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1 GRAMSCI IN EUROPA IN FRANCIA, di André Tosel ‘Gramsci non ha giocato in Francia il ruolo che fu suo in Italia, quel Jo di fondatore di un movimento operaio nazionale-popolare e di rifondatore all’altezza dell'arresto strategico della. rivoluzione. ‘Questa situazione & «normale» se si tiene conto delle specificita delle storie ¢ delle congiunture nazionali in cui si sono sviluppati i diversi movimenti operai e comunisti. Ma la situazione @ pit sor- prendente se si considera che il contributo teorico © pratico di Gramsci stato ultimo grande contributo creativo del marxismo dopo Lenin, e che avrebbe pertanto dovuto interessare particolar- ‘mente ogni partito comunista alla ricerca di una via rivoluzionaria, in un Occidente segnato dalla rivoluzione passiva del capitalismo moderno. Dall'immediato dopoguerra fino al 1959, prevale I'ignoranza: la forza politica che avrebbe potuto e dovuto studiare Gramsci, il Partito comunistafrancese, manifesta infatti nei suoi confronti una ostlita sorda e costante. Occorre attendere la fine degli anni Ses- santa perché la situazione cambi e, sotto la pressione congiunta 4ellintervento teorico di Louis Althusser e degli eventi del "68, si avvii il lavoro per una vera ricezione. Fu la «Gramsci-Renaissan- ce» di eui ha potuto parlare Paolo Pulina'. Essa coincise nel 1975 con un intenso lavoro di traduzioni, ma mostrd presto i propr li- iti si ferm® nel momento stesso in cui le principali opere era- no finalmente a disposizione del pubblico francese. La crisi del co- munismo sovietico era difatientrata nella sua fase terminale, cil "P.Pulina, La ricecione di Gramsct in Franca, in «Bolleino per biblioteche. Rivista del’ Assessorao ai servi cultural dell Amministrazione provincial di Pavias,n. 19, ome 1978, 5 tcorico della rivoluzione in Occidente venne attirato ne dsasto E forse ogg, quando sembra delinearsi un’epoca nuova, che Gram- sei appare come un classico della modemit, 1a cui decostruzione pude deve fornire material per una ripresa della teora critica post capitalistic Una ricezione difficile (1945-1959) i son poche cose da rilevare prima del 1953. Come ricorda Geor- es Labica?, esistono due stud dello serittore Romain Rolland pre- cedenti al 1940, Antonio Gramsci. Ceux qui meurent dans les pri- sons de Mussolini (Editeurs du S.A.L, 1934), ¢ un necrologio, An tonio Gramsci raconté par R. Rolland («Vendredi», 11 giugno 1937). Ad eccezione dei testi di Jean Noaro, traduttore delle Let- tere dal carcere (una raccolta molto epurata, pubblicata dalle Eai tions Sociales nel 1953) e autore di articoli per «La Pensée», lal lora prestigiosa rivista teorica del Pef,i periodici di dipendenza co- munista pubblicano in modo sporadico e sparso articoli sia com- memorativi che dedicati a problemi letterari o pedagogiei?, Lo stux 2G. Labica, La réception de Gramsci en France: Gramsci et le Pf, ia Mo- derité de Gramsci?, At del convegno franco italiano di Besangon (23-25 n0- \embre 1989) pubbliat soto la direzione di A. Tose, «Annales Litéaires de Université de Besangon., 1992, pp. ® Citiamo alcuniaticol di questo periodo «desetcos: D, Richet, Gramsci le dant, in «Nouvelle Critique», 50, 1953: M. Soriano, Les Cahiers de prison dA. ‘Gramsci. La pensée d'un homme d'action, in «Les Letres frangises», 6-13 ago so 1953: D. Richet, Gramset et Vhistoire de France, in «La Petséen, 53, 1954, [A Monjo, La découverte de Gramci, in «Europe>, 0 99, 1954, Nel 1988 la sv: ‘ia «Burope» dedict a Grams parte dl numero 111: M, Soriano, Problames seo- Jaires, con taduzione di testi pedagopici gramsciani: A.M. Comnene, Pirandello vu par Gramsci. Ancora