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Assestamenti di una fondazione modello sotto carico inclinato: risultati sperimentali e modellazione matematica L. MONTRASIO“ ¢ R. NOVA** Soustanio: In questo aticolo si iferise su risultai sperimentali di una fondazione modello su sabia, sottoposta al’ azione di earch inclinati e sulla oro modellazione matematica. Vengono innanzitutto desertt appareechiatura utilizzata, i tipo i sabbia impiegata © le sue caratteristiche meccaniche, i metodi di preparazione e di esecuzione delle prove. Si passa poi a considerare i rsultatisperimentaliottenut in prove con carico solo verticale, con carco inelinato, 0 con successive applicazion di carichi verticali ed orizzontali. Si determina una curva sperimentale dinterazione a collasso tra carico vericaleecarico orizzontale, che si dimostra essere indipendente dal percorso di carco scguit. Sulla base det risutatiottenuti si formula una teoria per Minterpretazione delle prove. Si mostra come, considerando il sistema ter- reno-foncdazione come un mezzo generalizata rigido-plastico-inerudente, i possa ottenere un'efficace descrizione della realta speri- mentale. Benehé ulterior verifice siano necessarie ealeune semplificazionisiano consiiabil, la tcoria proposta semibra quindi poter costituire una solida base di partenza su eui formulare un nuovo metodo peril calcolo degli assestamenti di fondazioni dirtte sotto 1, Introduzione In alcuni problemi di Ingegneria Geotecnica pud avere un certo interesse Ia determinazione degli assestamenti di una fondazione sottoposta all’a- zione di carichi inelinati con la verticale. Una piattaforma marina, per esempio, & progettata per sostenere i carichi orizzontali molto intensi causati dal moto ondoso. Per strutture con fondazione diretta, come ad esempio le piattaforme Condeep 0 Ekofisk nel Mare del Nord, cid pud tradursi in assestamenti, orizzontali ¢ verticali, che possono mettere in pericolo Vintegrita degli impianti quindi la funzionalita della struttura. E quindi di rilevante interesse avere per lo meno una s dell’ordine di grandezza degli spostamenti attesi. In pratica questo risultato pud essere ottenuto in tre modi distinti: utilizando formule ricavate per via analitica, analizzando lo stato tensio-defor- mativo del terreno con una procedura di discretiz- zazione (clementi finiti o elementi di contorno) oppure studiando un modello della struttura in esame per mezzo di prove in centrifuga. L tre tipi di approccio non si escludono a vicenda. Al contrario, ciascuno di essi consente di controllare la ragionevolezza dei risultati ottenuti per mezzo de- ali altri. Infatti, in ognuno di questi vengono intro- dotte un certo numero di ipotesi che schematizzano la realta che, se da un lato rendono accessibile la soluzione del problema, dallaltro non consentono i ‘credere’ acriticamente ai risultati ottenuti Particolarmente criticabile appare il primo di questi. Infatti per risolvere in via analitica il pro- * dott. ing, Lore Mownnasto, Milano. ** prof. ing Roberto Nova, Associto di Geotenica, Poiteeico di Milano. blema del calcolo degli assestamenti & necessario ipotizzare che il comportamento del terreno sia clastico lineare. Inoltre, per limitare la complessita della trattazione, il terreno & spesso assunto essere ‘omogeneo. Ambedue queste ipotesi sono fungi dallessere verificate in pratica. Peraltro, delle due, la prima appare come ’ipotesi piit accettabile dal momento che, in condiizioni di esercizio, le deformazioni sono piccole e il comportamento di qualunque tipo di terreno @, in questo ambito, quasi lineare. Tuttavia non va dimenticato che benché esista linearitA tra incrementi di sforzo e incrementi di deformazione, il comportamento del terreno ver gine @ irreversibile anche a bassi livelli tensio- deformativi. Anche in presenza di carichi monoto- namente crescenti, Viereversibilita del comporta mento ha una sottile conseguenza sulla deformabi- lita del terreno. Essa infatti acquisisce delle pro- prieta ‘direzionali’ pur rimdnendo isotropo il ter- reno. L’uso acritico di formule basate sulla teoria dell’elasticita. porta di conseguenza ad un'errata valutazione della deformabilita e quindi non con- sente una corretta predizione degli assestamenti orizzontali. Scopo della ricerca di eui questo articolo costit sce solo il primo paso, € quello di formulare un metodo che consenta di mighorare la stima degli assestamenti di una fondazione sotto carico incli- nato senza dover ricorrere necessariamente a co- stose anatisi numeriche 0 a simulazioni in centri- fuga. Esse potranno essere utilmente effettuate in sede di verifica Con questo obiettivo, si sono in primo luogo condotte delle prove sperimentali su fondazioni ‘modello su sabbia presso il Laboratorio Geotecnico 35 del Politecnico di Milano. Queste prove avevano to scopo di fornire ‘suggerimenti’ sul modo in cui si comporta una fondavione sotto carico inclinato, sulla cui base formulae una teoria capace di fornire predizioni sull’andamento degli assestamenti. La teoria formulata viene quindi corroborata confron- tando le predizioni