti collaterali e, per quanto concerne il (Livello di Evidenza 3). Il trattamento con
trapianto di rene, senza sostanziali varia- colecalciferolo e calcidiolo è fortemente
zioni della funzionalità di quest’organi (Li- raccomandato (Raccomandazione di grado
vello di Evidenza 4). B) con schemi e posologie che si rifanno a
Per quanto concerne il sistema endocri- quelli usualmente adoperati nella popola-
no della vitamina D, è noto come la pro- zione generale (Livello di Evidenza 3).
gressiva compromissione della funzione
renale induca un robusta diminuzione del
metabolito più attivo e, cioè, il calcitriolo e n DIAGNOSI
come questa sia responsabile di molte delle
DIAGNOSI STRUMENTALE
alterazioni metaboliche coinvolte nella pa-
togenesi dell’osteodistrofia renale (Livello Densitometria ossea
di Evidenza 1). In soggetti con CKD sta- La massa ossea in termini di densità sche-
di 4-5 e 5D, con valori di PTH particolar- letrica (BMD) può essere valutata con va-
mente elevati (oltre 5 volte la norma) ed in rie tecniche genericamente definibili come
progressivo aumento, il calcitriolo e suoi densitometria ossea (o mineralometria
analoghi e gli analoghi della vitamina D ossea computerizzata, MOC). L’indagine
(paracalcitolo in particolare) sono in grado densitometrica consente oggi di misurare,
di ridurre i valori di PTH e di modificare in modo abbastanza accurato e preciso, la
favorevolmente le alterazioni del metabo- massa ossea e rimane il miglior predittore
lismo osseo (Livello di Evidenza 1a, Rac- del rischio di fratture osteoporotiche.
comandazione di grado A), fatta eccezio- La refertazione densitometrica (71-73)
ne per i soggetti con Malattia Adinamica di osteoporosi si basa sul confronto fra il

Tabella X - Uso del T-score e dello Z-score nella refertazione densitometrica.


T-score Z-score
In donne in post-menopausa ed uomini In donne prima della menopausa ed in uomini prima dei 50 anni
oltre 50 anni applicare la classificazione
densitometrica della WHO.
Se lo Z-score è di –2 deviazione standard o inferiore la BMD è
definita sotto il range atteso per l’età
Se lo Z-score è superiore a –2 deviazione standard la BMD è
definita entro il range atteso per l’età
WHO, World Health Organization; BMD, bone mineral density.

16 Reumatismo 1/2016
Guidelines for the diagnosis, prevention and management of osteoporosis linee guida

valore di BMD del soggetto esaminato, rosi clinicamente più rilevanti avvengono
espresso in deviazioni standard (DS), ed a livello vertebrale e femorale, i siti più
il valore medio di BMD di giovani adulte frequentemente misurati sono la colonna
sane (picco di massa ossea) (T-score). Il va- lombare ed il femore prossimale. L’accu-
lore di BMD può anche essere espresso in ratezza del risultato densitometrico è dimi-
raffronto al valore medio di soggetti di pari nuita dalla possibile presenza di condizioni
età e sesso (Z-score). interferenti che devono essere considerate
Va ricordato che per l’OMS la soglia per da chi referta o esegue la misurazione. Ad
diagnosticare la presenza di osteoporosi esempio una vertebra fratturata o con ad-
(T-score <-2.5 DS) è applicabile, oggi, sol- densamenti focali post-artrosici va esclusa
tanto ai valori densitometrici ottenuti con dall’analisi densitometrica; per la referta-
tecnica DXA. zione almeno due vertebre lombari devono
I criteri dell’OMS per la diagnosi di osteo- comunque essere valutabili. La valutazio-
porosi non sono applicabili a donne prima ne densitometrica lombare è spesso poco
della menopausa né ad uomini prima dei 50 accurata dopo i 65 anni per l’interferenza
anni (Tabella X). di manifestazioni artrosiche, calcificazioni
extra-scheletriche o fratture vertebrali. Per
Tecniche di valutazione della densità ossea queste ragioni la valutazione densitome-
La DXA è attualmente la tecnica di ele- trica femorale può essere preferibile dopo
zione per la valutazione della massa ossea, questa età.
consentendo la diagnosi di osteoporosi, la
predizione del rischio di frattura ed il mo- Raccomandazioni sui siti di misurazione
nitoraggio. È una tecnica assorbimetrica a della BMD con tecnica DXA
raggi X a doppia energia che consente di Viene raccomandata la misurazione a livel-
valutare, virtualmente per ogni segmento lo centrale del rachide lombare (L1-L4) e
scheletrico, il contenuto minerale osseo del femore prossimale:
(bone mineral content: BMC, g/cm di seg- 1) Rachide lombare:
mento osseo) proiettato su di una superficie - Escludere dall’analisi le vertebre anato-
ottenendo un parametro denominato BMD micamente alterate per fratture, lesioni
(g/cm² di segmento osseo). La BMD è cor- focali, anomalie
relata con il rischio di frattura: per ogni ri- - La vertebra va esclusa anche se il suo T-
duzione di una DS di BMD (circa il 10%) score differisce più di 1.0 dalle vertebre
il rischio di frattura in ogni sito aumenta di adiacenti
1,5-3 volte. In generale la misura di un sito - Almeno 2 vertebre lombari devono es-
stima più accuratamente il rischio di frattu- sere valutabili perché il risultato densi-
ra per quel sito (Tabella XI). tometrico sia ritenuto sufficientemente
Considerando che le fratture da osteopo- accurato

Tabella XI - Capacità predittiva delle metodiche DXA ed ultrasonografiche del rischio di frattura di varie sedi. Il valore esprime l’au-
mento del rischio relativo (con intervallo di confidenza al 95%) per ogni calo del valore di una deviazione standard (T- score).
Siti di misurazione della densità Rischio Relativo di frattura
ossea Avambraccio Femorale Vertebrale Tutte
DXA Radio prossimale 1,8 (1,5-2,1) 2,1 (1,6-2,7) 2,2 (1,7-2,6) 1,5 (1,3-1,6)
DXA Radio distale 1,7 (1,4-2,0) 1,8 (1,4-2,2) 1,7 (1,4-2,1) 1,4 (1,3-1,6)
DXA Femore 1,4 (1,4-1,6) 2,6 (2,0-3,5) 1,8 (1,1-2,7) 1,6 (1,4-1,8)
DXA Lombare 1,5 (1,3-1,8) 1,8 (1,2-2,2) 2,3 (1,9-2,8) 1,5 (1,4-1,7)
DXA Calcagno 1,6 (1,4-1,8) 2,0 (1,5-2,7) 2,4 (1,8-3,2) 1,5 (1,3-1,8)
Ultrasuoni calcagno - 2,2 (1,8-2,7) 1,8 (1,5-2,2) 1,5 (1,4-1,7)
Ultrasuoni falangi - 1,9 (1,5-2,4) 1,6 (1,4-1,9) 1,4 (1,3-1,6)
BMD, bone mineral density; DXA, dual-energy x-ray absorptiometry.

Reumatismo 1/2016 17
linee guida M. Rossini, S. Adami, F. Bertoldo, et al.

2) Femore prossimale: per la diagnosi valu- La tecnica DXA è a tutt’oggi preferita alla
tare la BMD sia del collo che quella femo- QCT vertebrale per precisione, tempi di
rale totale e considerare il valore più basso scansioni più brevi, calibrazione più stabi-
Il valore di T-score più basso tra i 3 siti (ra- le, minore dose di radiazioni e minori co-
chide, femore totale o collo femorale) deve sti. Esiste anche una strumentazione QCT
essere considerato per la classificazione dedicata allo studio di segmenti ossei peri-
densitometrica. La diagnosi di osteoporosi ferici (p-QCT). La p-QCT è una metodica
non può essere fatta solo sulla base della che consente di misurare a livello del radio
refertazione densitometrica; richiede sem- e della tibia oltre alla BMD volumetrica,
pre anche una valutazione clinica. totale e compartimentale, anche alcuni pa-
La misurazione periferica, ad esempio a li- rametri geometrici correlati alla resistenza
vello dell’avambraccio, è riservata a queste dell’osso (spessore corticale, area di sezio-
circostanze: ne, momento di inerzia, etc). La dose di
- Paziente nel quale la valutazione lom- esposizione per ogni misurazione è bassa
bare e/o femorale non è praticabile o (circa 5µSv). C’è sufficiente evidenza sul-
non accurata. la capacità predittiva di rischio solo per
- Paziente gravemente obeso. le fratture femorali nelle donne in post-
- Iperparatiroidismo. menopausa. La pQCT non ha ancora un
Recentemente sono stati sviluppati in ruolo preciso nell’iter diagnostico dell’o-
ambito DXA software che consentono di steoporosi. La high-resolution pQCT (HR-
valutare, oltre alla densitometria, alcuni pQCT) avendo una elevata risoluzione
parametri geometrici correlati alla resisten- spaziale è in grado di valutare con buona
za dell’osso, come l’HSA (hip structure accuratezza alcuni parametri della micro-
analysis) ed il TBS (trabecular bone sco- architettura ossea (spessore trabecolare,
re). Il TBS è un software che applicato al porosità corticale, etc). Tuttavia non c’è
densitometro DXA elabora il grado di diso- ancora sufficiente evidenza sulla sua ca-
mogeneità della scansione densitometrica pacità di migliorare la predittività delle
vertebrale, fornendo informazioni indirette fratture da fragilità ossea ed il suo uso è
sulla microarchitettura trabecolare. Gli stu- attualmente limitato alla ricerca.
di finora pubblicati dimostrano che il TBS
consente di migliorare, rispetto alla misu- Indagine ultrasuonografica
ra della sola BMD, la capacità di predire L’indagine ultrasuonografica (quantitative
il rischio di frattura. Questa applicazione è US, QUS) fornisce due parametri (velocità
stata approvata dalla FDA ma la sua utilità ed attenuazione) che sono indici indiret-
nella pratica clinica non è ancora ben de- ti di massa e integrità strutturale ossea ed
finita. è misurata prevalentemente in due siti, le
falangi ed il calcagno. È dimostrato che i
Tomografica computerizzata quantitativa parametri ultrasonografici sono in grado di
La tomografica computerizzata quanti- predire il rischio di fratture osteoporotiche
tativa (QCT, quantitative computerized (femorali e vertebrali) in maniera non in-
tomography) consente di misurare sia a feriore alla DXA lombare o femorale, sia
livello delle vertebre che a livello femora- nelle donne in post-menopausa che negli
le la BMD volumetrica (g/cm3) sia totale, uomini (Tabella XI). L’ultrasonografia
che compartimentale, essendo in grado di ossea non rappresenta una misura diretta
separare la BMD trabecolare dalla BMD della densità ossea.Risultati discordanti
corticale. Per la QCT c’è sufficiente evi-
denza sulla capacità di predire il rischio
Tabella XII - Eventuale controllo densitometrico
di fratture vertebrali, ma non di quelle fe- non giustificato prima di un anno.
morali, in donne in post-menopausa, ma
DXA vertebrale 18 mesi
non negli uomini. Trattasi inoltre di una
metodica che comporta un’elevata dose DXA femore 18-24 mesi
di esposizione al paziente (circa 100µSv). DXA, dual-energy x-ray absorptiometry.

