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Lorizzonte fen io € punies I gioielli Antonella Spané Giammeliaro La tradizione orafa da cui discende la produzione fenicia d’Occidente rimonta almeno al {I millennio a.C.e si sviluppa nell'area sito-palestinese dando vita ad un artigianato di altissima qualita che utiliza con notevole perizia tecnica la ligrana, la granulazione,|o sbalzo, attingendo a repertori diversi quali quello me~ sopotamico e, preminentemente, quello egiziano': La facilita di reperimento delle materie prime, collegate all'ampiezza e alla fio ritura dei commerci internazionali, dovette certamente favorire lo sviluppo e la specializzazione dell’oreficeria “cananea” in funzione non solo della richiesta di corti ricche e raffinate, ma anche della irradiazione sui mercati stranieri Questa produzione di eta pre-fenicia, che conosce nel periodo del Tardo Bron- z0 una fase di stasi, ma non di arresto, prosegue in Fenicia e a Cipro nei primi secoli del | millennio con un repertorio ricco e articolato dal punto di vista pologico e iconografico che prelude alle realizzazioni note attraverso la docu- mentazione d’Occidente? Per questa sussiste il problema dell'individuazione dei centri di produzione. Ac- canto ad officine attive ed esportatrici nel Mediterraneo orientale, infatti, dover- tero esistere grossi centri di produzione e/o di smistamento in Occidente, alcu- ni dei quali sono stati riconosciuti in Cartagine’ e in Tharros', capaci di sviluppa~ re, forse anche attraverso l'apporto di maestranze orientali,tipologie e temati- che proprie del patrimonio orafo fenicio-orientale, sicché non sempre, soprattut> to per gli esemplari pitt antichi, & agevole distinguere | prodotti riferibill a fab- briche occidentali da quelli importati dal bacino orientale del Mediterraneo. Tecniche di lavorazione, motivi decorativie in parte anche modelli e iconogra- fie della madrepatria permangono dunque, nel corso dell'eta arcaica, nella pro- duzione occidentale, ricca e articolata, con caratteristiche costanti nello spazio fenicio e punico, ma anche con una diversificazione dei livelli artigianall in re- lazione alle diverse epoche e ai diversi contesti sociali; né mancano, soprattut- to a partire dal V sec.a.C,, accanto a realizzazioni di tradizione vicino-orientale semplificate per tipologia e repertorio decorativo, esemplari in cui sono ricono- scibili sia pure talvolta elaborati autonomamente, motivi o influenze di mat ce culturale diversa - preminentemente greca, orientale e occidentale - che te stimoniano la vivacita e la capacita ricettiva e creativa di un artigianato erede della millenatia, prestigiosa tradizione “cananea”. Quanto alla provenienza dei metalli, oltre alle region levantine, due doveva- no essere le principali aree di estrazione dell’oro, il Nord Africa e la Spagna, ri ‘ca quest'ultima anche d’argento'e va segnalato che I'argento, prevalentemen- te usato nella realizzazione dei monili, oltre che in Spagna, é reperibile anche nelle principali isole del Mediterraneo occidentale’ La mostra offre occasione per una revisione sistematica ed una riconsiderazio- ne degli oggetti d’ornamento di tradizione fenicia e punica conservati nel Museo Autonet gon Garena A. Salinas parzialmente studiati o del tutto inediti, con il conseguente recupe- ro di una messe di dati che pur non modificando sostanzialmente il panorama precedentemente noto, senza dubbio ne chiarificano certi aspettie lo arricchi Da un lato, infatti la lettura integrata dei