Soriano pubslica nel 1985 Problemes de critique lite ‘aires selon Gramsci, in eLttes nouvelles, 23, Net 1987 Marcel Cachi pub- blicaaleuniaticolicommemorativ sul giorale comunista«!"Humarité» (15 i ‘gno 1957). Inne i ilosofo Jean-Toussaint Desantipubblica il testo del 00 i tervento al convegno gramsciano di Rema, Gramsci, onctionnaire de Uhumanié, in eLa Pensées,n. 78, 1958, Per una bibliografia det test francesi su Gramsci fe YY. Henot, Gramsci en France, in oL.a Pensée>,n. 184, 1975; M. Montanari, La ‘question Gramsci. Difusione di massa in Francia dell opere del fondatore del Pei in «Rinascitas, 17 giugno 1975; A. Pancaldh, Gramsci in Francia i l"Unit», oxtobre 1974, Antologia gramsciana in Franca, vi, 13 Febbraio 1975; R. Pa 1s, proposto di Gramsel in Franca, in «Rivista strica del socialism, n. 30, 6 dio della teoria politica e del marxismo teorico di Gramsci @ af- frontato allora soltanto dallo storico Robert Paris*, che sara poi il curatore dell’edizione francese dei testi gramsciani per Gallimard (le Editions Sociales, dipendenti dal Pef, non avevano infatti otte- nuto da Einaudi i diriti di traduzione). Pars, di ispirazione con liarista, & cost il primo ad impegnarsi per collocare Gramsci entro la difficile storia del Partito comunista italiano e quella della IMI In- ternazionale, fra Iostilita dei comunistifrancesi. La prima edizio- ne italiana dei Quaderni del carcere, pubbiicata da Einaudi sotto rimpulso di Togliattie la responsabitita di Felice Platone, rimane seonosciuta in Francia, Bisogna attendere il 1959 perché le cose inizino a muoversi:esce presso le Editions Sociales un volume di Textes choisis di Gramsci. Realizzato da Gilbert Moget e Armand Monjo, con prefazione di Georges Coignot, questo ricco volume, che riuscira assai utile, & tut- tavia estorto al Pef da quelli detti «gli italiani e che, soprattutt fra ‘li studenti gli intelletuali, auspicavano un ammorbidimento teo- rico del materialismo dialettico alla francese e un allargamento del- latinea di fronte popotare che determinava a strategia del Pef.Si pud infati scorgere. in questa pubblicazione, una sorta di effetto del XX ccongresso del Peus e della forte spinta della destalinizzazione. La prefazione di Coignottestimonia le reticenze della direzione del Pcf, in quanto tende a rinchiudere la tematica del!’egemonia nella strate- «gia di fronte popolare e ad arginare il revisionismo attribuito a To- tliat ritenuto fedele interpreted Gramsci, A grandi linee, il Pefre- puta di non aver nulla da apprendere e paventa pericolose deviazio- ni teoriche e politche. La provaé nelle numerose note corretive (do- vute forse a Coignot medesimo) che prendono le distanze dallidea- lismo della filosofia della prassi, riaffermano la realta del mondo cesterno, Panteriorita della natura rispetto al pensiero, efanno riferi- 1973; 3, Texier, Note su Gramsc in Francia, in «Critica marxista», . 1, 1975, 6 Gramsct in Francia, vin. 3, 1976, Si aggiunga a quest aticolo citato di Paolo Polina. I volume Modernité de Gramsci, ci, contiene tna bibiografia che ar va al 1989, redatta da LY. Loigete che accoglieoperee amticoli frances. * Robert Pars ha posto Gramsci in rapport a Lenin e Topliati ed esaminato ‘a novit dll flosofia della pass invari contribu: Entre Marx et Lénine> Gram sei?, in «Arguments», n. 17, 1960; Le scratisme de Gramsci, vi. 25-26, 1962; La premiere expérience politique de A. Gramsci (1914-1915), in aLe Mouvement Socials, 42, 1963. Gramsci viene ino studio da Pars nel primo volume del- Ja sua Histoire du fascisme en lie, Maspéro, Parisi 1962. 