18 Reumatismo 1/2016
Guidelines for the diagnosis, prevention and management of osteoporosis linee guida

fra valutazione ultrasonografica e DXA dosi, neoplasie maligne, iperparatiroidismi


non sono sorprendenti nè infrequenti e non primitivi e secondari, immobilizzazione
indicano necessariamente un errore, ma, prolungata). Sono comparabili solo le inda-
piuttosto, che i parametri QUS sono pre- gini densitometriche eseguite con lo stesso
dittori indipendenti del rischio di frattura strumento in centri sottoposti a controlli di
essendo influenzati da altre caratteristiche qualità.
del tessuto osseo. Anche per questa ragio- La densitometria della colonna lombare è
ne la QUS non può essere utilizzata per la più sensibile alle modificazioni longitudi-
diagnosi di osteoporosi secondo i criteri nali ed è quindi preferita nel monitoraggio
OMS (T-score <-2.5). Un limite importante della massa ossea, purchè vadano escluse
della QUS è rappresentato dall’eterogenei- eventuali condizioni concomitanti che ne
tà delle apparecchiature che danno valori compromettono la precisione. Le densito-
non sempre correlabili fra loro. La QUS metrie periferiche (a raggi X o a ultrasuoni)
può essere utile quando non è possibile non sono raccomandate per il monitorag-
una valutazione DXA lombare o femora- gio perché per evidenziare variazioni si-
le e può essere raccomandata per indagini gnificative nel singolo paziente richiedono
epidemiologiche e screening di primo li- intervalli di tempo troppo lunghi.
vello, considerandone i costi relativamente
bassi, la facile trasportabilità e l’assenza di Indicazioni per l’indagine densitometrica
radiazioni. Pertanto, nell’impossibilità di L’indagine densitometrica è raccomandata
una valutazione DXA, un basso valore ul- - alle donne oltre i 65 anni e nei maschi
trasonografico, in presenza di altri fattori di oltre i 70 anni di età;
rischio clinici per frattura, può giustificare - a qualsiasi età in presenza di pregres-
un intervento terapeutico, mentre un valore se fratture da fragilità, di riscontro ra-
ultrasonografico elevato, in assenza di fat- diologico di osteoporosi o di fattori di
tori di rischio, indica una bassa probabilità rischio maggiori per osteoporosi (uso
di fratture osteporotiche e quindi l’inutilità di farmaci osteopenizzanti o malattie
di ulteriori indagini. associate ad osteoporosi);
- nella donna in postmenopausa o
Monitoraggio nell’uomo di oltre 60 anni in presenza
La valutazione delle variazioni della mas- di fattori di rischio (menopausa prima
sa ossea nel tempo possono essere utili sia dei 45 anni o periodi di amenorrea pre-
per monitorare l’efficacia di alcune terapie menopausale >6 mesi, inadeguato in-
sia per individuare soggetti che stanno per- troito di calcio o condizioni di rischio
dendo osso ad una velocità eccessiva. La per ipovitaminosi D, periodi prolungati
perdita annua di immobilizzazione, fumo, abuso di al-
di massa ossea nelle donne in postmeno- cool, magrezza, familiarità).
pausa è dello 0,5-2% e la maggior parte
delle terapie incrementano la BMD dell’1- Diagnosi delle fratture vertebrali
6% all’anno. Queste variazioni vanno com- La presenza di una frattura vertebrale non
misurate con il cosiddetto least significant traumatica indica una condizione di fragi-
change (LSC), ovvero con la variazione lità scheletrica, indipendentemente dalla
minima rilevabile dalla tecnica utilizzata BMD, e, se attribuibile ad osteoporosi, è
non attribuibile all’errore della misura. Il una forte indicazione al trattamento farma-
LSC può variare a seconda del sito e tecni- cologico per ridurre il rischio di ulteriori
ca dal 2 al 4% per cui un controllo dell’in- fratture.
dagine è generalmente giustificato solo Poiché la maggior parte delle fratture ver-
dopo 1,5-2 anni (Tabella XII) e comunque tebrali sono di grado lieve ed asintomatiche
mai prima di un anno. L’intervallo di tempo il ricorso alla diagnostica per immagini è il
può essere quindi più breve in determinate solo modo per diagnosticarle.
condizioni fortemente osteopenizzanti (ad La frattura vertebrale viene definita secondo
esempio, terapia cortico-steroidea ad alte il metodo semiquantitativo (SQ) di Genant

Reumatismo 1/2016 19
linee guida M. Rossini, S. Adami, F. Bertoldo, et al.

e per valutare nel follow-up del paziente la


eventuale insorgenza di una nuova frattu-
ra vertebrale. In ogni caso la morfometria
vertebrale non può prescindere da una pre-
cedente analisi qualitativa delle radiografie
per poter escludere cause di deformità di-
verse dall’osteoporosi.
Le immagini del rachide possono esse-
re ottenute con la radiologia tradizionale
o con la tecnica DXA, utilizzando il sof-
tware per la vertebral fracture assessment
(VFA) di cui possono essere dotati i den-
sitometri.
La VFA consente, con una bassa dose di
esposizione per il paziente (50 µSv, circa
1/100 rispetto ad una radiografia tradizio-
nale) l’acquisizione in una singola imma-
gine dell’intero rachide dorsale e lombare
su cui è possibile eseguire, dopo la valu-
tazione SQ, anche la morfometria verte-
brale, cioè la misurazione delle altezze dei
corpi vertebrali. Oggi la tecnologia DXA
Figura 1 - Definizione della frattura vertebrale secondo il metodo può fornire immagini con una sufficiente
semiquantitativo di Genant come una riduzione del 20% di una delle risoluzione per la diagnosi ed il monitorag-
altezze del corpo vertebrale. gio delle fratture vertebrali da osteoporosi
(75-86). Tuttavia la VFA per raggiungere
come una riduzione del 20% di una delle una buona accuratezza diagnostica neces-
altezze del corpo vertebrale (Figura 1) (74). sita di due presupposti: i) densitometri in
Il metodo SQ si basa su una prima fase grado di fornire immagini con buona riso-
di valutazione visiva delle immagini del luzione spaziale (≥2 lp/mm); ii) una ade-
rachide per la diagnosi differenziale delle guata esperienza di chi deve interpretare le
deformità vertebrali e, quindi, sulla grada- immagini, documentata da uno specifico
zione visiva della frattura vertebrale osteo- e certificato training, che consenta di dif-
porotica in lieve, moderata o grave (criteri ferenziare le vere fratture vertebrali dalle
di Genant). La morfometria vertebrale è un deformità vertebrali non fratturative o di
metodo quantitativo per la diagnosi delle altra natura.
fratture vertebrali basato sulla misura delle La VFA deve essere implementata da altre
altezze vertebrali. La morfometria verte- metodiche radiologiche tradizionali o di
brale va applicata alle immagini per valu- seconda istanza (TC/RM) nel sospetto di
tare la gravità della frattura vertebrale in fratture vertebrali non sicuramente attribu-
precedenza diagnosticata con il metodo SQ ibili ad osteoporosi (Tabella XIII).

Tabella XIII - Sensibilità, specificità e livelli di evidenza circa l’impiego clinico delle metodiche di diagno-
stica per immagini delle fratture vertebrali.
Metodo di valutazione Sensibilità Specificità Impiego Follow-up
diagnostico
SQ-Rx +++ +++ A A
SQ-VFA +++ ++- A A
Morfometria Rx +++ +-- B B
Morfometria VFA ++- +-- B B
SQ, semiquantitative; VFA, vertebral fracture assessment.

20 Reumatismo 1/2016
Guidelines for the diagnosis, prevention and management of osteoporosis linee guida

Indicazioni per la diagnostica DIAGNOSI BIOUMORALE


delle fratture vertebrali
Radiografie tradizionali o VFA della colon- Una idonea valutazione è raccomandata so-
na sono indicate: prattutto nei pazienti con forme di osteopo-
- ogni qualvolta ci sia sintomatologia rosi o anche di osteopenia molto superiore
sospetta per frattura vertebrale: dolore a quanto atteso per l’età.
vertebrale intenso, che peggiora con la Il laboratorio è da considerarsi un indi-
stazione eretta, anamnestico o in corso spensabile completamento nella diagnosti-
- anche in assenza di sintomatologia: ca dell’osteoporosi in quanto: i) può con-
1) in tutte le donne >70 anni e uomini sentire la diagnosi differenziale con altre
>80 anni; malattie metaboliche dello scheletro che
2) in tutte le donne tra 65 e 69 anni e possono determinare un quadro clinico o
uomini tra 70 e 79 anni quando T-score densitometrico simile a quello dell’osteo-
<-1,5; porosi; ii) può individuare possibili fattori
causali, consentendo una diagnosi di osteo-
3) in donne in post-menopausa e uomi-
porosi secondaria e quindi, dove possibile,
ni di 50 anni e oltre con specifici fattori
un trattamento etiologico; iii) può orientare
di rischio:
nelle scelte farmacologiche e nel giudicare
• Pregresse fratture da fragilità. l’aderenza alla terapia.
• Riduzione dell’altezza >4 cm rispetto L’osteoporosi può essere espressione di
alla giovane età o >2 cm rispetto all’ul- molte patologie. La normalità dei sempli-
timo controllo. ci esami bioumorali di I livello esclude nel
• Marcata riduzione dei valori densito- 90% dei casi altre malattie o forme di oste-
metrici (T-score <-3). oporosi secondarie (Raccomandazione di
• Terapia con cortisonici equivalente grado A). Talvolta per sospetti clinici mira-
a >5 mg di prednisone al giorno per ti bisogna procedere con indagini di labo-
>3mesi. ratorio di II livello più specifiche (Tabella
• Patologie concomitanti associate di XIV).
per sè ad un aumentato rischio di frat- La scelta delle indagini per individuare for-
ture vertebrali. me secondarie di osteoporosi deve essere
basata sulla loro prevalenza e sulla storia
RM spinale clinica, farmacologica ed esame obiettivo
Il ricorso alla RM nella diagnosi strumen- del malato.
tale delle fratture vertebrali da fragilità Le analisi per escludere cause secondarie
trova indicazione quando le fratture inte- della malattia, dovrebbero essere richieste
ressano più vertebre in quanto consente qualora il valore di densità minerale ossea è
di distinguere, attraverso la presenza di inferiore a quello atteso per l’età (Z-score)
alterazioni del segnale in T2 e STIR do- o qualora non si ottengano adeguati risul-
vuto all’edema osseo, le fratture recenti tati densitometrici nonostante la terapia sia
da quelle vecchie ed individuare quelle stata effettuata adeguatamente in termini di
vertebre, ancora non deformate, ma nelle compliance e persistenza.
quali può essere imminente il cedimento
strutturale. Marker specifici del turnover osseo
I marker specifici del turnover osseo, dosa-
TC spinale bili nel siero e/o nelle urine, si dividono in
Con la TC è possibile studiare nel dettaglio marker specifici di neoformazione (isoen-
la componente ossea della vertebra frattu- zima osseo della fosfatasi alcalina, osteo-
rata, ottenendo informazioni ad esempio calcina, propeptide del procollagene di tipo
sull’eventuale dislocazione di frammenti I) ed in marker di riassorbimento osseo (pi-
ossei nel canale midollare; la TC risul- ridinolina, desossipiridinolina, telopeptidi
ta quindi in alcuni casi un’ utile indagine N o C terminali del collagene di tipo I).
complementare alla RM. Nei soggetti adulti l’aumento dei marker

Reumatismo 1/2016 21
linee guida M. Rossini, S. Adami, F. Bertoldo, et al.

