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(COME FARE RICERCA QUALITATIVA, ieee. ‘Teeniche di ricerca quantitativa Teich Corer Vestas Inchiesta sociale ‘Campionarenti casual Rappresentatvita Variabili misurabili Verilica delle ipocesi Esperimento Stimolo sperimentale Misurazione precisa Gruppo di controllo. non esposto allo stimolo Statistiche uficiali Analisi di dati raccolt Ampie collezioni precedentemente dati Osservazione serutturata Ostervazioni registrate Autendibilita delle con l'ausilio di griglie osservazioni| predefinite Analisi del contenuto Uso di categorie predefinite Attend per contesgiare il contenuto delle misure dei prodotti dei mass media Fonte: adattto da Bryan, 1988, p. 1: relazione tra due o pid variabili. I sociologi si sono interessati a lungo della mobilita sociale ~il passaggioattraverso differenti posizioni souls, Ii alfinterno della societa, sia nell’arco di una vita (intra-generazionale) sia attraverso le generazioni (inter-generazionale). I dati GSS possono essere usati per calcolare il secondo tipo di mobilita, come mostra ia TAB. 13. Nella TAB, 1.3 ci viene mostrata la relazione trail lavoro dei padti e gual de il. Tn queso caso, Yoccupazione del padre & a ghar indipendente perché viene trattata come la possibile causa del avo: figlio (la variabile dipendente). f a ‘La TAB. 1.3 sembra mostrare una relazione forte (o correlazione) tra le ‘oceupazioni dei padri e quelle dei figli. Per esempio, nel gruppo dei padri con occupazioni non manuali, il 63.4% dei figli era a sua volta impegnato in lavori non manuali. Poiché il campione di oltre mille per- sone era stato reclutato casualmente, possiamo ritenere che questa cor- relazione, entro limiti specificabili, & improbabile che sia dovuta al caso. ‘Tuttavia i ricercatori quanttativi sono riluttanti a passare da affer- ‘mazioni di correlazione ad affermazioni di causalita, Pet esempio, sia le a2 1. CHE COS'E LA RICERCA QUALITATIVA? — james Tnerocio trail tipo di lavoro dellintervstato quello del padre Lasoo del pade Non manuale ‘Manuale Non manuale 65.4% wa oe Manuale 36.6% 76% Fonte: aatato da Procter 1993, 296 occupazioni dei padri sia quelle det fili possono associarsi con un'altra variable (come la ricchezza ereditata) che sta dietro 'apparente legame tea le occupazioni di padti e figl. A causa di una variable antecedente di questo tipo, non possiamo affermare con cettezza che l’occupazione del padre & una causa significatva dell’occupazione del fglio. In realta, poiché questa variabile antecedente fa in modo che le altre due vatino insieme, P'associazione tra l'occupazione dei padri e dei figli &fuorvian- teo spuria, Sulla stessa linea Procter (1993, pp. 248-9) avanza l'osservazione che sembra esserci una marcata correlazione tra il prezzo del rum alle Barbados il lvello degli stipendi dei sacerdoti metodist; cio’ in ogni anno preso in considerazione, entrambi salgono 0 scendono insieme, ‘Ma non possiamo saltare alla conclusione che cid significhi che i distil- latori di rum finanzino la Chiesa metodista. Come indica Procter, sia il prezzo del rum sia gli stipendi dei sacerdoti possono semplicemente rispondere a pressioni inflazionistiche. Quindi la correlazione é spuria. ‘Osservando le TABB, 12 € 1.3 potreste essere stati colpiti dall'ampio uso fatto nella ricerca sociale quantitativa dello stesso linguaggio che potreste aver appreso, per esempio, in fisica, chimica 0 biologia. La ticerca quantitativa&[...] un genere che utiliza un linguaggio speciale [1 [simile] ai modi in cui gli scienziti parlano di come analizzare ordine natura- le — variabili, controll, misurazione, esperimento (Bryman, 1988, p. 12), Questo talvolta ha portato i critici a sostenere che la ricerca quantitati- va ignori le differenze tra il mondo naturale e quello sociale, non riuscendo a comprendere i significati che vengono conferiti alla vita sociale, Questa accusa spesso compare trai ctitici che etichettano la ricerca quantitativa come posiivista (cfr. Filmer et al., 1972), Sfortunatamente positivismo @ un termine molto ingannevole ed (COME PARE RICERCA QUALITATIVA ‘emotivo, Non solo é difficile da definire, ma ci sono pochissimi ricerea- tori quantitativi che lo accetterebbero (cfr. Marsh, 1982, cap. 3); peraltro Ja maggior parte di essi affermerebbe che non intende elaborare una scienza fatta di leggi (come la fisica), ma mira semplicemente a produr- re un insieme di generalizzazioni cumulate basate sullindagine critica dei dati, e quindi una scienza come & stata sopra definita. A questo livello molte differenze apparent tra ricerca qualitativa e quantitativa dovrebbero scomparire ~ sebbene alcuni ricercatori quali- tativi continuino a insistere che essi non vogliono avere nulla a che fare seppur con una versione circoscritta di scienza (cfr. Phillips, 1973). Ne consegue che, quando confrontiamo i due tipi di ricerca, la cosa prinei- pale che dovremmo cercare é la differente enfasi tra scuole, che a loro volta contengono molte differenze interne. 1a Citiche alla ricerea quantitativa Lricercatori qualitativi spesso sostengono che il basarsi su metodi pura- ‘mente quantitativi porti a trascurare la costruzione sociale e culturale delle variabili che la ricerca quamtitativa cerca di correlare. Gli atteggia- ‘menti, pet esempio, non risiedono semplicemente all'interno delle teste delle persone e indagarli richiede tutta una serie di assunti analitici (Kirk, Miller, 1986). Golui che fa ricerca con il questionario © pone delle domande non sbaglia a farlo. Anti il ricercatore o la ricercatrice sbaglia se dimentica di iconoscere la base teorica su cui & significativo compiere misurazioni di tali entita ed effet. tuarleattraverso le domande di un sondaggio (iv, p. 13). Secondo i suoi critici molta ricerca quantitativa comporta uso di un insieme di procedure ad hoc per definite, enumerare e analizzare le variabili (Blumer, 1956; Cicourel, 1964; Silverman, 1975). Sulla base di questa critica i ricereatori qualitativi hanno preferito descrivere come, nella vita quotidiana, noi concretamente definiamo, enumeriamo ¢ ana. lizziamo. Limplicazione & che i ricercatori quantitativi inconsapevol- ‘mente utilizeano i metodi della vita quotidiana, anche se essi rivendica. no Vobiettvita scientifica (Cicourel, 1964; Garfinkel, 1967). Proviamo a rendete concreta questa critica con Paiuto di un esem- pio. Pit di venti anni fa due sociologi americani, Peter Blau e Richard Schoenherr (1971), svolsero uno studio su numerose grandi organizza- zioni. Lo studio @ interessante per il nostro scopo perché si basa espli- citamente su una critica ai metodi qualitativi. Secondo la prospettiva di 1. CHE COS'E LA RICERCA QUALITATIVAE questi autori, negli anni sessanta troppa ricerca aveva utilizzato metodi qualitativi per descrivere aspetti informali dell’organizzazione — pet cesempio come gli impiegati percepiscono la loro organizzazione agi scano secondo queste percezioni piuttosto che secondo il regolamento dell'organizzazione, Essi suggerirono che i tempi erano maturi per un riequilibrio occorreva concentrarsi sull’organizzazione formale, per esempio st come venganio definiti ufticialmente i lavori o su quanti livelli esistano nella gerarchia dellorganizzazione. Tali caratteristiche possono quindi ‘essere viste come variabil esi possono produrre correlazioni statistiche che sono a un tempo attendibili e valide. ‘Ma vediamo come una logica quantitativa di questo tipo, chiara- mente semplice, funziona nella pratica. Blau e Schoenherr utiizzarono come dati gli organigrammi aziendal in cui sono rappresentate le gerar- chie e le funzioni di ogni lavoro. Purtroppo — dal loro punto di vista — come rivela uno dei primi capitoli, questi organigrammi sono spesso ambigui c la loro struttura varia da un’organizzazione all’altra. Di con- seguenza risultd necessatio discutere il loro significato attraverso inter- viste con “testimoni privilegiai” di ogni organizzazione. Utilizaando queste informazioni Blau e Schoenherr costruirono misure standardiz~ zate dei vati aspetti della strurtura organizzativa, come la gerarchia o la specficitd di ogni attivitd. Il risultato di tutto questo fu un insieme di correlazioni statistiche che mostravano convincentemente la relazione tra le variabili che Blau e Schoenherr avevano costruito, ‘Malauguratamente, vista I'indeterminatezza dei dati di cui dispone- vano, gli autori si impegnarono in una serie di decisioni, ragionevoli ma indubbiamente ad boc al fine di standardizzare i diversi modi con cui le persone parlavano della loro organizzazione. Per esempio decisero di integrare in un'unica categoria i due livelli di “impicgato” che appati- vano in un organigramma della gerarchia di una organizzazione fra le tante che avevano analizzato. La decisione segui una logica statistica che richiedeva misure chiara ‘mente definite, attendibili. Ma la decisione dei ricercatori 2 inconsape- vvolmente legata alle modalita con le quali i membri di una data orga- nizzazione usano concretamente questo organigramma e a come e quan do si riferiscono ad esso. In realta Blau e Schoenherr si astengono dal- Yesaminare questo tipo di attivita poiché decidono di mantenersi a un livello puramente strutturalee di tralasciare il comportamento informa- 4e, Questo significa che la loro stessa interpretazione del significato delle correlazioni statistiche cosi ottenute, se da un lato risulta senza dubbio statisticamente rigorosa, dall'altro risulta altrettanto ad hoc, Quello che qui abbiamo é un bel caso del “mettere il carro davanti COME FARE RICERCA QUALITATIVA TABELLA Ts Alcune critche alla ricerca quanttativa 1. La ricerca quantitativa equivale a un “mordi e fuggi”, che implica un contatto scarso 0 nullo con le persone o con il campo 2 Le corrlazon’ statistiche si basano su sariabl che, sspeto al contesto delle intcrazion’ situate, sono definite arbitrariamente 3. Latriflessione a fatto compiuto sul significato delle correlazioni pud comport ze /uso proprio di quei process di ragionamento di senso comune che la scien: za vortebbe evitare (Cicourel, 1964, pp. 421) 4 Laicerea di fenomeni misurabili pub comportare che valori non rilevati sins ‘uno nella ricerca semplicemente sotto concettialtamente problematicie inaf- fidabili come “delinguenza” o “inteligenza” 5. Se da uns parte @ importante verificare le ipotesi, dall'altra una logica pur mente statistica pud rendere la costruzione delle ipotesi una questione banal, incapace di generare ipotesi a parire dai dat (cfr. Glaser, Strauss, 1967) ai buoi”. Blau e Schoenherr adottano una logica puramente statistica con Vobiettivo preciso di sostituire le cognizioni di senso comune con spiegazioni scientifiche. Tuttavia, contrariamente alle loro stesse inten- zioni, essi si appoggiano inevitabilmente sulla conoscenza di senso comune, tanto nella definizione delle variabili quanto nell'interpreta zione delle correlazioni. Cost il desiderio quantitativo di stable defi- nizioni operative all'inizio della ricerca pud divenire un processo arbi- trario che distoglie 'attenzione dalle procedure quotidiane di costru- zione di senso da parte delle persone nell’ambiente specifico. Di con- seguenza i dati fort sulla struttura sociale che i ricercatori quantitativi pretendono di ottenere possono rivelarsi in un miraggio (cfr. anche Cicourel, 1964) ‘Questo breve (non casuale!) esempio dovrebbe permettervi di com- prendere il tipo di critiche che viene spesso rivolto alla ricerca pura- mente quantitativa, Poiché lo spazio a disposizione & poco, la TAB. 1.4 cerca di riassumere queste critiche. Notate che la TAB. 1.4 contiene semplicemente alcune critiche mosse una certa ricerca quantitativa, Inoltre, poiché i ricercatori quantitativi di rado sono “ottusi”, molti di loro gia affrontano seriamente questi argomenti e cercano di risolverli. Ad esempio gli epidemiologi, che stu- diano le statistiche ulficiali sulle malattie, e i criminologi sono ben con- sapevoli del carattere problematico di cid che viene rubricato sotto 6 1. CHE COS'E LA RICERCA QUALITATIVAY causa di morte” o “reato criminale” (cfr. Hindess, 1973). Allo stesso modo i ricercatori quantitativi preparati sono ben consci dei problemi che comporta interpretare le correlazioni statistiche tenendo conto di quello che le variabili considerate significhino per gli intervistati (cfr. Marsh, 1982, cap. 5). ‘Alla luce di questa trattazione concludo questo paragrafo osservan- do che insistere sul fatto che una ricerca realmente utile dovrebbe segui- re una logica puramente quantitativa, esclude lo studio di molti feno- meni interessanti, relativi a cid che le persone realmente fanno nella loro vita quotidiana, nelle case, negli uffci o in altri luoghi pubblicie priva- ti. Ma come mostra il paragrafo successivo, una visione equilibrata dovrebbe accettare sia i punti di forza che i limiti della ricerca quanti- tative. 13 Vari tipi di ricerca qualitativa Iricercatori qualitativi suggeriscono che non bisogna considerare le tec- niche utilizzate nella ricerca quantitativa come I’unico metro per valuta- re la validita dei risultati provenienti dalla ricerca qualitativa o sul ‘campo. Questo significa che un certo numero di pratiche che hanno avuto origine negli studi quantitativi possono essere inappropriate per la ricerca qualitativa. Tra queste gli assunti che la ricerca nelle scienze sociali pud essere valida solo se si basa su dati sperimentali, statistiche ufficial oil campionamento casuale delle popolazioni, e che i dati quan- tificabili sono i soli fatti sociali validi o generalizzabili I critici della ricerca quantitativa sostengono che questi assunti hanno una quantiti di difetti (eft. Cicourel, 1964; Denzin, 1970; Schwartz, Jacobs, 1979; Hammersley, Atkinson, 1983; Gubrium, 1988). Essi sottolineano che gli esperimenti, le statistiche ufficiali e i dati delle inchieste possono essere semplicemente inadattirispetto ad alcuni com- piti delle scienze sociali. Per esempio tali tecniche escludono losserv zione del comportamento nelle situazioni quotidiane. Quindi la quanti- ficazione pud talvolta risultare utile, nel senso che pud rivelare ma anche celare i processi sociali di base. Considerate il problema della quantificazione degli atteggiamenti nelle inchieste. Abbiamo forse atteggiamenti coerenti riguardo ogni argomento proposto dalle domande del ricercatore? E gli “atteggia- menti”, come si relazionano con quello che facciamo realmente — con le nostre pratiche? Oppure pensate alle statistiche ufficiali sulle cause di ‘morte e confrontatele con gli studi su come il personale degli ospedali (Sudnow, 19688), i patologi e li operatori statistci (Prior, 987) si occu- (COME FARE RICERCA QUALITATIVA ‘ABELLA Le preferenze dei ricercatori qualitativi 1. Una preferenza peri dati qualitaivi parolee di immagini piuttosto che intesi semplicemente come analisi di 2. Una prefetenza peri dati che si manifestano naturalmente ~l'osservazione invece dellesperimento, interviste non strutturate anziché strutturate 5. Una preferenza per i significat al posto dei comportementi- con l'biettivo «di documentare il mondo dal punto di vista delle persone studiate» (Hammersley, 1992, p. 163) 4 Un rifiuto # considerare le scienze naturali come modello| Una preferenza per la ricerca induttiva, offentata a generate ipotesi piuttosto che a verficarle (cfr. Glaser, Stauss, 1967) Fonte: aartato da Hammersley 1992, pp. 16072 pano della morte (cf il CAP. 6). Si noti che Pobiettivo nom @ quello di affermare che questo tipo di statistiche possano essere distorte. Si vuole invece suggerire che ci sono arce della realta sociale che questo genere di statistiche non @ in grado di misurare. Le tecniche utilizzate dai ricercatori qualitativi esemplificano una credenza comune che queste possano fornire una conoscenza dei feno- ‘meni sociali pit approfondita rispetto a cid che si otterrebbe da dati puramente quantitativi, Tuttavia come i ricercatori quantitativi respin- gono l'accusa di essere tutti positivisti (Marsh, 1982), cosi non esiste nemmeno una dottrina condivisa sottostante a tutta la ricerca qualitati- va. Infatti ci sono molti “ismi” sottostant le teeniche qualitative - pet ‘esempio |'interazionismo, il femminismo, il postmodernismo ¢ l’etno- ‘metodologia (cfe. il CaP. 6). Nonostante questa diversita i ricercatori qualitativi condividono, secondo Hammersley (1992), un insieme di preferenze, esposte nella TAB. 1. Sfortunatamente, come Hammersley stesso riconosce, questa sem- plice lista € una generalizzazione ampia ed eccessiva. Per esempio, con- siderando solo il punto s della TAB. 1.5, la ricerca qualitativa appatireb- be un po’ singolare se, dopo oltre cento anni di storia, non avesse anco- ra un'ipotesi da verificare! ‘Tuttavia se riteniamo la lista della TAB. 1. una ragionevole approssi- mazione delle principali caratteristiche della ricerca qualitativa, possia- 1, CHE COs'E LA RICERCA QUALITATIVA? ‘mo cominciare a vedere perché essa possa essere criticata. Come & stato notato, in un mondo dove i numeri parlano e le persone impiega- no il termine scienza bard, una mancanza di verifica delle ipotesi, abbi- rata a un riffuto delle tecniche delle scienze natural, sicuramente espo- ne i ricercatori qualitativi a molte critiche. ‘Naturalmente a loro volta molti scienziati rifiutano i sogni pitt azzar- dati del positivismo, come ad esempio la ricerca di legai attraverso espe- rimenti di laboratorio come “regola” della buona scienza. Ma rimane ‘ancora una domanda preoccupante: perché dovremmo credere a cid che dicono i ricercatori qualitativi Come possono dimostrare che le loro descrizioni sono accurate e che le loro spiegazioni non fanno acqua? Mi ‘occuperd ora di questi problemi. 14 Critiche alla ricerca qualitative In molti testi di metodologia orientati quantitativamente, la ricerca qua- litatva viene spesso trattata come un metodo minore. Come tale, si sug- gerisce di prenderla in considerazione solo allinizio di uno studio 0 nella fase “esplorativa”. Vista da questa prospettiva, la ricerca qualitati- va pud essere impiegata per familiarizzarci con un ambiente prima di cominciare il campionamento e il conteggio serio. ‘Questo punto di vista viene espresso nel brano seguente, preso da un vecchio testo. Notate come gli autori si riferiscano a dati nom quantifi cati~ insinuando che i dati quantitativi costituiscano la normalita: Lindagine di dati non quantificati pud risultare di particolare aiuto se fatta periodicamente nel corso di uno studio invece che posticipata alla fine della- nals statstica. Frequentemente un singolo evento notato da un osservatore attento, contiene la chiave per comprendere un fenomeno. Se lo scienziato sociale dviene consapevole di questa implicazione in un momento in cui pud ancora accrescere il suo materiale o sfruttareulteriormente i dati che ha git rac- colto, eli pud articchire considerevolmente la qualita delle sue conclusioni (Saltz eta, 1964, p. 435) [corsivo mio) Nonostante questi autori vedano “di buon occhio” Vimpiego di dati non quantificati, essi assumono che l'analisi statstiea sia la pietra angolare della ricerca. La stessa attenzione si ritrova, un quarto di secolo pitt tardi, in un altro testo principalmente quantitati Larricerea sul campo consiste essenzialmente nell'immergersi in un [...] insie- ‘me di eventi naturali al fine di ottenere una conoscenza di prima mano della situazione (Singleton et a, 1988, p. 1). COME FARE RICERCA QUALITATIVA Notate I'enfasi sullimmersione e il suo implicito contrasto con la ricer- ca successiva, pit focalizata, Questa viene sottolineata in una successi- va identificazione proposta dagli autori della ricerca qualitativa o sul campo con l'«esplorazione» e la «desctizione» (ivi, p. 296) e nel loro consenso all’uso della ricerca sul campo «quando si conosca relativa mente poco del soggetto sotto indagine» (ivi, pp. 298-9) Queste riserve hanno un fondamento poiché la ricerca qualitativa 8, per definizione, pitt forte sulle narrative descrittive che sulle tabelle sta. tistiche. Sorge allora il problema di come un ricercatore qualitativo categorizzi gli event o le attivita descritte. Talvolta questo aspetto & conosciuto come il problema dell’attendibili- 12, Lattendibilita siiferisce al grado di cocrenza con cui gli eventi sono assegnati alla stessa cate soria da osservatori diversi o dallo stesso osservatore in differenti occasioni (Hammersley, 1996, p. 67) La questione della coerenza nasce dal fatto che per mancanza di spazio molti studi qualitativ forniscono ai lettori poco pit che brevi e convin- centi estratti dei loro dati. Come nota Bryman (1988, p. 77) a proposito di un tipico studio osservativo: Je note etnografiche 0 le trascrizioni estese sono disponibili solo di rado; potrebbero invece risultare di grande aiuto nel permeitere al lettoreo alla let trice di formulare idee propre sulla prospettiva delle persone studiate. Inoltre anche quando le attiviti delle persone sono registrate e trascrit- te, lattendibilita del!'interpretazione delle trascrizioni pud essere grave- mente carente se ci si dimentica di registrare le sovrapposizioni ¢ le Pause, aspetti apparentemente insignificanti ma spesso cruciali. Per esempio in uno studio recente sui consulti medici ci si occupava di sta- bilire se i pazienti malati di cancro avessero compreso che le loro con- dizioni erano senza speranza. Quando i ricercatori ascoltarono i nastri di alcuni colloqui ospedalieri rilevanti, talvolta essi erano convinti che non ci fossero prove che i pazienti avessero capito (dalle affermazioni spesso caute del dottore riguardo alla lorv prognosi) che la loro situa ione era disperata. Ma quando i nastri furono ritrascritti ci si accorse che i pazienti utilizeavano piccole espressioni (come “si” o pit spesso “mm”) per segnalare che stavano cogliendo il messaggio del dottore. Allo stesso modo i dottori monitoravano i silenzi dei pazienti e di con- seguenza riformulavano le loro affermazioni riguardo la prognosi (cfr. Clavarino et a, 1995). 