ottenute con irisultati di prove di carico diverse da quelle di partenza, ma ottenute con la stessa apparecchiatura. Poiché il livello tensionale delle prove @ assai lon- tano da quello delle strutture reali per i ben noti effetti di scala, la teoria formulata, anche se, come si vedlra, &in grado di descrivere molto bene il compor- tamento della fondazione modella, non pud essere ancora considerata dicettamente applicabile a fon- dazioni in vera grandezza. La seconda fase della ricerca sara percid dedicata all’esecuzione di prove in centrifuga che consentono una modellazione dei prototipi molto pitt vicina alla realta. La fase speri- mentale che verra illustrata nel seguito ha anche lo scopo di mettere a punto la metodologia di speri- mentazione per la successiva campagna di prove. Sulla base dei risultati sperimentali ottenuti nelle due serie di prove e della teoria che verra illustrata in ‘questo articolo, si cercherd in futuro di formulare un metodo semplice per il calcolo degli assestamenti. Infine, se possibile, le predizioni ottenute con il me- todo proposto verranno messe a confronto con dati sperimentali relativi a fondazioni in vera grandezza. 2. L’appareechiatura sperimentale La fig. 1 mostra una visione d’insieme dell’appa- recchiatura utilizzata per la realizzazione delle prove sperimentali. Il contenitore, di dimensioni 40x90 x 20.1 cm, & realizzato in legno ed & gia stato usato in un precedente lavoro relativo allo studio di modelli di paratie a mensola [Doxcr et al., 1986]. Le pareti sui lati lunghi del contenitore sono in vetro temperato ad elevata resistenza ¢ hanno spessore Fig. 1 ppareechiatura per Ie prove 36 Lem, L’uso del yetro consente di limitare notevol- mente Fattrito tra terreno ¢ parete. In prove di taglio diretto, Srroup [1971] misurd un valore poco superiore ai 5°, in accordo con precedenti stime di Cotx [1967], per cui Ticor [1977] concluse che ess0 non ha influenza pratica per il tipo di problema in esame. La trasparenza del vetro con- sente inoltre di visualizzare Pandamento delle de- formazioni che pud essere evidenziato utilizzando strisce di sabia colorata cont inchiostro di china. Per limitare ta deformabilita laterale del vetro, si sono utilizzati due telai di irrigidimento. TeHENG ¢ Isrux [1966] hanno infatti mostrato che la capaci portante di fondazioni modello dipende in modo determinante dalla rigidezza delle pareti laterali ed & tanto maggiore quanto pitt ci si avvicina alla condizione ideale di stato piano di deformazione. Controlli eseguiti durante Pesecuzione delle prove permettono di affermare che gli spostamenti mas- simi verificatisi sono tali da poter essere trascural La sabia utilizzata per Ie prove & una sabbi silicea con dimensioni dei granelli comprese tra i 0.2 € 0.42 mm. Sono state condotte tre prove triassiali CID a densita relative pari al 20% e al 60%. Le curve sforzo deviatorico, deformazione assiale per diverse pressioni di confinamento sono riportate in fig. 2 mentre in fig. 3 sono riportati gli inviluppi di rottura. Da essi si pud notare che, come per altri tipi di sabbie, vedi ad esempio Jammouxowskt ef al. [1985], il criterio di Coulomb-Mohr non rispetta fedelmente la realta sperimentale ¢ non & quindi possibile definire univocamente angolo d’attrito della sabia. Poich¢ il livello dello stato tensionale nelle prove & molto basso nel seguito con il termine angolo dattrito si fara riferimento al valore del- Pangolo che la tangente alla curva inviluppo fa con Passe delle tensioni normali nell’origine degli assi. Perché i risultati sperimentali possano essere pratica utilita & necessario che le condizioni di prova si avvicinino, per quanto possibile, alle cons dizioni ideali su cui si basa Pinterpretazione degli stessi. E necessario, in particolare, che la sabbia possa essere considerata come un continuo uni- forme, per cui risulta indispensabile il controllo locale della densita relativa. ‘A questo scopo la sabia @ stata preparata con deposizione pluviale da un serbatoio posto ad al- tezza prefissata. La sabia passa lungo un tubo flessibile che termina con un ugello. L’altezza di caduta, le dimensioni del ugello ¢ la velocita di movimento del tubo influenzano il valore della densita ottenuta, come é illustrato nelle figg. 4 € 5. La densita relativa di uno strato di sabbia é calcola- note le densita massime € minime e il peso specifico dello strato depositato. Per consentire una Oa Ko) 0, =06 en? 0, = Vkg fem? oof i . 2) “ 4 2 fe ya : to oo (BS) 6,-0.4 a : Fe 6. 