Tabella XIV - Esami di I e II livello. individuo, l’efficacia della terapia anti-ri-


Esami di I livello assorbitiva o anabolizzante.
VES
La utilizzazione dei marker (valutazione del
rischio di fratture e monitoraggio terapeuti-
Emocromo completo
co) sono condizionate dall’ampia variabilità
Protidemia frazionata di dosaggio e biologica, ciò che condiziona
Calcemia il loro impiego nei singoli pazienti. Pertan-
Fosforemia to al momento attuale, i marker di turnover
Fosfatasi alcalina totale osseo non possono essere utilizzati per una
Creatininemia
valutazione clinica routinaria; il loro uso
va riservato a casi selezionati (quali ad es.
Calciuria delle 24 h
elevazione della fosfatasi alcalina totale in
Esami di II livello rapporto a patologie epatiche, valutazione
Calcio ionizzato della persistenza dell’effetto terapeutico
TSH dopo sospensione di bisfosfonati).
Paratormone sierico
25-OH-vitamina D sierica n OSTEOPOROSI NEL MASCHIO
Cortisolemia dopo test di soppressione overnight L’osteoporosi rappresenta un problema di
con 1 mg di desametazone
salute pubblica anche nei maschi. Circa il
Testosterone totale nei maschi 20% di tutte le fratture di femore si verifica
Immunofissazione sierica e/o urinaria nel sesso maschile e l’incidenza di fratture
Anticorpi anti-transglutaminasi (+ Ig totali e con dieta vertebrali è circa la metà rispetto a quelle
libera contenente glutine) nella femmina. Tuttavia mortalità e morbi-
Esami specifici per patologie associate (es.: ferritina lità per frattura vertebrale e di femore sono
e% di saturazione della transferrina, triptasi, ecc.) più elevate rispetto alla femmina (87). L’o-
VES, velocità di eritrosedimentazione; steoporosi maschile è frequentemente se-
TSH, thyroid stimulating hormone. condaria (circa due/terzi nei maschi contro
un/terzo nelle donne) per cui vanno sempre
del turnover scheletrico al di sopra dei va- escluse condizioni patologiche associate
lori di normalità indica un’accelerata per- all’osteoporosi (88). Le cause secondarie
dita di massa ossea o l’esistenza di altre pa- più comuni nel maschio sono ipogonadi-
tologie scheletriche primitive o secondarie smo, alcoolismo, mieloma multiplo, iper-
(come per esempio osteomalacia nutrizio- paratiroidismo, malassorbimento ed uso di
nale, morbo di Paget, localizzazioni sche- corticosteroidi.
letriche di neoplasia). In soggetti maschi con pregresse fratture
In studi di popolazione, particolarmente da fragilità l’indagine densitometrica ser-
nelle donne anziane in postmenopausa, i ve a confermare il dubbio diagnostico di
marker di turnover osseo possono essere osteoporosi. In maschi senza frattura la
utili per stimare il rischio di frattura (Li- misurazione della massa ossea mediante
vello 2), anche indipendentemente dalla tecnica DXA rimane il metodo di scelta
BMD. I marker sono indici complessivi per la definizione di rischio di frattura (Li-
del rimodellamento scheletrico e possono vello 1). Una valutazione mediante DXA
rivelarsi utili nel monitoraggio della tera- della massa ossea è giustificata nei maschi
pia. Vi sono evidenze che indicano l’utilità in qualunque età se in presenza di un fatto-
dell’impiego dei marker di turnover osseo re di rischio maggiore (ad esempio frattura
nel valutare la risposta terapeutica e la da fragilità, uso di corticosteroidi). Viene
aderenza al trattamento. Da questo punto consigliata inoltre in tutti i soggetti tra i 50
di vista, il vantaggio dell’utilizzo dei mar- e i 69 anni in presenza di 2 o più fattori di
ker rispetto a quello della densitometria è rischio minori. I principali fattori di rischio
rappresentato dalla riduzione dei tempi di per frattura del maschio sono sovrapponi-
attesa necessari per valutare, nel singolo bili a quelli riscontrati nel sesso femminile

22 Reumatismo 1/2016
Guidelines for the diagnosis, prevention and management of osteoporosis linee guida

e cioè fratture da fragilità, familiarità per ra secondo il FRAX® a 10 anni di femore


frattura osteoporotica, terapie o patologie >3% o di fratture maggiori >20%.
osteopenizzanti. Secondo le linee guida In Italia per l’osteoporosi maschile idio-
americane (73) e dell’International Society patica e secondaria a corticosteroidi sono
for Clinical Densitometry (71) l’esecuzio- registrati due aminobisfosfonati orali, l’a-
ne della DXA risulta cost-effective sopra i lendronato ed il risedronato, ed uno en-
70 anni (Livello 1). dovena, l’acido zoledronico (Raccoman-
Attualmente i criteri densitometrici per la dazione di grado A). Tra le altre classi di
diagnosi di osteoporosi nel maschio non si farmaci sono indicati denosumab (osteo-
basano su livelli di evidenza pari a quelli porosi idiopatica maschile ed osteoporosi
per la femmina. Per il momento si utilizza iatrogena nel carcinoma della prostata) e
lo stesso cut-off diagnostico delle femmine ranelato di stronzio. Per la forma idiopati-
(Livello 2). (Raccomandazione di grado B). ca maschile è, inoltre, registrato il teripa-
Per l’utilizzo della tecnica ad ultrasuoni ratide (20 mgc sc/die) per le forme di oste-
(QUS) i dati relativi alla popolazione ma- oporosi severa (come definito dalla Nota
schile sono simili a quelli ottenuti nella po- 79) od in presenza di nuove fratture ver-
polazione femminile, ma non sono ancora tebrali o femorali in corso di trattamento
conclusivi (Livello 2). L’utilizzo della QUS con gli altri farmaci in nota 79. I farmaci
per monitorare gli effetti della terapia non è con evidenza di effetto antifratturativo nel
consigliato neppure nei maschi (Livello 3) maschio sono i bisfosfonati (alendronato,
(Tabella XV). risedronato, acido zoledronico) e il teri-
Nei maschi viene consigliata l’esecuzione paratide (38, 89-92). L’alendronato e il
di una radiografia della colonna dorso-lom- risedronato sono in grado di aumentare la
bare per valutare la presenza di cedimenti massa ossea a livello vertebrale e femorale
vertebrali prevalenti nei soggetti sopra i e di ridurre il rischio di fratture vertebrali
50 anni con anamnesi positiva per fratture nell’osteoporosi maschile primitiva ed in
da fragilità, perdita di altezza superiore ai quella indotta da glucocorticoidi (Livel-
4 cm rispetto all’altezza a 20 anni o trat- lo 1). Non vi sono dati sulle fratture non
tamento con glucocorticoidi (recente o in vertebrali (Livello 1). Lo zoledronato ha
corso). Ne viene inoltre suggerita l’esecu- dimostrato di migliorare la massa ossea a
zione nei maschi tra i 70 e 79 anni se T- livello vertebrale e femorale e di ridurre il
score a livello vertebrale o femorale <-1,5 rischio di nuove fratture sia nell’osteopo-
oppure se sopra gli 80 anni con T-score rosi maschile idiopatica che nell’osteopo-
<-1. (livello 2) (71). rosi da glucocorticoidi (Livello 1).
Le linee guida NOF (73) consigliano un Denosumab è in grado di aumentare la
trattamento farmacologico nei soggetti che BMD nei maschi ad alto rischio di frattura
abbiano avuto una frattura vertebrale (sia (93) ed è indicato nel trattamento della per-
clinica che morfometrica) o femorale, nei dita ossea nei soggetti in terapia di depri-
soggetti con osteoporosi alla DXA (T-score vazione androgenica per carcinoma della
<-2,5 a livello vertebrale o femorale) e nei prostata (livello 1).
maschi sopra i 50 anni con rischio di frattu- Il ranelato di stronzio ha dimostrato un

Tabella XV - Livelli di evidenza per la valutazione del rischio di frattura, la diagnosi ed il monitoraggio dell’osteoporosi nel maschio.
Sito/tecnica Rischio frattura Rischio frattura Monitoraggio terapia Raccomandazione
vertebrale non vertebrale impiego diagnostico

BMD Colonna/DXA 1a 1a 1b A
BMD collo femore/DXA 1a 1a 1b A
BMD calcagno DXA 2b 2b ND B
US calcagno 1b 1b 3 B
BMD, bone mineral density; DXA, dual-energy x-ray absorptiometry.

Reumatismo 1/2016 23
linee guida M. Rossini, S. Adami, F. Bertoldo, et al.

incremento della massa ossea nei maschi ne di grado A). In caso di osteoporosi
trattati rispetto a placebo (94). severa come definito dalla nota 79 o in
Il teriparatide è in grado di incrementare presenza di nuove fratture vertebrali o
significativamente la BMD al rachide e femorali dopo 1 anno di terapia con altri
al femore e di ridurre le fratture vertebra- farmaci in nota 79, è indicato trattamen-
li medio-severe (Livello 1) (92). Nell’o- to con teriparatide (raccomandazione di
steoporosi da glucocorticoidi teriparatide grado A).
risulterebbe più efficace alla terapia con
alendronato o risedronato nell’aumentare
n TRATTAMENTO
la BMD e nel ridurre le fratture vertebrali
DELL’OSTEOPOROSI:
(Livello 2) (38).
INTERVENTI NON
Non vi è evidenza di trattamenti che nel
FARMACOLOGICI
maschio riducano il rischio di fratture non
vertebrali. La prevenzione dell’osteoporosi consiste
Il profilo di safety dei farmaci è risultato nelle misure tese ad impedire o rallentare la
sovrapponibile per tipologia di eventi av- comparsa dell’osteoporosi. Per trattamento
versi e per incidenza degli stessi a quello si intendono invece i provvedimenti rivolti
registrato nella popolazione femminile ai soggetti già osteoporotici, con o senza
post-menopausale (livello 1) (95, 96). fratture preesistenti, ad elevato rischio di
Per tutte queste terapie va garantito un’ade- prima o ulteriore frattura. La prevenzione
guato introito di calcio (1000-1200 mg/die) si attua innanzitutto e generalmente me-
e di vitamina D (colecalciferolo 800-1000 diante la correzione dei fattori di rischio.
UI /die). Interventi non farmacologici (dieta, attivi-
tà fisica, adeguato apporto di calcio con la
dieta) o la eliminazione di fattori di rischio
RACCOMANDAZIONI GENERALI
modificabili (fumo, abuso di alcool, rischi
- L’osteoporosi maschile è frequente- ambientali di cadute) possono essere con-
mente secondaria e vanno pertanto sigliati a tutti. I provvedimenti non farma-
escluse le principali forme patologiche cologici di prevenzione e trattamento sono
che possono determinare osteoporosi. sovrapponibili. Una dieta adeguata con
- È raccomandato il controllo della BMD giusto apporto di vitamina D, ma anche
nei maschi con almeno un fattore di ri- equilibrata con corretto apporto di protei-
schio maggiore o con età superiore ai ne, carboidrati e lipidi può essere utile per
50 anni e almeno due fattori di rischio ottimizzare il picco di massa ossea anche in
minori o sopra i 70 anni anche in assen- età giovanile.
za di altri fattori di rischio per frattura
(raccomandazione di grado A).
ALIMENTAZIONE
- Il cut-off diagnostico densitometrico
per la definizione di osteoporosi nel Apporto di calcio
maschio è un livello di T-score <-2,5 L’introito medio giornaliero di calcio nella
DS rispetto al soggetto giovane adulto popolazione italiana risulta insufficiente,
(raccomandazione di grado B). specie in età senile. Questa carenza alimen-
- A supporto di tutte le terapie farmaco- tare può contribuire alla negativizzazione
logiche va garantito un’adeguato introi- del bilancio calcico e a una deleteria condi-
to di calcio e vitamina D. zione di iperparatiroidismo secondario.
- In Italia per l’osteoporosi maschile Il fabbisogno quotidiano di calcio varia a
sono registrati alendronato, risedronato, seconda dell’età e di determinate condizio-
zoledronato, denosumab e ranelato di ni (Tabella XVI) (73).
stronzio (raccomandazione di grado A). È preferibile, ove possibile, correggere il
Nell’osteoporosi maschile da glucocor- ridotto introito di calcio con un approc-
ticoidi sono registrati alendronato, rise- cio alimentare adeguato. Le eventuali
dronato e zoledronato (raccomandazio- dosi consigliabili di supplementi di cal-

