/ I risvegtio
ha il
opravvento su di te ¢ non c'é luce. Allora, dov'e il dubbio
aplass o? Rimane qualche dubbio? Dov'e?
i prendo in giro di nuovo, Se rimani coinvolto ancora nel dub
bio, sarebbe opportuno che la tua natura mettesse fuori la testa ¢ ti
dicesse: “Bhi, io sono rigpa! Eccomi qui”, ¢ poi ti parlasse, ma non
lo fa, Sei tu che devi distinguere da te stesso tra la mente e il rigpa,
Una delle sei qualita speciali di Samantabhadra @ quella di cistingue-
re, Noi dobbiamo emulare cid che ¢ avvenuto nella realizzazione di
Samantabhadra. Tu non pensi a Samantabhadra nello stato origina-
rio come a un uomo blu che visse molto tempo fa, vero? Dobbiamo
attenerci a quei medesimi principi della realizzazione proprio in que-
sto momento, adesso,
Non devi alterare nulla, Quando lasci essere completamente, il
coinvolgimento nei pensieri del passato, del presente ¢ del futuro |
vien meno. Tae essere, non sei piti coinvolto nei pensieri dei
tre tempi. Quando lasci essere completamente, ¢’é la vivida sveglia
presenza, Lesperienza consiste soltanto nel yedere che non ¢’é nien-
te da vedere, Questo viene visto con chiarezza cos? com’é. Las i
coinvolgere nei pensieri dei tre tempi non é lasciar essere ¢
mente, giusto? In questo istante non c'é assolutamente nulla da ve
dere. E cid che dobbiamo riconoscere. Se ci fosse qualcosa da ved
re enon ci riuscissimo, allora sarebbe una cosa difficile. Noi dobbia-
mo soltanto vedere che zon c’é niente da vedere. Se chicdessimo a
cento persone diverse cosa vedono quando riconoscono |’essenza
della mente, ciascuna di loro dovrebbe dire che non c’é niente da ve-
dere. Potremmo pensare che ci sia qualcosa da vedere, ma questo &
soltanto un pensiero. Non ¢’é niente. Qualeuno, quando vede la na-
tura della mente, rimane deluso, perché suppone che ci sia qualcosa
da vedere e che gli sia sfuggita; pensa di non averla ancora vista. Ma
la realta innata (tathata) & paragonabile alla visione dello spazio. I)
Buddha disse: “La gente afferma di vedere lo spazio ma, ditemi, co-
me lo vedono esattamente?”. Uno Sravaka chiese al Buddha: “A co-
sa assomiglia Ja realta?”. Il Buddha rispose: “Osserva lo spazio”. A
cosa assomiglia lo spazio? Puoi dire di vedere lo spazio? Quando la
gente dice di non vedere nulla, tale non vedere io lo chiamo ‘vedere
lo spazio’. La realta, la natura della mente, assomiglia allo prea per
ché non ¢’é niente da vedere, udire, odorare, gustare o afferrare.
simile ma non identica allo spazio, come ho gia spiegato.Udubbio 151
Quando ci si allena non c’é bisogno di riconoscere la mente vuota
col pensiero. Un pensiero come “ora é vuota, é yuota” & una vacuita
formulata che non serve a nulla, B soltanto un pensiero. La vacuita
non @ quella immaginata. E cost com’é da se stessa, naturalmente
Spontanea: non devi pensarla affinché ci sia. Formulare l'idea della
propria essenza come vuota equivale a creare un pensiero, A che pro
creare un altro pensiero, dal momento che il nostro compito é il non
coinvolgimento nei pensieri? Si pud essere intelligenti, €ppure non ca-
pire fraintendendo la vacuita. Creare l’idea della vacuita é un errore
Quando ti abitui di pit alla sveglia presenza non concettuale, é
come se arrivassi su un’isola interamente d’oro. A un certo punto
puoi provare a cercare un pensiero o concetto nella consapevolezza,
ma, per quanto intensa sia la tua ricerca, non lo troverai da nessuna
parte. Poiché tutto d’oro puro, puoi cercare delle comuni pietre, ma
non le trovi. Alla fine sara cosi. Perd fino ad allora devi allenarti.
