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Come e perché la cooperazione sanitaria Lacooperazione realizzata negiiultimi20anni dal Istituto per la Cooperazione Universitaria nei Paesi in via di sviluppo dell’Africa, Asia, America Latina e Paesi dell'Est in oltre un centinaio di pro- grammi, é stata caratterizzata da un metodo che possiamo chiamare “lavoro per uno sviluppo comu- ne”, Esso ha visto cooperare fianco a fianco, sia Italia che nei Paesi in via di sviluppo, persone - docenti, ricercatori, esperti, tecnici, molti di loro volontari in servizio civile - impegnate a favorire la crescita delle societa locali. Larealizzazione di questi programmi é stata sempre preceduta e affiancata da un’attenta analisi delle diverse realta locali eda una riflessione sugli obietti- vi dello sviluppo, per individuarne le modalita di cooperazione pit idonee. Questo intreccio di azione e di riflessione ha dato vite progressivamente a un modello di “cooperazione universitaria allo svilup- po” che vede !Universita non solo come ‘sede’ di cooperazione, ma anche come laboratorio dello stes- so sviluppo ¢ come elemento chiave nel processo di formazione (training) di chi siinserisce attivamente nella difficile azione di cooperazione. E necessario tuttavia chiarire che cosa effettivamen- te siintenda per “sviluppo” e che cosa per “forma- zione”. Lo sviluppo autentico consistein unacrescita della societa in tutte le sue componenti. Esso é ‘quindi un processo dinamico che si fonda sul coin- volgimento e la partecipazione dell'intera socict. Tutte le fasce e tutte le persone hanno un ruolo da giocare e, anzi, uno sviluppo armonico non pud jenticare le “differenze”, ma deve basarsi sull'in tegrazione delle stesse. Come owvio, la reale partecipazione attiva delle varie ‘componenti sociali al processo dello sviluppo pre- supponeilriconoscimento della centralit del!'uomo ¢, dunque, la necessita di garantirelivelli adeguat di formazione; questa investe 'intera sfera dei rapport sumani e si realizza attraverso il lavoro fra persone con capacité professionali diverse. Per quanto riguarda, in particolare, il settore sanita- rio, riferendoci all'esperienza dei due decenni tra scorsi, spud affermare che i sistemi sanitari di molt Paesiin viadi sviluppo, pur dovendo affrontare situa- zioni profondamente diverse da quelle presenti nelle societa occidentali, restano tuttavia fortemente in- fluenzati dai modelli dei paesi industrializeati, Ad esempio, é noto che circa '80% della spesa sanitaria in questi paesi é destinata alla medicina curativa con la realizzazione di grosse strutture ospedaliere nei centri urbani; i 15% é rappresentato dai servizi pre- ventiviindividuali (vaccinazioni, screening deifattori dirischio della gravidanza ecc.), mentre solamente restante 5% ¢ destinato ai programmi i salute comu- nitaria (Teducazione sanitaria, il controlio dei vettori ece,). Le conseguenze di una tale politica sono non solo la mancanzadiun’adeguatarisposta alle necessiti della popolazione, soprattutto rurale (che resta ancora la maggioranza, nonostante il consistente fenomeno dell urbanesimo), ma anche uno scarso impegno per lo sviluppo delle condizioni che permettono il miglic- ramento dello stato generale della salute, Inoltre, la carenza di personale sanitario di vario livello ¢ la sua concentrazione nelle aree urbane, sono due trai maggiorifattorilimitantifaccesso delle popolazioni ai servizi di base. Tali servizi sono trema importanza per garantire un vasto raggio di coperture del territorio e per facilitare it coordina ‘mento funzionale con fe strutture centrali In merito, é importante ricordare cié che afferma la Dichiarazione della Conferenza internazionale di Harare (Zimbawe) del 1987: “La realizzazione e il potenziamento dell Assistenza sanitaria di Base di- pendono da un’azione complessiva fondata su siste~ mi sanitari