24 Reumatismo 1/2016
Guidelines for the diagnosis, prevention and management of osteoporosis linee guida

cio vanno commisurate al grado di caren- a livello cutaneo in seguito all’esposizione


za alimentare (in genere comunque non solare ai raggi UVB, peraltro sempre più
sono opportune dose superiori ai 500- inefficiente con l’avanzare dell’età. Ne
600 mg/die). consegue la frequente necessità di una sup-
La sola supplementazione con calcio si è di- plementazione, specie in età senile. La sup-
mostrata capace di produrre modesti incre- plementazione con vitamina D (colecalci-
menti densitometrici in soggetti con appor- ferolo o ergocalciferolo ovvero D3 o D2), se
to carente ed in menopausa da oltre 5 anni. associata ad un corretto introito di calcio,
Con la somministrazione di solo calcio è negli anziani si è rivelata utile persino in
stata riportata, ma non da tutti, una lieve ri- prevenzione primaria. (Livello 1 A; Racco-
duzione del rischio di fratture, in particola- mandazione grado A) (97, 98).
re negli anziani, ma la documentazione più Gli effetti densitometrici della supple-
convincente di efficacia antifratturativa è mentazione con vitamina D sono comun-
disponibile quando somministrato in asso- que mediamente modesti, proporzionali al
ciazione con vitamina D. L’efficacia di un grado di carenza e documentati prevalen-
adeguato introito di calcio, così come per temente solo in sede femorale. L’effetto
la vitamina D, è proporzionale alla severità anti-fratturativo della vitamina D è mode-
e frequenza della carenze nell’ambito della sto e documentato solo per il femore e per
popolazione trattata. le fratture non vertebrali, ma non per quelle
Va ricordato che il rischio di calcolosi re- vertebrali. L’effetto anti-fratturativo sem-
nale può aumentare con l’assunzione di bra mediato anche dalla riportata riduzione
supplementi di calcio mentre si riduce con del rischio di caduta.
una dieta ricca di calcio. Inoltre, il profi- Un adeguato apporto di calcio e vitami-
lo di sicurezza dei supplementi di calcio è na D rappresenta la premessa ineludibile
stato messo in discussione per un possibile per qualsiasi trattamento farmacologico
incremento del rischio cardio-vascolare. specifico. La carenza di calcio e/o vita-
Si raccomanda pertanto di tentare sempre mina D è la causa più comune di mancata
di garantire un apporto adeguato di cal- risposta alla terapia farmacologia dell’o-
cio con la dieta ricorrendo ai supplemen- steoporosi (99).
ti solo quando ciò non risulti possibile e È stata anche riportata una lieve ma signi-
solo sino al raggiungimento del fabbiso- ficativa riduzione della mortalità con l’uso
gno giornaliero (Livello 2; Raccomanda- negli anziani della supplementazione con
zione grado A). colecalciferolo o D3, ma non vi sono at-
tualmente evidenze certe di benefici extra-
Apporto di vitamina D scheletrici, nonostante vi sia un forte razio-
L’incidenza di ipovitaminosi D è diffusa in nale fisiopatologico.
Italia, specie in età avanzata. Va ricordato L’approccio più fisiologico della supple-
che solo il 20% del fabbisogno di vitamina mentazione con vitamina D è quello gior-
D deriva dall’alimentazione; la componen- naliero; tuttavia ai fini di migliorare l’ade-
te principale deriva dalla sintesi endogena renza al trattamento si ritiene accettabile

Tabella XVI - Il fabbisogno quotidiano di calcio in base dell’età.


Fabbisogno di calcio mg/die
1-5 anni 800
6-10 anni 800-1200
11-24 anni 1200-1500
25-50 anni 1000
In gravidanza o allattamento 1200-1500
Donne in postmenopausa in trattamento estrogenico/Uomini di 50-65 anni 1000
Donne in postmenopausa senza trattamento estrogenico/Uomini di età superiore ai 65 anni 1200

Reumatismo 1/2016 25
linee guida M. Rossini, S. Adami, F. Bertoldo, et al.

il ricorso a dosi equivalenti settimanali o Dosaggio del 25(OH)D


mensili. Qualora si ritenga opportuno ri- Il dosaggio dei livelli sierici della 25(OH)
correre alla somministrazione di dosi ele- D è ritenuto il miglior indicatore laborato-
vate (boli), si raccomanda che questi boli ristico dello stato vitaminico D (nmol/ =
non superino le 100.000 UI, perché per boli ng/mL x 2,5).
superiori si è osservato un aumento degli La Tabella XVII mostra le attuali indica-
indici di riassorbimento osseo (100) e con zioni sul come vadano interpretati i vari
boli pari a 500.000 UI un aumento para- livelli di 25(OH)D (102-104).
dosso delle fratture e delle cadute (101). Le condizioni di rischio per ipovitaminosi
Per ottenere più rapidamente livelli sierici D sono ben note e vi è un’ampio intervallo
adeguati di 25OHD va preferita la D3 ri- terapeutico di sicurezza con la supplemen-
spetto alla D2 ed è preferibile ricorrere alla tazione con vitamina D, grazie ai previsti
via orale, limitando l’utilizzo della via in- meccanismi fisiologici di regolazione del-
tramuscolare ai pazienti con severe sindro- la sua idrossilazione. Pertanto il dosaggio
mi da malassorbimento. del 25(OH)D, dal costo non indifferente,
Sull’impiego alternativo di metaboliti non è sempre giustificato dal punto di vista
idrossilati della vitamina D (calcifedio- economico, specie negli anziani nei quali
lo, 1-a calcidiolo, calcitriolo) mancano a una condizione di ipovitaminosi D è no-
tutt’oggi adeguate valutazioni comparative toriamente diffusa. Non è raccomandata
dosi-equivalenti rispetto alla vitamina D e una valutazione di routine e tantomeno di
documentazioni di efficacia antifratturativa screening dei livelli sierici di 25(OH)D, da
analoghe a quelle disponibili per il colecal- riservarsi ai casi dubbi o con comorbilità a
ciferolo o D3. In particolare con i metabo- rischio per severa ipercalcemia (es. iperpa-
liti 1-idrossilati della vitamina D è elevato ratiroidismo primitivo, granulomatosi). Se
il rischio di ipercalcemia ed ipercalciuria, si usano le dosi usualmente raccomandate
che vanno pertanto esclusi mediante il mo- non è ritenuto indispensabile il dosaggio
nitoraggio periodico del calcio sierico ed del 25(OH)D neppure ai fini del monito-
urinario. L’impiego dei metaboliti idros- raggio; se lo si ritiene opportuno in alcuni
silati della vitamina D trova attualmente casi dubbi questo non va fatto comunque
un’indicazione razionale solo in presenza prima dei 4 mesi, tempo necessario per il
di severa insufficienza epatica (25OHvi- raggiungimento dello steady state sierico
tamina D) o di medio-grave insufficienza del metabolita.
renale, di deficit dell’1- a-idrossilasi, di
Dosi per la supplementazione
grave malassorbimento intestinale o di ipo-
Le dosi di vitamina D da utilizzare dipen-
paratiroidismo (metaboliti 1-idrossilati).
dono se dobbiamo trattare una condizione
Anche in questi casi va tuttavia garantito
carenziale o prevenirla.
comunque un apporto di colecalciferolo o
D3 in considerazione delle sue note attività Trattamento della carenza
autocrine e paracrine e dei suoi potenziali e insufficienza di vitamina D
effetti extrascheletrici. L’obbiettivo della terapia della carenza e
dell’insufficienza di vitamina D è di ripri-
Tabella XVII - Attuali indicazioni sul come vadano interpretati i vari livelli di stinare i depositi ed i normali livelli sie-
25(OH)D. rici di 25(OH)D in tempi brevi. La dose
nmol/L ng/mL Interpretazione
cumulativa da somministrare nel giro di
alcune settimane può variare in funzione
<25 <10 Grave carenza della gravità della carenza e della massa
25-50 10-20 Carenza corporea. Se la condizione di carenza od
50-75 20-30 Insufficienza insufficienza non è stimabile clinicamen-
75-125 30-50 Range ideale te, il dosaggio del 25(OH)D può essere ri-
tenuto un buon indicatore del fabbisogno
125-375 50-150 Possibili effetti indesiderati?
(Tabella XVIII).
>375 >150 Intossicazione Dopo aver acquisito la correzione dello

26 Reumatismo 1/2016
Guidelines for the diagnosis, prevention and management of osteoporosis linee guida

Tabella XVIII - Stima della dose terapeutica e di quella di mantenimento in funzione dello stato carenziale.
Valore basale di 25(OH)D Dose terapeutica cumulativa Dose giornaliera
o presunto stato carenziale di vitamina D di mantenimento
<10 ng/mL o 25 nmol/L 600.000 2000
10-20 ng/mL o 25-50 nmol/L 400.000 1000
20-30 ng/mL o 50-75 nmol/L 100.000 800

stato carenziale deve seguire una dose di Altri nutrienti


mantenimento, per evitare di ritornare nelle L’aumento dell’apporto proteico in sogget-
condizioni di insufficienza o carenza (vedi ti con inadeguato introito riduce il rischio
prevenzione). di fratture del femore in entrambi i sessi
La dose orientativa indicata nella Tabella (Livello 3).
XVIII dovrà essere somministrata in dose Un adeguato apporto proteico è necessa-
refratte nell’arco di 1-2 mesi, ricorrendo a rio per mantenere la funzione del sistema
dosi giornaliere di 5000-7500 UI od equi- muscolo-scheletrico, ma anche per ridurre
valenti settimanali o quindicinali. il rischio di complicanze dopo una frattura
osteoporotica.
Prevenzione dell’insufficienza
di vitamina D
ATTIVITà FISICA
Per prevenzione dell’insufficienza si inten-
de la dose di vitamina D da consigliare a È noto che periodi anche brevi di immobi-
soggetti in cui il deficit vitaminico D sia già lizzazione sono assai deleteri per la massa
stato corretto e la supplementazione sia fi- ossea ed è quindi importante mantenere un
nalizzata a prevenirne la recidiva. Pertanto minimo grado di attività fisica.
una volta corretta la carenza o l’insufficien- Più incerto appare il ruolo di un program-
za ricorrendo a dosi iniziali anche massive, ma di attività fisica sulla prevenzione
è opportuno continuare la somministrazio- dell’osteoporosi.
ni con dosi più moderate ma costanti nel L’impatto di tali programmi appare varia-
tempo, considerando il grado di persistenza re in funzione della frequenza, durata, in-
della condizione clinica a rischio per caren- tensità del programma, dell’età di inizio.
za od insufficienza. Inoltre il suo impatto è specifico per la sede
Nella Tabella XVIII sono elencati dei scheletrica sottoposta a carico.
criteri orientativi. In presenza di preca- Un’attività fisica agonistica esasperata in
rie condizioni nutrizionali, età avanzata, giovani donne può comportare alterazioni
sindromi da malassorbimento intestinale, ormonali e nutrizionali che possono essere
obesità o di somministrazione di alcuni deleterie per l’osso.
farmaci (ad esempio anticonvulsivanti o I tipi di attività fisica sono classificabili
glucocorticoidi) possono essere necessa- fondamentalmente in due categorie:
rie dosi superiori. 1) attività aerobica o d’impatto o compor-
Queste raccomandazioni traggono origine tanti carico (es. jogging, calcio, pallaca-
dalle conoscenze riguardo la prevalenza nestro, pallavolo, baseball, sport con la
della carenza di vitamina D in Italia e dalla racchetta, ginnastica);
nozione che le principali linee guida (103, 2) attività di resistenza o di forza (pesisti-
104), anche se non tutte (102), ritengono ca, body building, nuoto, bicicletta o
che il limite di 30 ng/mL, sia il valore ot- cyclette, uso di strumenti per esercizi
timale da raggiungere. Pertanto una volta statici).
raggiunto il livello desiderato di vitamina Gli studi, per lo più caso-controllo e non
D anche con dosi iniziali massive, è oppor- randomizzati, che hanno valutato gli effet-
tuno continuare la somministrazioni con ti dell’attività fisica sulla densità minerale
dosi costanti nel tempo. ossea vanno distinti a seconda dell’età. In