7 mento alla Dialettica della natura di Engels, pubblicata dalle stesse Editions Sociales nel 1953, ¢ posta come base filosofica in armonia ‘con tutta la tradizione del materialismo francese dell'Iluminismo uscita da Cartesio®, La lettura comunistaufficiale non cambiera mol- 10, giacché dopo il XI congresso del Pef, quello della soppressio- ne della dittatura del proletariato e della messa a punto della strate- ia dell’Union de la Gauche nel 1976, gli autori del!'opera colletti- va Les communistes et l'Etat (Editions Sociales, 1977), Jean Fabre, Frangois Hincker, Lucien Séve, riconosceranno che il contributo de- cisivo di Gramsci é stato «’analisi dell difficolta e delle particola- 1 possibilit della rivoluzione in un paese capitalistico avanzato © dei compiti che ne derivano». Ma niente & veramente utilizzato del- la teoria dello stato, degli intellettuai, dei rapporti fra politica ed economia E come se Gramsci venga inserito nell'originale elabora- zione del partito francese: 'egemonia@ ridotta a persuasione prefe- ribile alla coercizione; viene minimizzato il ritardo della diffusione della sua opera; in breve, Gramsci funziona da strumento per la le- gittimazione della svolta «democratica» del XXII congresso. E stimolante, ¢ anche un po’ ironico, constatare che alla stessa epoca, malgrado Ia diversita delle tattiche, il nuovo Partito socia- lista in piena ascesa, procedeva ad un uso analogo. Cosicehé il re- sponsabile della formazione dei quadri socialisti, Gérard Delfau, poteva precisare che al contrario di Lenin e di Trotskij, Gramsci era fra coloro che avevano saputo «sforzarsi di descrivere la com- plessita delle formazioni sociali e quindi la necessita di fondare la lotta politica sulla conoscenza della societa civile»®. Il totale soffo- ‘catnento dei primi anni del revisionismo italo-gramsciano, che ave- va accompagnato una politica frontista in vista di un avvenire di- verso dalla ditatura del proletariato, si & quindi trasformato in un -ramscismo morbido, inteso a unificare due tradizioni opposte, quella socialista e quella comunista. Ma questo accostamento na- sconde grossi equivoci e merita un‘attenzione specifica, © Sirti della nota alle pagine 178-180 del Gramsci del 1959 modellata su la prima edizione italiana di Einaudi, povera d testi precedent ares e rticen te crea Vopposizione politica di Gramsci a Toglitt a qullepoca, Da vedere i rcordato contsbuto di Labica su quest primo periodo di (non) diffusione di Gram. si in Francia Cit da G, Labiea (fr. nota 2), Liintroduzione-denegazione di Althusser: tun confronto d’alto livello ma senza seguito apparente (1959-1966) # allora fulminante illuminazione dell’ opera di Louis Althusser a far realmente emergere, sulla sua scia, lo studio dei Quaderni det carcere. Non ® uno dei merit minori di Althusser quello di aver insieme liberato i marxismo francese dal suo isolamento rispetto alla modernita teorica del suo tempo (Bachelard, Canguilhem, La- can, lantropologia strutturale), ¢ di averlo messo a confronto col pensiero del continuatore di Marx in Occidente. Nel 1965 Althus- ser pubblica uno dopo laltro Per Marx e Leggere il Capitale, do- ye saluta «l'opera geniale prodigiosamente sfumata € sottile» di Gramsci. Conviene misurare limportanza di questa introduzione, che & davvero sorprendente: tale rivelazione @ infatti immediata- mente accompagnata da una operazione di sapiente denegazione. In effetti, Althusser distingue il contributo di Gramsci al mater lismo storico (ed 2 a questo che siriferisce ’elogio precedente), da quello dato al materialismo dialettico, alla filosofia del marxismo ( qui le riserve sono total). Althusser, che conserva la struttura formale del marxismo-leninismo, critica impietosamente lo stor cismo filosofico di