distrettuali ben organizzati Per assicurare requita e la sostenibilta delle attivita mirate alla saluzione dei problemi sanitari prioritar, il distretto € infatti Yambito che meglio permette identificazione degli individui e dei gruppi meno serviti e Tintegrazione degli interventi necessari a tmigliorare la salute della popotazione”. A sostegno di quanto detto, 'Organizzazione mon- iale della Sanita ha recentemente ribadito Yimpor- tanzadelf Assistenza sanitariadi Base (Primary Health Care), gi definita ad Alma Ata nel 1978, indicandoka come la strategia pit idonea per i programmi sanitari a favore dei Paesi in via di sviluppo. Prof. Raffaello Cortesini, Presidente dell'ICU Foro Mondiale della Sanita Epidemia di colera in America Latina Programma di emergenza in Pert Sono stat) registrati circa quattrocentomi- la casi di colera nel 1981 in America Latina, i cui $22 mita in Peri. Tornata lestate, nei soli primi tre mesi del 1982, oltre 60 mila persone sono state nuovamente colpite dal- la malattia (35 mila nel solo Peri). Nel Pert, dove sono stati notificat i primi asi di colera il 23 gennalo '91 (ticordiamo che in America Latina in gennaio é estate), icchi"’ di incidenza e di ospedalizzazio- ne si Sono verificati tra febbraio e marzo e, allo stesso modo, si & comportata la morte- lita (picco in marzo). Fu isolato ed indenti Cato! Vibrio Choterae 01 biotipo El Tor, rotipo Inaba. Questa 8 solo ultima propaggine dolla Pandemia di colera (la 7* dal XIX secolo) iniziata nel 1958/61 a Sulawes' nelle Cole- bes ¢ tutt‘ora in corso. Essa 8 caratterizzata proprio dall'essere sostenuta dal biotipo El Tor: sul piano epidemiologico esso ha un rapporto casifinfeti molto diminuito rispetto al Biotipo “olassico” (1:30 contro 1:4). Cid ha fatto ritenere che il biotipo E! Tor sia me~ 1o virulento, ma cié é negato da Benensor Sembra probabile che i dati indichino pi cche altro una maggiore capacita di soprav- vivenza del biotipo El Tor neli'ambiente. Nella terra del colera, il Bangladesh, do- ve & sempre presente endemico @ da sem- Pre é partito per le pandemie, I'El Tor ha sostituito i biotipo classico nel 1969. E al- Jarmante sottolineare che nel 1982 @ riemer- 30 nel Bangladesh il biotipo classico, rimpiazzando rapidamente I'E! Tor @ sosti- tuendolo completamente nel 1983. Lallarme @ dovuto al fatto che é ormai certo che vi sia una fase “‘dormiente” del Vi- rio Cholerae neli’ambiente in cui non é is0- labile con i normali metodi di cultura specifici, ma solo inoculandolo in anse ilea- Ilegate ‘i coniglio o in volontari, dai quali io- ‘Foro Mondiale deta Sanit, Vol. 12, 3, 1991 Poi si isolano normalmente vibrioni colerici ‘con tutte le caratteristiche. Questi dati complicano i risultati deila sorveglianza ambientale: la Colwell ha Chiaramente dimostrato che questi vibrioni Colerici “dormienti” anche se non coltivabi- fi, mantengono la loro identitt. Malgrado ‘questi risultati gettino qualche dubbio sulla semplicita delle asserzioni (© risultanze) ‘epidemioiogiche da Snow in pot, alcuni fat rimangono fermamente accettati: 1) il cole- ra 6 malattia solo umana 2) @ chiaramente @ trasmissione oro-tecale normalmente at- traverso acqua contaminata o cibi (come ‘molluschi simill) non ben cotti 3) & tagata alla poverta, al sottosviluppo @ all'assenza di rete fognaria @ rete di acqua potabile etf- ciente. Per quanto vi siano recenti acquisizioni su accennate per le quali si da per dimo- strato una fase ‘‘dormiente” @ comunque tuna capacita di persistenza nel’'ambient, la normalita 8 che il colera si trasmette da tuomo a uomo per via oro-fecale. Non esiste tutt'ora un vaccino efficace: anche quello con tre ceppi di Vibrio Choleras 01 « | bunita B dolla tossina @ risutato efficace solo nel 50% dei casi in 3 annt in un’area ‘endemica e con protezione ancora piutto- sto bassa nei bambini sotto i 10 anni La reidratazione orale é stata