Reumatismo 1/2016 27
linee guida M. Rossini, S. Adami, F. Bertoldo, et al.

ragazzi prepuberi o in giovani adulti solo na D, esercizi fisici ed educazione sui ri-
gli esercizi che comportano carico schele- schi domestici è altamente raccomandabile
trico risultano efficaci (Livello 2A). Al mo- (Raccomandazione di grado A).
mento non ci sono sufficienti evidenze per
raccomandare tali esercizi né in preven-
PROTETTORI
zione primaria né secondaria. In donne in
postmenopausa l’attività fisica con carico è Una strategia alternativa o meglio integra-
in grado di prevenire l’1% della perdita mi- tiva per ridurre il rischio di frattura è quella
nerale ossea annuale. Il beneficio maggiore di attenuare la forza d’impatto sul segmen-
è stato riportato sulla colonna vertebrale e to scheletrico utilizzando dei protettori.
con gli esercizi d’impatto (Livello 1). L’uso di questi protettori ha dato risultati
Sono disponibili solo studi epidemiologici non univoci per cui per ora il loro impiego
di correlazione tra attività fisica e minor ri- è consigliato solo in casi specifici (altissi-
schio di frattura. mo rischio di caduta).
Incoraggiare una anche modesta attività fi-
sica tra gli anziani può anche contribuire a
n TRATTAMENTO
ridurre il rischio di cadute e quindi di frat-
FARMACOLOGICO
tura. La raccomandazione di svolgere un
minimo di attività fisica (camminare più di
SOGLIA DI INTERVENTO
30 minuti al giorno, magari all’aria aperta),
malgrado l’inadeguatezza della documen- Il trattamento dell’osteoporosi deve essere
tazione di efficacia sulla massa ossea, ap- finalizzato alla riduzione del rischio di frat-
pare condivisibile per l’effetto sul rischio tura. I provvedimenti non farmacologici
di caduta e per quello indiretto sui livelli di (dieta, attività fisica) o la eliminazione di
vitamina D. fattori di rischio modificabili (fumo, igiene
di vita) dovrebbero essere raccomandati a
tutti. Al contrario l’utilizzo di farmaci spe-
INTERVENTI SUL RISCHIO
cifici è condizionato dalla valutazione del
DI CADUTA
rapporto rischio/beneficio. Questo rappor-
Buona parte delle fratture, specie di femo- to può essere facilmente dedotto per gran-
re, sono da collegare a cadute, i cui fatto- di gruppi omogenei di pazienti che hanno
ri di rischio (disabilità motoria, disturbi partecipato a trial clinici, utilizzando para-
dell’equilibrio, patologie neuromuscolari, metri semplici come il number needed to
deficit visivi, patologie cardiovascolari, treat (NNT) o il number needed to harm
cadute anamnestiche, trattamenti farmaco- (NNH): ovvero il numero di pazienti che
logici, deficit cognitivi) sono spesso modi- debbo trattare per prevenire un determina-
ficabili in un contesto di interventi multidi- to evento o rischiare un particolare effetto
sciplinari. collaterale. Il problema risulta più com-
L’attività fisica, in particolare esercizi perso- plesso per il singolo individuo, per cui sino
nalizzati di rinforzo muscolare e di rieduca- ad ora si è fatto ricorso a compromessi e
zione all’equilibrio ed alla deambulazione, semplificazioni ritenute universalmente
hanno mostrato di ridurre negli anziani sia il ragionevoli. Inoltre la definizione di ap-
rischio di cadute (Livello 1A) che di traumi propriatezza di un trattamento comprende
correlati (Livello 2A). Un impatto positivo aspetti legati all’interesse del malato, in
hanno anche test di valutazione individuale termini di bilancio rischi/benefici del trat-
delle condizioni di rischio di caduta associa- tamento, ma anche aspetti sociali, legati
ti a raccomandazioni sulla loro prevenzione ad un corretto impiego delle risorse. Per-
(Livello 2A). Ad esempio il minor uso di tanto la valutazione dell’opportunità di un
psicofarmaci si è associata ad una diminu- trattamento farmacologico è complessa,
zione del rischio di cadute. Una strategia di derivando dal convergere di fattori legati
prevenzione delle cadute in soggetti anziani ai farmaci (evidenze di efficacia, dati di
che includa un adeguato apporto di vitami- safety, credibilità in termini di praticabilità

28 Reumatismo 1/2016
Guidelines for the diagnosis, prevention and management of osteoporosis linee guida

e di prolungata aderenza, costi) ma anche e migliorarne l’accuratezza in Italia ne


ai pazienti (rischio di frattura, comorbilità, è stata ricavata una versione alternativa
ecc.). In particolare un’accurata valutazio- definita derived fracture risk assessment
ne del rischio di frattura del paziente è al- o DeFRA® (disponibile on-line: http://
trettanto importante quanto la scelta di un defra-osteoporosi.it), che fornisce una sti-
trattamento efficace. ma del rischio sostanzialmente analoga al
I valori del T-score della BMD, sono sta- FRAX®sulla base delle sole variabili con-
ti utilizzati dalla OMS per stabilire soglie tinue (età, BMI, BMD), ma più accurata
diagnostiche (presenza di osteoporosi per quando va a valutare altri fattori di rischio
T-score <-2.5) e talora utilizzati anche clinici in maniera più dettagliata (es. sede
come soglia di intervento farmacologico; e numero delle pregresse fratture) e com-
ad esempio: <-2,5 per la National Osteopo- pleta (es. altri farmaci osteopenizzanti, al-
rosis Foundation americana (73). tre comorbilità, BMD vertebrale e non solo
Tuttavia l’utilizzo della soglia diagnostica femorale) (105-107).
ai fini della identificazione della soglia di L’utilizzo del DeFRA® consente di garan-
intervento non appare accettabile. Infat- tire un razionale ed omogeneo approccio
ti il rischio di frattura, espresso solo dal diagnostico e terapeutico dell’osteoporosi,
dato densitometrico, ignora altri importanti adattato in particolare alla realtà italiana e
fattori che concorrono a determinare il ri- ai criteri definiti dall’AIFA per giudicare
schio fratturativo, indipendentemente dalla l’opportunità o meno di un intervento far-
BMD, come l’età, la terapia cortisonica, il macologico. Consente inoltre una stratifi-
fumo, la magrezza, ecc., chiamati in gene- cazione del rischio di frattura che può es-
rale fattori di rischio clinici. sere utilizzata nella scelta del trattamento
Fattori di rischio come la storia di prece- farmacologico più opportuno, insieme ad
denti fratture osteoporotiche o la terapia altri criteri quali la safety (95, 96), il rap-
cortisonica cronica per dosi >5 mg/die, porto costo/efficacia (108), le prospettive
prednisone equivalenti, sono associati ad di aderenza ed il razionale fisiopatologico.
un rischio di frattura così elevato che la de- DeFRA® deve comunque essere conside-
cisione di avviare una terapia farmacologi- rato uno strumento in continuo divenire.
ca può prescindere dai valori densitometri- Infatti sia l’algoritmo che i fattoriali dei
ci. Questo concetto è sempre stato recepito singoli fattori di rischio clinico potran-
dalla Nota AIFA 79, che stabilisce in Italia no essere modificati in itinere sulla base
i criteri per la rimborsabilità dei farmaci. proprio dei dati raccolti con il DeFRA® o
In altre condizioni la stima del rischio e derivanti da nuovi dati o meta-analisi della
quindi della soglia di intervento farmacolo- letteratura scientifica.
gico deve basarsi sia sul valore densitome-
trico che su altri fattori clinici di rischio di
BISFOSFONATI
frattura. La valutazione integrata dei mol-
teplici fattori di rischio, magari tramite un I bisfosfonati sono composti sintetici in
algoritmo matematico, può essere espres- grado di fissarsi elettivamente sulle super-
sa come life-time risk o, più conveniente- fici ossee sottoposte a rimodellamento. In
mente, in 10 year fracture risk (10YFR). queste sedi sono in grado di bloccare l’atti-
Uno degli algoritmi oggi più utilizzati è il vità osteoclastica con un meccanismo d’a-
FRAX®, disponibile on line su: http://www. zione diverso in funzione della presenza o
shef.ac.uk/FRAX/), che presenta tuttavia meno di un gruppo aminico. Tutti i bisfo-
dei limiti intrinseci dovuti soprattutto all’i- sfonati sviluppati sinora per il trattamento
naccuratezza conseguente a variabili solo delle malattie focali scheletriche o dell’o-
dicotomiche come pregressa frattura, alla steoporosi riducono in maniera dose-di-
possibile non considerazione della BMD pendente il turnover osseo con incrementi
ed alla non inclusione di molte comorbilità proporzionali della densità ossea. I bisfo-
e di altre variabili importanti. sfonati sono assorbiti solo per il 0,5-5% dal
Per sopperire ai limiti intrinseci del FRAX® tratto gastro-intestinale.

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linee guida M. Rossini, S. Adami, F. Bertoldo, et al.

I bisfosfonati registrati attualmente in Eu- 2,5 mg/die. A questo dosaggio il farmaco