6. ‘ ‘ — + - : rr re Tot et oo oo aon ‘ cy | oot 0 C3) | ° . : ‘ . ( ‘ ‘ 2 A . > Pe eS ra aan ome oo Co Fig. 2. - Legame sforai deformazion in prove triasialt al variate di. a) Dy=0.2; b) De= 0.6, 37 Mace can ecrca Fig. 3. -Inviluppi i rot a) De= 0.2 b) Da=08. precisa valutazione di quest'ultimo, la superficie libera di ciascuno strato viene resa il pit. possibile orizzontale aspirando con un tubo collegato ad un normale aspirapolvere la sabbia in eccesso, fig. 6, secondo una procedura introdotta da James [1965] A mano.a mano che il livello di sabia nel conteni- tore sale, anche il serbatoio viene innalzato per mezzo di un arganello, in modo che Paltezza di caduta rimanga costante. Con questo metodo la densita iniziale di ciascuno strato é risultata essere pressoché costante in tutte le prove eseguite. Una volta raggiunto il livello di sabia desiderato, viene posizionata la fondazione, che & un parallele- pipedo d’acciaio, praticamente indeformabile. La dimensione trasversale della fondazione, B= 10cm, @stata sceltarin modo tafe che il rapporto tra larghez- za della fondazione ¢ dimensione massima dei gra- nelli di sabia fosse maggiore di 200. Secondo Haus [1985] questo valore consente di eliminare leffetto di scala dovuto alla dimensione dei granelli. Alla base della fondazione sono stati incollati dei granelli di sabia per rendere la fondazione perfettamente rugosa. Per garantire Porizzontalita del piano di posa, la fondazione & adagiata sulla sabia con Pajuto di due guide laterali che vengono rimosse una volta che la fondazione é in posto. Il carico verticale € applicato alla fondazione tramite un telaio dacciaio caricato dal basso. 11 contatto tra telaio ¢ fondazione avviene attraverso una sfera, anch’essa dacciaio. Per garantire la 38 | Fig, 4. - Legame tra alterza di caduta ( densitarelativa Dx per divest diametti dy deg ugell tlizat. UGELLO UTILIZZATO y=165 mm 4 welocita ai deposizione v= 7.00 emis a= 8.75 omits Yes emis © 7% 0 4 80 60D om Fig. 5. ~ Legare tra altezza di caduta e densithtelatva pee diverse velocitddi deposizione vs Fig. 6, ~ Metodo di asprazione dela sabbia stabilita del sistema é stato necessario ereare un’ap- osita sede per la sfera, e per evitare che attraverso di essa possano essere trasmesse azioni diverse dal carico verticale i ritti del telaio sono stati progettati con rigidezza molto inferiore a quella dei traversi in modo da poter realizzare lo schema statico di travi rigide collegate tra loro da due bielle verticali. Sul traverso superiore sono stati saldati due anelli metallici che hanno consentito aggancio di cavi per la controbilanciatura del telaio mediante un opportuno sistema di carrucole, in modo tale da evitare che sulla fondazione gravino carichi iniziali non controllabili, al di fuori del peso della fonda- zione stessa Il catico orizzontale & applicato alla fondazione tramite un filo d’acciaio sostenuto da una carrucola € caricato verticalmente. Si & verificato, per mezzo di un dinamometro, che la perdita di carico dovuta allattrito tra filo © carrucola fosse trascurabile. Inoltre attorno al filo é stata ‘scavata’ con un ‘opportuno aspiratore la sabbia in modo che il filo non fosse mai a contatto con quest’ultima. Per garantire orizzontalita del carico, prima di appli- care un nuovo incremento di carico, la carrucola veniva abbassata, mediante un volantino, della stessa quantita di cui si era assestata la fondazione nel passo di carico precedente. Per rilevare i cedimenti sono stati utilizzati dei comparatori manuali, con precisione pari al cente- simo di millimetro, di cui tre controllano gli asse- stamenti verticali e due quelli orizzontali. Durante Ie fasi di carico la fondazione non subisce rotazioni apprezzabili. 3. Risultati sperimentali Sono state condotte prove con diversi percorsi di carico a densita relativa pari al 20% ¢ al 60%. La ripetibilita delle prove, ¢ quindi Pattendibilita dei risultati ottenuti, & stata verificata in un certo numero di prove campione che sono state ripetute almeno una volta a parita di condizioni. Le diffe- renze riscontrate sono di lieve entita e sono presu- mibilmente dovute a piccole variazioni della densita relativa iniziale. Le prove sono state condotte aumentando il carico con incrementi discreti ¢ misurando gli asse- stamenti conseguenti, Prima di una nuova applica- zione del carico, il livello della sabia veniva ripor- tato al livello del nuovo piano di posa della fonda- zione, mediante aspirazione della sabbia. Questa scelta é stata operata dopo aver confrontato i risultati ottenuti in prove campione con e senza aspirazione della sabbia ad ogni livello di carico ¢ tenendo ben presente l’obiettivo finale della ricerca che & quello di formulare un metodo di calcolo dei cedimenti Si considerino infatti le figg. 7 ¢ 8. Nella prima sono riportatii risultati sperimentali di due prove in presenza di solo carico verticale (Dx=20%). La curva continua fornisce i risultati relativi ad una prova con aspirazione mentre la curva tratteggiata si riferisce ad una prova senza aspirazione. Si pud notare che fintantoché gli spostamenti della fonda- zione rimangono piccoli le due curve sono pratica- mente coincidenti ¢ cominciano a divergere in modo non tascurabile quando il cedimento verticale supera il 15% della larghezza della fondazione. Da questo punto in poi, infatti, le due curve hanno un andamento affatto diverso: mentre la prima rag- giunge rapidamente un asintoto orizzontale, la se- conda tende a crescere a pendenza pressoché co- stante. Se si considera la classica formula della portante di fondazioni su sabia a = Br Ny + YDNg @ in cui 7 il peso specifico del terreno, Ny ed Nq Sono coefficienti adimensionali e D & la