I'unico vero ‘sucesso nei confronti del colera negli ult- ‘mi 25 anni (ct. Hirschhorn nt. Greenough WB Progress in Oral Rehydration Therapy. Scientific American Maggio 1991). Glass et al. (Lancet 338, 791-795): ""Cho- lera in Africa: lessons on trasmission and control for Latin America’ sottolineano I'im- portanza per America Latina di estendere | programmi di reidratazione orale e control lo delle diarree anche alla popolazione adulta. (La ietalita in America Latina ha di- mostrato Vefficacta di tali programm). La chemioprofilassi con tetracicline ha senso solo nel caso di urvaita percentuale al tacco per !contattl Glass e coll. (cit) hanno sottolineato come ie aree del’America dove Gi siano (e purtroppo sano motte) problemi 4i poverta, di condizion:igieniche deficita- tig (sistema fognario e sistema di acqua po- tabile) avranno il pia grande impatto da par- te del colera in forma epidemica. Cho di- venti endemico dipenderd in parte da fatton Che non conosciamo ¢ in uraitra parte dai- la intertuzione del ciclo oro-ecale. La pandemia di colera @ la dimostrazione del fallimento delia comunita internazion: finché non verranno allocate ingenti sorse nella rete fognana e nella rete d'ac- qua potabile dei Paesi in via di sviluppo, perderemo inevitabilmente molte vite uma- ne @ molte di pid che con AIDS. IL PROGRAMMA DI EMERGENZA IGU-CEE NELLA REGIONE DI PIURA Su nehiesta del Pert, t'isttuto per la Cooperazione Universitaria mise in atto un programma di emergenza in coliaborazio- ne con la Comunita Europea a favore della popoiazione della citta di Piura (260.000 abitanti), situata @ nord del Paese © consi- dorata tna delle zone pil colpite in Pert dall'epidemia (oltre 22.000 con 200 decessi). II vibrione colerice di biotipo EI Tor, diftu- sosi inizialmente con particolare rapidité tra la popolazione adulta pili povera della 20- 1a, in breve tempo si @ reso pericoloso an- cche per i bambini di eta infeniore ai § annt ('80% degli esami delte foci dei bambini r- Ccoverati nell'apnie '91 neil’ Ospedale di Piu- ra per gastroenterite acuta era positive al colora), Aggravava uiteriormente ta situazione la rapida estensione dell'epidemia anche nel- le aree rurali, generando nuove problemat- che nell'ambito delle attivita sia di assiten- za che di prevenzione del colera nelle po- polazioni rurali (con innalzamento dei relat ¥i valor: specifici di morbosita e mortalita). Lobiettivo prioritano dei programma del- ICU @ stato quello di controllare l'epidemia di colera altraverso una estesa © capllare azione di prevenzione igienico-sanitaria a favore deg abiianti delle are urbano- marginal e rural della cita di Piura (iI 70% della popotazione delta citta vive in enormi baraccopoli quasi completamente prive di servizi primari come acqua potabile, luce, fogne, servizi di assistenza sanitaria, ecc. proprio da queste ultime aree, dove risulta- va paricolarmente facile la trasmissione ifficle i controllo delle malattiaintetive, tra cull colera, che proveniva la quasi tota- lita dei casi ospedalizzati). Disponendo di due unita mobili, i Team ICU, composto da specialist} ed infermiere provenienti da paesi della Comunita Euro- ea (previaments formatiin italia con appo- siti Corsi realizzati anche con la collabora- zione dell'istituto di Clinica delle Malattie Infettive dell'Universita Cattolica di Roma), ha operato neil'area urbano-marginale di Piura e nelle zone rural adiacenti la citta {oltre 10 comunita situate tungo il fiume Piu- rain un raggio di circa 50 km). Team si 8 inottre potuto awalere del servizi di un Gontro Sanitario (provvisto di ambulatori, laboratorio analisi ed aule di formazione) gia realizzato dalICU in collaborazione ‘con la Comunita Europea presso I'Universi- ‘a di Piura. Nell'ambito del Programma @ stata data Particolare importanza alle attivita di Venzione" del colera attraverso: — Tidentificazione