dati fornisce apporti significativi per la ricostruzione di un quadro generale dell'evidenza documentaria della cate- goria artigianale in esame nella Sicilia fenicia e punica; d’altra parte, dall’inda- gine comparativa che consente di evidenziare gli elementi di omogenelta e dif- ferenziazione dello stesso genere di produzione in ambiti regionali diversi e di valutarne complessivamente l'articolazione geogratica ¢ lo sviluppo in termini diacronici, emerge come la circolazione mediterranea di determinate categorie artigianali e di specific tipi figurativi e il perdurare dei rapporti tra aree diver- se del mondo punico passa molto verasimilmente attraverso un denominatore comune da riconoscere in Cartagine. La relativa predominanza, nella sezione punica della Mostra, di monili rferi- bili all'antica Panormos suggerisce di esaminare anzitutto, nell’ambito di ogni singola categoria esaminata, questo lotto di reperti poiché la provenienza, cer- ta e univoca, ne consente una lettura unitaria, tipologicamente e diacronicamen- te articolata,offrendo la possibilita di qualche valutazione di ordine storico-cul- turale. Vanalisi dei materiali permette infatti di rintracciare elementi di ampia valenza centro-mediterranea, con particolare riferimento a Cartagine, citta con la quale Palermo sembra condividere alcune peculiarita per quanto attiene a cer- {i aspetti di cultura materiale. Non si riscontra, invece, nella documentazione pa- lermitana di oreficeria, la precoce apertura a suggestioni di ambiente siceliota che caratterizza gli elementi del corredo cetamico'. Nonostante la scarsa consistenza numerica,le attestazioni palermitane di mo- nile ornamenti preziosi documentano una articolazione tipologica discreta, an che se lacunosa (o selettiva?) a confronto con il panorama offerta da Mozia e Birgi; sicché va tenuta in conto la possibilita che la carenza documentaria sia da attribuire non tanto al mancato sviluppo 0 allo scarso interesse nei confronti de! genere di produzione o di alcune categorie o tipi di gioielli, quanto alle lacune ‘non indifferenti nello stato delle conoscenze, connesse alla deperibilita dei ma- teriali e alle difficolta della ricerca sul campo legate alla soggiacenza della cit- 12 antica al moderno centro urbano, Lampiezza di attestazione nel mondo punico della maggior parte di catego- rie e tipi dei gioielli di Palermo e la mancanza di peculiarieta e caratterizzazio- ni specifiche non sembrano indicare, allo stato attuale delle conoscenze, 'ipo- tesi di una produzione locale; a meno che non si voglia ammettere l'attvita di artigiani,itineranti e non, di provenienza vicino-orientale e nord-afticana ope- ranti nel centro siciliano su materiale grezzo importato 0 a meno che non si pen- sia produzioni differenziate in connessione con differenziate richieste di mer- cato, ipotizzando, almeno in determinati periodi, 'importazione per gli esem- plari tecnicamente pid ricercati e per quelli che presentano iconografie di par- ticolare valore simbolico, 'esecuzione locale con criteri diserie” per i prodotti destinati alle classi sociali meno elevate. Allo stato attuale, comunque, non sembrano riscontrarsi tra i reperti restitui- ti dalla nectopoli, né modelli “esclusivi" o caratterizzanti, né originali creazioni di varianti di modelli-base, come si rleva invece per Sardegna e Spagna, pur nel- la sostanziale omogeneita tipalogica e icanografica della produzione acciden- tale’, | gioielli rinvenuti a Palermo sono in gran parte realizzati in argento