1. CHE COS'E LA RICERCA QUALITATIVA? ‘Aleuni-ricercatori qualitativi sostengono che le preoccupazioni per YPattendiilita delle osservazioni sorge solo all'interno della tradizione di ricerca quantitativa, Poiché la cosiddetta posizione “positivista” non wede differenze tra il mondo naturale e sociale, solo questo genere di “positivisti” ha bisogno di misure attendibili della vita sociale Viceversa, si sostiene, se si tratta la realta sociale come sempre in dive- nite, allora non ha senso preoccuparsi del fatto se i nostri strumenti di ricerca misurino accuratamente (cfr. Marshall, Rossman, 1989). ‘Una posizione simile escluderebbe una ricerca di tipo sistematico poiché implica che non si possano considerare stabili le proprieti nel mondo sociale. Ma se concediamo la possibilita dell'esistenza di queste proprieti, perché un’altra ricerca non dovrebbe riprodutle? | ricercatori qualitativi non possono continuare a trascurare il problema del attendibilita, Mentre la ricerca sul campo avra sempre il suo punto forte nella ccapacita di rendere evidente la validita dele proposizioni, i suo risultati saran- tno destinati a essere (ragioncvolmente) ignorati se non si presta attenzione allattendibilita, Per calcolate V’attendibilita, spetta al ricercatore o alla ricerca- trice documentare le proprie procedure (Kirk, Miller, 1986, p. 72). Una seconda critica alla ricerca qualitativa si riferisce alla fondatezza delle spiegazione che offre. Questo problema @ anche conosciuto come iIproblema dell'aneddotismo, che si manifesta nella modalititipica dei rapporti di ricerca di richiamare pochi esempi efficaci di alcuni feno- ‘meni, senza tentare di analizzare dati pitt ambigui (o addirittura con- traddittori) (Silverman, 19892). Nala sicerca qulitativa esste una tendenza verso un approccio aneddotico che ‘usa i dati in funzione delle conclusion o delle spiegezioni Brevi conversazioni, pezett di interviste non struturate[..] sono impiegti al fine di fornire i Fiscontc empitii di una controversia particolare. Ci sono motivi per essere Jnguieti per tale pratica poiché raramente ci si preoccupa della rappresentativi- tho generalita di questi frammenti Bryman, 1988, p77). Questa accusa di aneddotismo mette in discussione la validitd di molta ricerca qualitativa. Validita @ un termine che possiamo usate pet verita (cfr. il CAP. 13). A volte si dubita della validita di una spiegazione perché il ricereatore non ha fatto alcun tentativo di occuparsi dei casi contrati ‘Altre volte la prolungata immersione nel “campo”, tipica di molta ricer- ‘ca qualitativa, porta il ricercatore a certi preziosismi sulla validita delle sue interpretazionirelativa a quella che &diventata a “sua” tribi o orga- nizzazione. Altre volte ancora la richiesta da parte dei direttori delle riviste di articoli sempre pit brevi, induce il ricercatore a utilizzare solo sw COME FARE RICERCA QUALITATIVA esempi “efficaci” una cosa simile succede nelle scienze naturali dove, per esempio, gli assistenti di laboratorio selezionano diapositive “per. fette” per un'importante conferenza del loro professore (cft. Lynch, 1984). Nonostante l'esistenza di problemi comuni, i dubbi sullattendibili- ta e sulla validita della ricerca qualitativa hanno portato molti ticercato- 1i quantitativi a sminuire il valore della ricerca qualitativa. Comunque, come abbiamo visto, questo genere di “offesa camuffata da falso com plimento” @ stata pitt che controbilanciata dalle critiche alla ricerca ‘quantitativa fatte da molti ricercatori qualitativi. 1s Conclusioni 1 fatto che alcune semplici misure quantitative siano una caratteristica di una parte di buona ricerca qualitativa mostra che l'intera dicotomia qualitativo/quantitativo & tuttora aperta. Nel contesto di questo libro, come ho dichiarato nella Prefazione, considero molto pericolosa la mag. gior parte di queste dicotomie o polarita nelle scienze sociali. Nel rmigliore dei casi esse sono degli espedienti pedagogici per gli studenti, affinché acquisiscano i primi rudimenti per addentrarsi in un campo difficile: in altre parole aiutano ad apprendere il gergo. Nel peggiore dei casi sono scuse per non pensare, che riuniscono i gruppi di ricercatori in “fazioni contrapposte”, disinteressate a imparare le une dalle altre. In definitiva, 'oggettivita dovrebbe essere l'obiettivo comune di tutte le scienze sociali (cfr. Kirk, Miller, 1986, pp. ro-11): il processo dindagine nelle scienze sociali@ lo stess0 qualsiasi metodo si usi, € rifugiarsi nei paradigm rende efferivamente sciocco il dibattito e ostacola il progresso (Hammersley, 1992, p. 182). Questo significa che, volendo stabilize dei criteri per distinguere la ricerca qualitativa, avremo bisogno di comprendere le questioni comt ai che deve affrontate ogni tentativo sistematico di descrizione spi sgazione, sia quantitativo che qualittivo (cfr la TAB. 1.6). Nonostante la TAB, 1.6 sia stata predisposta come ui iusieme di cti- teri per la valutazione di saggi di ricerca qualitati, credo che i criteri scelti siano ugualmente appropriati per gli studi quantitativi. Questo ‘mostra che, in via di principio, non ¢’é alcuna ragione per preferire una forma particolare di dati. Concludo quindi con un'affermazione che mostra Passurdita di insi- stere oltremodo sulla distinzione qualitativo/quantitativo: 1. GHB COS'E La RICERCA QUALITATIVA? a a aaa aa a Griteri per Ia valutazione della ricerca 4 I metodi di ricerca sono appropriat alla natura della domanda che ci si pone? 2. E-chiaro il legame con un insieme di conoscenze o di teotie gid esistenti? 3. Ci sono resoconti chiar dei crteri impicgati nella scelta dei casi dello studio, nella raccolta dei dati e nll analisi? 4 Laparticolarita delle recniche si adatta ai bisogni della domanda della ricerca? 5 Laraccolta dei dati e la registrazione & stata sistematica? 6, Sifa riferimento a procedure di analisi comunemente accettate? 7 Quanto &sistematica Vanalis? 8 C un'adeguata presentazione di come gli argomenti, i concett le categorie sono derivate dai dati? 9 Ce un'adeguata presentazione di riscontri empitic pro e contro le argomenta- tion del ricercatore? 10, Sif fatta una chiara distinzione trai dati ela loro interpretazione? Fonte: adatato dai criteri concordat aden dal British Sociological Associaton Medicl Sociolony Group, settembre 1996 Non citroviamo quindi di fronte a una sceltarigida tra parole e numeri, oppw-\ re tta dati precisie imprecisi; piuttosto davanti a una gamma che va dal dato pili preciso a quello meno preciso. Inotre le nostre decision’ su quale livello di precisione sia pid appropriato rispetto a un particolare obiettivo dovrebbe dlipendere dalla natura di cid che stiamo cercando di descrivere, dalla probabi Je accuratezza delle nose descrizioni, dai nostri propositie dalle rsorse di cul Possiamo disporre; non da un’adesione ideologica a un paradigma metodologi 0 piuttosto che a un altro (Hammersley, 1992, p. 163) 1 Riepilogo In questo capitolo ho evidenziato quattro punti fondamentali. Primo, la ricerca qualitativa contempla una varieta di approcci abbastanza diffe- enti. Secondo, sebbene certa ricerca quantitative possa giustamente ‘essere criticata 0 giudicata inadeguata, lo stesso si pud dire di certa ricerca qualitativa. Terzo, in queste circostanze & ragionevole effettuare COME FARE RICERCA QUALITATIVA scelte pragmatiche tra metodi di ricerca a seconda del vostro problema di ricerca. Infine, fare ricerca qualitativa non vi dovrebbe esimere dal rigore e dagli standard critici che dovrebbero essere applicati ad ogni attivita che miri a discriminate i fatté dalla fantasia er ulteriori approfondimenti testi introduttvi pit utili sono: Bryman (1988), Quantity and Quality in Social Research; Gilbert (ed) (1993), Researching in Social Life Seale (ed.) (1998), Researching Society and Culture. Per un’analisi qualitativa pitt avanzata cf. Silverman (1993), Interpreting Qualitative Data: Methods for Analysing Talk, Text and Interaction; Miles, Huberman (198), Qualitative Data Analysis, Hammersley, Atkinson (1983), Ethnography: Principles in Practice, Denzin, Lincoln (eds.) (1994), Handbook of Qualitative Research. Rispetto alle posizioni ‘quantitative si trovano commenti equilibrati in Marsh (1982) relativamente alFinchiesta campionaria ein Hindess (1973) pet le statistic ufical, Oltrea questi testi general si consilia ai lettori di prendete confidenza con aleune ricerche qualitative e quantitative. Strong (1979) e Lipset et al. (1962) offzono buoni esempi di ciascuna, Testi disponibili in lingua italiana AGODI M. C. (1996), Qualité ¢ quanti: un fal dilemma e tanti equivod, ia Cipolla, de Lillo (1996) CAMPELLE. (1996), Metodi qualitative toria sociale, in Cipolla, de Lillo (1996), pp. 1736. ‘CAPECCHT V. (1996), Tre castll, una casa e lacttéinguieta, in Cipolla, de Lillo (0996), pp. 