delle necessité pori- larie della popolazione rispetto all'igie- rne delle acque, alio smaltimento dei ri- fiuti, alle latrine, alle condizioni abitati- ve, ‘all'accesso’ ai servizi sanitari ci — 10 studio dello problematiche nutrizio- ‘ali, con riferimento particolare alla po- polazione materno infantile © quanto esse potessero incidere sulla rapida diffusione dell’epidemi — Tanalisi delle acque in'Piura e nelle free rurali citcostanti (pozzi, sorgenti, venditor! ambulanti, ec.) avwvalendosi soprattutto della collaborazione dell'U- niversita di Piura prowista di un Dipar- timento di Ingegneria Idraulica; Foro Mondiale dela Sanith, Vol 12,3, 1991 ceazione igienico-sanitar i potabiliz- zazione, raccolta e conservazione del- Vacqua nelle abitazion' della zona e di latrinizzazione. Anche Ie attivita di assistenza terapeuti- ca per gli abitanti cell’ che ha prvilegiato“azione preventiva’ at- traverso la medicina di base, che non r- uardava quindi solo i malati ci colera, ma tutti coloro che erano affet da altre patoio- gie frequenti, come quelle respirator e ga. ‘Strointestinal, sempre con una particolare attenzione alle problematiche del controllo dolla salute matemno-infantie. A tale scopo, sono stati inviati a Piura farmaci, materiale santtario, 8 tonnellate dh ORS. in bustine (Oral Rehydration Salt, potabilizzanti(\po- lorito ai calcio al 65%) © conteniton per Facqua Lazione preventiva. operata durante i programma ha contenuto fortemente la Torbosité @ la mortalta da colera. La mor {alita all'inzio delepidemia, era stata alta a causa soprattutio della mancanza di cono- scenza da parte della popolazione della nuova malattia: la diarrea, sintomo princi- pale del colera, veniva purtroppe trascurata on secondaria rapida disidratazione © ‘morta del paziente (i tutto anche in poche Ore 8 con scarse possibiita di assistenza). Nella fase di emergenza, la collaborazio- ne con il personale sanitario peruviano nel- le vane attivité del programma ha facilitato molto la comprensione della realta in cui si doveva operare, garantendo alle aftivita dell'intervento una maggiore efficacia e du- rata nel tempo. Per dare rapidita, capillanta ed efficacia all'azione preventiva di emergenza, si é proweduto alla costituzione di §0 Oral Re- hydration Units (OR) nel'area urbano- marginale e nelle 10 comunité lungo il fiu- me Plura. Ogni O.R.U. si doveva avvalere di tuna o pid “promotoras de salud peruvi re (operatrici sanitarie di base) formate dal personale ICU nella prima fase dell'emer- ‘genza, con il compito ai prevenire in loco la disidratazione dei pazienti colpiti dal colera attraverso la somministrazione di sali re- Foro Mondiale dela Samia, Vol 12, m3, 1991 dratanti (contenuti in apposite bustine), sia i svolgere atti di educazione santana per la prevenzione del colera. Net'ambsto do! Programma, @ stata rivol- ta panicolare attenzione al controio della Salute materno-infantile per cid che da l'igiene del bambino, 'educazioné ‘mentare, allattamento al sono, le vaccin ‘educazione delle gestanti alla pro- pra igione ed ai controll prenatal. Una strategia per il controllo del’epidemia di colera in America Latina La vastita del’epidemia, ja mancanza di tun vaccino per un'etficace prevenzione © controllo dela malatia, la stretta connes- sione ta il manitestarst di quest utima con la situazione socio-economica @ sanitaria dello aree colpite, evidenziano il reale peri- colo che l'epidemia possa continuare a dit- fondersi ancor pid rapidamente in America Latina e diventare endemica. Inolire, accanto a fenomeni quali la diftu- ‘sa poveria, la bassa efficienza tecnologica, fa carenza di strategie nel settore dell edu- cazione, vanno sempre pili prendendo cor- po © acquistando imporanza nell'intera Regione i problemi della protezione am- bientale: le catastrofi naturall sono sempre pli legate ail'azione del’ uomo collagate al- Finadeguata gestione del'ambiente. in par- ticolare, in un paese come il Peru, dove tI ccolera ha gia pesantemente colpito (soprat- tutto la popolazione pitt povera) e dove un grande numero di famiglie vive con poco ‘plu di 50 dala al mase, la lotta par debel- {ara fa malattia¢ ridurre ie cause della mor- talita (specie infantile) pud sembrare dispe- rata, Cabbandono deilallattamiento al seno, la carenza di educazione igienica di base contribuiscono inoltre alinnalzamento dei valori della mortalité infantile soprattutto nelle aree di recente urbanizzazione. 