ropa per il trattamento dell’osteoporosi è efficace nel ridurre solo il rischio di frat-
sono: etidronato, clodronato, alendrona- ture vertebrali. L’ibandronato è stato tutta-
to, risedronato, ibandronato e zoledronato via successivamente commercializzato ad
(72,73). un dosaggio di 150 mg/mese o 3 mg i.v./3
L’etidronato ed il clodronato sono bisfo- mesi, ovvero a dosaggi cumulativo-biodi-
sfonati privi di gruppo aminico e nelle sponibili doppi rispetto a quelli utilizzato
donne in menopausa aumentano la densità negli studi registrativi. Questo dosaggio si
vertebrale e mantengono stabile quella a è rivelato in grado di ridurre il rischio di
livello del collo femorale (livello 1). Il clo- fratture non-vertebrali quando raffrontato a
dronato si è dimostrato efficace nel ridurre 2,5 mg/die/os.
le fratture cliniche alla dose di 800 mg/die Lo zoledronato (5 mg/i.v./anno) è stato re-
per os. Il dosaggio più comunemente uti- gistrato per il trattamento dell’osteoporosi
lizzato in Italia è di 100 mg/settimana per sulla base di uno studio che documenta in
via intramuscolare. Assumendo un assor- maniera chiara un effetto sul rischio di frat-
bimento intestinale del clodronato pari al ture vertebrali, non vertebrali e di femore
2% questo dosaggio sarebbe equivalente a dopo tre anni di trattamento. Lo studio di
quello con comprovata attività anti-frattu- estensione a 9 anni di trattamento dimo-
rativa, anche se mancano studi compara- stra che i valori di massa ossea a livello fe-
tivi fra forma orale e i.m. rispetto agli in- morale restano stabili ma che non vi sono
crementi della BMD ed alla riduzione del differenze significative in termini di BMD,
turnover che confermino tali presupposti marcatori del turnover e incidenza di nuove
farmacocinetici. Il dosaggio utilizzato e fratture rispetto al gruppo che ha interrotto
raccomandato di etidronato è sempre stato il trattamento dopo sei anni (110). In uno
sub-ottimale per evitare difetti di minera- studio ancillare il farmaco si è dimostrato
lizzazione ossea. Etidronato e clodronato in grado di ridurre il rischio di nuove frat-
rappresentano, quindi, farmaci di seconda ture cliniche quando somministrato 2 set-
scelta che hanno trovato utilizzo specie timane dopo una frattura di femore. Con
nella prevenzione primaria per il loro mi- zoledronato è stata anche dimostrata, per la
nor costo. prima volta, una riduzione della mortalità
L’alendronato e il risedronato sono in gra- globale.
do di aumentare la densità ossea vertebrale Alendronato, risedronato e zoledronato
in 3 anni rispettivamente del 10% e 6%. sono stati registrati anche per il tratta-
Entrambi hanno una ampia documenta- mento dell’osteoporosi maschile. In un
zione di efficacia per la prevenzione delle recente studio controllato lo zoledronato
fratture vertebrali e non vertebrali (incluse ha ridotto significativamente il rischio di
quelle di femore) che vengono ridotte di fratture vertebrali morfometriche in un
circa il 40-50% in 3 anni. L’efficacia anti- consistente gruppo di maschi con osteo-
fratturativa è stata dimostrata con la som- porosi primaria con o senza ipogonadismo
ministrazione quotidiana dei due farmaci e associato (111).
può essere traslata alla somministrazione Il neridronato è l’unico bisfosfonato in-
refratta sulla base di una equivalenza del- dicato per il trattamento dell’Osteogenesi
le diverse formulazioni nel determinare Imperfetta. Appare legittimo assimilare
incrementi della densità minerale ossea. all’osteogenesi imperfetta ogni forma di
Di recente si sono rese disponibili in Italia osteoporosi idiopatica ad esordio giovani-
anche formulazioni di Alendronato in solu- le senza dover far ricorso a costosissime e
zione. Dati recenti indicano che l’utilizzo poco accessibili valutazioni genetiche. In
di inibitori di pompa protonica in associa- Italia il neridronato è attualmente indicato
zione a bisfosfonati orali possono ridurne anche per la terapia dell’algodistrofia (sin-
l’efficacia anti-fratturativa (109). drome dolorosa regionale complessa di tipo
L’ibandronato è stato registrato sulla base I) sulla base di dati ottenuti in un recente
di studi condotti utilizzando un dosaggio di trial randomizzato e controllato (112).

30 Reumatismo 1/2016
Guidelines for the diagnosis, prevention and management of osteoporosis linee guida

Profilo di sicurezza dei bisfosfonati ti in trattamento per l’osteoporosi con un


Il profilo di tollerabilità dei bisfosfonati è rischio aumentato in concomitanza ad in-
complessivamente favorevole: terventi sul cavo orale con esposizione del
• Tollerabilità gastro-intestinale: gli ami- tessuto osseo.
no-bisfosfonati (ma non clodronato ed È diffusamente accettato che la miglior
etidronato) quando assunti per os possono misura per gestire l’ONJ è la sua preven-
causare erosioni esofagee anche severe. La zione, che si basa fondamentalmente sul
disponibilità di formulazioni a dosaggio controllo dei fattori di rischio. Nei pazienti
settimanale o mensile ha migliorato la tol- che iniziano terapia con bisfosfonati per
lerabilità gastro-intestinale quando il far- l’osteoporosi non è necessaria una visita
maco venga assunto seguendo le corrette odontoiatrica con eventuale bonifica prima
modalità. dell’inizio. Si dovrà sollecitare a mantene-
• Tollerabilità renale: I bisfosfonati, sia per re la normale routine di igiene orale, co-
via orale sia per via endovenosa non com- mune alla popolazione generale, soprattut-
portano rischi rilevanti per la funzione re- to se l’igiene orale non è soddisfacente. In
nale. Con l’uso endovenoso deve tuttavia caso di necessità di interventi odontoiatrici
essere garantita una adeguata idratazione e invasivi si potrà eventualmente procrasti-
devono essere rispettate le dosi e i tempi di nare l’inizio della terapia alla risoluzione
infusione raccomandati. Se indicati, il loro del problema odontoiatrico o in alterna-
impiego è possibile anche in condizioni di tiva, gli opportuni interventi si potranno
funzione renale moderatamente compro- eseguire entro i primi 6 mesi dall’inizio
messa, eventualmente aggiustando i dosag- della terapia.
gi. L’uso dello zoledronato per via endo- Per soggetti in trattamento con bisfosfo-
venosa è tuttavia controindicato in pazienti nati per osteoporosi da meno di tre anni e
con filtrato glomerulare inferiore a 35 ml/ senza fattori di rischio individuali (diabe-
minuto (113). te, immunosoppressione, steroidi, fumo,
• Reazione di fase acuta: La somministra- alcol) il rischio di ONJ per procedure in-
zione di amino-bisfosfonati i.v. (ma an- vasive risulta estremamente basso e non
che di bisfosfonati orali a dosi elevate) si si richiedono attenzioni o procedure par-
può associare ad un quadro clinico simil- ticolari. In base ai dati epidemiologici non
influenzale della durata di 1-3 giorni e pare giustificato il rifiuto dell’odontoiatra
caratterizzato da febbre e dolori muscolo- di sottoporre il paziente in terapia con bi-
scheletrici diffusi. Questi episodi sono più sfosfonati a trattamenti odontoiatrici an-
frequenti e severi dopo la prima sommini- che invasivi (estrazioni), oppure di consi-
strazione del farmaco. Nei rari casi in cui la derarlo quale alternativa all’assunzione dei
sindrome è molto più accentuata e protratta bisfosfonati, in assenza di altre condizioni
può essere consigliabile per 2-3 giorni una di rischio documentate. In qualche caso il
terapia steroidea. mancato trattamento potrebbe essere esso
• Osteonecrosi dei mascellari/mandibola: stesso fattore di rischio per ONJ.
la terapia con bisfosfonati per malattie ma- Per soggetti che sono in trattamento pro-
ligne (metastasi ossee, ipercalcemia mali- lungato con bisfosfonati da oltre 3 anni
gna, ecc) a dosi decine di volte superiori a (con compliance >80%) si suggerisce di
quelle utilizzate per la terapia dell’osteo- mantenere una regolare igiene orale pro-
porosi, si associa ad un aumentato rischio fessionale, con le modalità consigliate per
(sino al 1%) di sviluppo di una sindrome la popolazione generale. Se è necessario
definita osteonecrosi delle ossa del cavo un intervento chirurgico a livello del cavo
orale (osteonecrosis of the jaw: ONJ). In orale (estrazione) molte linee guida sug-
realtà è stato successivamente osservato geriscono la sospensione del bisfosfonati
trattarsi di una osteomielite quasi sempre per un periodo di tre mesi e la ripresa del
legata ad una infezione da Actinomiceti. farmaco alla guarigione del ferita chirur-
Questo effetto collaterale dei bisfosfonati gica. Non vi è nessuna evidenza che ciò
si verifica molto più raramente in pazien- riduca realmente il rischio di ONJ vista

Reumatismo 1/2016 31
linee guida M. Rossini, S. Adami, F. Bertoldo, et al.

la persistenza dell’effetto farmacologico za di raccomandazione basata sul consenso


dei bisfosfonati. Per lo stesso motivo pe- di esperti.
raltro, la sospensione del bisfosfonato per • Fratture atipiche sub-trocanteriche: in
un tempo relativamente breve (uno/due pazienti in trattamento da anni con bisfo-
mesi) verosimilmente non compromette sfonati (così come in pazienti mai esposti
l’efficacia della terapia per l’osteoporosi. all’uso di bisfosfonati) è stata segnalata la
Recentemente alcuni autori propongono la comparsa di fratture atipiche (trasversa-
sospensione del farmaco successivamente li) sub-trocanteriche femorali. Si tratta di
all’estrazione fino alla guarigione mucosa fratture da insufficienza (stress fractures)
del sito estrattivo. Sospensioni prolungate la cui diagnosi richiede la soddisfazione
andrebbero concordate tra odontoiatra e di precisi criteri classificativi (115). L’in-
prescrittore del bisfosfonato. cidenza di queste fratture è molto bassa (da
In caso di intervento odontoiatrico inva- 3,2 a 50 casi per 100.000 persone-anno)
sivo (estrazione), soprattutto se sono pre- ma chiaramente collegata alla durata del-
senti fattori di rischio individuali (diabete, la terapia. Sulla base dei dati disponibili
immunosopressione, steroidi, fumo, alcol) e data la rarità di questi eventi, il rapporto
è consigliata un’ adeguata profilassi anti- rischio/beneficio nell’uso del bisfosfonati
biotica (amoxicillina eventualmente com- nella prevenzione delle fratture da fragi-
binata a metronidalzolo da iniziarsi qual- lità è chiaramente a favore del beneficio.
che giorno prima (da 5 a 2) e da protrarsi Al fine di minimizzare il rischio di frattura
per almeno 10-15 giorni dopo l’intervento, subtrocanterica nel pazienti sottoposti a te-
fino alla guarigione della mucosa gengi- rapia con bisfosfonati può essere utile: i)
vale. La profilassi antibiotica andrebbe considerare dei periodi di vacanza terapeu-
abbinata a chirurgia estrattiva che preveda tica previa attenta valutazione del rapporto
la chiusura primaria del sito dove l’estra- rischio beneficio; e ii) correggere e monito-
zione è avvenuta con la mobilizzazione di rare altri fattori di rischio per frattura atipi-
lembi mucoperiostei. Non vi è controin- ca (uso cronico di corticosteroidi, ipovita-
dicazione ad eseguire impianti in corso di minosi D, uso cronico di inibitori di pompa
terapia con BF. In letteratura sono riportati protonica, presenza di malattie scheletriche
solo 12 casi di ONJ associate all’implan- diverse dall’osteoporosi).
tologia con una stima di rischio di perdita Per una disamina in dettaglio del profilo di
dell’impianto dello 0,88%. sicurezza dei Bisfosfonati si rimanda al po-
Tuttavia una possibile complicanza dell’im- sition paper della SIOMMMS pubblicato
plantologia in sé è la perimplantite che può di recente (95) e disponibile sul sito della
incrementare il rischio di ONJ in corso di Società (www.siommms.it)
terapia con bisfosfonati. Va pertanto ri-
chiesta al paziente un’indispensabile ade- Durata della terapia
sione ad uno stretto programma di igiene La durata ottimale del trattamento con bi-
orale. Il Ministero della Salute ha emesso sfosfonati dell’osteoporosi non è stata an-
delle raccomandazioni per la prevenzione cora stabilita. Gli effetti densitometrici e
di ONJ limitate al paziente oncologico. È sul turnover osseo di zoledronato ed alen-
stato recentemente prodotto un documento dronato si prolungano per alcuni mesi alla
riguardante l’ONJ associata all’uso dei BF sospensione del trattamento. La necessità
sia in oncologia che nell’OP sotto l’egida di un trattamento continuativo deve essere
della Società di Chirurgia Maxillo-facciale rivalutata periodicamente in ogni singolo
e Patologia e Medicina Orale (SICMF e paziente in funzione dei benefici e rischi
SIPMO) (114). potenziali della terapia, in particolare dopo
Va sottolineato come molte delle racco- 5 o più anni d’uso. Appare raccomandabile
mandazioni derivate dalla letteratura inter- una sospensione del trattamento di 12-24
nazionale e presenti in molte linee guida mesi in pazienti in terapia con bisfosfonati
abbiano un relativamente basso livello di da più di 5 anni a basso rischio di frattura.
evidenza, ma una relativamente elevata for- È consigliabile invece la prosecuzione sino