profondita del piano di posa della fondazione, appare chiaro che sesi fa riferimento al piano di posa corrente anziché a quello iniziale, il valore di qu cresce Tinearmente con D e quindi con il cedimento della fondazione. Questo & peraltro un effetto del secondo ordine € pud essere trascurato a favore di sicurezza. Inoltre la curva continua assai pitt regolare della precedente ¢ consente quindi una pit semplice modellazione matematica. Poiché Vobiettive & quello di calcolare i cedimenti in fase di esercizio della costruzione, in una fase quindi in cui le due curve sono ancora pressoché coincidenti, risulta molto pitt conveniente fare riferimento ai risultati delle prove con aspirazione anziché a quelli delle prove senza aspirazione, che sono a prima vista pit vicini al comportamento reale delle fondazioni. Pud essere di un certo interesse confrontare il 39 saoe* | Fig. 8. - Confronto ta rsultat relativi ad una prova con catichi ‘erizontale ¢ yeticale condotta cone senza clininazione del 40 valore di Vy ottenuto con quello derivabile teorica- mente. Nelle tre prove effettuate con densita rela- tive pari al 20% si sono ottenuti rispettivamente 950, 1050 € 1150 N, come valori di collasso. Utiliz- zando ta (1) con i coefficienti di Branctt HANsEN [1970] e Texzacnt [1943] ¢ Pangolo d’attrito otte- nuto alle prove triassiali che & di 36.6°, si ottengono rispettivamente i valori di 747 N e 87 N che sono largamente conservativi. Se si considera perb che per problemi in stato di piano di deformazione Pangolo dattrito apparente, ys, & superiore a quello relativo a condizioni assialsimmetriche, rx (Bisop, 1966; Matsuoka e Naxat, 1974) ¢ che ®ps%1.1 @re i valori del carico di collasso diven- gono pati a 1130 Ne 1426 N, rispettivamente per Bricu HANseN ¢ Texzacut. II valore medio speri- mentale & colto al meglio utilizzando a teoria di Brinc#t HANSkN e ponendo tan ps~1.1 tan Ore. Analoghe considerazioni valgono pet la prova con De = 60%. Nella fig. 8 sono riportati i risultati di due prove in cui il carico @ inizialmente solo verticale, fino al raggiungimento di circa 2/3 del valore di rottura ottenuto nella prova di fig. 7, e quindi viene impo- sto un carico orizzontale fino a collasso. La curva continua é relativa alla prova con aspirazione men- tre quella tratteggiata si riferisce alla prova senza aspirazione. In questo caso Pirregolarita della prova. senza aspirazione & resa pitt marcata dalla resistenza passiva offerta dal terreno adiacente alla fonda- ione, che, a causa dell’assestamento verticale, si trova ad un livello infetiore della superficie libera del terreno. ‘Anche in questo caso comunque, fintantoché gli spostamenti rimangono piccoli le due prove danno oa) Ca sb & mm & % (orm Fig. 9. - Prova a solo carico verticle con wn clelo di scarco & risultati simili, Valgono quindi a fortiori le conside- razioni fatte per i risultati di fig. 7. Tutti i risuleati delle prove che verranno discussi ora innanzi si intendono quindi riferiti a prove con aspirazione. La fig. 9 mostra i risultati di una prova condotta in presenza di solo carico verticale in cui sié effettuato un ciclo di scarico e ricarico. Si pud notare che scaricando i terreno non si verifi- cano rigonfiamenti di rlievo e che il ciclo di isteresi iegato della curva carico-spostamento, per valori di carico pid grandi di quello da cui éiniziato il ciclo di scarico, non sembra influenzato dal ciclo effet- tuato, Analoghe conclusioni possono essere rica- vate dalla fig. 10 in cui sono riportati il percorso di carico (fig. 0a) e Pandamento degli assestamenti in funzione del carico (fig. 10b). La fig. 11 tiporta la superficie di rottura nel piano dei catichi normatizzati rispetto al valore di rottura per catico solo verticale, Vae. Si pud notare che la forma della superficie di rottura & sostanzial- mente indipendente dalla densita relativ I punti di fig. 11 sono stati ricavati eseguendo prove in cui il carico verticale veniva portato fino ad una quota parte di Vise veniva quindi applicato un carico orizzontale fino a collasso. Fanno eccezione fe due prove di fig. 9 ¢ 10 ed vun’altra prova in cui il carico orizzontale € quello verticale sono fatti crescere proporzionalmente da zero fino a rottura. Nei tre casi, il punto relativo allo stato ultimo si trova in prossimita della supecfi- ie di rottura ottenuta da tutte Je alere prove in cui si & seguito il percorso di carico tipo. La superficie di Fottura non sembra quindi influenzata dal percorso di carico seguito, La curva limite ottenuta é in ottimo accordo con quella proposta da Burrerriern [1980] sulla base dei risultati ottenuti da Ticor {1977] su Leighton Buzzard Sand ¢ da Zananuscu [1961], figg. 128 € 2, Bsiste invece una certa discrepanza tra i risult ottenuti ele curve proposte da Muss e Weiss [1973] We (amy els Fig. 10, -) Percorso di catco; 6) andsmento sperimentale delle ‘game tra earico oriezotalee spostament Fig. 11. - Dominio di rottura adimensionalizatorispetto al valore di collasio sotto carico solo verticale Vw 41 Boks, ch) -aumiereta = a HY randy He Vian dy tr oF Bee ete a Wr yan oats : “ Me Vn La Me 12 = we z : | és, Be . 