'er0- sion dell'unité familiare, causata dal forte movimento migratorio dalle zone pits pove- re delle campagne che interessa soprattut- {0 i giovani, il venir meno di quella che pos- siamo definire la sicurezza della “famiglia esiesa’ tpica del ali, carb mento dole abitudini alimentari, sono altri effet 9, nello stesso tempo, immagini di un sottosviluppo che oggi sta sempre pid ca ratterizzando le aree urbane marginal. Per estirpare il colera neliAmerica Lati- na, l'Organizzazione Panamericana della ‘Sanita (OPS) propone un Programma sani- tario e di risanamento ambientale della du- rata di dieci anni del costo di 200 miliardi di dollar. 11 Dr, De Macedo (Direttore della OPS) ha anticipato (nella Decima riunione “Gruppe tecnico sulle malattie prevenibili ‘con vaccino” svoltasi a Rio de Janeiro net ‘marzo '92) che tale piano puntera principal- mante sull'ampliamento della distribuzione ell'acqua potabile e delle reti fognarie, nonché sul miglioramento dei servizi sani tari di base nelintera Regione. Rubrica innovation! "2 informatica. att Sanita o aTambiamne Sulle strategie necessane per affrontare tuna effieace cooperazione allo. sviluppo ‘on interventi spectficatamente nel settore Sella sanita hanno recentomenta richiama- to anche l'attenzione I'istituto per la Coope- razione Universitaria @ la Facolta di Medici- tra dol'Universita. Cattolica che hanno or- ganizzato il 24.392 a Roma un seminario Gal ttola “Emergenza e Cooperazione con {Paes in via di svtuppe. Esperienze @ Pro- dott Si & fatto appelio al mondo occiden- {ale perché dia reposte forti @ continue, ‘operando con apirto di soidarieta per con tribuire a risoivere alla radice questi dram- mi umani Fore Mondiale delta Sami, Vo. 1, m3, 1951 Unité mobile ICU nella zona desertica dove $i é realizzato it Programma di Emergenza delCU in collaborazione con la CEE. age Ii Team ICU ha operato nell'area urbano-marginae di Piura @ nelle zone rurali adiacenti alla cita (oltre 10 comunita in un raggio di oltre 50 km). Foro Mondiale della Sanit, Vol 12, m3, 1991 CONFERENZA MONOIALE SULL'EMERGENZA SANITARIA NEI DISASTRI TECNOLOGIC! WORLD CONFERENCE ON HEALTH EMERGENCIES €Y TECHNOLOGICAL DISASTERS SOTTO LALTO PATRONATO DAL FRESDONTE DELLA REPURRJCA (CNDER THE HIGH PATRONAGE OF THE PRESENT OF THE REPUBLIC am 70 May 982 EPIDEMIA DI COLERA IN AMERICA LATINA. PROGRAMMA DI EMERGENZA ICU-CEE IN PERU’ M, CANEVA \tsurn pera Cooperabione Unierstara epider di colar. che dal gennaio 91 sta interessando U con: tinente Lanna Amencano (460 mila casi con olve 4 mila deces- 21 ha colpito sopratuno | Perd (390 mia cas) « focola uno. no regszrando in Bolas. in Equador. Argentina cera [e nmane tutt ora) presente nell ambiente in par colate nelle acque de: canali, dei pon. del fum) e numerosl s0- 1» portator sami della malatha. La tasmiaone del colera 2d po ora fecale (normalmente atraverso acqua e cb contamina: tl ed & legata profondamente alla poverth, al sttosviuppo ¢ 2 scadenn condipont igenico-santari di via (assenza di una eff Gente rete fognaria ¢ di acqua potable) ‘Sunchiesta del Pera, TICU fisttto per la Cooperazione Univer: ‘tara di Roma) ha messo in atto un programma di slut di emer (genta della durata dt ei med in colaboraxione con le Communica Europea a favore della popolasione della oe di Pur (260 rma bia. stuata