Non meditare, bensi allenati. Quando ti sei perfettamente abituato
all’allenamento al rigpa, puoi provare a cercare un comune pensiero,
ma non lo trover
Fino a quel momento, sii diligente e persevera, non nella medita-
zione ma nell’assenza di distrazione. Meditate, meditate: questa idea
ci ha ingannati sin dall’inizio. Quando sentiamo dire: “Non medita
te, non meditate”, potremmo domandarei: “Perché all’inizio ci han-
no detto di meditare, quando in realta non c’é niente su cui medita-
re?”. E vero che tutte le cose semhrano accadere. Per esempio, acca-
dono gli 84.000 tipi di emozione disturbante, anche se possono esse-
re condensati nei cinquantuno eventi mentali inclusi nell’ageregato
delle formazioni. Tutte le cose che accadono possono essere incluse
in questi eventi mentali. Possiamo affrontarli tutti riconoscendo l’es-
senza della mente. B come ‘attraversare cento fiumi passando su un
solo ponte’, se conosci quell’unico ponte. Tutti i diversi corsi dac-
qua che discendono dall’alta valle si fondono insieme sotto un ponte
al fondo della valle. Questi stati mentali non sono simultanei; sorgo-
no uno dopo l’altro, Ma nell’istante in cui si vede che |’essenza di cid
che pensa é il dharzakaya, le 84.000 emozioni disturbanti, quali che
siano, si dissolvono nel medesimo momento.
Quando ce ne facciamo un problema,
no pensieri. |152. I rtsveglio
buddha possono cercare un pensiero, ma non ne trovano nessuno,
Le saggezze, la compassione, le attivita di un buddha sono tutte per
fezionate, In effetti, la parola tibetana per buddha significa ‘purifica-
to e perfezionato’,
Il sole é radioso, caldo e luminoso: lo osserviamo e vediamo che
questa é la sua natura. Similmente, si tratta soltanto di riconoscere lo
stato del rigpa. Quando gli esseri senzienti sono intrappolati nei pen-
sieri, sono intrappolati nelle loro stesse creazioni, Man mano che ci
abituiamo a riconoscete la sveglia presenza spontanea, la struttura del
pensiero si tiduce, finché é completamente purificata e perfezionata.
La saggezza della consapevolezza é purificata e perfezionata sin
dal principio. Il problema consiste soltanto nel non riuscite a ricono-
scere la propria natura. Alcune persone pensano che se si riuscisse a
meditare moltissimo, allora piano piano si potrebbero ricavare le
qualita delPilluminazione e ottenerne sempre di piti, fino a raggiun-
gere la completezza. Non é affatto cosi. Le qualita illuminate sono
presenti sin dal principio; le possediamo gia. Non pensare che grazie
a qualche tipo di sforzo macho tu possa riuscire nella via e compten-
dere il rigpa sempre pit fino ad accertarlo perfettamente. Non é cosi
che insegnano i buddha, Le qualita illuminate sono presenti in modo
naturale e spontaneo sin dal principio. Pitt meditiamo concettual-
mente, e pitt le qualita vengono oscurate. Il nostro meditare ricopre
cid che é presente spontaneamente.
A volte dubitiamo, e cid va benissimo. Il modo di affrontare tale
dubbio consiste nel riconoscere chi dubita. Allora si vede chiara-
mente cos? come'é il fatto che non c’é nulla da vedere. E questo che
chiarifica i] dubbio. Non é certo al cento per cento che non ¢’é nien-
te da vedere? Oppure qualche volta vedi chi dubita?
STUDENTE: No,
RINPOCHE: Proprio cid che vede é.la consapevolezza. Senza di
essa non potrebbe esserci il riconoscimento: sarebbe come lo spazio,
niente da vedere. Se non ci fosse la consapevolezza, la conoscenza
naturale, non ci sarebbe la conoscenza del fatto che non c’é niente
da vedere. Questi due aspetti sono un’unita originaria: yuota cono-
scenza. Allora, come possiamo mantenere la convinzione che esiste
un ‘me’ co! osa, e che c’é una cosa separata, la natura della
‘Se la vacuita ¢ la conoscenza sono
cose diverse? Non dubitare dibio 153
cid. Devi dissolvere questo dubbio. Karmapa Rangjung Dorje ha
detto nella Asprrazione alla Mahamudra
Quando si osserva pit volte la mente non vista
si vede chiaramente cosi com’e il fatto che non ¢’é niente da vedere.
Eliminando i dubbi su cié che & 0 non é la sua natura,
possiamo noi riconoscere senza errori la nostra essenza
Anche il Buddha ha detto:
Quando la mente ossetva la mente,
il non vedere @ vero vedere.
Questo viene insegnato nei siitra pitt profondi.
Quando volgi l’attenzione verso gli oggetti percepiti, come puoi
vedere la natura di questa attenzione? Lascia che la mente percettiva
riconosca se stessa, la sua stessa natura. In quell’istante puoi davvero
sostenere che non sei in grado di vederla?
A un certo punto potresti iniziare ad affermare mentalmente: “Oh
si, @ questo che yuol dire essere vuoto”, oppure: “Questa deve esse-
re la conosce! “Adesso capisco cosa vuol dire unita”. Non
dobbiamo concettualizzare in questo modo la nostra comprensione.