32 Reumatismo 1/2016
Guidelines for the diagnosis, prevention and management of osteoporosis linee guida

a 10 anni (durata massima del trattamento terapia), femore (–40% dopo 3 anni di tera-
sino ad ora indagata) in pazienti ad elevato pia) e per siti non-vertebrali (–20% dopo 3
rischio di frattura, come quelli con T-score anni di terapia). Denosumab ha inoltre evi-
al femore <-2,5 oppure con pregresse frat- denze di efficacia nel trattamento di maschi
ture vertebrali e T-score al femore inferio- ad elevato rischio di frattura, di donne con
re a -2. cancro della mammella in terapia con ini-
bitori dell’aromatasi ed in maschi in blocco
androgenico per carcinoma della prostata.
DENOSUMAB
Nelle forme più severe di osteoporosi è sta-
Denosumab è un anticorpo monoclona- to documentato un ulteriore beneficio den-
le umanizzato in grado di neutralizzare il sitometrico in caso di associazione del de-
RANKL, una citochina che, interagendo nosumab con teriparatide o di sequenzialità
con il recettore RANK sulla membrana denosumab-teriparatide e non viceversa.
di pre-osteoclasti e osteoclasti maturi, ne Gli studi clinici non hanno evidenziato
condiziona reclutamento, maturazione e effetti collaterali rilevanti (95, 96). Il trat-
sopravvivenza. La sua somministrazione tamento può prevedibilmente provoca-
sotto-cute comporta l’abbattimento quasi re ipocalcemia e per questo è necessario
completo prima del riassorbimento osseo correggere prima eventuali condizioni a
osteoclastico e poi della attività neofor- rischio. Negli studi di estensione post-regi-
mativa. Si tratta quindi di un anti-riasor- strativa sono stati osservati rari casi di oste-
bitivo come i bisfosfonati. Le differenze onecrosi mandibolo-mascellari (ONJ). Ciò
più rilevanti rispetto a questi ultimi sono: ha indotto a far risalire la patogenesi della
i) l’effetto che cessa immediatamente alla ONJ alla riduzione del turnover osseo. Per
scomparsa dal circolo del farmaco; pertan- la stessa ragione l’uso del denosumab è
to qualora il trattamento venga sospeso ed stato associato anche a seppur rari casi di
il paziente si trovi ancora in condizioni di fratture femorali atipiche (vedi bisfosfona-
elevato rischio di frattura, per evitare una ti). Nel corso degli studi clinici è emerso
possibile rapida ripresa della perdita ossea un trend per una maggior incidenza di infe-
si deve valutare l’opportunità di avviare un zioni specie a carico della cute. Ciò è stato
trattamento alternativo; ii) l’azione unifor- ritenuto non cruciale da EMA e FDA, an-
me su tutte le strutture scheletriche a pre- che se ha giustificato l’imposizione di uno
scindere dal turnover osseo, che si traduce specifico programma di farmacovigilanza.
in una maggior attività farmacologica a
carico dell’osso corticale; per questo gli
TERIPARATIDE
incrementi densitometrici sono superiori
a quelli osservati con i più potenti bisfo- La somministrazione sotto-cute quotidiana
sfonati, specie a carico delle strutture ossee di ormone paratiroideo ed in particolare
corticali; iii) la terapia cronica si associa ad del suo frammento attivo 1-34 (teripara-
un continuo incremento densitometrico, a tide) stimola sia la neoformazione che ii
differenza di quanto avviene con altri anti- riassorbimento osseo, con un effetto pre-
riassorbitivi con i quali dopo 3-4 anni di te- valente sulla neoformazione (finestra ana-
rapia si assiste ad un plateau, in particolare bolica) che è evidente soprattutto nei primi
a livello delle strutture corticali. 12 mesi di trattamento. Gli incrementi os-
Gli studi registrativi sono stati condotti uti- servati sui valori di BMD sono nettamente
lizzando 60 mg di denosumab sotto-cute superiori a quelli ottenuti con i bisfosfonati
ogni 6 mesi (72, 73). Questa dose garan- solo sull’osso trabecolare, con un aumento
tisce la soppressione quasi totale del tur- della BMD vertebrale che a 18 mesi sfiora
nover osseo, anche se dopo 2-4 anni esso il 10%. Tuttavia il trattamento con teripara-
tende a rinormalizzarsi in prossimità del tide determina anche un miglioramento di
sesto mese. In donne in post-menopausa alcune caratteristiche geometriche dell’os-
l’efficacia anti-fratturativa è stata docu- so corticale correlate alla resistenza alle
mentata per vertebre (–68% dopo 3 anni di fratture.

Reumatismo 1/2016 33
linee guida M. Rossini, S. Adami, F. Bertoldo, et al.

Il teriparatide si è dimostrato in grado di con osteoporosi postmenopausale. La com-


ridurre (dopo un trattamento di 21 mesi) ponenete attiva del farmaco è rappresenta-
le fratture vertebrali del 65% e le non ver- ta dallo stronzio che si adsorbe in maniera
tebrali del 53% (72, 73). Alla sospensione labile ai cristalli di idrossiapatite dell’os-
del trattamento si assiste ad un rapido calo so. Il meccanismo d’azione del ranelato
densitometrico che rende pertanto consi- di stronzio è legato all’interazione con il
gliabile l’avvio al più presto di una terapia calcium sensing receptor (CaSR), con la
alternativa (antiriassorbitiva). Diversi studi partecipazione del sistema OPG-RANKL.
hanno valutato la combinazione del teripa- Il ranelato di stronzio è stato valutato in
ratide con altri trattamenti ed la momento due trials clinici della durata di 5 anni, con
gli effetti densitometrici maggiori sono analisi principale a 3 anni, che hanno coin-
stati ottenuti quando il teriparatide è stato volto più di 7000 donne (72, 73). I risultati
combinato in associazione a zoledronato a 3 anni hanno dimostrato che il farmaco ha
o denosumab. Si ritiene che questo tipo di ridotto rispettivamente del 41%, del 16%
associazione possa essere presa in consi- e del 36% il rischio di fratture vertebrali,
derazione in quei pazienti ad elevatissimo non-vertebrali e di femore (in un sotto-
rischio quali quelli con fratture vertebrali gruppo ad alto rischio). I risultati a 5 anni
multiple e di femore. Il farmaco è appro- hanno confermato i risultati osservati nei
vato anche per il trattamento dell’osteo- primi tre anni. Il farmaco incrementa mo-
porosi steroidea sulla base di uno studio destamente i marker di neoformazione os-
che ne ha dimostrato la maggiore efficacia sea (ca. 15%) e riduce nel contempo quelli
anche in confronto ad un trattamento con di riassorbimento osseo (10-15%). Gli in-
alendronato, sia in termini densitometrici crementi densitometrici osservabili in cor-
che di fratture cliniche. Per l’elevato costo so di terapia sono legati per circa il 50% al
il trattamento è riservato alla prevenzio- maggior peso dello stronzio. Recentemente
ne secondaria in pazienti affetti da severa è stata dimostrata una correlazione diretta
osteoporosi ad elevato rischio di frattura o tra BMD e riduzione del rischio di frattura
non-responsivi ai farmaci anti-riassorbitivi. vertebrale e dell’anca.
La terapia si associa frequentemente a di- La terapia con ranelato di stronzio provoca
sturbi di minor entità (nausea, crampi agli una modesta alterazione dell’alvo e si asso-
arti inferiori) e ad aumentata incidenza di cia ad un lieve aumento del rischio trombo-
ipercalcemia, peraltro solitamente asinto- embolico, in particolare in pazienti anziani:
matica (95, 96). Secondo scheda tecnica il il farmaco è controindicato in pazienti con
trattamento non deve superare i 24 mesi e tromboembolismo venoso (TEV) in corso
non può essere ripetuto nell’arco della vita. o pregresso, in caso di immobilizzazione
Questa limitazione pone ovvii problemi temporanea o permanente e va rivalutata la
di gestione. Ad esempio, un paziente, che necessità di continuare il trattamento in pa-
dopo un breve periodo avesse sospeso il zienti di oltre 80 anni e a rischio di TEV. Il
trattamento per ragioni non connesse alla trattamento con ranelato di stronzio è stato
tollerabilità del farmaco, non potrebbe più associato anche ad un aumento del rischio
essere trattato per il resto della sua vita? di infarto del miocardio (rischio relativo ri-
Queste linee guida ritengono che la norma spetto al placebo di 1,6 [95% CI = (1,07;
della scheda tecnica si riferisca alla durata 2,38)] (95, 96). È pertanto controindicato
complessiva di 24 mesi di trattamento col in pazienti con cardiopatia ischemica, ma-
farmaco alla dose di una somministrazione lattia arteriosa periferica e/o malattia cere-
giornaliera. brovascolare, accertata, in atto o pregressa,
o ipertensione non controllata. Sono stati
segnalati rarissimi casi di gravi reazioni al-
RANELATO DI STRONZIO
lergiche cutanee, talora associate a sintomi
La terapia con ranelato di stronzio è effi- sistemici potenzialmente fatali (DRESS,
cace per ridurre il rischio di fratture verte- drug rash with eosinophilia and systemic
brali, non vertebrali e di femore in donne symptoms; sindrome di Stevens-Johnson;

34 Reumatismo 1/2016
Guidelines for the diagnosis, prevention and management of osteoporosis linee guida

necrolisi epidermica tossica): in tali casi il osseo ed epatico e antagonistici a livello di