2 ik 5 1 v | 2 4 6 a 1 v x Va — WAY andy tt we sess USE Weiss (1972) <= ARINC HANSEN (970) Fig. 4. -Situazione di colaso rlativo ad una prova a sole carico ‘Fig. 15. verticale Situarione di colasva eelativo ad una prov con carico veticalee orizontale, 42 sulla base di risultati di fondazioni modello in scala maggiore ¢ da BRINCH-HaNstn [1970], fig. 13. L’andamento qualitative delle tre curve & peraltro simile, Si pud infine notare che il tipo di collasso della Fondazione é diverso a seconda dello stato tensiona- Ie indotto dai carichi, Nella fig. 14 @ mostrata la fondazione sotto carico verticale. Il collasso avvie- ne per punzonamento come ben evidenziato dalle linee di sabbia colorate in nero. In fig. 15 siha inve- ce una fotografia della situazione di collasso sotto catico inclinato. In questo caso é pit evidente una Tinea di rottura globale. 4, Modeliazione matematica dei risultatisperimen- tlt Il comportamento del sistema fondazione-ter- reno @ chiaramente non fineare, come mostrano tutte le prove esaminate nel paragrafo precedente. Tuttavia si potrebbe pensare che per piccoli sposta menti la teoria dell’elasticita possa fornire buone indicazioni sul valore atteso degli assestamenti In realta cid non é vero. Si consideri infatti una prova a carico inclinato crescente proporzional- mente da zero. Mmovic ef al. (1970], analizzando con il metodo degli elementi finiti fondazioni di larghezza B caricate obliquamente su terreno ela 0 omogeneo di spessore limitato h, hanao otte- nuto che gli spostamenti verticale, v, ¢ orizzontale, uu, possano essere espressi in funzione dei carichi verticale, V, orizzontale, H, ¢ del modulo elastico, E, secondo Ie relazioni: E @ Vor E GB) in cui L é la lunghezza della fondazione (L>B) IMenLEe Von € Ur SOO cocfficienti adimensionali funzioni del modulo di Poisson e del rapporto h/B. Ne segue che H Yor wy = ) Nel_caso in esame, assumendo per il modulo di Poisson il valore di v=0.25, il rapporto Usi/Von= 1.527 per cui per un carico inclinato di 12° con la verticale si ha w/v=0.325. I risultati spe- rimentali indicano davvero una variazione Jineare dello spostamento orizzontale con quello verticale, ma il rapporto w/v é pari a 0.719 ciot pitt del doppio del valore previsto dalla teoria delPelasticita ¢ indipendentemente dal valore del modulo B. Peraltro la differenza tra teoria dellelasticita ¢ risultati sperimentali non é solamente quantitativa ma anche qualitativa, Se infatti, invece di conside- rare il carico inclinato si considerano due successive applicazioni, prima del solo carico vericale € poi del carico orizzontale, si nota che le equazioni (2 ¢ 3) indicano che tutto il cedimento verticale avviene nella prima fase, mentre nella seconda si hanno solo spostamenti orizzontali. Al contrario, i risultati sperimentali mostrano che durante la fase di carico orizzontale si hanno notevoli cedimenti verticali. Se questi non avvenissero, infine, il rapporto. w/v osservato sarebbe ancora pit alto di 0.719 e quindi ancora pitt distante dal valore previsto con Ia teoria delPelasticita. Se si vogliono descrivere in modo accettabile risultati sperimentali osservati, @ quindi necessario abbandonare la teoria dell’elasticita © formaiare una nuova teoria. Se questa fosse in grado di cogliere gli aspetti salienti del compostamento del sistema terreno-fondazione, essa costituirebbe an- che un efficace mezzo non solo per deserivere ma anche per predire il comportamento. Essa potrebbe quindi servire come base per un nuovo metodo di calcolo degli assestamenti di una fondazione sotio carico inclinato. A questo scopo Burrsrrtetp [1980] propose di utilizzare la teoria della” plasticita con incrudi mento, Sulla base dei risultati sperimentali ottenuti da Ticor [1977] era possibile infatti definire una famiglia di potenziali plastici G(V,H) associando le variabili ‘intensive’ V ed Halle corrispondenti variabili ‘estensive’ v ed u in modo che a (ac/aH 6) i" Lot dove il punto indica incremento. I carichi agiscono quindi come componenti di tensione generalizzate mentre gli spostamenti sono variabili generalizzate di deformazione in un modo simile a quanto proposto da Pracer [1955]. Sperimentalmente si nota che la superficie di rot- tura della fig. 12 non @ membro della famiglia G(V,H) © quindi non valé ta legge di normalita [PRaaER, 1955]. A conoscenza degli autori, BUTTERFIELD [1980] si Jimitd a schizzare l’idea di utilizzare la teoria della Plasticitd per descrivere il comportamento osser- vato. Nel seguito si cerchera di sfruttare appieno questa idea. Si assuma dunque che il sistema terreno-fon- dazione possa essere descritto dalle variabili gene- ralizzate V, He v , u. Per brevitd di scrittura si indichera con il simbolo Q il vettore dei carichi ¢ con simbolo q il vettore degli spostamenti, cioé H) (uy) =| has} | (a,b) wy 43 Si assuma inoltre che gli spostamenti v ed u siano permanenti nel senso che un eventuale scarico della fondazione now produce una loro diminuzione. $i é visto sperimentalmente, figg. 9 e 10, che il rigon- fiamento conseguente ad uno scarico & in effetti