Gramsci Occorre soffermarsi su questo dibattito, I'ultimo gran dibattito teorico del marxismo, perché delinea la opposizione di due tipi o poli del marxismo del XX secolo, Gramsci avrebbe ridotto la filo- sofia in generale, ¢ la filosofia marxista in particolare, alla sola teo- ria della storia, rinnovando 'errore di Hegel: confondere la gene- si logica del concetto cot provesso della storia empirica. Certo ‘Gramsci & ben consapevole della strict’ radicale det rapporti so- ciali di produzione e delle forme teoriche, rinuncia all'idea hege- Tiana di un’adeguazione del momento storico all’etemita di un sa- pere assoluto. Egli si attiene al solo piano dello spirito oggettivo, ma da discepolo di Hegel e di Croce, postula la tesi della recipro- caespressione diretta del momento logico ¢ del momento reale che ne & causa. La celebre equazione politica=filosofia=storia, pone adeguazione idealistico-storicista della teoria (della storia) al pro- prio tempo (la storia). La filosofia in quanto sapere storico della storia si costituisce in scienza di riferimento: espressione del pro- prio tempo, essa dipende da una ideologia organica 0 concezione 9 del mondo’, Secondo Althusser, viene a trovarsi cost compromes: sa idea di scienza, quella della rottura fra lideologia, o la conce- zione del mondo, e la Scienza, essendo entrambe rimandate alla sfe- ra della sovrastrutura, a forme di linguaggio votate ad essere su- perate da teorie pitt comprensive e determinate dal loro pitt ade- guato rapport alla storia. Althusser tocca una delle idee portanti ‘ella filosofia della prassi, quella della traduecibilita delle scienze e dei linguagei entro un medesimo medium. Egliintende preservare Ja forma-concetto nella sua propria materalitateorica, come prati- ‘a. teorica phe si svolge nello stesso teorico e produce i suoi effet- ti di conoscenza. La scientificita: non pud essere compresa come forma della coscienza € come qualsivoglia prodotto cultural. Gramsci confonde dunque scienza e filosofia, questa ha infatti un altro rapporto con la storicita rispetto a quello dell'espressione, e deve allora pensare nella propria storicita il concettuale-formale dello scientifico, It materialismo dialettico ha il suo compito: pen- sare la differenza scienza-ideologia messa in pratica da Marx nel- la sua critica dell’economia politica. La filosofia non & quindi una concezione del mondo, organica alle masse moderne; essa rimane disciplina sistomatica astorica in quanto ritraecia ctermamente la 1 ehiarimento decsivo con Gramsci si trova in L. Althusser, Live fe Capi- tai, vol. l, Maspéro, Paigi 1965, e pit precisamente nel testo L'objet du Capital, (quintoparagrafo Le mariome n'est pas un hstorictime, pp. 73-108. Grarsc tea. curl signficato toric di questa tua [a le paste religion oideoogic, fil marxismo ~ che & una scienca[..]¢ le sue conseguenze teotche prtiche» E prosegue:egli sha la tendeaza a pensare il rapporto della senza marnsia con 1a Stora eae sul modello del rappto tra una tdeologia “organics” [.] ela sto- sia ral, sul modello de rapporto di espressione deta (p89). Hl ifito del pre senteassoluto di Hegel tende a rendereassoluti ttt presenti © stable che it tempo storico possicde inclascuno dei suoi presenti una sruttura tale da permet trl la «"sezione di essenza della contemporaneita»(p. 91. La traducbii de Je peatche demolisce Ia totalitt marxsta che «comport dei ivellioistave diff ‘enti non direttamenteespressivi gli uni degli alr». Gramsci ignora T'eartcol zione delle pratiche» e ripega la pata scientifiea non pensata sulla efTetivita mpirca della storia. La paticateovia, nella sua specie non seduce alla so ‘rasirutturae occoresalvare