a noed del Paese e considerate una delle 2008 WO colpte del Pend (22 ralla casi e circa 200 decess) obienvo priortanio del programma di emergersa 2 stato quelo dicontolare epklemia di colera atraversa un estes « capilare done di preventiona iienico-sankans a favore dagh abaant debe {ree urbano-margnal in Phura (70% dalla popolasione dea ct ‘vie in baraccopot quasi completamente prve di servi primart), ¢rurak (oltre 10 insediament uma! situa! lungo fume Piura, In ur'area desertica dt oltre 5O kon): Disponendo di due unitk mobil, i Team ICU, composto da spe- ‘alist ed infermiere provenienti da pnesi della Comurith Euro- pea, ha operato nelfarea garantendo Fassitenza terapeutica alla popolasione (svoha con una stratega che ha privlegiato la medi na dbase) ed una vasta e capllare adione preventive atrever- 50 [a costhusione sul tented di $0 Oral Rebydration Units (O.R.U,) ognuns delle qual st avvaleva dl une 0 pl ‘promatores de salud’ peruviane (operatnc santee di base) formaee da per ‘onale ICU nell prima fase dell'emergenaa con compel dl pre- \eraione della dscrataione det patent colpas dal clea « di pro ‘ozone laaraverso atvth di educasone! del mighorament dee Ccondinoni di vite kjenico-sanitane dalla popolasone locale. PRESIOENZA DEL CONSICLIO DE ESTE Ln naan pn de et DECERMG INTEARAZONALE PER LA RIDUZONE CHOLERA EPIDEMIC IN LATIN AMERICA. ICU.CEE EMERGENCY PROGRAMME IN PERU uh #2 390 thousand casas. Peru isthe country moat ofecied by the cholera epider that has affected afl of Laun Amence, Since ts outbreak, in January 1991, a total of 460 thousand ca 4sesend more than 4 thousand deatha hove been counted. Other ‘counties more or lens ofjected by the epidemic re: Bolvic, Ecva dor, Colombe, Brasl and Argensino ‘The “Vibrio cholerae” bacterium was {ond siti) present inthe ‘environment, periculaly ithe waters of canal, welt and ners There are alao numerous healthy carrier of he daease. (Chole ra ts Wnsmited through contominated water and Jood). The spread of the epidemic & closely linked to the poverty, underde velopment and pooe sandiry condone and general hygiene (2 sewerage syetema at al or pure drinking waner) in the ares Ai the request of Peru, the lnastuas for Univerety Cooperation ‘of Rome (ICU) hex tnpiemented a six-month emergency ad pro ‘gramme in conjucion withthe European ‘Community ‘This programme hax been directed to the population of the cy of Prara (260 thousand Inhabtonts) which in the North ofthe County and tone of the areas of Peru most affected by the epi dec (22 ound comes end esr 200 ‘bjectoe of the emergency programme i to keep the cholera epidemic under contr, preventing & pom spreading fur ther, Hence, the implementation of « programme to improve the ‘sentry /hyganic Condaiors among the labstants of the shanty ‘ovuna on the penphery of the cy (thet lack the emendol erices ‘hrnont completa). ex wal wx the rural arses the more than 10 setemencs stucted along the wer Pura in # desert area ex. ‘epding more thon 50 kama. ‘Tha ICU Teor, composed of spectatets ond nurees from the EC Countries, gparated the area withthe mabe units The pops \axion recetned banc therapy withthe bplementaton of sate a Jomering bask: madicina. in ekdtion, 50 Orel Rebyration Units (DRU) wore ot up on the artery. wach wih one or more Peni ‘ion “promotores da makud™ “babtc health core operetora 10m ‘Plarnent on extanatoa presertioa hath programme, These iiss neve composed of ICU staif tn the nil emergency phase, thei ‘funcion being to prevent the dehydration of cholera patients and the promedion (through education) of improved sanstory cond: tons end hyglene among the local population. CHOLERA EPIDEMIC IN LATIN AMERICA ICU-EC EMERGENCY PROGRAMME IN PERU’ (*) The Instituto for University Cooperation (ICU), whose headquarters are located in Rome, has benn inolved in development cooperation programmes in Latin