37-99. CCARDANO M. (1991), I! sociologo le sue muse. Qualitd e quantita nella ricerca sociologica, in “Rassegna italiana di Sociologia”, XO, 2, pp. 181-223 CcAVALLE A. (1996), Per una ricomposizione tra qualita e quantita, in Cipolla, de Lillo (1996), pp 100-5 CHPOLLA C., DE LILLO A. (a cura dil, If sociologo ¢ le sirene. La sfida det metodi quatitativi, Franco Angeli, Milano. COLOMBIS A. (i996), Fuori dal mito: la socologia “qualitativa” 2 una forma della ‘mente, in Cipolla, de Lillo (1996), pp. 179-24. DELLE 207M G. (1996), Quale quantita e quanta qualita nella ricerca sociale: tra Iintegrazione e convergenza, in Cipolla, de Lillo (1996), pp. 13666. MELUCCT A (1998), Metodi quaitatv’e ricera riflessiva, in Id, (a cura di), Verso tuna sociologarilessiva, Il Mulino, Bologna. RICOLE L. (1995), La ricerca empirica nelle scienze social. Una tassonomia, “Rassegna italiana di Sociologia", 2000, 3, pp. 339-4 1. CHE COS'E LA RICERCA QUALITATIVA? ee Beamon -‘Andate a rivedere una qualsiasi ricerca che gia conoscete. Poi rispondete alle sequent domande: 1, In che misura le teeniche di ricerca impicgate (qualitative, quantitative o tina combinazione delle due) sono appropriate alla natura della/e domanda/e i ricerca che gli autor si erano git posi? gerne ache punto Timpiego ci questetecniche pres lfianco alle ciche felative alla ricerca qualitativa e quantitativa esaminate in questo capitolo? In che misura questa ricerca soddisfa i critri di valutazione esposti nella TAB. 16? {Secondo voi, come si potrebbe migliorare metodologicamente © concet- tualmente questa vicerea? 2 Esperienze di ricerca I ‘Accendete la televisione e fate un giro sui vari canali: Capiterete sen- Zaltro su un programma in cui le persone raccontano le loro fortune e disgrazie; ma potreste anche trovare un programma sportivo in cui non ‘vedrete un gioco, ma pid spesso interiste con i giocatori sulle loro spe- ranze ¢ i loro sentimenti. Viviamo in un mondo in cui il nostro desiderio di conoscere le espe rienze delle persone é pitt che mai soddisfatto dai mezzi di comunica- zione. Purtroppo molto spesso la spasmodica ricerca della “storia per- sonale” diventa ripetitiva e quindi dovremmo opporci (eft. Atkinson, Silverman, 1997). ‘Ma ci sono anche situazioni diverse: qualsiasi libro che si propone di dare informazioni e consili sul fare ricerca non raccontasse qualche storia personale, rischierebbe di essere considerato vuoto inutili Riuscendo 4 cogliere le implicazioni appropriate di queste storie, pas- sando dal personale al pratico, otterremo qualcosa di pi importante della semplice offerta di qualche esperienza rassicurante. Con questo spirito questo capitolo sari dedicato al racconto delle storie di due mie studentesse. Le due studentesse hanno molto in comu- ne, oltre al fatto che io sia stat il oro supervisore del dottorato in socio- logia: Georgia Lepper e Seta Waller hanno cominciato il dottorato molti anni dopo aver conseguito le loro lauree (nessuna delle quali in sociolo- gia) e mentre svolgevano la ricerca hanno continuato a esercitare la loro professione: Georgia era una psicanalista freelance, mentre Seta era una sociologa impiegata in un istituto di ricerca. Entrambe si addentrarono in cid che si potrebbe considerare una prospettiva di ricerca molto particolare, quella dell’analisi ella conver ‘sazione (calk-in-interaction) di Harvey Sacks (cfr. Silverman, 1998b). Georgia ha applicato questo approccio nellanalisi di document, Seta lo hha utilizato su documenti¢ interviste. So che molti lettori avranno interessi ¢ formazioni diverse, ma vi sssicuro che non avrete bisogno di nessuna conoscenza speciale per COME FARE RICERCA QUALITATIVA comprendere quello che vi sto per dire. In questa fase & molto pit importante seguire l'evolversi dei loro progetti di ricerca che l'approc. cio da loro utilizzato. Inoltre, come vedremo, tutti quelli che hanno intenzione di fare una tesi empirica, a qualsiasilivello, troveranno qual- ‘cosa da imparare. Forse, pitt che la prospettiva teorica comune, é importante il diver- so arco di tempo in cui si é svolta la loro ricerca: Georgia ha completa- to il dottorato in tre anni e Seta in dieci. Come si capira pitt avanti, que- ste differenze temporali sono dipese molto da situazioni pratiche, pid o ‘meno collegate a questioni tecniche relative ai loro progetti di ricerca. Le loro storie di speranza, delusione, testardaggine, di vero e proprio sangue, lactime sudore, emozioneranno molti ricercatoti Nelle pagine successive le storie saranno raccontate attraverso le parole delle studentesse,tratte dai loro diari di ricerca, Mi sono limita- to semplicemente ad aggiungere i titoleti e qualche nota (queste ultime sono indicate da parentesi quadre), mentre alla fine di ogni esperienza suggerisco alcune implicazioni pit general, Il capitolo si conclude con un riepilogo sotto forma di una guida, in dodici passaggi-chiave, utile a completare con sucesso una ricerca, Dal diario di ricerca di Georgia 1. La situazione di lavoro. Come molte attivita umane, questa ticerca & comin: ciata nel mezzo di esperienze ed eventi che hanno acquisito successivamente ‘maggior senso di quanto non ne avessero al momento in cui sono accadute Come psicanalista controllavo il lavoro degli operatori che facevano colloqui ¢ che lavoravano in un contesto istituzionale. Avevo osservato come le pratiche degli operatori dipendessero dal concesto in cui lavoravano. 2. Mettere alla prova il progetto. Ho cominciato a interessarmi (e in modo ad ‘boc ho cominciato lo studio) al funzionamento delle istituzioni secondo la pro- spettiva delle “relazioni ci gruppo” (lo studio psicanalitico delle isttuzioni svi luppato al Tavistock Institute of Human Relations di Londra negli anni ses- santa) Mi interessava quello che stavo imparando, ma alcuni assunti comincievano 1 soxdisfauini poco. In particolare mi sembrava che la teoria delle “relaziont di stuppo", cosi come derivata dal modello psicanalitico, relativamente al concet to di “confini” (boundaries) si basasse su degli assunti che mi sembravano rozzi ce che tendesse a pratiche abbastanza autoritarie che mi mettevano a disagio. 3. La ricerca di una prospettiva nuova. Ho deciso di tornate, ancora une volta, allo studio formale ¢ ho cominciato a cercate una diseiplina adatta ai miei inte. ressi, senza un'idea veramente chiara di cid che avtei trovato, o ineglio di cid a IENZE DI RICERCA 1 stavo Zercando, In questo modo [attraverso un incontro con D8 per valu- Seen pessbiita di iscevermi a un dotorato presso il Goldsmiths College] bo coperto I'analisi della conversazione ‘Trovar un rifugio intellettuae: serendipity ®. Appena mi stata spiegata tats della conversazione (conversation analysis), anche se brevemente, ho capi- fo che [uno studio basato su questo approccio] serebbe stato adatto ai miei tual interessi calle mie capacita analitiche. Pit tardi, quando ho cominciato f Teggere, ho scoperto che le sue origin rsiedono nelle tradizioni intllettuali he hanno influenzato la mia formazione precedente il diploma tala fine desl fannicinquantae 'nizio degli anni sessanta. Si fondava sugli studi leterar, sulla linguisica (Whoef Benjamin) e sulla (allora nuove) filosofia analitica di Wittgenstein, Avevo trovato una case intellettuale. Sentirsi bene nella nuova casa. Scoprivo sempre piit caratteristiche dell’ans fui dle convenasion, nell mie pine leture explorative, el senate nativamente eccitata ed esasperata. Eccitata dalla comprensione delle sue potenzialiapplicazioni; esasperata dala sua ristrtteza, dalle sue manie di pre- one dal slants “meccanio" adotato du primi studio in opal caso] cominciai ad apprezzare quella disciplina metodologica, ¢ credo che la ‘mia ricerca ne abbia tratto beneficio. Nutrivo anche alcune obiezioni sostanziali [che] speravo di sviluppare. 6, La seelta dei dati e un problema di ricerca. (Ho discusso con il mio relstore ta del buon scercatore Tl nome a origine da un'antic faba nella quale i tre princi di Serendip, il nome ntco df Ceylon, tovavano sempre quslcosa che non stavano cecando.Inoltre pare che ‘si nutrssero une prande attenzione peri dettagli e fossero in grado di cogliee, stra: ‘sero pacticolaiapparentemente insignificant, aspettfondamentai della elt, Nel ln- {:utggio sociologico contemporaneo potremnmo die che possedevano grand capacita di Innuire macrolstruture) da microteventi (Nd COME FARE RICERCA QUALITATIVA ‘non c'@ niente, sono sulla strada sbagliata [I documenti registati] mi sembra- pane peg neeaRet che ce neano mol al, meno formals magn arte pieni di note senza senso, che non erano sembrati degn di essere ncaa ‘ei files perché ritenut di poco valore net 2 Ridefinite il problema di ricerca e Vapprocio, Quello che avevo trovsto rule ovo (reports) di event. Aveo sentit alti dettagl [di questi event] in alte storie raccontate nel corso della supervisione. Avewo comieaton ina zione di appartenenza (membership categorization device anal ysis)». epetol mi oie cence pnt leper clone mi storie ordinate, clativamente durevoi nel tempo degli event p 10 degli eventi percepiti? vemen ues obietivo i mio lavoro si inserito nel ilone degli studi con ;poranc sulle pratiche situate, che si possono chismare wetnografia eines ‘odologice» o «etnografia costitutiva» (Silverman, 1983). 