come in tutti i centri punici della Sicilia”? e numerosi reperti presentano trace di dora~ ‘ura; per gli esemplari che ad un esame macroscopico appaiono in oro solo l'esa- me chimico potrebbe consentire di distinguere i moni in metallo nobile da quel: Ii in lega o placcat ORECCHINE UItipo di monile magglormente attestato (cat. 144-145)" € quello dell’orecchi- 1no con corpo a filo ellitico ingrossato alla base e pendente a cestello, utilizza- to sia nella sua funzione primaria, sia come elemento di collana"il pendente, 2 forma di piccolo cubo cavo sormontato da due bracci ricurvi e incrociati, de- corato con piccoli granuli sovrapposti a piramide saldati sulla faccia superiore, dovette,com’é noto,assumere un significato simbolico cosi pregnante” da giu- stificarne 'ampia diffusione in ambito mediterraneo";origine del tipo, comun- que, sembra doversi ricondurre al mondo vicino-orientale. Una datazione al Vil- Visec.a.C.@ confermata dagli esemplari rinvenuti sia in area orientale (a Tartous, Sarafand, Cipro)'s sia in Occidente (a Cartagine, in Marocco, Algeria, Spagna, Sar- degna, Sicilia) La maggior parte degli esemplari di Palermo @ caratterizzata dalla presenza di un piccolo anelio di congiunzione intermedi, spesso a filo ritorto, tra il gan- io saldato sul corpo e quello saldato sul cestello, analogamente a quanto & scontrabile in numerosi esemplari tharrensi; particolare, questo, che consente di non escludere ipotesi della provenien- za da fabbriche comuni’ E discretamente attestato"* inoltre il po delorecchino con pendente a croce ‘ansata'® (cat. 46-148)" la cui diffusione interessa interessa la Sardegna’, la Spa~ gna, Cartagine® il tipo documenta- to anche nelle necropoli arcaiche degli altri due centri di fondazione fenicia, Mo- ia: e Solunto®. In particolare, un esemplare di picco- lo modulo (cat. 147) (Fig.6) che presen- ta due piccoli globetti schiacciati, con i poli sottolineati da sot anelini anch’es- sid'oro, inseriti nel corpo, costituisce la “variante' locale del tipo che si afferma nel Mediterraneo occidentale tra il Vile il Vi sec. a.C., mentre non ¢ finora no- ta in Sicilia una variante pits tarda (V-IV sec.a.C.), quella con corpo pressoché cir- colare”, Due esemplari rinvenutia Tharros®, da tabili peril contesto al Ilsec.a.C, seppu- re strutturalmente diversi rispetto ai pi pid antichi, testimoniano il favore di ‘cui dovette godere, nel tempo, questo ti po di pendente, certo in virtu del parti- Colare significato ad esso attribuito, Sono finora noti a Palermo solo tre orec- Fo2 chini con pendente a goccia allungata Autonet gon Garena sormontata da un elemento cilindrico® che nell'esemplare piti semplice ha i bor- di sottolineati da fascette a rilievo, mentre in quelli pit elaborati e di metallo prezioso, come inn. cat. 149, 150 (Fig. 6), ¢ decorato con motivi a granulazione. Questo tipo di pendente, il cui archetipo é da ricercare nel Vicino Oriente”, & documentato nel Mediterraneo occidentale in Sardegna" e a Cartagine®. Lorec- chino n. cat. 149 (Fig. 2) ha il corpo d’argento, mentre il pendente @ d’oro:l'ac- costamento di due materiali diversi é un fenomeno abbastanza comune nell/am- bito della gioielleria punica, sottolineato anche per alcuni esemplari sardi e car- taginesi™. Evidentemente mutuato dall’oreficeria greca é lorecchino del tipo ad elice (cat 151), documentato,a partire dal VI sec. a.C.,a Cipro, in contesti funerarie sacri, anche nella variante con terminazioni a testa leonina oa testa di grifo 0 a testa muliebre. Anche