America, Asia and Africa since 1970. In cojunction with the Italian Ministery of Foreign Affairs and the European Community (EC), ICU has already implemented emergency aid programmes to assist the population following earthquakes in Italy (Friuli), Guatemala, Mexico and Armenia, and assised the Peruvian population hit by a cholera epidemic after the floods of the Piura _ Region, implementing a development-cooperation-oriented strategy The Emergency Programme in Peru The first case of cholera - vibrio cholerae 01. bictype El Tor, serotype Inaba - was recorded in Pert on January 23 1991, No more than three months later, there were more than 140,000 cases (and approximately 1,000 deaths). Being (*) Communication in the World Conference on Health Emergencies in Tecnological Disaster. Rome, Sth ~ 7th May, 1992 extremely resistant to the enironment, the cholera spread rapidly, and soon extended beyond the geographical borders of Pert: to Ecuador, Colombia, Chile and Brazil. The epidemic, considered the last stem of the 7th global pandemic of the EI Tor biotype cholera, started as far back as 1961 in Sulawesi. The failure to eliminate it is due to the failure to produce a vaccine capable of effectively preventing and controlling the disease. Because of the evident link between cholera and the social, economic and sanitary conditions in the areas most affected, such factors constitute areal danger in terms of the futher diffusion of the disease in the Region and its becoming endemic. At the request of Peru, ICU has been implementing a special emergency programme, in conjunction with the European Community, to assist the population of the city of Piura (260,000 inhabitants) located in the extreme north of Peru, in the middie of a vast desert area, With more than 22.000 cases and 200 deaths, this is considered one of the areas worse hit by cholera Initially the epidemic was restricted mainly to the adult population in the hyge bidonvilles on the outskirts of the city, almost totally without such biscs as drinking water, electricity, sewerage and medical assistance. It soon started to spread to children under the age of five: in April 1991, 80 per cent of the tests performed on the faeces of childern hospitaliwed for acute gastro-enteritis in the Hospital of Piura were positive. The epidemic also spread with great rapidity to the desert rural areas, where the situation deteriorated still further due to the difficult access to the villages to help the local inhabitants. ICU experts made two missions to the area to assess the situation and draw up a programme with the Peruvian authorities and establish 1ts main objectives and specific methodologies. An ICU Team, composed of specialist medical staff and nurses from the EC contries, then travelled to the area to implement the programme from the Health Centre - with outpatients services, laboratories and training facilities - that had already been set up by ICU and the EC at the University of Piura, and from the special mobile units, The programme was conducted in close cooperation with the local health workers in the urban areas on the outskirts of Piura and in the rurai desert zones. More then 10 villages along the River Piura, covering a radius of more than 50 Kms, received assistance The main goal at this stage was to keep the epidemic under control, via an extensive preventive programme of health and hygiene. Therapeutic care as such was supplemented with so-called basic medicine, directed both to cholera patients and to those suffering from other infections particularly common in the area. especially respiratory and gastro-intestinal diseases, particularly mothers and infants. Fifty oral rehydration units (ORY) were also set up in the shanty-towns and villages located along the River Piura to ensure that the programme was implemented as rapidly and extensively