3 2411, Alcune implicazioni della storia di Georgia Che cosa pud insegnare il sacconto di Georgia ad un giovane ricercato- te? In primo luogo mostra i vantaggi che si ottengono a iniziare una Ficerca a partire da un argomento con cui si & gia familiari e/o in cui si & coinvolti, Considerate le riflessoni di Georgia sul suo lavoro come seme per un argomento di tesi (punto 1), Notate anche come lei sia partta da un metodo che le era familiare che poi ha iniziato a deluderla (2). Naturalmente questo tipo di insod- distazione pud essere evitato, ma & probabile che accade quando fl Yostro relatore ha una formazione intellettuale diversa dalla, vostms Quindi & molto importante trovare un relatore che segua un approeao 3 Per un spprofondimento di questa tecnica ce Sacks (197) 60 che a voipiace. In ogni caso, solo gli studenti poco creativi seguono cie- ceamente tuti i desideri del loro relatore. Notate come alla fine Georgia abbia trovato una teoria/tecnica a lei pitt confacente, che avesse pit senso per lei (, 4) ma come, anche allora, non I'abbia accettata in modo totalmente acritico (5). Georgia ha applicato in modo sensato il nuovo approccio ai dati di cui gid disponeva (6). Tuttava, allinizio, come molti di noi che fanno ricerca qualitativa, era frustrata dall’apparente “ovvieta” dei dati (7). Con intelligenza ha deciso di trasformare I"ovvio” in qualcosa da stu: . diare (®) ‘A questo punto il suo approccio era diventato chiaro (9). Cid avreb- be portato a una conclusione rapida della tesi. Nel giro di un anno o due avrebbe anche tratto dalla sua tesi di dottorato un articolo che svilup- pava alcune sue idee (Lepper, 1995). Veniamo ora alla storia di Seta: come Georgia, anche Seta ha portato la sua esperienza di lavoro nella ricerca per la tesi di dottorato. Entrambe hanno rivisto criticamente alcuni capisaldi della loro precedente forma- ione: Georgia ha cominciato a criticare gli assunti di cid che ha el mato Papproccio “Tavistock”; come vedremo pit avanti, Seta si é pro- gressivamente allontanata dagli studi epidemiologici quantitativi a cui si era dedicata per molto tempo. Dal diario di ricerca di Seta 1. La situazione, Linteresse pet lo sviluppo di una ricerca nel campo della colismo @ nato in modo abbastanza naturale, avendo lavorato in questo campo per molti anni. Pers, prima di arrivare al Goldsmiths, a mia esperienza di Ficerca ¢ la mia formazione si erano limitate agli studi socio-medici di tipo quantitativo sull'alcolismo, All'nizio, dalla fine degli anni sessanta fino alla ‘met degli anni settanta, mi sono dedicata a uno studio epidemiologico sulle abitudini ¢ i comportamenti degli studenti rispetto al bere; poi a un censi- ‘mento dei resident di un centro di accoglienza, In seguito sono stata coinvol- twin uno studio valutativo di un'organizzazione che offtiva alloggio a persone Senza casa ¢ in uno studio che rilevava i rsultati ottenuti dalle terapie con slcuni gruppi di alcolist I primo studio si@svoltoallIsttuto di psichiatria, presso I'Unit di icer- <2 sulle dipendenze (aRU), Avevo da poco terminato la specializzazione in “politiche sociali e amministruzione” alla London School of Economics and Political Science, e partecipai a un censimento dei residenti di un grande cen- tro di accoglienza che offriva un ricovero per la notte a molte persone senza ‘asa, Il censimento era condotto da un gruppo di ticercatori di cui facevo ‘COME FARE RICERCA QUALITATIVA parte. Lo scopo dello studio eta stabilire la proporzione degli utenti che pre- sentavano una storia di attviti criminale e psichiatrica, di abuso di droga e alcol. I risultati sono stati pubblicati nel “British Journal of Psychiatry” (Edwards eta, 1968). ‘Come membro del gruppo ARV, partecipavo a seminati ¢ presentavo rela. ion! sul mio lavoro di ricerca osu altri lavori gia pubblicati. Questo mi ha aiu. tato ad accrescere le mic capaci nella presentazione dei material di ricerca, TI secondo studio, il pid importante che abbia seguitoallinterno dell’aRU,, stato uno studio epidemiologico sugli atteggiamenti e comportamenti nei con: fronti del bere da parte delle matricole di due college inglesi. Io e uno pico. 80 eravamo responssbili del progetto, della raccolta dati ¢ della stesura dei Fisultati Pit di mille studenti hanno compilato un lungo questionarioe la mag- sioranza di essi ha compilato nuovamente al terzo anno, permettendoci cos i osservare i cambiamenti negli atteggiamenti ecomportamenti rispettoallal- col ead alii tipi di ativita come il fumo, la guida spericolata, la criminalita, 1 risultati sono stati pubblicati nella rivista americana “Quarterly Journal of Studies on Alcohol” (Orford etal, 1974) In seguito mi sono dedicata per qualche tempo a uno studio valutativo del lavoro della Comuniti di St Mungo, in cui intervistavo gli utenti, persone senza tetto cui si offriva una sistemazione a breve termine. Il contatto con queste per. sone @ avvenuito attraverso gli operatori della Comunita, che ogni notte orga nizzavano una distribuzione di pasti nel centeo di Londra. La valutazione ha Implicato un giudizo sul ruolo della Comunita nella riabilitazione dei senza tetto. Tn seguito ho lavorato con I'Unita di trattamento degli alcolist (aru) di un ospedale psichiatrico. L'Uniti si trovava in un ospedale del sud-est dellInghlterrae vi lavorsi per undici anni come ticercatrice[... 2. Lesperienza di ricerca. Presso Y Unita di tratamento degli alcolisti ho svol to altri studi quantitativi che avevano lo scopo di misurare i risultati del trata ‘mento dei pazienti. Due studi si erano occupati delleficacia del Tiapride, una sostanza non sedativa che riduceva Pansia che va impicgata nella prevenzione della ricaduta e nella gestione a lungo termine degli alcolist. Sono stata la principale ricercatrice in altri due studi di valutazione dei pro. srammi di trattamento: un percorso intensvo di quatto setimane peri pazien. H alcolist icoverati e un trttamento a breve termine di disintossicazione dal aleol. Un ter2o studio valutativo ha seguito per otto anni 1 aleoisti che hhanno preso parte al programma di trattamento. Ho lavorato a questo studio dopa aver cominciato a progettare la ricerca peril dottorato. 3. Primi problemi nella ricerca, Quando ho deciso di progettare la tesi di dot- torat, il mio interesse iniziale era seoprire che cosa pensassero i pazienti dei loro problemi legatial'alcol - come li concettualizzassero. Sarebbe stato uno studio quantitative, ma abbastanza diverso dai soliti studi di misurazione dei Hisultat. Percid ho cominciato a progettare uno studio quantitative che ind gasse i concetti di alcolismo dei pazienti. Il campione doveva provenire dai oe diralcolisti ammessi al programma di trattamento di quattro settimane, Jecato a pezienti covert prese Unit tratament incu levorwe, ‘Avendo sviluppato delle scale di valutazione (rating scales) sui concetti di alcolismo, in seguito alle interviste con i pazienti cominciai uno studio piloa su tm piccolo campione. Si chiedeva ai pazienti di completare una scala con cin- {que modalit di risposta in cui comparivano delle affermazioni. Essi dovevano indicare se fossero d’accordo © meno con ciascuna affermazione: le risposte andavano da “molto d'accordo” a “per nulla d'accordo”. I primi dubbi. Lintero processo & durato circa otto mesi. Ma, cercando di Bova fel quloes dl el dla proavo ua seo ch deal depen ed tati ottenutidallo studio pilota. Non ero certa degli atteggiamenti e delle ere (ivi, p. 65). Cosi se, come al suo studente, vi inte- ressa la dinamica della classe, concentratevi su uno studente, una gior- nata, una lezione 0 un evento critico. La bellezza di questo restringimento del campo visivo & che produr- 1 un obiettivo di ricerca gestibile ¢ realizzabile. Inoltre non siete vin- colati per sempre a questo primo piano. Proprio come il fotografo, potete «stringere progressivamente avvicinandovi sempre pit fino a che il vostro compito descrittivo sia gestibile, poi allargare per ottenere di nuovo una visione prospettica» (vi, p. 69). Seguendo Wolcott, per mezzo di altri dati potrete sempre provare ad estendere le vostre generalizzazioni a livelli differenti di “realta”, Ma la vvostra zoomata iniziale vi avra costretto a uscire dalla biblioteca e a occuparvi dei dati ‘Se avete la tendenza a essere un “etemo indeciso”, provate 'eserci- zio 5.2 alla fine del capitolo. 55.4. Attenzione: evitate il riduzionismo Uno dei vantaggi di introdurre una terza variabile & che vi protegge dalla tendenza a spiegare processi sociali complessi con un’ unica causa. Un genere di riduzionismo regolarmente presente sia negli interrogato- #i giudiziari («risponda si o no!») che nelle interviste sui media (dove a volte la tichiesta dei conduttori di semplificare rende i ricercatori dei chiacchieroni incoerenti). Quindi la mia diagnosi dell’‘eterno indeciso” e le mie raccomands- zioni per la specificazione del problema di ricerca non dovrebbero esse- re confuse con i tentativi di ridurre le complessita del mondo sociale a ‘una singola variabile. Non c’@ niente di peggio di un seminario detta- sliato su una ricerca che venga accolto da alcune brillanti uscte de tipo ‘tutto molto interessante. Ma sicuramente cid che lei ha descritto dipende interamente dal potere/genere/postmodernita ecc.» Come sarebbe bello e semplice il mondo se si riducesse tutto a un fattore! Peril momento, comunque, lasceremo il seguito di questo gene~ ze di semplicita ai fanatici e a quei lsici teorici che stanno valentemen- te cercando un'unica teoria della materi. Sfortunatamente, questo non scoraggia quei sociologi che pretendo- no che un fattore o un‘istituzione (“il potere”, “il genere”) sia la causa di tutto e fanno ricerca per dimostrare questo. Come in uno studio sulla comunicazione medico-paziente, Waitzkin (1979, p. 601) si ® posto ill lodevole obiettivo di mettere in relazione «il livello micro dell'intera- —_—_—_—_— — COME FARE RICERCA QUALITATIVA zione quotidiana tra individui» con «il livello macro delle strutture di dominio». Waitzkin ha utilizzato una versione meccanica del marxismo basata sulle nozioni di struttura e sovrastruttura, che ha ridotto la rela- vione medico-paziente a un semplice apparato ideologico dello stato capitalista (Rayner, Stimson, 1979). *Sapendo in antcipo cid che stava cercando, @sembrato che Waitzkin trattasse i suoi dati come Iilustrazione di una teoria gid formulata. Infatti hha affermato che i dottor inviavano messaggi ideologici sll eiea del lavo- 10 ai loro pazienti. Inoltre ha fondato il suo caso su un brano del collo- quio medico durante il quale, sentendo che il suo paziente era stanco, il dottore domandava se fosse «in grado [...] di lavorare un giorno regola- re». Quando il paziente ha confermato, il dottore ha detto: «Fantastico» (Waitakin, 1979, pp. 604-3). ‘Come ho gia commentato in un altro libro: Alla fine Waitzkin sta facendo in modo che dati molto limitati compiano un gran lavoro analitico, Senza una prova del contraro, il lettore pottebbe inter- pretare la domanda del dottore sul lavoro del paziente come se stesse sempli- ‘cemente stabilendo lo status (medico) del commento al suo sentir stanco (Silverman, 1985, p. 186) Non si dovrebbe confondere la restrizione del problema di ricerca con questo tipo di riduzionismo. Posso solo riportare le argomentazioni degli autori di un recente libro di metodologia qualitativa: (Questiargomentitiduttvi sono sempre fasidios, data la varetie la comples- sa organizzazione del mondo sociale. Rifletono mentaliti che non possono aifrontare le incerteze e le ambiguita della ricerca sociale (Coffey, Atkinson, 1996, P15). 