la sua diferenza dagl ogget real. Bisogna non su: peraeil materialsmo in una prass soggetto idealistic, ma fipensre il materia teoria sess, pena la rduzione della fosofia di Marx a una «metodo Togia sorican rifsso della presenza della storia rele in tute le sue manifest oni (p. 99). Lo storicismo 2 un empirismo specultivo. Si veda J. Robelin, Gran: Sci et Althusser. Problémes et enjeut de la lecture althuseviene, in Modernté de Gramsci? cit, pp. 8591 10 frontiera dell’sideologico» e dello «scientifico». Althusser, tutto preso dalla propria lotta alle forme morbide di storicismo, come quelle di Sartre che facevano del marxismo 'insuperabile filosofia del nostro tempo, non coglie allora che la proposta gramsciana di filosofia della prassi mirava a mutate il terreno stesso della que- stione, al di l& della distinzione scienza-ideologia, ¢ intendeva de- terminare ogni pensiero mediante il riconoscimento intrinseco del- le sue condizioni storiche di realizzazione, di politicita, seguendo in cid Marx, il quale aveva pensato in questo modo il rapporto fra economia politica ¢ la sua critica, Gramsci assimila il pensiero teorico a una realti culturale delordine della concezione del mondo. Stabilisce una continuitd fra il senso comune coi suoi pregiudizi i saperi di diverso tipo e la filosofia stessa (soprattutto la filosofia della prassi). Egli non con- sidera T'ineguale consistenza epistemologica di questi elementi, € si interessa soltanto alla loro capacita di produrre effetti di orga- nizzazione politica nel processo storico. Althusser tiene soprattut- to conto del contenuto scientifico degli elementi teorici: oppone le scienze —e la scienza della storia — alle ideologie e alle loro illu- siont. Sono gli effetti di verita det saperi che lo interessano, ed @ a ‘questi che affida la funzione di trasformazione pratica Per Gramsci la filosofia si pone in connessione col senso co- ‘mune a partire dai suoi elementi ricchi di una nuova concezione ‘del mondo. Essa mira a una riforma intellettuale e morale del sen- so comune, consentendo alle masse subalterne di uscire dalla pas- sivita, di costruire una nuova esperienza del mondo e diventare «at- trici». Per Althusser la filosofia garantisce la difesa e Villustrazio- ne della scientifiita propria de! materialismo storico, e interviene affinché si producano le nuove conoscenze necessarie alla lotta di classe. Essa aiuta il movimento storico riaffermando la differenza fra scienza e ideologia, sventando le illusioni ideologiche che sorgono e impediscono al partito e alle masse di identificare gli obiettivi decisivi. Ha insomma una funzione di correzione infinita, ‘Se Gramsci dissolve la filosofia come concezione del mondo, Althusser da parte sua separa la scienza e la filosofia dall'ideolo- gia, senza poter spiegare il vincolo storico, gli effetti storico-poli- tici della teoria. Althusser si agevola il compito affrontando una versione debole dello storicismo, ed evita il problema di Gramsci: come spiegare la formazione del divenire politico della filosofia cche si traduce, atraverso la formazione degli intllettuali organict ‘come funzionari dell'egemonia di una classe dominante e la capa- ita di una riforma molecolare del senso comune, nella vita quoti- diana. L'intertraducibilita dei linguaggi rimanda alla formazione di tuna cultura unitaria che non @ altro se non I'inclusione della teoria nel campo sociale, sotto il ripetersi della pratica politica divenuta ultima istanza traduttrice. Come rileva Jean Robelin, & anche ¢ for- se in definitiva sul terreno del materialismo storico, della seienza della storia, che poggia il disaccordo. Althusser, con la sua teoria ‘dellartigolazione delle pratiche e dei loro tempi differenziali, non accetta Fidea di una finalizzazione-totalizzazione immanente del- Ie pratiche nella sola pratica politica intesa come il diventare-stato dei subalterni, cio’ come diventare soggetto della pratica politica e del suo agente, il partito-moderno principe. Egli preferisce 'idea di un insieme di pratiche, unite nelle loro divisioni dall'idea di sur- determinazione. I successivi interventi di Althusser mostreranno che opposizione sulla filosofia di Marx (il materialismo dialetti- 0, per riprendere il lessico dell’ ortodossia marxista-leninista) ce- lava una divergenza polare circa la concezione dei rapporti econo- politica c la stessa lotta politica, cio’ circa il materialism sto 0 stesso. Questo confronto d’alto fivello non restd a lungo sulla ribalta. Se ad esso subentrd il lavoro pionieristico di Jacques Texier, che nel suo Gramsci et la philosophie de la praxis tomava sullo sto ricismo radicale per mostrame loriginaliti di 1 da Croce © dallidealismo, fu urto della rivolta del "68 che distolse la lettura di Althusser verso questioni propriamente politiche, verso il mate- rialismo storico per riprendere la distinzione canonica. Il ricono- scimento di un potenziale critico in seno alla classe operaia, I'av- vio di nuovi prodotti intellettuali, la sconfitta dell’imperialismo americano in Vietnam, Ia rivoluzione culturale cinese interpretata all'epoca come critica da sinistra dello stalinismo, parvero aprire uovamente la questione della rivoluzione in Occidente, per lo "4 Texier, Gramsci et la philosophie de la praxis, Seghes,Parigi 1966. Vi si ‘wova uno sforo per gustiieare lo storicismo gramsciano attraveso la sotaines- ‘ura dllimportanza del confronto eon Crave e un abbozz0 di un’alta tora del feonceto. Viene opposto alla rcchezza delle ricerche apert dalla critica dello Scientismo economicistico il carter enigmatic dela causali strutturale cara ad Althusser. 2 =~ meno quella di trasformazioni decisive. Fu allora che i due fratel- i nemic, il Pof e il Partito socialista rifondato, cercarono se non proprio una teoria della transizione,almeno dei garantiteorici. Non seoced Tora della filosofia della prassi, bensi quella d’una certa cconeezione debole dell'egemonia. Quell’ora presto siriveld essere un semplice quarto dora, quello dell’eurocomunismo, La Gramsci-Renaissance. Gli equivoci dell’egemonia (1966-1977) Apparvero in effetti le prime serie ricerche monografiche sulla teo- tia politica: quelle di AR. Buzzi, La théorie politique de Gramsci (Neuwelaerts, Parigi-Lovanio 1968); JM. Piotte, La pensée polit- ‘que de Gramsci (PUR, Parigi 1971); H. Portelli, che pubbticd in successione Gramsci et le bloc historique (PUF, Patigi 1972) € Gramsci et la question religieuse (Anthropos, Parigi 1977); 0 an- ‘cora R. Maggiori e D. Grisoni, Lire Gramsci (Anthropos, Parigi 1974), Riviste prestigiose dedicarono a Gramsci numeri speciali, come «Les Temps Modernes» (n. 343, 1975). Nuove riviste, eff ‘mere ma attive, siformarono attorno alla tematica dell’analisi del la societa civile e del suo divenire stato: cost «Dialectique» col suo fascicolo su Gramsci (n. 3-4, 1974). Vi poterono intervenire anche studiosi italiani, fra cui Nicola Badaloni, Pietro Ingrao, Valentino Gerratana, Massimo Salvadori, Luciano Gruppi, Bruno Trentin. La pubblicazione in Italia della prima edizione critica dei Quaderni del carcere, a cura di Gerratana (Einaudi, 1975), fu presentata an- ‘che in Francia. E in questo periodo che Gramsci viene tradotto, Nel 1975 le Euitions Sociales pubblicano Gramsci dans le texte, che rimpiaz- za il volume del 1959 ormai esaurito. Organizzata e introdotta