tra- scurabile. Si assuma poi che sia possibile definire una funzione F(Q, Q.), detta funzione di carico, 0 funzione di plasticizzazione, tale ch seF(Q, Q.) <0 > =0VQ o SCFQ,Q) = 0eFQ,Q)<0>-G=0 (8) se FQ, Q.) = 0eF(Q,Q) =O%a 40 (9) Il vettore’Qe rappresenta un insieme di variabili ‘interne’ che dipendono dalle deformazioni genera- lizzate subite. Nel seguito, per semplicita, si assu- mera ché il vettore Qe si riduca ad un’unica compo- nente Ve cosicché Veo = Vela) (10) ‘Le tre relazioni 7-9 hanno una semplice rappresen- tazione geometrica illustrata in fig. 16. Gli incre- menti di carico AB, CD, EF sono tuiti associati a spostamenti nulli, mentre GH comporta una vat zione di q e quindi, in virti della (10), anche di Vc. La funzione F(Q, Vo)=0 & rappresentata inizial- mente nel piano V, H dalla curva (O, M) ed & rap- presentata dalla curva (O, N) a seguito dellinere- mento GH. La curva (O, L) fornisce invece la curva limite, 0 curva di collasso, al di la della quale i cari chi non possono aumentare, ¢ coincide con la curva sperimentale di fig. 11 La curva di collasso @ owiamente una particolare curva di carico, in cui il parametro Ve & uguale a ‘Va, cioé al massimo carico verticale sopportabile. E conveniente assumere che le curve di carico ab- biano tutte Ia stessa forma che & quella della curva di collasso. Quest’ultima deve essere simmet rispetto all’asse V perché, se il terreno @ isotropo, la diresione di H ha effetto solo sulla direzione dello spostamento e non sulla sua entita. Inoltre per carico verticale tendente a zero si pud assumere che la resistenza allo scorrimento orizzon- tale sia data semplicemente da ° ON Uw 7 Fig. 16, - Curve di careo (OM, ON) ¢ curva di eollasso (OL), 44 H=uV ay dove we w= tan} (12) 4 & Pangolo d’attrito tra terreno e fondazione. Una funzione che interpola bene i dati speri- ‘mentali ¢ rispetta queste condizioni & la seguente: OC | = 003) £Q, Vw) = 1? —|pV Vou in cui 8 & un parametro compreso tra zero € uno. Nel seguito si assumera B= 0.95. Si pud facilmente notare.che sia la condizione di simmetria che quella di linearit4 nelVintorno delPorigine sono soddisfat- te. Poiché perd 8 & molto vicino @ uno la curva ha una forte curvatura nell’intorno del punto di ascis- sa V= Vu, tanto che la tangente alla curva, verti- cale in V=Vaq, & fortemente a con Passe verticale per valori di V anche molto vicini a Vy. In condizioni di carico che non sono di rottura la funzione di carico avra la stessa forma della (13) ma Pintercetta con Passe delle V sara il parametro Vo: v4 Ve = 0014) FQ, V.) = Ht -|pV [1 - La fig. 17 mostra una tipica famiglia di funzioni di plasticizzazione al variate di Ve. Il potenziale plastico da cui derivare gli sposta- menti secondo la (5) patrebbe essere ottenuto sulla base dei risultati sperimentali, valutando il rap- orto tra gli incrementi di spostamento in direzione verticale e orizzontale. Tuttavia, si ¢ qui preferito procedere in maniera inversa. Si & definito un po- tenziale plastico di equazione { uo v [1 - \ a in cui yo € Bo sono parametri del sistema mentre Ve @ Pintercetta della (15) sull’asse delle V. Il valore di Vo in un punto di coordinate V, H & legato a Ve GQ, Vo) = H* a ous) H t 6 yt Ww Fig, 17, - Variasione della funzione di plstcizazione al variare i Ve. dalla (14). La bonta della scelta effettuata sara veri ficata a posteriori confrontando gli spostamenti calcolati con i dati sperimentali. La funzione (15) é stata scelta con Pintenzione di rendere la curva di plasticizzazione e il potenziale plastico coincidenti per un’opportuna scelta dei parametri (a= € Ba=B). In questo modo la con- dizione di normalita viene ritrovata come caso spe- ciale della teoria pid generale che qui verra utiliz~ zata. In effetti mentre é lecito assumere Ba =B senza con questo violare Pevidenza sperimentale, l'ipotesi ho=u avrebbe conseguenze in notevole disaccordo con lesperienza. In particolare, per piccoli carichi verticali il colasso comporterebbe 1 a oe (16) cio’ uno spostamento orizzontale sarebbe possibile solo accompagnato da un considerevole innalzamen- to della fondazione, che in realta non si verifica. Rimane infine da stabilire la forma della (10) cio’ della legge di incrudimento, Si assumera che cui sono associati spostamenti infiniti, vale a dire il collasso, & simmetrica rispetto agli spostamenti orizzontali ed infine si riconduce ad una comoda espressione esponenziale nel caso in cui u=0. Si ha infatti in questo caso Ve = Vu - @ 08) J La (18) stata proposta da Burret [1980] € descrive in modo molto soddisfacente l'andamento cure Teoma WoW (t-e- vt i ineradimento in presenza di soo caico verticale ce risutaisperimentalielativ. del legame carico verticale spostamento in una prova in cui il carico orizzontale sia assente, come illustrato in fig. 18. immediato notare che Ro costituisce la rigidezza iniziale della curva carico-spostamento. Essa & quindi legata al concetto classico di modulo elastico del terreno ed il suo valore sperimentale ud essere determinato consegtientemente con pto- cedure basate, direttamente o indirettamente, sulla teoria dell’elasticita