56 Consigli per i teorici generali Ridurre la “realta” a un insieme infondato di categorie é un errore tipi- co dei teorici generali, Comunque la minoranza dei lettori che pensano di avere i futo il temperamento per fare teoria, ho il sospetto che non saranno dissuasi da nulla di cid che potrei scrivere. Infatti qualche volta, come ho gia notato, il lavoro di biblioteca pud essere un modo veloce per scrivere una tesi accettabile, Tn questo caso tutto quello che posso utilmente fare & sperare che siate fortunati ¢ offrirvi un paio di suggerimenti per spianarvi la strada. Primo, cercate di ignorare le mode. Secondo, pensate a come certi dati 5. SCEGLIERE UN ARGOMENTO possano concretamente aiutarvi a formulare meglio le vostre teorie. ‘Adesso spiegherd questi suggerimenti. 5.6.1. Ignorate le mode Se avete trovato l'angolo del giardino intellettuale in cui vi sentite bene, restate dove siete. Non preoccupatevi di quei personaggi brillanti che stanno sempre leggendo un libro “cruciale” di qualche nuovo autore: nove volte su dieci vi distrarra solamente. Guidati dal vostro relatore di tesi,individuate quellinsieme di letture che costituir’ il vostro materia le centrale ¢ affidatevi a quelle. Quando avrete scritto la maggior parte della tes, potrete concederviillusso di leggere ancora e di uilizzare quel- Je letture per riflettere sulle implicazioni ei limiti della vostra posizione ~ magari per ultimo capitolo. Fino ad allora, non lasciatevi distrarre. 5.6.2. Trovate dei dati Anche le menti pid fervide possono diventare un po’ ridondanti quan- do rimangono confinate nelle loro poltrone. Quindi pensate a esamina- re un qualche tipo di materiali empirici, Anche se questi potrebbero non essere centrali per la vostra tesi, potrebbero sisultare d'aiuto nei momenti di blocco dell’immaginazione. Prendeteil caso di due studenti del mio dipartimento che al momen- to stanno scrivendo tesi di dottorato “teoriche”. Nick si occupa di cid che chiama i! rfiuto del lavoro, che collega alle idee teoriche dell'onto- logia del desiderio, Nonostante questa teoria molto complessa, Nick pensa ancora che sia utile raccogliere materiale sulla ‘storia dell'Autonomia — un movimento italiano di rifiuto del lavoro — ¢ sul- Vorganizzazione dei sussidi alla disoccupazione nel Regno Unito. Jake si sta occupando di una critica alle attuali teorie della comuniti, In questo contesto si sta cimentando in cid che descrive come un eserci- io in gran parte filosofico. Ciononostante, per favorite la riflesione, sta ‘osservando e intervistando persone senza casa, mendicanti e la comuni- male”. Sta tentando cid che chiama «una fenomenologia situata 57, Considerazioni conclusive Come pet la maggior parte delle inclinazioni, il fatto che voi tendiate ad essere induttivisti semplicisti, eterni indecisi o teorici generali, proba- bilmente nasce da una combinazione di carattere ed esperienza. Quindi, (COME FARE RICERCA QUALITATIVA probabilmente, non sarete influenzati da cid che scriverd. Cosi questo capitolo avr realizzato il suo obiettivo non se riuscira a convertiri, ma se vi aiutera a velocizzare il vostro percorso. ‘D’altra parte pud essere pitt che riduttivo vedere queste tre tenden- ze come inclinazioni personali. Jay Gubrium (comunicazione persona- {c) mi ha suggerito che linduttivismo semplicista, la strategia dell'eter- no indeciso e la teoria generale sono i rischi professionali di tutta I’in- ddagine sociologica. In questo senso sono tendenze present in tutti noi ¢ dobbiamo stare costantemente in guardia, se vogliamo che la nostra impresa sia teoricamente pervasiva e fondata empiricamente. 58 Riepilogo Si pud rendere pit facile la scelta di un argomento di ricerca se resiste- te atre tentazioni. Primo, Pinduttiismo semplicista assume che non si facciano assun- zioni nello studio della realta. Anzi, le ipotesi emergeranno solo se ci ‘metteremo nelle condizioni di rappresentare fedelmente i mondi dei soggetti. Linduttivismo semplicista , al massimo, un mito conveniente che ignora la natura, satura di teoria, di ogni osservazione, ¢ pud essere ‘una scusa per ricerche deboli e non focalizzate. Si combatte meglio con: = Vimpiego di concetti come risorse sensibilizzatric; — Vimpiego di generalizzazioni elaborate da altre persone; = Viintroduzione di una terza variabile. Secondo, la mossa dell’etemno indeciso cerca di associare a un pro- blema ogni aspetto di cui si riesea a pensare, allo scopo di mostrare Vampiezza delle vostre conoscenza ¢ impressionare i potenziali relatori. Ma definendo Vargomento in modo molto ampio non riuscirete a par- lame in profondita. Un buon progetto di ricerca @ caratterizzato dalla profondita piuttosto che dall’ampiezza. Alla mossa dell'eterno indeciso sirrisponde con: ~ lacostruzione di un diagramma di flusso; = la risoluzione di un rompicapo; = Tosservazione attraverso uno 200m. Terzo, i teorici generali costruiscono imperi teorici. Incollati alle loro poltrone, questo genere di teorici non si abbassa mai a considerare i “fatti" semplici. La conseguenza potrebbe essere non l'illuminazione, ma semplicemente un garbuglio di parole. Questa tendenza si pud combattere con: — il disinteresse verso le ultime mode; = la raccolta di qualche dato. 5. SCEGLIERE UN ARGOMENTO. Per ulteriori approfondimenti Pet aiutarv a rifletere sulla definizione della vostra ricerca, raccomando tre test fondamentali: Coffey, Atkinson (1996), Making Sense of Qualitative Data cap. t ‘Mason (1996), Qualitative Researching, capp. 1-2; Silverman (1993), Interpreting Qualitative Data: Methods for Analysing Talk, Text and Interaction, cap 1. “Testi utili ma pit specilistici sono: Alasuutar (1995), Researching Culture, ‘cap. 13; Hammersley, Atkinson (1983), Ethnography: Principles in Practice, cap. 2 Strauss, Corbin (1990), Basics of Qualitative Research, capp. 1-4 SERCO 5x Consili per gli indutivsti semplicisi 1. Provate a mettere in relazione le vostre idee di ricerca con uno 0 tutti tipi di sensbilzadiscussi nel capitolo: culture; politics; contestuale. Questo come porta a riformulare i vostriinteressi di ricerca? 2. Riconsiderate qualche studio teorico 0 di ricerca che conoscete. Cereate di ppostulare nuove condizioni che vi permettano di sviluppare un argomento di ricerca nuovo, ma collegato. 5. Cereate di inserire qualche altra variable nel’area di interesse della vostra ricerea. Ora trovate quale di queste variabli aggiunge maggiore spessore al vostro progetto e/o lo renda pit semplice da studiare (per esempio, i dati sono disponibili? possono essere raccolti in modo relativamente facile?). BSERGIZIO 52 ‘Consigi per gli eterni indecisi 1. Disegnate un diagramma di flusso che non occupi pitt di una pagina, dove siano espost i vost concetti chiave e come sicollegano. 2 Riesaminate la vostra area di ricerca second le seguenti domande e formu- lite il problema di ricerca come se fosse un genere di rompicapo: = Come o perché si siluppa X? (un rompicapo di svluppo), = Come funziona X? (un rompicapo meccanico); = Che coma esis Xo ce iflucnen lie X su YP (an compicape causale) (Mason, 1996, p. 1 3, Impiegate la tecnica dello z00% per mettere a fuoco un caso di ununita di analisi, che potrebbe costtuire l'insieme dei dati inizili per risolvere il vostro rompicapo. 6 Il ruolo della teoria nella ricerca qualitativa Alcuni diventano ricercatori qualitativi per ragioni piuttosto negative, Forse non sono molto bravi in statistica (0 pensano di non esserlo) € cosi non sono tentati dalla ricerca quantitativa, O forse non sono stati brillanti nel lavoro di biblioteca e cosi non sono attrati dallo scrivere ‘una tesi puramente teorica. In ogni caso il secondo atteggiamento sostiene la rilevanza della teo- ria nella ricerca. Almeno fino a poco tempo fa, tra le discipline sociolo- giche cera una certa differenza dovuta al fatto che le varie scienze socia- Ii sembravano attribuire alla teoria un’importanza diversa. Prendiamo solo due esempi: gli psicologi e gli antropologi, nonostante le loro dif- ferenze, sembrano trascurare la teoria, In psicologia il punto di riferimento era lo studio in laboratorio. Per gli psicologi sembrava prevalere il motto: «dimostrate i fatti attraverso un esperimento controllato e le teorie verranno da sole». Gli antropo- Jogi erano ugualmente interessati ai fatti. Tuttavia i loro fatti pitt impor- tanti si rivelavano in studi di caso basati sull'osservazione di gruppi o tribi, solitamente cercati in terre molto lontane. Ciononostante, fino a poco tempo fa la maggior parte degli antropologi anglofoni seguiva gli psicologi nel porre ifati al di sopra delle teorie. ‘Al contrario, diverse generazioni di studenti di sociologia sono cre- sciuti con una grande consapevolezza dell’importanza primaria attri- buita alla teoria. Infatti, nonostante i corsi di sociologia tendano a esse- re suddivisi in tre aree principali (la “santissima trinita” formata da teo- tia sociale, struttura sociale e tecniche di ricerca), solitamente al corso in teoria sociale viene attribuito il maggior prestigio. Tuttavia, da poco lateoria 2 diventata molto pit importante anche in psicologia ein antro- ppologia, da quando cioé sono cominciate le battaglie da un lato tra tra- dizionalisti ¢ analisti del discorso qualitativi (in psicologia), e dallaltro tra tradizionalist e teorici postmodern e di genere (in antropologia). La preoccupazione delle scienze sociali per la teoria si iflere sul modo in cuie tesi di dottorato vengono valutate. Come abbiamo visto nel COME FARE RICERCA QUALITATIVA CaP. 4, la scoperta di fatti nuovi ® di rado un criterio importante 0 anche discriminante nella valutazione della maggior parte della ricerca qualitati- va. Ciascun risultato scientifico 2 solitamente giudicato in relazione alla prospettiva teorica da cui deriva e a cui potrebbe contribuire. Questo significa che, mentre i fatti non sono mai poco importanti, sono sempre ausiliaririspetto alle teorie. Le tesi di successo