se per l'eta arcaica e classica risulta finora scarna la documen- tazione palermitana di monili riferibili ad ambit culturali diversi da quello pu- nico, non va dimenticato che i corredi della necropoli indiziano una precoce el- lenizzazione del centro e un'owia apertura verso il mondo tirrenico™. Quattro esemplari d’oro (cat. 152-155), due dei quall, appaiati, provenienti da Solunto, testimoniano la presenza anche in Sicilia del tipo di orecchino ellissoi- dale o circolare, a sezione sfaccettata - sottolineata nel margine interno da un sottile filo godronato negli esemplari soluntini ~ con estremita sovrapposte & awolte a spirale. Diffuso a Cartagine, in Sardegna,a Ibiza, in Spagna, in Marocco, questo tipo di monile, che compare all’inizio del V sec. aC., conosce la sua massima diffusio- ne trail Ve ill, senza sostanziali modifiche nel corso del tempo se non quella dell'utilizzo, sempre piu corrente, del bronzo o dell’argento rivestito di lamina d'oro, anziché dell'oro™, Da Agrigento proviene un piccolo orecchino (cat. 156) che pur attingendo al~ la tradizione punica per alcuni aspetti della sintassi ornamentale, si inquadra in Un orizzonte culturalmente e cronologicamente pit prossimo all’eta romana. || corpo & costituito da un cerchietto di sottile filo con fermatura realizzata a te~ sta di serpente; gli occhi sono rilevati e sottolineati da perline di smalto bianco con interno nero; le fauci dell'animale sono sottolineate da incisioni Lorecchino, infatt, per il motivo della testa di serpente le cui fauci spalanca- te costituiscono I'alloggiamento per Iinserzione dell'estremit appuntita del fi- lo, si collega con alcuni esemplariibicenchi”, datati tra ilV e IV sec.a.C.,dai qua- lituttavia differisce per spessore, consistenza, soluzioni tecnicher nel nostro esem- plare, il corpo a filo sottile, la realizzazione accurata della testa e'uso degli smal- ti colorati farebbe propendere per una datazione pid tarda, circoscrivibile agli Ultimi due secoli prima di Cristo. COLLANE Quanto alle collane, oltre a quelle policrome costituite dalla combinazione di elementi diversi in vetro, aience, pietra dura, ambra (cat. 136-143), vengono pre~ sentati nella mostra frammenti di un esemplare (cat. 157) a doppio cordone di maglia a”spina di pesce’ realizzato nella tecnica del loop in loop, fermato alle estremita da capsule decorate a granulazione®. Di un altro monile analogo si conserva oltre ad una parte del cordone un gros- so bottone piano-convesso collegato alle capsule decorate mediante due anellini agganciati (cat, 143) (Fig. 1,6). Va segnalato che uno schizz0 realizzato al momen- to del rinvenimento sembrerebbe indicate I'utilizzo del monile come diadema®, UI tipo, documentato a Palermo da una lunga collana con chiusura a cappio & gancio completata da un grosso bottone e arricchita da un grande pendente a lamina rettangolare con sommita arrotondata e bordi rilevati®, é di origine orien tale, éd é attestato nellintero bacino del Mediterraneo soprattutto tra il Vil e il Visec.a.C,,ma anche fino al V sec. a.C.,€ non solo nelle aree di cultura punica*” Ilrecente rinvenimento in una tomba arcaica di Cartagine di un gioiello analo- go conferma la datazione dei reperti palermitani tra la fine VIl e gli inizi del Vi sec.a.C®, PENDENTI La classe dei pendenti a lamina rettangolare con sommitd arrotondata e bor- di rilevati, definiti anche “a nicchia" o ad “arco centinato’ attestata a Palermo da tre esemplari®,é rappresentata nella Mostra dal n. cat. 158. Questo é