lineare. Tl parametro a & invece un coefficiente adimen- sionale il cui valore verrd scelto sulla base del comfronto tra dati sperimentali € dati calcolati con diversi valori di a. La determinazione esplicita della legge che unisce incrementi di carico e incrementi di spastamento & ora possibile, Basta infatti notare dalla (9) che perché nel passare da una condizione di carico caratterizzata del vettore Q ad una caratterizzata da Q+. si abbiano spostamenti non null q il diffe- renziale totale di F(Q, Vo) deve rimanere nullo. Si ha allora ar ary 19 = Ve (19) 302 * “ave : dove la tilde indica Voperazione di trasposizione vettoriale, ¢ per la (10) € (5) = Neg We, 2G an a a) Si ottiene quindi Fa ag =1 #4 a oF aVe aG Tt 3Q Qe Ve 8D ¢ infine attraverso la (5) gli inerementi di sposta- ‘mento risultano legati agli incrementi di carico 1 0G: FF & 2) a nr Al modulo J, defiaito come i dF Ve _aG @ ae a aQ viene dato il nome di modulo di incrudimento. 5. Confronti tra elaborazioni numeriche ¢ risultati sperimentali Il modello matematico descritto nel paragrafo precedente & caratterizzato da sette parametri costi tutivi, Due di essi, 1a rigidezza iniziale Ry ed i carico limite Vig, sono facilmente determinabili dai risultati sperimentali di fig. 18, relativi ad una 45 prova in cui & presente solo il carico verticale. Per sabbia a densitA relativa 20% si userd Viy= 1050 N ed Ro=100 KN/m, mentre per la sabia a densiti relativa 60% si avra Viw=1700 Ned Ro=200 KN/m. I parametri ye B si riferi- scono alla forma della curva di rottura: il primo ne fornisce il valore della tangente all’origine mentre si ud facilmente verificare che il secondo & legato alla posizione del punto relativo al massimo carico orizzontale sopportabile dalla fondazione. Nel caso in esame, i vatori di u B sono essenzialmente gti stessi per i due tipi di sabbia utilizzatie sono w=tan 25.8° ¢ B=0.95. Per semplicita si assumera, come Bi detto, che fo sia uguale a Restano quindi due parametri da determinare: la HA Vu tangente nell’origine al potenziale plastico, jc, ¢ il coefficiente « che appare nella legge di incrudi- mento. Essi possono essere determinati a partire dai risultati di una prova a carico inelinato. E da notare che il parametro « non influenza i risultati in un diagramma v, u. B cosi possibile procedere prima alla determinazione di yo scegliendo tra i risultati di uun’analisi parametrica nel piano u, v quello per cui i risultati sperimentali sono meglio approssimati, ¢ quindi determinare « confrontando dati sperimen- talie risultati calcolati nel piano H, w. Nelle analisi condotte si sono utilizzati i parametti wc=2.5 4 per ambedue le densité ¢ «=V10 per la sabbia con Dr=20%, «=~/30 per la sabbia con De = 60%. Le figg. 19-23 riportano i confronti tra prove | .238 i v A cunva SPERIMENTALE —~ CURA TEORICA Fig. 19. 3) Percorso di eatieo; b)confronto tra rsultali teoricl © spevimentalirelativ alla prova a) 46 43 i. oye02 Fig. 20, - a) percorso ai carico; b)confronto tra risltati toric © imental relatii alla prove a. sperimentali e risultati delle elaborazioni numeriche per i due tipi di sabia considerati. Si pud notare come esista un buon 6. Considerazioni critiche Il metodo presentato consente di deserivere in modo sodklisfacente il comportamento ossetvato di Hos Ve Das 02 A. CURVA SPERIMENTALE ‘CURVA TEORICA (omy, Fig, 21, - a) percorso di carco; bj confronto tra risltatiteoric ¢ sperimentalirelativi alla prova a) He Mw # stan 12° u v | Oy=02 Va ot ‘CURVA TeORICA tee ‘my 24 oor 0-02 ae ‘cum teoicn Pe) com) Fig. 22. a) percorso di carico; b), ¢) confronto tra rsultat teoricie ‘specimentalirlaiv alla prova a) 47 ‘una fondazione modello sottoposta a carico in nato, con diverse leggi di carico. | risultati ottenuti, peraltro, non possono essere considerati di imme- data utilita pratica per una serie di motivi, d’ordine sperimentale ¢ teorico, che meritano di essere di- scussi. In primo fuogo, la base sperimentale, su cui la teoria é stata impostata, si riferisce a stati tensionali Jontani da quelli cui operano Ie normali fondazioni. Poiché le caratteristiche meccaniche dipendono in modo non lineare dal livello tensionale, si pensi ad esempio alla variazione dell’angolo d’attrito con la pressione di confinamento, non & possibile conclu- dere che i risultati ottenuti possono essere ritenuti senz’altro rappresentativi del comportamento di fondazioni in vera grandezza. Per ovviare a questo fatto sono in corso prove in centrifuga in cui 10 stato tensionale @ analogo a quello che si ha in sito per fondazioni reali. Va tuttavia sottolineato che i risultati ottenuti nelle prove presentate in questo articolo sono qualitativamente simili a tutte le indicazioni disponibili in letteratura sul comporta- mento di fondazioni sotto carico inclinato. In secondo luogo, cosi come é stato presentato, il modello teorico risulta di scarsa utilita pratica. Esso @ infatti caratterizzato da un elevato numero di parametri, 1a cui determinazione rigorosa ti- chiede un certo numero di prove su medello. Tutta- via é chiaro che un’analisi approssimata & possibile a partire da