I] nostro stato fondamentale é gid vuota conoscenza sconfinata, lo é
da se stesso, Se, dopo tale indicazione, ritieni che questa ‘compren-
sione’ sia l’allenamento, ti stai solo ingannando con il pensiero.
Quando c’é la vuota conoscenza sconfinata non é presente nessun
pensiero. Se cerchi di aiutare questa vacuita naturale ricorrendo a
una vacuita inventata, cosa accade? II risultato é solo ulteriori pen-
sieri, che di per sé sono il carburante di altro samsara. Dal momento
che dovremmo essere senza pensieri, il fatto di sedere e trattenere al-
tri pensieri determina solamente la continuazione del samsara. La
sveglia presenza spont i154 Il risveglio
bio & sempre soltanto un pensiero. Percid, se inizi ad avere questo
pensiero, riconosci semplicemente la natura di chi dubita, Non ap
pena la vedi direttamente, il dubbio percepito come una cosa che
permane da qualche parte non c’é pili; non c’é pit quella massa di
dubbio in attesa. Essendo vuoto, svanisce nell'istante del riconosci
mento. Machig Labdrén disse al demone: “Neppure io ti vedo. Nep-
pure i buddha dei tre tempi ti vedono”. II pensiero ¢ un movimento
yuoto in se stesso. Se ti lasci andare al pensicro, esso ti scaglia nei tre
regni del samsara. Non appena riconosci la natura del soggetto che
pensa, il pensiero svanisce.
STUDENTE: Pud esserci pensiero durante il rigpa?
RINPOCHE: Lo stato del rigpa non é inconsapevole; c’é una lumi-
nosita naturale che consente a ogni cosa di essere riflessa. Questa
qualita riflettente viene anche chiamata rang-tsal, che significa
espressione naturale. L’espressione naturale puo assumere due for-
me: sherab oppure namztok, visione intuitiva o pensiero. “L’espressio-
ne che si muove come sherah é libera. Lespressione che si muove co-
me vamtok & confusa”. Questo fa una grande differenza. Ma, per es-
sere precisi, nello stato del rigpa non c’é reale movimento. Quando
lespressione si muove come sherab, nel medesimo istante in cui ap-
parentemente si muove, é gia libera. Non c’é reale apparire. E un
punto molto importante. Non possono esserci nel medesimo tempo
sia l’oscurita sia la luce.
E essenziale accertare il fatto che non c’é nessun tipo di namtok
nello stato del 7igpa; ¢ impossibile. Voscurita non pud rimanere
quando sorge il sole. Un capello non pué rimanere in una fiamma. E
solo in un momento di distrazione che si perde la continuita del rig-
pa. Ed é solo in conseguenza di quella perdita, ossia marigpa, man-
canza di conoscenza, che il pensiero pud iniziare a muoversi. Questa
perdita di continuita, nel senso di dimenticanza e distrazione, viene
innata. Ribadisco che pensare significa concet-
lo stato di ignoranza. I pensiero ha inizio so-
Zarigpa, ossia con la perdita del rigpa. Du-Mdubbio 155
la. La sua continuita alla fine viene meno. In quel momento, dopo la
perdita del rigpa, si ripresenta il pensiero. Tuttavia, se riconosci subi-
to il 7gpa, quasi simultaneamente al pensiero, c’é cid che chiamiamo
il rangshar rangdrél del pensiero, il quale ‘sorge da te ¢ si dissolve in
te’. Questo non accade finché continua il rigpa; é impossibile. Prima
di tutto osserva e semplicemente lascia essere. I] riconoscimento
continua per un po’, proprio come quando hai suonato la campanel-
Ja, C’@ una continuita naturale dell’assenza di distrazione, similmen-
te al suono che continua da solo. Non hai bisogno di suonare di nuo-
vo la campanella affinché il suono continui. Per un principiante que-
sta continuita dura un istante, forse tre secondi. In questo periodo
¢’@ una spontanea stabilita innata: non viene mantenuta deliberata-
mente, Non é che uno pensa: “Adesso devo fare in modo da non di-
strarmi”. Non é necessario. C’é un senso naturale di non distrazione.
(Rinpoche esemplifica il riconoscimento e il semplice lasciar essere.)
A un certo punto ti distrai e inizi a pensare. Potrebbe diventare
una serie di pensieri. In quel momento hai la possibilita di ricono-
scere di nuovo |’essenza. Se il riconoscimento avviene subito, questo
€ il rangshar rangdrol di un pensiero, grazie al quale lo stato del rigna
sembra quasi continuo. Ma, lo ripeto ancora, nel vero stato del rigpa
non c’é nessun namtok.