da Frangois Ricci, questa raccolta arriechisce di nuovi testi la prece~ dente, ma soprattuto epura le note e riesce a dare, con la prefa- zione di Ricci, la misura della feriita di questa rifondazione det marxismo ¢ della novita della sua teoria politica. Infne le Editions Gallimard cominciano la pubblicazione delle opere complete di Gramsci, sotto I accorta drezione di Robert Paris, il quale fornisce ciascun volume di preziose prefazioni storico-critiche, consenten- do di dissipare I'agiografia gramsciana d'Oltralpe e di restiture, B contro la lettura ufficiale del Pci, le eresie del suo fondatorte (Ia po- Temica con Tasca, le condizioni della scissione del 1921, la rottu- ra con Bordiga al congresso di Lione e il ruolo dell’ Internaziona- Ie, la famosa lettera del 1926 che criticava la violenza della politi ca del Peus nei confronti delle opposizioni). Escono cosi nel 1974, 1975 e 1980, gli Ecrits politiques in tre volumi, antologia di testi precedenti il carcere. E soprattutto inizi, in ordine sparso, la pub- blicazione dei Cahiers de prison secondo Vedizione critica: nel 1978 il volume III (quaderni 10-13); nell’83 il IL (quaderni 7-9); °90 il TV (quaderni 14-18). Bisognera aspettare il "92 per ave- re il volume V, che riunisce gli ultimi quaderni (19-28). Da ag- stiungere, poi, a nuova edizione di Textes organizzata e introdotta dda André Tosel per le Editions Sociales. Come si vede & proprio alla fine del periodo pid fecondo che si moltiplicano le traduzioni. Le cose marciano anche da parte comunista, e pit! precisamen- te da parte di coloro che seguono con attenzione la strategia del Pei € il suo sforzo egemonico, che sono sedotti dalla grande apertura cculturale della via italiana attribuita a Gramsci. Tra la erisi del co- munismo sovietico ineapace di riformarsi (come dimostra la re- pressione della Primavera di Praga nell'agosto del 1968) e quel che si titiene essere una grave crisi di egemonia nei paesi capitalist avanzati, procede Idea di una terza via, quella di una transizione realmente democratica, ma radicalmente riformatrice. ‘Nicos Poulantzas, influenzato da Althusser, modera il rigore del «taglio epistemologico» tentando di articolarlo con una teoria del- la transizione come guerra di posizione in un contesto di rivolu zione passiva. Egli & il primo politologo marxista a cercare ele- ‘enti nel cantiere gramsciano ¢ a prendere le distanze da un certo maoismo presente in Althusser ¢ negli althusseriani intomo al “68. Gia nel 1965 aveva pubblicato su «Temps Modemes» (nn. 234 & 235) uno studio, Prolégoménes a l'étude de I'hégémonie, dove in- tersecava Ia teoria formale althusseriana dei modi di produzione con la tematica gramsciana del rapporto fra societa civile e stato in tun periodo di allargamento dello stato. Nel 1968 pubblica il suo li bro pitt celebre, Powvoir politique et classes sociales (Maspéro, Pa- rigi). Nutrito della conoscenza di Marx e della tradizione leninista, aperto a Weber, Pareto, Dahrendorf, insste sul concetto di blocchi i alleanze e mette in luce 'importanza della categoria dell'ege- ‘monia, Da parte sua, Jacques Texier prosegue il proprio lavoro di 4 analisi: nel 1968 pubblica il suo intervento al convegno gramscia- ‘no di Cagliari dell'anno precedente, in opposizione alle famose te- si di Norberto Bobbio sulla natura sovrastrutturale della societa ci- vile, (Gramsci théoricien des superstructures, in «La Pensée», n. 139). Insieme ad altri, interviene nella rivista culturale del partito comunista «La Nouvelle Critique», per evitare una interpretazione troppo liberate dell'egemonia, ridotta soltanto alla conquista det consenso elettorale (difesa allora dal