pochi parametri che, in buona parte, sono legati ai parametri tradizionali utilizzati per il caleolo di capacita portante di fondazioni. Infatti il carico Viz pud essere determinato, come visto al paragrafo 3, per mezzo delle formule di Bricu- Hansen [1970], mentre Ry & legato al modulo ‘elastico” del terreto, come comunemente inteso, ‘yuoi dalla (eoria di Boussineso [1885] 0 dai risultati di Mutovie ef al. [1970] che tengono conto della limitata ampiezza dello strato compressibile. Gli altri parametri sono in un certo qual modo indipen~ denti dalla sabia considerata € possono quindi essere considerati fissi, in prima approssimazione. Si visto infatti che B=0.95 fornisce una buona curva di interpolazione non solo per i risultati ottenuti sulla sabbia considerata ma anche per quelli ottenuti da altri autori su altri tipi di sabia. Inolie, y @ legato all’angolo d’attrto tra terreno ¢ fondazione, mentre ya © Bo possono essere legati a we B da semplici relazioni algebriche. Infine si pud notare che « varia, nei casi considerati, tra V10 V30. In quest’intorno, grandivariazioni di « non danno considerevoli variazioni degli. spostamenti calcolati. Sebbene ulteriori controlli siano necessari per confermare quanto sopra, la teoria proposta 48 Ww 35, 1. ¥ Va Dg =0.6 + CURVA SPERIMENTALE ~ CURVA TEORICA HA (hg) 24 2 (mm), Fis, 23,- 2) pereoso di carc: by contronto ta ita cori ¢ perimental lav ala prova a) pud quindi esser presa come base per la formula- zione di un metodo di caleolo dei cedimenti di fornire predizioni pit accurate del comportamento delle fondazioni senza richiedere la caratterizza- zione del terreno con parametri diversi dal modulo ‘elastico’ e dell’angolo d’attrito interno. it& di estendere la teoria a A parte lan situazioni in cui il carico sia eccentrico ¢ la fonda- zione posta al di sotto del piano campagna, la limitazione pitt grossa del metodo, quale appare al momento attuale, & legata all'uniformita del ter- reno di fondazione. Infatti, la regolarita della va- riazione del comportamento al variare dell’inclina- vione del carico, che ha consentito di trattare il complesso fondazione-terreno come un unico si stema, & garantita solo se il terreno @ omogeneo. Se al contrario si verificano brusche variazioni di stratigrafia, per esempio, queste hanno effetti versi a seconda che il carico sia verticale 0 forte- mente inclinato. Infatti se lo stato pil rigido non & troppo superficiale né troppo profondo, esso pud avere una notevole influenza nel ridurre gli assesta- menti sotto carico verticale 0 poco inclinato. Al contrario sli assestamenti causati da un carico fortemente inclinato possono non differire apprez~ zabilmente da quelli relativi ad un terreno omoge- neo con rigidezza pari a quella dello strato superfi- ciale, perché la zona interessata dalle deformazioni pid rifevanti ¢ tutta compresa in quest’ ultimo. B chiaro che in questo caso Ia legge carico spostamento sotto carico verticale non pud essere utilizzata, come nel metodo presentato, per predire il comportamento sotto carichi comunque inclinati. Il metodo proposto non é percid applicabile acriticamente a situazioni in cui il carico sia forte- mente inclinato e si abbiano brusche variazioni di rigidezza con la profondita in una zona di terreno in cui sono sensibili le deformazioni indotte dai cari- chi agenti sulla fondazione. RINGRAZIAMENTT Si rngeazia il personale del Laboratorio Geotesnico del Diparti- mento di Ingegneria Strutturale del Poitenico di Milano ein modo Darticolae i sigg. Enzo e Franeesso Isande per la loro collabora lone nelleseeusione delle prove Ta rierea & stata pardalmente finanziata dal Ministero della Pubblica Istruzione BIBLIOGRAFIA oussisg (1885) - Applications des potentils@ étude de equ bre et du mouvement des solider elastiques. Gautbier-Villats, Pais. Burtearito R. 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An interaction curve at failure i determined between vertical And horizontal loadings. cis demonstrated that such a curve i independent ofthe loading path. ‘On the basis ofthe observed resulis theory is then formulated in order to deseribe the experimental behaviour. The system soil Toundation is considered at a generalized medium with rigid plastic hardening behaviour. Iti shown that a fanly good represen- tation of the experimental evidence can be obtained by defining a suitable family of loading functions, a plastic potential and a hardening law. Seven parameters characterize the model. The way in which they ‘ean be determined is described, ft is shown that for practical purposes some of them could be considered fixed, so that the hhumber of parameters that are effectively needed for prediction in practical problems could be reduced and directly related to trait ‘al sol constants. tis believed, however, that for practical application the theory ‘ced to be validated in tests in which the stress level is of the same ‘order of magnitude of that typical of engineering problems. To ths: goal, a series of centrifuge fess are going to be performed. 49

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