as possible. The purpose of these units, which operated in the initial emergency phase, with the assistance also of one or more “promotoras de salud” previsously trained by ICU, was to prevent the dehydration of cholera patients via the immediate administration of rehydration salts and more generally to improve sanitary and health conditions by educating the population in matters of hygiene and health. ‘The ICU programme successfully contained both cholera morbidity and mortality as well as the other infections most frequently found in the region reducing also malnutrition especially among children. This result was only achieved thanks to the close cooperation between the ICU and Peruvian staff in implementing the various parts of the programme which was an essential element for gaining a mor thorough understanding of the local situation and ensuring the grater efficiency and durability of the programme Pa: Emergency _Situatioy Underdevelopment is responsible for the continued spreading of the cholera epidemic in Latin America. More than 480,000 people have been infected by the disease since January 1991 (350,000 in Peru alone) and new hotbeds recently found in Peru, Bolivia, Ecuador, Colombia, Brazil and Argentina, where the Government has declared a state of emergency. Around 17 Latin American countries have been affected by the cholera epidemic, with more than 50,000 cases being recorded in the first three months of 1992, despite the continued efforts of the international community to contain the epidemic. The Panamerican Health Organization (PAHO) has proposed a ten-year health and environmental recovery programme expected to cost around 200 billion dollars, with a view to eliminating cholera in Latin America. Essentially the programme will extend the drinking water distribution and sewerage systems and improve basic sanitary conditions throughout the entire Region In conjunction with the Italian Ministry of Foreign Affairs, in the near future ICU will be increasing the preventive health care programme initiated with the EC in the first emergency phase in the Region of Piura, implementing a strategy geared to cooperation for the development of the whole area. Human crises such as the one we are currently witnessing in Latin America require a strong response from the West if problema are to be solved at their foundations. In this case cholera is merely the tip of an iceberg. A programme directed solely at combating the epidemic, without adressing the other underlying issues typical of underdevelopment (povery, malnutrition, lack of hygiene, Spreading of infectious diseases), would have been a serius error. From the very early stages, in the framework of the huge financial, structural and temporal difficulties to be overcome in eralising major civil projects (aquaducts, sewerage systems etc.), the ICU doctors and nursing staff have sought to train the local Peruvian health workers and educate the local population in basic hygiene, especially in relation to the coolection, purification, transport and conservation of water, maternal and infant hygiene ete. In this way, they have contriuted to laying the foundations for the qualitative improvement in the health of the local population and concrete integration in any future programmes of major environmental recovery Emergency programmes in favour of developing countries involve providing specific assisance limited to a given period as well as establishing, within the context of such programmes, the foundations for the future development of the entire area as soon as possible. This is an extremely delicate task which requires considerable practical and organizational experience of cooperation for developement even in the initial emergency phases. Dr. Massimo Caneva Institute for University Cooperation

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