mostrano il pensiero criti 0 indipendente (secondo un'espressione tratta dal regolamento per il dot- torato di ricerca della University of London) rapportandolo alla teoria ‘Comungue tutto cid da per scontata una domanda importante. Che cos’é teoria? Nei seguenti paragrafi mostrer® perché per i ricercatori qualitativi la teoria sia nel complesso pit interessante delle pagine noio- se dei libri di testo di teoria, 6a ‘Che cos’é teoria? Martin O'Brien (1993, pp. 10-12) ha utilizzato lesempio del caleidosco- pio per rispondere a questa domanda: tun ealeidoscopio [...] [2] un gioco per bambini che consiste in un tubo, una certa quantiti di lent, e frammenti di vetro.o plastica colorati trasparenti ‘Quando girate i tubo ¢ guardate attraverso le lent del caleidoscopio, le forme ¢ ‘colori visibili sul fondo cambiano. Girando il tubo entrano in gioco varie lent le combinazioni di colori forme passano da un modelo allaltro. Allo stesso ‘modo possiamo vedere la teoria sociale come una sorta di caleidescopio ~ spo- stando la prospestva teriea, cambia forma anche il mondo sotto osservazione. Si pud vedere chiaramente come la teoria funzioni come un caleidosco- pio in un esempio concreto tratto da Eric Livingston (1987). Livingston ci chiede di immaginare di dover portare avanti una ricerca sociale sulle strade di una citta. Da dove dovremmo cominciare? Alcune possibilita sono esposte nella TAB. 6.1 Come sottolinea Livingston, ognuno di questi modi diversi di vede- re implica decisioni di fondo teoriche e metodologiche. Molto schema- ticamente, se ci atteniamo alle teorie sociali che vedono il mondo in ter- mini di correlazioni tra fart sociali (Si pensi alla demografia ¢ alla macroeconomia), probabilmente raccoglieremo statistiche ufficiali (opzione x della TB. 6.2). Al contrario, se pensiamo che siano impor- tanti i significa o le percezioni sociali (come in certi ambiti della socio- logia e della psicologia), potremmo essere tentati dallo studio basato sulle interviste (opzione 2). Se invece siamo antropologi o quel genere di sociologi che vogliono osservare e/o registrare cid che le persone real- 6. IL RUOLO DELLA TEORIA NELLA RICERCA QUALITATIVA aan Ge Osservazione di una strada: diverse possibilita di dati 1. Statistiche uficiali (fusso del traffco, incident) 2 Intervist (come reagiscono le persone nelle ore di punta) 3. Osservazione da una torre (individuszione delle forme geometriche) 4 Osservazione/video a livllo stada (come le persone si mettono in coda/orga- nizzano i lore movimenti) Fonte: adatato da Livingston, 967, pp 267 mente fanno i sift, potremmo scegliere le opzioni 3 0 4. Ma notate quanto siano diverse le visioni del comportamento sociale che ottenia- mo guardando dallalto (3), dove le persone sembrano formiche e crea- no forme geometriche come cunei oppure guardando a livello strada (4), dove il comportamento sembra molto pit complesso. 1 punto & che nessuno di questi dati@ pit reale o pitt vero degli altri. Infatti le persone non sono realmente pitt simili alle formiche che ad attori complessi. Tutto dipende dalle nostre domande di ricerca. E le domande di ricerca sono inevitabilmente influenzate dalla teoria. Quindi noi abbiamo bisogno di teorie social poiché esse ci aiutano a dare una forma anche a questioni relativamente semplici nella ricerca sociale, ‘Tuttavia Vanalogia del caleidoscopio di O'Brien e Vesempio di Livingston dello sguardo di una strada ettadina ci portano lontano. Che ccos’é precisamente una feoria? E come si distingue da un'potesi? Domande come queste significano che non posso posticipare ulte- riormente il compito potenzialmente noioso di definire questi termini. ‘Una volta completate le definizioni fornird ancora una volta degli esem- pi concreti per chiarie cid che intendo. 6.2 Teorie, modell e ipotesi In questo paragrafo discuteremo di modell, concetti, teorie, ipotesi, ‘metodi e tecniche. Nella Tab. 62 riporto le definizioni di ciascun termine. ‘Come vediamo dalla TAB. 6.2, i modelli forniscono una struttura ‘generale alla nostra visione della realta. Ci dicono com’é la realta quali sono i suoi elementi di base (ontologia) e qual é la natura elo stato della conoscenza (epistemologia). In questo senso i modelli cortispondono a (COME FARE RICERCA QUALITATIVA TaBELLA Ga Termini di base nella ricerca Temine Sis Riess Modelo ‘Ua stratara generale ia per osservare la real (cs. comportamentismo, femminismo) Concetto Unvidea derivante da un dato Usa smodello (es. “stimolo-isposta", “oppressione”) ‘Teoria Un inseme di concett impiegeti Usd per defini ef spegare cert fenomeni Ipotesi Une propesizione controllable Valin Aestable) Metodo Un approccio generale allo studio Ua degli argomenti di ricerca “Tecnica Uno specifico strumentodircerca Buon edatamento a model teoric, {potesi e metodi Fonte: versione rivedut di iverman, 1993p. ‘grandi lince a cid che pit pomposamente viene definito paradigma (cfr. Guba, Lincoln, 1994)... Nella ricerca sociale esempi di questi modelli sono il funzionalismo (che osserva le funzioni delle istituzioni sociali) il comportamentismo (che definisce tutti i comportamenti in termini di stimolo e risposta), Finterazionismo simbolico (che si concentra su come si attribuiscano significati simbolici alle relazioni interpersonali) e ’etnometodologia (che ci incoraggia a osservare i modi quotidiani con cui le persone pro- ducona interazioni sacialmente ordinate). ‘Allinterno della sfera pid rstretta della ricerca qualitativa Gubrium Holstein (1997) impiegano il termine idioma per indicate sia le prefe- renze analitiche indicate dal modello, che i gusti per vocabolati partico- lasi,stli investigativi e modi di scrivere. Essi distinguono (e criticano) quattro differenti idiom: = Naturalismo. Una riluttanza a imporre significati e una preferenza a uscire e osservare il campo. 6. IL RUOLO DELLA THORIA NELLA RICERCA QUALITATIVA = Etnometodologia. Condivide Vattenzione al dettaglio propria del ‘aturalismo ma la situa nel parlare nell'interazione. = Emotivismo. Desidera un contatto profondo con i soggetti dela ricer- ‘cae predilize la biografia personale. = Postmodernismo. Cerca di decosteuire i concetti di soggetto € di campo. 1 concetti sono idee definite in modo chiaro che derivano da un par- ticolare modello, Esempi di concetti sono: la funzione sociale (derivata dal fanzionalismo), lo stimolo-risposta (comportamentismo), Ia defini- zione della situazione (interazionismo) ¢ il metodo documentario di inter- pretazione (etnometodologia). I concetti offrono modi di vedere il mondo essenziali alla definizione del problema di ricerca. Le teorie fanno in modo che insiemi di concetti definiscano e spie- ghino dei fenomeni. «La teoria consiste in relazioni plausibili prodotte tra concetti¢ insiemi di concetti» (Strauss, Corbin, 1994, p. 278). Senza una teoria fenomeni come la morte, le rib ele famiglie non ppossono essere capiti. In questo senso, senza una teoria non c’é niente da ricercare. Quindi la teoria costituisce un supporto per comprendere il mondo, separata da ~_ma su ~ quel mondo. In questo modo la teoria fornisce: = una struttura per la comprensione critica dei fenomenis = una base per considerare come cid che & sconosciuto possa essere ‘organizzato (Gubrium, comunicazione personae). Stimolando idee su cid che non si conosce, le teorie forniscono lo stimolo per la ricerca. In quanto entitA viventi esse si sviluppano, ven- sgono anche modificate, da una buona ricerca. Tuttavia, cost come qui li abbiamo trattati, i modelli, i concettie le teorie si autoconfermano, nel senso che ci istruiscono a osservare i fenomeni in modi specifici. Questo significa che non possono mai essere smentiti, ma solo trovati pid! 0 meno utili. Quest’ultima caratteristica distingue le teorie dalle jpotesi. Al con- trario delle teorie le ipotesi sono controllate (tested) con la ricerca. Ecco alcuni esempi di ipotesi, gia discussi in Silverman (1993), sono: il modo in cui accettiamo un consiglio @ legato al modo in cui il con- siglio viene dato; — la reazione a una droga illegale dipende da cid che si impara dagli alexis = il voto alle elezioni sindacali& collegato alle relazioni extra lavorati- ve tra i membri del sindacato. In molte ricerche qualitative all'inizio non c’& un'ipotesi specifica. Infatti le ipotesi si producono (0 inducono) nelle prime fasi della ricer- cca. Ad ogni modo, al contrario delle teorie, le ipotesi possono e dovreb- (COME FARE RICERCA QUALITATIVA bero essere controllate. Percid giudichiamo un’ipotesi in base alla sua validita o verita Un metodo (methodology) definisce come si dovrebbe affrontare lo studio dei fenomeni, Nella ricerca sociale i metodi possono essere defi- niti in modo molto ampio (per esempio qualitativi o quantitativi) o in ‘modo circoscritto (per esempio la grounded theory o Vanalisi della con- versazione). Come le teorie, i metodi non possono essere veri ofalsi, ma solo pitt o meno utili. Tfine le tecniche (methods) sono specifici strumenti di. ricerca. Includono strumenti quantitativi come le correlazioni statistiche, ma anche strumenti come l'osservazione, Pintervista e la registrazione di ‘materiali sonori. Ancora una volta in sé le tecniche non sono né vere né false, Sono pitt o meno utili, secondo come si integrano con le teorie ¢ i ‘metodi impiegati, con le ipotesi sottoposte a controllo ¢/o con l'argo- ‘mento di ricerca scelto. Quindi, per esempio, i comportamentisti potrebbero scegliere le tecniche quantitative, mentre gli interazionisti spesso preferiscono raccogliere dati attraverso l'osservazione. Ma, secondo l'ipotesi da controllare, i comportamentistitalvolta utilizzano tecniche qualitative — per esempio nella fase esplorativa della ricerca. Ugualmente gli interazionisti impiegano anche metodi quantitativi, in particolare quando vogliono trovare un modello generale nei loro dati. a relazione tra modelli, concetti,teorie, ipotesi, metodi e tecniche 2 esposta schematicamente nella FIG. 61. Leggendo la figura dallalto in basso ogni concetto rflette un livello pit basso di generalita e di astra- zione. La freccia che va da “risultati” a “ipotesi” indica un meccanismo di feedback attraverso il quale le ipotesi vengono modificate alla luce dei risultati, Spiegherd ora la struttura esposta nella FIG. 6.1 attraverso qualche ‘esempio concreto. Immaginate di avere un generico interesse verso il tema un po’ lugubre della morte nella societi. Come studiare questo tema? "Ancora prima di definite un problema di ricerca, o di sviluppare tun'ipotesi, abbiamo bisogno di considerare attentamente alcune que- stioni fondamentali, Poniamo di essere uno studioso sociale che prefe- risce vedere il mondo nei termini di come le strutture sociali determi- nnano il comportamento, seguendo Paffermazione del sociologo Emile Durkheim (1952) di trattare i fattisociali come oggett reali ‘Questo modello della vita sociale suggerira dei concetti che potremo impiegare nella nostra ticerca sulla morte. Utilizando questo modello tenderemo a vedere la morte attraverso le statistiche sul tasso di morte (o mortalita) ¢ spiegheremo queste statistiche con altri fatti sociali, come Teta o la classe sociale. 