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La rivoluzioni copernicana morale Unita 41 Kant e | nuovi compiti del pensiero eB _Inconclusione, possiamo osservare come Kant, anche nel campo dell’etica. operi ung sorta di “rivoluzione copernicana’: egli, infatti, pone in primo piano il-soggetto cle sue forme priori, individuando la yolonta quale fonte autonoma della legge morale, 4 ¢ig ferenza dei filosofi del passato che, di volta in volta, avevano basato il dovere morale sy determinati principi esterni all’'uomo ~ come l'educazione, il piacere, il sentimento, deale di perfezione, o la stessa esistenza di Dio -, Kant afferma che solo la raj jone uma Searoa!dbatto) na, nella sua universalita e incondizionatezza, pud fondare una morale indiscutibile setcaistiat| evalida per tutti. "P _ Perl'interrogazione - 4. Inche senso si pud affermare che |'etica kantiana é un'etica deont 2. Che cosa prescrive |'imperativo categorico nella sua prima formulaz 3, Che cosa sancisce, invece, la seconda formulazione? 4, Perché per Kant non é-sufficiente che una persona ubbidisca alla legge aff sua azione sia “eticamente” corretta? slogica’ Morale e religione Lalegge morale J) La legge morale é un “fatto” che la ragione scopre in se stessae che, come abbiamo detto, come “fatto” della ragione non ha bisogno né di essere dimostratané diessere giustificata. La moralit’ non ha altro fondamento che la ragione umana. Da questi presupposti derivano importanti conse- __guenze per quanto riguarda la concezione di Dio e della religione. Per Kant, infatti, neppure Dio puo essere assunto come fondamento dell’etica: anzi, -chiagisse.in-vista del premio eterno o per paura della punizione diyina non agirebbe - Mmoralmente, in ‘Tuttavia, lamorale conduce alla religione, Capovolgendo ’opinione comune, Kantri- tiene che sia la religione a essere fondata sulla morale, in quanto le sue dottrine fonda = non sono altro che \hrapporto tra) Ma seguiamo dall'inizio l'argomentazione del filosofo, che prende le mosse dallana- virtise felicia lisi del “sommo bene’. Quest'ultimo é un concetto problematico, in quanto implica la realizzazione congiunta della ¥irtit e della felicita, duedimensioni che nella-vita tertena s 0 Chitagisce per dovere (quindil'uomo.virtuoso) | postulati (dal latino postulatum, “clo che @ richiesto’ purnon essendo dimostrabil, devono essere ammesse come condizione della stessa esistenz #8 pensabilité della morale. Per Kant ne esistono tre: Dio, "immortalita dell'anima e la liberta ") della ragion pratica sono proposizioni che: cE) one ; Nonostante tutto, nell oma permaneVinsopprimibte cic... 4 ass Noni = tsopprimibile esigenza di pensare che colui ce-per-davere sia anche degno di felic, anes tA.I filosofi gre tale con- | Jestocon anal ata considera licith. | filosofi greci, per superare tale c esc a Sha vera ¢ propria “antinomia’,avevano identificato la virt. | |postulati della ragion pratica BetKant-la soluzione al problema appena espostorisiede nel postulare un Dio che ga- @ lost rantisca una felicita proporzionata alla virti e un aldila in cui sia possibile la realizza- zione di quel sommo bene che, in questo mondo, sembra inattuabile Seinfattinon esistesse tale possibilita, allora limpegno etico dei “buoni” sarebbe va nifeato e1a morale non avrebbe senso, La morale, dunque, postula come sua esigenza fondamentale l'esistenza di Dio, il quale, essendo ‘onnisciente” (non si inganna mai sui meriti delle persone buone) e “onnipotente" (é perfettamente in grado di far corrispon- dere la felicita al grado di vita virtuosa realizzata), sapra assicurare la felici itd in propos Beare are | an devexsenma 60 Analogamente, sostiene il filosofo, si deve postulare anche l’immortalita dell'anima E@Nipostuato | dal momento che il sommo bene non pud essere realizzato nel tempo limitato di que- _dellsnmartalita sta vita terrena, si deve ammettere che 'uomo disponga di un tempo infinito, dopo la | lana | aren | stavitate : morte, per progredire verso di esso. Sibadi bene, con la dottrina dei postulati Kantnon intende dimostrare razionalmen- tel'esistenza di Dio e dell’anima immortale, ma soltanto riconoscerne la necesita pra- tig Daltra parte, egli non asseconda neppure il fanatismo religioso di quanti ritengono realizaabile ideale della santita, eludendo i limiti della condizione umana. Infatti, te- tendo distinto il sommo bene (sintesi di vite fliita, che siconsegue nellaltra vita), | poser am ata chepossiamo “sperare” di raggiungere, dal bene pratico, da realizzare nella vita dituttii |linmottisasiams ; ae (Gavan cea cee ior, il filosofo ha inteso dare concretezza alla propria etica. ici Accanto a quelli di Dio e dellimpparilit dell'anima, vié ancora un terzo, essenziale, @ i!postulato delia Postulato della morale: quello dellalibert&. Senza presupporre l'esistenza dell’autonomia _|libeta | della libera volonta, infatti, !imperativo morale non avrebbe senso. Se in me é inscritto Limperativo categorico del“dovere’,€ necessario anche che io “possa” realizzare cid che 0 ordina; “tu devi’, dunque “tu puoi’ ILpostulato.della liberta rappresenta la condi- lone stessa dell'etica: il fatto che la legge morale sia espressa come un comando indica li 1 € libero di sottomettersi o meno alle sue prescrizioni e di realizzarle. Sei contenuti dei postulati della morale non hanno valore conoscitivo ~ e su questo primato della Punto Kant ritornera con insistenza ~ e rappresentano soltanto delle ragionevoli “spe- ica Tanze” che 'uomo alimenta per dare un senso al suo difficile e rigoroso percorso verso lavirta, tuttavia essi aprono un varco verso il mondo trans-fenomenico, in quanto com- _|'@##nPura_ _ Pottano che sul piano pratico la ragione ammetta proposizioni inammissibili dal pun- divista teoretico. E in questo senso che Kant parla di primato della ragion pratica si- a. yur

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