privo, allo stato attuale, come gli esemplari moziesi*, della decorazione a granulazione che contraddistingue il tipo in Sardegna e a Cartagine*; un solo pendente, di pic- colo modulo rinvenuto nella necropoli di Panormos' conserva le trace, nel cam po figurativo, contornato da una fila di globetti, di un ureo e un disco, elemen- ti accessori solitamente associati, in questo tipo di pendenti, a figurazioni ani- coniche della divinita quali “idoli a bottiglia” o rombi. ANELLISIGILLARI Non mancano a Palermo i grossi anelll sigillari*” destinati ad essere sospesi al collo come si evince dalle riproduzioni di questo tipo di monile su alcune scul- ture cipriote e terrecotte cartaginesi. Llesemplare cat. 159 (Fig. 6) reca incastonato uno scarabeo di osso con raffi gurazione, a lettura verticale, di due capridi affrontati ai lati di un elemento ve~ getale | due animali, eretti sulle zampe posteriori, hanno lunghe corna ricurve alin dietro e barbetta arcuata;l'asse principale & segnato da un “albero sacto" carat- terizzato da quattro "petali” inquadrati da due ampie volute sormontanti un ca- lice stilizzato a volute; questo si innesta su un alto fusto svasato verso il basso la cui parte terminale, troncoconica, mostra un riempitivo a reticolo da inten- dersi forse come la schematizzazione di un tronco; motivi a volute contrappo- sti, che si dipartono dal fusto, arricchiscono la gia complessa struttura dell’“al- bero sacro’ La scena & completata in alto da un disco solare inquadrato da due urei i cui corpi awinghiati formano un motivo sinuoso a V. II tema dei due capridi affrontati ai lati di un elemento vegetale” si inquadra nel repertorio ampio e articolato, di tradizione vicino-orientale, delle composi zioni figurative a schema araldico, in cui element simmetrici si contrappongo- no specularmente rispetto ad un asse centrale; in particolare il motivo dei due oO O ugento Diam.cm 4.3. Fasceta argh.cm 035; spess.em 02. Provenienza sconoscuta, Nisa672, Braccialetio dargentocostuto 167. Anello Vise ac, Argento; pasta slices con inve trata gallo vert Diam, rm 2.9 Casto’ alt cm 1.35 argh cm 18 spess.em 06, Provenienza sconoscta NL 19987, Vergaclindrica assotigtantestin cowispondenza de dueanalin: dl innesto sul eastone ovale em trocuieinserto uno sears con Iserzionileggbi sla base Superice ossidata 0 coross invetriatura abrasa Inedta ASG. 169, Aneto vev see. ac. Plombo. Dlam.cm 24, spess.m0.35.Ca stone atm 06 largh.em 155, Spess.em 03, Palermo, Platz Vitoria (tomba rel corte del quarter) NIL 19982, Verga a Sezione cicalare che si asotiga nella zona direst del ‘astone a fara Sul easton, fore d foto cuté contepposte Un elemento non identicabil, Onsidato Inedto. ASG. dla facet piano-comvesaawo tea spiale pio gi Spire saldate per effetto della combustion. ‘nesta ASG. oa ® O Autonet gon Garena 170. Anelo Vsee a6, or. Diam.cm 2;spess cmd, Casto resem 15;spess. cmd. Palermo, necopol puna NiL33732061 Anelo cor a vergapiano conves son castone elisoidale nc, ‘entra una comice a watteggo, Firodotaadincsione,unafign: Fa femminde, a Agu ol profilo 171. Anello seca Argento, Diam. cm 17: spess.cm 02. Ca stone: lungh. cm 16: argh ‘ern. 2spess. cmd Ere NI 78585, Yerga piano convessa; castone ovale eto ale afigurato pe ‘onaggofemminie panne, sectoa dij braccios espostato indi araggecon amano un ‘elemento non dstinguibe (bene ‘de: conlamaned regge un ele mento vegetale (ame fore?) Feompostoda pi farment os sidatoe corral astone. Bibl; Coron Tusa 1971 ASG. 173. Anello Fine vse aC “Argento. Dim cm 1.8 spess.com ‘1.Castone atc 17argh.cm 1 zsspess.em 02 rice acquit da sg, Gambino), NL 28585, erga a fascetaecastone ovale bordosigrnata Peranaggea er mine com labora aeconcatra 174. Anello Ween Argento Diam. cm 1.2; spess. cm 0,1; largh: cm 0.2, Castone: em 1,00, 08. Palermo, necropal punica Scav 1953 SaggiolW Afntemo dune brocca globular in Fammenti as, sedutasuunoscranno agar be’ spas ricuve,indossa Unaknga ese afetepeghee eg ‘geinmanounacolomba lcpel lepieghe della veste le piume delice sranae sono res ‘mediante incision praise Davanti alla figura, lettere puniche. Bi: Sd Gannsano 1998, VG217,p.229, 235,386. oO 2 a chigmon e rechino, sed Su unaoccia un sagan fancheg. (gato da sing cone bracdapro- {eseinavanlareggereunaccom 'b. Davart latest face ana e ‘sco solaren basso, jmurerion Bibl: Cirpow Tusa 1971; Bowen ssc 1985, p 338 fig. 44, ASG. 26062, erg nstiforne acetone tt fa ovale. Lungo i bordo del ca stone. nea cla al conto pal ‘macon due rappel ater Cadent ealizataa incisione Bibl: Stand Gneiane 1998, a9, 402,386, ASG. % @ 172. Anallo sec ac, Argent, Diam. cm 1.9; spess.em 0.1 nce, Ni 20504, Veiga piano-convessa.Castone ovate ental quale &raffigura 175. Anello Wsee ac, Argent, Diam. cm 1.3: spess. cm 0; larg vergacm 0,2.Castonecm 19008. Palermo, pecropol punica Scav 1953 Saggio MW Afinterna cna bracca globular in famment 26063, erg nastforne catonea st favellitico, sul quae €rafigur ‘a Incsione una testa d prot loas.convolte dal rat negot dle acconciatura esa mediante Incision verte paralee, Fortemente ossidato,bruciat BL: Span Graeane 1998, (50, 402,386. ASG. to personaggia panneggiato sedutoa d, con bracco d le- gato alfindieto.Davant allt ‘ura: inalt uccello adall pie gate; in basso, ymiatherion Ghiodino dove rbattut, Bibl: Curmo Tusa 1971 ASG. 176. Aneto see. Ore. Diam. cm 1.3: spess.cm 0,1. Ca senengh on tlagh nae lune. N128579, erga nastforme con castone ovoidal che ne continual prof Io sl quale ¢ neo ted seg Tan lsimbaloereza median teunczrchetnchepogglasuuna nea orzontle con de beviap- pend vernal ae eset. asia Volt colocta su un wangao. Bibl; Fusone 1978, p. 139, tov YA, 2, fig. 3, © ASG. 178, Elementi ‘ornamento per abiti(?) Fine MIVIsee. a. Argento. [At em 1,00/1,05; diam. em 07 ‘a; spess.cm 0.1 Palermo, Necropoli puna. Sca- W195, Tomba 218. 2682/7, Elementi dormamento per ai tif) cost! iascune da una lamina dorm clindrlea deco 179. Bracdale da cavigla. Fine hl sec ac. Argento, Diam. em 11; spess.cm 0. Palermo, necropoli punica, Sea ‘1980. Viva Git, Tombs 1 Nu 27090, Corpo costituito do un grosso loa bastoncell, a forma creo- lar, con estemitaaperte. CCoroto su amp tat Bl: Spr Gano 1998, G53, p. 208, ASG. rata connervatureregolai che Sisvluppano nel senso della ar ‘ghezza Orsidati,ncrostati eagermen te deformat.Foremente rea rat aleun. Bibl: Sad Gane ato 1998, at 38,131, 189, ASG. OC 177. Anello Nese a6. Oro, Diam. em 1.6; spess.em 0:1. stone:am.cm 1.25, spe m0 Selec sca ad Ovest deter io A 14/12/1965) Ri 32007, erga a fasceta sot lam ra con estremitaapertecasto- ne rede a profi cmsnuo con bord sottatinesto daa godro- ato. Al centro, motvo a losan {8 realzzato con flo godronato, Inedito ASG. O) 180. Braccale da caviglia. Fine ikl see. 9 Argento, Diam. em 11; spess.em 04, Palermo, necrepaii unica, Scar \¥ 1980 Vial Gt, Tomba 11 N270a1 Corpo cosituite da un gross lor bastoncel, forma eco lar, con eset aperte Corot su amp tat Bibl: Sev Gaweo 1998, 1. VG 54, p-208. ASG.

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