farmaco va immediatamente sospeso e mai mammella ed apparato genito-urinario.
più ripreso (EMA/185175/2012). L’uso di I SERM attualmente approvati in Italia per
ranelato di stronzio è stato comprensibil- la prevenzione ed il trattamento dell’oste-
mente ristretto al trattamento dell’osteo- oporosi sono il raloxifene ed il bazedoxi-
porosi severa nelle donne in postmenopau- fene.
sa o negli uomini adulti ad alto rischio di Il raloxifene previene la perdita ossea dei
fratture, per i quali il trattamento con altri primi anni dopo la menopausa e determina
medicinali approvati per la terapia dell’o- un incremento del 2-3% della densità ossea
steoporosi non sia possibile. in donne con osteoporosi.
L’efficacia antifratturativa del raloxifene
è stata valutata in un solo studio di gran-
TERAPIA ORMONALE
di dimensioni (MORE). Il raloxifene alla
SOSTITUTIVA
dose di 60 mg/die ha ridotto dopo 3 anni,
La somministrazione di estrogeni, soli o l’incidenza di nuove fratture vertebrali
in combinazione con progestinici (terapia (ma non di quelle non-vertebrali) sia nelle
ormonale sostitutiva o TOS) o il tibolone donne con fratture vertebrali preesistenti
sono in grado di aumentare la massa ossea. (30%) sia in quelle senza precedenti frattu-
Lo studio WHI ha dimostrato che la terapia re (50%). Nel corso dello studio MORE si
con estrogeni coniugati riduce il rischio di è osservata anche una riduzione significati-
ogni tipo di frattura osteoporotica. va dell’incidenza di carcinoma della mam-
L’effetto positivo sulle fratture, a cui si mella invasivo (72, 73).
aggiunge la riduzione del rischio di car- Il raloxifene non migliora i fenomeni vaso-
cinoma colon-rettale, è controbilanciato motori postmenopausali e può addirittura
dall’aumentato rischio di carcinoma della accentuarne l’incidenza.
mammella, ictus, cardiopatia ischemica ed Gli effetti collaterali più comuni sono
eventi trombo-embombolici, con un rap- rappresentati da aumento dei fenomeni
porto rischio/beneficio sfavorevole specie vasomotori e crampi agli arti inferiori. Il
per trattamenti di lunga durata e dove sussi- raloxifene, al pari della TOS, si associa ad
sta la necessità della terapia combinata con aumentato rischio di eventi tromboembo-
progestinico (donne non-isterectomizzate) lici, per cui non è consigliabile in pazien-
(72, 73). Per questi dati la terapia estroge- ti che hanno già avuto o sono a rischio di
nica o estro-progestinica non ha più l’in- trombosi venosa (95, 96).
dicazione per la terapia o la prevenzione Il bazedoxifene, SERM di terza generazio-
dell’osteoporosi. Per donne sofferenti di ne, si è dimostrato in grado di prevenire la
sindrome climaterica, soprattutto se ancora perdita di massa ossea alla dose di 20 mg/
entro i 50-55 anni di età, la somministra- die in donne normali o osteopeniche. In
zione temporanea (uno-tre anni) di estro- donne con osteoporosi, il rischio di frat-
geni o di estro-progestinici (a seconda che ture vertebrali è risultato ridotto in manie-
siano isterectomizzate o meno), può essere ra statisticamente significativa in misura
considerata in qualche modo fisiologica del 42%. Il prolungamento dello studio a
e quindi ancora proponibile, anche per la cinque anni, ha dimostrato la persistenza
prevenzione dell’osteoporosi. dell’effetto sulle fratture vertebrali (riduzio-
ne del rischio del 32%). La valutazione post
hoc in pazienti ad alto rischio ha permesso
MODULATORI SELETTIVI
di dimostrare una significativa riduzione del
DEL RECETTORE ESTROGENICO
rischio di fratture non vertebrali sia a tre che
(SERMs)
a cinque anni (72, 73).
I modulatori selettivi del recettore estroge- Inoltre, il bazedoxifene ha mostrato un
nico (SERMs) sono composti sintetici in maggior effetto antiestrogenico a livello
grado di legarsi al recettore per gli estro- uterino in assenza di significativi effetti col-
geni e produrre effetti agonistici a livello laterali (95, 96).

Reumatismo 1/2016 35
linee guida M. Rossini, S. Adami, F. Bertoldo, et al.

Una nuova strategia di modulazione del Il dolore nella frattura vertebrale, di soli-
recettore estrogenico chiamata tissue se- to, inizia ad attenuarsi dopo 1-3 settimane
lective estrogen complex (TSEC) combina e scompare del tutto dopo alcuni mesi. In
la terapia estrogenica (estrogeni equini co- diversi casi, tuttavia, il dolore può protrarsi
niugati) con bazedoxifene. I dati dei trial per mesi in rapporto alla gravità e alla sede
clinici indicano che questa associazione della vertebra fratturata, che ne condizio-
porta ad un miglioramento dei sintomi cli- nano l’evoluzione o la persistenza di insta-
materici e della massa ossea e non causa bilità (evoluzione pseudoartrosica).
eventi avversi a livello uterino e mammario L’iniezione di cemento per via trans pedun-
(116-120). Tuttavia gli effetti antifrattura- colare all’interno del corpo vertebrale frat-
tivi e cardiovascolari di questa combina- turato può accompagnarsi ad immediata
zione non sono stati ancora adeguatamente risoluzione della sintomatologia dolorosa.
indagati. Le metodiche attualmente proponibili per
stabilizzare o ridurre-stabilizzare le frat-
ture vertebrali sono la vertebroplastica, in
NUOVE PROSPETTIVE
cui il cemento viene iniettato ad alta pres-
TERAPEUTICHE
sione con maggior rischio di fuoriuscita e
La catepsina K è un enzima chiave dell’at- di embolia polmonare, e la cifoplastica,
tività osteoclastica e rappresenta pertanto in cui il cemento viene introdotto a bassa
un potenziale bersaglio terapeutico. L’o- pressione con minor rischio di fuoriusci-
danacatib, un inibitore selettivo della ca- ta e che consente anche teoricamente di
tepsina K, ha mostrato di essere in grado ridurre la deformità mediante l’introdu-
di ridurre del 50% il riassorbimento osseo zione di un palloncino che viene succes-
senza peraltro compromettere in manie- sivamente gonfiato all’interno del corpo
ra rilevante la neoformazione ossea, de- vertebrale.
terminando così significativi incrementi La vertebroplastica o la cifoplastica pos-
della BMD e una riduzione delle fratture sono essere raccomandati solo per pazienti
osteoporotiche. con un dolore intrattabile da settimane, vi-
L’inibizione farmacologica della sclero- sti i rischi connessi alle procedure ed agli
stina, noto inibitore fisiologico del siste- incerti benefici nel lungo termine. Entram-
ma Wnt essenziale per la neoformazione, be le metodiche sono da proporre in pre-
rappresenta un altro potenziale nuovo ap- senza di fratture vertebrali che persistono
proccio nel trattamento dell’osteoporosi. In dolorose a distanza di settimane, mentre la
effetti in esperienze preliminari la sommi- cifoplastica è eventualmente da proporre
nistrazione di anticorpi monoclonali neu- qualora si ritenga credibile ripristinare la
tralizzanti la sclerostina sembra in grado morfologia del corpo vertebrale fratturato
di determinare in tempi brevi significativi allorché vi sia il rischio ad esempio che la
incrementi della BMD e della resistenza riduzione dello spazio toracico compro-
dell’osso. metta le capacità vitali del paziente o che
gli scompensi biomeccanici favoriscano un
effetto domino. Il ricorso a tali procedure
VERTEBROPLASTICA
è, ovviamente, improponibile nei pazienti
O CIFOPLASTICA
pauci o asintomatici.
Le fratture vertebrali si manifestano spesso È comunque indispensabile che a tutti i
con dolore improvviso e rapidamente in- pazienti con fratture vertebrali da fragilità
gravescente, non in relazione a traumi effi- trattate con vertebro e/o cifoplastica venga
cienti, dapprima continuo, avvertito anche prescritto un idoneo trattamento farmaco-
a riposo, e successivamente al carico. logico al fine di evitare che la presenza di
Il trattamento della frattura vertebrale in cemento all’interno del corpo vertebrale,
acuto prevede misure conservative quali in condizioni di fragilità ossea sistemica,
riposo, busti o corsetti, analgesici minori e esponga le vertebre adiacenti ad un mag-
maggiori. gior rischio di frattura.

36 Reumatismo 1/2016
Guidelines for the diagnosis, prevention and management of osteoporosis linee guida

n TABELLE SINOTTICHE OSTEOPOROSI MASCHILE


TERAPIA FARMACOLOGICA La terapia farmacologica per l’osteoporosi
maschile è descritta nella Tabella XXI.
OSTEOPOROSI
POSTMENOPAUSALE
OSTEOPOROSI CORTISONICA
La terapia farmacologica per l’osteoporosi
postmenopausale è descritta nelle Tabelle La terapia farmacologica per l’osteoporosi
XIX e XX. cortisonica è descritta nella Tabella XXII.

Tabella XIX - Livelli di evidenza.


Obiettivo terapeutico
Bisfosfonati
BMD Fx -vert Fx- non vert Fx- Femorali
Alendronato 1 1 1 1
Clodronato 800 mg/die/os 1 1 1 -
Etidronato 1 1 - -
Ibandronato 1 1 1* -
Risedronato 1 1 1 1
Zoledronato 1 1 1 1
BMD, bone mineral density. *Evidenza derivata da studi post hoc o da meta-analisi (vedi testo).

Tabella XX - Livelli di evidenza.


Obiettivo terapeutico
Altre terapie
BMD Fx -vert Fx- non vert Fx- Femorali
Teriparatide 1 1 1 -
PTH 1-84 1 1 - -
Stronzio ranelato 1* 1 1 1°
Terapia ormonale sostitutiva# 1 1 1 1
Raloxifene 1 1 - -
Bazedoxifene 1 1 - -
Denosumab 1 1 1 1
BMD, bone mineral density; PTH, parathyroid hormone. *Influenzata dal maggior peso molecolare dello
stronzio; °evidenza derivata da studi post hoc (vedi testo); #per i suoi effetti collaterali non è più indicata
per la terapia dell’osteoporosi.

Tabella XXI - Livelli di evidenza.


Obiettivo terapeutico
Intervento farmacologico
BMD Fx -vert Fx- non vert Fx- Femorali
Alendronato 1 2 - -
Risedronato 1 2 - -
Zoledronato 1 1 2 2
Teriparatide 1 1 - -
Stronzio ranelato 1 - - -
Denosumab 1 1 - -
BMD, bone mineral density.

Reumatismo 1/2016 37
linee guida M. Rossini, S. Adami, F. Bertoldo, et al.

Tabella XXII - Livelli di evidenza.


Obiettivo terapeutico
Intervento farmacologico
BMD Fx -vert Fx- non vert Fx- Femorali
Alendronato 1 1* - -
Risedronato 1 1*° - -
Clodronato 1#
2 #
- -
Teriparatide 1 1 - -
Zoledronato 1§ - - -
Denosumab 2# - - -
*Non primary end-point; °emerge solo da meta-analisi di 2 trials; #studio randomizzato non in cieco,
monocentrico, a 100 mg i.m./settimana; non ha indicazione specifica in scheda tecnica; §produce incre-
menti densitometrici superiori al risedronato in uno studio testa a testa.

RIASSUNTO
L’osteoporosi rappresenta un importante problema sociale. Le Società Scientifiche di diverse Nazioni hanno
prodotto Linee guida per la diagnosi ed il trattamento di questa condizione, cercando di adottare specifici stru-
menti di valutazione del rischio di frattura nella popolazione. La Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabo-
lismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro (SIOMMMS) ha recentemente aggiornato le precedenti Linee
guida per la diagnosi, la valutazione del rischio di frattura, la prevenzione e la gestione delle forme primitive e
secondarie di osteoporosi. Le Linee guida sono state innanzitutto stese da uno specifico gruppo di lavoro e poi
approvate dal Consiglio Direttivo della SIOMMMS. Successivamente è stata ottenuta l’approvazione anche da
altre grandi Società Scientifiche che si occupano di malattie metaboliche dell’osso. Queste raccomandazioni
sono basate sulla revisione sistematica delle maggiori evidenze disponibili e su valutazioni di costo/efficacia
nella real life. Dove le evidenze sono ridotte, le raccomandazioni si sono basate sull’esperienza e sulle opinioni
di esperti e sulle indicazioni derivanti dalla buona pratica clinica. La prevenzione dell’osteoporosi dovrebbe in-
nanzitutto basarsi sull’eliminazione degli specifici fattori di rischio. L’uso di farmaci registrati per il trattamento
dell’osteoporosi va raccomandato quando i benefici superano i rischi e questo si verifica solo quando il rischio
di frattura è abbastanza alto in considerazione di fattori suscettibili di effetto farmacologico. DeFRA (algoritmo
di valutazione del rischio derivato dal FRAX®) è riconosciuto essere un utile strumento di facile valutazione del
rischio di frattura nel lungo termine. Alcune forme secondarie di osteoporosi richiedono una specifica gestione
diagnostica e terapeutica.
Parole chiave: Linee guida; fattori di rischio; fratture; dual-energy x-ray absorptiometry; osteoporosi.
Key words: Guidelines; risk factors; fractures; dual-energy x-ray absorptiometry; osteoporosis.

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