6. 1. RUOLO DELLA TEORIA NELLA RICERCA QUALITATIVA ove 6 Livelli di analisi Model | Concerti t Teorie { Ipotesi <— | Metodi _ Teeniche a Armati dei nostri concetti potremmo costruire una teoria su uno 0 I’ tes gl eset de asaya Al caps nga an Pasa che la morte én fatto sociale determinato da altri fatti socal, potrem- ‘mo sviluppare una teoria per cui il tasso di morte prematura tra i bam- bini, 0 mortalita infantile, & collegato ad alcuni fatti sociali relativi ai Toro genitor, ciot alla loro classe sociale. Da questa teoria si passa vel cemente allipotesi per cui pit alta la classe sociale dei genitori, pit & bassa la probabilita che un bambino muoia nei suoi primi anni di vi Questa ipotest viene talvolta espressa dicendo che c'é una relazione ‘nversa tra la classe sociale ela mortalita infantile. Come @ gia stato accennato, un modello interessato ai fatti sociali favorira il metodo quantitativo, tilizeando tecniche come l'analisi delle statistiche ufficiali o l'impiego di inchieste sociali su larga scala, basate sui questionari con modalita di risposta predeterminate apparentemen- te attendibil, Nellinterpretare i risultati di una ricerea di questo tipo ci si dovri assicurare di tenere nella dovuta considerazione i fattori che Possono nascondersi sotto le semplici correlazioni. | Infact alla classe sociale si pud associare la qualita dell'sbitazione, ¢ il secondo fattore (qui chiamato variable interveniente) potsebbe esse- (COME FARE RICERCA QUALITATIVA aun 6a La morte come fatto sociale Modell Modelo dei fat socali Concett Mortals, classe sociale | Teorie Classe sociale e mortlita infantile | Ipotesi <—— Esistonza di una relazione inversa Metodo Quanttatvo Tecnica Analisi delle statistcbe uficials Risultati Variabiltntervenienti? 6. IL RUOLO DELLA TEORIA NELLA RICERCA QUALITATIVA roam 63 [La morte come costruzione sociale Modell Modello interazionista dellcticbettamento | Concet Definizione della situasione | Teorie Costruzione sociale della morte | Ipotesi_ <——— (Che cosa costituisce un DOA? Metodi Dati ches presentamo maturalmente A Teeniche Osservazione, registrazione { Risultasi ————] Processi decisionali del personale medico re la causa reale della variazione nei tassi di mortalita infantile. Questo approccio generale al tema della morte @ esposto schematicamente nella FIG. 6.2. ‘La FIG, 63 mostra un modo molto diverso di concepire la morte. Per aleuni socioiogi le istituzioni sociali sono create e/o rese stabili dalle azioni dei partecipanti. Un'idea centrale di questo modello @ che il carattere dei fenomeni dipende dal nostro modo di etichettari. Questa idea viene associata con il concetto di definizione della situazione, che ci dice di cercare i fenomeni sociali nei significati definiti dalle persone in contesti diversi. II messaggio generale di questo approccio & che la morte dovrebbe essere messa tra parentesi, e cid conduce a una teoria in cui la morte 2 trattata come un costrutto sociale. Naturalmente questo modello @ molto diverso da quello di fatto sociale e percid illustra bene l'importanza delle teorie nella definizione dei pro- blemi di ricerca, I suo svantaggio immediato, comunque, @ che pud sembrare controintuitivo. Dopo tutto, potreste dire, la morte @ senza dubbio un fatto ovvio. O siamo morti o non lo siamo e, se 2 cosi, dove ci porta il costruzionismo sociale? Citerd due casi che evidenziano il controargomento. Il primo: nel 1963, dopo essere stato colpto, il presidente Kennedy fu portato in un ospeda- le di Dallas ~ secondo i racconti di allora - privo di una parte di testa, La ria idea @ che se voi o io fossimo artivati al Pronto Soccorso in quelle condizioni, ci avrebbero fatto un esame rapido e poi rubricato come giu- 10 morto (DOA dead on arrival). Proprio perché aveva a che fare con un COME FARE RICERCA QUALITATIVA Presidente, i personale dovette fare pit di questo. Lavorarono su Ken- nedy per quasi un'ota, dimostrando cosi che avevano fatto del loro meglio per quel paziente cos! importante (cfr. Sudnow,1968b). ‘Ora pensate ai dibattiti contemporanei sul se o quando spegnere le macchine che permettono di sopravvivere alle persone gravemente malate. Ancora una volta gli atti di definizione decidono se uno sia vivo 0 morto. E notate che queste definizioni hanno effetti reali, ‘Naturalmente questo modo di osservare come la morte sia costruita socialmente (anche chiamato costruzionismo sociale) ¢ solo un modo pet teorizzare questo fenomeno, in sé né migliore né peggiore dell'approc- cio del fatto sociale. Ma una volta adottato uno 0 Valtro modello, esso inizia ad avere ‘una grande influenza su come procedera la nostra ricerca. Infatti, come abbiamo visto, se giunto morto @ un’etichetta che si applica in modi diversi a persone diverse, possiamo sviluppare un'ipotesi su come I’eti- cchetta giunto morto venga applicata a pazienti di ospedali diversi. Dato il nostro modello vorremmo poi provare a raccogliere i dati che si presentano nei contesti di tipo naturale (o non generati dalla ricerca) come ospedali concreti, impiegando tecniche come l'osservazione e/o la registrazione di materiali sonori o visivi. Notate che questo non vuole dire escludere la raccolta di dati quantitativi (per esempio tratti dalle cartelle cliniche o documenti ospedalieri). Vuole piuttosto indicare che i dati principalisaranno probabilmente qualitativi. Seguendo le ricerche precedent (cf. Jeffery, 1979; Dingwall, Murray, 1983) i nostri risulati potrebbero mostrare come, per i processi decisional, Vet e il presunto stato morale siano rilevanti quanto la classe sociale. Inoltre, come ‘mostra la FIG. 6.3, questi risultai i aiuteranno a raffinare la nostra ipo- tesiiniziale. 63 Generalizzazioni e costruzione di teorie Fare teoria con i propri dati & un’attivita che non termina con la rifini- tura delle ipotesi. In questo paragrafo mostrer come possiamo svilup- pare generalizzazioni a partire da ipotesi verficate con esito positivo, ¢ percio contribuire alla costruzione di teorie. Prima di tutto dobbiamo ticonoscere che gli studi di caso, cio’ que- sli studi limita a un insieme specifico di interazioni, ci permettono di esaminare come particolari modi di die e fare siano dipendenti da par- ticolari modelli di organizzazione sociale. ‘Un caso classico di un’antropologa che usd uno studio di caso per fare generalizazioni pitt ampie si trova nel lavoro di Mary Douglas (1975) 6.1L RUOLO DELLA TEORIA NELLA RICERCA QUALITATIVA su una tribii centro-afticana, i Lele. Douglas osservd che un formichiere, che gli zoologi occidentalichiamano pangolino, era molto importante per la vita rituale dei Lele. Peri Lele il pangolino era sia un animale da vene- rare che un’anomalia. Si credeva che avesse carattetistiche umane e ani ali: per esempio tendeva a partorire un solo piccolo per volta, al con- trario della maggior parte degli altri animali. Non rientrava nemmeno nella classificazione Lele delle creature d’acqua 0 di terra, pasando parte del suo tempo sulla terra e parte in acqua. Curiosamente, tra gli animali che venivano cacciat, ai Lee il pangolino sembrava essere unico poiché non cercava di scappare ma anzi si offriva al suo cacciatore. Fortunatamente Douglas resistette a cid che si potrebbe chiamare tuna reazione “turistica” e passo dalla curiosita all’analisi sistematica. Notd che molti gruppi che percepiscono entiti anomale nel loro ambiente tendono a negarle. Prendere sul serio un’entita anomala signi- ficherebbe mettere in dubbio lo status naturale del sistema di classifica- zione del gruppo. ‘Un esempio classico di rifiuto dell’anomalia si trova nel Vecchio ‘Testamento. Douglas nota che la ragione per cui il maiale & impuro, secondo il Vecchio Testamento, é che ¢ anomalo, Ha uno zoccolo spac- cato che, seguendo il Vecchio Testamento, lo rende puro; ma non rumi- na, e questo lo rende impuro. Quindi risulta che il maiale & particolar- ‘mente impuro proprio perché ¢ anomalo. Allo stesso modo il Vecchio ‘Testamento impartisce degli insegnamenti sull’attivita intermatrimonia- le in relazione all’anomalia. Anche se non ci si aspetta che voi sposiate qualcuno di un’altra tribi, sposare qualcuno che @ nato dal matrimonio tra un membro della vostra tribii e un esterno @ ancor pit disapprova- to. In entrambi i casi 'anomalia viene evitata ‘Tuttavia i Lele stessi sono un'eccezione: celebrano l’anomalo pango- lino, Questo suggerisce a Douglas che potrebbe non esserci una pro- pensione universale nel disapprovare 'anomalia. Se c’é variabilta da luna comunita allaltra,allora questo potrebbe dirci qualcosa sulla loro ‘organizzazione sociale. Certo & che e'@ qualcosa di speciale nella vita sociale dei Lele. Le loro relazioni con le alte tribit sono state di grande successo. Essi scam- biano beni con loro e hanno avuto poche guerre. ‘Qual é il segreto di una buona relazione con le altre triba? Superare efficacemente una frontiera 0 un limite. Ma che cosa fanno le entita ano- male? Attraversano i confini, Ecco la risposta al rompicapo sul perché i Lele siano differenti. Douglas sta suggerendo che la risposta dei Lele all’anomalia deriva dalle esperienze basate sulla loro organizzazione sociale. Percepiscono il pangolino favorevolmente perché attraversa i confini proprio come Br ‘COME FARE RICERCA QUALITATIVA fanno loro. Al contrario i Vecchi Israeiticonsideravano le anomalie con

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