teorico ufficiale Roger Ga- raudy in diverse opere, in una delle quali, Le grand tournant du so- cialisme, Gallimard, Parigi 1969, citava Gramsci)’. La questione & che dopo esser stato immaginato come il conti- ‘nuatore del leninismo per I’Occidente, Gramsci viene allora consi derato liniziatore di un’altra strada, critica verso la dittatura del proletariato leninista. Per qualche tempo tende a diventare una po- sta in gioco tra le rivalith della sinistra francese: se per alcuni so- stenitori det socialismo democratic il suo contributo consiste nell'acclimatare senza dirlo troppo il riformismo socialdemocrati- co entro la tradizione comunista, per altri rimane un comunista che pensa le condizioni della rivoluzione all’interno del suo stesso ri- piegamento. Egli non tende a proporre i veechi amesi del consen- so come «altro» dalla forza, ma ad analizzare la complicazione del ‘nesso economia-politica in un periodo di ricostruzione capitalisti- ca instaurata essa stessa dalla rivoluzione del 1917. La guerra di posizione non implica un uso strumentale della demécrazia bor- sghese, ma la sua trasvalutazione per costituire una nuova forma di lunita tra infrastrutture rette dalla generalizzazione della sottomis- sione reale del lavoro al capitale (attraverso il fordismo) ¢ le so: vrastrutture caratterizzate o definite dalla compenetrazione di so- cieta civile e stato. La dominanza de! consenso non esclude mai il ‘momento politico-militare, essa tende a rimpiazzarlo, nella sola mi- sura del possibile, col momento catartico, col passaggio dal mo- mento economico-corporativo al momento etico-politico. Occorre Gramsci, nécessté et erétvité historique, in «La Novw Critiques, 69, 1973: La spécifcté du matérialigme de Marx et la erie di communisme réfrmateur i «Raison Présente»,n. 47, 1978, Da vedere anche F. Rice, Gramsci théoricien poiigue, in «La Nouvelle Critique, n.28, 1969. Que stulima rivista fu soppressa su decisione politica del Pe per ilo-italianim ere visionismo! Nel 197, Texiere Jean Rony pubblicarono in trduzioe francese 4 Principal est di P, Togliat, Sur Gramac (Editions Sociales, Pari) 15 , sia dal Pef quan- do immaginava di poter gestire I'alleanza coi socialisti a proprio unico vantaggio. Il tentativo dell’eurocomunismo, presto falito in Francia, riassume queste ambiguita Ia dove una reale ricerca poli tico-strategica urtava coi suoi limiti e si lasciava ideologizzare". Il secondo confronto con Althusser: partito, stato, ideologia In questo periodo, accantonato quello sulla funzione dello storici- smo nella filosofia marxista, si assiste al prolungamento del con- fronto con Althusser sul terreno del materiaismo storico € della Jota politica. Prevenendo in anticipo la deriva del gramscismo morbido social-liberaleggiante, in Idéologie et appareils idéologi- ‘ques d’Etat, un articolo di vasta risonanza pubblicato in «La Pen- sée> (n. 151, 1970, ¢ ripreso in Positions, Editions Sociales, Pari- ° Questa Gramsci-Renaissance ebbe anche una forma baroeca con opera di M.A. Maccioechi, Pour Gramsci, Seuil,Paigh 1974, che riprendendo aleun suo «oti all univers di Vincennes tentaun‘improbabile ines tra Gramsci e Mao Ze ‘dong. Lo stesso anno, li «Quinzaine litéraite», vista sempre alla moda, dedi & (quest opera un dossier. Vale ade el gramscismo aveva sfondato alors 16 gi 1976), Althusser aveva di nuovo posto la questione dello stato € dell'ideologia attingendo da Gramsci, ma per collocarla su tut’al- ‘to terreno. Probabilmente dietro I'impulso dei lavori di Poulant- 2as, impensierito dall'avanzata del gramscismo morbido, preoceu- Pato di trovare tno sbocco «

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